Prefazioni
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Prefazioni
Prefazioni La celebrazione del XVII Congresso Italo Latinoamericano di Etnomedicina non poteva non vedere coinvolta l’Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana che tra i propri compiti istituzionali svolge attività di tutela e valorizzazione delle piante officinali e di uso popolare. La riproposizione di utilizzazioni e modi di vita che vedono come protagoniste le piante, rappresenta un momento importante per far conoscere, nelle opportune sedi, le potenzialità spesso nascoste del mondo vegetale. In merito alla palma nana, per esempio, è stata istituita un’apposita Scuola dell’intreccio, presso la R.N.O. dello Zingaro, mentre le piantagioni delle piante officinali attuate in diverse sedi rappresentano campi sperimentali atte a saggiarne l’attecchimento e la produttività. La partecipazione al Congresso di Etnomedicina, pertanto si configura come momento di arricchimento culturale per la nostra Amministrazione ed il coinvolgimento con le Università ed il SILAE- Società Italo-Latinoamericana di Etnomedicina – rappresenta un ulteriore momento di sinergia tra Pubbliche Istituzioni che hanno interessi comuni. La cultura dell’uomo e dei popoli in ogni angolo della Terra si è formata ed evoluta attraverso le conoscenze del mondo vegetale, per cui gli studi e le ricerche di etnobotanica, etnomedicina e di etnofarmacologia, per esempio, potranno avvicinare culture diverse verso obiettivi comuni e le tematiche trattate in questo Congresso hanno trovato adeguato spazio tra le pagine della Collana Sicilia Foreste, fiduciosi che questo ambizioso progetto possa concretizzarsi. Dott. Agostino GATTO Redazione di Sicilia Foreste Il XVII Congresso Italo Latinoamericano Di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” è un importante evento a carattere internazionale istituito dalla Società ItaloLatinoamericana di Etnomedicina (SILAE). Questa Società è stata costituita allo scopo di promuovere le ricerche scientifiche nei settori che possono essere raggruppati sotto il nome di Etnomedicina e di coordinare le collaborazioni che da anni si sono sviluppate fra le Università italiane e quelle dell'America latina. Ritengo sia estremamente importante valorizzare le potenzialità delle piante medicinali e alimentari, ancora poco conosciute, proprie del Continente latinoamericano e di trovare un momento di scambio scientifico-culturale tra ricercatori italiani o europei e quelli latino-americani, con interessi comuni di ricerca nelle aree della medicina tradizionale. Questa iniziativa della SILAE si accorda con l'attività dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che è impegnata a valorizzare su basi scientifiche l'uso delle piante medicinali, tenendo conto che l'85% della popolazione mondiale ricorre all'uso della medicina tradizionale che, tra l'altro, assume una grande importanza nei paesi economicamente meno ricchi, come molti dei paesi latino-americani. Questo evento, sponsorizzato dalla SILAE e dall'Istituto Italo Latino Americano (IILA) di Roma, è organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo, con il Dipartimento di Chimica Organica “E. Paternò” e con il Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università degli Studi di Palermo, con il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università degli Studi di Salerno. Esso fa seguito a quelli tenuti, regolarmente a partire dal 1992 alternandosi annualmente in Italia e in un Paese dell'America Latina. Anche quest’anno il carattere multidisciplinare del Congresso si rispecchia nelle sei sessioni tematiche: • Alimentazione e salute • Antropologia • Biotecnologia • Chimica delle Sostanze Naturali • Etnobotanica e Etnomedicina • Etnofarmacologia e Farmacognosia Al Congresso sono state invitate personalità scientifiche di rilievo internazionale nei vari settori e per ogni sessione verranno presentati i nuovi risultati ottenuti nell'ultimo periodo dai ricercatori italiani e latino-americani. Prof. Maurizio BRUNO Presidente del Comitato Organizzatore Omaggio a Bernardino da Ucria, precursore della botanica medica a Palermo Nella seconda metà del Settecento, la botanica in Sicilia viveva della fama e dell’opera di due grandi figure che tra Seicento e Settecento avevano studiato compiutamente la flora della Sicilia facendola conoscere fuori dai confini della regione. Si tratta di Paolo Boccone (1633-1704) e di Francesco Cupani (16371714), quest’ultimo originario di Mirto. A Palermo, in quegli anni – alla scuola dei fratelli Clemente e Celestino Gazzarra presso il convento di S. Antonino – si formava Bernardino da Ucria (1739-1796) dei Frati Minori Riformati, al secolo Michelangelo Aurifici, nativo del piccolo centro dell’allora Val Demone. Nominato dimostratore delle piante del primo Orto botanico della Regia Accademia degli Studi, allestito pochi anni prima sul bastione di Porta Carini, per il suo legame con il vicerè Francesco D’Aquino principe di Caramanico fu il personaggio più incisivo per la realizzazione del nuovo Orto botanico, partecipando attivamente al suo impianto a partire dal 1789. Di questo assumerà di fatto la direzione, durante l’assenza dalla Sicilia del titolare Giuseppe Tineo, inviato a “perfezionarsi” nelle più prestigiose sedi italiane. Nello stesso anno porta a termine il disegno di descrivere le piante del nuovo Orto pubblicandole nel suo Hortus Regius Panhormitanus, la prima opera di botanica medica che vede la luce in Sicilia. Questa, ordinata secondo il sistema di classificazione di Linneo, introduce nell’Isola anche la nomenclatura binomia. Per le circa duemila piante trattate vengono riportati i nomi siciliani, nonché le proprietà farmacologiche e i possibili impieghi terapeutici. Il frate di Ucria indaga la flora della Sicilia, effettua viaggi sull’Etna e sulle Madonie e percorre buona parte del territorio facendo raccolte e osservazioni originali. Nel 1793 dà alle stampe un supplemento di 32 nuove specie, non pubblicate da Linneo. Fra queste figurano alcune piante endemiche che ancora oggi conservano il nome originariamente dato dal botanico ucriese. Ma la vera grande opera di Padre Bernardino è l’inedito trattato sui “semplici” in cui lo studioso riassume tutta la sua esperienza sui rimedi naturali. Si tratta di un corposo manoscritto disposto in tre tomi, redatto in latino, non sempre di facile interpretazione. Questo, per lungo tempo fu conservato presso lo stesso convento di S. Antonino e, successivamente, nella Biblioteca Nazionale del capoluogo siciliano, oggi Biblioteca Centrale della Regione. A distanza di oltre due secoli, quest’opera attende di essere adeguatamente divulgata. La sua trascrizione, traduzione e interpretazione richiedono competenze diversificate e risorse adeguate. Questo lavoro è stato già avviato. La seconda parte dedicata al Regno vegetale, datata 1775, è stata già definita (1); in fase avanzata è la trascrizione della parte dedicata al Regno animale; appena iniziato è invece la trascrizione di una terza dedicata al Regno minerale. Questo XVII Congresso di Etnomedicina, dedicato proprio a Bernardino da Ucria, ci offre un forte stimolo per far luce sul lavoro dell’umile frate. Con tale auspicio, esprimo la mia gratitudine alla Società Italo-Latinoamericana per avere preferito Palermo come sede congressuale, consentendoci così di ricordare la figura del più celebre “dimostratore delle piante” che abbia avuto il nostro Orto botanico. Prof. Francesco Maria RAIMONDO Direttore dell’Orto Botanico dell’Università Referenze 1. Raimondo FM, Mazzola P, Mineo C. 2000. De Regno Vegetabile, pars secunda. Opus patris Bernardini ab Ucria. Opera inedita del 1775. Riassunti 95°Congresso SBI (Messina): 170. Index Indice Índice general Autorità del Congresso e della SILAE Programma Etnofarmacologia e farmacognosia Plenary Orali Alimentazione e salute Plenary Orali Antropologia Plenary Orali Etnobotanica ed etnomedicina Plenary Orali Chimica dei prodotti naturali Plenary Orali Biotecnoogia Plenary Orali Conclusione Plenary Poster Indice degli autori 6 7 15 19 33 34 41 44 49 51 63 67 81 84 87 91 297 Autorità del Congresso e della SILAE Presidente SILAE Wagner Vilegas Vice Presidente SILAE Massimo Curini Comitato Organizzatore Presidente Maurizio Bruno Componenti Francesco Maria Raimondo Luca Rastrelli Sergio Rosselli Vivienne Spadaro Antonella Maggio Comitato Scientifico Massayoshi Yoshida Wagner Vilegas Juan Garbarino Plutarco Naranjo Francesco De Simone BRASILE BRASILE CILE ECUADOR ITALIA Paola Vita Finzi Massimo Curini F. Cabieses Molina J. Mendez Blanco ITALIA ITALIA PERU' VENEZUELA Comitato Internazionale Teresita Di Bernardi Aníbal Amat Luis Morales Escobar Susana Leitão Wagner Vilegas Marisa Piovano Jose Luis Martinez Rubén Torrenegra Mariano Chica Barrios Silvia Quesada Omany Cuesta Rubio Gabbino Garrido Susana Abdo Ximena Chiriboga Armando Cáceres Amarillis Saravia Inés Ruiz ARGENTINA ARGENTINA BOLIVIA BRASILE BRASILE CILE CILE COLOMBIA COSTARICA COSTARICA CUBA CUBA ECUADOR ECUADOR GUATEMALA GUATEMALA HONDURAS Francesco De Simone Paola Vita Finzi Massimo Curini López Bárcena Joaquín Mejía Sibaja Guadalupe Torres Molina Jorge Mirìe Medina Ernesto Medina Enrique Murillo Mahabir Gupta Isabelle Basualdo Fernando Quevedo Ricardo Guerrero L. Germosén-Robineau Patrick Moyna Jeannette Méndez Maria Gualtieri ITALIA ITALIA ITALIA MESSICO MESSICO MESSICO NICARAGUA NICARAGUA PANAMA PANAMA PARAGUAY PERÚ PORTORICO S. DOMINGO URUGUAY VENEZUELA VENEZUELA 6 PROGRAMMA XVII CONGRESSO ITALO LATINOAMERICANO DI ETNOMEDICINA “BERNARDINO D’UCRIA” Palermo 16-20 Settembre 2008 MARTEDÌ 16 Settembre 2008 ore 18:30 ore 18:45 ore 20:15 ore 21:00 Apertura dei lavori Saluto del Presidente del Comitato Organizzatore e delle Autorità Lezione inaugurale Prof. Giuseppe Silvestri - Magnifico Rettore dell’Università di Palermo Esposizione dei poster nei viali dell’Orto Botanico di Palermo Cocktail di Benvenuto presso l’Orto Botanico di Palermo MERCOLEDÌ 17 Settembre 2008 ETNOPHARMACOLOGY E PHARMACOGNOSY ETNOFARMACOLOGIA E FARMACOGNOSIA ETNOFARMACOLOGÌA Y FARMACOGNOSIA Chairman: prof. F. De Simone PL 01 ore 9:00 Prof. Hermann Stuppner - University of Innsbruck - AUSTRIA Drug discovery from plants - Ethnopharmacological approaches and virtual screening techniques Chairman: prof. B. Badilla O 01 ore 9:45 Ma. Teresa Alvarez Ramírez, Rafael Salgado Garciglia, Luis José Flores Alvarez. Efecto de la infusión del pericarpio de Citrus sinensis y el fruto total de Piper nigrum L. en la curación de la viruela aviar en Gallus gallus. O 02 ore 10:00 Ciangherotti Carlos, Pimentel Adriana, Usubillaga Alfredo, Cegarra Jesus, Orsini Giovannina, Salazar-Bookaman Margarita. Efecto del extracto acuoso de la raíz y partes aéreas de Ruellia tuberosa L. sobre el daño inducido por alta concentración de glucosa en células vero O 03 ore 10:15 María Araque, Fanny González, Francy Hernández, Luís Rojas Composición química y actividad antibacteriana del aceite esencial de Montanoa quadrangularis Sch. O 04 ore 10:30 Bernardo Chataing, Alfredo Usubillaga, Alexis Valentin Actividad citotóxica de α-Solamargina sobre las células del melanoma A375 humano in vitro y el melanoma B16/F1 en ratones C57/BL6 O 05 ore 10:45 Zurita-Valencia Wendy, Alejandra Hernández García, Bello-González Miguel A., Molina-Torres Jorge, Álvarez Ramírez Ma. Teresa, Martínez-Pacheco Mauro, GarcíaChávez Abraham y Salgado-Garciglia Rafael Antifungal activity of the ethanolic extract of Satureja macrostema (nurite) on Sporotrix schenckii 6 ore 11:00 ore 11:15 O 06 Dulce Maria Gonzales Mosquera, Liliana Vicet Muro, Hoa Nguyen Thi Thanh, Armando Cuéllar Cuellar, Yannarys Hernández Ortega Evaluación de la actividad antiinflamatoria de un crudo obtenido a partir del extracto acuoso de Capraria biflora, L. Coffee Break Chairman: prof. W. Vilegas PL2 ore 11:45 Suzana Guimarães Leitão - Universidade Federal do Rio de Janeiro - BRAZIL Brazilian plants with antimycobacterial activity Chairman: prof. F. Echeverri O 07 ore 12:30 Adriana Pimentel, Iriana Zambrano, Jais Nieves, Felipe Sojo, Héctor Rojas, Alirica I. Suarez, Reinaldo Compagnone, Francisco Arvelo y Gustavo Benaim Effect of agelasina B on the intracellular calcium mobilization in breast cancer cells (MCF-7) O 08 ore 12:45 Tapia-Rodríguez Aurelio, Cortés-Rodríguez Marco A., Hernández-García Alejandra, Macías-Rodríguez Lourdes I., Álvarez-Ramírez Ma. Teresa, Martínez-Pacheco Mauro, García-Chávez Abraham y Salgado-Garciglia Rafael In vitro antifungal activity of ethanolic extract of Artemisia ludoviciana ssp. mexicana on Botrytis cinerea O 09 ore 13:00 Jaramillo Ximena, Ojeda Santiago, Guerrero Trotsky Inhibición de -glucosidasa y -amilasa a partir de los extractos totales de Justicia colorata, Artocarpus altilis y Adiantum poiretii O 10 ore 13:15 Ma. Teresa Alvarez Ramírez, Rafael Salgado Garciglia y Luis José Flores Alvarez Efecto antibacteriano de la infusión de raíces de Perezia tyrsoidea en la tifoidea aviar experimental en Gallus gallus comercial O 11 ore 13:30 Díaz, L.E., Medina A.L., Marti-Mestres, G., Vian L. Actividad citotóxica, fototóxica y antioxidante de extractos acuosos de plantas de los Andes venezolanos PAUSA PRANZO ore 13:45 FOOD AND HEALTH ALIMENTAZIONE E SALUTE ALIMENTACIÒN Y SALUD Chairman: prof. C. Pizza PL 03 ore 15:00 Giovanni Dugo – Università di Messina - ITALIA Metodi cromatografici multidimensionali in chimica degli alimenti 6 Chairman: prof. A. Souza-Brito O 12 ore 15:45 Méndez-Corao G, Carpio E, Pérez E, Fermin G Actividad antioxidante y contenido de polifenoles en la fruta de granada (Punica granatum L), guayaba (Psidium guajava L.) y mora (Rubus sp) O 13 ore 16:00 Noemí Waksman, Jonathan Pérez-Messeger, Aurora Garza-Juárez, Ricardo SalazarAranda, María de la Luz Salazar-Cavazos Diferentes metodos analíticos para el control de calidad de productos herbolarios O 14 ore 16:15 Pardo R.B., Matioli L., Osaka D.M., Nagai L., Simoni A.G., Thomaz A.G., Rocha E.P., Meneguim G.A.O., Guimarães P.H.L.C., Murari C.S., Omura M.H., Paris A., Escouto L.F. Habits of consumption of UHT milk after chemical frauds in Brasil: a matter of education O 15 ore 16:30 Ciampi E., Alonzo G., Sinacori A. The determination of polyphenols content in white mulberry leaves O 16 ore 16:45 Teresita Di Bernardi, Ivan Romero, S.M. Carpano y, E. D. Spegazzini Analítica micrográfica de las semillas de Chenopodium quinoa Willd. “quinoa” Chenopodiaceae Coffee Break ore 17:00 ANTHROPOLOGY ANTROPOLOGIA ANTROPOLOGIA Chairman: prof. Aurelio Rigoli PL 04 ore 17:30 Marta Alicia Crivos - CONICET – UNLP - ARGENTINA Estudio etnográfico de las relaciones hombre-entorno vegetal en el contexto de las estrategias de búsqueda de la salud en dos regiones de Argentina O 17 ore 18:15 Costa, R. C., Nunez, C. V Identificación de las plantas medicinales utilizadas en el asentamiento Tarumã-Mirim (Amazonas Brasil) O 18 ore 18:30 Adriana Gómez Aiza, Sergio Sánchez Vázquez, Laura Gómez Aiza Galenic dialogue? Biomedicine and tradicional medicine in Mexican indigenous contexts O 19 ore 18:45 Nunez, C. V., Costa, R. C. Plantas medicinales usadas por los indios Arara, Volta Grande do Xingu, Pará, Brasil GIOVEDI’ 18 Settembre 2008 ETHNOBOTANY E ETHNOMEDICINE ETNOBOTANICA E ETNOMEDICINE ETNOBOTANICA Y ETNOMEDICINA 6 Chairman: prof. V. Castro Araya PL 05 ore 9:00 Ana Ladio y Soledad Molares - Universidad Nacional del Comahue- ARGENTINA Etnobotánica de las plantas medicinales de la Patagonia Argentina usadas contra dolencias gastrointestinales ore 9:45 ore 10:00 ore 10:15 ore 10:30 ore 10:45 O 20 José Miguel Andrade, Chabaco Armijos, Omar Malagón, Vladimir Morocho, Hernán Lucero, Paola Vita Finzi, Giovanni Vidari, José Cartuch Estudio etnobotánico de las plantas medicinales empleadas por Yurak hampi yachakkuna (hierbateros), Rikuy hampi yachakkuna (visionarios), Kakuy hampi yachak (sobador) y Wachak hampi yachak (partera) de la etnia Saraguro - Ecuador O 21 Fabio Cabezas, Andrés Yanza, Santiago Martínez, Carles Codina, Jaume Bastida y Francesc Viladomat Fuentes naturales de Galantamina en cuatro especies Colombianas de Amaryllidaceae, metabolito utilizado en el tratamiento de la enfermedad de Alzheimer. O 22 Menghini L, Epifano F., Leporini L, Luzzi R, Tammaro F, Curini M Protocol for cultivation and chemotypes differentiation of wild gentian populations on Gran Sasso and Monti della Laga Park O 23 Deborah Quintanilha Falcao, Edilaine Rijo Costa, Ricardo Machado Kuster, Francoise Nielloud, Laurence Vian and Fabio de Sousa Menezes Calceolaria chelidonioides Humb. Bonpl. & Kunth.: new galenic formulations against Herpes Simplex Types I and II Coffee Break Chairman: prof. M. Curini PL6 ore 11:15 Maurizio Grandi - La Torre - ITALIA Le piante e l’apoptosi O 24 ore 12:00 Roberto Campos Navarro Aproximación descriptiva y analítica al empacho en Bolivia O 25 ore 12:15 J. A. González-Lavaut, S. Prieto-González, K. González-García, M. García-Torres, R. Monteagudo, O. Gordo-Álvarez, N. García-González, O. Fidalgo, A. Álvarez-Reyes Evidencia científica del uso etnomedico antiviral de especies vegetales de Cuba O 26 ore 12:30 Fernando Tammaro Il Narciso (Narcissus poeticus L., Amaryllidaceae), dal mito dei poeti classici alle recenti applicazioni dei suoi principi attivi in cosmesi ed in medicina. PAUSA PRANZO ore 12:45 ore 15:00 ore 15:30 Trasferimento in pullmann dei signori partecipanti all’Orto Botanico SESSIONE POSTER ORTO BOTANICO 6 ore 17:30 Visita guidata all’orto botanico ore 19:00 Spettacolo di musica tradizionale offerto dal Centro Internazionale di Etnostoria ore 21:00 Cena all’Orto Botanico VENERDI’ 19 Settembre 2008 CHEMISTRY OF NATURAL PRODUCTS CHIMICA DELLE SOSTANZE NATURALI QUIMICA DE PRODUCTOS NATURALES Chairman: prof. A. Nuñez PL7 ore 9:00 Prof. Giovanni Vidari – Università di Pavia - ITALIA Violet-perfuming chemistry: new synthetic ionone odorants with increased odour potency Chairman: prof. G. Romussi O 27 ore 9:45 Alfredo Usubillaga, Rosa Aparicio, Yndra Cordero, Agni Saavedra. Hemisynthesis of ent-15-oxo-kaur-16-en-19-oic acid from ent- kaur-16-en-19-oic acid O 28 ore 10:00 Nicoletta Faraone, Sergio Rosselli, Antonella Maggio, Maurizio Bruno, Vivienne Spadaro Natural products and derivatives from Ferulago campestris [Apiaceae] O 29 ore 10:15 María Gualtieri, Maria Luisa Di Bernardo, Maria Ysabel García, Nurby Ríos, Ciro Villalobos, Yilen Fung, Néstor Uscátegui, Frank Sosa, Maria del Carmen Araque, Silvio Barreto Composición química y actividad antibacteriana del Schinus molle O 30 ore 10:30 Maria Carla Marcotullio, Claudio Santi, Gildas Norbert Oball-Mond Mwankie, Massimo Curini. Phytochemical study of Commiphora erythraea O 31 ore 10:45 Sosa-Moreno, Adakarleny y Rosquete-Porcar, Carmelo Un biflavonoide aislado de los tallos de Bauhinia cumanensis H.B.K. Coffee Break ore 11:00 Chairman: prof. N. De Tommasi PL8 ore 11:30 Prof. Oscar Manuel Cóbar Pinto - University of San Carlos – GUATEMALA Marine natural products in Guatemala Chairman: prof. J. Mendez 6 ore 12:15 ore 12:30 ore 12:45 ore 13:00 ore 13:15 ore 13:30 ore 13:45 O 32 Cinzia Lotti; Anna Lisa Piccinelli; Osmany Cuesta Rubio; Francesco De Simone; Luca Rastrelli Chemical investigation of red brazilian propolis O 33 Noriega M, Rojas L y Usubillaga A. Estudio de los componentes volátiles de las hojas de Ambrosia cumanensis H.B.K. que crece en el Estado Mérida. Venezuela. O 34 Benavides A., Napolitano A., Bassarello C., Carbone V., Fuertes C., Piacente S., Pizza C. Studio chimico-analitico di una specie vegetale della selva amazzonica: il Croton baillonianus (Euphorbiaceae) O 35 L. Torras, I. Berkov, J. Bastida, C. Codina, F. Viladomat Identification of Amaryllidaceae alkaloids in Pancratium canariense by GC-MS O 36 Severina Pacifico, Antonella Maggio, Maurizio Bruno Nuovi metaboliti aromatici ad attività antiossidante da Carex distachya O 37 Alfredo Usubillaga, Rosa Aparicio, Yndra Cordero, Agni Saavedra. Synthesis of glucosyl esters of kaurenic acid, 15-oxo-kaur-16-en-19-oic acid, and 15αacetoxi-kaur-16-en-19-oic acid. PAUSA PRANZO BIOTECHNOLOGY BIOTECNOLOGIA BIOTECNOLOGÌA Chairman: prof. P. Vita Finzi PL9 ore 15:00 Prof. Ernesto Reverchon - Università di Salerno - ITALIA Supercritical Fluid Extraction: Application to herbal Medicine O 38 ore 15:45 Martínez-Sotres M.C. y López-Albarrán P. Evaluación de la actividad antifúngica de Dalgerbia granadillo Pittier para el diseño asistido por química computacional de preservantes para madera Coffee Break ore 16:00 Chairman: prof. R. Noto PL10 ore 16:30 Prof. Bruno Botta - Sapienza Università di Roma ITALIA Chemistry and biotechnology: novel routes to etoposide-type anticancer drugs Consegna del Premio Etnopharma al miglior contributo orale di un giovane ore 17:15 ricercatore PL11 ore 17:45 Prof. Dr. Alberto J. Núñez-Sellés - Centro de Química Farmacéutica – CUBA Phytomedicine: to be or not to be? ore 19:00 Riunione Soci SILAE 6 ore 21:00 Cena Sociale presso lo Splendid Hotel La Torre SABATO 20 Settembre 2008 VISITA AL PARCO DELLE MADONIE 6 Etnopharmacology and Pharmacognosy Etnofarmacologia e Farmacognosia Etnofarmacología y Farmacognosia 6 6 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 1 Drug discovery from plants – Ethnopharmacological approaches and virtual screening techniques Hermann Stuppner Institute of Pharmacy/Pharmacognosy, Center for Molecular Biosciences, University of Innsbruck, Innrain 52c, A-6020 Innsbruck, Austria. The potency of plants to treat and cure human diseases is well known and has been for living memory. Even today, in the 21st century approximately 70% of the world’s population relies on plants as their primary source for health care [1]. Plants are used as herbal remedies, but also as source for purified compounds, and as starting materials for chemical modifications. According to a recent survey by Newmann et al. [2] approximately 60% of small–molecule new chemical entities introduced worldwide during 1981-2006 can be traced to or were inspired by natural products. During 2000–2006 a total of 26 plant-based drugs were launched and at present about 90 plant-derived compounds are in clinical trials [3]. The global market for plant-derived drugs was estimated at $19 billion in 2006 and is expected to grow to nearly $26 billion by 2011 [4]. Since only 10–15% of plant diversity has been explored for their pharmaceutical purpose so far and many plants were investigated decades ago, when techniques were relatively crude, the plant kingdom seems to be still a promising source for bioactive molecules. However, it remains an exciting challenge to target and efficiently select lead (active) compounds from the multitude and biodiversity of natural products. Drug discovery from plants faces many problems including legal and logistical difficulties concerning procurement of plant materials. Phytochemical analysis of the natural material, isolation and identification of the constituents is a very time consuming procedure. Biological screening of extracts and isolated metabolites is feasible and often performed, but very often not at all a focused procedure, thus unpractical and too expensive. Hence the NPs’ diversity has to be accessed in a more rational way and straightforward strategies have to be introduced into the drug discovery process from plants [5]. For the efficient discovery of plant constituents with interesting pharmacological properties we combine classical pharmacognostic methods (bioassay-guided fractionation, ethnopharmacological approach) and modern in silico tools. The latter include the prediction of bioactive constituents (i.e. virtual hits) by means of pharmacophore-base virtual screening (VS) and docking. Access is provided for three in-house generated 3D multiconformational databases, which are basic requirements for the VS process: The NP-database consists of more than 110.000 15 NPs, the DIOS database contains more than 9.000 NPs originating from the ethnopharmacological source ‘de material medica’ by Pedanius Dioscorides (1st cent. AD) and the TCM database comprises approximately 10.000 constituents of plants used in traditional Chinese medicine. Some basic principles, requirements and limitations of virtual screening strategies are demonstrated. Their applicability in the drug discovery process will be illustrated with some examples of ongoing projects. Acknowledgements: Parts of this work are supported by the Austrian Science Fund P18379 References 1. World Health Organization (2003) WHO Guidelines on Good Agricultural and Collections Practices (GACP) for Medicinal Plants. World Health Organization, Geneva. 2. Newman, D. et al. (2007), J Nat Prod. 70 461-477 2007 3. Saklani A. et al (2008), Drug Discovery Today, 13, 161-171 4. McWilliams, A. (2003) B-121N Plant-Derived Drugs: Products, Technology, Applications BBC, Research (http://www.bbcresearch.com) 5. Rollinger, J. et al. , Planta Med 2006, 72, 671-678 16 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 2 Brazilian plants with antimycobacterial activity Suzana Guimarães Leitão Faculdade de Farmácia, Universidade Federal do Rio de Janeiro, Centro de Ciências da Saúde, Bl. A, 2o andar, Ilha do Fundão, Rio de Janeiro, RJ, Brazil, [email protected] . Tuberculosis (TB) is a systemic disease caused by Mycobacterium tuberculosis, the alcohol-acid resistant bacillus, discovered by Robert Koch more than 120 years ago. Despite the discovery of very effective drugs against it more then 40 years ago, it still remains a serious health problem in many regions of the world, specially in developing nations (Lall: Meyer, 1999). Currently, almost one third of the world population is infected with M. tuberculosis, and each year 2-3 million people die from it (Newton et al., 2002). It is estimated that between the years 2000 and 2020 nearly one billion people will be newly infected, 20 million will develop TB and 35 million will die from the disease (WHO, 2000). It is estimated that in Latin America approximately 600.000 new cases of tuberculosis occur per year. Brazil, with c.a. 129.000 new cases per year, ranks the 13º position within other 22 countries with high-burden of TB incidence. In the past 5 years several reports and review articles appeared in the literature about medicinal plants and natural products with antimycobacterium activity (Okunade et al., 2004; Copp, 2003; Newton et al., 2002; Cantrell et al., 2001). Over 350 natural products, mainly from plant species have been assessed for their antimycobacterial activities (Newton et al., 2002). A number have demonstrated significant in vitro antimycobacterial activity and active plantderived compounds belonging to various chemical classes have been isolated (Newton et al., 2002). In this way, we initiated a search for anti-mycobacterium activity of some plant extracts against Mycobacterium tuberculosis (ATCC-27294 H37Rv), by the Alamar Blue test (Franzblau et al., 1998). Two approaches have been used: simple screening of plant extracts available at our laboratory, and the ethnopharmacological approach. Until now, a total of 88 ethanolic crude extracts and fractions (hexane, dichloromethane, ethyl acetate and n-butanol) from Brazilian plants were assayed at a fixed concentration of 100 μg/ml. Out of the assayed extracts, some presented antimycobacterial activity at this concentration (Leitão et al., 2006). All extracts were simultaneously assayed by the Alamar Blue Test at the two microbiology laboratories (Fiocruz, Rio de Janeiro and FURG, Rio Grande do Sul), in order to assure an interlaboratorial control. The isolation and identification of biologically active methoxy-flavones, triquinane type sesquiterpenes, triterpenoids and steroids from the genera Lippia, Lantana and Anemia will be discussed. Also, there will be discussed results obtained from an ethnopharmacological survey 17 among the “Quilombolas” group from Oriximiná, Pará State, as well as among medicinal plant dealers in the cities of Petropolis and Nova Friburgo, at Rio de Janeiro State. Financial support: CNPq, FAPERJ. References 1. Cantrell CL, Franzblau SG, Fischer NH 2001. Antimycobacterial plant terpenoids. Planta Medica 67:685-694. 2. Copp, BR 2003. Antimycobacterial natural products. Nat. Prod. Rep. 20: 535-557. 3. Franzblau SG, Witzig RS, McLaughlin JC, Torres P, Madico G, Hernandez A, Degnan MT, Cook MB, Quenzer VK, Ferguson RM, Gilmam RH. 1998. Rapid, low-technology MIC determination with clinical Mycobacterium tuberculosis isolates by using the microplate Alamar Blue assay. J. Clin. Microbiol. 36: 362-366. 4. Leitao, SG, Castro, O, Fonseca, EN, Julião, LS, Tavares, ES, Leo, RRRT, Vieira, RC, Oliveira, DR, Leitão, GG, Martino, V, Sülsen, V, Barbosa, YAG, Pinheiro, DPG, Silva, PEA, Teixeira, DF, Neves Junior, I, Lourenço, MCS; Screening of Central and South American Plant Extracts for Antimycobacterial Activity by The Alamar Blue Test. Revista Brasileira de Farmacognosia. , v.16, p.6 - 11, 2006. 5. Lall N, Meyer JJM 1999. In vitro inhibition of drug-resistant and drug-sensitive strains of Mycobacterium tuberculosis by ethnobotanically selected South African plants. J. Ethnopharmacol. 66: 347-354 6. Newton SM, Lau C, Wright CW 2000. A review of antimycobacterial natural products. Phytother. Res. 14: 302-322. 7. Newton SM, Lau C, Gurcha SS, Besra GS, Wright CW 2002. The evaluation of forty-three plant species from in vitro antimycobacterial activities; isolation of active constituents from Psoralea corylifolia and Sanguinaria Canadensis. J. Ethnopharmacology 79: 57-67. 8. Okunade AL, Elvin-Lewis MPF, Lewis WH 2004. Natural antimycobacterial metabolites: current status. Phytochemistry 65: 1017-1032. 9. WHO 2000, WHO Tuberculosis Fact Sheet 2000; No. 104. 10. WHO, Global Health Atlas, http://www.who.int/globalatlas, accessed on July 27th, 2005. 18 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 01 Efecto de la infusión del pericarpio de Citrus sinensis y el fruto total de Piper nigrum L. en la curación de la viruela aviar en Gallus gallus Ma. Teresa Alvarez Ramírez1, Rafael Salgado Garciglia2, Luis José Flores Alvarez 1 1Lab. Parasitología y Nutrición. Fac. Biología, Edif. B4. 2Lab. Biotecnología vegetal. IIQB. Edif. B3. Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Ciudad Universitaria, C.P. 58060, Morelia, Michoacán, MÉXICO. La viruela aviar, es una enfermedad inflamatoria aguda, causada por un poxvirus que afecta piel y endotelios de aves, anualmente produce una alta mortalidad en aves domésticas de traspatio, principalmente aquellas que portan el gen cuello desnudo (Na). Por otro lado, se ha observado que los flavonoides presentes en Citrus sinesi (1), y los terpenoides además de otros metabolitos secundarios presentes en el fruto de Piper nigrum pueden contribuir en la curación de la viruela aviar (2,3). El objetivo de este trabajo fue valorar los efectos de las infusiones de pericarpio de C. sinensis y fruto total de P. nigrum en la viruela aviar. El diseño fue al azar, con 6 grupos con 10 repeticiones cada uno, grupos: 1Nana y 2nana problema, 3Nana y 4nana control, 5Nana y 6nana blancos. Con un nivel de signficancia del P<0.05. Los resultados en ANDEVA y Tukey mostraron diferencia estadísticas de P<0.01 entre grupo problema respecto al grupos controles en relación en el número de lesiones, biometría hemática, respuesta inmune celular, índice de morbilidad y mortalidad. Se concluye que la combinación de metabolitos secundarios de ambas plantas contribuyeron en la recuperación de las aves, a diferencia de las que no recibieron el tratamiento, grupo que presentó una mortalidad (70%), morbilidad considerable y sus paramétros hemáticos y respuesta inmune célular afectados. References 1. González-Gallego J, Sánchez-Campos S, Tuñón MJ. 2007. Anti-inflammatory properties of dietary flavonoids. Nutr Hosp.22:287-293 2. Lin Z, Liao Y, Venkatasamy R, Hider RC, Soumyanath A. 2007.Amides from Piper nigrum L. with dissimilar effects on melanocyte proliferation in-vitro. J Pharm Pharmacol.59:529-536. 3. Pathak N, Khandelwal S. 2007.Cytoprotective and immunomodulating properties of piperine on murine splenocytes: an in vitro study. Eur J Pharmacol.3:160-170. 19 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 02 Efecto del extracto acuoso de la raíz y partes aéreas de Ruellia tuberosa L. sobre el daño inducido por alta concentración de glucosa en células vero Ciangherotti Carlos1, Pimentel Adriana1, Usubillaga Alfredo2, Cegarra Jesus3, Orsini Giovannina4, Salazar-Bookaman Margarita1 Unidad de Cultivo Celular, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela, Caracas, Venezuela. Instituto de investigaciones, Facultad de Farmacia, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. 3 Herbario (MER), Facultad de Ciencias Forestales y Ambientales, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. 4 Herbario Ovalles Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela, Caracas, Venezuela. 