bolivia - Fondazione Casa America
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Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 1 Quaderni di Casa America anno•VIII numero•1 BOLIVIA Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 2 Quaderni di Casa America anno•VIII numero•1 Autorizzazione Tribunale di Genova n. 21208 Abbonamento annuale ordinario € 50, abbonamento sostenitore € 100 Fondazione Casa America - Via dei Giustiniani, 12/4 Tel. 010 2518368 - Fax 010 2542183 [email protected] www.casamerica.it Presidente: Roberto Speciale Consiglio d’amministrazione: Angelo Berlangieri, Federico Massone, Luigi Merlo, Bernardino Osio, Piera Ponta, Miguel Ruiz-Cabañas, Victor Uckmar (vicepresidente), Stefano Zara Coordinatrice delle attività: Carlotta Gualco Direttore Responsabile: Fabrizio De Ferrari Stampa: Essegraph Srl - Genova In copertina: dettagli delle opere in mostra Progetto grafico: Elena Menichini Hanno collaborato: Amina Di Munno, Alessandro Pagano ed Erika Norando Referenze fotografiche: Pietro Tarallo (pp. 60-62); tutte le altre immagini sono state fornite dall’Ambasciata di Bolivia in Italia Realizzazione editoriale © De Ferrari Comunicazione S.r.l. 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Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 3 Sommario * Saluto di Evo Morales Ayma 5 Roberto Speciale Editoriale 7 * Antolìn Ayaviri Gomez Bolivia e Italia, una storia di fratellanza 10 Stato plurinazionale della Bolivia - scheda tecnica 12 Placido Vigo Felice Longobardi La presenza degli italiani in Bolivia 13 * Il Modello Economico Sociale Comunitario Produttivo dello Stato Plurinazionale di Bolivia 17 * Álvaro Arnez Prado L’urea in Bolivia è il pane del domani 21 Sergio Marinelli Relazioni Bolivia-UE 23 Interscambio Italia-Bolivia 26 Giorgio Malfatti di Monte Tretto Lo Stato Plurinazionale di Bolivia 30 Cristián Billardi Rafael Vergara Sandóval Incentivi e ostacoli agli investimenti stranieri in Bolivia 32 Daniela Barberis Bolivia, terra di lotte e di conflitti irrisolti 35 * Nemesia Archacolo Tola Quinoa reale, il grano d’oro: “un contributo dalla Bolivia e dalla Regione andina al mondo” 39 Mauro Mariotti Sguardo sulla Biodiversità della Bolivia 43 Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 4 * Eduardo Rodriguez Veltzé * Farit L. Rojas Tudela Il mare boliviano 50 * Pablo Rendón Lizarazu Ricerche Archeologiche 54 Bernardino Osio Ricordi di viaggi e cooperazione culturale in Bolivia 56 Pietro Tarallo La Ruta del Che sui luoghi della sua morte 60 Giacomo Walter Cavallo Monsignor Federico Lunardi 63 Italiani in Bolivia 67 * Ricardo G. * Michel R. Bolivia nell’Expo Milano 2015 70 * Ruth Suxo Martínez Bolivia turistica 74 * Lola Sequeiros Lordemann * Susana Clavarino La Bolivia vi aspetta 77 * I presenti testi sono traduzioni dallo spagnolo a cura dell’Ambasciata di Bolivia in Italia Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 5 Quaderni di Casa America 5 BOLIVIA Saluto di Evo Morales Ayma PRESIDENTE COSTITUZIONALE DELLO STATO PLURINAZIONALE DELLA BOLIVIA Un cordiale saluto a voi fratelli e sorelle d’Italia, della Bolivia e del Mondo, per dirvi che è un nostro desiderio quello di lavorare in un contesto di pace, armonia, solidarietà e complementarietà tra tutti i popoli del mondo col fine di VIVERE BENE ed in armonia con la nostra “Pachamama”, per tutti la nostra Madre Terra, la grande patria, l’unica che ha l’umanità. Rivolgo il saluto dei Movimenti Sociali Boliviani a tutti i Movimenti Sociali del Mondo che lavorano per un domani migliore per tutti, con uguaglianza, equità e corresponsabilità. Dal 2009, ogni 22 gennaio ricordiamo la fondazione dello Stato Plurinazionale della Bolivia come uno Stato di diritto che nasce dalla volontà sovrana del popolo Boliviano, che si riconosce e si autodefinisce multiculturale e multilingue. All’inizio del mio terzo mandato come presidente che rappresenta i movimenti sociali, contadino originario del mio paese, posso dire che ci sono state gestioni amministrative di governo che hanno portato avanti diversi cambiamenti, tra cui il principale è la trasparenza, avendo creato a tal fine un Ministero di lotta contro la corruzione. Oggi possiamo dire che la crescita della Bolivia è sostenibile, dopo molti anni in cui abbiamo avuto un debito internazionale “impagabile”, oggi abbiamo un’economia sana che cresce e viviamo in uno Stato di diritto che non è solo stabile ed equilibrato, in più lavoriamo e crediamo in un futuro migliore per tutti, contribuendo alla costruzione di una comunità internazionale più giusta, democratica e complementare. Con questo spirito d’integrazione, la Bolivia ha intrapreso un procedimento per diventare un membro a pieno titolo del MERCOSUR; ha ottenuto la consolidazione dell’ALBA-TCP e apportato i concetti di complementarietà all’UNASUR e CELAC; in questo contesto, il 2013 è stato l’anno internazionale della Quinoa, riconosciuta dalla FAO come alimento unico, date le sue grandi proprietà; essendo stato onorato con la Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 6 6 Quaderni di Casa America BOLIVIA Buo blanco del Parco Nazionale Madidi nomina di Ambasciatore Speciale della Quinoa da quest’Organismo Internazionale. Nel 2014 la Bolivia ha assunto la Presidenza del Gruppo 77 + Cina, motivo per cui la Bolivia ha proposto il primo Vertice dei Capi di Stato a Santa Cruz de la Sierra, che si è concluso con una dichiarazione congiunta dei Capi di Stato con 242 punti nella ricerca di uno sviluppo armonioso con pace ed equità per tutti i paesi del mondo. All’inizio del 2015 siamo sicuri che la storia, la coscienza della comunità internazionale, la ragione ed il diritto accompagnano la Bolivia nella sua istanza marittima e che, insieme al popolo cileno, troveremo la formula che porrà fine per sempre al confinamento della Bolivia permettendoci di avere un accesso sovrano al mare. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 7 Quaderni di Casa America 7 BOLIVIA Editoriale RobeRto SpecIale PRESIDENTE DI FONDAZIONE CASA AMERICA Abbiamo deciso, assieme all’Ambasciata di Bolivia a Roma, di pubblicare questo numero di “Quaderni di Casa America” dedicandolo interamente ad un Paese importante e affascinante dell’America Latina come la Bolivia ma poco conosciuto in Italia, ingiustamente. Questo è un primo impegno quindi, parziale, al quale mi auguro seguiranno altri momenti di approfondimento e di individuazione di alcuni temi sui quali dialogare. Molti degli articoli sono pregevoli e ricchi di spunti interessanti e rappresentano bene questo tentativo di descrivere una realtà complessa, storica ed attuale. Se si escludono gli esperti e i turisti consapevoli, cosa si sa in media della Bolivia in Italia? Che è un Paese con grandi altitudini, con una ricchissima biodiversità, con un presidente di origine india che negli ultimi anni ha fatto parlare molto di sé e che è stato recentemente riconfermato dalle elezioni in modo netto. Se ragioniamo sulla storia anche recente, ciò che si ricorda di più è che vi sono stati in quel Paese, come in molti altri paesi dell’America Latina, diverse dittature militari e molti conflitti sociali ed etnici che hanno visto protagoniste in particolare le popolazioni originarie. Si ricorda che nel 1964 il generale Barrientos prese il potere a nome dei militari e che è in quel periodo che si sviluppa un embrione di guerriglia condotta dal “Che” (Ernesto Guevara), infine catturato ed ucciso il 9 ottobre 1967 su ordine del Generale. Si ricorda che la Bolivia era inclusa nel Plan Condor, cioè il progetto degli Stati Uniti di militarizzare il continente sud-americano e con Garcia Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 8 8 Quaderni di Casa America BOLIVIA Meza Tejado si raccolsero nel Paese molti fascisti ed ex nazisti per sostenerlo. Si ricordano la presenza in Bolivia del terrorista italiano Stefano Delle Chiaie e del boia nazista Klaus Barbie, quest’ultimo estradato in Francia, finalmente, nel 1982. È sì vero che l’indipendenza della Bolivia dalla Spagna fa data dal 6 agosto 1825 ma si deve attendere il 1952 per avere, con Victor Paz Estenssoro, il suffragio universale, una prima riforma agraria, la nazionalizzazione di alcune miniere di stagno. E quasi subito dopo vengono i militari, lo scontro politico, sociale, etnico, gli attentati ai diritti civili. Non è più così! Dal 2006 Evo Morales e il MAS (Movimento al Socialismo) governano la Bolivia ed hanno finora garantito stabilità politica democratica ed uno sviluppo forte, una crescita media annua del 5%. Nel 2006 si è proceduto alla nazionalizzazione degli idrocarburi, nel 2008 la Bolivia è dichiarata nazione libera dall’analfabetismo, nel 2009 si è dato vita, con un referendum, ad una nuova Costituzione ed intanto il tasso di povertà, dicono gli analisti, in 10 anni è diminuito dal 38 al 18%. Questo è solo l’inizio: i problemi accumulati e i dislivelli tra i territori e nella popolazione richiedono ancora un’azione costante e decisa. Non tutti ovviamente hanno condiviso alcune delle misure assunte dalla Presidenza e dal Governo ed esiste un’opposizione costituita nelle ultime elezioni dal binomio Samuel Doria Medina - Ernesto Suarez e che rappresenta soprattutto i territori di pianura e più ricchi. C’è molto da fare, ovviamente, per aprire il Paese agli investimenti e per farlo crescere dal punto di vista economico e tecnologico allargando il mercato interno, appianando le diseguaglianze, mantenendo un livello alto di democrazia e di partecipazione in un Paese di circa un milione di chilometri quadrati con poco più di 10 milioni di abitanti, con 36 etnie e diverse lingue, con strutture pubbliche non sempre diffuse, con un sistema sanitario e scolastico in parte privato. In Bolivia l’emigrazione europea e italiana è stata scarsa dal punto di vista quantitativo ma significativa dal punto di vista culturale ed imprenditoriale. In compenso sono tantissimi i boliviani all’estero, nel continente americano a Nord e a Sud (in particolare in Brasile e in Argentina si calcolano due milioni di immigrati o di discendenti da essi). In tempi più recenti l’emigrazione si è rivolta anche all’Europa, in Spagna soprattutto (250.000300.000 presenze), ma anche in alcune zone d’Italia (Lombardia, Liguria, Piemonte, Lazio, ecc.). Si è aperta forse in Bolivia una nuova fase storica che chiude con un passato arretrato. L’Italia può e deve fare la sua parte, come già sta facendo, con la cooperazione allo sviluppo ma ancora più con l’interscambio economico, ad oggi ancora modesto, e con lo scambio culturale. Per questo però c’è bisogno che la Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 9 Quaderni di Casa America 9 BOLIVIA Presidenza e il Governo boliviano si aprano maggiormente al rapporto con l’Italia e l’Europa e alle opportunità che ne potrebbero derivare. Abbiamo in Italia due occasioni importanti per consolidare queste relazioni: l’Expo di Milano che inizierà a maggio e la VII Conferenza nazionale ItaliaAmerica Latina e Caraibi a giugno. Spero che le utilizzeremo pienamente. Il 2015 è anche l’anno della cultura italiana in America Latina. Mi auguro che il nostro Governo, le Ambasciate italiane, gli Istituti di Cultura e la realtà imprenditoriale vogliano proporre o sostenere una serie di iniziative di qualità in tutto il continente per valorizzare il nostro principale differenziale competitivo nel mondo, cioè la cultura e sono sicuro che l’Ambasciata a Roma della Bolivia e Fondazione Casa America continueranno la loro collaborazione per organizzare altri appuntamenti significativi nei nostri due Paesi. Corsi di lingua dell’Associazione Amici di Casa America L’Associazione Amici di Casa America organizza corsi di spagnolo, portoghese e inglese tenuti da docenti madrelingua laureati che utilizzano il metodo comunicativo. I corsi collettivi suddivisi in vari livelli sono offerti a gruppi di massimo 12 persone e hanno inizio dall’autunno sino alla primavera, con moduli di 30, 48 o 60 ore. lIngua Spagnola (4 livelli: principiante – intermedio – avanzato – conversazione e cultura) lIngua poRtogheSe (3 livelli: principiante – intermedio – avanzato) lIngua IngleSe (livello principiante) Inoltre l’Associazione organizza corsi di italiano per stranieri suddivisi in moduli mensili e ripetibili della durata di 12 ore ciascuno. Sono previsti anche: • Corsi individuali di spagnolo, portoghese e inglese • Corsi presso le aziende e le scuole di spagnolo, portoghese e inglese • Corsi di preparazione ai diplomi D.E.L.E. e CILS • Servizio traduzioni e interpretariato (italiano – spagnolo – portoghese) • Accesso alla biblioteca con servizio prestito per tutte le informazioni potete rivolgervi alla segreteria della Associazione Amici di Casa America, aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 presso via dei Giustiniani, 12/3 o telefonando allo 010 2518368. [email protected] - www.casamerica.it Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 10 10 Quaderni di Casa America BOLIVIA Bolivia e Italia, una storia di fratellanza antolín ayaVIRI g. AMBASCIATORE STRAORDINARIO E PLENIPOTENZIARIO DELLO STATO PLURINAZIONALE DELLA BOLIVIA PRESSO LA REPUBBLICA ITALIANA L’Europa, inclusa l’Italia, alla fine del XVIII secolo e nelle prime decadi del XX secolo, ha subito diverse ondate di crisi economiche che hanno portato gli europei a far parte di diverse diaspore migranti che hanno visitato e hanno stabilito la presenza europea nel giovane continente americano. Oltre 50 milioni di europei hanno lasciato il continente tra il 1800 ed il periodo della prima guerra mondiale; 30 milioni si sono stabiliti in Nord America, dall’Alaska al Sud degli Stati Uniti e 11 milioni in America Latina. La terra è stata ed è popolata, articolata e reintegrata da queste diaspore dei popoli in incontri migratori tra diversi gruppi e, come la storia racconta, non sempre pacifici e felici, ma sono state esperienze arricchenti che hanno trasformato il pensiero umano. È proprio in questi tempi di crisi che l’umanità riconosce, attraverso la sua storia, che deve scegliere tra intrapren- dere il cammino di una visione rinnovata o mantenere la sua vecchia dinamica che l’ha portata alla crisi presente. È in questi tempi di cambiamenti che sono necessarie nuove esperienze e proposte per andare avanti nello sviluppo della nostra civiltà. Questa è la nostra storia, la storia di uno Stato Plurinazionale e Pluriculturale che, nella sua pluralità mantiene l’unità, con una stessa storia ed uno stesso sentire, di uno stesso pensiero, di popoli che, nella loro diversità, sono uniti; questa è la Bolivia di Oggi che è libera e simbolo di libertà. La Bolivia nei prossimi secoli non sarà la stessa del XX secolo: questo nuovo secolo, inizio del nuovo millennio, ha comportato il cambiamento della matrice produttiva decadente verso una nuova Matrice Produttiva in armonia con l’uomo e con la Madre Terra, che è arrivata nella presente generazione facendo della Bolivia una società comunitaria. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 11 Quaderni di Casa America 11 BOLIVIA Manteniamo viva la visione di una Politica Estera di decolonizzazione, basata sulla filosofia del vivere bene, espressa nella Diplomazia dei popoli per la Vita, che propone alla comunità internazionale la questione importante di questa generazione, quello che si costruisce oggi interesserà il futuro dell’umanità e la sua permanenza nel seno della “Pachamama – la Madre Terra”. Crediamo di dover guardare ad un’aspirazione più alta, vivere bene in armonia con la madre terra, l’unica madre dell’umanità. Questa nuova realtà comporta nuove articolazioni che richiedono una nuova visione; quella che propone la Bolivia, da una posizione pacifista, articolata, umanista, universalista, che chiama a deporre gli estremi del radicalismo razziale, discriminatorio verso posizioni omogenee da tutti i suoi aspetti, a considerare la grande importanza che ha il preservare l’ambiente in cui vive l’umanità “La Pachamama – la Madre Terra” in quanto l’umanità è una sola ed il suo habitat è il ventre della “Pachamama”. Con questo pensiero devo unirmi all’in- vito fatto dal Ministro degli Affari Esteri della Bolivia, l’Ambasciatore David Choquehuanca Céspedes, nella sua “Lettera aperta ai Popoli del Mondo”, sul principio di vivere in Armonia con la Natura e la protezione dell’integrità della Madre Terra (http://www.cancilleria.bo/cartaabierta), che nella sua parte finale segnala quanto segue: “Pensiamo che gli obiettivi devono sottolineare l’importanza di cambiare il mondo verso uno in cui la Madre Terra sia protetta e la crescita, l’industrializzazione, l’infrastruttura e lo sviluppo si trovino nel contesto dell’armonia con la natura. Chiediamo rispettosamente a tutti quelli che partecipano nella definizione dell’Agenda Post 2015, che prendano in considerazione questa nostra richiesta che è anche la richiesta delle popolazioni indigene e dei popoli del mondo. Invitiamo tutti i fratelli e sorelle che si sentono identificati con questa chiamata dalla Madre Terra a sottoscrivere questa lettera. 9 luglio 2014. David Choquehuanca Céspedes, Ministro degli Affari Esteri dello Stato Plurinazionale di Bolivia”. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 12 12 Quaderni di Casa America BOLIVIA Stato plurinazionale della Bolivia Forma di Governo: Repubblica presidenziale Superficie: 1 098 581 kmq Popolazione: 10 027 254 ab. (cens. 2012) Densità: 9,13 ab./kmq Coordinate: lat. 10° - 23° S; long. 70° - 57° W Ora GMT -4 Capitale: Sucre (capitale legale) 237 480 ab. (2012); La Paz (sede del Governo) 757 184 ab. (2012); La Paz l’agglomerato urbano 1 680 520 ab. (2012) Unità monetaria: boliviano Indice di sviluppo umano: 0,667 Presidente e capo del Governo: Evo Morales (MAS), eletto il 18 dicembre 2005, rieletto il 12 ottobre 2014 Membro di Mercosur, OAS, ONU, WTO Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 13 Quaderni di Casa America 13 BOLIVIA La presenza degli italiani in Bolivia placIdo VIgo AMBASCIATORE D'ITALIA IN FelIce longobaRdI BOLIVIA DIRETTORE DELL'UFFICIO REGIONALE DI COOPERAZIONE L’imponente Cordigliera delle Ande con le sue altissime vette, l’esuberante regione amazzonica, il freddo, agricolo e infinito altopiano, le estese e soffocanti pianure del Chaco, le vallate tropicali degli Yungas e del Chapare, le colline della Chiquitanía segnate tutt’oggi dall’arrivo delle riduzioni gesuitiche, plasmano l’essenza geografica dello Stato Plurinazionale della Bolivia. Un Paese sito nel cuore del Sudamerica andino, che presenta un’enorme diversità sociale, culturale, biologica e climatica, e la cui superficie è pari a circa tre volte quella dell’Italia; un Paese che negli ultimi anni sta sperimentando un profondo processo di cambiamento e rinnovamento politico, economico e sociale, segnato dalla leadership del primo presidente indigeno della sua storia, Evo Morales. La presenza italiana in queste lontane terre risale alla prima metà dell’Ottocento, allorché gruppi di emigrati provenienti da Cile ed Argentina iniziarono a stabilirvicisi, accompagnando il processo di UTL costruzione della Repubblica iniziato con la proclamazione dell’Indipendenza il 6 agosto 1825. Durante il ‘900 altri gruppi di italiani si stabilirono nel Paese sudamericano, dando vita ad interessanti realtà imprenditoriali soprattutto nei settori del tessile e dell’alimentare. La storia e la portata dell’emigrazione italiana in Bolivia non sono certo paragonabili a quelle dei vicini Brasile, Cile, Argentina o Perù, ma va comunque segnalato che nel corso degli ultimi due secoli la nostra presenza si è mantenuta su livelli costanti e con una leggerissima tendenza alla crescita, sino ad arrivare ai circa 3.500 connazionali che risiedono oggi in Bolivia. A fronte di un intercambio commerciale che fa registrare valori piuttosto contenuti, le relazioni bilaterali Italia-Bolivia sono oggi marcate da un’estesa collaborazione sul piano della cooperazione allo sviluppo, sicuramente l’elemento di maggior rilievo che descrive le attuali relazioni tra i due Paesi. L’impegno italiano nel settore, formalmente avviato nel 1986 con la firma dell’Accordo di Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 14 14 Quaderni di Casa America BOLIVIA cooperazione tecnica fra il Governo italiano e boliviano, prevede infatti una serie di programmi di sostegno alle politiche di riduzione della povertà ed ai piani di sviluppo del Paese che, tra gli interventi di maggior impatto, hanno portato in questi anni alla costruzione di importanti opere infrastrutturali (l’aeroporto Jorge Wilstermann di Cochabamba e l’Ospedale Daniel Bracamonte di Potosí su tutti), alla cancellazione del debito estero della Bolivia e all’esecuzione di importanti iniziative nei settori trasporti, risorse idriche, salute, agricoltura, sicurezza alimentare, sviluppo rurale, infanzia, turismo, aiuto in situazioni di emergenza e ambiente. Nell’ottica di un rafforzamento e consolidamento della presenza della Cooperazione Italiana in Bolivia, è attiva dal 2008 l’Unità Tecnica Locale (UTL) di cooperazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, a cui competono la programmazione, esecuzione e supervisione delle attività di aiuto allo sviluppo finanziate dall’Italia in quattro Paesi della Regione Andina (Bolivia, Perù, Ecuador e Colombia). Limitatamente alla Bolivia, la programmazione delle attività di cooperazione si fonda sulle indicazioni formulate dalla Commissione Mista Italia-Bolivia del 2009 e sulle priorità fissate dal Governo boliviano nel proprio Piano Nazionale di Sviluppo; attualmente si contano 27 iniziative finanziate dall’Italia, per un finanziamento complessivo che supera gli 85 milioni di Euro, distribuiti nei seguenti settori: Progetti finanziati dall’Italia in Bolivia (2014) Settore Numero di progetti Totale (Euro) Salute Emergenza Ambiente e Risorse Idriche Educazione e Protezione dei minori Agricoltura e Sicurezza Alimentare Innovazione e Sviluppo Locale Turismo Totale 3 2 6 1 6 6 3 27 26.572.898 1.180.000 33.183.714 1.141.830 6.845.419 3.919.011 12.750.770 85.593.642 L’aiuto italiano incide, quindi, su settori centrali nel quadro della strategia nazionale di sviluppo e opera in stretto coordinamento con le piattaforme dei donatori attive nel Paese. In questo senso, si segnala che l’Italia è ad oggi Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 15 Quaderni di Casa America 15 BOLIVIA Missione gesuita a San Ignacio de Velasco uno dei principali promotori delle istanze di coordinamento di agenzie ed istituti di cooperazione che lavorano in Bolivia, e che nel secondo semestre del 2014 ha esercitato la presidenza del GRUS, il foro di alto livello dei donanti presenti nel Paese. Al contempo, la nostra cooperazione si è inserita attivamente nel processo denominato “European Coordinated Response for Bolivia”, che porterà, nel 2017, all’attuazione del meccanismo del Programma Congiunta nel Paese andino. Va poi rilevata la significativa collaborazione in essere con le diverse agenzie del Sistema delle Nazioni Unite (FAO, UNICEF, WFP, OMS e UNODC in particolare) e l’importante percorso di programmazione intrapreso con due grandi istituti finanziari regionali, la Inter-American Development Bank (IADB) e la Banca di Sviluppo dell’America Latina (CAF), per l’attivazione, esecuzione e supervisione di progetti in tutto il Paese. Il sistema dell’aiuto italiano, oltre all’azione della cooperazione ‘governativa’, si avvale anche della partecipazione di diverse Ong italiane (14 attualmente operative) che da anni lavorano nel Paese. Tali realtà vanno a completare e perfezionare l’intero programma di attività di aiuto allo sviluppo promosso Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 16 16 Quaderni di Casa America BOLIVIA dall’Italia, apportando un importante contributo strategico in ragione della loro prossimità alla società civile e della capillare presenza sul territorio. Il panorama della presenza italiana in Bolivia, infine, deve necessariamente tener conto dello sforzo profuso dalle numerose missioni di stampo laico e cattolico che da più di mezzo secolo sono impegnate in tutte le regioni del Paese (particolarmente nelle aree di Cochabamba, Santa Cruz, La Paz e El Alto), con interventi che incidono sui settori della salute, educazione, sicurezza alimentare e infanzia, volti a migliorare le condizioni di vita ed a garantire i diritti basici delle classi più disagiate. Si segnala, inoltre, che alcuni esponenti italiani della Chiesa Cattolica, dopo anni di duro lavoro nel Paese, hanno visto riconosciuto il proprio sforzo sino ad occupare ruoli principali della gerarchia ecclesiastica locale. Per citare due esempi, si ricorda che Padre Eugenio Coter è attualmente Vicario apostolico del Dipartimento del Pando; Monsignore Eugenio Scarpellini, da parte sua, è invece Vescovo della popolosissima Diocesi di El Alto e, parimenti, Segretario Na- zionale della Conferenza Episcopale Boliviana. Il lavoro della nostra cooperazione allo sviluppo, congiuntamente alle iniziative portate avanti dalle organizzazioni non governative e all’impegno dei missionari cattolici, laici e dei molti volontari di associazioni private che operano instancabilmente accanto alle fasce più povere e vulnerabili della popolazione boliviana, costituiscono oggi il segnale tangibile e più che mai vivo della presenza italiana in Bolivia. La piccola comunità italiana, benvoluta e rispettata, si sta progressivamente affermando anche grazie al recente arrivo di piccoli-medi imprenditori che operano, principalmente, nel comparto della ristorazione, dell’alimentare e dell’importazione di prodotti vari; un ulteriore rafforzamento della presenza e dell’identità italiana sarà inoltre reso possibile dall’elezione del primo COMITES italiano in Bolivia (Comitato rappresentativo degli Italiani all’Estero), che avverrà nell’aprile 2015 e costituirà un importante strumento in termini di rappresentatività, unione, organizzazione, promozione culturale ed economica della collettività italiana in Bolivia. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 17 Quaderni di Casa America 17 BOLIVIA Il Modello Economico Sociale Comunitario Produttivo dello Stato Plurinazionale di Bolivia A CURA DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLA FINANZA PUBBLICA BOLIVIANO Lo scenario della crisi strutturale del Capitalismo - che si manifesta nella crisi finanziaria, climatica, energetica, alimentare, idrica, di politiche macroeconomiche e finanziarie - ed i risultati negativi del modello neoliberale nell’economia boliviana, la povertà, la disugualianza ed altri, evidenziarono l’imperiosa necessità di creazione di un nuovo modello economico. In questo modo, è emerso il Modello Economico Sociale Comunitario Produttivo (MESCP) fatto dai boliviani per l’economia boliviana, un modello che pianifica la crescita e lo sviluppo basato sull’utilizzo delle risorse naturali per i boliviani, che unisce economia e sociale. Questo modello è stato implementato dal 2006 con il governo del Presidente Evo Morales Ayma. I fondamenti del MESCP sono: i) la crescita e lo sviluppo basati sull’utilizzo delle risorse naturali per il beneficio delle e dei boliviani (antitesi della teoria della “maledizione delle risorse naturali”); ii) la proprietà del surplus economico da parte dello Stato (nazionalizzazione); iii) la ridistribuzione del reddito, in particolare tra i poveri e iv) la riduzione della povertà e della disuguaglianza sociale. Il MESCP individua due pilastri: il settore strategico che genera reddito ed il settore di entrate e di impiego. Nel primo vengono individuati tre settori strategici: idrocarburi, l’estrazione mineraria e l’elettricità. Nel secondo si trovano l’industra manufatturiera, il turismo, l’abitazione, lo sviluppo agricolo e altri. Inoltre, lo Stato assume il ruolo fondamentale di ridistribuzione, ma anche di produttore, industrializzazione, investitore, banchiere e altri che siano necessari. Così, il funzionamento del modello prevede la ridistribuzione del surplus generato dal settore strategico verso il settore che genera reddito ed occupazione e anche, in modo diretto, alla popolazione mediante trasferimenti condizionali, sussidi incrociati, aumenti salariali ed altre politiche sociali. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 18 18 Quaderni di Casa America BOLIVIA Modelo económico social comunitario productivo I risultati dell’applicazione del MESCP in Bolivia si traducono nel miglioramento degli indicatori macroeconomici e sociali. La crescita del PIL in Bolivia è migliorata negli ultimi 8 anni raggiungendo una media annua del 5,0%, al di sopra di quello registrato nel periodo 1998-2005 del 2,9%, con una crescita sostenuta, nonostante il contesto di crisi internazionale. La crescita è trainata principalmente dalla domanda interna, grazie alle politiche di ridistribuzione delle entrate ed ai crescenti livelli di investimenti pubblici. I livelli storici di riserve internazionali nette all’11 dicembre 2014 hanno raggiunto USD 15.724 milioni, più di nove volte il livello registrato nel 2005 (USD 1.714 milioni). Il settore pubblico ha registrato avanzi di bilancio per 8 anni consecutivi dal 2006, dopo 66 anni di permanente deficit fiscale, grazie alla gestione responsabile delle finanze pubbliche. L’aumento dei depositi e crediti nel Sistema Finanziario ha raggiunto il primo USD 17.080 milioni a novembre 2014 - quasi 5 volte qullo del 2005: USD 3.711 milioni e il secondo USD 13.629 milioni, nello stesso periodo - 4 volte quello del 2005: USD 3.106 milioni. Con una percentuale di mora soltanto del 1,7% più basso della regione - ben al di sotto del 10.1% del 2005. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 19 Quaderni di Casa America 19 BOLIVIA Bolivia: Incidencia de la demanda interna y exportaciones netas en el PIB (En porcentaje) Bolivia: Reservas internacionales netas del BCB al 11 de diciembre 2014 (En millones de USD) Fuente: Instituto Nacional de Estadística Elaboración: +Ministerio de Economía y Finanzas Públicas, Unidad de Análisis y Estudios Fiscales (UAEF) Fuente: Banco Central de Bolivia (BCB) Elaboración: Ministerio de Economía y Finanzas Públicas, Unidad de Análisis y Estudios Fiscales (UAEF) Nel sociale, il tasso di disoccupazione è sceso dal 8,1% nel 2005, al 3,2% nel 2013, il livello più basso della regione. Dal 2011 la Bolivia non è più il paese più povero della regione; la povertà estrema è scesa dal 34,7% nel 2005 al 18,7, nel 2013 una delle riduzioni più significative della regione. Ha, inoltre, migliorato la distribuzione del reddito, il coefficiente di Gini è caduto dal 0,60 nel 2005 al 0,47 nel 2013, ubicando la Bolivia come il sesto paese dell’America Latina con la migliore distribuzione del reddito. América del Sur: Pobreza Extrema 2005 y 2012 (En porcentaje) América Latina: Índice de Gini 2005 y 2012(p) (En valores entre 0-1) (a) Dato más cercano 2004; (b) Dato más cercano 2006; (c) Dato más cercano 2011 Fuente: UDAPE en base a Encuesta de Hogares del Instituto Nacional de Estadística (INE); Co- Elaboración: Ministerio de Economía y Finanzas Públicas, misión Económica para América Latina y el Caribe (CEPAL) Unidad de Análisis y Estudios Fiscales (UAEF) Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 20 20 Quaderni di Casa America BOLIVIA Laguna boliviana Veduta di La Paz Gli indicatori macroeconomici rispecchiano gli indicatori microeconomici. Infatti, la popolazione boliviana ora gode di una migliore qualità della vita e di reddito più alto, espresso in aumento del consumo di servizi di base che ha registrato un tasso di crescita media annua del 6% tra il 2006 e il 2013; il fatturato dei ristoranti e supermercati è pasato da USD 137 milioni nel 2005 a USD 968 milioni nel 2013 (605% di aumento) e il numero di conti di risparmio che sono aumentati di circa 6 milioni tra dicembre 2005 e novembre 2014, essendo il maggiore aumento relativo ai conti di meno da USD 500, vale a dire, delle persone che in precedenza non potevano risparmiare. Casa Nacional de la Moneda. Potosí Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 21 Quaderni di Casa America 21 BOLIVIA L’urea in Bolivia è il pane del domani ÁlVaRo aRnez pRado VICE MINISTRO PER L’INDUSTRIALIZZAZIONE, MARKETING, TRASPORTO E STOCCAGGIO DI IDROCARBURI Lo stabilimento di Urea che si sta costruendo a Bulo Bulo con un investimento di oltre 862 miliardi di dollari, una volta avviata la sua produzione, darà un contributo a due pilastri fondamentali dell’economia nazionale. Il primo è quello di rafforzare l’obiettivo strategico dello Sviluppo Rurale che consiste in “Promuovere lo sviluppo dell’innovazione scientifica per la produzione agricola”. Tale rafforzamento si verifica in modo integrale e sostenibile nei fattori Piantagione di quinoa Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 22 22 Quaderni di Casa America BOLIVIA e nelle condizioni di produzione, materia prima e processi produttivi, fornendo agli agricoltori, non soltanto un fertilizzante come l’urea, ma un servizio post-vendita. Il servizio post-vendita consentirà agli agricoltori di espandere la frontiera agricola, recuperando suoli degradati, aumentare la produttività e la diffusione delle conoscenze e delle tecnologie, privilegiando la sicurezza e la sovranità alimentare. Riassumendo, a) aumentano le prestazioni per unità di superficie delle più importanti colture, vale a dire: grano, soia, riso, mais, quinoa, sorgo, tuberi (patate); b) si ripristineranno dei terreni in degrado a causa di erosione, compattazione, salinizzazione e acidificazione, con Utilizzo dell'urea nelle coltivazioni misure e azioni per ripristinare la qualità del suolo mediante la rifornitura di nutrimenti tali come l’azoto proveniente dall’urea; c) la conservazione del suolo per la produzione agricola e forestale sostenibile e continua. Dando così sostegno alla politica governativa di espandere la frontiera agricola fino a 10 milioni di ettari intorno al bicentenario. Il secondo obiettivo prende in considerazione i seguenti aspetti per il rafforzamento dello Stato e della sua popolazione in generale, attraverso l’investimento in progetti sociali e produttivi, generando più occupazione diretta ed indiretta, stimolando il ciclo virtuoso di sviluppo economico, generando valuta estera per il paese con un reddito annuo di circa 260 miliardi di dollari, con prodotti non tradizionali come l’estrazione di minerali o idrocarburi, che permettono al paese la diversificazione dell’economia e così da non dipendere soltanto dall’esportazione della materia prima. Contribuire con questi due pilastri dell’economia, da una parte generando maggiore reddito alle famiglie e dall’altra producendo alimenti per la popolazione, fa diventare questo progetto “il pane del domani per il boliviani”. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 23 Quaderni di Casa America 23 BOLIVIA Relazioni Bolivia-UE SeRgIo maRInellI MINISTRO CONSIGLIERE, CAPO DELLA SEZIONE POLITICA, COMMERCIALE E STAMPA DELLA DELEGAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA IN BOLIVIA Negli ultimi 10 anni, la Bolivia ha registrato uno tra i più alti tassi di crescita economica del continente Latinoamericano, con un tasso medio di crescita del PIL intorno a valori del 5% all’anno (+6,7% in 2013). Questa crescita spettacolare è stata accompagnata da profondi cambiamenti sociali e da un programma di ambiziose riforme istituzionali, culminate con l’adozione – tramite referendum - di una nuova Costituzione nel 2009. Questa costituzione è considerata da molti osservatori come una delle più avanzate al mondo in termini di riconoscimento e protezione dei diritti umani e dell’ambiente. Questo processo (e le politiche che lo accompagnano) va sotto il nome di «Proceso de Cambio» ed ha l’obiettivo di rendere la società boliviana più “inclusiva” ed eliminare o ridurre le discriminazioni sociali ed economiche anche attraverso una politica attiva di redistribuzione dei redditi e, soprattutto, dei benefici derivanti dalle esportazioni di idrocarburi (gas) verso Argentina e Brasile. Come risultato di queste politiche, le popolazioni indigene delle diverse etnie che popolano il paese sono ora meglio integrate nella vita politica, economica e sociale. La crescita economica, insieme con una gestione prudente delle risorse finanziarie disponibili, ha consentito di ridurre significativamente la povertà e le disuguaglianze (oltre 1,3 milioni di cittadini hanno superato la soglia di estrema povertà negli ultimi 10 anni). La Bolivia, che solo vent’anni fa era tra i paesi più poveri del mondo, è classificata ora come un paese a reddito medio (statistiche Banca mondiale) e gode di una stabilità politica sconosciuta nella gran parte dei suoi quasi 2 secoli di storia come Stato indipendente, in gran parte segnati da dittature e colpi di Stato alternati a brevi periodi di normalità democratica. In questo contesto è naturale che l’Unione europea, con il suo impegno a sostegno dei diritti umani universali, abbia sviluppato, negli ultimi anni, rapporti sempre più stretti ed un dialogo bilaterale intenso con il governo di Bolivia. Dal 2011, infatti, si è stabilito un sistema di consultazioni politiche annuali («dia- Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 24 24 Quaderni di Casa America BOLIVIA logo di alto livello»), che prevede discussioni bilaterali annuali su questioni politiche di mutuo interesse. Tra gli argomenti trattati figurano temi di politica internazionale, diritti umani, questioni commerciali bilaterali e la lotta contro il traffico di droga. Altri temi specifici possono figurare in agenda secondo le necessità del momento; queste discussioni si svolgono al più alto livello con le rispettive delegazioni guidate a livello di ministri degli esteri. La Delegazione dell’UE a La Paz (e l’ambasciata Boliviana a Bruxelles) continuano naturalmente, tutto l’anno, il contatto su questi temi con i loro interlocutori nelle rispettive capitali. Nella pratica, i rapporti di cooperazione dell’Unione europea con la Bolivia, stabiliti da piu di tre decenni, in complementarietà fra la Commissione europea e gli Stati membri, hanno subito una evoluzione progressiva passando da azioni assistenziali / interventi di emergenza, ad azioni orientate a rafforzare i principi di consolidamento democratico, di consolidamento dello Stato di diritto e di rispetto dei diritti umani, oltre che alla ricerca di relazioni eque in campo politico, sociale