1 2 La Ruellia tuberosa L. es conocida en Venezuela como yuquilla y es utilizada para el tratamiento de la diabetes. Nosotros demostramos que el extracto acuoso de la raíz de la R. tuberosa L. posee actividad antidiabética en modelos animales.1 Asimismo, los extractos acuosos (raíz y partes aéreas) han mostrado actividad antioxidante in vitro.2 En la diabetes uno de los tejidos más afectados por la glucotóxicidad es el riñón, el aumento del estrés oxidativo, de la secreción de citoquinas y de la síntesis de proteínas de matriz extracelular inducen hipertrofia y la muerte celular.3-6 Con el propósito de evaluar el posible papel protector renal de los extractos acuosos de la raíz (RTr) y partes aéreas (RTa) de R. tuberosa L. en la diabetes, se realizó un ensayo de glucotoxicidad in vitro en células vero.7 Brevemente, las células se incubararon (5% CO2 a 37ºC), bajo un ambiente de 5 mM de glucosa por 24 h. El medio es removido y reemplazado por medio completo con el siguiente esquema de tratamientos: pozos controles, 8 mM de glucosa; pozos alta glucosa, 50 mM de glucosa; pozos RTr (concentraciones crecientes), pozos alta glucosa + RTr, pozos RTa (concentraciones crecientes) y pozos alta glucosa + Rta. bajo estas condiciones las células son cultivadas (5% CO2 a 37ºC) durante 72 horas. Para evaluar la supervivencia celular se realizó el método de Mosmann, en donde se añade MTT a cada pozo de la placa y se incuba por 3 h. Se elimina el sobrenadante y la monocapa se disuelve con DMSO y luego se lee en un lector de ELISA a 570 nm. Las células Vero cultivadas con 50 mM de glucosa disminuyeron significativamente su viabilidad comparadas con el control de 8 mM de glucosa. Este efecto citotóxico fue inhibido por ambos extractos de R. tuberosa L. Lo que sugiere que el tratamiento con estos extractos pueden ser útil en la prevención del daño renal en la diabetes, por lo que estudios in vivo son necesarios para respaldar esta hipótesis. Referencias 1. Ciangherotti C, et al. 2006. XV Cong. Italo-Latinoam. di Etnomed. “Ivano Morelli”. Perugia, Italia. 2. Varela M, et al. 2007. XVI Cong. Italo-Latinoam. de Etnom. “Carlo Spegazzini”. La Plata, Argentina. 3. Kanwar Y, et al. 2005. Cell Biology of Diabetic Kidney Disease. Nephron Exp Nephrol. 101:E100-E110. 4. Schrijvers B, De Vriese A, Flayvbjerg A. 2004. Endocrine Reviews. 25(6):971–1010. 20 5. 6. 7. Lee H, Yu M, Yang Y, Jiang Z, Ha H. 2003. J Am Soc Nephrol. 14: S241–S245. Mason RM, Wahab NA. 2003. Am Soc Nephrol. 14(5):1358-73. Kannan K, Jain S. 1994. Horm metab res. 26:322-325. 21 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 03 Composición química y actividad antibacteriana del aceite esencial de Montanoa quadrangularis Sch. María Araque, Fanny González, Francy Hernández, Luís Rojas Departamento de Microbiología y Parasitología, Laboratorio de Bacteriología Clínica, Facultad de Farmacia y Bioanálisis (ULA) Mérida-Venezuela La constante búsqueda de sustancias con actividad antibacteriana en fuentes no tradicionales como las plantas superiores es importante, porque existe la posibilidad de encontrar principios activos con buena actividad antimicrobiana1. Es por ello, que en este estudio se determinó la composición química y la actividad antibacteriana del aceite esencial de la hoja y la flor de M. quadrangularis. El material vegetal se recolectó en la carretera vía al Morro, Mérida - Venezuela. Los aceites se obtuvieron mediante hidrodestilación y la caracterización química se realizó mediante cromatografía de gases acoplada a espectrometría de masa, empleando las columnas HP-5 y C-WAX. Siendo la primera más eficiente para la detección de los componentes químicos de los aceites. El componente predominante en ambas columnas y aceites fue el limoneno. La actividad antibacteriana de los aceites se realizó por el método de difusión del disco y del agar perforado2, siendo esta última la más eficiente para valorar esta característica. El aceite esencial de la flor demostró mayor espectro de actividad sobre las bacterias gramnegativas ensayadas, mientras que el aceite puro de la hoja mostró actividad sobre las cepas gramnegativas o grampositivas ensayadas. Los hallazgos demuestran que en los aceites esenciales de la flor y la hoja provenientes de Montanoa quadrangularis, existen principios activos que tienen actividad antibacteriana, y pudieran constituir una fuente natural de agentes antimicrobianos. Referencias 1. Evans W. Farmacognosia. Méx. Edit. Interamericana, 1991. p. 454-60. 2. Kalemba D, Kunicka A. Antibacterial and antifungal properties of essential oils. Current Medicinal Chemistry 2003; 10 (10): 813-29. 22 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 04 Actividad citotóxica de α-Solamargina sobre las células del melanoma A375 humano in vitro y el melanoma B16/F1 en ratones C57/BL6 Bernardo Chataing1,3, Alfredo Usubillaga2, Alexis Valentin3 Departamento de Biología, Facultad de Ciencias, Universidad de Los Andes, La Hechicera, Mérida 5101, Venezuela; 2 Instituto de Investigacion. Facultad de Farmacia, Universidad de Los Andes, Mérida 5101,Venezuela; 3 Laboratoire de Parasitologie et Mycologie Médicale 15 Ave Ch. Flahault 34060, Montpellier, France. 1 α-Solamargina [(25R)-3β-{O-α-L-rhamnopyranosyl-(1→2)-{O-α-L-rhamnopyranosyl (1→4)-β-D-glucopyranosyloxy}-22αN-spirosol-5], un glicósido de solasodina, aislado de frutos frescos de Solanum americanum Miller, fué estudiado por su citotoxicidad sobre las células del melanoma A375 humano in vitro y en sus efectos sobre el melanoma B16/F1 en ratones C57/BL6. In vitro, la concentración inhibitoria 50 (IC50) de α-solamargina sobre las células de melanoma humano fue de 9.8 ± 0.1 ; 9.3 ± 0.1 y 8.6 ± 0.1 μM a 24, 48 y 72 h, respectivamente. Estos valores fueron comparados con los obtenidos para los glicoalcaloides α-chaconina, α-solanina, α-solasonina , α-tomatina y actinomicina D (control positivo). Se observó que los efectos in vitro son sinergísticos con el de otros glicoalcaloides, tales como α-chaconina, α-solasonina y α-solanina. In vivo, los experimentos indicaron que α-solamargina inhibió el crecimiento del melanoma B16/F1 en ratones a una concentración menor que su concentración tóxica [dosis efectiva50 (ED50) de 6.0 mg/kg peso corporal (BW), dosis letal 50 (LD50) de 49.5 ± 0.1 mg/kg BW e índice terapeútico de 8.25 ± 0.08]. Los efectos parecen depender del periodo de administración de la droga. Se discute el posible mecanismo de acción de solamargina sobre estos tumores. Acnowledgements: Este proyecto ha sido financiado parcialmente por CDCHT-ULA proyecto C-844-97, MundoPerfumería, proyecto LOCTI 7973048 y proyecto MISION CIENCIA: Investigación y desarrollo tecnológico para mejorar el tratamiento oncológico y su aplicación en la red de servicios del SPNS,subproyecto IDENTIFICACION Y CARACTERIZACION DE DROGAS ANTICANCEROSASVenezuela. 23 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 05 Antifungal activity of the ethanolic extract of Satureja macrostema (nurite) on Sporotrix schenckii Zurita-Valencia Wendy1, Alejandra Hernández García1, Bello-González Miguel A1., Molina-Torres Jorge2, Álvarez Ramírez Ma. Teresa1, Martínez-Pacheco Mauro1, García-Chávez Abraham1 y Salgado-Garciglia Rafael1 Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Instituto de Investigaciones Químico-Biológicas, Edif. B1, Ciudad Universitaria, C.P. 58060, Morelia, Michoacán, MÉXICO. [email protected]. 2CINVESTAV Campus Guanajuato, Unidad de Biotecnología e Ingeniería Genética, Lab. De Fitoquímica, Km. 9.6 Libramiento Norte Carretera Irapuato-León, Apdo. Postal 629, C.P. 36500 Irapuato, Guanajuato, MÉXICO. 1 Satureja macrostema (Benth.) Briq. (Lamiaceae) is a Mexican medicinal plant, which grows well in forest areas of Central Mexico[1]. It is locally used in treating abdominal pains, coughs and is also used to the treatment of several infections which include skin diseases [2]. To evaluate the antifungal activity of S. macrostema, the ethanolic extract of aerial part (leaves and stems) was probed on S. schenckii and this activity was compared with the action of itraconazole (10 µg/mL), a known synthetic antimycotic (Sporanox®). S. macrostema plants were collected at locations within Michoacan State and they were identified and authenticated at the Herbarium of the Biology Faculty, University of San Nicolás de Hidalgo.The S. macrostema extract and of a fraction (FII) purified by thin layer chromatography exhibited strong inhibitory activity against mycelial form of S. Schenckii (100%), assaying by the agar-solid diffusion and disc diffusion methods, using Sabouraud dextrose agar (SDA) medium (28°C). After the GC-MS analyses, pulegone (21.35%) and thymol (54.4%) were identified as major constituents in the crude extract. They were the biologically active compounds responsible for the antifungal effect of FII. References 1. Rzedowski, G.C and Rzedowski J. 2001. Flora fanerogámica del Valle de México, 2nd. Edition, Inst. de ecología and CONABIO, Xalapa, Ver. México. p. 644. 2. Bello-González, M.A, 2006. Catálogo de plantas medicinales de la comunidad Indígena Nuevo San Juan Parangaricutiro, Michoacán. México. Libro Técnico No. 4. Campo Experimental Uruapan. CIRPAC. INIFAP. Michoacán, México. 138 p. 24 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 06 Evaluación de la actividad antiinflamatoria de un crudo obtenido a partir del extracto acuoso de Capraria biflora L. Dulce Ma González Mosquera, Liliana Vicet Muro1, Hoa Nguyen Thi Thanh1, Armando Cuéllar Cuellar2, Yannarys Hernández Ortega1 1 Universidad Central “Marta Abreu de Las Villas”; 2 Universidad de La Habana Capraria biflora, L. es una especie silvestre que crece en lugares húmedos, abundantes en el Caribe, en las Antillas y en América; es utilizada en varios países para enfermedades asociadas con el dolor y la inflamación. Se comprobó su acción antiinflamatoria, para ello se utilizaron ratas machos, Sprague Dawley con peso entre 160 y 220 gramos. La fase experimental se llevó a cabo empleando la metodología descrita en el Drug Discover Pharmacological Assay, constituyéndose los grupos de prueba los cuales recibieron las dosis 25, 50 y 100 mg/Kg de peso del producto y los controles, se determinó el porciento de inflamación y el de inhibición durante 6 horas. Los valores obtenidos en cada parámetro se procesaron por los test de Kruskal Wallis y Friedman evidenciándose que el crudo tiene efecto antiinflamatorio, al igual que el extracto acuoso de donde proviene. Se determinó que el producto evaluado provoca mayor inhibición de la inflamación a las dosis de 50 y 100 mg/Kg de peso. Todos los análisis de Friedman para el porciento de inflamación de las diferentes dosis demostraron que los cambios a lo largo del tiempo fueron significativos y llegaron a ser altamente significativos en los grupos de dosis de 50 y 100 mg/kg. Al cabo de las cinco horas de haber comenzado el experimento el porciento de inhibición aumentó con la dosis, lo cual indicó una relación dosis respuesta a partir de la dosis 50 mg/kg. Además la dosis de 25 mg/kg no ofreció cambios significativos, lo cual permitió sugerir que el crudo evaluado a esta dosis no posee efectividad como antiinflamatorio. 25 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 07 Effect of agelasina B on the intracellular calcium mobilization in breast cancer cells (MCF-7) Adriana Pimentel1,2, Iriana Zambrano1, Jais Nieves1 , Felipe Sojo2 , Héctor Rojas3, Alirica I. Suarez4, Reinaldo Compagnone5, Francisco Arvelo2 y Gustavo Benaim1,2 Centro de Biociencias y Medicina Molecular, Instituto de Estudios Avanzados (IDEA). 2Laboratorio de Biofísica, Instituto de Biología Experimental, Universidad Central de Venezuela. 3Laboratorio de Permeabilidad Iónica, Instituto Venezolano de Investigaciones Científicas. 4Laboratorio de Productos Naturales, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela. 5Laboratorio de Síntesis Orgánica, Facultad de Ciencias, Universidad Central de Venezuela. Caracas, 1080, Venezuela 1 We have demonstrated that agelasine B, a compound purified from a sea sponge (Agelas clathrodes), shows differential cytotoxic properties. Thus, in breast cancer cells (MCF-7), the IC50 is 2.22 g/ml., significantly different with respect to the observed in fibroblasts (IC50 23.43 g/ml), rising the possibility of its use on breast cancer therapy. When assayed on a cell suspension of MCF-7 loaded with the Ca+2 indicator FURA-2, agelasine B was able to induce an increase of the intracellular Ca+2 concentration ([Ca+2]i). This was due to the liberation of Ca+2 from the endoplasmic reticulum, as could be seen by the use of confocal microscopy, as previously reported [1]. We also demonstrated that agelasine B is able to inhibits the activity of the sarco(endo)plasmic reticulum Ca+2-ATPase (SERCA) with the same efficiency to classical inhibitor of this Ca+2 pump, such as thapsigargin and cyclopiazonic acid, showing that agelasine B is able to differentially kill these cells through the inhibition of the SERCA and the subsequent disruption of [Ca+2]i homeostasis. Acknowledgments: Grants from C.D.C.H.-U.C.V. PG-03-00-6049/2005 & FONACIT G-2001000637 to G.B. References 1. Colina, C. et al. (2005), Biochem. Biophys Res. Commun., 336, 54-60. 26 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 08 In vitro antifungal activity of ethanolic extract of Artemisia ludoviciana ssp. mexicana on Botrytis cinerea Tapia-Rodríguez Aurelio1, Cortés-Rodríguez Marco A.2, Hernández-García Alejandra1, Macías-Rodríguez Lourdes I.1, Álvarez-Ramírez Ma. Teresa1, MartínezPacheco Mauro1, García-Chávez Abraham1 y Salgado-Garciglia Rafael1 Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Instituto de Investigaciones Químico-Biológicas, Edif. B1, Ciudad Universitaria, C.P. 58060, Morelia, Michoacán, MÉXICO. [email protected]. 2Centro de Investigación y Desarrollo del Estado de Michoacán (CIDEM), Calz. Juárez 1446, C.P. 58060, Villa Universidad, Morelia, Michoacán, MÉXICO. 1 The in vitro effect of ethanolic extracts from Artemisia ludoviciana ssp. mexicana (Willd.) Keck (Mexican white sagebrush), a medicinal species cultivated in Mexico [1], was studied against Botrytis cinerea. We evaluated in vitro the effect of crude extracts from Mexican white sagebrush (leaves and stems) on mycelia form (2 mm2) and conidia germination (1 x 106/mL), assaying by the agar-solid diffusion and disc diffusion methods, using potato dextrose agar (PDA) medium (28°C). A. ludoviciana ssp. mexicana plants were collected at locations within Michoacan State and they were identified and authenticated at the Herbarium of the Biology Faculty, University of San Nicolas de Hidalgo. The characterization (GC-MS) of the crude extract reveals the presence of different terpenes, borneol was the most abundant component (23%). This extract had an inhibition activity of 100% on mycelium growth and spores germination at a final concentration 170 µg/mL. Six fractions were purified by TLC and activity monitored with bioassays using B. cinerea conidia by disc diffusion method, the Fraction V (FV) showed the most strong inhibitory activity (100%), similar results were observed with the crude extract and positive control (Tecto 60®, Tiabendazol 60%) at 1 mg/mL. The borneol (86%) and camphor (12.5%) present in FV, were the active compounds with fungicidal properties. The antifungal effect of the extract and active principles of A. ludoviciana spp. mexicana was studied on in vitro strawberry plantlets. References 1. Rzedowski, G.C and Rzedowski J. 2001. Flora fanerogámica del Valle de México, 2nd. Edition, Inst. de ecología and CONABIO, Xalapa, Ver. México. p. 927. 27 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 09 Inhibición de -glucosidasa y -amilasa a partir de los extractos totales de Justicia colorata, Artocarpus altilis y Adiantum poiretii Jaramillo Ximena, Ojeda Santiago, Guerrero Trotsky Planta de Productos Naturales, UTPL, San Cayetano Alto s/n, 11 01 608, Loja-Ecuador. Se evaluó la actividad inhibitoria de los extractos metanólicos de tres especies vegetales nativas del sur del Ecuador: Adiantum poiretii (Culantrillo), Artocarpus altilis (Fruto del pan) y Justicia colorata (Insulina), empleando los métodos espectofotométricos descritos por TSUJITA para -amilasa [1] y por MATSUI para glucosidasa [2]. Los resultados fueron expresados como CI50 en ug/mL (concentración del inhibidor requerida para inhibir el 50% de la actividad enzimática). En el ensayo de inhibición de -amilasa, a diferencia de los extractos metanólicos de Justicia colorata (IC50=1756ug/mL) y Adiantum poiretii (IC50=2495ug/mL), Artocarpus altilis no presentó un efecto dosis-respuesta apreciable respecto al control positivo Glucobay® (IC50=328ug/mL), ensayado a una concentración de 500 ug/mL [Fig.1]. En el ensayo de inhibición de glucosidasa, los tres extractos mostraron un efecto dosis respuesta a partir de 10ug/mL [Fig 2]. Los valores de IC50 establecidos con este ensayo para las tres especies fueron 575ug/mL para Adiantum poiretii, 1089ug/mL para Artocarpus altilis y 1256ug/mL para Justicia colorata, frente al control positivo Glucobay® (IC50=808ug/mL) ensayado a una dosis de 1000ug/ml. Fig. 1. IC50 sobre -amilasa. Fig. 2. IC50 sobre -glucosidasa. Podemos concluir que Adiantum poiretii es una potencial fuente de principios activos que podrían contribuir a la disminución de la hiperglucemia postprandial retardando la absorción intestinal de los carbohidratos de la dieta. Acknowledgements: Universidad Técnica Particular de Loja (UTPL), Instituto Ecuatoriano de Seguridad Social – Loja (IESS). References 28 1. 2. Tsujida, T. et al. (2006), O.M.P.I., WO/2006/03/030929 A1. Matsui, T. et al. (1996), Bioset, Biotech, Biochem. 60(12): p.2019-2022. 29 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 10 Efecto antibacteriano de la infusión de raíces de Perezia tyrsoidea en la tifoidea aviar experimental en Gallus gallus comercial Ma. Teresa Alvarez Ramírez1, Rafael Salgado Garciglia2 y Luis José Flores Alvarez1 1Lab. Parasitología y Nutrición. Fac. Biología, Edif. B4. 2Lab. Biotecnología vegetal. IIQB. Edif. B3. Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Ciudad Universitaria, C.P. 58060, Morelia, Michoacán, MÉXICO. La Salmonella enterica serovar Gallinarum causa la enfermedad sistémica llamada tifoidea aviar en aves, produciendo mortalidades mayores del 50%, que afecta la disminución en su producción de carne y huevo (1). Por otro lado, en la medicina tradicional Mexicana se conoce que las raíces de cola de zorra (Perezia spp.) tienen propiedades laxantes, antiparasitarias, antibacterianas y antitumorales (2), hoy se sabe que el principal metabolito secundario es una p-benzoquinona sesquiterpénica (Perezona MSP) (3). El objetivo de este trabajo fue valorar el efecto de las infusiones de raíces de P. tyrsoidea en la tifoidea aviar. El diseño fue al azar, con 6 grupos con 10 repeticiones cada uno. Grupos de experimentación: 1B380 y 2nana problema, 3B-380 y 4nana control, 5B-380 y 6nana blancos. Con un nivel de signficancia del P<0.05. (4 grupo se desafiados (DL50) 108 UFC) y 200 ug/kg/d de MSPt tratamiento). Los resultados en ANDEVA y Tukey mostraron diferencia estadísticas de P<0.05 entre grupo problema respecto a grupos controles en la respuesta inmune celular y humoral, tamaño y lesiones en órganos: linfoides primarios, hígado, pulmón y corazón e índice de mortalidad. Se concluye que la aplicación de MSP contribuye en regular la inflamación de órganos y la respuesta inmune célular y humoral de las aves, a diferencia de las que no recibieron el tratamiento, en las que se presentó una mortalidad (60%), con morbilidad considerable en sus procesos inflamatorios en órganos linfoides, corazón e hígado, aspecto que los predispone a paros cadiorespiratorios. References 1. Alvarez. Ma. T., Ledesma N., Tellez G., Molinari JL., Tato. P. 2003. Comparasión of the immune responses against Salmonella enterica serov Gallinarum infection between naked neck chikens and comercial chiken line . Avian Pathology. 32: 193-203 2. Martinez Máximo 1969. Las plantas medicinales de México. Ed. Botas. México. P.158 3. Cárabez, A, Sandoval, Z.F. The actión of the sesquiterpenic benzoquinone, perezone, on electron transport in biological menbranes. Arch. Biochem. Biophys. 260.: 293-300. 30 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 11 Actividad citotóxica, fototóxica y antioxidante de extractos acuosos de plantas de los Andes venezolanos Díaz, L.E1., Medina A.L1., Marti-Mestres2, G., Vian L2. 1Facultad de Farm.acia Universidad de Los Andes.. Mérida Venezuela 5101. 2Facultad de Farmacia. Universidad de Montpellier I. Montpellier, Francia. Algunas plantas tienen compuestos biológicamente activos para el tratamiento de las disfunciones del tejido de la piel.[1] En virtud de esto, se evaluó la actividad citotóxica, y fototóxica en células de piel así como la actividad antioxidante, de extractos vegetales acuosos a fin de proponerlos para la terapéutica dermatológica. Muestras de plantas fueron colectadas en los Sectores de Campo de Oro, Santa Rosa y Av Las Americas en la cuidad de Mérida-Venezuela, llevadas al laboratorio, secadas a 45°C por 72 horas y molidas. El extracto acuoso se preparo por maceración a 7°C por 24 horas, se decantó, centrifugó y colectó el sobrenadante. La citotoxicidad de los extractos se determinó en queratinocitos (HaCaf) y fibroblastos (BALB/c 3T3), cultivados en medio DMEM [2]. El % de viabilidad se evaluó después de 24 horas de incubación a 37°C por el Test de Rojo Neutro [2] . La fototoxicidad fue evaluada en fibroblastos (BALB/c 3T3) [3]. La actividad antioxidante se valoró por el Test DPPH [4]. Todos los extractos no mostraron citotóxicidad a partir de la dilución 1/50 para los dos tipos celulares. Las muestras no fueron fototóxicas a la dilución 1/100, a excepción de la Erithryna edulis semilla que mostró un 88% de viabilidad en la placa irradiada. Amaranthus dubuis y Cassia espectabilis mostraron actividad antioxidante en el mismo orden del ácido ascórbico en el Test de DPPH. Los resultados que las plantas estudiadas pueden ser utilizadas para la terapia dermatológica. Referencias: 1. Mullika Traidej Chomnawang., Suvimol Surassmo., Veena S. Nukoolkarn., Wandee Gritsanapan, 2007.Effect of Garcinia mangostana on inflammation caused by Propionibacterium acnes. Fitoterapia 78,401-408. 2. Test Method Protocol for Solubility Determination. Ín vitro Cytotoxicity Validation Study. Phase III. 2003. Prepared by The National Toxicology Program (NTP) Interagency Center for the Evaluation of Alternative Toxicological Methods (NICEATM). 3. OECD Guideline for testing of chemical: In vitro 3T3 NRU Phototoxicity Test. Anonymous. Anonymous. 2004. 4. Sanchez M, Concepción., Larrauri, José and Calixto, Fulgencio. 1998. A Procedure to Measure the Antirradical Efficiency of Polyphenols. J Sci Food Agric. 76, 270-276. 31 Food and Health Alimentazione e Salute Alimentación y Salud X XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 3 Metodi cromatografici multidimensionali in chimica degli alimenti Giovanni Dugo Dipartimento Farmaco-chimico, Facoltà di Farmacia, Università di Messina, viale Annunziata, 98168 messina, Italy Nel mondo della chimica degli alimenti vi è un crescente interesse per lo sviluppo di tecniche separative cromatografiche sempre più rispondenti alle moderne esigenze analitiche, mirate ad uno studio approfondito dei campioni, con particolare riferimento a componenti presenti in tracce, ormai fondamentali per definire qualità e genuinità delle matrici alimentari in esame. La risoluzione cromatografica di tutti i componenti di miscele complesse e la loro identificazione in una sola analisi e in tempi molto brevi richiede un’elevata capacità risolutiva, non adeguatamente garantita da approcci convenzionali. Per questo motivo, negli ultimi anni sia le tecniche multidimensionali classiche (“heart-cutting”), che le più recenti tecniche multidimensionali “comprehensive” hanno trovato un’ampia diffusione. In questa presentazione verranno descritti i risultati delle nostre ricerche nel campo della chimica degli alimenti utilizzando tecniche cromatografiche multidimensionali, accoppiate in alcuni casi alla spettrometria di massa. In particolare, verrà illustrato l’uso di un sistema gas cromatografico multidimensionale (MDGC) di ultima generazione per l’analisi chirale di un olio essenziale di rosmarino; inoltre, verranno illustrate delle applicazioni di gascromatografia “comprehensive (GC x GC) per l’analisi degli acidi grassi presenti negli oli di pesce; infine, verrà mostrato l’utilizzo della cromatografia liquida “comprehensive” (LC x LC) in accoppiamento alla spettrometria di massa per la determinazione dei trigliceridi e degli esteri del colesterolo nel siero umano (LC x LC-APCI-qMS) e dei polifenoli nel vino [in questo caso usando uno spettrometro di massa ibrido a trappola ionica/tempo di volo (ITTOF)]. 33 O 12 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Actividad antioxidante y contenido de polifenoles en la fruta de granada (Punica granatum L.), guayaba (Psidium guajava L.) y mora (Rubus sp.) Méndez-Corao G1, Carpio E1 y Pérez E2, Fermin G3 1Bioquímica Clínica Facultad de Farmacia y Bioanálisis, 2Laboratorio de Bioquímica Adaptativa, Facultad de Medicina. 3Facultad de Ciencias. Universidad de Los Andes, Campo de Oro, 5101 Mérida-Venezuela. e-mail [email protected] La actividad antioxidante de las frutas esta estrechamente relacionada con la buena salud, y con el contenido de polifenoles que barren radicales libres. Se estimó el contenido de polifenoles y la actividad antioxidante de tres frutas de gran popularidad. Los resultados se muestran en las siguientes tablas. Tabla 1. Concentración de polifenoles presentes en la granada, guayaba y mora medidas contra estandares de: fenol, ácido caféico y ácido tánico. Descripción Granada Guayaba Mora Acido tánico Acido Caféico Fenol y = 0.0042x + 0.0339 y = 0.0112x + 0.0328 y = 0.0091x +0.0902 R2 = 0.9978 R2 = 0.9942 R2 = 0.9679 Promedio DO Concentración Concentración Concentración 0.336 71.9 27.1 27.1 0.734 166.7 62.6 70.7 0.187 36.5 13.8 10.6 Tabla 2. Actividad antioxidante determinadas por: ∙OH, A∙, ABTS y AOA. I II Concentración (Radical Hidroxilo) (Anión Superóxido) (mg/mL) % de Inhibición % de Inhibición Granada 1 23.7 54.0 Guayaba 1 10.3 26.4 Mora 1 18.8 32.5 Acido Lipoico 1 µM 34.2 29.2 Melatonina 1 µM 73.7 54.2 Quercitina 1 µM 73.0 54.7 Descripción III (ABTS) (mM) 8.86 0.25 0.10 3.79 7.90 9.69 IV (AOA) (mM) 0.25 0.04 0.24 0.32 0.85 0.91 Agradecimiento Al CDCHT-ULA por el financiamiento en el proyecto FA-347-05-03-B. Referencias 1. Singleton V. et al. (1999). Meth Enzymol 299. 152-178. 2. Halliwell B. et al (1987). Anal. Biochem. Vol. 165. 215 – 219. 3. Rice-Evans C. et al. (1991). Burdon and Knippenberg. Amsterdam: Elsevier. Vol. 22. 34 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. 5. O 12 Miller NJ. Et al. (1996). Redox Report 2:161-171. Re R. Et al. (1999). Free Radical Biology & Medicine 26(9); 1231-1237. 35 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 13 Diferentes metodos analíticos para el control de calidad de productos herbolarios Noemí Waksman, Jonathan Pérez-Messeger, Aurora Garza-Juárez, Ricardo Salazar-Aranda, María de la Luz Salazar-Cavazos Departamento de Química Analítica, Fac. de Medicina, UANL, PO Box 2316, 64460, Monterrey, N.L., México Para reconocer el valor terapéutico de la Fitoterapia se debe evaluar la seguridad de los productos con los mismos criterios aplicados a medicamentos. Los principales problemas de los extractos herbáceos es que se trata de sistemas multicomponentes, altamente complejos. En este aspecto, el desarrollo de métodos analíticos, principalmente cromatográficos (CLAR, HPTLC y Cromatografía de gases) ha contribuido enormemente a afrontar la complejidad de estos productos, no sólo para valorar sus constituyentes sino también para obtener una huella dactilar de los mismos. Si bien México ya dispone de una Farmacopea Herbolaria, aún son muchos los preparados medicinales que se expenden en hierberías donde el control de calidad es nulo. Concientes de esta problemática, en los últimos años hemos aplicado diversos métodos para el control de calidad de los productos herbolarios ofrecidos en el mercado. En una primera etapa hemos desarrollado métodos por ccd que tuvieran la capacidad de ser utilizados como parte de un rastreo primario en cualquier laboratorio de salud1. Algunos de dichos métodos han sido comparados con los resultados obtenidos por CLAR para validar los resultados obtenidos por ccd. Es sabido, además, que una de las estrategias más completas es la elaboración de perfiles cromatográficos y su análisis por medio de cálculos quimiométricos. Damiana (turnera difusa), es una planta medicinal mexicana para la cual no hay metodología analítica desarrollada, hemos obtenido su perfil cromatográfico, el cual se trató de correlacionar con los resultados de la actividad antioxidante2 de los diferentes extractos obtenidos con el objetivo de establecer, además, un modelo de predicción de actividad biológica, de tal manera que el producto herbal como un todo, sea considerado como el componente activo. Referencias 1. Rosalba Ramírez-Durón, Noemí Waksman de Torres et al. (2007), JAOAC, 90, 920-924. 2. A.M. Nederkassel et al, (2008), J. Chromat. A,1096, 177-186. 36 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 14 Habits of consumption of UHT milk after chemical frauds in Brasil: a matter of education Pardo R.B., Matioli L., Osaka D.M., Nagai L., Simoni A.G., Thomaz A.G., Rocha E.P., Meneguim G.A.O., Guimarães P.H.L.C., Murari C.S., Omura M.H., Paris A., Escouto L.F. Faculdade de Tecnologia (FATEC) – Curso de Tecnologia em Alimentos – Av. Castro Alves, 62. CEP: 15.006-000 – Marília/SP – Brasil In October - 2007, in Minas Gerais State/Brasil, a scandal involved the inclusion of peroxide, sodium hydroxide and sodium citrate to enhance the low quality of milk used to produce UHT milk. Considering that the occurrence of such chemical frauds would cause an abrupt and intense reduction of milk consumption, particularly UHT milk, the present study was performed in Marília-SP/Brasil. In order to verify modifications in habits of consumption and criteria of choice of UHT milk after the facts, 86 questionnaires were applied to consumers in eight supermarkets of the city. The results showed that 84.88% of all interviewed consumed UHT milk daily. Among these only 3 (3.49%) changed, temporarily, this for another kind (pasteurized, powdered or raw) and 76 (88.37%) continued buying it. Out of these 76 consumers, 89.47% maintained old criteria to choose UHT milk: price (33.82%), quality (30.88%), practicability (7.35%), the three at the same time (25%), habit (1.47%) or brand (1.47%). Among 37 people that included quality to select the milk: 24.32% did not know how to define it; 27.03% associated quality to good sensory characteristics; 8.11% told that brand defines quality; 13.51% answered that quality is a product of high nutritional value; and 27.03% offered no definition. Among the 8 (10.53%) consumers that adopted new criteria: 62.5% decided avoid the brand involved in the frauds and 37.5% started observing packing conditions and period of validity. Out of 86 UHT milk consumers: 6.98% condemned it as a cause of any health disturb; 80.23% denied knowing the definition of UHT; and among 19.77% that tried to define it, 100% were completely wrong. UHT milk consumers in MaríliaSP/Brasil maintain habits of consumption and criteria of choice based on misinformation and thus accept, without any reply, a product that lacks quality and/or safety. 37 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 15 The determination of polyphenols content in white mulberry leaves Ciampi E., Alonzo G., Sinacori A. Dipartimento di Ingegneria e Tecnologie Agro Forestali. Università degli Studi di Palermo. Viale delle Scienze 13. 90128 Palermo, Italy. Fax +39091484035. e-mail: [email protected] Cultivation of mulberry, particularly Morus alba L., was introduced in Europe between the ninth and the twelfth centuries together with sericulture. Mulberry as both Morus alba L. and Morus nigra L. Species, is a rustic plant, well suited for the Mediterranean climate and which is also appreciated for its fruits. Found in the past useful in medicinal applications, is now, from recent studies, indicated as potential health beneficial for the high content in polyphenol substances. Mulberry leaves from 13 varieties, grown in the experimental field of the University of Palermo, Agriculture Faculty, have been investigated for their content in antioxidant substances and particularly for polyphenols. A fast and simple spectrophotometric method for these analyses was developed. The total phenolic content was in the range 953-332 mg gallic acid equivalent /100g fresh mater. The highest amount was observed in the Sinuenze variety while the lowest was in the Kokusò 27 variety. Keywords: mulberry, plants, polyphenolic, leaves, antioxidants. 38 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 16 Analítica micrográfica de las semillas de Chenopodium quinoa Willd. “quinoa” Chenopodiaceae Teresita Di Bernardi, Ivan Romero, S.M. Carpano y, E. D. Spegazzini LABRAM- Farmacobotánica. Depto. Cs. Biológicas. Fac. Cs. Exactas. UNLP. 47 y 115 La Plata (1900). Argentina. Tel.: 54-0221-423-0121, int. 36. E-mail: [email protected] La quinoa fue el alimento básico de los incas durante siglos ligado a su religión y cultura. Con la llegada de los españoles su cultivo fue sustituido por el maíz y las papas, y en muy poco tiempo la producción de quínoa desapareció, excepto en una pequeña fracción de la población nativa que continuó con su cultivo por tradición. La FAO y la OMS califican la quinoa como un alimento único por su altísimo valor nutricional, que puede sustituir notablemente a las proteínas de origen animal, pues contiene un balance de proteínas y nutrientes más cercano al ideal para el ser humano que cualquier otro alimento. La harina de quínoa se encuentra descripta en el CAA (artículo 682), como: “...el producto obtenido por la molienda de las semillas desecadas, sanas y limpias del Chenopodium quinoa Wild, privadas mecánicamente o por acción de álcalis de sus tegumentos”.1 Dado que actualmente hay un resurgir de los pseudocereales resulta necesario contar con métodos seguros y eficaces para el reconocimiento del alimento en especial cuando el mismo se encuentra fragmentado o pulverizado. En el presente trabajo se establecerán parámetros micrográficos y reacciones histoquímicas que permitan caracterizar e identificar a la droga genuina. Chenopodium quinoa es una planta herbácea cuyas semillas perispermadas, lenticulares de 1,5 a 2,5 mm. de diámetro blanco harinoso, pericarpio claro. El perisperma presenta almidones muy pequeños y granos de aleurona. Se analizó material proveniente de herboristerías y dietéticas. Se efectuaron macerados y cortes histológicos de semilla, se practicaron reacciones histoquímicas con solución de yodo ioduro de potasio (Lugol), para la identificación de almidones, reacción xantoproteica para proteínas y con floroglucina clorhídrica para lignina. Se realizaron diseños con microscopio Olympus con tubo de dibujo y fotomicrografías con cámara Olympus digital. La micrografía es un método microanalítico rápido de fácil ejecución, de bajo costo y permite establecer el status taxonómico de una especie. Referencias 1. CAA (Código Alimentario Argentino) 39 Anthropology Antropologia Antropología X XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 4 Estudio etnográfico de las relaciones hombre-entorno vegetal en el contexto de las estrategias de búsqueda de la salud en dos regiones de Argentina Marta Alicia Crivos CONICET – UNLP, Paseo del Bosque s/n, La Plata -Argentina Los estudios etnográficos abordan, a una escala micro-analítica, los factores y dinámicas inherentes a la relación hombre/entorno que caracterizan la vida cotidiana de diferentes grupos humanos en una sociedad cambiante. En los estudios antropológicos actuales, cobra creciente relevancia la consideración del valor adaptativo de las culturas y su variabilidad interna; esto es, del espectro de intereses y estrategias individuales y grupales que en cada población hace posible sostener y/o explorar nuevas alternativas de vida humana en ambientes específicos. Los modos de adaptación al medio natural que la cotidianeidad de los habitantes de zonas rurales nos muestra, provee un conocimiento que resulta indispensable si se desea propiciar el desarrollo sostenible de los recursos naturales de un área y con ello la calidad de vida de las poblaciones inextricablemente ligadas a ella. Así, los procesos de selección y valoración - positiva o negativa - de los componentes del entorno utilizados por los hombres en estas sociedades, se vinculan íntimamente con las nociones de bienestar y salud que operan en cada caso. Numerosas investigaciones en diversas áreas de la salud pública y sobre todo en el campo de la epidemiología plantean que es una constante en los países subdesarrollados la presencia de ciertas patologías como indicadores de la pobreza y situación marginal de sus habitantes. En el marco de investigaciones etnográficas e interdisciplinarias en los Valles Calchaquíes (provincia de Salta) y en el Valle del Cuña Pirú (provincia de Misiones), el abordaje de los itinerarios frente a enfermedades de alta prevalencia, hizo posible acceder al espectro de alternativas que, con un fuerte anclaje en los recursos del medio natural y las tradiciones locales, se amplía incorporando nuevos elementos y combinaciones al ritmo del avance de la tecnología de las comunicaciones y el transporte. En el valle Calchaquí una población relativamente homogénea producto de una larga historia de contactos interétnicos que integra componentes culturales indígenas europeos y criollos- se distribuye en emplazamientos permanentes a diferentes alturas, en valles y cerros. En el valle del Cuña Pirú grupos étnicos diferentes comunidades Mbya-Guaraní y descendientes de inmigrantes de países 42 europeos y limítrofes comparten un territorio con características bio-físicas comunes, la selva. La diversidad étnica y las características socio-económicas de las poblaciones asentadas en ambas regiones biogeográficas hacen posible explorar la incidencia de múltiples variables en las respuestas convergentes o divergentes a problemáticas comunes enfermedades frecuentes en un medio ambiente particular Nuestro trabajo en torno a las estrategias frente a enfermedades de alta prevalencia a nivel local en ambos enclaves, nos permite identificar factores y criterios que intervienen en la toma de decisiones respecto a un amplio espectro de alternativas terapéuticas1. A lo largo del proceso de búsqueda de la salud distintos actores transitan diferentes ambientes intercambiando experiencias, articulando el adentro y el afuera, viejos y nuevos recursos, lo cual exhibe la complejidad y variabilidad inherente a estos procesos en el presente. Surge entonces como pertinente abordar las estrategias de búsqueda de la salud como un conjunto de actividades orientadas a la determinación de la causa, diagnóstico y superación de episodios concretos de enfermedad que tienen su origen y anclaje en el ámbito doméstico. El estudio de estas actividades nos permite ver que ellas trascienden los límites de la Unidad Doméstica y articulan distintos niveles de organización de la vida comunitaria. En este sentido, es posible identificar redes de relaciones que vinculan a miembros de las Unidades Domésticas (el nivel micro) con instituciones y organizaciones a escala local, regional, nacional y/o global. Desde este enfoque los grupos indígenas o campesinos no deben entenderse como comunidades aisladas sino en relación con las sociedades nacionales y transnacionales. Concibiendo la “enfermedad” como un estado de desajuste temporal al medio (May, 1958)2, problema recurrente al cual tarde o temprano cada individuo en todo grupo humano debe enfrentarse, los procesos de búsqueda de la salud fueron abordados a través del estudio de episodios de enfermedad o casos. Nuestro trabajo en dos comunidades Mbya Guarani de la Provincia de Misiones y en un asentamiento rural de los Valles Calchaquíes aplicando la metodología de casos al estudio de episodios concretos de enfermedad nos permitió recuperar tales trayectorias individuales y acceder al conocimiento y prácticas efectivamente involucradas en la identificación de la enfermedad, asignación de causas, significado de signos y síntomas, redes sociales que moviliza, factores y criterios que intervienen en la toma de decisiones respecto de su diagnóstico y recursos involucrados en su tratamiento. De este modo, los recursos, los actores y sus vínculos a lo largo del proceso de búsqueda de la salud se ofrecen como unidades amigables para el estudio de las alternativas médicas que vinculan el adentro y el afuera de las comunidades humanas debido a su naturaleza difusa y no corporativa. Como entidades 43 territorialmente basadas, los recursos naturales y las comunidades no se desplazan, sólo los individuos que son parte de ellas lo hacen integrando diferentes y espacialmente separadas alternativas de cura. En este punto la transmisión de los conocimientos tradicionales, por medio de la narrativa y las prácticas, permite acceder a las expectativas de cada generación respecto de las siguientes acerca del mantenimiento de ciertas relaciones beneficiosas hombre/entorno. Entre ellas aquellas que hacen posible afrontar situaciones de malestar/perturbación como lo es la enfermedad. Estudiar los procesos de búsqueda de la salud en dos enclaves diferentes y considerando la variabilidad biológica, étnico-cultural y socioeconómica que reconocemos en estas dos regiones, nos permitió apreciar la vigencia renovada de prácticas tradicionales de procedencia diversa, analizar las nuevas modalidades que adquieren en los nuevos contextos regionales, globales y evaluar sus tendencias en términos comparativos. Referencias 1. Crivos, Marta. 2004. “Contribución al estudio antropológico de la medicina tradicional de los Valles calchaquíes (Salta, Argentina)”. Tesis de Postgrado. Universidad Nacional de La Plata. PrEBi. Proyecto de Enlace de Bibliotecas. SeDiCI. Servicio de Difusión de la Creación Intelectual http://sedici.unlp.edu.ar?id=arg-unlp-tpg-0000000083. Sy, Anahí. 2008. “Estrategias frente a la enfermedad en dos comunidades Mbya Guaraní de la Provincia de Misiones. Aporte de la metodología de casos a la investigación Etnográfica de los procesos de salud-enfermedad.” Tesis Doctoral en Ciencias Naturales. UNLP 2. May, Jacques M. 1958. Ecología de las enfermedades humanas. En: Estudios sobre Ecología Humana. Estudios Monográficos III, Washington, Unión Panamericana, pp. 91-112. 44 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 17 Identificación de las plantas medicinales utilizadas en el asentamiento Tarumã-Mirim (Amazonas Brasil) Costa, R. C1., Nunez, C. V.2 Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia, Núcleo de Pesquisas em Ciências Humanas e Sociais, Av. André Araújo, 2936, Aleixo, Manaus, AM, 69060-000, Brasil. E-mail: [email protected]. 2Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia, Coordenação de Pesquisas em Produtos Naturais, Av. André Araújo, 2936, Aleixo, Manaus, AM, 69060-000, Brasil. 1 Son las experiencias del cuotidiano (historia en movimiento) que en el tiempo (largo o corto) de la vivencia de los grupos sociales en una área que fundamentan el conocimiento al respecto de las plantas medicinales transmitidas dentro dos valores culturales de cada grupo. Los que más conocen, aquellos que más detienen el etnoconocimiento son los campesinos e indios, pues son ellos que en sus modos de vida poseen un contacto diario con la dinámica y las potencialidades de la naturaleza. Evidentemente no son culturas cerradas, reciben influencias, en diferentes grados, de la cultura urbana y/o de la cultura de la medicina científica alopática. Las inserciones de la cultura de consumo de medicamentos industrializados en detrimento del etnoconocimiento de las plantas medicinales y la valorización del desmate de áreas contribuyeron para una derrocada de las plantas como elementos de salud cuotidiana. En ese aspecto, es preciso inventariar los saberes ambientales que manipulan las plantas en el asentamiento Tarumã-Mirim, como elemento de preservación cultural. Otra razón para este estudio es la ausencia de informaciones fitoquímicas a respecto de las plantas; cuales las enfermedades que ocurren en el asentamiento que son tratadas, o no, con las plantas de los propios asentados. En el asentamiento muchos cultivan plantas medicinales al rededor de las casas, que son utilizadas principalmente para hacer tés, también hay el uso de cáscaras, raíces y árboles fructíferos. En esta primera fase del trabajo fueron identificadas 94 plantas con más de 150 usos bajo las más diferentes formas de preparo. Es el etnoconocimiento que actúa cuando algún problema de salud aparece y es el que salva en la ausencia del servicio público de salud. Agradecimientos: PPBio/INPA/MCT por el financiamiento del proyecto. A todas las personas contactadas del Asentamiento Tarumã-Mirim, por las prestimosas informaciones. 45 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 18 Galenic dialogue? Biomedicine and tradicional medicine in Mexican indigenous contexts Adriana Gómez Aiza1, Sergio Sánchez Vázquez1, Laura Gómez Aiza2 Área Académica de Historia y Antropología, ICSHu - Universidad Autónoma del Estado de Hidalgo, Km. 4 carretera Pachuca-Actopan, CP 48900, Pachuca de Soto, Hidalgo, México. 2 Centro de Investigaciones Biológicas, ICBI, Universidad Autónoma del Estado de Hidalgo, Km. 3.5 carretera Pachuca-Tulancingo, CP 42083, Pachuca de Soto, Hidalgo, México 1 When facing the vindication of traditional knowledge on health-illness-attention matters, much is questioned about the superior or inferior, effective or fraudulent character of different types of alternative medicines. Some perceptions of health and illness cause misconception, tension and even rejection in our ways understanding and acknowledging certain healing processes. By the same token, the public health network tends to ignore and disallow those practices. However, at the empiric local level, people use self-healing strategies that combine or interlink different expertise as if in a dialogue, forcing us to reconsider the historical and cultural contexts in which medical experience functions. Likewise, this leads to rethink the establishment of power relationships that conditions specific actions and their possible changes. Here, we offer a critical reflection on the interaction of indigenous medicine and biomedicine in Mexico, on the light of research difficulties faced when recording and processing information about identification and classification of therapeutic plants among Otomi, Tepehua and Nahua populations of Hidalgo County. 46 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 19 Plantas medicinales usadas por los indios Arara, Volta Grande do Xingu, Pará, Brasil Nunez, C. V.1, Costa, R. C.2 1Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia, Coordenação de Pesquisas em Produtos Naturais, Av. André Araújo, 2936, Aleixo, Manaus, AM, 69060-000, Brasil. E-mail: [email protected]. 2Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia, Núcleo de Pesquisas em Ciências Humanas e Sociais, Av. André Araújo, 2936, Aleixo, Manaus, AM, 69060-000, Brasil. El universo de las plantas usadas por los Indios Arara de la Volta Grande do Xingu, Pará, Amazonia Brasileña es muy rico. En la cultura indígena, los hombres conocen y usan más las plantas de la floresta mientras que las mujeres plantan al rededor de las casas las plantas medicinales, que pueden o no ser nativas. El pajé, que es el curandero de la tribu, utiliza las plantas siempre en número impar (1,3,5,7), nunca emparejadas (2,4,6). Las junciones son echas entre árboles con cipós (lianas) o entre árboles y arbustos. Todos los remedios de que necesitan los consiguen en la floresta. Hay un intercambio grande de culturas, dónde junto con plantas con nombres bien indígenas, como Pudadá, hay otras como Mastruz, una planta del nordeste de Brasil. Algunas plantas tienen varios usos. Entre ellas podemos citar la Copaíba, donde el aceite del tronco es usado contra veneno de escorpión y culebras de todo tipo. El aceite también es cicatrizante, colocado en cima del corte, con el cuidado de no mojar porque sino se pudre todo el tapón. Otro uso del aceite es como diurético (3 gotas en un poco de agua). Si toma mucho, se afloja todo, por eso se debe beber poco. Para la garganta se mescla el aceite con grasa de gallina y toma. Otras plantas tienen apenas una utilización, como Pudadá, donde las cáscaras son puestas en agua y se baña la persona que tenga picazones, incluso de mosquito. Hay todo un cuidado con las mujeres, donde se usa el té de las hojas de Jucá para mal de la mujer, para el hígado. La fruta es usada para inflamación. Los indígenas Arara tienen un gran conocimiento empírico de la química de las plantas, dónde usan las cáscaras de la Maçaranduba para disentería, hirviendo o dejando en agua fría hasta que el agua se quede rosa. Tienen un conocimiento muy importante sobre el tiempo y la forma de administración. Para malaria, mesclan en agua Canapu, con quina-quina y Picão. Toma una dosis pequeña (3 dedos, es muy amargo) de un trago solo por la tarde y no baña. Al día siguiente toma a las 6 horas de la mañana y baña en seguida. A la tarde toma nuevamente y no baña. Por todo eso, tenemos mucho más que aprender con los indios que viven en la floresta Amazónica. Ellos tienen un conocimiento empírico que debemos respetar y valorizar, así como su cultura y modo de vida, para que puedan continuar reproduciéndose como seres sociales y culturales. 47 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 19 Agradecimientos: PPBio/INPA/MCT por el financiamiento del proyecto. A los señores José Carlos Arara y Leôncio Ferrera Arara, por las prestimosas informaciones. 48 Ethnobotany and Ethnomedicine Etnobotanica ed Etnomedicina Etnobotánica y Etnomedicina XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 5 Etnobotánica de las plantas medicinales de la Patagonia Argentina usadas contra dolencias gastrointestinales Ana Ladio y Soledad Molares Laboratorio Ecotono. C.R.U.B. Universidad Nacional del Comahue-INIBIOMA. Quintral 1250. Bariloche (8400). Río Negro. E-mail: [email protected] Las dolencias gastrointestinales y los síntomas asociados a ellas son el motivo de diversos tratamientos y prácticas en todo el mundo. En este trabajo, se presenta primeramente una revisión cuantitativa de la información etnobotánica Mapuche publicada hasta el momento para la región patagónica de Argentina y Chile. Se estudiaron dieciséis artículos etnobotánicos. Se registró un total de 505 especies medicinales, 304 nativas (60%) y 196 exóticas (39%). Las plantas son hierbas (56%), arbustos (29%) y árboles (13.5%), y en menor proporción enredaderas (1.4%), hemi-parásitas y parásitas (0.5%). Llamativamente, el 26 % de las plantas se usan principalmente contra dolencias gastrointestinales y hepáticas. Por otra parte, con el objeto de estudiar en detalle los procesos de selección de las especies utilizadas para este tipo de dolencia, indagamos sobre los criterios culturales y biológicos involucrados. Con este fin, se realizaron entrevistas a 30 habitantes de una comunidad rural Mapuche, y se analizaron los datos mediante estadística no paramétrica. Nuestros resultados muestran que la selección y uso de especies vegetales parece relacionarse muy fuertemente a criterios quimiosensoriales. Se registraron 75 etnoespecies, pertenecientes a 40 familias botánicas. Lamiaceae, Asteraceae y Chenopodiaceae fueron las más citadas. La mayoría de las especies (69%) presenta características de sabor y/o aroma. El número de registros organolépticos se correlaciona positivamente con los valores de consensos de las especies, es decir que las plantas más citadas entre los pobladores son las que presentan mayores virtudes aromáticas o gustativas. Además, para los pobladores estas percepciones se consideran útiles para la búsqueda de sustitutos cuando las especies escasean o desaparecen del lugar. La información que se ofrece puede ser utilizada como guía para futuras tareas de prospección de especies promisorias para la salud, y como información de base para la elaboración de estrategias de conservación bio-cultural. 49 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 6 Le piante e l’apoptosi Maurizio Grandi La Torre, via Mario Ponzio 10, Torino; www.mauriziograndi.it [email protected] La morte cellulare ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema immunitario: da Lei emerge la nostra identità e la nostra capacità di distinguere il self dal non self. Troppo pochi i nostri geni per determinarla. La rete si forma attraverso una serie di dialoghi cellulari in cui il caso e la morte giocano un ruolo centrale. La complessità è il risultato di un processo che unisce sopravvivenza e funzione. Una diversità generata dal caso, attraverso, un adattamento scelto attraverso la morte che viene dall’interno: autodistruzione dall’attivazione di esecutori costruiti dalla cellula mediante informazioni presenti nei loro geni. Programma significa pre-scritto. Ogni cellula ha un programma (pre-scritto), circa la capacità di indurre o reprimere la propria autodistruzione, a seconda delle interazioni presenti o passate con le altre cellule che costituiscono il corpo. Autodistruzione è base dell’omeostasi, mantiene l’identità e l’integrità. La cellula che muore emette segnali che modificano il comportamento delle cellule vicine, incluse quelle che la stanno ingerendo (APOPTOSI). Cancro è mancanza di suicidio programmato e/o di riparazione del danno. Ogni esecutore di morte è architetto impegnato ad un tempo a distruggere e a costruire. La sopravvivenza quotidiana delle cellule dipende dalla percezione dei segnali delle altre, che ne impediscono il suicidio. La vita deriva dalla continua negazione dell’autodistruzione, fenomeno garantito solo fino all’età della riproduzione. Scema in quello stesso momento, punto contingente di equilibrio fra questi conflitti. Il cancro non è legato ad una mutazione indipendente, ma alla rottura dell’omeostasi, che è il logo Biochimico. La progressione neoplastica è il risultato di un “Io pirata”, che reprime il programma dell’Io debole ad alta instabilità genetica. Nel farlo riassume le caratteristiche, dei procarioti ed eucarioti sotto stress. Bcl 2, mdm2, hanno omologhi a livello batterico, così come i geni SOS. Su quest’ipotesi, abbiamo studiato, a livello preclinico (biochimico e biofisico) e clinico l’attività di preparazioni vegetali e formulazioni che nel passato antico e prossimo hanno mostrato ad un tempo attività antibatterica e coordinante le funzioni cellulari dell’organismo. Si giustificherebbe con metodologia fisica il fenomeno dell’apoptosi e della coerenza di specie indotta dall’ATAR dei Faraoni che è ad un tempo l’unzione degli infermi del Cristo di Nazareth. Mhyrra, Cannella, Cassia, Acorus Calamus ne sono gli ingredienti. Cosi come l’Evernia prunastri (la cipria delle nonne).Profumi. Antibiotici. Antineoplastici, ad un tempo, attraverso la ricoordinazione cellulare, mediata dalla morte cellulare (l’apoptosi). Bibliografia Ameisen JC. La Sculture du vivant. Le suicide cellulaire ou la mort créatrice (1999, 2nd ed.2000). Paris: Edition du Seuilri 50 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 6 Grandi M. La Myrrhe activité thérapeutique en cancérologie, Phytothérapie (2004) Num.5: 142-147, Springer Grandi M. L’accompagnement par les plantes dans le voyage entre les vies, Phytothérapie (2007 )5:1-7 Springer 51 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 20 Estudio etnobotánico de las plantas medicinales empleadas por Yurak hampi yachakkuna (hierbateros), Rikuy hampi yachakkuna (visionarios), Kakuy hampi yachak (sobador) y Wachak hampi yachak (partera) de la etnia Saraguro - Ecuador José Miguel Andrade*1, Chabaco Armijos1, Omar Malagón1, Vladimir Morocho1, Hernán Lucero1, Paola Vita Finzi2, Giovanni Vidari2, José Cartuche3 1 Instituto de Química Aplicada (UTPL), 2 Universidad de Pavia, 3 Dirección Provincial de Salud de Loja (departamento de salud indígena) [email protected] / [email protected] El estudio se realizó en la Parroquia San Lucas (Fig 1) durante el 2007 con la colaboración de 6 Hampi yachakkuna (sanadores comunitarios), dos Rikuy hampi yachakkuna (visionarios), un Kakuy hampi yachak (sobador) y una Wachak hampi yachak (partera), cuya edad oscila entre los 60 y 80 años y con experiencia en el uso de especies medicinales sobre los 25 años.La información se obtuvo mediante entrevistas. Los lugares de recolección fueron: Acacana, Pichic, Duco, Inguera, Aguarongo, Ingapirca y Ciudadela. Un total de 183 plantas fueron reportadas como conocidas y utilizadas por los Hampi yachakkuna, distribuidas en: 68 familias, 129 géneros y 179 especies. Las familias más representativas son: Asteraceae con 30 spp, Lamiaceae con 14 spp, Arecaceae con 9 spp, Solanaceae y Geraniaceae con 8 spp cada una, Amaryllidaceae y Brassicaceae con 7 spp individualmente, las familias Piperaceae, Lycopodiaceae y Ericaceae con 6 spp respectivamente. Del total, 96 spp son utilizadas por los Rikuy hampi yachakkuna, 69 spp usadas por los Yurak hampi yachakkuna, 52 spp utilizadas por la Wachak hampi yachak y finalmente 12 spp es utilizados por un Kakuy hampi yachak (Fig. 2). Sobre la enfermedad tratada: 47 especies se usan con fines mitológicos, 24 spp para el sistema nervioso, 13 spp para el resfrío, 12 spp para infecciones, 9 spp para la fiebre y 8 spp para la inflamación del hígado y riñones. Con respecto a la parte de la planta usada, para 55 spp se utiliza toda la planta, 40 spp las ramas, 34 spp las flores, y de 30 spp solo las hojas. La forma de prepararlas son: machado (52 spp), hervida (51 spp), infusión (47 spp) y uso directo (33 spp). Predominó la administración oral (110 spp), uso tópico (45 spp), baños (17 spp), a través de limpias (9 spp), y vapores (2 spp). De las 183 especies el 57.37% son silvestres (105 spp) y el 42.63% son cultivadas en huertos familiares (78 spp). La mayoría son nativas (101 spp), introducidas (68 spp) y finalmente 14 especies endémicas (Fig. 3). Agradecimientos A los Hampi yachakkuna Mama Aurelia, Taita Asunción, Taita Segundo, Taita Vicente, Mama Alegría, Taita José, que de manera incondicional manifestaron sus conocimientos y sabidurías, que se ven reflejados en esta investigación y que será de ayuda para la comunidad de San Lucas. Un 52 especial agradecimiento especial al laboratorio B2 de la Universidad de Pavia y a Bolivar Merino curador del herbario Loja. Fig.1 Mapa de la Parroquia San Lucas indicando los puntos de colecta de las especies Fig.2 Número de especies utilizadas por cada Yachack Fig.3 Estatus y Número de especies Referencias 1. Ríos, M., M. J. Koziol, H. Borgtoft Pedersen / G. Granda (Eds). 2007 Useful Plants of Ecuador: Aplications, Challenges and Perspectivas. Ediciones Abya Yala. Quito – Ecuador. 79p. 2. Valencia, R; Pitman, N; León, S y Jorgensen, P. (Eds).2000. Libro Rojo de las Plantas Endémicas del Ecuador. Pontificia Universidad Católica del Ecuador, Quito – Ecuador. p. 489 53 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 21 Fuentes naturales de Galantamina en cuatro especies Colombianas de Amaryllidaceae, metabolito utilizado en el tratamiento de la enfermedad de Alzheimer Fabio Cabezas1, Andrés Yanza1, Santiago Martínez2, Carles Codina3, Jaume Bastida3 y Francesc Viladomat3 Departamento de Química. Grupo: Química de Compuestos Bioactivos. Facultad de Ciencias Naturales, Exactas y de la Educación. Universidad del Cauca. Popayán, Colombia. Email: [email protected] FAX:572-8209060. PBX: 572-8209800 Ext. 2320. 2Departamento de Agroindustria. Grupo: Química de Compuestos Bioactivos. Facultad de Ciencias Agropecuarias. Universidad del Cauca. Popayán, Colombia. 3Departamento de Productos Naturales, Fisiología Vegetal y Edafología. Facultad de Farmacia. Universidad de Barcelona (España). 1 Uno de los problemas mentales de alta incidencia en Europa y varios países de América es la enfermedad de Alzheimer. La Galantamina (GAL), es un metabolito ampliamente utilizado en su forma salina para el tratamiento de dicha enfermedad a un alto costo para el paciente. Este producto natural es aislado de varios géneros propios de la cuenca del Mediterráneo y del centro de Europa, particularmente de los géneros Leucojum, Galanthus y Narcissus entre otros. En nuestros estudios fitoquímicos las especies colombianas Eucharis amazonica, E. grandiflora, Caliphruria subedentata y Phaederanasa dubia, con distribución geográfica restringida, con endemismo en alguna de ellas, pero la mayoría amenazadas de extinción, han mostrado presencia del metabolito en su forma libre, lo cual ha sido comprobado por comparación con sus constantes físicas, propiedades cromatográficas y espectroscópicas: c.c.d., Dicroismo Circular, IR, UV., RMN 1H, 13C con muestras obtenidas de otras fuentes de origen natural. La importancia de la presencia de este compuesto en las especies mencionadas ofrece una oportunidad de desarrollos en el campo de la agroindustria en nuestra región. 54 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 22 Protocol for cultivation and chemotypes differentiation of wild gentian populations on Gran Sasso and Monti della Laga Park Menghini L1, Epifano F1, Leporini L1, Luzzi R1, Tammaro F2, Curini M3 Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università “G. d’Annunzio”, via dei Vestini 31, 66013 Chieti, Italy, [email protected]; 2Facoltà di Biotecnologie, Piazzale Tommasi 2, 67010 Coppito (AQ), Italy; 3Dipartimento di Chimica e tecnologia del farmaco, Via del Liceo, 06123 Perugia, Italy 1 In this study we report results of research project on Gentian roots of wild Gentiana lutea from six populations, differing in altitude, soil and exposition, collected in the title National Park in 2006 and 2007. In order to identify the presence of selected chemotypes, concentrations of gentiopicroside, gentisic acid, loganic acid, total phenols and antiradical activity were determined using HPLC-DAD, UV-VIS spectrophotometry and DPPH test. The most aboundant compound, in all samples, results gentiopicroside (57,98-104,42 mg/g d.w., hi and low range), followed by loganic acid (range 21,38-39,48- mg/g d.w.) and gentisic acid 0.57-1.26 (21,3839,48- mg/g d.w.). Total phenols contents were between 1,12 and 0,85% d.w. of powder. A relation, not linear, exists between total phenols content and antiradical activity. All wild samples showed good phytochemical profile with difference that can be explained in terms of hyper-productive ecotypes rather than selected chemotypes. Results confirmed that wild flora of Gran Sasso and Monti della Laga National Park could be a useful source of high quality plant materials. On seeds collected in wild, tests to evaluate seeds germination, roots elongation, and dynamics of aerial and radical development were assessed. Experimental cultivation were started and followed for two years in order to analyze the critical points for productive implant. A complete protocol, from seeds collection to field cultivation of gentian, for productive purpose of medicinal herbs products, were also developed. Acknowledgements: Authors wish to thank European community Project LEADER+, P.S.L. ARCA ABRUZZO and Gran Sasso e Monti della Laga National Park, Assergi (L’Aquila, Italy) for financial and resource supports References 1. European Pharmacopoeia. 4.5 Ed. 2003. Strasbourg (France). 55 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 23 Calceolaria chelidonioides Humb. Bonpl. & Kunth.: new galenic formulations against Herpes Simplex Types I and II Deborah Quintanilha Falcao1,2, Edilaine Rijo Costa3, Ricardo Machado Kuster1, Francoise Nielloud2, Laurence Vian2 and Fabio de Sousa Menezes4 Nucleo de Pesquisas de Produtos Naturais, Unicersidade Federal do Rio de Janeiro, Brazil; 2Faculte de Pharmacie, Unniversite de Montpellier, Montpellier, France, 3Faculdade de Farmacia, Universidade Federal do Rio de Janeiro, Brazil, 4School of Pharmacy and Pharmaceutical Sciences, Trinity College Dublin, Dublin, Ireland. 1 Calceolaria chelidonioides, never studied before, was chosen for this work based on an ethnopharmacological inventory survey ran with the rural community of Alto de Macabu. The aim of this study was isolate and identify the main chemical constituents produced by this species as well as to evaluate pharmacological and toxicological aspects driving the efforts to the development of a topic galenic formulation. The essential oil composition was analyzed and five unusual compounds were found. Using several different chromatographic techniques it was possible to isolate and to identify several compounds in different fractions from the crude ethanol extract of stems and flowers (CEEF) with special interest to verbascoside. In vitro and in vivo toxicological activities were carried out using CEEF showing no cytotoxicity, phototoxicity, mutagenicity and irritant power, indicating though its safety. CEEF and its fractions his have shown antioxidant, antimicrobial and anti-virus activity. The ethyl acetate fraction from flowers has shown the best activity against both HSV-1 and HSV-2, with some specificity for the type 2. Based on toxicological and pharmacological results and also the economic viability, CEEF was chosen for the development of a topic galenic formulation against Herpes virus. Also, it was possible to correlate the activity observed for the crude ethanol extract of flowers against HSV-2 and its content of verbascoside. Two formulations were proposed; one nanoemulsion and one microemulsion containing 5% of CEEF standardized in 14.5% of verbascoside. The formulations were evaluated by the verbascoside penetration in the skin, used as the extract chemical marker. The microemulsion showed the desired effects, allowing a verbascoside reservoir on the target tissue, the epidermis. Based on these arguments, it could be concluded that the proposed microemulsion reached the initial formulation requirements, however, further studies are needed specially the development of a new model for the antiviral evaluation for the final formulation that was not possible for this work. Acknowledgements: CAPES and CNPq for fellowship and financial support. 56 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 24 Aproximación descriptiva y analítica al empacho en Bolivia Roberto Campos Navarro Departamento de Historia y Filosofía de la Medicina; Facultad de Medicina, Universidad Nacional Autónoma de México; Ciudad Universitaria, México El empacho es una categoría nosológica popular que se conoce en Bolivia, y en general en toda Iberoamérica. Se trata de una enfermedad del aparato digestivo originada por la excesiva ingestión de alimentos, así como irregularidades en la digestión de las viandas e incluso la ingestión de elementos poco o nada digeribles como tierra, papel, chicles u hollejos de frutas y verduras. Se presenta sobre todo en niños menores de 2 años, pero también puede afectar a los adultos. El cuadro clínico se asocia con malestar general, dolor abdominal tipo cólico, evacuaciones diarreicas o estreñimiento, vómitos y en algunos casos fiebre. El tratamiento tiene como objetivo principal la limpieza del tubo digestivo, lo cual se logra mediante la utilización de purgantes y productos que provoquen el vómito: plantas medicinales, aceites, medicamentos de patente, emplastos, sustancias químicas y algunas maniobras como masajes y estiramientos específicos de la piel en la región dorsolumbar (“tirar o quebrar el cuerito”). La prevención está encaminada a evitar los alimentos descompuestos, sucios, “pesados” o que contengan hollejos (por ejemplo, frijoles o porotos, chícharos, garbanzos, etc.) En esta ponencia presentamos las características del empacho en Bolivia, estableciendo su causalidad, cuadro clínico, tratamientos y prevención. Se han consultado documentos que van del siglo XVII (1612) hasta la actualidad (2008), siendo los autores misioneros, médicos indígenas, médicos académicos, naturistas, antropólogos y botánicos. 