ed economico. È importante a questo punto ricordare che la Bolivia è stata scelta come uno dei “paesi pilota per la democrazia” (il solo in America Latina ed uno dei 9 nel mondo) per i suoi progressi su questi temi. Su richiesta del governo della Bolivia, l’Unione europea ha effettuato più volte missioni di osservazione elettorale, dal momento che elezioni libere e trasparenti sono la base di ogni democrazia e fonte di legittimità per un governo. La cooperazione finanziaria, gestita dalla Commissione europea, è stata a lungo uno dei principali strumenti per l’azione esterna dell’Unione europea e continua ad essere, in Bolivia, una componente importante delle relazioni dell’UE con il Paese. Con 281 milioni di euro impegnati a titolo indicativo per il periodo 2014-2020, la Bolivia resta il primo beneficiario del continente latino-americano. L’appoggio finanziario dell’UE si concentra nei settori della giustizia, della lotta alla produzione e al traffico di droghe illegali e della gestione integrata delle acque, dove i primi due settori sono chiaramente in linea con due dei temi principali del dialogo politico bilaterale. Altre azioni più puntuali potranno essere finanziate nell’ambito dei programmi tematici e regionali. Detto questo, è chiaro che con la continua crescita dell’economia boliviana, le relazioni tra l’Unione europea e la Bolivia continueranno a privilegiare un rafforzamento delle relazioni politiche e commerciali. Un dialogo politico approfondito tra partner con pari diritti e doveri in ambito politico internazionale diventerà essenziale per l’evoluzione delle relazioni UE-Bolivia. Ci sono molte aspettative sul ruolo che la Bolivia potrà svolgere sulla scena internazionale nella sua qualità di membro (da Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 25 Quaderni di Casa America 25 BOLIVIA ottobre 2014) del Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, in considerazione soprattutto dei principi stabiliti nella sua Carta costituzionale. L’UE continuerà quindi a sostenere gli sforzi della Bolivia per consolidare il suo sistema democratico ed il rispetto dei diritti umani nel Paese. Si tratta di un processo di ampio respiro in cui l’UE si è impegnata già da vari anni e che è culminato con la recente decisione di sostenere (anche finanziariamente) la riforma del settore della giustizia. Si tratta di una sfida importante per l’Unione europea, che è stata accettata - con il supporto degli Stati membri per sottolineare un impegno a tutto campo per la difesa dei diritti umani, tra cui figura un sistema giudiziario equo ed efficace. L’UE è molto soddisfatta dei risultati ottenti dalla Bolivia sui temi della lotta contro la produzione e il traffico di droghe illegali. Si tratta, come è ovvio, di una questione molto complessa che affligge molti Paesi e comporta una responsabilità condivisa tra paesi produttori e Paesi consumatori. L’innovativo meccanismo di “controllo sociale”, che è stato adottato in Bolivia, ha permesso di consolidare, anno dopo anno, successi concreti in termini di riduzione della superficie coltivata illegalmente e che ha riscosso l’interesse di altri Paesi della regione. Continuremo a dialogare con il governo boliviano per identificare le azioni più appropriate sui temi della lotta internazionale contro il traffico di droga, che richiedono uno sforzo di cooperazione internazionale più forte ed efficace (a livello regionale e globale). Infine, è chiaro che le relazioni commerciali UE e Bolivia sono destinate a diventare più intense con la crescita dell’economia. L’UE è attualmente il più grande investitore straniero in Bolivia ed il quarto partner commerciale del Paese. C’è spazio per crescere e c’è molta attesa per il nuovo quadro legislativo attualmente allo studio che speriamo possa attrarre ancora più investimenti europei in Bolivia, soprattuto di piccole e medie imprese, per sostenere nel futuro i tassi di crescita elevati degli ultimi anni. Allo stesso tempo, c’è anche molto spazio perché la Bolivia possa aumentare in misura significativa le sue esportazioni verso l’Europa, utilizzando le facilitazioni già previste dal sistema di preferenze generalizzato « plus » (SPG +). La Delegazione in Bolivia, oltre a un dialogo costante con il governo su questi temi, collabora anche con le associazioni di esportatori di Bolivia e le Camere di commercio europee in Bolivia, per sponsorizzare attività, fiere e iniziative che possano contribuire al raggiungimento di tali obiettivi. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 26 26 Quaderni di Casa America BOLIVIA Interscambio Italia-Bolivia ESTRATTO DAL DOCUMENTO STATO PLURINAZIONALE DI BOLIVIA SITUAZIONE CONGIUNTURALE 2013 - PRIMO TRIMESTRE 2014 DELL’ISTITUTO DEL COMMERCIO ESTERO DI SANTIAGO DEL CILE Secondo i dati di fonte Istat durante il 2013 la bilancia commerciale Italia-Bolivia ha registrato un surplus di 33 milioni di euro a favore dell’Italia. L’interscambio commerciale ha raggiunto 161,9 milioni di euro con un aumento del 54,3% rispetto al 2012. Durante il periodo considerato gennaio – aprile 2014, la bilancia commerciale ha presentato un disavanzo di 191.000 euro rispetto allo stesso periodo del 2013, con esportazioni para a 19,5 milioni versus importazioni pari a 19,7 milioni di euro. L’interscambio commerciale globale ha raggiunto 32,25 milioni di euro, con una flessione del 9,62% rispetto allo stesso periodo del 2013. Esportazioni Durante il 2013 le esportazioni dell’Italia verso la Bolivia hanno raggiunto 97,4 milioni di euro, con un aumento del 30,8% rispetto al 2012. I prodotti italiani più esportati in Bolivia sono sempre i macchinari che costituiscono, insieme agli autoveicoli e ricambi, la quasi totalità delle nostre esportazioni in Bolivia. Si evidenziano inoltre l’aumento delle importazioni di cisterne e contenitori in metallo che sono passati Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 27 Quaderni di Casa America 27 BOLIVIA da 13 mila euro nel 2012 a 2,4 milioni nel 2013, altre macchine d’impiego generale, principalmente scambiatori di calore e attrezzature e macchine per refrigerazione (+423%), macchine per agricoltura e silvicoltura (+124,73%) e motori e generatori elettrici (+120,6%). Viceversa hanno dimostrato una flessione le esportazioni delle macchine per la formatura dei metalli e delle altre macchine utensili (-48%), e altre mac- chine per impieghi speciali (-38%). È importante evidenziare che il volume di beni esportati dall’Italia rimane relativamente modesto e qualsiasi rilevante ordinativo (per es. di un costoso macchinario da parte di una singola impresa) è in grado di incidere sul saldo commerciale. Durante il periodo considerato gennaio – aprile 2014, le esportazioni hanno raggiunto 19,5 milioni di euro con una Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 28 28 Quaderni di Casa America BOLIVIA flessione del 31% di praticamente tutti i prodotti esportati ad eccezione delle macchine per agricoltura e silvicoltura (+121%), articoli di coltelleria (+32%) e motori e generatori elettrici (+30%). Nel 2013 le importazioni dalla Bolivia hanno raggiunto 64,44 milioni di euro con un aumento del 111,5% rispetto al 2012. I prodotti boliviani maggiormente importati dall’Italia si confermano il cuoio e prodotti di pelletteria, con un aumento del 39%. Si rileva inoltre l’aumento dei prodotti di colture non permanenti (semi di soia) che sono passati da 489 mila euro nel 2012 a 19.831 mila euro nel 2013 e dei prodotti chimici di base, principalmente alcole etilico (+408%). Viceversa hanno dimostrato una flessione i prodotti minerali non ferrosi (-22,43%), i filati e fibre tessili (-17,15%) e i prodotti delle colture permanenti, principalmente noci del Brasile, con una flessione dell’11,59%. Durante il periodo gennaio – aprile 2014, le importazioni italiane dalla Bolivia hanno raggiunto 19.719 mila euro con un aumento del 30,4% rispetto allo stesso periodo del 2012. Come principali prodotti importati si mantengono il cuoio lavorato e la pelletteria con un aumento del 32,5% rispetto allo stesso periodo del 2012, i prodotti chimici di base (+13,4%) e i prodotti delle colture non permanenti, principalmente semi di soia (+799,4%). Investimenti italiani in Bolivia La presenza degli investimenti italiani in Bolivia è piuttosto limitata. La mancanza di una legislazione certa e incentivante costituisce probabilmente il principale ostacolo agli investimenti, congiuntamente alla carenza delle infrastrutture, alla modesta qualificazione della manodopera e al fattore geografico economico della distanza. Il più grande investimento italiano in Bolivia era rappresentato da ENTEL, del gruppo TELECOM ITALIA, ma la nazionalizzazione del 1 maggio 2008 ha posto termine alla maggiore presenza nazionale nel Paese. L’atteggiamento ideologico del Governo di Evo Morales (nazionalizzazioni e denuncia degli accordi bilaterali di promozione e protezione degli investimenti) finora fortemente ostile agli investimenti privati nazionali ed esteri, ha fortemente scoraggiato la localizzazione di IDE in Bolivia. Vi sono segnali di evoluzione di un approccio più pragmatico al riguardo soprattutto nei settori dove è imprescindibile l’apporto tecnologico dall’estero. La locale Ambasciata d’Italia in Bolivia monitora costantemente l’evoluzione del quadro economico per promuovere contatti fra imprese italiane e il governo al fine di ottenere eventuali garanzie più convincenti di quelle (scarse) attualmente offerte dal quadro normativo nazionale. Una visita politica di carattere economico potrebbe essere altamente utile ai fini dello sfruttamento delle pos- Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 29 Quaderni di Casa America 29 BOLIVIA sibilità d’investimento che potrebbero aprirsi nel futuro in particolare nei settori idrocarburifero e petrolchimico (Fonte Ambascia d’Italia in Bolivia). Attrazione di investimento in Italia Le prospettive d’investimento risentono di un livello di sviluppo ancora insufficiente del Paese e del raggio d’azione regionale di questa imprenditoria. Attrazione di flussi turistici in Italia Il flusso turistico verso il nostro Paese è molto ridotto in considerazione degli alti costi del viaggio e del limitato potere di spesa della gran parte della popolazione boliviana. Si ritiene che l’EXPO 2015 rappresenti una buona opportunità per rafforzare il flusso turistico verso il nostro Paese e si stanno mettendo in atto una serie di azioni promozionali con i principali tour ope- rator nazionali per ri-orientare verso l’Italia il flusso turistico verso l’Europa. Presenza italiana La presenza di imprese provenienti dall’Italia è generalmente limitata a grandi società di costruzione che hanno vinto gare d’appalto per la realizzazione di importanti opere infrastrutturali (al momento solo l’impresa Grandi Lavori Fincosit Spa ha due cantieri aperti; all’inizio del 2010 Astaldi ha terminato un proprio lavoro, mentre l’impresa Ghella ha recentemente aperto un ufficio di rappresentanza). A tali grandi imprese si aggiungono piccole e medie imprese gestite da italo-boliviani o da italiani residenti in Bolivia da alcuni anni che svolgono varie attività (importazione e produzione in loco di prodotti alimentari, importazione di elettronica, produzione mobili, prodotti idraulici, cosmetici). Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 30 30 Quaderni di Casa America BOLIVIA Lo Stato Plurinazionale di Bolivia gIoRgIo malFattI dI monte tRetto SEGRETARIO GENERALE DELL’IILA Il 25 gennaio del 2009 il popolo boliviano è chiamato ad approvare uno storico cambiamento: approvare o meno una nuova Costituzione in base alla quale il nome di Repubblica di Bolivia viene modificato in Stato Plurinazionale di Bolivia. Un progetto fortemente voluto dal Presidente Evo Morales, che viene approvato a larga maggioranza. Nasce così un modello costituzionale indigenista in un paese che ha la maggior parte di popolazione indigena dell’America Latina e del Continente americano (ad eccezione della Groenlandia, appartenente però formalmente al Regno di Danimarca). La Bolivia, come molti paesi dell’area, ha avuto nell’epoca moderna una storia travagliata. Nella seconda metà del secolo scorso è stata influenzata dalle ripercussioni della guerra fredda. A Yalta le superpotenze avevano rigidamente fissato le zone di influenza in Europa. La confrontazione tra i due blocchi non poteva quindi che spostarsi negli altri continenti e l’America Latina, regione all’epoca priva di riferimenti istituzionali solidi e con forti tensioni sociali all’interno, era diventato facile terreno di scontro. Il progressivo disgelo ha fortunatamente condotto le divergenze ideologiche sul piano democratico. La Bolivia è sempre stato un paese potenzialmente ricchissimo. Potenzialità che sono state per decenni la sua forza e nel contempo motivi di grandi dissidi tanto interni che internazionali. Oggi sembra davvero finito il tempo nel quale la Bolivia veniva definita come “un povero addormentato su un letto d’oro”. Il Presidente Morales è stato rieletto il 12 ottobre scorso con il 60% dei suffragi e sembrano scomparse le due Bolivie: quella degli indios delle Ande e quella dei discendenti europei delle pianure. Le sue politiche economiche sono indicate come un esempio di successo. I conti statali sono in ordine, le riserve di valuta con l’esportazione di gas e petrolio sono in crescita, hanno avuto inizio politiche redistributive del reddito e vi è un futuro promettente con la quinoa e il litio. Di fatto la politica effettuata dal Presidente Morales rappresenta per tutti gli osservatori una Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 31 Quaderni di Casa America 31 BOLIVIA Parco Nazionale Madidi. Nutria gigante. garanzia di stabilità. Egli ha da ultimo abbracciato un modello economico post-neoliberale che, disegnando un nuovo volto del socialismo del XXI secolo, gli ha permesso di raggiungere dei risultati oggettivamente significanti a partire dalla diminuzione dei livelli di povertà. In meno di dieci anni infatti la povertà estrema è scesa dal 38% al 18% e la disoccupazione al 3%. La “Bolivia que queremos”, il programma presidenziale per il 2015-2020 su cui ha scommesso Morales, prevede, infatti, un’agenda volta a migliorare ulteriormente le infrastrutture di gas naturale del paese (sono presenti anche ingenti quantitativi di petrolio oltre che di ac- qua), mantenendo una certa dose di realismo, che gli sta permettendo di essere credibile anche per le principali istituzioni internazionali. Fino a poco tempo fa le risorse del paese erano quasi esclusivamente in mano alle grandi multinazionali straniere. Oggi le cose sono cambiate, grazie ad una serie di riforme (soprattutto la nazionalizzazione del petrolio e del gas) e il modello boliviano consiste nel superare l’economia delle risorse naturali e passare da un’economia delle materie prime ad una industriale, senza perdere di vista gli aspetti sociali. La Bolivia non è più il fanalino di coda del continente. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 32 32 Quaderni di Casa America BOLIVIA Incentivi e ostacoli agli investimenti stranieri in Bolivia cRIStIÁn bIllaRdI1 - RaFael VeRgaRa SandóVal2 Il rapporto “Ease of doing business ranking 2015” posiziona la Bolivia solo al posto n. 157. Nonostante ciò, questa valutazione, che in gran parte deriva da una decade di nazionalizzazioni in settori strategici, deve essere riletta alla luce della nuova legge 515 de promociones industriales che affronteremo sinteticamente qui di seguito, e alla luce dell’ingresso della Bolivia come membro effettivo del Mercosur. A) Incentivi tributari ed economici agli investimenti stranieri.3 A seguito della politica di nazionalizzazione degli idrocarburi, telecomunicazioni, energia e attività mineraria, la Ley n. 515 (4-04-2014), “Ley de Promoción de Inversiones”, stabilisce incentivi agli investimenti destinati principalmente a progetti volti a industrializzare le risorse naturali ed il cambio della matrice produttiva. La suddetta legge autorizza lo Stato a dare “incentivi generali” per quegli investimenti destinati a progetti contem- plati dal “Plan de Desarrollo Económico y Social” (PDES) e “incentivi specifici” per coloro che sono orientati a un investimento prioritario. Gli investimenti “prioritari” sono quelli contemplati dal PDES e sono rivolti a progetti orientati al compimento di obiettivi di “industrializzazione delle risorse naturali ed al cambio della matrice produttiva, vincolati al trasferimento di tecnologia ed alla generazione di posti di lavoro”. In maniera specifica, sono investimenti prioritari quelli vincolati allo sviluppo nel campo degli “idrocarburi, miniere, energia, infrastrutture, attività produttive non tradizionali che generano valore aggiunto e attività che generano centri di sviluppo”. Settori nei quali negli ultimi dieci anni vi sono stati investimenti stranieri e dove sono state portate avanti nazionalizzazioni o espropriazioni, che sono state oggetto di richiamo in pendenza innanzi al CIADI. La Ley de Promoción de Inversiones stabilisce che la “redditività delle proposte dei progetti d’investimento prio- Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 33 Quaderni di Casa America 33 BOLIVIA ritario non sia condizionata ai benefici concessi”, mentre il Ministerio de Planificación del Desarrollo raccomanderà di sospendere o cancellare detti incentivi se i progetti non si attengono agli obiettivi per i quali sono stati concessi o gli stessi non si attengono agli investimenti programmati. Gli incentivi rivolti agli investimenti stranieri avranno una durata temporale da uno (1) a venti (20) anni, a seconda dell’attività e del tempo di recupero dell’investimento. Lo Stato Boliviano registrerà l’investimento privato e statale nel Registro de Comercio e presso il Banco Central de Bolivia in un “formato specifico che garantisce la registrazione dell’informazione riferita agli apporti e alle modalità degli investimenti stabiliti”. L’Ente emittente rilascerà un certificato di ingresso degli apporti da investire nello Stato. A.1) La modifica degli accordi di promozione di investimenti con Comunità e Paesi. Secondo quanto stabilito dalla stessa Ley 515, lo Stato Boliviano ha denunciato e sta rinegoziando i 22 Tratados Bilaterales de Promoción y Protección de Inversiones (TBI), in forza di ciò che dispone la Disposizione Transitoria 9 della Costituzione Politica dello Stato che stabilisce un periodo di quattro (4) anni per rinegoziare questi accordi; questo periodo è scaduto il 13 dicembre 2014. Un punto fondamentale delle modifiche prescritte dalla legge è la ratifica- zione della giurisdizione locale innanzi alle controversie, derogando così la proroga della giurisdizione esistente innanzi agli organismi internazionali (CIADI, Tribunal de la Haya, etc.). Quest’ultima azione sembra in accordo con la denuncia del Convegno di Washington nel 2007, che ha creato il CIADI. Secondo i dati forniti dalla Procuraduría General del Estado de Bolivia, dal 2006 il Paese affronta più di una decina di controversie in materia d’investimenti stranieri, includendo domande arbitrali, come risultato della nazionalizzazione e/o presa di controllo da parte dello Stato riguardante imprese appartenenti a settori strategici dell’economia. B) Ostacoli agli investimenti stranieri. B.1) I processi di nazionalizzazione. Delle 19 imprese nazionalizzate dal Governo, ad oggi 7 di queste sono state indennizzate (appross. 615,7 m U$), 9 sono soggette a processo di indennizzo, mentre per le altre 3 ancora non è stato fissato l’ammontare. Noi pensiamo che questo processo non sia incentivante per gli investimenti stranieri. Prendiamo atto che in Bolivia, invece, si sostiene che in questo periodo gli investimenti stranieri siano aumentati. In ogni modo, la valutazione economica di questi processi, che in America Latina sono frequenti, dipende in gran parte dalla sicurezza giuridica del compimento del processo di nazionalizzazione. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 34 34 Quaderni di Casa America BOLIVIA Per questo motivo, le osservazioni più rilevanti rivolte alla menzionata Ley 515 si focalizzano sull’ampio margine di discrezionalità politica nell’emissione degli incentivi e la ratificazione della giurisdizione locale di fronte ad eventuali controversie che potrebbero sorgere. B.2) La complessità e grado di sviluppo del sistema fiscale. In Bolivia il sistema tributario vigente vanta una riforma del 1986 con la Ley 843 la quale si pone due obiettivi: creare una base tributaria ampia ed una struttura di tributi che sia di facile amministrazione. Secondo il rapporto CEPAL 2013, la Bolivia è uno dei paesi del Sudamerica con la pressione tributaria più alta. Nel 2012 gli introiti tributari raggiunsero i Bs 49.674 milioni che rappresenta all’incirca il 26,7% del prodotto interno lordo. Le imposte principali hanno un’elasticità maggiore a uno, il che significa che il livello di entrate fiscali sia sostenibile nel tempo. Altri indicatori mostrano una buona performance del sistema tributario negli ultimi sette anni. Inoltre, esiste una buona distribuzione delle fonti di finanziamento e questo fa sì che alcune vulnerabilità si compensino con la forza di altri indicatori. Dall’universo dei contribuenti, l’85% appartiene al Régimen General (RG), 1% Grandi Contribuenti (GRACO), l’84% il resto del regime, ed il restante 15% corrisponde al Régimen Simplificado. In ter- mine di apporti contributivi il 99,8% proviene dal RG (79,1% dal GRACO e il 20,7% del resto a questo regime), tanto che unicamente lo 0,2% dei proventi deriva dai regimi semplificati. In termini generali gli indicatori della gestione tributaria mostrano un aumento delle entrate fiscali con aumento della pressione fiscale ed uno scarso sviluppo del sistema tributario che dovrà adeguarsi al nuovo contesto internazionale. La lotta all’economia informale e alla evasione fiscale, che in gran misura dipendono da una vera e profonda revisione del sistema tributario, dovranno inesorabilmente accompagnare questo processo d’incentivi agli investimenti. NOTE: 1 Profesor adj. interino de Derecho Tributario U.B.A. (Argentina) y de Posgrado en diversos Países de América Latina e Italia. Miembro activo de la AAEF y de la Associazione Italiana per il Diritto Tributario Latinoamericano. Responsable de la redacción de la Revista Diritto e Pratica Tributaria Internazionale (www.dpti.it) Representante del Studio Uckmar Assoc. Prof.- Buenos Aires ([email protected]). 2 Profesor de Derecho Tributario, Aduanero y Constitucional en Posgrado de la Universidad Mayor de San Andrés, Académico de Número de la Academia Nacional de Ciencias Jurídicas de Bolivia, Miembro del IBET y Director Principal del Estudio Jurídico Vergara & Asociados. Ejerció funciones de Rector de la UASB, Sede Central, Superintendente Tributario General y Director Ejecutivo de la Autoridad General de Impugnación Tributaria. La Paz. Bolivia ([email protected]). 3 Per un maggiore approfondimento circa i requisiti sostanziali ed operativi per accedere ai benefici della legge, si suggerisce di contattare gli autori. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 35 Quaderni di Casa America 35 BOLIVIA Bolivia, terra di lotte e di conflitti irrisolti danIela baRbeRIS UNIVERSITÀ DI TORINO Il 20 dicembre 2013, dal cosmodromo cinese di Xichang, il satellite boliviano Tupac Katari è stato lanciato in orbita. Il nome di questo strumento altamente tecnologico richiama alla memoria le lotte e i conflitti che, fin dagli ultimi anni del XVIII secolo, hanno segnato il territorio dell’allora Alto Perù, e che hanno plasmato quella che diversi autori definiscono come la “cultura della resistenza”, intesa come matrice dei movimenti di rivendicazione dei primi anni del XXI secolo. Unica in moltissimi aspetti, la Bolivia risalta per il suo intricato groviglio tra modelli occidentali e tradizioni pre-colombiane, tra organizzazione di classe e sistemi sociali duali, tra la povertà e la creatività sociale, tra lo sfruttamento e le vigorose rivendicazioni sociali. La composizione socio-politica del Paese andino restituisce l’immagine di un mosaico tutt’altro che omogeneo. Lo Stato Plurinazionale di Bolivia, come definito dalla Nuova Costituzione Politica Boliviana del 2009, rico- nosce l’esistenza di trentasei etnie indigene con lingua e cultura proprie, in un Paese storicamente caratterizzato da un doppio schema economico-sociale “minero-campesino” (Harris O. - Albò X. 1984), nel quale minatori e contadini sono portavoce non solo di due mondi produttivi distinti ma soprattutto di due culture o subculture contrapposte ma articolate. La storia delle popolazioni boliviane è estremamente complessa e affascinante. Tra il 1825 ed oggi, il Paese è stato caratterizzato dal susseguirsi di rivolte, guerre e colpi di Stato, che l’hanno portato dal socialismo militare degli anni Trenta fino al ritorno della democrazia nel 1982, passando per la Rivoluzione Nazionale del 1952. Le lotte sociali divengono dunque un’interessante chiave di lettura della storia boliviana. La creazione del Movimiento al Socialismo (MAS), che nelle elezioni del 2005 ha portato al potere Evo Morales, può Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 36 36 Quaderni di Casa America BOLIVIA essere inserita in un lungo continuum di lotte di rivendicazione che nel nuovo millennio hanno condotto all’inaugurazione di una nuova fase della storia boliviana. Una fase di conflitti iniziata con la cosiddetta “Guerra dell’Acqua” nei primi mesi del 2000, passando per le rivolte popolari di febbraio e ottobre del 2003, fino agli scontri di giugno del 2005. La causa comune di queste sollevazioni va ricercata nei cambiamenti verificatisi a partire dal 1985, contraddistinti da una forte offensiva neoliberale sulla società che ha portato all’apertura di un nuovo orizzonte politico, economico e sociale. In quella che è ricordata come la “década perdida”1 dell’America Latina, si sono attuate una serie di misure che miravano a raggiungere una maggior flessibilità lavorativa, smantellando numerosi diritti acquisiti con la Rivoluzione del 1952 e, insieme ad essi, distruggendo l’istituzione divenuta simbolo delle lotte sociali dei lavoratori, la Corporación Minera de Bolivia (COMIBOL). La vittoria di Evo Morales rappresenta una rottura con questo recente passato ma, nonostante il largo margine nella vittoria elettorale del 2005 e lo spostamento dell’asse del potere a sinistra, ciò non ha portato con sé la fine del conflitto sociale. Con il cambiamento delle priorità politiche in nome del cosiddetto “Proceso de Cambio”2 intrapreso dal MAS, è rinata un’opposizione conservatrice la quale ha esercitato forti pressioni par- lamentari ed extra-parlamentari per ostacolare i piani governativi. Durante il primo mandato di Evo Morales il principale nucleo di opposizione è sorto nelle pianure di Santa Cruz, che hanno utilizzato la loro influenza regionale per dar vita a grandi mobilitazioni, utilizzando repertori di azione tipici della base di consenso del MAS, ovvero, marce, blocchi stradali e scioperi. Ma i problemi non sono arrivati solo dalle élites della cosiddetta “mezzaluna fertile”3 bensì hanno riguardato anche fasce della popolazione facenti parte della stessa base elettorale del MAS. Emblematico all’interno di questa seconda tipologia di conflitti è stato lo scontro che nel 2006 si è verificato nel distretto minerario di Huanuni dove minatori statali e cooperativisti si sono confrontati, lasciando sul terreno dello scontro diversi morti a causa di una mai risolta disputa per il controllo delle risorse naturali. Per quanto riguarda invece il secondo mandato, l’obiettivo governativo di impulsare un modello di sviluppo industriale ha provocato fin dal 2010 sollevazioni popolari che sono state interpretate dal vicepresidente boliviano Álvaro García Linera come la quinta fase del “Proceso de Cambio”, la quale sarebbe caratterizzata dalla presenza di “tensiones creativas en el interior del bloque popular”. Nonostante questa interpretazione ottimistica, questi conflitti hanno messo in crisi la base sociale su cui si regge il “Pacto de Unidad”4 in Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 37 Quaderni di Casa America 37 BOLIVIA sostegno al governo. Sebbene il MAS sia nato come “strumento politico”5 delle organizzazioni sociali, la società boliviana è densamente organizzata e ciò porta inevitabilmente ad un alto livello di conflittualità economica, sociale e regionale all’interno di un precario inquadramento istituzionale, nel quale lo Stato è spesso assente. Indicativo di questo scollamento tra la base elettorale e quello che doveva essere il suo “strumento politico” è il conflitto scatenato dal progetto di costruzione di una strada di collegamento tra il Chapare e il Beni attraverso il Territorio Indígena Parque Nacional Isiboro Sécure (TIPNIS). In questo contrasto i momenti di maggiore tensione hanno coinciso con la VIII e la IX Marcia dei Popoli Indigeni, rispettivamente nel 2011 e nel 2012, alle quali hanno partecipato centinaia di indigeni che in segno di protesta hanno marciato per oltre 600 chilometri. Inoltre, non sono mancati gli attriti con uno dei principali alleati storici del MAS, la Central Obrera Boliviana (COB). Sebbene, come analizzato da Bruno Fornillo (2009), la relazione tra la principale centrale sindacale boliviana e il primo governo di Morales avesse oscillato tra favore e ambivalenza, la situazione è peggiorata durante il secondo mandato. Ma come mai la Bolivia è un Paese così conflittuale? La risposta sembra potersi trovare, almeno in parte, nella relazione tra lo Stato e la società, in un Paese dove il potere esercitato dal primo sulla seconda è lontano dall’essere uniforme. Allo stesso tempo, il tessuto sociale si caratterizza per una forte disomogeneità, con zone dove gli attori sociali hanno una forte influenza e sono in grado di imporre la loro agenda ai governanti. Storicamente i minatori fortemente politicizzati sono stati esemplari in questo aspetto; oggi il loro ruolo può essere probabilmente ritrovato tra i cocaleros, eredi di una cultura sindacale che ha pochi eguali in America Latina. Il problema di fondo potrebbe quindi risiedere in quelli che Guillermo O’Donnell (1993) chiama “buchi dello Stato” ovvero luoghi di forte discontinuità, luoghi nei quali il raggio territoriale/funzionale dello Stato si sfuma, i quali configurerebbero un “swiss cheese state” (PNUD 2007). Questa concezione non mostra necessariamente uno Stato fallito, bensì uno Stato che fu costruito in tappe e frammenti. I “buchi” sono spazi di autogoverno che operano senza seguire le norme proprie dello Stato di diritto ma dove spesso regna un ordine altamente qualificato, con una forte legittimità sociale. Sembrerebbe quindi che i “buchi” siano già pieni. La domanda chiave non sta, dunque, nel come riempirli, ma nel capire quanto siano complementari queste “statalità parallele” all’inclusione sociale e all’esercizio di diritti, e quanto, invece, siano antagoniste. Questa si Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 38 38 Quaderni di Casa America BOLIVIA prospetta come la vera sfida del terzo mandato di Evo Morales. NOTE: 1 Il cosiddetto “decennio perduto” è un termine usato per descrivere la crisi economica e sociale che ha caratterizzato l’America Latina negli anni Ottanta del Novecento. 2 Il vicepresidente Álvaro García Linera sintetizza questo processo di cambiamento del Paese in sei punti chiave: - La variazione del blocco di potere a favore dei settori sociali anteriormente esclusi, principalmente indigeni e contadini; - L’attribuzione di potere decisionale ai movimenti sociali in modo da coinvolgerli nella formulazione delle politiche pubbliche; - La decolonizzazione, ovvero la lotta per l’uguaglianza sociale; - L’ampliamento del settore pubblico attraverso le nazionalizzazioni e la creazione di imprese statali; - La redistribuzione della ricchezza; - L’industrializzazione. 3 Si intende comunemente come “mezzaluna fertile” il territorio delle cinque regioni autonome di Tarija, Santa Cruz, Pando, Beni e Cochabamba. 4 Il cosiddetto “Patto di Unità” consiste nell’alleanza stipulata nel 2004 tra le principali organizzazioni contadine e indigene del Paese con l’obiettivo di promuovere l’Assemblea Costituente, e che ha costituito la base politica del MAS. 5 Il nome completo del partito di Morales è in realtà MAS-IPS, letteralmente Instrumento Político por la Soberanía de los Pueblos. Si trattava in origine di uno “strumento politico” creato per dare espressione alle richieste dei movimenti sociali. Uyuni. Alba sul lago salato più alto del mondo. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 39 Quaderni di Casa America 39 BOLIVIA Quinoa reale, il grano d’oro: “un contributo dalla Bolivia e dalla Regione andina al mondo” nemeSIa aRchacolo tola MINISTRO DELLO SVILUPPO RURALE E DELLE TERRE DELLA BOLIVIA Sull’altopiano della Bolivia, come in altre regioni del mondo, è importante che la coltura della quinoa chiamata Il Grano D’Oro: “Un contributo dalla Bolivia e dalla Regione Andina al Mondo”, sia gestita adeguatamente per non colpire la sua produttività e la biodiversità nei diversi sistemi produttivi. Questo alimento è di grande beneficio alla nutrizione della popolazione, particolarmente delle bambine, i bambini e delle attuali e future generazioni. Ha una vasta gamma di ecotipi e di varietà le cui caratteristiche produttive hanno permesso di conoscere la sua adattabilità nonché il potenziale produttivo della quinoa nelle diverse regioni del mondo. Le ricerche svolte sulla quinoa silvestre hanno determinato che può essere fonte di contrasto non soltanto a parassiti e malattie ma anche a problemi derivati dal cambiamento climatico. Nei Sistemi di Produzione è rilevante che la gestione agronomica è un aspetto fondamentale per sfruttare il potenziale delle diverse varietà, mediante la conservazione della fertilità del suolo, gestione dell’acqua, uso di fertilizzanti organici (guano del lama) raccolta, post-raccolta e gestione integrata dei parassiti, che permettono di produrre una quinoa salutare, in armonia con la “Pachamama” (Madre Terra). I parassiti e le malattie, insieme al cambiamento climatico, sono fattori limitanti per la produzione. Ciò nonostante i produttori dell’altopiano nel passato hanno saputo contrastare queste problematiche, individuando modi efficaci e rispettosi dell’ambiente. In caso di malattie ci sono estratti di piante da cui si preparano biofungicidi per ridurre il danno da malattie e parassiti. Tutto ciò applicando le conoscenze apprese dai nostri antenati in combinazione con le Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 40 40 Quaderni di Casa America BOLIVIA tecnologie moderne (controllo biologico). È fondamentale promuovere la “Produzione della Quinoa Ecologica”, nel rispetto dell’ambiente per curare la Pachamama, usando fertilizzanti e fungicidi biologici che mantengono la sanità delle piante e aumentano la produzione delle colture. Questi sono generati in basi a microorganismi tali come batterie, funghi benefici, applicati con materia organica e integrata a fertilizzanti organici e bio-insetticidi-fungicidi, che rappresentano una alternativa importante per una gestione della coltura della quinoa più sostenibile e più sensibile all’ambiente e alla salute dei produttori e di consumatori. L’”Agroindustria” è un componente necessario per aggiungere valore alla quinoa e migliorare la sua qualità nell’elaborazione di diversi alimenti, con l’uso di tecnologie che permettono di garantire la conservazione delle caratteristiche nutrizionali e contribuire alla salute e alla sicurezza alimentare della popolazione che è sovrana. È anche importante la gestione adeguata dei macchinari e la meccanizzazione agricola, evidenziando l’introduzione, l’innovazione e l’uso dei macchinari nel processo di impianto, evidenziando la progettazione di seminatrici e trebbiatrici in armonia con la nostra realtà. Ad esempio, la creazione della Seminatrice di quinoa (SATIRI), che permette di seminare ad un profondità che varia tra 2,5 e 3,5 cm., in terreni che devono essere preparati, arati e il più omogenei possibile, per evitare il divario nella piantagione che incide sulla germinazione della pianta. Con la dichiarazione dell’Anno Internazionale della Quinoa da parte della FAO (Organizzazione delle Nazione Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) nell’anno 2013, sono stati raggiunti risultati molto importanti negli aspetti sociali ed economici in Bolivia e nella regione andina, tra Perù, Ecuador, Cile. - Ha permesso di approfondire la valorizzazione della quinoa della regione andina, particolarmente la Quinoa Reale dell’Altipiano Sud della Bolivia, nel contesto nazionale, regionale e internazionale, come “una risorsa strategica per l’umanità nella lotta alla fame”. - Inoltre, ha ottenuto il riconoscimento dei benefici nutrizionali della quinoa nonché l’interesse del suo consumo che permette di ipotizzare un aumento sostenibile della domanda mondiale, particolarmente per combattere la fame Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 41 Quaderni di Casa America 41 BOLIVIA e la denutrizione. Questo grano ha potuto dimostrare di poter aiutare a migliorare l’alimentazione delle persone allergiche (intolleranti) al glutine; i suoi aminoacidi aiutano il miglioramento delle condizioni di salute dei malati diabetici, ecc. - I produttori andini di quinoa dispongono di un contesto di vita dignitoso che ricambia i loro impegni che hanno sviluppato durante migliaia di anni. - Ugualmente, l’umanità avrà più opportunità per accedere al consumo di questo prodotto. - Inoltre, è aumentata la superficie coltivata nel 35,89% tra gli anni agricoli 2011/2012 e 2012/213, di 131.192 ettari fino a 159.549 ettari, rispettivamente, offrendo un’opportunità di lavoro agricolo ai produttori di Bolivia e della regione. - È aumentato il consumo procapite nazionale da 0,350 Kg/ persona-anno nel 2008 a 2 Kg/persona-anno nel 2013, migliorando l’alimentazione della popolazione delle regioni che producono questo grano. - Ha motivato l’interesse per lo scambio d’informazione tecnica, scientifica e tradizionale relativa alla conservazione e al ripristino della biodiversità. Per tale motivo, il Primo Convegno Scientifico ed il Primo Simposio Internazionale di Produttori e Ricercatori della Quinoa svolti in Bolivia nel 2013, ha richiamato l’attenzione d’importanti Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 42 42 Quaderni di Casa America BOLIVIA soggetti della comunità scientifica e dei produttori. - Ha promosso la creazione del Centro Internazionale della Quinoa in Bolivia (CIQ) ora in fase di strutturazione per le sue operazioni. - È stata omologata la Denominazione di Origine della Quinoa Reale del- l’Altopiano Sud della Bolivia nella Comunità Andina delle Nazioni (Colombia, Ecuador e Perù). Tale Omologazione verrà effettuata davanti ai paesi della Comunità Europea. - La quinoa può essere elaborata in pasta, biscotti, muesli, frittelle, minestre, secondi, crocchette, dolci, bibite, birra, dentifricio, etc. - La Bolivia ha industrializzato la quinoa in latte di quinoa, apportando le sue proprietà alimentari alla colazione scolastica ed al sussidio materno infantile. Infine, evidenziamo la necessità di rafforzare lo sviluppo della scienza e la tecnologia in relazione alla quinoa, combinando le nostre conoscenze e tecnologie ancestrali ereditate e conservate da oltre 7.000 anni, in cui i popoli andini hanno sviluppato la loro ingegneria genetica e le tecniche della coltura necessarie alla produzione in armonia con la Madre Terra. In questo contesto, la Bolivia ed i paesi Andini offrono al mondo un contributo vitale per alimentare sanamente le generazioni attuali e future con il Grano d’Oro: “Un contributo dalla Bolivia e dalla regione andina al Mondo”. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 43 Quaderni di Casa America 43 BOLIVIA Sguardo sulla Biodiversità della Bolivia mauRo maRIottI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA La Bolivia è spesso percepita da noi europei come paese di montagne e foreste, ma la sua realtà ambientale e i suoi paesaggi sono molto più eterogenei di quanto ci riportino le immagini più comuni. La Bolivia partecipa alla biodiversità del nostro pianeta con 4 biomi, 12 ecoregioni (con 23 sub-ecoregioni) e 199 ecosistemi. Sono state finora censite 14.000 specie di piante superiori (secondo alcuni autori 20.000) che costituiscono una flora di consistenza equivalente a quella europea, ma su una superficie dieci volte inferiore. I censimenti riferiscono inoltre la presenza di 389 specie di mammiferi, 254 di anfibi, 306 di rettili, 652 di pesci e 1.415 di uccelli. Poco si conosce degli invertebrati e degli organismi cosiddetti “inferiori” (funghi, alghe ecc.). Per gli invertebrati sono stati elencati oltre 4.000 coleotteri e 1.500 lepidotteri. Il numero elevato delle specie non esaurisce il patrimonio della biodiversità boliviana; ad essa contribuiscono le innumerevoli relazioni che si instaurano fra piante e animali e i rapporti che ogni specie ha con habitat differenti per completare i propri cicli vitali e riproduttivi: aspetti differenti di giungla, foresta, savana, tundra, steppa, deserto e zone umide costituiscono infatti un mosaico che si estende da 90 a 6.542 m di altitudine con climi che variano da tropicali a glaciali e con precipitazioni comprese fra 200 e oltre 6.000 mm l’anno. Parte di questo patrimonio naturale è condiviso con i paesi confinanti (Perù, Brasile, Paraguay, Cile e Argentina), ma, nonostante la perdita degli ambienti marittimi (conseguenza della guerra del Pacifico di fine Ottocento), il livello di biodiversità, oltre che complessivamente elevato, mantiene un tasso di endemismo, cioè una percentuale di esclusività, molto alto: 16% di mammiferi, 22% di pesci, 20% di rettili e 42% di uccelli sono endemici della Bolivia. A livello mondiale la Bolivia è riconosciuta tra i primi 15 paesi più importanti per la biodiversità (Ibisch & Mérida 2003) e tra i primi sei paesi per quantità di foreste tropicali naturali. Nonostante quest’immensa ricchezza naturale, la biodiversità boliviana è tra le meno studiate e può riservare ancora molte sorprendenti scoperte. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 44 44 Quaderni di Casa America BOLIVIA I numerosissimi habitat sono suddivisi, come detto, fra 12 ecoregioni. Cinque di queste sono comprese nella parte più bassa del paese, prevalentemente sul lato orientale, a quote inferiori di 500 m s.l.m. Qui ritroviamo le cinture forestali alluvionali dell’Amazzonia, comprendenti i tipi noti coi nomi portoghesi di Várzea (alta e bassa) e Igapó, la prima propria dei fiumi ad acque bianche e la seconda di quelli ad acque nere o chiare, secondo la classificazione del 1853 di Alfred Russel Wallace. Ma qui si estendono anche le foreste amazzoniche dei dipartimenti di Pando, Beni e Santa Cruz, le foreste amazzoniche pre-andine e quelle sub-andine, che risentono dell’influenza della principale catena montuosa. Altra ecoregione particolare è il Cerrado (dallo spagnolo “chiuso”, “impenetrabile”), una savana tropicale, naturalmente frammentata su suoli poveri, di cui si distinguono aspetti diversi: Cerrado Paceño, Beniano, Chiquitano e Chaqueño (o Abayoy) nei rispettivi dipartimenti. Sono tra gli ecosistemi più a rischio del nostro pianeta, da quando, recentemente, si è scoperta la possibilità di estendervi l’agricoltura. Di eccezionale importanza per la biodiversità sono le savane inondate come quelle degli Llanos de Moxos e dei Pantanales che ospitano piante particolarmente vistose. All’opposto, per condizioni di disponibilità idrica e temperature (che sotto l’azione dei venti freddi meridionali possono scendere sino a 2-3 °C) è la foresta secca chiquitana. Eccezionale è il livello di endemismo di un’altra ecoregione: il Gran Chaco. Esteso verso il Paraguay e l’Argentina, ospita specie significative di cactacee e di mammiferi. Le zone a maggiore diversità e a maggior tasso di endemismo s’incontrano però sui versanti orientali della catena andina sino a circa 4.000 m. Fra queste spicca l’ecoregione delle Yungas, comprendenti lo splendido Paramo yungueno. Simili sono le Yungas tucumano-boliviane, boschi semiumidi con piccoli alberi appartenenti a specie d’antichissima origine o a specie relitte ed endemiche, come la queñua di Cochabamba. L’ecoregione del Chaco Serrano è invece caratterizzata da foreste di caducifoglie con numerose specie arboree, arbustive e succulente affini a quelle della “Caatinga” brasiliana e da una foresta relitta che si ritiene abbia circa 20.000 anni. L’ecoregione delle foreste secche inter-andine, caratterizzata da diverse specie di Prosopis e di Acacia nonché da alte cactacee colonnari, è molto frammentata e rappresenta un importante centro di origine dell’endemismo per diverse categorie di organismi. Un chaparral, ancora con grande abbondanza di cactacee spinosissime, caratterizza gran parte dell’ecoregione della Pre-puna, con temperature medie intorno a 15-17 °C e minime di 0 °C. Alle quote superiori s’estende l’ecoregione della Puna settentrionale, con le varianti umida e su- Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 45 Quaderni di Casa America 45 BOLIVIA bumida, e quella altoandina con aspetti nivali e subnivali. Nella variante umida ricadono sia le zone più popolate e modificate dall’uomo, sia uno dei centri maggiori di diversità culturale dell’America meridionale, lo splendido Lago Titicaca, condiviso col Perù, che ha dato origine a diversi endemismi della fauna acquatica. Infine la Puna meridionale con le sottoregioni secca e desertica; quest’ultima raggiunge le massime altitudini e, con 50-250 mm di precipitazioni annue e 9-12 mesi asciutti, è la zona più arida del paese. Tuttavia, anche qui, accanto a estese formazioni erbacee a Stipa e Festuca, matorral e boschi aperti con queñua di Tarapacà e formazioni a pulvini di yareta, ospita, sulla cima del vulcano Sajama (5.200 m), uno dei boschi più elevati della Terra; qui le condizioni termali favoriscono popolazioni importanti di fenicotteri. È importante rimarcare ancora una volta la notevole componente endemica: nella flora del paese, circa il 70% delle cactacee, il 46% delle bromeliacee e il 35% delle orchidee sono esclusive della Bolivia. Particolare interesse rivestono alcuni generi - spesso monospecifici endemici o subendemici. Eccezionale è la componente pteridologica con oltre 1.200 specie di felci, di cui 168 endemiche; oltre 1.500 specie di briofite (epatiche e muschi) delle quali circa 282 endemiche. Circa 1.000 sono le specie di funghi. Numerose specie endemiche di animali sono state scoperte nel corso di recenti, talora recentissime, campagne di studio; ciò testimonia che ancora molto resta da esplorare e conoscere della biodiversità boliviana. Tra i mammiferi propri della Bolivia si possono citare primati quali il callicebo dalle orecchie bianche, il callicebo del Rio Beni, il callicebo GoldenPalace, il callicebo di Olalla, specie minacciata che sopravvive in un breve tratto di foreste a galleria. In alcuni fiumi vive un delfino endemico dell’Amazzonia boliviana: specie bandiera, simbolo dell’impegno del paese per la conservazione della natura. Sempre tra i mammiferi, sono esclusivi della Bolivia due opossum, un chinchilla, il topo di Huanchaca, il criceto di Rio Itenez, la cavia di Valle Hermoso, il tuco-tuco di Lewis, due chirotteri. Tra le specie endemiche dell’avifauna si possono citare: il merlo boliviano, diversi pappagalli, il piuri, il colibrì raggio di sole e altre diverse entità. Tra gli anfibi endemici si possono citare diverse rane acquatiche, terrestri o arboricole, tutte rare o minacciate, alcune marsupiali e un rospo. I rettili endemici della Bolivia comprendono un’anaconda, il serpente ferro di lancia, un serpente corallo, i colubri di Santa Cruz, il colubro di San Sebastian, il colubro del Gran Chaco, l’anfisbena di Pampagrande. L’ittiofauna comprende diversi pesci endemici, come quelli del genere Corydoras, in grado di integrare la carenza di ossigeno assumendolo con la bocca direttamente dall’aria in Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 46 46 Quaderni di Casa America BOLIVIA Uyuni, vera immagine surreale. superficie, il pesce gatto del Rio Coroico e molti altri. Numerose sono le farfalle endemiche della Bolivia, diurne e notturne. Tra i coleotteri una specie di scarabeo di oltre 11 cm, dotato di grandi corna, è stato rinvenuto finora solo nella foresta pluviale boliviana; ugualmente esclusive delle Bolivia sono diverse specie appartenenti agli scarabei lucanidi, ai carabidi, agli ptilidi e ai cerambicidi. Tra gli aracnidi endemici sono da citare due piccole migali. Nel 2014 il Ministerio de Medio Ambiente y Agua (MMAyA) del Estado Plurinacional de Bolivia ha pubblicato il IV Informe Nacional per la CBD (Convenzione internazionale per la BioDiversità). Questo rapporto ufficiale ri- flette l’adozione del Piano Strategico della CBD e illustra la progressiva riduzione dello stato di conservazione della biodiversità in Bolivia fino al 2010. La Bolivia ha sviluppato attraverso un processo partecipativo la propria strategia nazionale per la conservazione della biodiversità, adottata nel 2002. La strategia nazionale potrebbe segnare un nuovo modello per la conservazione e lo sviluppo sostenibile delle risorse biologiche basate su: a) progettazione partecipata di una visione condivisa sulla conservazione e sull’uso sostenibile della biodiversità; b) predisposizione di un modello di conservazione attraverso l’identificazione e la sistematizzazione dello stato di conservazione e delle minacce per gli ecosistemi, la fauna selvatica e le risorse genetiche; c) messa a fuoco orientata a contribuire a migliorare l’indice di povertà e lo sviluppo umano; d) promozione dello sviluppo del potenziale economico della biodiversità; e) identificazione delle basi per stabilire condizioni politiche, istituzionali ed economiche per implementare un modello di sviluppo sostenibile della biodiversità. Più in particolare, gli obiettivi sono: ridurre il grado di minaccia per la biodiversità e garantire il rafforzamento nel paese, con capacità proprie, tecniche, umane, politiche, amministrative, normative, istituzionali e scientifiche della conservazione e dell’uso della biodiversità, nonché istituire meccanismi di controllo sociale al fine Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 47 Quaderni di Casa America 47 BOLIVIA di garantire la gestione sostenibile del patrimonio naturale. Il piano nazionale intende concentrare gli sforzi più significativi nel consolidamento del Sistema Nazionale delle Aree Protette (SNAP) e nella pianificazione della gestione integrata di bacino, rafforzando la partecipazione sociale attraverso meccanismi di gestione condivisa delle Aree Protette, l’integrazione della stessa nei processi di sviluppo locale. Il paese ha promosso la conservazione e la gestione degli ecosistemi prioritariamente in base al loro grado di minaccia. L’area coperta all’interno del Sistema Nazionale delle Aree Protette è pari al 20,2% del paese (circa 24 milioni di ettari); inoltre nel paese ricadono 8 siti Ramsar (7,2%) e una zona di foresta certificata (1,0%). Sono in preparazione due “libri rossi”: a) il libro rosso dei vertebrati minacciati della Bolivia che annovera i principali fattori di minaccia per ciascuna delle 193 specie di vertebrati, classificate secondo le categorie IUCN, e propone raccomandazioni per la loro tutela e Navigazione sul Lago Titicaca Orso formichiere dell’Amazzonia conservazione; b) il libro rosso dei progenitori selvatici delle specie d’interesse agrario con una lista di 152 specie importanti per la conservazione dell’agrobiodiversità e la sicurezza alimentare. La Bolivia ha programmi nazionali per la conservazione e l’uso sostenibile della vigogna (Vicugna vicugna) e del caimano (Caimán yacaré). Nel caso della prima specie, un censimento del 2009 riferisce di 112.249 vigogne in tutto il paese, quasi quattro volte di più rispetto a quello registrato nel 1996 (33.000 vigogne). Lo sviluppo del programma nazionale del Biocommercio Sostenibile ha generato esperienze per diversi prodotti a sostegno di alcune filiere come quelle relative a: caimano, vigogna, tegu, pecari, pesci ornamentali, jatata, palqui, maca, varie specie di farfalle, oli di palma (cusi e copaibo tra gli altri), cacao selvatico, noci, miele di api autoctone, erbe aromatiche, tuberi e radici autoctone, pseudocereali come Canahua, amaranto. Il piano di sviluppo nazionale 2006-2011 (Bolivia dignitosa, sovrana, produttiva e democratica per vivere bene), ha promosso l’uso sostenibile e la con- Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 48 48 Quaderni di Casa America BOLIVIA servazione della biodiversità come elementi principali per la programmazione delle politiche pubbliche. Dal 1999 l’uso sostenibile di alcune specie della flora e della fauna selvatica è consentito nell’ambito di piani specifici di sviluppo redatti su base scientifica soggetti a valutazione di fattibilità ed entro quote definite. In Bolivia è in vigore un regime comune in materia di accesso alle risorse genetiche della Comunità andina (decisione 391), recepito con Decreto Supremo n. 24676 “Regolamento di accesso alle risorse genetiche e sulla biosicurezza”. Nel decennio 200611, è stata presentata una dozzina di richieste di accesso alle risorse genetiche, ma solo una ha raggiunto la fase di attuazione. La visione olistica e comunitaria e l’approccio anti-capitalista della Costituzione dello Stato Plurinazionale della Bolivia ha trasformato radicalmente il quadro filosofico, politico e amministrativo. Di conseguenza, nel regime attuale per la biodiversità coesistono una serie di leggi precostituzionali, come la Legge per l’Ambiente (legge n. 1333) completamente inserita nelle convenzioni multilaterali e una serie di nuove leggi. Un esempio di questo è la Legge n. 071 sui diritti della Madre Terra che mira a riconoscere la “Madre Terra” come soggetto di diritti collettivi d’interesse pubblico e a stabilire obblighi e doveri dello Stato e della società al fine di garantire il rispetto di tali diritti sulla base di alcuni principi fondamentali: complementarità di diritti, obblighi e doveri, non mercificazione delle funzioni ambientali, completezza, principio di precauzione, garanzia di restauro e rigenerazione della “Madre Terra”, responsabilità storica, solidarietà, giustizia sociale, giustizia climatica, pluralismo, multiculturalismo, recupero e rafforzamento delle conoscenze tradizionali e dialogo della conoscenza. A questo proposito, le politiche nazionali sono ora più concentrate sulla realizzazione di una visione olistica della natura che prende dalla natura ciò di cui ha bisogno per il suo sviluppo, ma che a sua volta avvia azioni per la sua rigenerazione e protezione. Particolare importanza ha anche la Legge sull’Istruzione n. 070 che sottolinea l’importanza di un equilibrio tra gli esseri umani e la natura e la cura dell’ambiente. Oltre a proporre misure educative alternative basate sulla conoscenza e sulla saggezza contadina dei popoli indigeni-originari. Per un’applicazione pratica e completa della CBD, mancano in Bolivia, come in tanti altri paesi, risorse finanziarie, umane e tecniche; nonostante i significativi progressi nella ricerca scientifica e i censimenti di fauna e flora, è evidente che restano ampie lacune e che l’inclusione della biodiversità nei processi di pianificazione statale sia ancora insufficiente. Sono necessari un maggiore coordinamento tra i vari livelli di governo (nazionale, dipartimentali e comunali) e meccanismi di monitoraggio e valutazione sull’attuazione della strategia di conservazione. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 49 Quaderni di Casa America 49 BOLIVIA La Convenzione internazionale per la Biodiversità rivolge la propria attenzione anche ai patrimoni culturali dei popoli relativi alla conoscenza e all’impiego degli organismi vegetali e animali, soprattutto alle conoscenze etnobiologiche (in particolare etnobotaniche) che si tramandano di generazione in generazione e che sono fortemente a rischio di impoverimento, quando non di perdita totale. Sotto questo profilo, la Bolivia, a partire dalla riforma costituzionale del 1994, ha riconosciuto e valorizzato fortemente tale diversità culturale con riferimento principale alla diversità delle popolazioni indigene e all’appartenenza etnica di ciascun individuo identificata attraverso l’autoriconoscimento in base a criteri multidimensionali (le lingue native, le attività e i modi di vita) a una delle 36 etnie che hanno sviluppato e sviluppano adattamenti sociali, amministrativi, tecnici e culturali propri ed evidenziano differenti necessità, rapportandosi, con modalità specifiche, ai mezzi e materiali per vivere e ai propri paesaggi naturali. La Bolivia ha ratificato la Convenzione internazionale sulla Biodiversità nel 1994 e ha sottoscritto il protocollo di Cartagena nel 2003. In alcune regioni della Bolivia la pressione demografica e le attività antropiche - soprattutto con pascolo eccessivo, pratiche agricole inadeguate, diboscamento e incendi hanno deteriorato lo stato di conservazione dell’ambiente, in particolare quelle delle aree aperte: deserto, steppa, tundra, valli inter-andine e Chaco. Circa l’11% delle specie di vertebrati e il 2% di quelle della flora sono classificati ufficialmente come “specie minacciate”. Il Gran Chaco, ecosistema unico nel suo genere, di cui la Bolivia detiene solo una parte, ha subito purtroppo una lenta distruzione per la colonizzazione umana con allevamenti estensivi, incendi, e sfruttamento agricolo. Si stima che annualmente vengano distrutti circa 700.000 ettari di foreste, un dato in costante crescita negli ultimi decenni e in forte aumento negli ultimi anni. L’impegno dello Stato plurinazionale della Bolivia è indubbio, ma forse è necessario fare di più e per questo è necessario un maggiore impegno internazionale, perché il patrimonio naturale della Bolivia è prima di tutto dei suoi popoli, ma è anche di tutta l’umanità. FONTI: Ibisch P.L., Mérida G., 2003 - Biodiversidad: La Riqueza de Bolivia. Estado de Conocimiento y Conservación. Ministerio de Desarrollo Sostenible. Editorial FAN, Santa Cruz de la Sierra. Ministerio de Medio Ambiente y Agua, 2014 - Cuarto Informe Nacional Convenio de las Naciones Unidas sobre la Diversidad Biológica - 144 p. La Paz. Rojas W., Soto J.L., Pinto M., Jäger M., Padulosi S. (Eds). 