57 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 25 Evidencia científica del uso etnomedico antiviral de especies vegetales de Cuba J. A. González-Lavaut1, S. Prieto-González1, K. González-García1, M. GarcíaTorres2, R. Monteagudo2, O. Gordo-Álvarez1, N. García-González1, O. Fidalgo2, A. Álvarez-Reyes1 Centro de Química Farmacéutica, Calle 200 y Ave. 21, Atabey, Playa, Ciudad de la Habana, Cuba. Teléfono: 208-5103. E-mail: [email protected] ; 2 Instituto Finlay, Cuba 1 En Cuba, se ha utilizado popularmente muchas especies vegetales para el tratamiento de diversas enfermedades y siempre ha sido una práctica cotidiana que hoy toma más auge. El desarrollo científico ha propiciado el interés por las plantas medicinales y las sustancias naturales bioactivas. El retorno a lo natural ha sido propiciado por el desarrollo científico de los fitomedicamentos y al mayor conocimiento del riesgo-beneficio de los fármacos sintéticos. Una gran variedad de plantas en todo el planeta y sus extractos respectivos contienen diferentes compuestos químicos con actividad biológica, que pueden producir efectos terapéuticos variados; por lo que hoy día la evidencia científica está llamada a validar el uso popular. En el Centro de Química Farmacéutica se trabaja fuertemente en las investigaciones con especies vegetales, para encontrar las evidencia científicas del uso etnomédico de ellas, particularmente de las relacionadas con procesos virales. En este trabajo se exponen nuestra experiencia metodológica y los resultados sobre como dirigir las investigaciones con especies vegetales para la búsqueda de agentes antivirales, teniendo en cuenta que los conocimientos etnomédicos constituyen un instrumento de información muy potente que ha permitido y permite guiar, con cierta discriminación, las investigaciones científicas actuales en la búsqueda de nuevas terapias, ante una elevada diversidad de plantas superiores por explorar. Además se muestran algunos resultados de la evaluación de especies colectadas en el país. 58 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 26 Il Narciso (Narcissus poeticus L., Amaryllidaceae), dal mito dei poeti classici alle recenti applicazioni dei suoi principi attivi in cosmesi ed in medicina Fernando Tammaro Corso di laurea in Scienze e Tecnologie erboristiche e cosmetiche Università L’Aquila. [email protected] La bellezza ed il profumo del narciso erano conosciuti fin dall’antichità classica greco-romana. La più antica citazione del nome narkissos si trova nell’“Inno a Demetra“ risalente al periodo omerico (VIII a.C.). La mitologia associa al nome di Narciso il mitico fanciullo amato dagli dei per la bellezza (1). Il nome di origine greca (nàrké = stordimento) fa riferimento alle sue proprietà velenose ed ipnotiche (narcotiche) (2),(3). Il narciso viene riportato da Omero, Sofocle, Teofrasto e da altri autori greci ed ancora in Plinio e nei versi di poeti latini quali Ovidio e Virgilio. Pertanto C. Linneo, lo studioso che dette il nome scientifico alle piante, nella sua monumentale opera Species plantarum del 1737 denomina questa pianta per l’attenzione ad esso riservata dai poeti, Narcissus poeticus (la pianta dei poeti). Il mito di narciso ha ispirato artisti in ogni epoca. Sue raffigurazioni sono negli affreschi di Pompei (Casa di Ottavio Quarto) ed in quelli del Museo Archeologico Romano; varie opere letterarie si sono ispirate a questo mito (ad es. Shirley, Gide) e pittori di varia risonanza ne hanno tratto ispirazione, tra cui Caravaggio ed anche compositori importanti (ad es. la 3° sinfonia di Brahms è detta Narciso). Di questa specie Flora Europea (4) riconosce 2 sottospecie (razze geografiche) la subsp. poeticus che ha distribuzione nell’Europa meridionale centro occidentale (ed in particolare nella regione mediterranea, dalla Spagna alla Francia fino alla Penisola italiana) e la subsp.radiiflorus che si rinviene invece nella Penisola balcanica e nell’Europa centro-orientale (dall’Austria, Ungheria fino alla Romania comprendendo la ex Jugoslavia, Albania e la Grecia). Morfologia - Il narciso è una pianta erbacea fornita di un bulbo profondo, con foglie radicali, strette e lineari , al centro delle quali si innalza lo stelo che termina con il bellissimo fiore bianco, grande da 4 a 5 cm di diametro, solitario, pendente. La corolla al centro porta una piccola corona gialla, a forma di coppa, con il margine crenulato rosso. Odore soave. Fioritura in primavera, da aprile a maggio. La pianta è tossica ed i bulbi hanno proprietà vomitive, probabilmente dovute alla narcisina un alcaloide che agisce sul sistema nervoso e che provoca infiammazioni allo stomaco. L’impollinazione avviene per mezzo di insetti. Ecologia - La pianta si rinviene nelle praterie montane e submontane umide, da circa 1200 fino a 1600 m, appartenenti ai mesobrometi ed arrenatereti. Nel Piano delle Rocche (Abruzzo aquilano), esteso per circa 50 Km, in un’altitudine media di 59 1300 m, si rinvengono densi popolamenti di Narcissus poeticus. L’Altopiano delle Rocche è geomorfologicamente il fondo di un antico lago pleistocenico (risalente all’ultima glaciazione quaternaria, risalente aa 12-13 mila anni). La presenza di substrato limo argilloso e la falda superficiale determinano il persistere di un più lungo mantenimento dell’umidità edafica. Questa condizione ecologica rende possibile pertanto l’esistenza di vegetazioni mesofite (mediamente umide) o anche in tratti a maggior depressione dove l’acqua permane formando zone umide per i mesi primaverili la presenza di piante igrofile. Etnobotanica - Galanthus nivalis e le piante sistematicamente vicine (Narcissus, Leucojum, Amaryllis) contengono la galantamina. Esse sono usate nella medicina popolare da molto tempo quale antidoto ai veleni atropinici (prodotti da solanacee tossiche, quali stramonio, belladonna, giusquiamo,ecc.) (5). Nell’Odissea, Mercurio dà ad Ulisse una pianta interpretata come Galanthus, per proteggersi dalla bevanda velenosa della maga Circe, mentre i suoi compagni, non premuniti da questo antidoto, si sono ritrovati trasformati in porci. Si tratta pertanto di una pianta con alcaloidi atropinici di cui l’antidoto è una specie con attività agonistica colinergica. La descrizione di Omero “la radice era nera, i fiori bianchi come il latte” fa orientare proprio verso Galanthus nivalis. Da 61 anni, a fine maggio, nell’Altopiano delle Rocche (Provincia di L’Aquila) si festeggia il Narciso con una caratteristica sfilata di carri ricoperti dei fiori di questa specie, a simboleggiare l’inizio della buona stagione nei paesi di montagna. La scoperta della galantamina - A partire dagli anni 1950, tenendo presente gli usi popolari del Galanthus nivalis, in Bulgaria nel 1956 Paskov estrae un alcaloide da Galanthus nivalis, da cui il nome Nivalina, dato al prodotto. Questo nuovo alcaloide rapidamente viene utilizzato nelle patologie neurologiche e neuromuscolari. Nel 1990 viene confermato il meccanismo d’azione per inibizione della acétilcolinesterasi. Numerosi studi e saggi clinici nella cura dell’ Alzheimer confermano la sua efficacia (6). La galantamina fu scoperta in Galanthus woronowii Losinsk e prese il suo nome dal genere Galanthus. Attualmente è l’alcaloide delle Amaryllidaceae utilizzato in medicina occidentale per la cura della malattia d'Alhzeimer. Essa inibisce l’acetilcolinesterasi e stimola i recettori nicotinici presinaptici, da cui un aumento del tasso d’acetilcolina neuromediatore. La galantamina fu successivamente rinvenuta in varie altre piante delle Amaryllidacaee, appartenenti ai generi Leucojum, Narcissus e Lycoris, Eucharis, a testimoniare che tale alcaloide ha un’ampia distribuzione in questa famiglia. Attualmente è stata rinvenuta in varie specie, quali: Galanthus woronowii, G. nivalis, G. elwesii, G. ikariae; Leucojum aestivum; Narcissus tazetta ssp. tazetta, N. peudonarcissus & ibridi; Lycoris aurea, L. squamigera; Hippeastrum ibridi; Eucharis 60 amazzonica; Caliphruria subedentata. Un gran numero di alcaloidi, che evidenziano attività biologiche, inclusa l’inibizione della acetilcolinesterasi ed azione antineoplastica, cardiovasculare e immunostimulatoria sono state isolate da piante della famiglia Amaryllidaceae (7). Galanthamine-type isolata da piante dei generi Crinum, Hymenocallis (Pancratium), Leucojum, Lycoris, Narcissus. Uso in profumeria. I fiori di narciso sono intensamente profumati e sono utilizzati per profumi; in modo particolare essi vengono a tal fine coltivati in varie zone delle Alpi Francesi. (500 kg. di fiori danno 1 kg. al massimo di essenza). Il narciso è adoperato per ricavare profumi che i francesi denominano absolue, cioè prodotti difficili da utilizzare allo stato puro (essendo troppo forti) e che invece sono adoperati in diluizioni, sia sciogliendoli in alcol a 96% (per usare come profumi, acque di toeletta) o in un supporto oleoso per farne creme cosmetiche, olio per massaggi o profumi per chi non sopporta l’alcol dei profumi. L’absolue del narciso (ottenuto per macerazione dei fiori) è utilizzato per fabbricare profumi femminili che richiamano odori candidi e di leggerezza. Esso inoltre rientra nella elaborazione di altri profumi fiorali fantasia. Con un litro di essenza absolue si producono circa 3000 litri di profumo di alta qualità. Tale materia è pertanto assai preziosa e costosa. Uso nella floricoltura - Il narciso è oggetto di coltivazione, anche, nella floricoltura specializzata per largo commercio del fiore reciso. Nel giardinaggio il Narciso è oggetto di due tipi colturali: in piena terra od in vaso. In piena terra ci si può servire di essi per formare bordure di aiuole o cespi distribuiti qua e là nei tappeti erbosi, o ad ornamento di sottobosco, sul margine delle macchie d'arbusto, sui bordi di laghi e di ruscelli, ecc.. Prospettive applicative in Italia Centrale - Alcune amministrazioni pubbliche (Parco Regionale del Sirente-Velino; Comuni dell’Altopiano delle Rocche, Provincia dell’Aquila, Regione Abruzzo, ecc.) hanno promosso ricerche finalizzate all’utilizzo del Narciso per cosmesi (saponi e profumi) dal fiore ed alcaloidi (galantamina ed altri ) dal bulbo. Le ricerche si pongono inoltre lo scopo di identificare ed isolare le lectine, proteine che hanno la caratteristica di legarsi specificamente ad oligosaccaridi, formando glicoproteine, che stanno trovando numerosi campi di applicazione (insetticidi biologici, anti-VIH, OGM) (8). Bibliografia 1. Ovidio, Metamorfosi libro III, 339-346; 507-510. 2. Plinio: Rer. Nat. XXI, 75/128. 3. Plutarco: Moralia, 647. 4. Tutin et al., 1980 - Amaryllidaceae in Flora Europea V. Cambridge Univ press. 5. Plaitakis A, Duvoisin RC. 1983. Homer's moly identified as Galanthus nivalis L.: physiologic antidote to stramonium poisoning. Clin. Neuropharmacol. 6 (1):1-5. 6. Paskov D.S. 1986. In: Handbook of experimental pharmacology. vol 79, chap 31. 7. Zhong Jin, 2005 - Isolation, biological activity, and synthetic studies of Amaryllidaceae and Sceletium alkaloids : Nat. Prod. Rep., 2005, 22, 111–126. 61 8. Árpád Pusztai, S.W.B. Ewen 1999: Effect of diets containing genetically modified potatoes expressing Galanthus nivalis lectin on rat small intestine. Lancet. Oct 16; 354 (9187):1353-1354. 62 Chemistry of Natural Products Chimica delle Sostanze Naturali Química de Productos Naturales XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 7 Violet-perfuming chemistry: new synthetic ionone odorants with increased odour potency Marco Luparia, Valentina Merlini, Giuseppe Zanoni, Giovanni Vidari Department of Organic Chemistry, University of Pavia, Via Taramelli 10, 27100 Pavia, Italy With the increasing launch rates of perfumes, there is an increasing demand for new odorants. A slight structural modification of known odorants can meet this need because it often results in a significant change of the olfactory properties. The human olfactory system, being constituted by about 390 of G protein–coupled receptors [1], uses combinatorial coding schemes to encode odor entities [2]. Consequently, the de novo rational design of more efficient odorants based on the concept of a molecular complementarity to a receptor surface, as is the case for most drug–receptor interactions, is considered to be virtually hopeless [3]. Therefore, design of new odorants relies heavily on structural similarities to a reference compound. Ionones 1 – 3, occurring in the headspace of different flowers in bloom, constitute one of the most important groups of perfume components, and are of great economical value in the creation of violet and many other perfume notes. Different synthetic ionone derivatives, having one or more additional carbon atoms in the enone chain or attached to the ring, seco-structures or even additional rings, have been prepared. Considering the whole of odour features of ionone analogues, we concluded that bulky hydrophobic groups flanking the 3-oxosubstituent play a major role in the interactions of ionones with their odour receptors (OR). As part of a programme of synthesis of enantiomer-enriched norterpenoid odorants [4], we have, therefore, initially focalized our attention on the synthesis of some C-13 alkyl -ionone homologues 4 – 8, aimed at defining the effects of different substituents on the cyclohexene double bond in modulating the odorant properties of the parent ionones. In this communication we describe the synthesis of 4 – 8. Our approach was based on a common building block, obtained in 97% ee by enzymatic kinetic resolution of racemic -cyclogeraniol. The target compounds were eventually obtained in a very high chemical and stereochemical purity [5]. Their odour properties were carefully evaluated (P. Kraft, Givaudan Schweiz AG, Fragrance Research), and the threshold of the ethyl derivative 4, 0.085 ng/l of air, was more than thirty times lower than natural -ionone 1, 2.7 ng/l of air, and of the same order of magnitude as γ-ionone 3, 0.07 ng/l of air, which is regarded as the most powerful and pleasant of natural ionones. In parallel molecular modelling studies, we have investigated the conformational space of these compounds, as well as that of parent ionones 1 – 3. Actually, knowledge of the 3D geometry of well known odorants can provide some insight into the molecular features associated to 63 a given odour, at least to the predominant note(s) at the threshold level, where only the receptor(s) of highest affinity are presumably elicited [6]. The modelling study showed a shift of the conformational preference of the butenone chain from a pseudo-axial orientation, favored in 1, to a pseudo-equatorial one, favored in 2 and 3, suggesting a positive correlation between this steric factor and the increased olfactory potency of 2 and 3 compared with 1. In contrast, although the hindrance of the alkyl group at C(5) has no significant effect on the overall conformational behavior of synthetic 4 – 8, it appears, however, to be significantly related to the increased odour potency of 4 – 8 with respect to parent ionone 1. Moreover, conformational analysis of compound 4 suggested that freezing the two carbons alkyl substiuent at C(5) in a precise orientation, as in a rigid structure, might lead to more potent odorants. This stimulated the synthesis of three new bicyclic derivatives of ionones 1 and 3, namely compounds 9 – 11. We were pleased to find that their 13 4 3 5 (S) 2 8 9 1 6 11 12 7 1 5 10 O 2 O 6 9 O O 3 O 7 O 4 O 8 O 10 O O O 11 odour thresholds were in the range of 0.01–0.09 ng/l air, which are the lowest among all ionone derivatives. Acknowledgements: the Italian MIUR for partial financial support (PRIN funds). References 1. Buck, L., Axel, R., Cell 1991, 65, 175. 2. B. Malnic, B. et al., Cell 1999, 96, 713. 3. Sell, C. S., Angew. Chem. Int. Ed. 2006, 45, 6254. 4. Vidari, G. et al., J. Org. Chem. 2004, 69, 8959. 5. Vidari, G. et al., Chem. Biodivers. 2008, 5, 1045. 6. Doszczak, L. Kraft, P. et al., Angew. Chem. Int. Ed. 2007, 46, 3367. 64 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 8 Marine natural products in Guatemala Cóbar Pinto, Oscar Manuel Department of Organic Chemistry and Natural Products Research Laboratory; School of Chemical Sciences, University of San Carlos, Guatemala. e-mail: [email protected] Marine Natural Products Chemistry is referred to the isolation, structure elucidation, organic synthesis and biomedical properties of secondary metabolites from marine origin. The field of marine natural products was born in the 40`s and has been growing to date with about 20,000 compounds (2,000 bioactive) reported. The research in Guatemala began in 1998 with the study of the sedative properties of an Atlantic Ocean sponge Haliclona rubens. The research work is developed in four areas; isolation and structure elucidation of new compounds, synthetic modifications of known compounds to increase their biological activity, synthesis of known compounds to test their biomedical properties and in vitro culture of tunicates to isolate bioactive compounds. Isolation and Structure Elucidation of New Compounds. • Sarcodyctiin tipe diterpenoids (Caribbaedyctins 1 and 2) from a Caribbean gorgonian octocoral Erithropodium caribaeorum. O O O O O O Synthetic Modifications of Known Compounds to Increase Their Biological Activity. • 6-urocanic esters of Asbestinins. Synthesis of Known Compounds to Test Their Biomedical Properties. • 2,2,6,6-tetramethylpiperidin alkaloids (Calyxamines A and B). • 2,4-diphenyltetrahydrofurans (Calyxolanes A and B). 65 O O N H Calyxamine A • Calyxolane B Citotoxicity, Antibacterial and Antifungical Properties of Briareins A and B from the Caribbean Gorgonian Octocoral Briareum asbestinum. OAc OAc OAc CH2 OAc AcO H AcO BuO Cl HO Briarein A CH2 OAc OAc H AcO O Cl HO Briarein B O O O In vitro culture of tunicates to isolate bioactive compounds. CH 3 O O O O H S H HO O NH OH OCH 3 N O CH 3 O CH 3 N H CH 3 CH 3 HO ET-743 References 1. Velásquez, P.; Cóbar, O. M. Biological Activity and Main Family of Secundary Metabolites from the n-hexanic Extract of the Caribbean Gorgonian Erythropodium caribbaeorum. 2006, Thesis adgradum, School of Chemical Sciences, University of San Carlos, Guatemala. 52 pp. 2. Cóbar, O.M.; Vásquez A. Isolation and Structural Modification of 2,11-Cyclized Cembranoids from B. asbestinum, for Increase Their Citotoxicity. 2008, National Council of Science and Technology, Guatemala, 85 pp. 3. Cóbar, S.; Cóbar, O.M. Isolation and Biological Activity Evaluation of Briareins A and B; Main Secundary Metabolites from the Caribbean Gorgonian B. asbesinum. 2006, Thesis ad-gradum, School of Chemical Sciences, University of San Carlos, Guatemala. 49 pp. 4. Cóbar, O.M.; Vásquez A. Synthesis of Calyxamines A, B and Calyxolanes A, B; Two New Classes of Natural Marine Products. 2005, Scientific Research, Health and Basic Sciences Area. University of San Carlos, Guatemala. 45 pp. 66 O 27 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Hemisynthesis of ent-15-oxo-kaur-16-en-19-oic acid from entkaur-16-en-19-oic acid Alfredo Usubillaga,1 Rosa Aparicio,2 Yndra Cordero3, Agni Saavedra1 1 Univeridad de Los Andes, Instituto de Investigación,Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes (ULA), Mérida, Venezuela 5101, 2 PIQA,Facultad de Ciencias, ULA, Mérida, Venezuela 5101. Applied Ciences Doctoral Program, Faculty of Engineering, ULA, Mérida, Venezuela 5101. It has been found that ent-kaurenic acid (1) has diverse biological activities1. On the other hand 15-oxo-kaur-16-en-19-oic acid (3) produces apoptosis on prostate cancer cells2. This compound is not found as a natural product and it was obtained by hemisynthesis from 15α-acetoxy-(-)-kaur-16-en-19-oic acid. This last kaurene derivative can be isolated from Espeletia schultzii but it is not particularly abundant. Since ent-kaurenic acid is an abundant component of the resin of most Espeletiinae, it was considered convenient to obtain 15α-hidroxy-kaur-16-en-19-oic acid (2) from 1 by allylic hydroxylation. Subsequent oxidation would render the desired 15-oxo compound. Ent-kaurenic acid was obtained from the leaves of Espeletia semiglobulata3 , 5.0 g of 1 was dissolved in dioxan and treated with SeO2/H2O2 at room temperature for 4 hr4. Dilution with water and extraction with diethyl ether yielded the crude product which was submitted to flash chromatography. Elution with hexane-EtOAc (4:1) rendered 2 (mp 222-224oC, 56% yield) which was dissolved in acetone and treated with chromic acid (Jones reagent) to yield the desired product 3. It is considered that this method will provide a sufficient quantity of 3 for further biological tests. OH COOH 1 COOH 2 O COOH 3 Acknowledgement:The authors are indebted to Fonacit (Project ULA 200700857) References 1. Ghisalberti, E.L.(1997) Fitoterapia LXVIII (4), 303-325. 2. Ruiz, Y., et al (2008) Phytochemistry 69, 432-438. 3. Usubillaga, A., Capra, M.C. (1988) Fitoterapia LIX (5), 383-384. 4. Aparicio, R., Bahsas, A., Usubillaga, A.(2008) Avances en Química 2 (3), 3-8. 67 O 28 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Natural products and derivatives from Ferulago campestris [Apiaceae] Nicoletta Faraone1, Sergio Rosselli1, Antonella Maggio1, Maurizio Bruno1, Vivienne Spadaro2 Dip. Chimica Organica, Università di Palermo, viale delle Scienze – parco d’Orlens II – 90128 Palermo, Italy; 2 Dip. Scienze Botaniche, Università di Palermo, via Archirafi 38, 90123 Palermo, Italy; 1 The genus Apiaceae (Umbelliferae) is a rich source of secondary metabolites belonging to coumarin type. This communication reports the isolation of five natural coumarins and of an esterified monoterpene from the roots of Ferulago campestris (Besser) Grec. collected in Sicily. From the petroleum ether extract, the osthol, a previously known prenylated coumarin was obtained1. Furthermore, three abundant coumarins, differing for the esters moiety, were isolated and identified. In these compounds a six endo-trig cyclization involving the prenyl chain occurred and a pyrane ring fused with the coumarin nucleus was formed. These cyclized coumarin having a senecioyl, angeloyl and benzoyl ester group have been identified as the previously known grandivittin, agasyllin and aegelinol benzoate respectively2. Moreover, the angeloyl ferulol3, a monoterpene carrying an angelate ester group, was also isolated from the petroleum ether extract. The investigation of dichloromethane extract resulted in the isolation of felamidin4, an isomer of aegelinol benzoate, in which the prenyl chain gave a five exo-trig cyclization resulting in a coumarin with a tetrahydrofurane fused ring. CHO O H3CO O O O O O Angeloyl ferulol Osthol O O O O O Felamidin O O Grandivittin O O O O O O O Agasyllin O O O O Aegelinol benzoate A set of ester derivatives of the base-catalysed hydrolysis product of the grandivittin, agasyllin and aegelinol benzoate has been synthetized. These derivatives will be tested for their cytotoxic properties. References 1. Estévez- Braun, A., Gonzàlez, A. G. (1997) Nat. Prod. Rep., 14, 465-475 68 2. 3. 4. Erdelmeier, C. A. J., Sticher, O. (1985) Planta Med., 51, 407-409 Bohlmann, F., Zdero, C. (1971) Chem. Ber., 104, 1957-1961 Krivut, B. A., et al. (1970) Khimiya Prirodnykh Soedinenii, 5, 526-531. 69 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 29 Composición química y actividad antibacteriana del Schinus molle María Gualtieri1, Maria Luisa Di Bernardo2, Maria Ysabel García2, Nurby Ríos1, Ciro Villalobos1, Yilen Fung1, Néstor Uscátegui2, Frank Sosa1, Maria del Carmen Araque3, Silvio Barreto3 Laboratorio de Investigación de Medicamentos Orgánicos. 2GITAEF-Grupo de Investigaciones en Toxicología Analítica y Estudios Farmacológicos. 3Laboratorio de Microbiología Molecular. Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de los Andes. Mérida-Venezuela.5101. [email protected]. 1 El presente trabajo muestra un estudio químico y biológico del Schinus molle L. (Anacardiaceae), conocido comúnmente como el árbol de pimienta o Pirú. Se encuentra ampliamente distribuido en toda la América, desde las tierras bajas, hasta alturas de 3600-3900 m.s.n.m. en las regiones andinas. También es cultivado en la zona del Mediterráneo en el sur de Europa [1]. El material vegetal fue recolectado en la localidad de Selenunte-Sicilia, Italia, a 40 m.s.n.m. e identificado bajo el vaucher Nº 05, en el Herbario MERF de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis, de la Universidad de Los Andes, Venezuela. Las partes aéreas fueron desecadas a temperatura ambiente, se sometieron a extracción con etanol con un rendimiento del 32.42 %. Las semillas se extrajeron con hexano con un rendimiento del 5.63 % [2]. El estudio químico se baso en la determinación de componentes con bondades terapéuticas, por Espectroscopia de Absorción Ultravioleta, realizando un barrido espectrofotométrico de 225-350 nm. Los resultados obtenidos evidencian la presencia de compuestos con actividad narcótica, antihistamínica, anticonvulsivante, antimicrobiana, diurética y efecto insecticida [3]. La actividad antimicrobiana del extracto etanólico y hexanoico fue determinada por el método de difusión en agar contra bacterias Gram positivas y Gram negativas [4]. Los resultados mostraron que tanto el extracto etanólico como el aceite de las semillas presentan actividad únicamente contra bacterias Gram positivas, mostrando valores de CIM para Staphylococcus aureus y Enterococcus faecalis (16μg/mL). Agradecemos: A Lorenzo Giancontieri, por participar en la recolección del material vegetal. Referencias 1. Jesús Hoyos. 1979. Árboles cultivados de Venezuela. 2. Machado et al. 2007. Prog Neuropsychopharmacology Biol Psychiatry, 31: 421-428. 3. Ferrero et al. 2007. J Ethnopharmacol, 113: 441-447. 4. Molina et al. 2007. J Ethnopharmacol, 109:435-441.7. 70 O 30 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Phytochemical study of Commiphora erythraea Maria Carla Marcotullio, Claudio Santi, Gildas Norbert Oball-Mond Mwankie, Massimo Curini Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco-Sez. Chimica Organica, via del Liceo 1, 06123, Perugia, Italy. Commiphora species (Burseraceae) are small trees or shrubs that grow wild in Somalia and Ethiopia and produce resinous exudates that constitute myrrh. [1] C. myrrha is the chief source of myrrh today, but C. erythrea was the principal source of ancient and classical time. Commiphora erythrea resin is traditionally used on livestock against ticks and as antimicrobial. While a great number of studies have been published on C. myrrha, there are only few on C. erythrea. Most of these studies are on the composition of the essential oil (opopanax), that is rich in mono- and sesquiterpenes. [2] The hexane extract of C. erythrea showed the presence of three furanosesquiterpenes (1, 2 and 3). [3] The phytochemical study we undertook on the MeOH extract of the resin led to the isolation of several sesquiterpenes some of which, such as alismol 4, [4] have not been previously isolated from Commiphora spp. O O 1 RO H O O 2 R=Ac 3 R=OMe HO H 4 The biological activities of C. erythrea have been studied. References 1. Hanus, L.O. et al. (2005), Biomed. Papers, 149, 3-28. 2. Ikeda, R.M. et al. (1962) J. Food Sci., 27, 455; Nigam, I.C. et al. (1966), J. Chromatogr., 23, 217; Regan, A.F. et al. (1967), J. Chromatogr, 31, 209; Nigam, I.C. et al. (1968) J. Chromatogr., 34, 85; Delay, F. et al. (1979) Helv. Chim. Acta, 62, 369. 3. Marafudu, A. (1982), Phytochemistry, 21, 677. 4. Oshima, Y. et al. (1987), Phytochemistry, 22, 183. 71 O 31 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Un biflavonoide aislado de los tallos de Bauhinia cumanensis H.B.K. Sosa-Moreno, Adakarleny y Rosquete-Porcar, Carmelo Laboratorio de Productos Naturales. Departamento de Química. Facultad de Ciencias. Universidad de Los Andes. Mérida 5101. Venezuela. El género Bauhinia (Caesalpinaceae) se encuentra distribuido mundialmente en las zonas templadas y tropicales1. Algunas de sus especies son empleadas en la medicina popular para el tratamiento de diversas enfermedades: Bauhinia forficata presenta actividad hipoglicemiante2; Bauhinia malabarica es activa contra Plasmodium falciparum3; Bauhinia variegata tiene efecto hepatoprotector en ratas diabéticas4; la infusión de los tallos de la especie Bauhinia cumanensis es utilizada como reconstituyente físico y potenciador sexual5. Del extracto etanólico de los tallos de Bauhinia cumanesis H.B.K, recolectados en Mucujepe en el camino Matadero-La Tampa, Estado Mérida, Venezuela, se han aislado varios compuestos como: ent-kauran-16 -ol (I), (-)-4´-hidroxi-7-metoxiflavano (II), entre otros5, en este trabajo reportamos el aislamiento de un biflavonoide (III) OH OH H3CO O (I) (II) OH OH O HO O HO OH O O OCH3 (III) Referencias 1. Nasir, E. (1981), Pak. Ag. Res. C., 1: 63. 2. De Sousa, E. et al. (2004), J. Nat. Prod., 67: 829. 3. Kittakooop, P. et al. (2000), Phytochemistry, 55: 349. 4. Bodakhe, S. et al. (2007), Yaku. Zas., 127: 1503. 5. Rosquete, C. (2002), Estudio fitoquímico y bioactividad de plantas medicinales de los Andes Venezolanos. Tesis Doctoral. Universidad de Salamanca. España. 72 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 32 Chemical investigation of red brazilian propolis Cinzia Lotti1; Anna Lisa Piccinelli1; Osmany Cuesta Rubio2; Francesco De Simone1; Luca Rastrelli1 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano (SA), Italy; 2 IFAL (Istituto de Farmacia y Alimentos) Universidad de La Habana, Cuba 1 Propolis is a mixture of various amounts of beeswax and resins collected by the honeybee from plants, particularly from flowers and leaf buds and this material is thought to serve as a defense substance for bee's hives [1]. Recent literature reported some biological functionalities of propolis, such as antibacterial, antiviral, fungicidal, anti-inflammatory, and anti-carcinogenic activities [2,3]. The constituent of propolis varies with different kinds of plants collected by bees, in particular propolis originating from temperate zones possesses a similar chemical composition, the main constituents being phenolic compounds (flavonoids, cinnamic acids, and derivatives) [4,5] while propolis from tropical zones contains different classes of natural products, among them polyprenylated benzophenones [6,7]. This research work is part of a study on tropical zones propolis began with the study of Cuban propolis. The methanolic exstract of Brazilian (Alagoas) red propolis samples were analyzed by 1D and 2D-NMR (nuclear magnetic resonance), HPLC-PDA (high performance liquid chromatography with photodiode array detector), and HPLCESI/MS (high performance liquid chromatography with electrospray ionization mass spectrometer) techniques. The structures of new compounds were elucidated by analysis of their spectroscopic data, while known compounds were identified on the data comparison with data in literatures. Chemical investigation on tropical bee glu revelated that in a red-type Brazilian propolis sample has led to the isolation of 16 flavonoids (3 isoflavones, including a new 7,3’-dihydroxy-5’methoxyisoflavon, 4 isoflavans, and 6 pterocarpans, 2 flavanones and 1 chalcon) some of which compounds already isolated in Cuban and Brazilian red propolis [8]; then polyprenylated benzophenones especially a mixture of guttiferone E/xanthochymol and other analogues; purple pigment, Retusapurpurin A [9] d other minority pigments. Furthermore was made a chromatographic comparison to the red Brazilian propolis extract and its resin; this comparison has revealed the presence in the resin only of the flavonoidic portion indicating a different botanical original of that red propolis sample. Aim of this study was also to optimize the extraction process of red Brazilian propolis. The objective of research was to obtain an extract with the highest content of compounds and the lowest content of inert substances (waxes). 73 References 1. Pietta P.G., 2002, Fitioterapia, 73, 17-20 2. Burdok G. A., 1998, Food Chem. Toxicol., 36, 347-363 3. Banskota A. H., et al., 2001, Phytoter. Res., 15, 561-571 4. Bankova V. et al., 2000, Apidol., 31, 3-15 5. Park Y., et al., 2002,J. Agric. Food Chem., 50, 2502-2506 6. Valcic S., 1998, J. Nat. Prod., 61, 771-775 7. Hernandez M.I., et al., 2005, J. Nat. Prod., 68, 931-934 8. Piccinelli A. L. et al., 2005, J. Agric. Food Chem., 53, 9010-9016 9. Czako M. et al., Phytochem., 2001, 57, 1013–1022 74 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 33 Estudio de los componentes volátiles de las hojas de Ambrosia cumanensis H.B.K. que crece en el Estado Mérida. Venezuela Noriega M, Rojas L y Usubillaga A. Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida, Venezuela. Urb. Campo de Oro. Ambrosia cumanenses H.B.K. (Altamisa, artemisa) pertenece a la familia de las Asteraceae. La especie es utilizada contra la fiebre, como antiespasmódico, diurética, antirreumática, antihelmíntica y antiséptica. En el presente trabajo se estudia los componentes volátiles de las hojas frescas de esta planta. Estas fueron sometidas a extracción por arrastre con vapor de agua utilizando una trampa de Clevenger. Los componentes del aceite fueron separados e identificados por GCMS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0.25 mm, 0.25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 4 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1.0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes de los aceites se realizó mediante comparación computarizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición) y calculo de los índices de Kováts. Se identificaron 14 componentes, los mayoritarios resultaron ser: canfor (10.6 %), gamma-curcumeno (21.2 %), biciclogermacreno (21.7%), beta-selineno (31.9%). Referencias Gil Otaiza, R. 1997. Plantas Usuales en la Medicina Popular Venezolana. Consejo de Desarrollo Científico, Humanístico y Tecnológico. Universidad de Los Andes. Mérida. P. 1-209. Albornoz A. 1997. Medicina Tradicional Herbaria. Edi. Instituto Farmacoterápico Latino, S.A. CaracasVenezuela: 1-564. Bruneton Jean (1991) Elementos de fitoquimica y farmacognosia. Editorial Acribia. 