2010. Granos Andinos. Avances, logros y experiencias desarrolladas en quinua, cañahua y amaranto en Bolivia. 179 p. Bioversity International, Roma, Italia Servicio Nacional de Areas Protegidas , 2012 Plan de Acción para la Implementación del Programa de Trabajo sobre Áreas Protegidas de la Convención sobre la Diversidad Biológica. 31 p. La Paz. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 50 50 Quaderni di Casa America BOLIVIA Il mare boliviano eduaRdo RodRIguez Veltzé1 - FaRIt l. RojaS tudela2 La Bolivia ha presentato istanza alla Repubblica del Cile, dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia, affinché quest’ultima dichiari e decida che il Cile ha l’obbligo di negoziare, in buona fede, prontamente e formalmente, con la Bolivia con il fine di conferirle un accesso pienamente sovrano all’Oceano Pacifico. Questa richiesta si basa su un principio elementare: le trattative. Di conseguenza il mare boliviano non può che essere quello da cui si generano le trattative. La stessa esistenza del sistema internazionale si basa sulle trattative, in quanto sono un modo civile di relazionarsi con gli Stati che sono uguali per quanto riguarda il diritto e la sovranità. Questo sistema non è immutabile, il Diritto Internazionale prevede dei meccanismi effettivi per la soluzione delle controversie, in base ad essi è stato richiesto dinanzi alla Corte che il Cile abbia l’obbligo di negoziare. La Bolivia non ha richiesto alla Corte Internazionale di Giustizia nessuna modalità specifica per portare a termine questa negoziazione, ma è stato chiesto alla Corte che, nell’adempimento di questo obbligo di trattativa, il Cile tenga in considerazione gli accordi e gli atti uni- laterali ai quali hanno partecipato le parti (Bolivia e Cile) dal 1895. Di seguito si rappresentano graficamente, con l’utilizzo delle mappe preparate dalla Direzione di rivendicazione Marittima (DIREMAR), alcuni degli accordi e offerte che si sono susseguite tra il Cile e la Bolivia, con il fine di rendere reale un mare per la Bolivia. 1895, tramite un insieme di Trattati e protocolli, Bolivia e Cile negoziano riguardo la cessione delle provincie di Tacna e Arica, oppure in alternativa un corridoio tra i torrenti Vitor e Camarones. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 51 Quaderni di Casa America 51 BOLIVIA 1926, il Segretario Statunitense Frank B. Kellog propone al Perù e al Cile di cedere le provincie di Tacna e Arica alla Bolivia. 1975, il Cile offre alla Bolivia un corridoio, proposta che è soggetta alla notificazione del Perù. 1950, tramite uno scambio di note diplomatiche tra la Bolivia ed il Cile si registra quest’offerta. Nella mappa viene rappresentata l’interpretazione della stessa stampa cilena. 1976, In risposta alla proposta del Cile, il Perù accetta la cessione del territorio alla Bolivia, ma propone una nuova modalità, che si rappresenta nella seguente mappa. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 52 52 Quaderni di Casa America BOLIVIA 1987, si cerca un nuovo approccio al tema e la Bolivia formula due proposte, espresse in due memorandum. sta volta ci si concentra sulla zona di Tarapacà, in cui il Cile non specifica di avere intenzione di consultare il Perù. 2006 – 2010, Bolivia e Cile continuano a negoziare alternative per concedere alla Bolivia un accesso sovrano al mare. Que- Conclusioni Come si può notare, il Cile e la Bolivia hanno dialogato riguardo ad un accesso al mare dalla fine del XIX secolo fino all’inizio del XXI secolo. Questa disponibilità a negoziare esiste tra i due Stati, in quanto entrambi fanno parte del sistema internazionale. La Bolivia non ha intenzione di rivivere la guerra del 1879 che l’ha privata di 400 km di costa, per tale motivo la Bolivia ha ribadito più volte di non voler modificare il trattato di Pace ed Amicizia del 1904 che ha messo fine a tale guerra. La Bolivia cerca solo di ottenere un accesso al mare. Come ha dichiarato il Presidente Michelle Bachelet, il Cile e la Bolivia hanno trascorso periodi positivi e periodi negativi. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 53 Quaderni di Casa America 53 BOLIVIA Queste trattative sono state possibili solo durante i periodi positivi, ed è proprio questo che cerca la Bolivia, ritornare ad un periodo positivo tra Bolivia e Cile, per trovare in modo congiunto una soluzione al problema della Bolivia. Come si può osservare, non esiste solo una formula o modalità. La negoziazione è lo strumento più potente che ha l’umanità, dato che si alimenta del più grande potenziale dell’essere umano: l’immaginazione. La Bolivia sollecita il Cile affinché insieme, nel miglior periodo possibile, cerchino creativamente una soluzione alla “mediterraneidad” (non affaccio sul mare) della Bolivia. La Bolivia è sicura che la Corte Internazionale di Giustizia potrà generare le condizioni favorevoli affinché questo accada. Questo è il mare della Bolivia del XXI secolo. NOTE: 1 Ambasciatore della Bolivia presso il Regno dei Paesi Bassi, rappresentante della Bolivia dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia. 2 Ministro dell’Ambasciata della Bolivia presso il Regno dei Paesi Bassi. Amazzonia boliviana. Riva del fiume “Madre de Dios” Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 54 54 Quaderni di Casa America BOLIVIA Ricerche Archeologiche pablo Rendón lIzaRazu ESPERTO IN PATRIMONIO CULTURALE. MINISTERO BOLIVIANO DELLA CULTURA E DEL TURISMO Parlare dell’Archeologia in Bolivia e delle ricerche che si svolgono sarebbe molto complesso e assai lungo in quanto il nostro paese conta oltre 75.000 siti archeologici registrati, di cui un centinaio sono coinvolti in modo diretto o indiretto con il turismo e la sua gestione. Pertanto centriamo la nostra attenzione su tre dei siti più importanti del nostro paese: Tiwanaku, Smaipata e Inkallajta. Tiwanaku è una delle civiltà più antiche dell’America del Sud; le sue origini risalgono all’anno 1500 a.C.. Nel periodo del suo maggiore splendore copriva una superficie di circa 600 ettari con una popolazione di 100.000 abitanti. La vecchia città è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO nell’anno 2000 e oggi è una delle maggiori attrazioni turistiche del nostro paese. Da circa due anni Tiwanaku conta con una gestione autonoma che ha agevolato lo svolgimento di lavori di conservazione di tutti i templi presenti nel sito. A partire dall’anno 2014, è stata avviata una serie di lavori di scavo nell’area di Kerikala e nel tempio di Kantatallita, con importanti scoperte tali come strade relazionate ad aree residenziali o pareti perimetrali del suddetto tempio. Si rende noto che questi lavori sono stati sostenuti da una missione delle Università di Padova e di Verona, che hanno condotto lavori di prospezione geofisica con un GPR di ultima generazione, facilitando così l’individuazione delle pareti di cui sopra. Con riferimento a Samaipata, si segnala la petrografia o rocca intagliata più grande al mondo, con una superficie di circa 12.000 m². Si tratta di un centro cerimoniale dell’epoca precolombiana costruito all’incirca nel 1400 d.C., da culture locali, si ipotizza la Chané. Gli Inka hanno conquistato la regione intorno al 1465 d.C., riadattando il luogo alle loro pratiche religiose. In realtà, la bastia che proteggeva Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 55 Quaderni di Casa America 55 BOLIVIA questo centro cerimoniale dagli attacchi dei popoli nemici degli Inka è stata la Pukara del Parabanosito, sita nel Parco Nazionale Amboró. Attualmente si svolgono opere di miglioramento sulla strada di accesso al sito, al fine di migliorare l’afflusso dei visitatori e le condizioni della visita. Per quanto riguarda la ricerca, si segnala che sono state effettuate tra il 2012 e il 2013, ricerche mediante un esauriente rilevamento topografico della roccia intagliata, condotte dall’archeologo di origine boliviana Sonia Avilez, con finanziamento e sostegno italiano. I risultati di tali opere sono stati presentati al pubblico nella XVII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, svolta a Paestum, Italia. Inoltre, Inkallajta, è stato un centro amministrativo di origine inka, costruito all’incirca nell’anno 1464 d.C.; si caratterizza per la presenza di un enorme deposito o kallancade 78 per 25 m. di superficie e 12 m. di altezza, è uno dei più grandi nel suo tipo. Ad oggi non è soltanto una delle più importanti attrazioni turistiche della regione, ma anche un esempio del turismo comunitario. In questo importantissimo sito Inka si svolgono lavori di conservazione negli ultimi due anni. Attualmente si lavora principalmente nella gestione e promozione del sito, particolarmente mediante la rete di Musei Comunitari. Questo comporta una procedura di approvazione e di auto-gestione delle comunità rurali e contadine coinvolte, che si trovano nelle vicinanze del sito nonché devono assumere una grande responsabilità per la conservazione e promozione del sito. Lo Stato Plurinazionale di Bolivia si auspica di promuovere nei prossimi anni la ricerca archeologica, come parte di una strategia per generare la conoscenza necessaria sui siti archeologici legati al turismo, affinché essa venga utilizzata per migliorare l’informazione che si offre ai visitatori e quindi avere un’adeguata gestione e promozione del sito, incentivando con nuove scoperte e mostre i potenziali turisti. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 56 56 Quaderni di Casa America BOLIVIA Ricordi di viaggi e cooperazione culturale in Bolivia beRnaRdIno oSIo GIÀ SEGRETARIO GENERALE DELL’UNIONE LATINA Le cariche, prima di segretario generale dell’Istituto Italo-latinoamericano e,poi, quella di segretario generale dell’Unione Latina mi diedero, tra il 1995 e il 2008, molte occasioni di visitare la Bolivia . D’abitudine per evitare i quasi sicuri malesseri dovuti all’altitudine esagerata, sceglievo la rotta aerea in partenza da Lima, con sosta ad Arequipa (città situata a 2500 mt.) ove pernottavo per poi riprendere l’areo la mattina seguente per il Cuzco che si trova a 3800 mt. Dopo una giornata di riposo in quella stupenda città, di nuovo con l’aereo atterravo a La Paz, capitale amministrativa della Bolivia. Queste tappe mi assicuravano un arrivo sull’altipiano di 4.000 mt. di altitudine perfettamente ambientato e senza problemi né di affanni né di emicranie. Dall’aereoporto dell’ Alto si scende in una specie di imbuto sulle cui pareti si arrampica La Paz, ove i quartieri alti sono i più malsani e quindi abitati dai poveri e i quartieri bassi sono quelli ove vivono le ambasciate e i ceti fortunati: il contrario di quanto accade nelle altre città del mondo. Ricordo il bel centro storico di La Paz con chiese barocche, belle piazze, belle “casonas” dell’epoca vicereale che riproducono sostanzialmente la pianta della casa romana strutturata su tre cortili uno appresso all’altro, tipologia scomparsa in Italia ma sopravvissuta in Spagna e, da lì, sbarcata in America. In una di queste case, ora adibita a museo, partecipai ad un colloquio sul barocco andino alla presenza dei maggiori esperti americani: fu in quella occasione che lanciai l’allarme sul pericolo che il grande patrimonio di edifici, rovine, quadri, argenti ereditati sia dall’epoca precolombiana che da quella coloniale possa rapidamente sparire a causa dei continui furti da parte di trafficanti e antiquari disonesti. Ricordo che conclusi il mio intervento con una frase di Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 57 Quaderni di Casa America 57 BOLIVIA grande effetto: “se continuerà questa emorragia, tra qualche anno farete un congresso non per discettare sui vari aspetti del barocco andino ma per piangere sulla sua scomparsa”. Da quel giorno nacquero le iniziative dell’Unione Latina di collaborare in maniera concreta alla difesa di questo patrimonio cioè alla difesa delle radici precolombiane e latine delle popolazioni andine. Elaborammo così un programma, in collaborazione con il nucleo operativo dei Carabinieri Italiani, di informazioni sulle tecniche giuridiche internazionali per il recupero delle opere d’arte rubate. Parallelamente, organizzammo dei corsi per insegnare a catalogare le opere d’arte: la catalogazione, com’è noto, è il primo indispensabile passo per la difesa del patrimonio storico-artistico. Questi corsi riscossero grande successo sia di pubblico che da parte delle autorità locali. E li ripetemmo in tanti paesi del mondo andino: in Cile, Perù, Ecuador, Paraguay, Colombia, Guatamela, Messico, e per la Bolivia a Sucre. Dopo la sosta a La Paz, di solito ripartivo alla volta di Cochabamba, situata in una bella vallata dal clima di eterna primavera e con interessanti edifici dell’epoca spagnola, quali il monastero carmelitano di Santa Teresa e il palazzo Portalés, costruito dall’ex minatore miliardario (e diventato nel XX secolo “Re dello Stagno”) Simon Patino, del quale avevo conosciuto a Parigi le discendenti magnificamente accasate nelle più ti- tolate e superbe famiglie francesi. A Cochabamba l’Istituto Italo Latino Americano aveva un vasto programma di collaborazione con una scuola agricola che faceva capo ad un grande orfanatrofio fondato da un mitico sacerdote bergamasco, il padre Testa. Progetto bello e meritevole, lasciato inspiegabilmente morire dai miei successori all’Istituto Italo Latino Americano. Non lungi da Cochabamba nel paese di Tarata sorge, accanto ad una colossale chiesa barocca, un convento di padri francescani, risalente al secolo XVIII quando gli eredi di San Francesco subentrarono ai padri Gesuiti, espulsi dal re Carlo III, nelle celebri missioni nel Chaco. Nel convento, retto ora da un padre francescano italiano (la Chiesa italiana è presente ovunque in Bolivia) è conservata una preziosa biblioteca di circa 8.000 volumi antichi. Per iniziativa dell’Unione Latina e sempre nell’ottica di salvare le radici del mondo andino, feci catalogare da nostri esperti (diretti dal professore Gastone Breccia dell’Università di Cremona) tutto il fondo antico: fu per me una grande emozione sfogliare alcuni di quei volumi, alcuni dei quali portavano la scritta: “Esto es de la misiòn de San José”, cioè erano libri provenienti dalle missione gesuitiche del Chaco e miracolosamente salvati dal saccheggio seguito all’espulsione dei padri Gesuiti. Ma proseguiamo nel nostro viaggio in questa Bolivia ancora così autentica e, Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 58 58 Quaderni di Casa America BOLIVIA fortunatamente per lei, lontana dagli sguardi cupidi del turismo di massa. Anche a Tarija, cittadina contornata da vigneti che producono ad un’altitudine di 2.000 metri un ottimo vino, vi sono dei padri francescani italiani; conservano con amore un archivio prezioso per la storia della regione: anche di questo archivio l’Unione Latina ha aiutato la stampa dell’inventario nonché il restauro di alcuni quadri antichi. Ma la perla della Bolivia resta senza alcun dubbio Sucre, la capitale ufficiale del paese, l’antica Chuquisaca. Certamente siamo in una delle più belle città dell’America del Sud. Strade dritte che si inerpicano verso la collina, case bianche, finestre azzurre come in Andalusia, tante chiese e conventi, abitanti amabili e disponibili. Anche a Sucre, ove mi recai più volte, la cooperazione dell’Unione Latina ha svolto programmi interessanti, il principale dei quali fu la catalogazione scientifica dei libri del fondo antico della Biblioteca Nazionale, libri di provenienza soprattutto da conventi soppressi dai governi laici dell’800. Fu commovente trovare nel fondo di quella biblioteca libri stampati nel ‘600 a Juli sul lago Titicaca nella celebre tipografia impiantata dai padri Gesuiti che avevano fatto di Juli il loro centro di preparazione per i confratelli da inviare come missionari nel Chaco e nel Paraguay: stamparono così i primi dizionari quechua-spagnolo, i primi catechismi in lingua guaranì. Libri raris- simi e quasi sempre trafugati. Del pari, a Sucre feci catalogare il fondo antico della biblioteca dell’Arcivescovado che vanta preziose legature romane del ‘700, portate da un vescovo catalano benedettino che soggiornò a Roma prima di venir paracadutato sulle Ande. Da Sucre alla mitica Potosì il tragitto è breve: nemmeno mezza giornata ma dal clima primaverile si sale ai gelidi 4.000 mt. di altitudine. La città barocca è intatta, si estende ai piedi Cerro Rico, che racchiudeva favolose vene d’argento che furono per secoli l’inesauribile fonte di denaro per la Corona spagnola. Il Sindaco di Potosì mi fece notare come nella sua città, culla dell’argento, non vi fossero più artigiani che sapessero lavorare quel metallo: detto fatto, grazie ai denari della Cooperazione Italiana e dell’Istituto Italo Latino Americano si impiantò una scuola di apprendistato per orafi con adeguate macchine e sotto la direzione dei fratelli Mortet, antichi artigiani romani. Ma l’ultima visita che feci in Bolivia fu come turista nell’estate 2007, quando visitai la regione della cosidetta Chiquitania, a oriente di Santa Cruz de la Sierra, fertile e ancora in parte selvaggia, segnata dalle celebri missioni gesuitiche che qui, a differenza del Paraguay, non vennero bruciate e saccheggiate dai portoghesi e dai cacciatori di manodopera. Ai Gesuiti subentrarono, come già detto, i Francescani; le missioni, per quanto Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 59 Quaderni di Casa America 59 BOLIVIA Piccolo tapiro della Bolivia orientale impoverite e non più rette dalla ferrea disciplina imposta dai gesuiti, declinarono, si impoverirono, ma sopravvissero. Una fondazione svizzera di Lucerna ne ha purtroppo restaurate alcune: dico purtroppo perché il restauro fu eccessivo tanto che dovette intervenire l’Unesco per farlo cessare; ben contrario ai principi del sano restauro, teorizzato soprattutto da noi italiani fra cui Cesare Brandi fondatore dell’Istituto Centrale per il Restauro. Questo saper restaurare senza eccedere e senza danni, diversamente da quanto teorizzato da Viollet-Le Duc in Francia, già lo preconizzava Cesare Cantù nel 1872: “conservare tutto e sempre, non rimodernare mai; medicina non chirurgia, meglio un cimelio monco al restauro più studiato e vistoso”. E con questi ricordi di viaggio e di progetti di cooperazione ben mirati per salvare le radici storiche della Bolivia, termino augurando a questo Paese amico di saper gestire in futuro il turismo in modo saggio, evitando gli errori da noi fatti in Europa, arginando le masse incolte e deculturalizzanti, privilegiando invece un turismo colto e rispettoso. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 60 60 Quaderni di Casa America BOLIVIA La Ruta del Che sui luoghi della sua morte pIetRo taRallo SCRITTORE E AUTORE DI GUIDE SULL’AMERICA La strada che attraversa la regione a ovest di Santa Cruz, nel sud della Bolivia, si inerpica sulle propaggini della Cordigliera Orientale, ricoperta da tratti di foresta inframmezzati a campi intensivamente coltivati, fino a Vallegrande (2030 m, 30.000 abitanti) situata in una grande e piacevole vallata. Strade strette portano alla piazza principale con la grande chiesa in pietra. Nel 1997 nell’area dell’aeroporto un gruppo di studiosi cubani, costituito da Roberto Rodríguez Suárez, Fernando Ortega, Greco Cid, Ector Soto e Jorge Gonzales, hanno condotto una campagna di prospezioni geologiche per individuare se realmente qui fosse stato sepolto il corpo del Che, come dichiarò nel 1995 il generale Mario Vargas Salinas. Tutta la cittadina ha vissuto e vive ancora oggi momenti di gloria, assediata da fotografi e giornalisti, venuti fin qua a caccia di un qualche scoop, da turisti e viaggiatori legati alla figura carismatica del Che. Guevara e la sua tragica e barbara fine si sono trasformati in un’attrazione turistica per cui tutti parlano del Che, LATINA sono pronti a fare rivelazioni e a fornire notizie inedite. Anche René Cadima, il vecchio fotografo che l’ha fotografato morto, vende a caro prezzo le stampe Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 61 Quaderni di Casa America 61 BOLIVIA il volto del Che. Personaggio dalle mille ambigue sfaccettature è al corrente di molti eventi. Compresi quelli che hanno alimentato la leggenda nera della “maledizione” che ha coinvolto tutti quelli che hanno avuto a che fare con la morte del Che: compresi il soldato che l’ha ucciso, divenuto pazzo e a sua volta ucciso, e Gary Prado che è stato gambizzato e ora è su una sedia a rotelle. di sbiadite fotografie che lo ritraggono nella lavanderia. Appunto dalla lavanderia può iniziare questo «pellegrinaggio» sui luoghi del Che. Si tratta di un piccolo edificio in un prato appartato rispetto al resto dell’Ospedale. Al centro i lavelli in pietra dove la signora Susanna Osinaga, allora infermiera, ne ha lavato il corpo e l’ha composto. Le pareti sono totalmente ricoperte di graffiti e di scritte e ossessiva ritorna la frase: «il Che è vivo e lotta con noi!». Incredibile. L’italiano Giuseppe Ferrari, che vive da anni a Vallegrande, dove ha aperto un ristorante con guest house, ha prodotto un vino che imbottiglia con l’etichetta con Verso il luogo del martirio Dopo Vallegrande la carretera non è più una strada, ma un segno tracciato nei fianchi delle montagne che salgono oltre i 3000 m, fra tratti rocciosi e basse formazioni di alberi spinosi. Il Río Grande scava profonde gole e ampie vallate, dove si addensano i pochi villaggi di quest’area scarsamente popolata. È in questa regione isolata e inaccessibile che nel 1966 Ernesto Che Guevara giocò la sua ultima partita con la morte in nome della rivoluzione e della libertà. Con pochi uomini, di cui solo cinque boliviani, senza l’appoggio del Partito Comunista Boliviano, tradito, pare, da Régis Debray che era stato fatto prigioniero a Camiri, totalmente isolato e privo di un adeguato equipaggiamento militare, fiaccato dall’asma, vagò per alcuni mesi tentando invano di far sollevare i poveri campesinos della zona. La CIA mandò consiglieri militari antiguerriglia, fra cui Edward Luttwak, e ben presto l’esercito boliviano, guidato dall’allora capitano Gary Prado, riuscì Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 62 62 Quaderni di Casa America BOLIVIA ad avere la meglio. L’8 ottobre 1967 Guevara fu ferito nella Chebrada del Churo e portato prigioniero insieme ai suoi nel minuscolo villaggio di La Higuera, dove fu rinchiuso nei locali della scuola. Il generale Barrientos, presidente-dittatore in quegli anni della Bolivia, ne ordinò la morte. Il Che fu ucciso durante la notte e il suo corpo fu portato a Vallegrande per le foto di rito. I suoi resti scomparirono. Dopo che un medico militare ne ebbe amputato le mani al cadavere, l’esercito boliviano fece sparire il corpo, rifiutandosi di rivelare se i resti fossero stati sepolti o cremati. Nessuno ne seppe più nulla. Ernesto Che Guevara entrò nel mito. Le ultime ore prima dell’efferato delitto Solo 65 km separano Vallegrande da La Higuera, ma per percorrerli ci vogliono più di 4 ore di scossoni e sobbalzi. Ci si inerpica fino a Pucara, dove si sosta per tirare il fiato e bere un mate de coca. La Higuera è una manciata di case, dove vivono venti famiglie. Al centro nella piccola piazza c’è il busto del Che fra gli alberi, che danno ombra anche ai maiali, decapitato nel 1993 dai soldati della vicina caserma El Condor. Mani pietose hanno rimesso al suo posto la testa sommariamente abbozzata nella pietra. La scuola, dove Guevara fu tenuto prigioniero e poi ucciso, è oggi un dispensario medico. Santo Artiaga, diventato una guida esperta, conduce i visitatori lungo la Chebrada del Churo fino al fico dove il Che fu disarmato e alla pietra dove venne ferito alla gamba destra. Più di due ore di marcia, poi si sale il pendio che porta alla capanna in cui vive con la vecchia madre Virginia Cabrita, la piccola donna (è nana) che vide per ultima il Che la mattina di quel fatidico 8 di ottobre del 1967. Allora aveva solo 11 anni. Pare che il Che le abbia detto: “Diventerai ricca dopo la mia morte”. La donna ripete questa frase ai turisti che si spingono fino alla sua povera capanna, raccontando quanto fosse bello e gentile quell’uomo misterioso. E i turisti, commossi, non mancano di lasciarle qualche dollaro. Nel nome del Che. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 63 Quaderni di Casa America 63 BOLIVIA Monsignor Federico Lunardi gIacomo WalteR caVallo RICERCATORE, LIBERO PROFESSIONISTA https://www.linkedin.com/pub/giacomo-walter-cavallo/75/a09/790 http://jameswhorse.jimdo.com Federico Lunardi (Livorno, 7 dicembre 1880 – Asunciòn, 11 novembre 1954) fu un arcivescovo cattolico, etnologo, archeologo, storico, scrittore e collezionista italiano. Adempì scrupolosamente la sua missione di Nunzio Apostolico della Santa Sede, ma al contempo divennero per lui importanti lo studio della storia, della geografia, dell’archeologia, e soprattutto dell’etnologia dell’America Latina, tanto da fargli comporre nel tempo molte opere scientifiche che lo accreditarono a livello mondiale. Nel corso della sua carriera diplomatica soggiornò in Cuba, Cile, Colombia, Brasile, Bolivia, Honduras ed infine in Paraguay. Rimase complessivamente trentotto anni in America Latina, entrando in contatto con diverse culture. Tre furono le aree archeologiche delle sue ricerche: San Agustin (Massiccio Colombiano); l’area di Tiahuanaco, in Bolivia; l’area di Copàn, in Honduras. Pioniere dell’Americanistica, nei quasi dieci anni di permanenza in Honduras raccolse materiali precolombiani che costituiranno in seguito parte delle sue collezioni, si dedicò in modo particolare allo studio dei Maya arrivando ad affermare che le tracce più antiche di questa civiltà non erano da cercare nello Yucatan bensì in Honduras. Durante i suoi viaggi prendeva nota di tutto quanto gli capitava di osservare sui suoi “libretti”, come lui chiamava gli appunti di viaggio, ancora oggi una vera miniera di notizie inedite. Nei confronti delle culture da lui incontrate egli usò rispetto: nel suo comportamento non vi fu mai alterigia. S’interessò, più di tutto, della parte ergologica,1 ma la ricerca venne sempre svolta con visione ampia e, allo stesso tempo, cura dei particolari. Biografia Nato a Livorno nel 1880 da Iginia Montaiuti e da Cesare, un modesto artigiano con saldi principi cristiani, dopo avere frequentato le scuole tecniche a sedici anni entra in seminario per poi trasferirsi per studio l’anno dopo a Roma dove, nel 1903 consegue le lauree in teologia, filosofia (con esami in archeologia e storia) e diritto canonico. Dopo essere diventato parroco, segretario del vescovo Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 64 64 Quaderni di Casa America BOLIVIA di Livorno, professore al seminario diocesano, all’età di 36 anni inizia la sua carriera come addetto alla InterNunziatura dell’Avana, dove rimarrà per quattro anni. Dopo Cuba lo troviamo tre anni in Cile e poi otto anni in Colombia. Questo soggiorno prolungato gli permette di visitare ripetutamente Sant Agustin, zona di importanti ritrovamenti archeologici, svolgendo un lavoro di ricerca e studio che lo porterà a scrivere alcune opere, in particolare “El macizo colombiano”, “La vida en las tombas”, “O Angasmayo os verdadeiros limites septemntrionaes do imperio Incaico”. Lasciata la Colombia viene trasferito in Brasile (1931-1936) dove si dedica prevalentemente a studi etnologici. Conosce nel 1936 il popolo dei Bororo, studiati nello stesso periodo anche da Claude Lévi-Strauss, ed altri in seguito studiati da diversi antropologi. In Brasile il Lunardi tocca l’apice della sua carriera ecclesiastica in quanto viene nominato Nunzio Apostolico e Arcivescovo di Side (15/11/36)2 . Subito dopo, nella sua nuova veste di Nunzio Apostolico, sarà in Bolivia, dove rimarrà sino al 1939. In questo periodo svolge ricerche sulla misteriosa città di Tiahuanaco e raccoglie numerosi reperti, materiale archeologico che ora fa parte delle Collezioni Lunardi.Visita le missioni sparse nelle località più remote dell’altopiano e della pianura boliviana dove viene in contatto con numerose popolazioni indios, annotando nei suoi “libretti” le loro usanze civili e religiose con scrupolosità e amore per la verità. Dalla Bolivia viene trasferito, nel febbraio 1939, in Honduras, dove rimane sino al 1948. Percorrerà il paese in lungo e in largo e di frequente lo troviamo a Copán, il grande centro culturale maya, dove partecipa a riunioni, congressi e raccoglie materiale archeologico. Le sue pubblicazioni sull’Honduras sono numerose e alcune di notevole importanza, come Honduras Maya, Etnología Y Arqueología de Honduras. Dall’Honduras nel 1948 viene richiamato a Roma presso la segreteria di Stato ma già l’anno successivo lo troviamo ad Asunción, in Paraguay (1949-1954). Sono di questo periodo numerose sue serie fotografiche dedicate ai popoli Macà, Cainguá e Chulupí ed altri studi e ricerche come quelle sui Guaraní. L’11 novembre 1954, all’età di 74 anni, muore ad Asunción, in terra americana, dove aveva trascorso più di metà della vita. La salma fu poi traslata dalla famiglia nella sua Livorno, nel cimitero della Misericordia. 1937-1939 Nunzio Apostolico in Bolivia Il 13 febbraio 1937 Monsignor Federico Lunardi giunge a La Paz, sede della Nunziatura boliviana. Nei circa tre anni di soggiorno svolge ricerche sulla civiltà di Tiahuanaco (o Tiwanaku), il grande centro megalitico del lago Titicaca, che si trova a 72 km di distanza da La Paz. Qui sorge la celebre Puerta del Sol, monumentale scultura megalitica che ri- Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 65 Quaderni di Casa America 65 BOLIVIA prende un motivo cosmologico, con varie statue raffiguranti divinità.3 Nella sua veste di Ambasciatore della Santa Sede visita le missioni sparse nelle località più remote, dove i missionari vivono quasi completamente isolati in mezzo alle tribù di indios. Il 30 marzo 1937 con il treno da La Paz va a Oruro, città situata sull’altopiano boliviano, a 3706 metri sul livello del mare per poi proseguire per Cochabamba, sede della più grande università della Bolivia. Altri ancora i viaggi intrapresi che lo porteranno in città come Cachuela Esperanza, cittadina industriale; Porto Ballivian, Trinidad, importante centro agricolo. Vive qualche tempo tra i Guarayo4 e gli Aymara5, annotando le loro usanze civili e religiose, ma soprattutto tra i Sirionò, ai quali dedica un’opera con molte informazioni circa gli usi e costumi. Egli racconta la sua esperienza in un’opera dal titolo ovvio: I Sirionò. Si tratta di un gruppo indigeno abitante nella parte orientale della Bolivia. Lunardi, dopo avere descritto l’ambiente geografico, parla degli usi e costumi: una popolazione nomade, composta di cacciatori e pescatori che costruiscono in compagnia dei Guarayo le canoe, barche di un solo pezzo. Passa poi alla descrizione somatica, agli usi e costumi, e alle loro capanne. Ci dice poi che all’interno della casa ogni famiglia ha il suo fuoco, sempre tenuto acceso perché i Sirionò non sanno accenderlo. Circa questa notizia il Lunardi spende alcune pagine per precisare le ricerche fatte e gli informatori da lui ascoltati a conferma delle sue affermazioni, anche perché smentisce un non meglio identificato Prof. Dott. Wegner, che aveva visitato una tribù Sirionò dichiarando che possedevano lo strumento per fare fuoco e i vecchi lo sapevano usare.6 Il 31 ottobre 1938 al Lunardi viene assegnata una nuova destinazione che raggiungerà il 12 febbraio dell’anno successivo. Si tratta dell’Honduras, paese dove dedicherà in prevalenza il suo impegno di ricercatore allo studio delle popolazioni Maya. Per questa ragione in Italia il Lunardi diventerà un punto di riferimento per lo studio della lingua e della cultura Maya.7 BIBLIOGRAFIA Aleotti Spotorno Silvia, L’attività scientifica di Federico Lunardi in Bolivia in Miscellanea di Storia delle esplorazioni, Genova, Bozzi, vol. II, pp. 213224. Cavallo Giacomo Walter, La metodologia delle indagini antropologiche di Federico Lunardi, il Nunzio dei Maya in Miscellanea di Storia delle esplorazioni, Genova, Bozzi, 2013, vol. XXXVIII, pp. 237-266. Cavallo Giacomo Walter, Nunzio dei Maya - Monsignor Federico Lunardi e la sua storia, Liberodiscrivere edizioni, Genova, 2013. Cavallo Giacomo Walter, Antropologia e Collezionismo: Federico Lunardi e gli studi Americanistici, Unige, Laurea magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia, A.A. 2008/09 (tesi di laurea, relatrice la Prof. Luisa Faldini). Fulvi Fulvio, I viaggi e gli scritti di Federico Lunardi, Gruppo Editoriale Marcon, Città di Castello, 1992. Fulvi Fulvio, Il contributo di Federico Lunardi alla conoscenza degli usi e costumi dei popoli dell’America Latina in Miscellanea di Storia delle esplorazioni, Genova, Bozzi, 1979, vol. IV, pp. 257-277. Fulvi Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 66 66 Quaderni di Casa America BOLIVIA Fulvio, “I contributi americanistici di Federico Lunardi”, Annali di ricerche e studi di Geografia, Genova, gennaio-marzo 1971, pp. 15-24. Massajoli Pierleone, “La vita e i viaggi di Federico Lunardi”, L’Universo, Firenze, Anno XLV, n. 6, novembredicembre 1965, pp. 1023-1038. NOTE 1 L’Ergologia è il ramo dell’Etnologia che studia gli aspetti materiali e tecnici della cultura dei popoli primitivi. 2 La carica di Arcivescovo titolare è un titolo onorifico, diversa da quella di Vescovo (o Arcivescovo) diocesano che risulta responsabile del governo della diocesi. Side è stata una città fondata dai coloni greci nell’Anatolia meridionale, sede vescovile a partire dal V secolo e poi distrutta nel IX-X secolo. 3 La città fu abitata dal 1500 a.C. al 1200 d.C. e dal 500 al 1000 ebbe la fioritura maggiore, con la realizzazione di sculture monolitiche impressionanti. Ma l’arte di Tiahuanaco è presente anche nella produzione di splendidi vasi policromi, i cui motivi decorativi ripetono quelli dei famosi tessuti. 4 I Guarayo, originari del Brasile, vivono nei llanos (pianure con savane e foreste) del dipartimento di Santa Cruz. 5 Detti anche Colla, vissuti in stretto rapporto con i Quechua, dopo avere dato origine a una delle più grandi civiltà dell’America Meridionale, la Tiahuanaco, furono assoggettati dall’impero del Tahauantinsuyu governato dagli Inca tra il XIV e il XV secolo. Gli Aymara vengono visitati dal nostro scienziato per ben tre volte tra il 1837 e il 1838. 6 Federico Lunardi, I Sirionò, Palazzo Nonfinito, Firenze, 1939. 7 A Roma il 18 ottobre 1848, nel palazzo dell’Accademia Ecclesiatica Pontificia assieme ad altri studiosi tra cui Tullio Tentori (antropologo culturale, in seguito professore alla Sapienza di Roma, che a quel tempo lavorava al Museo Pigorini di Roma) fonderà il Nuovo Centro di Studi Maya. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 67 Quaderni di Casa America 67 BOLIVIA Italiani in Bolivia Non sono stati numerosi gli italiani in Bolivia. Più in generale gli europei si sono diretti in altri Paesi dell’America Latina. Le condizioni di vita erano (ed ancora adesso sono, almeno in parte) molto difficili per il clima, l’altitudine, le difficoltà del Paese seppure in una regione affascinante e con grandi potenzialità. La Bolivia ha perso ogni sbocco al mare in una guerra sciagurata condotta assieme al Perù contro il Cile tra il 1879 e il 1883. E poi ancora negli anni ’30 del Novecento (1931-35) contro il Paraguay: una guerra costata la vita a 65.000 boliviani. Eppure gli italiani, poche centinaia nell’800 e oggi tra 2.000 e 3.000 residenti (ma si calcola che siano 15.000 i discendenti degli italiani) sono stati la 2° o 3° nazionalità assieme a quella tedesca e quella spagnola. Molti nel passato a cominciare dal ‘500 fino ad oggi erano appartenenti ad ordini religiosi. In particolare francescani e salesiani e più recentemente suore delle Figlie di Sant’Anna fondate in Italia dalla genovese Rosa Gattorno e che costruirono e gestirono numerose scuole, ospedali, case di riposo. Nell’800 e nel ‘900 si sono insediate soprattutto aziende commerciali condotte da italiani ed un certo numero di professionisti (architetti, ingegneri, medici). La qualità di queste presenze è stata però significativa ed ha contribuito allo sviluppo del Paese. Solo alcuni esempi: Alloisio Vittorio nato a Napoli, in Bolivia nel 1428. Ingegnere civile: a lui si devono molti lavori importanti, in particolare nella capitale La Paz. Balzan Luigi veneto, laureato in scienze naturali. Aderì alla Giovine Italia mazziniana e poi si trasferì in America Latina. Qui ebbe l’incarico dal Marchese Doria, presidente della Società Geografica Italiana e del Museo civico di storia naturale di Genova di compiere alla fine dell’800 un viaggio di esplorazione nelle regioni centrali dell’America del Sud e si fermò a lungo anche in Bolivia. Donò la sua raccolta di flora e fauna al Museo civico di Genova e preparò uno studio molto importante per la Società Geografica “Viaggio d’esplorazione nelle regione centrali del Sud America”. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 68 68 Quaderni di Casa America BOLIVIA Bertonio Ludovico di Lucca entrò nella Compagnia di Gesù. Si fermò presso il lago Titicaca alla fine del ‘500 e poi a Potosì. Si dedicò molto allo studio della lingua Aymara e lasciò diverse pubblicazioni. Bitti Bernardo di Camerino. Importante pittore della metà del ‘500. Visse a lungo in Bolivia dove lasciò il meglio della sua pittura. I fratelli Canepa originari di Chiavari (Genova). Furono importanti commercianti soprattutto a Tacna, Arica e in tutta la zona. Figlie di Sant’Anna. Molto presenti in Bolivia e in molti altri Paesi dell’America Latina. Rosa Gattorno, la sua fondatrice, era stata sposa, madre e vedova e si impegnò moltissimo in questa missione. Giannechini Doroteo, francescano originario di Lucca. Molto presente in Bolivia, autore di numerosi studi etnografici, linguistici e geografici. Levi Giorgina di Torino. Lasciò l’Italia nel 1939 a causa delle persecuzioni antiebraiche. Rimase in Bolivia dove insegnò e diede vita alla Società Garibaldi per contrastare la vecchie associazioni italiane monopolizzate dal Fascismo e che impedivano l’iscrizione a donne, ebrei e antifascisti. Ritornò in Italia e fu anche eletta parlamentare. Il suo libro “Avrei capovolto le montagne” è una testimonianza preziosa delle persecuzioni patite e del nuovo Paese incontrato. Linali Pietro originario di Lavagna (Genova). Si trasferì in Bolivia all’inizio del ‘900. Titolare di un’azienda di importazioni di macchinari ed equipaggiamento per l’industria mineraria. Fu presidente di società ed istituti culturali italiani. Lunardi Federico nato nel 1880 a Livorno. Ecclesiastico. Rimase 38 anni in America Latina con ruoli molto importanti e fu in Bolivia tra il 1936 e il ’39. Fu anche archeologo ed etnografo. Con i suoi lavori, le sue foto, le sue raccolte si diede vita a Genova al Museo Americanistico e all’Associazione italiana di studi americanistici. Rosazza (cognome originario della zona di Vercelli). Partirono per la Bolivia in diversi momenti 30 persone impegnate nei lavori di costruzione nelle miniere e nelle città. Salvietti (fratelli) in Bolivia all’inizio del ‘900. Titolari di aziende alimentari significative. Uno dei fratelli (Mario) partecipò in Italia alla Seconda Guerra Mondiale e poi alla Lotta di Liberazione. Infine Hilarión Daza Groselle, nato a Sucre da una famiglia di origini piemontesi, fu Presidente della Bolivia dal 1876 al 1879. Il Dizionario storico-biografico degli italiani in Ecuador e Bolivia di Luigi Guarnieri Calò Carducci cita poi questi nomi: Bandiera Domenico, Barbato Antonio, Barbato Mario e Alberto, Barbera Aldo, Benedetti Cesare Francesco, Beni Riccardo, Bertolusso Stefano, Bettella Paolo, Boschi Bartolomeo, Calabi Angelo, Ca- Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 69 Quaderni di Casa America 69 BOLIVIA rena Giovanni Pietro, Caroli Rodolfo, Cartesegna Domenico, Catelani Natale, Cattoretti Luigi Pietro, Cotta Renzo, Dalloli Bianca Guglielmino, Del Benino Nicolò, Fedele Antonio, Forgnone Gino, Forno Rinaldo, Ghezzi Luigi, Giordani Luigi, Guerriero Adamo Enrico, Leon De Cefis Enrico Camillo, Lorini Domenico, Maggio Antonio, Maldini Adami Gerardo, Mantegazza Paolo, Marzoli Nino, Mastrilli Nicola, Matraia Ricci Giovanni Giuseppe, Medoro Angelino, Miserocchi Aldo, Molinari Vittorio Aloisio, Nino Bernardino, Oliva Giovanni Anello, Orrico Francesco, Pacciardi Stefano Pietro, Palozzi Stefano, Pastorello Giuseppe, Pierini Francesco, Pifferi Sebastiano, Pizzi Enrico, Pulini Ilario Zefferino, Restivo Paolo, Tedesco De Col Eldo, Tolu Coco Giovanni Giuseppe,Vincenti Benedetto, Viola Anna Rita, Xandra Giovanni Battista, Zampa Giuseppe. A cura di R.S. Fonti: Guarnieri Calò Carducci, Luigi, Dizionario storico-biografico degli italiani in Ecuador e Bolivia, a cura dell’Istituto Italo-Latinoamericano, Il Mulino, Bologna 2001; Guarnieri Calò Carducci, Luigi, “L’emigrazione italiana in Bolivia dall’Unità alla fine del XX secolo: periodizzazione e caratteristiche” in Altreitalie n. 27, Torino 2003, pp. 53-76. Fondazione Casa America cambia sede! Dal 10 novembre Fondazione Casa America si è trasferita nella nuova sede in via dei Giustiniani, 12/4, assieme alle associazioni Amici di Casa America e Centro in Europa. Così, dopo quindici anni a Villa Rosazza, la Fondazione lascia il luogo che l’ha vista nascere e dal quale ha tratto il proprio logo. La nuova sede è ubicata nel centro di Genova e proprio su questa nuova centralità puntiamo per un rilancio delle nostre attività. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 70 70 Quaderni di Casa America BOLIVIA Bolivia nell’Expo Milano 2015 RIcaRdo g. - mIchel R. CAPO UNITÀ DI INTEGRAZIONE REGIONALE È opportuno spiegare che l’Expo di Milano è una delle esposizioni universali, che si tengono ogni 5 anni; esse hanno acquisito una grande importanza per il loro contributo all’umanità. È sufficiente l’esempio della Torre Eiffel, che è stata appunto costruita in occasione della fiera che si è tenuta a Parigi nel 1889. La prossima esposizione si terrà nell’anno 2015 nella città di Milano, Italia. Questo tipo di esposizioni si iscrivono presso l’Ufficio Internazionale delle Esposizioni (la cui sigla in inglese è BIE) ed hanno il fine di educare il pubblico dimostrando i progressi fatti in un ambito d’interesse universale e le prospettive per il futuro. Il tema dell’Expo Milano 2015 è stato intitolato “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” (Feeding the Planet, Energy for Life). L’Expo Milano 2015 ha l’obiettivo di dare una nuova visione alle esposizioni mondiali, una visione che rispecchi i tempi, senza perdere di vista le tradizioni, un nuovo concetto di esposizione. Ci si aspetta un’esposizione in cui i visitatori possano avere la loro propria esperienza cercando e selezionando i contenuti di loro interesse. In tal senso, l’Expo disporrà di 7 sottoargomenti, tra i quali ci sono: • Scienza e Tecnologia per la sicurezza e qualità alimentare (Science and technology for food safety, security and quality) • Scienza e Tecnologia per l’agricoltura e la Biodiversità (Science and technology for agricolture and biodiversity) • L’innovazione nella catena di fornitura agroalimentare (Innovation in the agro-food supply chain) • Educazione sull’alimentazione (Dietary education) • Alimenti per un migliore stile di vita (Food for better lifestyles) • Cibo e cultura (Food and culture) • Cooperazione e sviluppo negli alimenti (Cooperation and development on food) Allo stesso modo, in quest’occasione, viene integrato il concetto di Cluster per la partecipazione dei paesi. Vale a dire un padiglione condiviso da vari paesi, a differenza dei padiglioni suddivisi rispetto Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 71 Quaderni di Casa America 71 BOLIVIA alle aree geografiche. I Clusters dell’Expo di Milano sono suddivisi in base a temi in comune. In totale ci saranno 9 Clusters: Cereali e Tuberi, Riso, Caffè, Spezie, Cacao, Legumi, Bio-Mediterraneo, Zone Aride ed Isole. La Bolivia è stata invitata a far parte del Cluster sui Tuberi e Cereali insieme ad Haiti, Congo, Togo, Zimbabwe, Mozambico ed Iraq, che tutt’ora è in trattativa sulla sua partecipazione. Lo Stato Plurinazionale della Bolivia, considerando l’importanza della fiera e impiegandosi in un arduo lavoro di promozione, parteciperà realizzando uno stand d’esibizione del paese, che permetterà di esporre i valori nutrizionali della Quinoa Reale, dato che quest’ultima è stata catalogata come l’unico alimento vegetale che possiede tutti gli aminoacidi essenziali, Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 72 72 Quaderni di Casa America BOLIVIA oltre alle proprietà medicinali, elementi che noi riteniamo conformi alla tematica dell’Expo. Inoltre, si mostrerà la varietà e la ricchezza che ha il nostro paese per quanto riguarda i tuberi. Sono più di 300 le varietà di patate che possiede il nostro paese e che saranno rappresentate in questa fiera. Lo stand della Bolivia dispone di uno spazio espositivo di 90 metri quadri, in cui saranno rappresentate le varie regioni della Bolivia e le loro rispettive ricchezze, d’accordo con il cluster. Il progetto di quest’ultimo, è stato realizzato dal famoso artista Gastòn Ugalde, che si è impegnato nell’ideare uno scenario che mostri la ricchezza culturale e naturale del nostro paese. Lo spazio boliviano esporrà l’arte e la cultura boliviana, rappresentate con un design che coniuga la modernità con il folclore e la cultura del nostro paese, tramite l’utilizzo di elementi andini ed amazzonici. La Bolivia, con la partecipazione alla fiera, ha l’obiettivo di far conoscere le sue ricchezze naturali e la potenzialità del paese, nonché promuovere la sua cultura e le sue tradizioni. Lo Stato Plurinazionale della Bolivia sta facendo un grande sforzo nel partecipare all’esposizione senza scopi di lucro. Verranno realizzate diverse attività con l’obiettivo di promuovere i prodotti boliviani, così come il folclore e la cultura del nostro paese. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 73 Quaderni di Casa America 73 BOLIVIA Lo stand della Bolivia avrà delle esposizioni permanenti finalizzate a promuovere il turismo, mostrando le ricchezze naturali, le attività e le attrazioni che caratterizzano il nostro paese, come ad esempio il Carnevale di Oruro, di Tiahuanaco e di altre città. L’obiettivo principale della Bolivia nella partecipazione all’Expo di Milano sarà quello di cogliere al massimo quest’oc- casione per aprire i mercati nonché opportunità per i boliviani, perciò verranno realizzati diversi incontri di trattative, rispetto a vari prodotti, con l’intenzione di estendere il raggiungimento della maggior quantità di settori durante il periodo della fiera, con l’obiettivo di promuovere le esportazioni di prodotti boliviani verso il continente europeo e di attrarre investimenti nel nostro paese. Recentemente, a dicembre, si è preso parte nella IV Riunione dei Partecipanti all’Expo di Milano ed è stato possibile estendere la partecipazione del nostro paese sui temi della ricerca e dello sviluppo, attraverso accordi con istituzioni europee. Riteniamo che questa sia un’importante finestra verso il mondo per la Bolivia, e vi invitiamo a visitarci dal 5 maggio al 31 ottobre 2015 per apprezzare un po’ delle tante cose che la Bolivia può offrire. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 74 74 Quaderni di Casa America BOLIVIA Bolivia turistica Ruth Suxo maRtínez ESPERTA IN PROGETTI TURISTICI. VICEMINISTERO DEL TURISMO BOLIVIANO La Bolivia è un paese meraviglioso, adatto e sicuro per l’accoglienza dei visitatori, si caratterizza per l’ospitalità dei suoi abitanti e possiede un’eccezionale bellezza paesaggistica, culture e tradizioni per soddisfare i gusti e le preferenze di tutti i segmenti del mercato del turismo. Tra le principali destinazioni si evidenzia la vastità del Salar di Uyuni, il mitico lago Titicaca, i maestosi ghiacciai di Illimani e Sajama, le storiche e ricche architetture di Sucre, Potosí ed i tempi della Chiquitania; la ricchezza biologica delle foreste del Ma- La rotta del bufeo in Amazzonia. Huaqui. Lago Titicaca. Regata di barche a vela. didi ed il Tipnis, i Yungas e il Pantanal boliviano; godere dei centri urbani, della gastronomia, sperimentare le espressioni più tipiche della cultura vivente; conoscere la Bolivia significa perdersi nell’infinita ricchezza biologica, paesaggistica, storica e culturale. A livello ambientale, Bolivia fa parte degli otto paesi megadiversi del mondo, con circa il 75% della biodiversità, possiede 66 diversi ecosistemi tra i 112 che esistono al mondo; conta con 123 Aree Protette tra quelle nazionali, regionali e municipali che raggiungono un totale del 22% di tutto il territorio; fa parte del corridoio di conservazione biologica Vilcabamba – Amboro e per la sua importante umidità è stato classificato con 10 siti RAMSAR Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 75 Quaderni di Casa America 75 BOLIVIA Sport ad alto rischio nelle valli boliviane. tra cui i più rilevanti sono il lago Titicaca, il lago Poopo e il lago UruUru, il Pantanal boliviano, la laguna Concepción, la Cuenca de Tajzara e i laghi colorati della regione di Lípez Potosí. Inoltre, la Cordigliera Reale delle Ande dà luogo alla formazione dell’altopiano che evidenzia le maestose cordigliere di Apolobamba, La Paz, Tres Cruces, Frailes, Lípez, Carangas, Parcajes y Sabaya; e anche i Salares di Uyuni, Coipasa, che sono un’importante fonte di cibo, acqua, ossigeno, regolazione del clima, controllo biologico e rifugio di diverse specie di flora e fauna dell’altopiano boliviano. In Bolivia si può sperimentare una ricchezza infinita di cultura vivente che si riflette nella visione del mondo andino/amazzonico: mitologia, etnostoria, riti, arte tessili, abbigliamento, gastronomia, festività, musica e danza, tradizioni e costumi, che si manifestano in pratiche quotidiane di gruppi etnici, contadini interculturali e gli abitanti delle città. Un bradipo riposa tra le fronde. La “Ruta de la muerte”. Tragitto che comprende biking e altri spor estremi. È la culla di diverse civiltà americane tali come Viscachani, Wancarani, Mollo, Urus, Tiwanacotas, Señoríos di Pacajes, Carangas, Charcas, Soras, Quillacas, Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 76 76 Quaderni di Casa America BOLIVIA Due scorci del Parco Nazionale Avaroa Chichas, Lípez, per non parlare del fatto che dà luogo anche all’origine mitologico della cultura incaica. D’altra parte, l’epoca coloniale e repubblicana in Bolivia ha lasciato un patrimonio architettonico che è particolarmente evidente nelle città di Potosí e Sucre. Le eccezionali manifestazioni di arte e di cultura hanno portato l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cul- tura) a classificare e dare il titolo di patrimonio mondiale dell’umanità a: nel 1987 città di Potosí, 1991 Missioni Gesuitiche di Chiquitos, 1991 Città storica di Sucre, 1998 Fuerte di Samaipata, 2001 Parco Nazionale Noel Kempff Mercado, 2000 Taiwanaku: centro spirituale e politico della cultura Tiawanaku, 2001 Carnevale di Oruro, 2003, la cultura kallawaya, 2009. Con quanto esposto, la Bolivia vi invita a godere delle sue principali destinazioni turistiche tra cui il Lago Titikaka, Tiwanacu, Salar di Uyuni e Lagunas, Potosí – Sucre, Madidi – Pampas Amazzoniche, Missioni Gesuitiche, Oruro, La Cordigliera Reale, il Chapare, Cochabamba, Il Chaco, il Pantanal Boliviano, Nord Amazzonico e il percorso del Vino e Singani di Tarija, le città di La Paz, Cochabamba, Trinidad, Santa Cruz, Sucre e Potosí. In ciascuno degli angoli del paese potrete conoscere l’esperienza del turismo comunitario nelle sue molteplici sfaccettature: turismo rurale, turismo esperienziale, ecoturismo, turismo etnico e agriturismo, in una modalità di convivenza ed interazione con le comunità indigene originarie, contadini e gruppi interculturali, che hanno effettuato iniziative turistiche con attività specifiche di biking, canoyn, rafting e trekking. Per conoscere e godere del paese “Bolivia te espera” con le braccia aperte, per vivere il piacere delle culture, dei paesaggi e per condividere le tradizioni e costumi con i suoi abitanti. Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 77 Quaderni di Casa America 77 BOLIVIA La Bolivia vi aspetta Destinazione Bolivia lola SequeIRoS loRdemann - SuSana claVaRIno ROMA 2014, PRIMAVERA LATINO AMERICANA La Bolivia è una nazione situata al centro del Sud America, di cui può essere considerata il cuore palpitante e la sintesi geografica, fatta eccezione per la fascia marittima storica che le fu sottratta. È uno dei Paesi più affascinanti, autentici, indigeni, ricchi di tradizioni e con maggior biodiversità dell’America Latina. Ha 21 Parchi o Riserve Naturali, alte montagne che si ergono fino a 6.542 La città di Santa Cruz e un allevamento bovino. metri sopra il livello del mare. La Bolivia è attraversata dalla Cordigliera Orientale e Occidentale, caratterizzata da vulcani e fonti termali. Tra le due cordigliere, in un’area pianeggiante a quattromila metri di altezza, si trova l’altopiano boliviano. Queste sono le MONTAGNE NATURALI di El Valle de la Luna, nella regione di Mallaza, vicino a La Paz, che per la loro bellezza naturale hanno conquistato il quinto posto nella classifica dei luoghi più belli del mondo. Sull’altipiano si trova la sede del Governo, La Paz, la teleferica, l’imponente Illimani, il Lago Titicaca e le rovine della civiltà di Tiahuanaco, dove ogni anno si celebra il solstizio d’inverno, conosciuto come l’Anno Nuovo Andino, che saluta il ritorno del Sole dalla PORTA DEL SOLE, nel tempio di Kalassasaya. Notevole riserva di prodotti agricoli tradizionali quali i tuberi, il mais, la patata; la Bolivia è il Paese della QUINUA. In virtù delle caratteristiche nutritive di questo pseudo cereale andino, e del contributo e dell’importanza nell’economia delle popolazioni delle Ande, la Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 78 78 Quaderni di Casa America BOLIVIA Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 79 Quaderni di Casa America BOLIVIA 79 Quaderni Casa America 1-15_Layout 1 16/02/15 11.36 Pagina 80 80 Quaderni di Casa America BOLIVIA Indigeno “Callaguaya” FAO ha dichiarato il 2013 come Anno Internazionale della Quinua. Da questa regione si scende lungo Los Yungas (La Paz), bellissime ed enigmatiche valli mesotermiche, luoghi turistici in cui si pratica ogni genere di sport estremo, o dove è possibile immergersi in un ambiente di profondo silenzio e tranquillità. Un MONDO NUOVO, in cui ogni luogo del Paese offre un rifugio sicuro e tranquillo, con paesaggi straordinari in ogni regione, in grado di accogliere il visitatore offrendogli il meglio. Al di là della Cordigliera, nella Cordillera de Sama, si erge il Sajama, tra valli incredibili come quella di Tarija, solcata da gole di bellezza spettacolare, risultato naturale delle forti differenze di altitudine, per giungere in regioni come il Chaco Boliviano – Villa Montes, oppure Toro Toro o la Villa Imperial de Potosí, che in epoca coloniale era la città più cosmopolita e popolosa grazie alla vasta ricchezza del Cerro Rico. Oggi è un museo vivente delle miniere scavate nei fianchi delle montagne, o la Ciudad Capital dai quattro nomi, la Ciudad Blanca, Carcas, La Plata, Sucre. Nel territorio della Bolivia ci sono altre valli con clima temperato, per esempio Cochabamba, porta dell’Oriente, in cui le differenze di altitudine sono meno accentuate. In questa regione, da cui si entra in Amazzonia, è impossibile non meravigliarsi dei panorami paradisiaci, come il Pantanal Boliviano, o le rotte del Bufeo (un delfino d’acqua dolce), gli allevamenti di farfalle e molte forme di vita silvestre come la Paraba de cabeza colorada. Al sud della Bolivia nel Parco Nazionale Avaroa potrete scoprire luoghi dai grandi contrasti, trovare il Salar de Uyuni, Isla Pescado, la Puya Raymundi, la Laguna Verde e la Laguna Rosso “Laguna Colorada”. In Bolivia ci sono molte policrome danze e arti delle sue varie culture, che esprimono la loro evoluzione nel corso della storia; il sentimento delle popolazioni sia autoctone che creole, porta fino a voi le abitudini, i sentimenti, le stagioni di semina e raccolto… Ognuna di esse trasmette un unico messaggio: condividere con voi, con grande allegria, le speranze, i sentimenti e le emozioni più intime della Bolivia nella festa del “Carnaval de Oruro” dichiarata dall’ UNESCO “Patrimonio Orale e Immateriale della Umanità” e “Ichapekene Piesta” de San Ignacio de Moxos. Vi invitiamo a conoscere da vicino la Bolivia, che vi aspetta con un sorriso e il cuore aperto. www.Bolivia.trave/ www.boltur.gob.bo/ www.Tusoco.com/ www.educabolivia.bo/micrositios/nuevoCaleidoscopio/pueblos_indigenas.php