233 p. 75 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 34 Studio chimico-analitico di una specie vegetale della selva amazzonica: il Croton baillonianus (Euphorbiaceae) Benavides A.1, Napolitano A.1, Bassarello C.1, Carbone V.2, Fuertes C.3, Piacente S.1, Pizza C.1 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno, Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano (SA), Italia; 2Centro di Spettrometria di Massa Proteomica e Biomolecolare, Istituto di Scienze dell'Alimentazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Via Roma 52 A-C, 83100 Avellino, Italy; 3Facultad de Farmacia y Bioquimica, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, Peru 1 Ampiamente diffuso nelle regioni tropicali e subtropicali di entrambi gli emisferi, il genere Croton (Euphorbiaceae) comprende all’incirca 1300 specie. In ragione di siffatta distribuzione ed ampiezza si comprende l’elevata diversità chimica attribuibile alle piante del genere e responsabile del loro largo impiego, in qualità di piante medicinali, in Africa, in Asia e soprattutto in Sud America. In tale contesto si inserisce il Croton baillonianus (Aubl.), specie endemica dell’Amazzonia Peruviana e conosciuta dagli indigeni con il nome comune di “mosquero”. L’infuso ottenuto dalle sue foglie è a pieno titolo uno tra i rimedi più utilizzati nella medicina tradizionale Amazzonica per la sua azione antisettica, cicatrizzante ed antiulcera, nonché per il trattamento degli stati infiammatori e del cancro [1]. In considerazione delle interessanti attività biologiche (antibatterica ed antiossidante [2], antivirale [3] ed antinfiammatoria [4]) attribuite agli estratti e/o ai singoli composti isolati dalle piante appartenenti al genere, si è proceduto allo studio chimicoanalitico degli estratti metanolico e cloroformico delle foglie di C. baillonianus. Allo scopo di ottenere un quadro compositivo che rendesse conto anche dei composti minoritari presenti nella pianta, si è deciso di seguire un approccio analitico che, accanto al più tradizionale metodo fitochimico, prevedesse il ricorso ad esperimenti NMR mono- e bidimensionali ed a metodiche spettrometriche, quali la cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa convenzionale e multicollisionale (HPLC/ESI-ITMSn) e la gas-cromatografia accoppiata alla spettrometria di massa. In accordo con quanto riportato per altre specie appartenenti al genere, tale studio ha permesso di caratterizzare la pianta in esame per la presenza di un numero elevato di alcaloidi, per la maggior parte derivanti dalla via biosintetica della L-tirosina, accanto ad un certo numero di flavonoidi bioattivi. Riferimenti 1. Soukup, J. (1987), Vocabulario de los nombres vulgares de la Flora peruana y catalogo de los generos. Editorial Salesiana. Lima. 2. Desmarchelier, C. et al. (1997), J. Ethnopharm., 58, 103-108 3. Ubillas, R. (1994), Phytomedicine, 1, 77–106 4. Chen, Z. et al. (1994), Plant. Med., 60, 541–545 76 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 35 Identification of Amaryllidaceae alkaloids in Pancratium canariense by GC-MS L. Torras, I. Berkov, J. Bastida, C. Codina, F. Viladomat Departament de Productes Naturals, Facultat de Farmàcia, Universitat de Barcelona, Avda. Diagonal 643, 08028, Barcelona, Catalunya, Espanya Amarylliaceae plants are known to contain several bioactive characteristic compounds known as Amaryllidaceae alkaloids. Some of them display acetylcholinestherase inhibition activity, such as galanthamine, used in the treatment of Alzheimer’s disease as an approved drug under the formal name of Reminyl®. Bulb methanol extract of Pancratium canariense (Amaryllidaceae) inhibited acetylcholinesterase at a concentration of 100 µg/mL (54.38 ± 3,95 %), indicating the presence of acetylcholinesterase inhibitors. Classical phytochemical isolation and structural elucidation is time and solvent consuming, but analysis of plant metabolites by GC-MS has proved to be fast and reliable [1]. Bulbs, leaves and fruits from Pancratium canariense were studied for their composition of Amaryllidaceae alkaloids by GC-MS techniques. Plant material was collected in postflowering season in “Barranco del Sao” (Agaete, NW Gran Canaria island), and extracted with methanol. Alkaloid fractions were obtained after dissolving the dry methanol extract in 2% H2SO4. The extract was washed with diethyl ether and basified with 25% ammonia to pH 9-10, and the alkaloids were extracted with ethyl acetate. The ethyl acetate extract was evaporated to obtain a dry extract, which was dissolved in methanol for GC-MS analysis. Alkaloids were identified by comparing their GC-MS spectra and Kovats retention index (RI) with those of standard reference spectra from the NIST 05 database (NIST Mass Spectral Database, PC-Version 5.0 – 2005, National Institute of Standarization and Technology, Gaithersburg, MD), or with those of authentic compounds previously isolated and identified by other spectrometric methods (NMR, UV, CD, MS) by our group. The RI of compounds was measured with a standard n-hydrocarbon calibration mixture (C9-C36) using AMDIS software. GC-MS analyses of these extracts resulted in the detection of 30 Amaryllidaceae alkaloids. The alkaloid pattern of bulbs was dominated by lycorine (51% TIC) and haemanthamine (16%) type alkaloids, while the alkaloid pattern of leaves was dominated by haemanthamine (65%) and lycorine (15%) type compounds. The alkaloid pattern of fruits was dominated by lycorine (37%), galanthamine (29%) and haemanthamine (27%) type compounds. References 77 1. Lisec, J. et al. (2006), Nat. Protocols, 1, 387. 78 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 36 Nuovi metaboliti aromatici ad attività antiossidante da Carex distachya Severina Pacifico1, Antonella Maggio2, Maurizio Bruno2 Seconda Università degli Studi di Napoli, Dip. di Scienze della Vita, via Vivaldi 43, I-81100, Caserta (IT); Università degli Studi di Palermo, Dip. di Chimica Organica, viale delle Scienze – Parco d’Orleans II, I90128 Palermo (IT). 1 2 La cosmopolita famiglia delle Cyperaceae comprende circa 4000 specie, in gran parte legate agli ambienti umidi ed acquitrinosi, distinte in ben tre sottofamiglie e settanta generi. Di essa diversi esemplari hanno trovato e trovano ampio impiego nelle medicine popolari africana, sudamericana ed europea per la cura dei più disparati disordini e patologie [1,2]. Carex distachya Desf., appartenente alla sottofamiglia delle Caricoideae, è una specie largamente presente nella macchia Mediterranea. L’analisi fitochimica di C. distachya, condotta mediante ausilio di diverse tecniche cromatografiche, ha portato all’isolamento di cinquantasette metaboliti secondari, trentaquattro dei quali sono stati isolati e caratterizzati per la prima volta [3-9]. La delucidazione delle caratteristiche strutturali delle molecole, realizzata mediante uso di tecniche spettrometriche, spettroscopiche e di molecular modelling, definisce C. distachya come un organismo metabolicamente complesso ed eterogeneo. L’eterogeneità della pianta si esplica nella diversa, e in alcuni casi peculiare caratterizzazione molecolare delle sostanze organiche naturali da essa prodotte e in una loro definita ripartizione tra le componenti epigee ed ipogee. La valutazione della capacità antiossidativa delle molecole isolate, condotta ricorrendo a metodi distinti suggerisce il potenziale ruolo di siffatte molecole quali fattori protettivi nel debellamento dello stress ossidativo, causa, nel mondo odierno, della senescenza precoce e dell’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative [10]. L’efficacia antiossidante è risultata fortemente dipendente dalle caratteristiche molecolari dei metaboliti ed i dati ottenuti consentono di continuare tale ricerca sottoponendo le stesse molecole a saggi su sistemi cellulari sottoposti a stress ossidativo. References 1. Ngo Bum, E. et al. (1996) J. Ethnopharmacol., 54, 103. 2. Raut, N. A. et al. (2006) Fitoterapia, 77, 585. 3. D’Abrosca, B. et al. (2005) Tetrahedron Lett., 46, 5269. 4. D’Abrosca, B. et al. (2007) Bioorg. Med. Chem. Lett., 17, 4135. 5. Fiorentino, A. et al. (2006) Tetrahedron, 62, 3259. 6. Fiorentino, A. et al. (2006) Phytochemistry, 67, 971. 7. Fiorentino, A. et al. (2007) Bioorg. Med. Chem. Lett., 17, 636. 8. Fiorentino, A. et al. (2006) Bioorg. Med. Chem. Lett, 16, 6096. 79 9. 10. Fiorentino, A. et al. (2008) Tetrahedron, 64, 778. Leborgne, L. et al. (2002) Arch. Mal. Coeur Vaiss, 95, 805. 80 O 37 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Synthesis of glucosyl esters of kaurenic acid, 15-oxo-kaur-16en-19-oic acid, and 15α-acetoxi-kaur-16-en-19-oic acid Alfredo Usubillaga,1 Rosa Aparicio,2 Yndra Cordero3, Agni Saavedra1 1 Univeridad de Los Andes, Instituto de Investigación,Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes (ULA), Mérida, Venezuela 5101, 2 PIQA,Facultad de Ciencias, ULA, Mérida, Venezuela 5101. Applied Ciences Doctoral Program, Faculty of Engineering, ULA, Mérida, Venezuela 5101. It has been found that ent-kaurenic acid (1a) has diverse biological activities1. On the other hand 15-oxo-kaur-16-en-19-oic acid (2a) produces apoptosis on prostate cancer cells2. Since 1a, 2a, and 3a are insoluble in water, in order to improve its solubility, carbohydrate esters were prepared by reaction of silver kaurenates with 2,3,4,6-tetra-Oacetyl-bromo-D-glucopyranose (A-Bromide). An alternative method to obtain carbohydrate esters is the Mitsunobu3 reaction but the carboxylic OH in ent-kaurenic acids is very hindered which leads to very low yields. Therefore glucosyl esters of 1a, 2a, and 15α-acetoxi-kaur-16-en-19-oic acid (3a) were prepared shaking for 72 hours the silver salts with A bromide in the dark, in dry benzene solution. The reaction products were filtered, the filtrates were evaporated to dryness under reduced pressure and the products were purified over silicagel using hexane-AcOEt or hexane-acetone mixtures. If the presence of water is avoided 30% yields of the protected carbohydrate esters 1b, 2b, and 3b could be obtained. Mild hydrolysis with NH3 in anhydrous MeOH rendered the free glucose esters 1c, 2c, and 3c. It has been found that 1a is effective in vivo against murine melanoma B16F1 in C57BL16 mice at 1.0 mg/Kg4 Biological test with 1c showed that it increased mice survival time in about 50%. No biological tests with 2c and 3c have yet been performed. HOH2C AcOH2C O AcO AcO A AcO HO HO B O HO OAc O C O O R 1a R=H 1b R=A 1c R=B C O C O O R O R 2a R=H 2b R=A 2c R=B 3a R=H 3b R=A 3c R=B Acknowledgement:The authors are indebted to Fonacit (Project ULA 200700857) References 1. Ghisalberti, E.L.(1997) Fitoterapia LXVIII (4), 303-325. 2. Ruiz, Y., et al (2008) Phytochemistry 69, 432-438. 81 3. 4. Mitsunobu, O. (1981) Synthesis 1- 25 Sosa-Sequera, M., et al (1998). Comunic. Cien. Tecn.(Arg.) 3129-32. 82 Biotechnology Biotecnologia Biotecnología XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” PL 9 Supercritical Fluid Extraction: application to herbal medicine Ernesto Reverchon Università di Salerno, Dipartimento di Ingegneria Chimica e Alimentare, Via Ponte Don Melillo 1, 84084 Fisciano, Salerno Herbs and plants contain many compounds that show therapeutic activities. These active principles are traditionally extracted using liquid solvents based techniques; these processes are relatively simple to be implemented; but, suffer several limitations. They are often non selective towards the compounds to be extracted; therefore, several unwanted compounds are as a rule co-extracted. The use of organic solvents pollutes the extracts and contributes to the pollution of the extraction residues and of the environment. In some cases process temperatures and interactions with the organic solvents induce the degradation of the active principles. A “green” alternative to the use of organic solvents is the supercritical fluids extraction (SFE), in which mainly supercritical carbon dioxide (SC-CO2) is used. A supercritical fluid is a compound used at pressures and temperatures above its critical values. In the case of SC-CO2 Tc = 31.1°C and pc = 73.8 bar; these are process conditions that can be readily obtained. Moreover, SC-CO2 is readily available, cheap and its use in SFE does not contribute to pollution. Why and when a supercritical fluid can behave as a solvent in an extraction process? Above the supercritical conditions the supercritical fluid can assume densities varying from about 0.2 to about 0.95 g/cm3; since its solvent power is connected to density, it means that it can vary in a wide range of values, miming the solvent power of several organic solvents, principally the ones that show affinity with non-polar or moderately polar solutes. Moreover, the supercritical solvent can be immediately and completely released from the extracts by reducing the pressure down to ordinary gaseous conditions. A supercritical fluid retains some properties of gases; for example can diffuse in solid matrices at a rate that is about two orders of magnitude higher than that of liquids. In conclusion, the general advantages of supercritical fluids extraction are tunable selectivity during extraction, very fast processing and the absence of pollution. For all these reasons (mainly) SC-CO2 has been applied to analytical, laboratory and industrial scale, to produce extracts from vegetables, trying to improve those obtainable using traditional processes, in food, nutraceutical and pharmaceutical fields. Some successes of this technology are coffee decaffeination and herbal pesticides separation (for example pyrethrins and nimbin extraction), hops 81 extraction, fragrance isolation and pharmaceutical compounds isolation (for example artemisinin). Many applications of SFE are possible in traditional (herbal) medicine. Only to cite traditional Chinese medicine, almost 2000 plant materials are officially listed in this pharmacopoeia. Since at present, only general rules have been given for SFE, each extract has to be studied and optimized singularly. It given an idea of the amount of work that can still be performed. One of the limitations of the use of SC-CO2, is that it is poor solvent for highly polar compounds that are frequently the active ingredients in herbal medicine. To overcome this limitation, some authors tried to modify the solvent power of SC-CO2 adding small percentages of other solvents. But, operating in this manner, organic solvents will be again present in the extracts. Therefore, a new approach has been proposed that is demonstrating more effective: the supercritical antisolvent extraction (SAE). In this process the primary extract is obtained using a conventional organic solvent; then, the formed solution is contacted with SC-CO2 in a spray tower. All the liquid solvent is immediately extracted and the solute precipitates into the tower as a solvent free powder. An examples of the possible applications of SAE, that has been already studied, is the separation of phospholipids from soybean oil. References Reverchon, E.; De Marco, I., Advancements in supercritical fluids extraction of natural matter, J. Supercrit. Fluids, 38, 146-166 (2006). 82 PL 10 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Chemistry and biotechnology: etoposide-type anticancer drugs novel routes to Bruno Botta Dipartimento di Chimica e Tecnologie del Farmaco, Sapienza Università di Roma, P.le A. Moro 5, 00185 Roma (Italy); e-mail address: [email protected] A purified peroxidase from plant cell cultures1 of Cassia didymobotrya was shown to catalyze a peculiar dehydrogenation of dibenzylbutanolide 1 - postulated intermediate in the biosynthesis of podophyllotoxin - converting it to the corresponding benzylidenebenzoyl-γ-butyrolactone (2, 60% yield), following the classical kinetics of peroxidases. OH OH O PTase O OH O O O O O MeO O OMe MeO O 3 OMe Pero xidase O O O O MeO OMe OH OH 1 2 The recent identification2 of genes encoding a novel family of soluble aromatic prenyltransferases (PTase) from Streptomyces sp. and the 3D structural characterization of one of these proteins prompted us to prenylate precursor 1 selectively at the free phenolic hydroxyl group using a novel PTase isolated from Streptomyces sp., to yield the O-prenylated derivative 3. Besides their notable physiological role in the biosynthesis of aminocoumarin antibiotics, PTases are physiologically involved in highly specific prenyl substitutions; nevertheless, at least one of them has been shown to exhibit a relaxed substrate specificity. Our current studies3−6 are suggesting that rational design of the active site followed by sitedirected mutagenesis can be used to adjust the substrate specificity of these enzymes and expand the scope of prenylation for the production of novel prenylated flavonoids4 to the benefit of potential therapeutic applications of these compounds in cancer chemotherapy. References 1. Vitali, B. Botta, G. Delle Monache, S. Zappitelli, P. Ricciardi, S. Melino, R. Petruzzelli, B. Giardina (1998) Biochem. J. 331, 513-519. 2. T. Kuzuyama, et al. (2005) Nature 435/16, 983-987; F. Pojer, et al. (2003) Proc. Natl. Acad. Sci. 100, 2316-2312; P. Kohel (2005) Nature Chem. Biol. 1, 71-72. 3. Botta, G. Delle Monache, P. Menendez, A. Boffi (2005) Trends Pharmacol. Sci. 26, 606-608. 4. Botta, A. Vitali, P. Menendez, D. Misiti, G. Delle Monache (2005) Curr. Med. Chem. 12, 713-739. 83 5. 6. G. Zappia, P. Menendez, G. Delle Monache, D. Misiti, L. Nevola, B. Botta (2007) Mini-Reviews in Med. Chem., 7, 389-409. G. Zappia, E. Gacs-Baitz, G. Delle Monache, D. Misiti, L. Nevola, B. Botta (2007) Curr. Org. Synth. 4, 81-135. 84 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” O 38 Evaluación de la actividad antifúngica de Dalgerbia granadillo Pittier para el diseño asistido por química computacional de preservantes para madera Martínez-Sotres M.C. y López-Albarrán P. Facultad de Inganiería en Tecnología de la Madera, Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Morelia, Michoacán, 58000, México. Tel.: 52 (443) 3223500 Ext. 3056 and 3057, Fax: 52 (443) 3260379, E-mail: [email protected]. Para el diseño molecular de preservantes antifúngicos para maderas preciosas y no preciosas, se desarrolló un novedoso escenario en el cual se propone la concatenación de los conocimientos sobre composición química de la Dalgerbia granadillo Pittier (conocida como “zangalicua”), con la caracterización de sus extractos que inhiben el desarrollo del hongo Trametes versicolor y la simulación químico-computacional de compuestos diseñados a partir de los compuestos caracterizados, con las enzimas de dicho hongo asociadas a la degradación de tejidos lignocelulósicos. Para ello se utilizo el concepto de anclaje molecular (docking) mediante el software AutoDock 4.0.1. Con lo anterior se diseñó la modificación molecular adecuada a las estructuras de los compuestos caracterizados en los extractos de la zangalicua, que generen preservantes mejorados pero que sean amigables con el medio ambiente. Más aun, el presente trabajo pretende establecer la metodología que aproveche la inherente capacidad antifúngica de la zangalicua sin necesidad de que este árbol sea fuente de los extractos a posteriori, ya que se pretende innovar moléculas en un marco fisicoquímico-orgánico que sería el fundamento de las tecnologías de preservación venideras. Agradecimientos: los autores reconocen el apoyo de la Universidad Michoacana de San Nicolas de Hidalgo y del Programa al Mejoramiento del Profesorado (PROMEP-SEP). 85 Conclusion Conclusione Conclucion Phytomedicine: to be or not to be? Núñez-Sellés Alberto J. Centro de Química Farmacéutica, La Habana, Cuba ([email protected]) Around 80 % of the world population, mainly in the non-developed countries, has in natural products the first option for medication in Primary Health Care. Sales of natural products as phytodrugs, food supplements or herbal remedies are worth 100 billion US dollars, with annual increases around 15 % in the United States, Europe and Japan leading to the widespread use of Phytomedicine. These markets are becoming more “green” and the population of developed countries is increasing their concern about health prevention through the consumption of natural products, vitamins, minerals, etc. and new terms have invaded journals and newspapers as nutraceuticals, functional foods or cosmeceuticals. The “wealth industry” has become a competitive field against the “health industry”. Natural products as disease remedies have an history of near 5 thousand years (Mesopotamy, India, China, Greece) while isolated pure chemicals or synthetic drugs around 100 years since Bayer synthesized acetylsalicylic acid (Aspirin) at the end of XIX Century. However, empiricism says that pure compounds are the only possible pharmaceuticals (with few exceptions), and natural products are commonly rejected as drugs by regulatory health agencies because, most of the times, they are presented as crude extract mixtures with doubts about the reproducibility and standard manufacture. The question then is: Are natural health products used because “monoceuticals” are unavailable, or are many of these “natureceuticals” effective and reproducible? We think that both unavailability and effectiveness are guiding the increasing use of natural health products. Therefore, the question is quite simple for the future of Phytomedicine: To be or not to be? We think that it will be more and more “To be” including also the most developed countries. Posters XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 001 Marine algae as a source of compounds for bilharzia control Maricela Adrian-Romero1,2 , Gerald Blunden2, Asmita V. Patel2, David Wright2 Faculty of Pharmacy and Bioanalysis, University of los Andes, Merida ZP-5101-A, Venezuela. [email protected]; 2 School of Pharmacy and Biomedical Sciences, University of Portsmouth, Portsmouth PO1 2DT, UK 1 Bilharzia, a disease caused by Schistosoma species, is a parasitic disease affecting millions of people worldwide. The parasites’ larvae develop in several snail species of the genus Biomphalaria. Thus treatment with molluscicides of water masses that serve as transmission sites is an important procedure in the control of the disease. Demand for cheap molluscicides has led to the investigation of natural sources; in this communication, we report on the molluscicidal activity of sixty marine algal species against B. glabrata. After collection, the algae were dried at 60oC, powdered, extracted with methanol, and the extracts adjusted to concentrations of 500 ppm. These were then concentrated to dryness and the residues extracted with volumes of water equal to those of the methanol removed. These aqueous fractions of the 500 ppm dry methanol extracts were used in the tests. Of the species tested, only Fucus serratus, F. vesiculosus, Pelvetia canaliculata, Ascophyllum nodosum, Halidrys siliquosa, Bifurcaria bifurcata, Dictyota dichotoma and Halopithys incurva showed significant molluscicidal activity. Treatment with polyvinylpolypyrrolidone either removed or drastically reduced the activity of the extracts of F. serratus, F. vesiculosus, P. canaliculata, A. nodosum, Halidrys siliquosa and Halopithys incurva, which suggested that the active compounds were polyphenolic. Dialysis of the active extracts against distilled water separated them into high and low molecular weight fractions. In the two Fucus species, P. canaliculata and A. nodosum, the activity resided in the high molecular weight fraction, whereas with the other species, the activity was found in the low molecular weight fraction. 1H NMR spectroscopic examination of the active extracts confirmed that the molluscicidal components of the extracts of the Fucus species, P. canaliculata and A. nodosum were high molecular weight polyphenols. 91 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 002 Taxonomic study and phytochemical aspects of the genus Machaerium in Venezuela Pablo Meléndez and Maricela Adrian-Romero Department of Pharmacognosy and Organic Drugs, Faculty of Pharmacy and Bioanalysis, University of Los Andes, ZP-5101-A, Mérida, Venezuela. e-mail: [email protected] A taxonomic review of the species confined of the genus Machaerium Persoon (Fabaceae o Leguminosae - Papilionoideae) located in Venezuela is presented. A research on phytochemistry and/or products of the secondary metabolism found in most of the species of this genus was carried out in order to clarify the knowledge of this taxon regarding nomenclature and identification problems that have existed throughout the history of this taxon, giving details chemotaxonomic and bioactive compounds, thereby contributing to the chemodiversity underlying many of the neotropical plants. Following the classic observation study of morphological characters in the exsiccata, forty species were identified, distributed and collected in almost all biomes present in Venezuelan territory at altitudes ranging from 0-2000 m over the sea level. A taxa identification key is presented based on the main pattern of leaf morphology and the morphological description of each species. M. capote, M. isadelphum, M. milleflorum and M. seemannii are consolidated as new records for the Venezuelan flora. The endemicity of: M. cultratum, M. dubium, M. grandifolium, M. guaremalense, M. orthocarpum, M. striatum, M. tovarense and M. truxillense, is reaffirmed. The chemical research that, in some species of Machaerium suggests biomedical or pharmacological application, has determined: neoflavonoids, isoflavones, isoflavonoids, pterocarpans, triterpenes, isoflavins, phenylcoumarins, quinoids, cinnamylphenoles, lectins, procyanidins, benzopyrans and N-methylprolines. This study represents a contribution for the flora of the Neotropico, with basic information on the phytodiversity of the country. 92 P 003 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Antioxidant activity of Ilex paraguariensis extracts and isolated compounds, during commercial process Sebastian Turner1, Graciela Ferraro1,2, Claudia Anesini1, Rosana Filip2 1 IQUIMEFA-UBA-CONICET; 2 Pharmacognosy Unit, Faculty of Pharmacy and Biochemistry UBA, Junin 956 2nd floor, Buenos Aires, Argentina. [email protected] Ilex paraguariensis is used in north-eastern Argentina, southern Brazil and eastern Paraguay to prepare a tea-like beverage named “Mate” consumed by 30 % of population at a rate of 1 L/day. In the industrial process, the fresh plant material is dried over fire, a roasting named “zapecado”, again “dried”, milled and “stored” for nearly one year to give the commercial product. The aim of this work was to analyze the variation in chemical composition (cafeoylderivatives, methylxantines and flavonoids) [1] and the antioxidant properties of aqueous extract from l. paraguariensis during industrial process: Green leaf (G), Zapecado (ZP), Dried (D), Stored (S) and of the majority compounds. The antioxidant activity: catalase (CAT), superoxide dismutase (SOD) and peroxidase (PER) activities were determined by spectrophotometry assays [2]. Phytochemical composition was studied by HPLC. Results: Mean±SEM of three experiments made by triplicate. Phytochemical composition (g % of lyophilized): were found only significantly differences in caffeine (methylxantine) and rutin (flavonoid): Caffeine: G: 2.8 ± 0.092; ZP: 4.1 ± 0.11; D: 3.8 ± 0.08; S: 4.0 ± 0.057; Rutin: G: 3 ± 0.15; ZP: 3.5 ± 0.028;D: 3.7 ± 0.08; S: 3.7 ± 0.085. Antioxidant activity (EC50(µg/ml): PER: G: 602.5±20; ZP: 436.5±40; D: 460.25±40; S: 501±10; CAT: G: 190.54±19; ZP: 120.22±12; D: 128.8±12; S: 123±12. Chlorogenic, caffeic acids and high concentrations of caffeine exerted SOD activity (inhibition of adrenaline oxidation), Chlorogenic, caffeic acids, rutin and caffeine presented CAT activity; Chlorogenic, caffeic acids and rutin presented PER activity (Figs A,B,C). It can be concluded that the industrial process could increase the antioxidant activity of I. paraguariensis being caffeine and rutin the main compounds involved in the effects observed. 0.1 1 10 100 1000 10000 -25 -50 -75 -125 2.0 100 1.5 75 1.0 50 0.5 25 0 0.01 -100 Peroxidase activity -4 (U/ml)x10 0 CAT activity (U/ml) A dre na line ox ida tion (% of c o n tr o l) 2.5 125 25 Compounds (µg/ml) 0.1 1 10 100 1000 0.0 0.1 A Chlorogenic acid B Caffeic acid 1 10 100 1000 Compounds (µg/ml) Compounds (µg/ml) C Caffeine ∆ Rutin References 93 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 1. 2. P 003 Filip R.; López P; Giberti G ; Coussio J; Ferraro G. ( 2001) Fitoterapia 72, 774-778. Anesini C; Ferraro G; Filip R. (2006) Food Chemistry 97, 459-464. 94 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 004 Composicion quimica y actividad antibacterial del aceite esencial de Bursera tomentosa Moreno J1, Aparicio R2, Velasco J3, Villarreal S4, Rojas Luis B5, Usubillaga A5. 1 Universidad Centroccidental “Lisandro Alvarado (UCLA), Decanato de Agronomía, Tarabana. Barquisimeto, Edo Lara. Venezuela. 2 Postgrado Interdisciplinario de Química Aplicada, Facultad de Ciencias; 3 Departamento de Microbiología y Parasitología, Facultad de Farmacia y Bioanálisis; 4 Postgrado en Química de Medicamentos, Facultad de Farmacia y Bioanálisis; 5 Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis; Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. Email: [email protected] La familia Burseraceae está distribuida en regiones tropicales y subtropicales. El género Bursera ubicada en la tribu Bosweliae comprende aproximadamente 40 especies1. Se ha reportado que producen bálsamos del tipo de las resinas terpenoidales, estos comprenden mono, sesqui, y triterpenos, raramente se aíslan diterpenoides2. La Bursera tomentosa se describe como un árbol de 5 a 8 metros de tallo, de hojas caducas o semicaducas imparipinnadas y oblongas, flores pequeñas, blancas agrupadas en panículas, tiene drupa oblonga3; la especie está distribuida desde América Central hasta Colombia y Venezuela4, es conocido como “bálsamo de incienso”, a la cual se le ha atribuido algunas aplicaciones como planta medicinal y artesanal5. La composición del aceite esencial no ha sido reportada. El objetivo de este estudio fue analizar la composición química del aceite esencial obtenido de los frutos de B. tomentosa y determinar la actividad antibacteriana contra bacterias gram+ y gram- por el método de difusión en agar.6 La especie fue recolectada en una zona restringida del semiárido del Estado Lara-Venezuela. Fue sometida a hidrodestilación durante tres horas, obteniéndose 2 mL (0.2 %), el cual fue analizado por cromatografía de Gases acoplada a espectrometría de Masas (CG-EM). Los compuestos mayoritarios identificados fueron: 1nonano (28.24 %), D-limoneno (3.50 %), Trans-β-cariofileno (47,57%), 1-undeceno (5.53%), cariofileno (0.57%) y D-germacreno (11,10%). El aceite esencial de B. tomentosa resultó ser evidentemente inhibitorio del crecimientos bacteriano de Staphylococcus aureus ATCC 25923, Enterococcus faecalis ATCC 29212 y Salmonella Typhi CDC 57, con un valor de Concentración inhibitoria mínima (CIM) de 80, 120 y 100 μg/mL, respectivamente. Agradecimiento: Consejo de Estudios de Postgrado (CEP) y CDCHT, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. Referencias 1. Ricardi, M.H. (1992). Familias de Dicotiledóneas Venezolanas II. Subclase Rosidae y Asteridae. Evolution, Filogenia, Géneros. Ed.Plantula. Mérida-Venezuela; Young, D. et al., (2007) J.Essent.Oil Res.19, 525-526; Robles, J. et al., M. (2005). Rev. Brasileira de Farmacognosia, 15(4), 283-286. 2. Berry, P. E. et al., (1997). Flora of the Venezuelan Guayana Vol III. Missouri Botanical Garden Scientific Publication. Missouri-USA., p 691-693. 3. Sugden, A. (1984). Diccionario Ilustrado de la Botánica. Edit. Everest S.A, Bogotá, Colombia. 4. Langenheim, J.H., (2003).Plants Resins: Chemistry, Evolution Ecology and Ethnobotanic. Timber press, Porland Or.USA. p 86-91; Schnee L. (1984). Plantas Comunes de Venezuela 3ra Ed. Editorial Universidad Central de Venezuela. Caracas- Venezuela. P 62-63. 95 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 5. 6. P 004 Castillo, M. et al., (2005). Bioagro 17(1), 17-23; González, J. et al., (1999). Rev. Fac. Farm.(36). 21-27. Rondón M. et al. (2005). Rev. Latinoam. Qca. 33(2): 55-59. 96 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 005 Pharmacological evaluation of Brazilian medicinal plants using to treat cancer Círia V. Barbosa1, Charles P.A. Zabala1, Pedro G.V. Aquino1, Karlos A.L. Ribeiro Júnior4, Flávia B.P. Moura1, Magna S. Alexandre-Moreira1, Antônio E.G. Sant’Ana4, José R.O. Ferreira2, Manoel O. Moraes2, Letícia V. Lotufo2, Cláudia Pessoa2, Sílvia R. Ramos3, Jaciana S. Aguiar3, Teresinha G. Silva3, João X. Araújo-Júnior1,4 ESENFAR/LaFI/ICBS/Museu de História Natural/Universidade Federal de Alagoas, Cidade Universitaria, 57092-970, Maceió-AL, Brazil; 2LOE/UFC, R. Cel. Nunes de Melo, 1127, 60430-270, Fortaleza-CE, Brazil; 3Dept° de Antibióticos, UFPE, R. Prof. Moraes Rêgo, 1235, 50670-901, Recife-PE, Brazil; 4Instituto de Química e Biotecnologia/UFAL, 57072-970, Maceió AL. Brazil 1 Plants have been used as sources of medicinal agents for millennia. Plant extracts and derived active principles have served as a major source for new pharmaceuticals for treatment of malignant tumors [1]. In a previous work [2] we described the plants most used as anticancer agents, by the population treated on the Oncology Service of the University Hospital (Maceió-AL). In the course of our continuing search for bioactive natural products, the aim of this work was evaluate the toxicological effects of those plants. Initially, the plants were collected, identified, and the hydroethanolic extracts were prepared. In the pharmacological approach, the follow assays were done: (1) toxicity against brine shrimp Artemia salina [3], (2) in vitro test against human tumor cell lines [4] and (3) in vivo evaluation using Ehrlich tumor in mice. The plants were Annona muricata, Aloe vera, Schinus terebenthifolius, Hyptis pectinata, Stryphnodendron barbatiman, Euphorbia tirucalli, Uncaria tomentosa and Cnidosculus urens. The phytochemical screening showed the presence of e.g. flavonoids, tanins, saponins and alkaloids. The Artemia salina essay suggested moderate toxicity. In the preliminary in vitro assay only two species showed moderate cytotoxicity: Anonna muricata (82%, 86% and 71% of inhibition) against SF295, HCT8 and MDA-MB435 line cells, respectively and Hyptis pectinata (62% of inhibition) against HCT8 line cells. Both plants presented no hemolytic effect. In the in vivo tests, the plants inhibited the Ehrlich tumor (40%-82%). Take together these results suggest that only two plants used by the population showed potential anti-tumor activity, at least in the used pharmacological models. Acknowledgements: FAPEAL, CNPq, CAPES, IM-INOFAR, Banco do Nordeste, PPSUS-MS. References 6. Silva, J.S. et al. (2003), Phytomedicine 10: 221. 7. Barbosa, C.V. et al. (2007), Abstract Book of XVI SILAE 1:131. La Plata, Argentina. 8. Mongelli, E. et al. (1999), Planta Medica 65: 376. 97 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 9. P 005 Militão, G.C.G. et al. (2007), Bioorg. Med. Chem. 15 : 6687. 98 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 006 Vasorelaxante effect induced by the ethanolic extract of Aspidosperma tomentosum in the isolated rat mesenteric artery Fabíola F. Furtado1, Camila P. Menezes1, Raline M. Anjos1, Anne M.S. Leão2, Cíntia D.F. Costa2, Edla A. Herculano2, João X. Araújo-Júnior2,3, Antônio E.G. Sant’Ana3, Êurica A.N. Ribeiro2, Isac A. Medeiros1 Laboratório de Tecnologia Farmacêutica (LTF)/UFPB, 58051-970, João Pessoa–PB. Brazil. ESENFAR/UFAL, Cidade Universitria, 570972-970, Maceió-AL, Brazil; 3Instituto de Química e Biotecnologia/UFAL, Cidade Universitria, 57072-970, Maceió AL. Brazil. 1 2 Aspidosperma tomentosum Mart. is popularly known as “peroba-do-campo” and its stem has been used as wood and the seeds in art and craft manufactures [1]. The methanol crude extract of dried leaves showed antiproliferative activity [2], but it was not found any study in the cardiovascular system. This study was aimed to elucidate the action mechanism involved in the vasorelaxant effect induced by the ethanolic extract from de stem of Aspidosperma tomentosum (ATEH) in rat superior mesenteric artery. The rat superior mesenteric artery was removed and it was cutted in rings (1-2 mm), which were maintained in organ baths containing Tyrode’s solution at 37 oC and gassed with carbogen. In intact isolated rat superior mesenteric artery rings, ATEH (0,03; 0,1; 0,3; 1; 3; 10; 30; 100 and 300 g/mL, n=6) induced relaxations of tonus induced by 10 M of Phe (EC50=35.3±5.8 and Emax= 97.8±1.2%). In denuded endothelium rings pre-contracted with Phe or KCl (80 mM), the concentration-response curve to ATEH was not significantly changed (EC50=29.0±4.2 and 28.6±2.3; Emax= 97.7±1.7 and 95.3±4.7%, respectively). ATEH (30, 100 and 300 g/mL) also was capable to strongly antagonize the concentrationresponse curves to CaCl2 (3 M–30mM). In denuded endothelium rings precontracted with BAYK8644 it induced relaxations (EC50=29.0±4.2 and Emax=97.3±1.3%). The present study demonstrated that the ATEH produced a concentration endothelium independent vasorelaxation in superior mesenteric artery rings, which may probably be due to an inhibition of the Ca2+ influx through voltageoperated Ca2+ channels. Acknowledgements: FAPEAL, CNPq, CAPES, IM-INOFAR, LTF, UFPB, UFAL, PPSUS-MS. References 1. Kohn, L. K. et al. (2006), Mart. Rev. Bras. PI. Med. Botucatu 8: 110. 2. Ferri, M. G. (1969). Plantas do Brasil. Espécies do Cerrado. Editora Edgard Blücher. São Paulo. 99 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 007 Componentes volatiles de Solanum bicolor Roemer and Schultes Arias E, Pérez A, Rojas L, Usubillaga A Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida Código Postal 5101.Venezuela. e-mail: [email protected] La familia Solanaceae consta de 95 géneros y alrededor de 3000 especies1, el género Solanum se encuentra representado por unas 2000 especies distribuidas en regiones tropicales y templadas del mundo, esta integrado en Venezuela por 150200 especies. Solanum bicolor es un arbusto o árbol pequeño, de 1-5m de altura, hojas membranáceas, ovadas o elípticas, con pubescencia blanco amarillenta2. Esta planta fue recolectada en el sector Campo Claro en Mérida, estado Mérida, e identificada en el Herbario MERF de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis de la Universidad de los Andes en Mérida-Venezuela. Las hojas fueron sometidas a extracción por de arrastre con vapor de agua, empleando la trampa de Clevenger, durante 3 horas, obteniéndose un aceite esencial de color amarillo. Para la identificación de los componentes se empleó un cromatógrafo de gases marca Hewlett Packard 6890 serie II, acoplado a un espectrofotómetro de masas HP5973. La columna empleada fue la HP-5 de 30 metros de largo y 0.25 mm de diámetro. Los componentes mayoritarios identificados fueron: trans cariofileno (23.18%), 1-pentadeceno (22.64%), germacreno (12.24%), biciclogermacreno (8.04%) y delta-canideno (3.60%). Para nuestro conocimiento este es el primer reporte de los componentes volátiles de esta especie. Referencias 1. Benítez, C. (1974). Revi. Fac. Agro 7. 25-108. 2. Benítez, C. Rodríguez, P. (1991). Anales Jard. Bot. Madrid. 49. 67-76. 100 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 008 Evaluación de la actividad del extracto acuoso y fracciones de hojas de Urera baccifera sobre tres mediadores de inflamación B. Badilla1, N.T. Weng1, F. Chaves2, L.J. Poveda1 . Laboratorio de Fitofarmacología, Instituto de Investigaciones Farmacéuticas (INIFAR) Universidad de Costa Rica. San José Costa Rica. email: [email protected] 2. Instituto Clodomiro Picado. Facultad de Microbiología. Universidad de Costa Rica. 1 La planta Urera baccifera (Urticaceae) se conoce popularmente como ortiga brava o chichicaste y es utiliza en algunas zonas de Costa Rica en forma de infusión para tratar cuadros inflamatorios. En estudios previos (1) se encontró que el extracto acuoso de sus hojas muestra actividad antiinflamatoria en el modelo de pata inducido por carragerina y su fracción acuosa final mostró la mayor actividad biológica. Así mismo se demostró por medio del modelo de contorsiones abdominales inducidas por el ácido acético, que dicho extracto tiene propiedad analgésica periférica. Dada la importancia de esta planta se explora el posible mecanismo farmacológico que explica la acción antinflamatoria. El presente estudio pretende medir los efectos del extracto acuoso y sus fracciones sobre mediadores importante del proceso inflamatorio como la cicloxigenasa (COX), la tromboxano sintasa y la óxido nítrico sintasa inducible (iNOS). Se ensayaron en todos los modelos tres concentraciones a saber, 250, 500 y 1000 mg/ml. En el modelo de agregación plaquetaria (2) solamente la concentración de 1000 mg/ml de extracto y de la fracción acuosa mostró inhibición significativa de agregación plaquetaria con respecto al control. Dicha concentración es mucho mayor a las reportadas para drogas antiagregantes tradicionales como el ácido acetilsalicílico (AAS). En el ensayo de molonil dialdehído (MDA) (3) nos se pudo evidenciar influencia importante ni del extracto ni de sus fracciones. En los dos modelos de producción de óxido nítrico (NO) realizados, ni el extracto crudo ni sus fracciones mostraron cambios importantes de los niveles de NO, tanto en macrófagos (4) como en astrositos de rata (5). En síntesis el extracto acuosos de Urera baccicera, junto con sus fracciones no mostraron influencia importante sobre la síntesis de prostanoides ni sobre la producción de NO. Se recomienda evaluar la influencia del extracto crudo y fracciones sobre otras dianas farmacológicas interesantes en el proceso inflamatorio. Tales como quimocinas, citocinas, factor nuclear kB, y lipooxinegana etc. Referencias 1. Badilla B., Mora G.,Lapa J.A.,Silva-Emin J A. (1999) Revista Biologia Tropical 47 (3):355-371. 2. Ardilie N.G., Perru D.W., Packham M.A., Mustard J.F. (1971) Proceeding on the Society for Experimental Biology and Medicine. 136:1021-1023. 3. Yagi K. (1975) Vitamin. 49:403-410. 101 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. 5. P 008 Chiow W.F., Lin J.J., Chen C-F- (1998). British Journal of Pharmacology. 125: 327-334. Wang C.N., Shiao Y.J.,Lin Y.L..Chen C.F. (1999) British Journal of Pharmacology. 128:345-356. 102 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 009 Estudio comparativo de la composición química del aceite esencial de hojas y tallos de Euphorbia caracasana (Euphorbiaceae) colectado en Mérida-Venezuela Shirley Baldovino, Janne Rojas, Luis Rojas, Antonio Morales Grupo Biomoléculas orgánicas, Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Mérida, Venezuela El género Euphorbia es el mas grande de la familia Euphorbiaceae, comprende cerca de 5000 especies [1]. La mayoría se caracterizan por contener un latex altamente irritante de la piel y han sido objeto de investigaciones químicas y farmacológicas. Estudios anteriores han reportado diterpenos del tipo tigliano, ingenano, dafnano, jatrofano y esteres diterpenicos con propiedades antitumorales y carcinogénicas [2]. La presente investigación tiene como objeto el estudio de la composición química del aceite esencial de tallos y hojas de Euphorbia caracasana Boiss recolectada en el sector Miyoi, Pueblo Llano, Mérida-Venezuela, no reportada hasta el momento. Las hojas frescas (4 Kg) y los tallos (2 Kg) finamente cortados y triturados se sometieron por separado a hidrodestilación por 4 horas, utilizando una trampa de Clevenger. El aceite obtenido, hojas (0,2 ml; 0,005 % m/v) y tallos (0,1 ml; 0,0025 % m/v) se secó sobre sulfato de sodio anhidro y fue analizado por cromatografía de gases acoplada a espectrometría de masas en un equipo GC-MS system, modelo 5890. En las hojas se identificaron nueve (9) compuestos de los cuales trans-β-cariofileno (31.69 %), D-germacreno (21.35 %) y α-humuleno (16.81 %) se observaron como mayoritarios, mientras en los tallos se identificaron diez (10) compuestos siendo longifoleno (22.62 %), oxido de cariofileo (11.70 %) y ciscariofileno (10.54 %) los observados en mayor proporción. Estos compuestos fueron identificados por comparación de sus espectros de masas con la base de datos Wiley 6th ed. y datos reportados en la literatura [3]. Referencias 1. Webster, G. (1994). Systematic of the Euphorbiaceae: Introduction. Annal Miss Bot Gard. 81, 33144. 2. Hohmann, J. et. al (1999). Jatrophane diterpenoids from Euphorbia peplus. Phytochemistry. 51, 673-677. 3. Adams R. (1995). Identification of the essential oil components by GC/MS. Allured Publishing Corporation, Carol Stream IL, USA. 103 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 010 Antiulcer and healing properties from one Vernonia polyanthes Less. fraction – histological analysis Barbastefano V1, Cola M2, Luiz-Ferreira A1, de-Faria F M1, Takayama C1, Rinaldo D3, Hiruma-Lima C A4, Pellizon C H4, Vilegas W3, Souza Brito, A R M1 Departamento de Fisiologia e Biofísica, Instituto de Biologia, UNICAMP, Campinas/SP, Brasil; Departamento de Farmacologia, Centro de Ciências Biológicas, UFSC, Florianópolis/SC, Brasil; 3Departamento de Química Orgânica, Instituto de Químicas, UNESP, Araraquara/SP, Brasil; 4Departamento de Fisiologia, Instituto de Biociências, UNESP, Botucatu/SP, Brasil; 1 2 Background: The chloroformic crude extract from Vernonia polyanthes Less. (Asteraceae), a Brazilian savannah plant popularly known as “assa-peixe”, had been already investigated for its antiulcerogenic properties. The outstanding results previously obtained leaded our lab to evaluate the methanolic fraction from this chloroformic crude extract. Objectives: The methanolic fraction (MVP) from the chloroformic crude extract of Vernonia polyanthes was evaluated for its antiulcerogenic and healing properties employing two experimental models and histological analysis. Methods: To obtain MVP, the chloroformic crude extract from Vernonia polyanthes was fractionated by column chromatography (Silica Gel 60). The antiulcerogenic activity of MVP, in the doses of 3, 6 and 12 mg/kg, was evaluated in male Wistar rats, with the absolute ethanol-induced gastric ulcer model (1 mL, 1 hour before sacrifice). The healing properties of the best dose was investigated in the acetic acid (30%, 50 L)-induced ulcer model. Rats were sacrificed just after a 14 days treatment period. The quality of the healing process was evaluated in histological assays (H&E, PAS). Results: MVP presented significant antiulcerogenic activity in lower doses (3, 6 and 12 mg/kg). The lowest dose (3 mg/kg), which presented 77,6% of ulcer inhibition, were then evaluated for its healing activity. MVP treatment for 14 days reduced in 75,2% the ulcer area in acetic acid-induced gastric ulcer and showed elevated mucus secretion (PAS) and better mucosa cell organization (H&E). Conclusions: MVP protects the gastric mucosa in a very low dose, in both acute and sub-acute experimental models. Acknowledgements: FAPESP, CNPq 104 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 011 Antimicrobial activity of coumarins from the roots of Ferulago campestris [Apiaceae] Adriana Basile1, Sergio Sorbo2, Antonella Maggio3, Sergio Rosselli3, Maurizio Bruno3, Francesco Maria Raimondo4, Vivienne Spadaro4 Department of Plant Biology, University of Naples Federico II, via Foria 223, 80139 Napoli, Italy; 2Centro Interdipartimentale di Servizio per la Microscopia Elettronica C.I.S.M.E., University of Naples Federico II, via Foria 223, 80139 Napoli, Italy; 3 Dip. Chimica Organica, Università di Palermo, viale delle Scienze – parco d’Orlens II – 90128 Palermo, Italy; 4 Dip. Scienze Botaniche, Università di Palermo, via Archirafi 38, 90123 Palermo, Italy; 1 Madonie Park, located in western of Sicily, represents a mountainous region that encompasses a diversity of climatic conditions ranging from mediterranean to alpine. The flora plays a leading role in the territory of the Park and a rich biodiversity is present. It houses more than the half of the 2600 sicilian species and about 200 of them are endemic. The vegetable species present in the Park are characterized by a wide range of secondary metabolites and a gene pool of biodiversity to protect and to conserve. Ferulago W. D. J. Koch is a perennial genus of the Apiaceae family distinguished by the presence of persistent bracts and bracteoles. The genus comprises about 40 species widely distributed in the temperate zone of both hemispheres, especially in Central Asia and Mediterranean area. Some Ferulago species are used since ancient times in folk medicine for their sedative, tonic, digestive, aphrodisiac properties and have been used in the treatment of intestinal worms and hemorrhoids. Moreover they are used against ulcers, snake bite, as well as headache and diseases of the spleen. The genus is characterized by the presence of coumarins [1-3] and volatile compounds. Ferulago campestris (Besser) Grec. (F. galbanifera (Mill) Kock. = Ferula ferulago L.), known with the folk name of “finocchiazzo”, is an annual or perennial herb with small flowers in simple or compound umbels. Previous phytochemical studies on F. campestris revealed the presence of monoterpene coumarins, sesquiterpene lactones [4], and of an essential oil isolated from a plant growing wild in Turkey. In this communication we report the antimicrobial activity against several bacteria cell lines of three natural coumarins (grandivitn, agasyllin, aegelinol benzoate) isolated from the roots of F. campestris collected in Sicily and of the hydolysis product (aegelinol). Aegelinol and agasyllin showed a good activity against Gram+ and Gram- bacteria especially against Staphylococcus aureus, Salmonella typhi, Enterobacter cloacae and Enterobacter aerogenes. References 1. C. S. Kilic, Y. Okada, M. Coskun, T. Okuyama, Heterocycles 2006, 69, 481. 105 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. 3. 4. P 011 C. S. Erdurak Kilic, M. Coskun, Chem. Nat. Compd. 2006, 42, 351. F. Demirci, G. Iscan, K. Guven, N. Kirimer, B. Demirci, K. H. C. Baser, Z. Naturforsch., C: J. Biosci. 2000, 55, 886. M. H. A. El-Razek, S. Ohta, A. A. Ahmed, T. Hirata, Phytochemistry 2001, 57, 1201. 106 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 012 Comparison of Bryophyte bioactivities Adriana Basile1, Sergio Sorbo2, Barbara Conte1, Rosa Castaldo Cobianchi1 Department of Plant Biology, University of Naples Federico II, via Foria 223, 80139 Napoli, Italy; 2Centro Interdipartimentale di Servizio per la Microscopia Elettronica C.I.S.M.E., University of Naples Federico II, via Foria 223, 80139 Napoli, Italy 1 Bryophytes have been traditionally used as medicinal plants to cure cuts, burns, external wounds and several diseases (1). We compared two interesting bioactivities, antibacterial and antioxidant, in bryophytes species that are resistant to environmental stress. Plants lack a circulating adaptive immune system to protect themselves against biological attack; they have evolved defence mechanisms, which are either constitutive or inducible (2). Biological organisms are also provided with antioxidant systems able to control and neutralize free radicals and reactive oxygen species (ROS), produced both physiologically and by several agents (3). We compared the antibacterial activity of extracts from the mosses Pleurochaete squarrosa and Rhynchostegium riparioides and the liverwort Lunularia cruciata. The antibacterial activity was assessed by the Ericcson and Sherris broth dilution method (MH broth) and expressed as minimum inhibitory activity (MIC) values (4). Acetonic extracts were generally active against all the bacterial strains employed, above all the Gram-negative bacteria. This is particularly interesting because Gramnegative bacteria comprises species, such as Pseudomonas aeruginosa and Proteus species, responsible for severe infections and often resistant to conventional antibiotics. Antibacterial activity was inducible by oligogalacturonides in Lunularia cruciata. Antioxidant activity was tested by a luminol-dependent chemiluminescence (CL) assay on leucocytes in whole blood (WBL) and on isolated polymorphonucleates (PMNs) (5). The acetonic extracts from the moss Pleurochaete squarrosa and the liverwort Lunularia cruciata showed strong antioxidant activities. Finally, the antioxidant activity was modulated by growth conditions such as heavy metals and heat overall in Pleurochaete squarrosa and Scorpiurium circinatum. The finding of PMN inhibition indicate a potential anti-inflammatory activity in the examined bryophyte species. References 1. Asakawa Y. 2001 Phytochemistry 56: 297-312. 2. Fritig B., Heitz T., Legrand M. 1998 Curr. Opin. Immunol. 10: 16-22. 3. Braga P.C. 1997 I Radicali Ossidanti, le Patologie Polmonari: l’Acido Ascorbico. Springer-Verlag, Milano, Italia. 4. Ericcson H.M., Sherris J.C. 1971 Acta Pathol. Microbiol. Scand. 217: 1. 107 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 5. P 012 De Sole P., Fresu R., Frigieri L., Pagliari G., De Simone C., Guerriero C. 1993 J. Biolumin. Chemilumin. 8: 153-158. 108 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 013 Actividad antimicótica en extractos de Smilax campestris Griseb. – Smilacaceae - y en Plantago major L. – Plantaginaceae Battista Stella M, Garcia Gabriela F, Rugna Ana Z, Wagner Marcelo L, Gurni Alberto A. Cátedra de Farmacobotánica. Departamento de Farmacología. Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956, 4° piso (1113) Buenos Aires. República Argentina. [email protected] Para la elaboración de medicamentos fitoterápicos con acción antimicótica se utilizan en algunas formas farmaceúticas extractos vegetales. De tal forma, en Guatemala se ha estudiado el efecto antimicótico de diferentes especies de Smilax L. autóctonas, con buenos resultados y se utilizan en el mercado en forma de óvulos1. Con respecto al Plantago major L., se encontró información sobre su utilización como antimicótico en cremas2. Por lo tanto, el objetivo de este trabajo es determinar la presencia de actividad antimicótica en hojas de Smilax campestris Griseb. y en hojas de Plantago major L. Se utilizaron extractos acuosos y metanólicos al 80% de las hojas de S. campestris y de P. major. Se analizaron las actividades de los extractos sobre distintos hongos ambientales de Aspergillus níger y Penicillium sp. y se comparó su actividad con una curva patrón realizada con concentraciones conocidas de ketoconazol. Se determinó actividad antimicótica para las dos especies vegetales analizadas tanto en los extractos acuosos como en los metanólicos. En el caso de S. campestris se obtuvo actividad antimicótica en los extractos metanólicos, pero los extractos acuosos resultaron inactivos para las poblaciones de hongos estudiadas; en cambio, en P. major la actividad de ambos extractos resultó similar sobre los hongos analizados. Por lo tanto, pudo determinarse que tanto las hojas de Smilax campestris Griseb. como las de Plantago major L. tienen actividad antimicótica, por lo que se continuará avanzando en estos estudios para el uso de estas especies en la medicina popular. Referencias 1. Cáceres, A. (1998). “Zarzaparrilla” Plantas medicinales del género Smilax en Centroamérica” Turialba, Costa Rica. 3442. 2. Rodríguez Pargas, A; León Padilla, M; Hernández Rodríguez, A y Junco Barranco, J. (1996). “Actividad 109 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 013 antifúngica in vitro de una crema de Plantago major L.” Rev Cubana Plant Med v.1 n.3 Ciudad de la Habana. 110 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 014 Análisis del aceite esencial de las hojas de la Ageratina articulata (Sch. Bip. ex Hieron.) R. M. King & H. Rob., que crece en Mérida Venezuela Betancourt N, Rojas L, Carmona J. y Usubillaga A. Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida, Venezuela. Urb. Campo de Oro. e-mail: [email protected] El género Ageratina consta de 250 especies concentradas en México, América Central y los Andes, y pocas especies en los Estados Unidos, Canadá, el Caribe y sur del Brasil. De diferentes especies de este género se han aislado flavonoides, glicosidos, lactonas sesquiterpénicas, cumarinas, alcaloides y terpenos. La Ageratina articulata (Sch.Bip.ex hieron.) R.M.King & H. Rof., (Asteraceae), es una planta herbácea, que crece por encima de los 1800msnm, para nuestro conocimiento esta especie no ha sido estudiada previamente. En el presente trabajo se estudia los componentes volátiles obtenidos de las hojas de A. articulata, esta fue recolectada en el sector la antena Mérida, Estado Mérida. El trabajo consistió en aislar los componentes volátiles por arrastre con vapor de agua utilizando una trampa de Clevenger, estos se identificaron por GC-MS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0.25 mm, 0.25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 4 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1.0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes de los aceites se realizó mediante comparación computarizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición). Se determinaron los índices de Kováts analizando conjuntamente las muestras con una mezcla de n-alcanos. El aceite esencial obtenido de las hojas presentó un rendimiento de 0.03 %. Del análisis del aceite por CG-EM se lograron identificar 15 componentes de las hojas frescas; de estos los mayoritarios resultaron ser: beta-elemeno (5.2%), transcariofileno (6.1%), beta-cubebeno (20.3%) y biciclo-germacreno (5.0%). Este aceite esencial resultó ser rico en sesquiterpenos. Referencias 1. Badillo, V.M. (2001). Lista actualizada de las especies de la familia Compuestas (Asteraceae) de Venezuela. Ernstia 11. 111 P 015 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Nutaceutical character of some new Olea europaea L. selections Serrilli A.M.1, Petrosino L.1, Padula G.2, Ripa V.3, Pannelli G.3, Bianco A.1 1Dipartimento di Chimica Sapienza Università di Roma, piazzale A. Moro, 5 00185 Roma; 2Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura, Università degli Studi di Firenze; 3CRA-OLI sezioni di Rende e Spoleto. Olea europæa L. (Oleaceae) is a typical plant of the Mediterranean area and it has been associated with the Mediterranean culture. It is the only specie in the Mediterranean Basin of the Olea genus and it is the only specie of this genus with edible fruits. The aim of this work is to analyse the phenolic fraction present in olives of several new selections obtained by breeding [1]. Phenols represent the more important nutraceutical components present in table olives and in virgin olive oil. An increasing interest in these compounds is due to their antioxidant and health enhancing properties. The major phenolic compounds in olive are oleuropein 1 tyrosol 2, hydroxy-tyrosol 3 and cinnamic acids as coumaric 4 and caffeic 5 acids. O O OH COOCH3 R O HO OH O-glc 1 Oleuropein R COOH HO OH 2 Tyrosol, R=H 3 Hydroxytyrosol, R=OH 4 Coumaric acid, R=H 5 Caffeic acid, R=OH Studies on the phenolic fraction have been conducted on some of the advanced selections grown in Umbria, Basilicata and Calabria during 2005-2007. The analysis of the extracts of olives from several selections, that were before evaluated agronomically and morphologically, allowed to subdivide the selections in three different groups on the base of the oleuropein/cinnamic acid ratio [2]. Such variability in phenols amounts and in its composition is indicative of a various compatibility of the fruit with its destination as functional food, and/or a various sensory expression of the corresponding oil. Acknowledgements: SEINOLTA Project – MIPAF- Ministero dell’Agricoltura e Foreste (Italy). References 1. Bellini E., (1992), Acta Hortic., 317: 197-208. 2. Serrilli A.M et al. (2008), Adv. Hort. Sci., 22 (2) in press. 112 P 016 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” New Diterpenoids from Salvia miniata Fernald (Lamiaceae). Bisio A1, Romussi G1, Russo E1, Cafaggi S1, Fraternale D2, Ricci D2, De Tommasi N3 1 Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Alimentari, Università di Genova, Via Brigata Salerno 13, 16147 Genova, Italia 2 Istituto di Botanica, Università di Urbino, Via Bramante 28, Urbino, Italia, 3 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche,Università di Salerno, Via ponte Don Melillo, 84084 Salerno, Italia. Salvia miniata Fernald [1], is a Mexican species whose aerial part exudate showed herbicide activity against common weeds (Papaver rhoeas L. and Avena sativa L.) in a preliminary test. Our research is devoted to the identification of growth inhibitors with diterpene and triterpene skeletons, whose herbicidal activity has been described in literature [2], contained in the surface exudates that are generally known as natural pesticides [3]. The surface exudate, obtained by rinsing the plant material with CH2Cl2, and subjected to repeated column chromatography on Sephadex LH-20 and silica gel and to reversed-phase semi-preparative HPLC, yielded two new clerodane diterpenoids (1, 2) identified by IR and NMR analysis, including TOCSY, COSY, HSQC and HMBC experiments. O O O Me O Me O OH O O Me O O O O O 1 2 Acknowledgements: The work was developed within the EU INTERREG ALCOTRA project “Developpement des Potentialites du Genre Salvia : Nouveaux Produits” n.231. References 1. Epling, C. (1940) A Revision of Salvia, subgenus Calosphace. In: Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis. Vol.110. Fedde F., University of California Press: Berkley, California. 2. Vyvyan, J.R. (2002) Tetrahedron 58, 1631-1646. 3. Dayan, F.E., Duke, S.O. (2003). Pesticide Outlook, 8, 175-178. 113 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 017 Secondary metabolites from Adenosma caeruleum R. Br. (Scrophulariaceae) Bruzual De A, Maryan C1; Braca, Alessandra1 and De Tommasi, Nunziatina2 1 Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia, Università di Pisa, Via Bonanno 33, 56126 Pisa, Italy; 2 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno, Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano (SA), Italy The genus Adenosma (Scrophulariaceae family) counts of about 15 species widespread in South and South East Asia, China, and and Pacific Islands. All its species are herbs, erect or creeping, blackened when dry, and frequently aromatic. A. caeruleum R. Br., known in Vietnam as “nhan tran” is a perennial herb, 30-100 cm tall, with erect stems, widely distributed in the mountains of North Vietnam where its dried aerial parts are used in folk medicine for the treatment of jaundice, bile, and liver diseases as well as illness of women after child birth [1]. In continuation of our studies on substances from Vietnamese medicinal plants, we isolated and characterized different secondary metabolites from the aerial parts of this species. The n-butanol soluble fraction of the methanolic extract was separated by column chromatography using Sephadex LH-20 with methanol as eluent. Finally, the compounds were purified by preparative RP-18 HPLC and characterized by using spectroscopic and spectrometric methods (NMR, ESI-MS) as apigenin 7-O-β-Dglucuronopyranoside [2] and apigenin 7-O-β-D-glucopyranoside [2] belonging to the class of flavonoids and crenatoside [3], verbascoside [4], cistanoside F [5], campneoside I [6], campneoside II [6] that are phenylpropanoids. Other secondary metabolites are in course of characterization. To our knowledge this is the first time that phenylpropanoids are reported in the genus Adenosma. Reference 1. Do tat Loi. (1997) Glossary of Vietnamese Medicinal Plants and Drugs, Publishing House for Science and Technics, Hanoi. 633 2. Flamini G; Antognoli E; Morelli I.”Two flavonoids and other compounds from the aerial parts of Centaurea bracteata from Italy”. Phytochemistry 2001, 57, 559-564. 3. Afifi, M.S.; Lahloub, M.F.; El-khayaat, S.A.; Anklin, C.G.; Ruegger, H. and Sticher, O. “Crenatoside: A novel Phenylpropanoid glycoside from Orobanche crenata”. Planta Medica 1993, 59, 359-362. 4. Liu, Y.; Wagner, H. and Bauer, R. “Phenylpropanoids and flavonoids glycosides from Lysionotus pauciflorus”. Phytochemistry 1998, 48, 339-343. 5. Imakura,Y.; kobayashi, S. and Mima, A. “Bitter phenylpropanoids glycosides from Campsis chinensis”. Phytochemistry 1985, 24, 139-146. 6. Nicoletti, M.; Galeffi, C.; Messana, I.; Marini-Bettolo, G.; Garbarino, J. and Gambaro, V. “Phenylpropanoids glycosides from Calceolaria hypericina”. Phytochemistry 1988, 27, 639-641. 114 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 018 Componentes volatiles de Tagetes pusilla de los Andes Venezolanos Diolimar Buitrago y Luis Rojas Ins titu to de Inves tiga ciones . F acu lta d de F armac ia y Bioan ális is . Unive rs ida d de L os An des . Apa rtad o Po sta l 510 1. Mé rida -Venez ue la . El género Tagetes, pertenece a la familia Asteraceae, tribu Tageteae. Dentro de este género encontramos alrededor de 60 especies. Como continuación de nuestras investigaciones sobre la flora andina venezolana, se decidió estudiar la composición química del aceite esencial de Tagetes pusilla Kunth, hierba con inflorescencias de color amarillo que presenta un olor característico al anís, de allí que es comúnmente conocida como “anis serrano” en Perú (1), “anis del llano” en Ecuador (2) y “anisillo” en Venezuela; esta planta aromática posee propiedades antiinflamatorias, antioxidantes (3), antimicrobianas (1) y antivirales (4). El material vegetal se recolectó en El Valle, Edo. Mérida-Venezuela y sus partes aéreas fueron sometidas a hidrodestilación, utilizando la Trampa de Clevenger. La separación de los componentes se realizó en un Cromatógrafo de Gases Hewlett Packard HP 6890 acoplado a un Detector de Masa Hewlett Packard modelo 5973 equipado con una columna HP-5MS de 30m × 0.25mm. El programa utilizado fue el siguiente: temperatura inicial 60 °C (1 min), luego se incrementó hasta 260 °C a razón de 4 °C/min (20 min). La identificación de sus componentes se efectúo mediante comparación computarizada con una librería Wiley MS Data. El aceite esencial obtenido presentó un rendimiento de 0,38%, identificándose como componentes mayoritarios dos monoterpenos: el trans-anetol (69,97%) y el 4-alil-anisol (30,03%). R e fe re nc ias 1 . Alzamora, L. et al. (2001), An . Fac. Med. (Peru), 62 (2), 156 -1 61 2 . Qu in te ro , D. e t al. (200 6 ), La Vena dita. Ecua do r 3 . De las He ras , B. e t a l. (19 98 ), J . Ethnop ha rm,61 (2 ), 1 61 -16 6 4 . Abad , M.J. et al. (1999), Ph ytoterap y Reserch, 13 (2 ) 142-146 115 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 019 Componentes volatiles de las flores de Lantana trifolia L. que crece en Merida Venezuela Burgos E., Rojas L., Usubillaga A. Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Urb. Campo de Oro. 5101. El género Lantana (Verbenacea), esencialmente americano, comprende unas 40 especies en Sudamérica. Lantana trifolia L. es originaria del Neotrópico, desde el Norte de sur América hasta Perú. Las hojas y flores tienen propiedades emenagogas corrigiendo flujos de menstruación y sangre, así mismo se han utilizado para curar gripes crónicas y mejorar problemas del hígado; son ricas en aceite esencial con cariofilenos, aldehídos y alcaloides como lantanina, muy semejantes a la quinina y de efecto antiespasmódico, también poseen mucílagos, taninos y resina. El objetivo de este trabajo fue extraer los compuestos volátiles de las hojas por hidrodestilación, empleando la trampa de Clevenger por tres horas obteniendo de 1Kg de hojas, 1 mL de aceite. La identificación de estos se realizó mediante un sistema GC/MS Hewlett Packard MSD 5973, con una columna de fenil-metil-polisiloxano de 30m por 0,25mm (HP-5), con ayuda de una librería Wiley MS Data (6ª Edición, 275K Spectra). Se determinaron los índices de Kováts analizando conjuntamente la muestra con una mezcla de n-alcanos obteniendo un aceite de color amarillo con un rendimiento de 0,1%. Un total de 35 constituyentes fueron identificados siendo los mayoritarios: copaeno 3.84%, cariofileno 19.85%, gamma-muuroleno 36.90%. Referencias 1. Rotman, A. el al. (2006), Darwiniana, 44(2): 514-518. 2. López-Palacio (1977). Flora de Venezuela: Verbenaceae, Universidad de Los Andes. 116 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 020 Aislamiento de Galantamina en cuatro especies Colombianas de Amaryllidaceae Fabio Cabezas1, Andrés Yanza1, Santiago Martínez2, Carles Codina3, Jaume Bastida 3 y Francesc Viladomat3 Universidad del Cauca, Departamento de Química. Calle 5 N° 4-70. Popayán, Colombia. Universidad del Cauca. Departamento de Agroindustria. Calle 5 N° 4-70. Popayán, Colombia. Universidad de Barcelona. Departamento de Productos Naturales. Av. Joan XXIII. 08028. España. 1 2 3 Uno de los problemas mentales de alta incidencia en Europa y varios países de América es la enfermedad de Alzheimer. La Galantamina (GAL), es un metabolito ampliamente utilizado en su forma salina para el tratamiento de dicha enfermedad a un alto costo para el paciente. Este producto natural es aislado de varios géneros propios de la cuenca del Mediterráneo y del centro de Europa, particularmente de los géneros Leucojum, Galanthus y Narcissus entre otros. En nuestros estudios fitoquímicos las especies colombianas Eucharis amazonica1, E. grandiflora2, Caliphruria subedentata3 y Phaederanasa dubia4, con distribución geográfica restringida, con endemismo en alguna de ellas, pero la mayoría amenazadas de extinción, han mostrado presencia del metabolito en su forma libre, lo cual ha sido comprobado por comparación con sus constantes físicas, propiedades cromatográficas y espectroscópicas: c.c.d., [ ], Dicroismo Circular, IR., UV.,RMN 1H, 13C con muestras obtenidas de otras fuentes de origen natural. La importancia de la presencia de este compuesto en las especies mencionadas ofrece una oportunidad de desarrollos en el campo de la agroindustria en Colombia. Agradecimientos: Universidad del Cauca, Universidad de Barcelona por su apoyo. 1. 2. Referencias Cabezas, F.; Ramírez, A.; Codina, C.; Bastida, J.; Viladomat, F, New Alkaloids from Eucharis amazonica (Amaryllidaceae). Chem. Pharm. Bull. Tokio: , v.51, n.3, p.315 - 317, 2003. Herrera Velásquez, Maria del Rosario, 1999, Aislamiento y elucidación de alcaloides de la familia Amaryllidaceae (Eucharis grandiflora, Cyrtanthus elatus, Espirantes citrina, Hymenocalis tubifolra) tesis doctoral, universidad de Barcelona.Cabezas, F.; Ramírez, A.; Codina, C.; Bastida, J.; Viladomat, F, New Alkaloids from Eucharis amazonica (Amaryllidaceae). Chem. Pharm. Bull. Tokio: , v.51, n.3, p.315 - 317, 2003Yanza Bravo, Alexander Andrés, 2008, Determinación y cuantificación de Galantamina en Phaedranassa dubia (Amaryllidaceae) por HPLC (Amaryllidaceae) y su relación con macronutrientes y micronutrientes de sus suelos, tesis pregrado en química, Universidad del Cauca 117 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 021 Cactaceas medicinales de Arequipa Fátima Cáceres H., Leoncio Mariño H., Jose Zuñiga C. Area de Botánica. Departamento Académico de Biología. Universidad Nacional de San Agustín. Arequipa; Ignazio Poma, Dipartimento di Agronomía Ambientale e Territoriale. Universidad di Palermo. Italia. Se ha realizado un estudio de las Cactaceas medicinales de la provincia de Arequipa en el Marco del Proyecto Plantas Medicinales de la Region Arequipa, con la finalidad de dar a conocer sus usos e importancia en la etnomedicina. El trabajo se ha realizado en los distritos de Chiguata, Yanahuara, Yura, Mollebaya, Tiabaya, y la Joya. El área de estudio comprende entre los 1200 a 3500 m snm. La metodología de estudio es a través de encuestas y entrevistas, a personas con cierto conocimiento sobre el uso de estas especies y curanderos del pueblo. Los datos han sido procesados cuantitativamente, tomando en cuenta el acuerdo entre informantes. Los resultados dan cuenta de 6 especies de Cactaceas de uso etnomedicinal en la provincia de Arequipa, dando a conocer su descripción botánica, hábitat, distribución, propiedades y usos, partes utilizadas, formas de uso, época de floración, fructificación y comercialización. Según evaluación realizada en la provincia, las especies que más se usan y comercializan son Neoraimondia arequipensis (Meyen) Backeberg “sapayhuarmi”, para contrarrestar la menopausia en las mujeres, Corryocactus brevistylus(Schumann ex Vaupel) Britton & Rose “sancayo” para la deficiencia hepática, manchas en la cara y para prevenir el cáncer al estomago, Tunilla soehrensii Britton & Rose “ayrampo”, para las aftas bucales en los niños y como refrescante del estomago en personas recién operadas, Opuntia ficus indica Mill. “tuna”, para bajar el azúcar en la sangre ocasionado por la diabetes, Austrocilindropuntia subulata subsp. exaltata Backeberg “pataquisca” para la gastritis y Cumulopuntia ignescens “pushca”, para evitar la caída del pelo y controlar la caspa. Se presentan mapas de distribución e ilustraciones con fotografías. 118 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 022 Plantas medicinales que se desarrollan a 2230 m snm en la region Arequipa. Peru Fátima Cáceres Huamani, Benito Albarracin Valdivia, Leoncio Mariño Herrera, Alberto Cáceres Huambo Área de Biología Gral y Botánica del Departamento Académico de Biología. Facultad de Ciencias Biológicas y Agropecuarias. Universidad Nacional de San Agustín. Arequipa; Ignazio Poma, Dipartimento de Agronomía Ambientale e Territoriale. Universidad de Palermo. Italia. Se presenta un estudio realizado en Arequipa con plantas medicinales que se desarrollan a 2230 msnm, con la finalidad de determinar e inventariar las plantas de uso medicinal mas utilizadas, origen y desarrollo del cultivo, analizando la frecuencia de uso, formas de uso y comercialización de las mismas en los mercados locales y distritos del cercado de Arequipa. Perú. La metodología se realizo a través de encuestas etnobotánicas en los mercados locales, campos de cultivo de las comunidades de Arequipa y para la determinación se recurrió al herbario local a través de muestras representativas y confección de un herbario. Los resultados nos dan cuenta de 36 especies, 34 géneros y 18 familias de plantas etnomedicinales. Dichas especies se desarrollan en la campiña de Arequipa entre los meses de Abril a Diciembre, se comercializan con frecuencia y son las mas utilizadas como Eucalyptus globulus “eucalipto”, Schinus molle “molle”, Brassica rapa ssp campestris “nabo silvestre”, Valeriana officinalis “valeriana”, Ruta graveolens “ruda”, Taraxacum officinalis “diente de león”, Plantago major “llantén” y Chenopodium ambrosioides “paico” y la forma de obtención es a través de la cosecha de las mismas al estado silvestre. De los 4 distritos evaluados, Sabandia cuenta con la mayor diversidad de especies medicinales, que se desarrollan en forma silvestre en los campos de cultivo y huertos de los campesinos. Dos especies se cultivan con fines comerciales locales como Valeriana officinalis y Ruta graveolens. El acuerdo entre informantes nos dan a conocer su uso mas frecuente como son problemas digestivos, respiratorios o hepáticos, la mayoría de ellos utilizados en forma directa a través de infusiones, cocimientos y algunas veces en jugos. El uso mas frecuente que se le da a estas especies tiene que ver con sus propiedades terapéuticas, como son la presencia de flavonoides y aceites esenciales, destacando con frecuencia la mayoría de estas especies agrupadas en la familia Asteraceae, Apiaceae y Lamiaceae. Se presenta un inventario completo, con fichas de las especies mas importantes en la región y se ilustran con fotografías. 119 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 023 Identificación y control de plantas medicinales, usadas en sistemas de salúd en la región de Fernandópolis – São Paulo Ely E. S. Camargo1,2, Anselmo G. Oliveira1, Breno A. Nesso2, Cássia F. Oliveira2, Liliane F. Decandio2, Graziele S. Ferlete2 1 2 Facultad de Ciencias Farmacéuticas – UNESP, Rodovia Araraquara-Jaú, Km 1, Araraquara – SP. Fundación Educacional de Fernandópolis – FEF, Av. Teotônio Vilela, S/N, Fernandópolis – SP. Deste 1978 la O.M.S. reconoce medicamentos fitoterápicos, vários programas públicos fueron implantados en diversos municípios brasileros, Este trabajo presenta un estudio farmacognóstico envolviendo las espécies Ruta graveolens, Chenopodium ambrosióides, Solidago chilensis, usadas en la región de Fernandópolis. Las espécies fueron colectadas en la huerta municipal y sistematizadas en la FEF. Para el estudio farmacognóstico y microbiológico se utilizo metodologias discriminadas en farmacopéas, con el objetivo de proponer una metodologia para identificación y control de las espécies. Los resultados obtenidos mostraron que Solidago chilensis, conocida popularmente como arnica-brasilera, presento un teor de flavonóides de 0,055%m/m y el análisis fitoquímico preliminar de las hojas y flores constató la presencia de glucósidos cardiotônicos; flavonóides como flavonol, flavanona y alcalóide presente apenas en las hojas, en la determinación de cenizas totales se obtuvo 13,1% e insolúbles en ácido 1,8%, la pérdida por secage fué de 9,54%. La Ruta graveolens cuyo nombre popular es arruda, obtuvimos un teor de flavonóides de 0,049%m/m y el análisis fitoquímico preliminar de las hojas evidenció la presençia de alcalóide, flavonóides como isoflavona y flavona, las cenizas totales fué de 15,1% e insolúbles en ácido 0,62%, la pérdida por secage fué de 11,53%. En Chenopodium ambrosióides, conocida popularmente como hierva-de-santa-maria, presentó un teor de flavonóides medido en 0,032%m/m, se verifico la presencia de Flavonol y Flavanona, el índice de cenizas totales obtenido fué de 14,5% e insolúbles en ácidos fué de 0,81% y pérdida por secage fué de 9,54%. En la investigación antimicrobiana, se observó un pequeño halo de inhibición con el extracto de la Ruta graveolens y de la Solidago chilensis, o sea, no huvo un crescimiento microbiano en vuelta del disco impregnado con los respectivos extractos. Otros tests específicos deven ser evaluados para garantizar la calidad de las plantas medicinales, lo que viene intentandose hacer a través del programa del DAF/MS. Referencias 1. BRASIL, Ministerio da saúde. Agência Nacional de Vigilancia Sanitária. Resolução (RE) 89 de 16 de março de 2004. Determina a publicação da lista de Registro Simplificado de Fitoterápicos junto ao sistema de Vigilancia Sanitária. Diário Oficial da União, Brasilia, março de 2004. seção 1. 2. Matos, Fracisco José de Abreu. Farmacias Vivas: Sistema de utilização de plantas medicinais projetado para pequenas comunidades. 4 ed. Rev. Ampl.. Fortaleza: UFC, 2002.276p; 120 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 3. 4. P 023 Simões, Caudia Maria Oliveira (Org) et al. Farmacognosia: da planta ao medicamento. 5 ed. Rev. Ampl.. Porto Alegre: Editora da UFRGS, 2003 World Health Organización (WHO). Monographs on selected medicinal plants. Genebra, 1999. 289p. 121 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 024 Estudio del aceite esencial y evaluación de la actividad alexitera de Mikania micrantha Kunth (guako) Camargo Francisco J.1, Torres Ana M.1, Ricciardi Gabriela A.1, Agrelo de Nassiff Ada E.1, Dellacassa Eduardo 2, Ricciardi Armando I.A.1 Cátedra de Toxicología y Química Legal, FACENA. Universidad Nacional del Nordeste. Corrientes. República Argentina. e-mail: [email protected]; 2 Cátedra de Farmacognosia y Productos Naturales, Facultad de Química. Universidad de la República. Montevideo. Uruguay. 1 Mikania micrantha es una especie utilizada, como infusión, contra picaduras de víboras (1) y en extractos como antibacteriano (2) y antifúngico (3). En su aceite predominan hidrocarburos terpénicos y sesquiterpénicos (4,5). Se colectó material vegetal en Corrientes (A. Rolón) en otoño (I) y verano (III), obteniendo los aceites esenciales por destilación por arrastre con vapor de agua. Se cuantificaron sus componentes por GC/FID, identificándolos por GC/EM y por Índices de Kovats. La actividad contra veneno de Bothrops neuwiedi diporus “yarará chica” se evaluó por el tiempo de coagulación normal (TC) con la técnica del plasma recalcificado, la dosis coagulante mínima (DCM) y la Inhibición de la actividad coagulante del veneno de los extractos de partes aéreas macerados en agua (M1), alcohol (M2) y hexano (M3) y de los aceites, midiendo el TC con el agregado de la mezcla previamente incubada de veneno: extracto o aceites (30 minutos a 37 ºC). Se identificaron el 95% de los componentes de I y de III con presencia mayoritaria de hidrocarburos terpénicos y sesquiterpénicos entre los que se destacan α-tuyeno (15-16%); α-pineno (15-10%) α-felandreno (tr-10%); α-terpineno (6-tr%); limoneno (tr-5%); β-cariofileno (5-7%); germacreno D (10-5%) y biciclogermacreno (5-4%) con proporción poco significativa de oxigenados (<10%). M3 (verano) y III presentaron actividad anticoagulante lo que sugiere que correspondería, frente a un accidente ofídico, usar esta especie recolectada en verano. Referencias 1. González Torres, D.M. Catálogo de plantas medicinales usadas en Paraguay. 1992. 170 2. Facey PC; Pascoe, KO; Porter, RB; Jones, AD J Pharm Pharmacol. 1999 51 (12): 1455-60 3. Lentz DL; Clark AM; Hufford CD; Meurer- Grimes B; Passreiter CM; Cordero J; Ibrahimi O; Okunade AL J Ethnopharmacol. 1998 63 (3): 253-63 4. Shao H; Nan P., Peng S.; Zhang C.; Zhong Yao Cai; 2001; 24 (5): 341 2. 5. Camargo, FJ, Torres, AM; Agrelo de Nassiff, AE.; Ricciardi, AI.; Dellacassa, ES Comunicaciones Científicas UNNE 2005 122 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 025 Fast preparative separation of flavones from Syngonanthus dealbatus Silv. by HSCCC (High Speed Countercurrent Chromatography) Marcelo Aparecido da Silva, Wagner Vilegas, Lourdes Campaner dos Santos Department of Organic Chemistry, UNESP, São Paulo State University, Instituto de Química de Araraquara, C.P. 355, Zip Code: 14801-97, Araraquara, SP, Brazil. E-mail address: [email protected], (Santos, L. C.) Syngonanthus dealbatus Silv. is used as ornamental flower and represents an important source of income to the population of Minas Gerais State. Taxonomic studies to delimit the genus, about which there is still some confusion, and the biological investigation into the isolated molecules are of great importance, because several molecules possess antioxidant, citotoxic and mutagenic activities. We report here the isolation of relevant flavonoids derived from MeOH extracts from capitulae of S.dealbatus using HSCCC. Capitulae of S.dealbatus were collected at Diamantina, MG, Brazil (voucher - SANO 2975) was deposited at the Herbarium of the IB-USP. Capitulae of S. dealbatus (300 g) were separated, powdered and successively macerated with Hex (2L), DCM (2L) and MeOH (2L), being left for one week in each solvent. The MeOH extracts (850 mg), was subjected to HSCCC. The semple solution was prepared by dissolving the MeOH extracts in the mixture solution of lower phase and up phase (1:1) of the solvents system used for HSCCC separation (EtOAc:H2O, 1:1). Then the apparatus was rotated forward at 850 rpm, while the mobile phase (upper phase) was pumped into the column in a head to tail,direction at a flow-rate of 1.0 ml min-1. The retention of the stationary phase for this solvent system was 83.0 % at 850 rpm. Fractions 72-102 (590 mg total) was submitted the HSCCC, gradient elutions has happened in four stages composed of (A) EtOAc:n-BuOH:H2O (4.1:0.9:5.0, of the fractions 0-41), (B) EtOAc:n- BuOH:H2O (3.6:1.4:5.0, of the fractions 42-74) and (C) EtOAc:n-BuOH:H2O (3.1:1.9:5.0, of the fractions 75-103) (D). From the HSCCC experiment, we were able to isolate flavonoids (1-3) which exhibited an increase in the mobile phase. Fractions 21-26 (8 mg) afforded 1. Fractions 46-58 (11 mg) afforded 2. Fractions 79-86 (10 mg) afforded 3. Compounds 1, 2 and 3 were identified by their NMR spectra and by comparison with previous data reported in literature. OH OH R2 O R1 OH Compounds 1 2 3 R1 H C-Gal C-Gal R2 OH CH3O OH O 123 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 025 Acknowledgements: FAPESP, CNPq, CAPES. 124 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 026 Studio critico preliminare sullo stato attuale della collezione di Salvia nei Giardini Botanici Hanbury Erica Campodonico1, Barbara Ruffoni1, Pier Giorgio Campodonico3, Paola Profumo, Angela Bisio2, Giovanni Romussi2 CRA-FSO Unità di ricerca per la Floricoltura e le specie Ornamentali, corso Inglesi 508, 18038 Sanremo (I). 2Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Alimentari, Università di Genova, Via Brigata Salerno 16147 Genova, (I). 3Giardini Botanici Hanbury, Università di Genova, corso Montecarlo 40, La Mortola, 18039, Ventimiglia (I) 1 Si riportano i risultati preliminari del lavoro di catalogazione effettuato presso i Giardini Botanici Hanbury (Ventimiglia, Italia) delle specie di Salvia appartenenti alla locale collezione. Il criterio seguito è stato quello fitogeografico, in base alle diverse aree di origine, seguendo la sistematica del genere riformata da Alziar ed Hedge. Le zone geografiche di biodiversità del genere sono sei: Stati centro-meridionali degli U.S.A. e California, 40 taxa (17 in California); Messico, 300 taxa; Sud-America 210 taxa; Europa, Africa Mediterranea ed Asia Occidentale, complessivamente 210 taxa; Sud-Africa, 70 taxa; Asia Orientale, 90 taxa. L’elenco dei taxa del genere Salvia L. riportato nel catalogo Hortus mortolensis, pubblicato nel 1995 da Campodonico, è stato confrontato sia con i taxa presenti attualmente, sia con quelli presenti nei cataloghi precedenti, allo scopo di verificare se nel corso di oltre un secolo, l’acclimatazione di specie provenienti da altre zone del mondo in questo Orto Botanico è stata efficace, e se quindi il clima ne consente una coltivazione ottimale. Sono state anche citate sinonimie evidenziate nel corso del tempo. References .Alziar, Gabriel: “Catalogue synonimique des Salvia L. du monde (Lamiaceae)" Biocosme, Revue d’histoire naturelle, 5 (3-4)-1988 ; 6 (4)-1989 ; 9 (2-3)-1992 ; 10 (3-4)-1993. Hedge, I.C. 1974: “A revision of Salvia in Africa including Madagascar and the Canary Island”. Campodonico, Pier Giorgio; Orsino, Francesco; Cerkvenik, Cristina: 1995 “Enumeratio plantarum in Horto Mortolensi cultarum” Microart’s Eds., Recco (Genova, Italy). Erhardt, Walter; Götz, Erich; Bödeker, Nils; Seybold, Siegmund 2000: “Zander – Dictionary of plant names’’ 16th edition. Eugen Ulmer GmbH & Co. Eds., Stuttgart, Germany. Cronemeyer, Gustav 1889: “Systematic catalogue of plants growing in the open air in the garden of Thomas Hanbury F.L.S.” Printed by G. A. Koenig, Erfurt. Dinter, Kurt 1897: “Alphabetical Catalogue of Plants growing in the open air in the garden of Thomas Hanbury F.L.S.” Printed by Waser Brothers, Genoa. Berger, Alwin 1912: “Hortus mortolensis”. West, Newman & Co., Hatton Garden, London. Ercoli, Mario; Lorenzi, Maurizio and Lady Hanbury O.B.E. 1938: “La Mortola Garden Hortus Mortolensis.”. Oxford University Press. London: Humphrey Milford. 125 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 027 Anti-inflammatory activity of green beans from Coffea robusta L. methanolic extract in rats: morphological observations D’Angelo V.1, Campolo L.1, Trovato A.1, Zichittella L.2, Lo Cascio P.2, Pergolizzi S.2 1 2 Pharmaco-Biological Department, School of Pharmacy, SS. Annunziata, 98168 Messina, Italy Department of Foods and Environmental Sciences. Sal. Papardo, 98168 Messina, Italy Caffein [1,3,7-trimetilxantine] is a natural alkaloid presents in coffee, tea, guarana and mate plants. Some authors describe a stimulating action in CNS, diuretic, vasodilatatory, bronchodilatatory properties [1,2] and also evidence hepathic lipolisis of caffeine. It also inhibits cyclooxigenase-2 (COX-2) and inducible nitric oxide synthase (iNOS) expression [3]. The antioxidant effects of polyphenols from coffee beans have been previously reported [4]. In this study the anti-inflammatory activity (carrageenan-induced paw oedema test) of a methanolic extract from green beans of Coffea robusta L. (Rubiaceae) has been examined in the rat. The extract was applied topically in an ointment form, after the carrageenan injection. The ointments were prepared using methanolic extract (140 and 420 mg/g of drug) and vaseline, resulting in concentration of 7% and 21% (w/w), and a ointment containing caffeine in the same concentration, which were then topically applied on the paw of rats. Male Wistar rats (180-200 g) were treated with green coffee, caffeine and commercial ointment; the last group was control. The commercial ointment was used as a standard anti-inflammatory drug. Specimens from skin were processed for histological observations. Results showed that the treatment with extract and caffeine ointment (21%) reduced the paw oedema measured 3h after carrageenan administration, suggesting an antiinflammatory activity upon topical administration. Morphological data evidenced decreased number of both inflammatory cells and vessels; the thickness of epidermis was reduced comparing with control samples. These data suggest that methanolic extract of green coffee beans decreases inflammation in the rats. References 1. Lupi, O. et al. (2007), J. Cosmet Dermatol., 6, 102-107 2. Meringhe, S. et al. (2007), Mol. Pharmacol., 72, 395-406 3. Kim, J.Y. et al. (2006), Biofactors, 26, 17-28 4. Ramalakshmi, K. et al. (2007), J. Foods Science, 72, S333-S337 126 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 028 Etnobotanica e bioattività di specie officinali siciliane coltivate Maria Canzoneri Regione Siciliana. Assessorato Agricoltura e Foreste. Azienda Regionale Foreste Demaniali. Dipartimento – Palermo, Via Libertà, 97. e-mail: [email protected] La ricerca si prefigge lo scopo di definire le condizioni più adatte alla coltivazione e alla diffusione, nel territorio siciliano, di piante medicinali native note nella tradizione popolare locale. Viene descritta l’ etnobotanica 1 delle specie: Antillys vulneraria L. subsp. busambarensis (vulneraria), Borago officinalis L. (borragine), Calaminta nepeta (L.) Savi subsp. nepeta (nepetella), Cichorium intybus L. (cicoria), Foeniculum vulgare Miller subsp. vulgare (finocchio selvatico), Hypericum perforatum (L.) (iperico o erba di S. Giovanni), e Sideritis italica (Miller), (Sideritis siciliana). Gli studi farmacologici2 e le indagini svolte sulla loro utilizzazione dimostrano che le specie borago, antillys, calaminta e hypericum hanno in comune proprietà vulnerarie; cicorium e foeniculum agiscono come depurativi; in particolare, la prima sull’attività epatica come coleretico, la seconda su quella gastro-intestinale come carminativo. Borragine, cicoria, vulneraria, iperico e finocchio vengono utilizzati in preparazioni fitoterapiche presenti in commercio. Calaminta nepeta (L.) Savi e Sideritis italica (Miller), sono state oggetto di studi più recenti3,4 che hanno messo in luce l’attività antimicrobica (C. nepeta) e antibatterica (S. italica) degli oli essenziali in esse contenuti. Viene descritta la realizzazione di un “campo catalogo” di queste specie, in un’area a circa 150 metri sul livello del mare, che sta consentendo di verificare che esse si adattano facilmente in coltura con metodi naturali, ad eccezione della vulneraria. Le piante saranno oggetto di ulteriore valorizzazione attraverso progetti di ricerca e divulgazione mirati a riconoscere e sfruttare il potenziale farmacologico, agrotecnologico e farmaceutico costituito dalle specie officinali native della Sicilia. Il campo catalogo è stato realizzato con fondi dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali. Riferimenti 1. F. Lentini, F.M. Raimondo, Quad. Bot. Ambientale Appl., 1990, 1, 103-117; F.M. Raimondo, F. Lentini, Naturalista sicil., 1990, S IV (3-4), pp 77-99; V. Ilardi, F.M. Raimondo,Quad. Bot. Ambientale Appl., 1992, 3: 41-51; Azienda Foreste Demaniali, Il popolamento vegetale della riserva dello Zingaro, 1998. 2. P. Gastaldo, Compendio della FLORA OFFICINALE ITALIANA. Piccin; Padova, 1987 3. Serena Riela, Maurizio Bruno,Carmen Formisano, Daniela Rigano, Sergio Rosselli, Maria Luisa Saladino, Felice Senatore, J. Sep. Sci. 2008, 31, 1110 – 1117 127 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. P 028 Basile A., Senatore F., Gargano R., Sorbo S., Del Pezzo M.,Lavitola A., Ritieni A., Bruno M., Spatuzzi D., Rigano D. , Vuotto M.L, Journal of Ethnopharmacology , 2006, 107: 240–248; 128 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 029 Componentes volátiles de las hojas de Ottoa oenanthiodes Kunth Carnevali M¹, Contreras M¹, Rojas L¹, Burgos E¹, Usubillaga A¹. ¹ Instituto de investigaciones de la facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Urb. Campo de Oro. Mérida. Código Postal 5101.Venezuela. Email: [email protected]. Ottoa oenanthiodes pertenece a la familia Umbelliferae es conocida como cebolla de los páramos¹. Es una hierba pequeña, con raíz gruesa, tallo erecto, hojas pequeñas poco desarrolladas con vainas cilíndricas y largas. Presenta flores color blanco o crema, agrupadas en umbelas compuestas. Mide aproximadamente de 15 a 17 cm. de alto y habita en lagunas pantanosas. Se localiza en los Andes desde México hasta Ecuador y en Venezuela en los paramos ². Para nuestro conocimiento no hay reportes sobre los componentes volátiles de esta especie. La separación de estos se realizó por hidrodestilación empleando la trampa de clevenger por cuatro horas y media obteniendo de 800 g de planta 1.5 ml del aceite ligeramente amarillo. La identificación se realizo por un sistema GC/MS hewlett packard MSD 5973 con una columna de fenil−metil−polisiloxano de 30 m x 0.25mm (HP−5) y con la ayuda de una librería Wiley MS Data (sexta edición, 275K Spectra). Se lograron separar 13 componentes, siendo los mayoritarios, dos componentes de origen fenolico: 2vinyl-1-benzofurano (31.21%) y 3-metoxi-2-naftalenol (34.71%). Agradecimientos: Dirección de asuntos estudiantiles DAES − ULA. Referencias 1. Henrri Pitier. 1978. Manual de las plantas usadas de Venezuela y su suplemento. Editorial Arial, S.A. Barcelona (España). 2. L. Schine. 1960. Plantas comunes de Venezuela. Revista de la facultad de agronomía de la Universidad central de Venezuela. Maracay (Venezuela). 129 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 030 Cultivation of wild medicinal species: opportunities and constraints A. Carrubba, C. Catalano, R. Bontempo DAAT-Dip.to Agronomia Ambientale e Territoriale (Dep. for Land and Environmental Agronomy), Università di Palermo, Viale delle Scienze, 90128 Palermo (Italy). e-mail: [email protected] In medicinal plants (MPs), the transition from “discovery” to “cultivation” stage involves a decreasing recourse to their collection from the wild, accompanied by an increasing interest in their suitability into agricultural or silvicoltural cropping systems [1]. Collecting from the wild, although is surely the oldest method for obtaining MPs, allows to satisfy very limited needs and is hardly suitable to an industrial use, because: 1) gathering from the wild does not guarantee the quantitative and qualitative uniformity that nowadays are well defined requirements of the consumers. Spontaneous yields are difficult to quantify and sometimes may be overestimated, above all when random and unforeseen phenomena generate a lowering of natural stocks. 2) Specialized production allows to reduce the depletion of natural stands. 3) Cultivation allows to exploit uncommon or rare plant species, dealing with some pharmaceutical interest but not represented in the wild in a satisfactory amount. MPs have been scarcely addressed to breeding activity, and even when cultivated they show (as a result of their evolutive process) many traits typical to the wild species that represent crucial constraints to their agronomical exploitation. Among these: 1) an indeterminate growth habit, common to many MPs, that forces the plant to a continuous production of flowers and fruits; 2) seeds dehiscence, developed by plants in order to facilitate their dissemination; 3) a low competitivity in field towards other species (weeds). Does cropping technique influence, and to what extent, the yield response of MPs? Fertilization, tillering or irrigation generate modifications in the growth environment of plants; other cropping techniques cause variations in the temperature, photoperiod and moisture conditions; the elimination of all companion plants causes competition to shift from interspecific (typical of natural stands) to intraspecific (typical of field crops); with varying plant population, cultivation alters plant geometry, height and distribution of reproductive organs, with significant consequences as the marketable product is represented by seeds. In MPs, in which all qualitative and quantitative traits are extremely important, deeper and careful studies should be addressed to the choice of the most proper cropping technique. References 1. Schippmann, U. et al. (2002) Impact of cultivation and gathering of Medicinal Plants on biodiversity: global trends and issues. FAO, Rome. 130 P 031 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Phenological and agronomical evaluation of chamomile in Mediterranean environments A. Carrubba, C. Catalano, R. Bontempo, V. Ascolillo DAAT-Dip.to Agronomia Ambientale e Territoriale (Dep. for Land and Environmental Agronomy), Università di Palermo, Viale delle Scienze, 90128 Palermo (Italy). e-mail: [email protected] Chamomile (Chamomilla recutita (L.) Rausch.) is an annual crop, known worldwide as one of the major medicinal herbs. Its flower heads are reported in the official Pharmacopoeia of 26 countries [1]. In order to evaluate the suitability of chamomile to a low-input field cropping management into a semiarid Mediterranean environment, a long-term research activity has been carried out in the experimental farm “Sparacia” (Cammarata – AG – Sicily); hereby we report the results obtained on plants grown in self-seeded experimental plots in 2007/08. Plants development was observed from November 2007 up to (visually assessed) flowers appearance. Blooming started in middle February, and in middle April (after 60 dd from the onset of flowering), the plants were collected. All flowers of 10 sample plants were sorted according to their stages of development, namely: I - buds; II – ligulate fl. developed; III – tubulate fl. more or less opened; IV – decaying [2]. The numerical proportion of such flower stages was used to calculate the blossom index (BI), that in our collection time (16/04/2008) averaged a value of 0.23. The mean BI value originated from strongly different individual values, even if most flowers were belonging to the stage III (23 flower heads per plant), in which essential oil content was stated to be the highest [3]. The major data measured on plants are shown in table 1. In our trial, chamomile has confirmed a good aptitude to self-seeding, expressing a good yield level, even in lack of significant technical inputs. Table 1. Sparacia (Cammarata, AG, Sicily), 2008. Observations on Chamomile (Chamomilla recutita (L.) Rausch). Each value is the average of 10 measurements ± standard deviation. Plants height (cm) Layer of flowers (cm)) Number of ramifications 58.80 ± 11.64 17.30 ± 9.19 17.50 ± 12.71 Plant weight (g) Herbal Fresh Dry matter product 21.88 ± 17.72 4.30 ± 3.66 3.9 2± 3.33 Flower weight/plant (g) Herbal Fresh Dry matter product 5.58 ± 4.34 1.36 ± 1.14 1.20 ± 1.02 References 1. Baghalian et al. (2008), Scientia Horticulturae, 116, 437-441. 2. Franz, C. (1986), Acta Hort., 188, 157-162. 3. Franz, C. (1980), Acta Hort., 96, 317-321. 131 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 032 Plant species for mucilages as crops for Mediterranean environments A. Carrubba, V. Ascolillo, C. Catalano, R. Bontempo DAAT-Dip.to Agronomia Ambientale e Territoriale (Dep. for Land and Environmental Agronomy), Università di Palermo, Viale delle Scienze, 90128 Palermo (Italy). e-mail: [email protected] Mucilages contained inside Psyllium (Plantago spp.) husks deal with cholesterollowering effects, a mild and effective laxative activity, and insulin sensitivity improvement capacity and therefore may play beneficial effects on human health[1]. We report the results of a trial performed on 96 Psyllium samples obtained from 2004 to 2007 from four evaluation trials about the use of different techniques for nonchemical weeds control, Weight of 100 seeds and swelling capacity of Psyllium samples of carried on in the different origin; ⃝ : 2003/04; ✴ : 2004/05; ∆ : 2005/06; ⃟ : 2006/07. experimental farm Solid lines represent mean values; dotted lines mark mean values ± “Sparacia” (Cammarata – standard deviations; each point is the average of four repetitions. AG – Sicily; 37° 38’ N; 13° 46’ E). According to [2], the equilibrium percent swelling (Ps) of the Psyllium samples was calculated as: Ps= (Ws – Wd)/Ws x 100, where Ws: weight of swollen seeds and Wd: weight of dry seeds. The experiment was repeated twice for each seed sample, and the statistical analyses were applied by means of the statistical package SAS 9.1. No effect was found to be exerted by the diverse agronomic techniques, but a strong clustering of data was found in 2 over 4 collection years. Climatic and environmental features may therefore play on swelling ability of Psyllium seeds a more significant role than cropping technique. References 1. Yu, L. et al. (2003), Food Chem., 82: 243–248. 2. Singh, B. et al. (2007), Carbohydrate Polymers, 69: 631–643. 3. Applequist W.L. (2006), Taxon, 55, 1: 227–238. 132 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 033 Essential oils from Ecuadorian herbs, as inhibitors of microbial growth in meat products Cazar M.E, Idrovo A, Cazar A Universidad del Azuay. Laboratorio de Biotecnología de Productos Naturales. Avda. 24 de Mayo 7-77 y Hernán Malo. CP 01.01.981. Cuenca. Ecuador Essential oils are substances obtained from plants, by means of some distillation processes. The main components of these substances are terpenes, associated to other volatile components (1). Higher plants produce terpenes as a defense towards pathogens attack. Biological activities of monoterpenes include insecticides, antifeedants and antimicrobial compounds (2). Antimicrobial properties of herbs and spices have been recognized and used since ancient times. However, a renewed interest in natural preservation appears to be stimulated by present food safety concerns, growing problems with microbial resistance and a rise in production of minimal processed food joined with the use of natural preservers (3). In the present work, we tested the antibacterial activity of essential oils mixtures from rosemary (Rosmarinus officinalis), cumin (Cuminum cyminum) and basil (Ocimum basillicum), as inhibitors of the microbial growth in hamburgers. A mixture experimental design was performed to establish antagonistic or synergistic effects between the essential oils studied as food preservers. Response variables were total bacteria, coliforms and enterobacteria. The calculated model allowed us to identify the mixture which inhibits the microbial growth in meat. Response variable Coliforms Enterobacteria Total bacteria Special Cubic Model 0.669B + 0.284R + 0.34C – 0.242BR + 0.942BC + 2.473RC – 11.787BRC 5.431B + 3.381R + 14.703C – 6.076BR – 19.668BC – 15.681RC – 100.209BRC 10.576B + 6.588R + 18.277C + 55.44BR + 9.664BC + 10.069RC – 291.256BRC The calculated models showed that basil – rosemary mixtures inhibit the growth of total bacteria and coliforms. Mixtures prepared with the three essential oils have an antagonistic effect in all the responses studied. Moreover, a sensorial analysis with the meat products and the essential oils mixtures was performed in order to find the effect of the preserver mixture in flavor, odor and color of hamburgers. The basil – rosemary mixture presented the best acceptance from the panel. This finding shows the possibility to replace chemical food preservers with essential oils. References 1. Bandoni A. (2000). Los Recursos Vegetales Aromáticos en Latinoamérica. Editorial de la Universidad Nacional de La Plata. Argentina. 133 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. 3. P 033 Buchanan, B., Gruissem, W., Jones, R. (2000). Biochemistry and Molecular Biology of Plants. American Society of Plant Physiologists. Rockville, Maryland. Suhr, K., Nielsen, P. (2003). Antifungal activity of essential oils evaluated by two different application techniques against rye bread spoilage fungi. JAM., 94, 665 – 668. 134 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 034 Determinaciones fisicoquímicas en frutos de Guayaba (Psidium guajava) proveniente de México Chavez G.L.R., Cortés P.C.J., Yahuaca J.B., Bartolomé C. C. Fac. Q.F.B., Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo. Tzintzuntzan 173, Col. Matamoros, Morelia Mich, C.P. 58240, México. La guayaba, originaria de América, se encuentra dispersa desde México hasta Brasil (1). Se consume en fresco, preparación de aguas de fruta, conservas y dulces. En México, la región de Michoacán ocupa el primer lugar nacional en producción de guayaba. El fruto es una baya globosa con una especie de corona en la punta, verde, tornándose amarilla al madurar con semillas envueltas en la pulpa. En su maduración ocurren cambios externos de sabor y textura, descenso del contenido de almidón, incremento de la concentración de azúcares, reducción de la concentración de ácidos, cambio de coloración del pericarpio y perdida de firmeza (2). En este trabajo se evaluaron las características fisicoquímicas de frutos de guayaba (Psidium guajava) y su evolución en el proceso de maduración para establecer el nivel de calidad. Los parametros determinados fueron: color, tamaño, grados Brix, uniformidad, simetría, proporción de semillas, daño general y firmeza. El objeto de estudio fueron guayabas seleccionadas de primera calidad de la región de Zitácuaro, Mich., México. El ensayo estuvo conformado por 5 lotes de 10 unidades cada uno con 3 repeticiones. Los resultados obtenidos nos permiten concluir que de acuerdo a la norma del Codex Alimentario los frutos analizados se clasifican como de calidad primera teniendo un peso de entre 75 a 100g y defectos leves. En el color, se observa un cambio del verde en estado no maduro del fruto al amarillo en fruto maduro. La firmeza, se ve disminuida al transcurrir el tiempo. Referencias 1. Mata B. I., Rodríguez M.A., 1990, Cultivo y producción del Guayabo, Ed. Trillas. 2. Adsule, R.N. y Kadam, S.S. 1995. Guava. En: Mitra, S(Ed). Postharvest physiology and storge of tropical and subtropical fruits. CAB. Internacional. Pág. 145-160. 135 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 035 Actividad antiulcerogênica de la fraccion acetato de la especie Indigofera suffruticosa Mill. Cola M1, Barbastefano V1, Luiz-Ferreira A1, Vinagre A. M1, Farias-Silva E1, Calvo T. R2, Hiruma-Lima C. A3, Pellizon C. H3, Vilegas W2, Souza Brito A. R. M1 Departamento de Fisiologia e Biofísica, Instituto de Biologia, UNICAMP, Campinas/SP, Brasil; Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, UNESP, Araraquara/SP, Brasil; 3Departamento de Fisiologia, Instituto de Biociências, UNESP, Botucatu/SP, Brasil. 1 2 El género Indigofera es uno de los seis mayores géneros de la familia Leguminosae. La especie Indigofera suffruticosa es muy utilizada para el tratamiento de las úlceras gástricas en algunas comunidades indígenas. El proceso de formación de la úlcera gástrica envuelve el desequilibrio de los mecanismos defensores y agresores de la mucosa gástrica. En este trabajo fue evaluada la actividad antiulcerogênica de la fracción acetato (fAc) de las partes aéreas de I. suffruticosa. La fracción metanólica fue obtenida por maceración en MeOH, siguiendo por filtraje y concentración en rotavapor. La fracción acetato (fAc) fue obtenida dividiendo-se una parte del extracto metanólico de I. suffruticosa (3 g) en una mezcla de EtOAc/agua (1:1). La actividad antiulcerogênica fue evaluada con la inducción sub-crónica de úlcera gástrica con ácido acético 30%. Los ratones, después de la inducción, fueron tratados con el control negativo (tween 80, 12%), control positivo (cimetidina, 100 mg.kg-1) y fAc (100 mg.kg-1). La análisis histológica de la mucosa gástrica fue echa empleando-se los ensayos de coloración por H&E y reactivo de Schiff (PAS). fAc disminuyó significativamente las lesiones gástricas (40% en la dosis de 100 mg.kg-1). En los estómagos colorados por H&E, observó-se en el control negativo la renovación desordenada del epitelio y margen de la úlcera. Además, la formación de glándulas fue desordenada. Mientras, en los animales tratados con cimetidina o fAc observó-se un alargamiento de las glándulas mucosas situadas en la región de regeneración. Detectó-se en estos grupos grandes cantidades de muco adherido à mucosa, confirmado por la técnica de PAS (color púrpura). Los resultados demuestran que fAc reduce las áreas lesadas, y comprueba la actividad cicatrizante de la especie evaluada. Acknowledgements: Apoyo financiero: CNPq 136 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 036 Alkaloids and biological activity of ethanolic extract from Rollinea fendleri Colman.-Saizarbitoria T., Ibarra S., Capputto A. , Pastorello M., Sterm A., Amesty A. Laboratorio de Bioensayos y Productos Naturales, Laboratorio de Modelado Molecular, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela, Caracas, Venezuela. The Annonaceae family have many alkaloids, some of them with cytotoxic, antiprotozoal, antivirus, antibacterial and cardiovascular activities. In this research we report for the first time phitochemistry and biological activities studies of the leaves of Rollinea fendleri. The ethanolic extract was obtained by Soxhlet extraction for 12 hours. Three oxoaphorphine alkaloids were isolated from the extract, using successive chromatography over silica gel. The structures of O-metilmoshatolina, Lysicamine and Liriodenine were established by spectroscopic methods (UV, FT-IR, EM, 1H-RMN y 13C-RMN). Antimicrobial activity (1) of the ethanolic extract was determined against 6 bacterial strains, Gram-positive bacteria (2 species), Gramnegative bacteria (3 species) and fungi (1 specie). The agar disc diffusion test was used to determine the sensitivity of the ethanolic extract, showing activities against Staphylococcus aureus and Bacillus subtilis. Also the ethanolic extract was submitted to evaluation of the antiinflammatory activity in rats, using the pharmacologic models of carrageenin-induced pedal oedema (2). We used 4 groups of male rats: Group I (intraperitoneal; negative control), Group II (oral route; phenylbutazone 80 mg/Kg), Group III and Group IV (oral route; 60 and 80 mg of extract). The inflammation was calculated after 1h and 3h post treatment. The antiinflammatory effect of the ethanol extract of the leaves of Rollinea fendleri has been studied and it was found to be significant when compared to the standard drugs. Acknowledgment: Financial support from CDCH. 06.00.6994-2007. References 1. Tsafack Mbaveng A. et al. (2008), J. Ethnopharmacology, 116, 483. 2. Khalil NM. et al. (2006), Fitoterapia 77, 478. 137 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 037 Hypoglycemic effect and antioxidant activity of the ethanolic extract of Cecropia metensis Colman-Saizarbitoria, T., Osorio, M., Ciangherotti, C., Amesty, A. Laboratorio de Bioensayos y Productos Naturales and Laboratorio de Modelado Molecular. Facultad de Farmacia. Universidad Central de Venezuela. Oxidative stress and oxidative damage to tissues are common end points of chronic diseases such as atherosclerosis, diabetes, and rheumatoid arthritis. Venezuelan popular medicine of the east part of the country has used the Cecropia metensis (Yagrumo) leaves infusion as antidiabetic. The investigation objective was to determine the hypoglycemic effect and the antioxidant activities of the ethanolic extract of C. mentensis. The ethanolic extract (EEY1) was obtain from the leaves after 12 hours extraction on a Sohxlet. The oral acute toxicity of EEY1 was evaluated among male INH mousses (18 -20g) to obtain a DT50 > 250 mg/Kg. pc. Furthermore, the DL50 > 1000ppm was determined via Artemia salina Leach method (1). The EEY1 hypoglycemic effect (2) was analyzed in male rats Sprague-Dawley, by giving a single oral dose for each group that differ in concentration (100mg/Kg, 300mg/Kg, and 1000mg/Kg correspondingly), we noted the highest reduction (37,27%) of the glucose levels with the concentration de 300mg/Kg., after 5 hours post-administration. Glibenclamida (10mg/Kg) was used as reference drug, showing similar activity of the ethanolic extract. The antioxidant activity at room temperature was studied by methods based on 1,1-diphenyl-2-picrylhydrazyl (DPPH ) (3). Kinetics of anti-radical activity showed that the reaction between DPPH and the extract of leaves was rapid and reached the steady state in 2 min. showing K = 583.33±23.57(seg.-1 M-1 ). These results validate the popular practice to use Cecropia metensis leaves infusion as an effective hypoglycemic infusion. We conclude that Cecropia metensis possess both hypoglycemic and antioxidative activities and that their proper use may help decrease the oxidative load in diabetes mellitus. Acknowledgment: Financial support from CDCH. 06.00.6994-2007. References: 1. Meyer B.N. et al (1982) , Planta Med., ;45, 31. 2. Orhan D. et al. (2005), J.f Ethnopharmacology, 98, 95. 3. García-Pérez M., et al. (2008), Food Chemistry, 107, 344. 138 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 038 Componentes volátiles de Galinsoga parviflora (Asteraceae) que crece en los Andes Venezolanos Contreras M.1, Rojas L.1, Carnevali M.1, Arzola J.2, Usubillaga, A.1 Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. 2Jardín de Plantas. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Urb. Campo de Oro. Universidad de Los Andes. Mérida-Venezuela. Email: [email protected] 1 Galinsoga parviflora (Asteraceae) es una hierba de origen americano, conocida comúnmente como albahaca silvestre, se distribuye desde Estados Unidos a Sudamérica. En el presente trabajo se aislaron los componentes volátiles de las hojas (250 g) de G. parviflora por arrastre con vapor de agua utilizando una trampa de Clevenger. Para la separación e identificación de los compuestos se utilizó la GC-MS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0.25 mm, 0.25 µm). Se inyectó una muestra de 1.0 µL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1, a una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes del aceite se realizó mediante comparación computarizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición). Se determinaron los índices de Kováts analizando conjuntamente la muestra con una mezcla de n-alcanos. Un aceite de color amarillo fue obtenido con un rendimiento de 0.001%. Un total de 18 constituyentes fueron identificados siendo los mayoritarios: 1-pentadecano (58.56%), - farneseno (11.17%), 1-octadecano (5.37%) -bisaboleno (4.98%). Referencias 1. Stevens, W. (2001), Flora de Nicaragua Vol. 85, Missouri Botanical Garden Press. St Louis U.S.A. p 1-943. 2. Davies, N. et al. (1990), J. of Chromatography, Vol 503, p 1-24. 139 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 039 Componentes volátiles de la Carramboa littlei Aristeg. (Asteraceae) especie endémica de los Andes Venezolanos Cordero de Rojas Y.1, Rojas L.1, Usubillaga A.1, Gilberto Morillo G.2 Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis. 2Facultad de Ciencias Forestales y Ambientales. Universidad de Los Andes. Urb. Campo de Oro 5101. Mérida-Venezuela. 1 El género Carramboa (familia Asteraceae), perteneciente antiguamente a las Espeletias, fue creado por Cuatrecasas y comprende 7 especies, dentro de las cuales se encuentra la Carramboa littlei Aristeg., endémica de los paramos andinos y perteneciente a la sub-tribu Espeletiinae. A nivel popular la decocción de las hojas y cataplasmas son utilizadas contra el asma y las afecciones pulmonares, debido a sus propiedades sudoríficas, antibronquiales y antigripales. En el presente trabajo se realiza el estudio de los componentes volátiles de la C. littlei. Estos fueron aislados de las hojas frescas, por arrastre con vapor de agua, e identificarlos por GC-MS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0,25 mm, 0,25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 3 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1,0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes del aceite se realizó mediante comparación computerizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición). Se determinaron los índices de Kováts analizando conjuntamente la muestra con una mezcla de n-alcanos. Del análisis de los componentes volátiles se identifico como componentes mayoritarios: germacreno D (50 %) y 19-oxo-ent-kaur-16-ene (21,82 %). Es la primera vez que se reportan los componentes volátiles de esta especie. Referencias 1. Badillo, V.M. (2001). Lista actualizada de las especies de la familia Compuestas (Asteraceae) de Venezuela. Ernstia 11. 140 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 040 Effetti salutistici del vino: analisi e quantificazione di composti stilbenici lungo la filiera produttiva Crosta L., Tolomeo M., Grippi F., Curione A.,Oliveri F.,Gebbia N. Consorzio di Ricerca sul Rischio Biologico in Agricoltura, Via G.Marinuzzi 3, 90129, Palermo, Sicilia Questa ricerca nasce dall'osservazione di uno stretto collegamento nell'uomo, tra moderato consumo di vino rosso e bassa incidenza di malattie cardiovascolari e tumori(1). Per il mercato mondiale, il contenuto di stilbeni (S) è un parametro importante nella valutazione della qualità dei vini. Agli S appartiene il trans-resveratrolo (R), legato al cosiddetto “paradosso francese”, dovuta all’azione anti-aggregante piastrinica, antiinfiammatoria, vasodilatatrice, di modulazione del metabolismo lipidico e di prevenzione dei tumori. Altro S è il piceatannolo (P), o astringinina(2), un antileucemico ed antiossidante, ritenuto la forma attiva di R in differenti sistemi in vitro di cellule tumorali. Vista l’importanza degli S per la salute e la posizione geografica della Sicilia, fattori che potrebbero aumentare la produzione di sostanze salutistiche, il Co.Ri.Bi.A., Consorzio di Ricerca sul Rischio Biologico in Agricoltura e Centro Regionale per la sicurezza dei prodotti agroalimentari, ha svolto un'indagine per valutare il contenuto di R e di altri S. La ricerca è stata effettuata nei vini siciliani valutando l'influenza di fattori agronomici ed ambientali sulla loro produzione. Le analisi sui vini sono state effettuate su cento campioni di vini rossi siciliani e i risultati sui contenuti di S sono stati relazionati alle condizioni pedoclimatiche dei terreni e alle modalità di vinificazione. Le analisi sulle uve sono state effettuate considerando tre vitigni autoctoni siciliani. In una successiva fase, è stato valutato l'andamento delle concentrazioni di S, attraverso diverse filiere produttive vitivinicole siciliane. Si è osservata la variazione nel contenuto di S nelle fasi di produzione del vino stesso. Le ricerche condotte dal Co.Ri.Bi.A. hanno evidenziato la presenza di R e P nei vini e nelle uve rosse siciliane. Da sottolineare che P è uno S mai presente nei prodotti enologici ed in uve di altre regioni. In letteratura, si riporta di uve e di vini non siciliani in cui la biosintesi di P è stata stimolata sperimentalmente mediante radiazioni UV. Inoltre è emerso che il Perricone, vitigno autoctono siciliano, produce vini con elevate quantità di P e R e che nel Nero d'Avola, anch’esso autoctono, sono presenti due interessanti S, ad oggi mai rilevati in uve ed in altri frutti commestibili. Questi dati apportano ai prodotti viticoli ed enologici siciliani un valore aggiunto di tipo salutistico, sottolineando anche la peculiarità della regione siciliana che, per le sue condizioni pedoclimatiche, riesce a dar vita a prodotti agricoli di grande rilievo. La ricerca è stata finanziata dall'Assessorato Agricoltura della Regione Siciliana Bibliografia 1. Gebbia N., Bavaresco L., Fregoni M., Civardi S., Crosta L., Ferrari F., Grippi F., Tolomeo M., Trevisan M. 141 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. P 040 Contenuto di un nuovo stilbene (piceatannolo) in alcuni vini della Sicilia. Vignevini. XXX (5), 87-94. Bavaresco, L. , Fregoni, C., Cantù, E., Trevisan, M., (1999),. Drugs Exptl. Clin. Res. XXV, 57-63. 142 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 041 Antioxidant properties and tyrosinase inhibitory activity of the leaves from Trichilia emetica Vahl. (Meliaceae) D’Angelo V1, , Miano TC1, Perna V1, Mecchio A1, Sanogo R2, Germanò MP1, Pharmaco-Biological Department, School of Pharmacy, University of Messina, SS. Annunziata, 98168 Messina, Italy. 2 Traditional Medicine Department, B.P. 1746, Bamako, Mali, Africa 1 Trichilia emetica Vahl. (Meliaceae) is a tree commonly used in folk medicine of Mali for the treatment of various diseases. The leaves are used in the form of decoction for the cure of scabies, malaria, wounds, hypertension, burns, intestinal parasites, cutaneous infections, rheumatism and lumbago. The complement fixation ability of the polysaccharides from Trichilia emetica leaves has been reported [1]. In addition, the antitrypanosomal activity in vitro has been also described [2]. In this study, an extract (methanol:10% acetic acid, 85:15) from Trichilia emetica leaves with a high total phenolic content, expressed as gallic acid equivalents (GAE) (203.48 mg/g of extract), has been evaluated for its antioxidant properties in vitro [3, 4]. Results showed antiradical activity against 2,2-diphenyl-1-picrylhydrazyl (DPPH) (IC50 = 50.68 µg/ml) and inhibitory effects on methyl linoleate (MeLo) autooxidation (IC50 = 3.97. µg/ml). Moreover, the extract has been found to inhibit the oxidation of L-3,4dihydroxyphenylalanine (L-DOPA), catalyzed by mushroom tyrosinase [5] with an IC50 of 7.58 µg/ml, using kojic acid as reference standard (IC50 of 1.56 µg/ml). Results suggest the presence in the extract from Trichilia emetica leaves of active constituents with high potential to be further developed into effective antioxidant, antibrowning and depigmenting agents. References 1. Diallo, D. et al. (2003), J. Ethnophamacol., 84, 279-287 2. Hoet, S. et al. (2004), J. Ethnopharmacol., 91, 37-42 3. Ohinishi, M. et al. (1994), Phytochem., 36, 579-583 4. Davalos, A. et al. (2003), J. Agric. Food Chem., 51, 2512-2519 5. Masamoto, Y. et al. (2003), Biosci. Biotecnol. Biochem., 67,631-634 143 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 042 Chemical profile of Astronium graveolens by ESI-IT-MS/MS Viviane C. da Silva1, Clenilson M. Rodrigues1, Veridiana V. de Rosso2, Adriana Z. Mercadante2, Lourdes C. dos Santos1, Alba R. M. Souza Brito3 and Wagner Vilegas1 UNESP, São Paulo State University, Institute of Chemistry, CP 355, CEP 14800-900, Araraquara, SP, Brazil; 2UNICAMP, State University of Campinas, Faculty of Food Engineering, CP 6121, CEP 13083862, Campinas, SP, Brazil; UNICAMP, State University of Campinas, Institute of Biology, CP 6109, CEP 13083-970, Campinas, SP, Brazil. 1 Brazilian medicinal plants have proved to be a rich source of compounds that might be useful for the development of new pharmaceutical agents. The genus Astronium (Anacardiaceae) comprises nearly 34 species. It is the typical genus occurring at savannas existing in the north and north-east of Brazil. The species A. urundeuva, known as ‘aroeira’, A. fraxinifolium (‘gonçalo-alves’) and A. graveolens (‘guaritá’) are used in the folk medicine to treat allergy, inflammation, diarrhoea and ulcer [1]. It has been shown that the secondary metabolites are key-compounds that may be correlated to the pharmacological activities observed [2]. In order to obtain qualitative information about of chemical composition, hydroalcoholic extracts from leaves and stems of Astronium graveolens were directly injected into a BrukerDaltonics Ion-Trap-ESI equipment. Results showed that A. graveolens contain a complex mixture of polyphenols consisting mainly of gallic acid derivatives (gallotannins) and flavonoids: gallic acid, methyl and ethyl gallates, mono- to hexagalloyl-glucose, HHDP-glucose, galloyl-HHDP-glucose, caffeoylglucose, galloylquinic acid, chlorogenic acid, quercetin-3-O-rhamnoside, myricetin-3-Orhamnoside, myricetin-3-O-hexoside, quercetin-3-O-pentoside, myricetin-3-O-(Ogalloyl)-rhamnoside and quercetin-3-O-(O-galloyl)-rhamnoside. Thus, ESI-ITMS/MS using direct flow injection of the hydroalcoholic extracts from Astronium graveolens provided a fingerprint of the content of the secondary metabolites present, without the need of preparative chromatographic separation. Acknowledgements: FAPESP (Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo). References 1. Viana, G. S. B. et al. (1997), Phytother. Res., 11, 118. 2. De Bruyne, T. et al. (1999), Biochem. Syst. Ecol., 27, 445. 144 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 043 Phytochemical and pharmacological evaluation of mangrove bark: assay in ulcer model de-Faria, F.M.1, da-Silva, M.A.3, Barbastefano, V.2, Luiz-Ferreira, A.2, Almeida, A.C.A.2, Takayama, C.2, Silva, M.S. 2, Dunder, R.J.2, Vilegas, W.3, Souza-Brito, A.R.M.2 Departamento de Farmacologia, Faculdade de Ciências Médicas, UNICAMP, Campinas/SP, Brasil; Departamento de Fisiologia e Biofísica, Instituto de Biologia, UNICAMP, Campinas/SP, Brasil; 3Departamento de Química Orgânica, Instituto de Químicas, UNESP, Araraquara/SP, Brasil. 1 2 Proanthocyanidin (PA), which belongs to the condensed tannin class, has been previously reported to their protective and preventive effects against vascular injury, gastric ulcers, lipid metabolism and oxidative stress [1]. Rhizophora mangle L. bark, a rich source for these compounds, is widely used for medicinal purposes among Caribean countries [2]. The preventive anti-ulcer effect of three different polarities fractions, aqueous (AqF), ethyl acetate (AcF) and buthanolic (BuF), was accessed in absolute ethanol-induced gastric ulcer model in the doses of 100, 50, 25, 12.5, 6.25, 3, 1.5 and 0.5 mg.Kg-1, except AqF which was tested up to the 6.25 mg.Kg-1 dose. Major compounds were identified through thin layer chromatography (TLC) method. AcF and BuF prevented gastric mucosa damage significatively in all doses, while AqF showed significative values only at the doses of 100 and 12.5 mg.Kg-1. Catechins (Ca), a PA monomer, were detected by TLC in all fractions. Ca´s high antioxidant properties and anti-ulcer activity [3], previously described in scientific literature, corroborate our results. Acknowledgements: FAPESP, EMBRAPORT References 1. Iwasaki, Y. et al. 2004, J Gastroenterol, 39, 831-837 2. Berenguer, B. et al. 2006, J Ethnopharmcol, 103, 194-200 3. Moridani, M.Y. et al. 2001, Chem ResToxicon, 14, 841-848 145 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 044 Estudio comparativo de la actividad analgésica de los extractos acuosos de Cestrum nocturnum L y Cestrum buxifolium Kunth en un modelo murino de dolor visceral De Jesus Sara1, Orsini Giovannina2, Raddatz Maria3, Ciangherotti Carlos1. Unidad de Cultivo Celular, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela, Caracas, Venezuela. 2 Herbario Ovalles Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela, Caracas, Venezuela. 3 Unidad de Biología Molecular, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela, Caracas, Venezuela. 1 El Cestrum nocturnum L y el Cestrum buxifolium Kunth son plantas tóxicas pertenecientes a la familia Solanaceae, distribuidas en varias regiones de Venezuela. El C. nocturnum L. es conocido por sus propiedades antiinflamatorias, antiepilépticas, antibacterianas y antineoplásicas, mientras que el C. buxifoluim Kunth ha sido evaluado recientemente en nuestro laboratorio, mostrando una potente actividad analgésica y antiinflamatoria. En este trabajo nos propusimos evaluar y comparar la actividad analgésica de los extractos acuosos de estas dos especies, en el sentido de contribuir con la caracterización farmacológica del genero Cestrum. Para ello se utilizó el método de Koster, que consiste en determinar el número de contorsiones abdominales en ratones luego de la inyección intraperitoneal de ácido acético al 0,6%. Los animales recibieron los siguientes tratamientos: NaCl al 0,9% (control), 23 mg/kg de extracto de C. nocturnum L., 23 mg/kg de extracto de C. buxifolium Kunth, 100 mg/kg de ácido acetilsalicílico (analgésico no esteroideo de referencia), 3 mg/kg de sulfáto de morfina (analgésico opioide de referencia); 30 minutos antes de la aplicación del estimulo doloroso. Seguidamente se observaron y cuantificaron las contorsiones presentadas por los animales en un período de 20 minutos. Ambas especies produjeron un efecto analgésico comparable a los analgésicos de referencia, siendo más potente el extracto acuoso de C. buxifolium Kunth. Estos resultados revelan evidencia de la actividad analgésica como un efecto biológico común de estas especies y abren la posibilidad de encontrar nuevos y potentes compuestos analgésicos dentro del genero Cestrum. 146 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 045 Coumarins from Pteurocaulon alopecuroides Lamarck inhibit nitric oxide generation in human lung epithelial Calu3 cells Andrew Purcell1, Cristiane Silva Silveira2, Maria Auxiliadora Coelho Kaplan2, Marek Radomski1 and Fabio de Sousa Menezes1 1School of Pharmacy and Pharmaceutical Sciences, Trinity College Dublin, Dublin 2, Ireland; 2Nucleo de Pesquisas de Produtos Naturais, Universidade Federal do Rio de Janeiro, Rio de Janeiro, Brazil. Pterocaulon alopecuroides Lamarck belong to the family Asteraceae. Aerial parts of this plant have been collected in Rio de Janeiro state, Brazil, in 2005. Several pharmacological activities have been studied for the genus Pterocaulon, including tumour inhibition and anti-proliferate activity on leukaemia cell line U-937. From the crude ethyl acetate extract of the aerial parts of this plant, two coumarins have been isolated and identified by NMR techniques, 5-(2’,3’-hidroxy-3’-methylbutiloxy)-6,7methylenedioxycoumarin (I) and 7-(2’,3’-hidroxy-3’-methylbutiloxy)6methoxycoumarin (II). We have studied the effects of these compounds on the release of nitric oxide (NO) in human lung epithelial Calu-3 cells. The two coumarins have been dissolved in DMSO (1 and 10nM each) and incubated for 24 hours with Calu3 cells. Control experiments were performed with DMSO (using 1.2 or 12μL). The release of NO was measured using electrochemical sensor (Apollo 4000, WPI). The incubation of Calu-3 cells with DMSO led to increased generation of NO (5.0 ± 0.8μM, n=3), an effect inhibited by coumarins (3.0 ± 0.5μM, n=3 for coumarin I and 3.4± 0.4μM, n=3 for coumarin II). It wasn’t observed difference between the two concentrations of the coumarins used in this study. The results show that coumarins from Pteurocaulon alopecuroides reduce generation of NO in Calu-3 cells. The pharmacological significance of these results remains to be studied. Acknowledgments: CNPq and SFI for fellowship and financial support. 147 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 046 Effects of two essential oils of Calycolpus moritzianus (O. Berg) (Myrtaceae) against Aedes aegypti (Diptera: Culicidae) larvae Teresa Diaz1, Flor D. Mora1, Jorge L. Avila2, Luis B. Rojas3, Alfredo Usubillaga3 and Samuel Segnini4 Departamento de Farmacognosia y Medicamentos Orgánicos, Facultad de Farmacia 2 Grupo de Química Ecológica, Facultad de Ciencias, 3Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia 4Laboratorio de Ecología de Insectos, Facultad de Ciencias. Universidad de Los Andes, Mérida, 5101, Venezuela. 1 Calycolpus moritzianus (O. Berg) Burret Vaught (syn Psidiopsis moritziana O. Berg and Psidium caudatum McVaugh), known in Venezuela as “cinaro”, is one of the nine species of Calycolpus genus (Myrtaceae) [1]. Previous studies on the essential oil of the leaves of this plant collected in Venezuela showed three main constituents: trans- -cariophylene (21.9 %); -pinene (10.9 %) and viridiflorol (9.7 %) [2]. A mixture of fruits and flowers of C. moritzianus collected on March 2008 at La Pedregosa, Mérida state, Venezuela, were hydrodistilled [3] yielding 0.8 % of essential oil. Analysis by GC-MS allowed the identification of 25 compounds which made up 95% of the oil [4]. The three major constituents were -caryophyllene (18.0 %), -pinene (17.2 %) and limonene (14.3 %). The essential oils from the leaves as well as the oil from the fruits and flowers were evaluated for activity against thirdinstar larvae of Aedes aegypti mosquitoes [5]. The mortality was observed after 24 h. The LC50 value was 48±3.4 ppm for the leaves oil and 44.5±4.3 for the fruits and flowers oil. Acknowledgements: The authors would like to thank FONACIT (Fondo Nacional de Ciencia y Tecnología), Ministerio de Ciencia y Tecnología, Caracas, Venezuela (project Nº F-2000001633). References 1. Lista de Trabajo para el Nuevo Catálogo de la Flora de Venezuela. (1998). Fundación Instituto Botánico de Venezuela. Caracas. 2. Diaz, T., et al., (2008) Nat Prod Comm in press 3. Rojas L. et al., (1999). Phytochemistry 52:1483-84. 4. Adams, R.P., (1995) Identification of Essential Oil Components by Gas Chromatography/Mass Spectroscopy. Allured Publishing, Carol Stream, IL. 5. WHO 1981a. Instructions for Determining the Susceptibility or Resistance of MosquitoLarvae to Insecticides. WHO/VBC/81.807, World Health Organization, Geneva. 148 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 047 Composición química y actividad antibacteriana del aceite esencial de Coleus amboinicus Lour., contra patógenos entéricos Judith Velasco1, Luís B. Rojas2*, Tulia Díaz3 y Alfredo Usubillaga1 1Departamento de Microbiología y Parasitología, 2 Instituto de Investigación. 3Departamento de Bioanálisis Clínico, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de los Andes, Mérida - Venezuela. 5101. E-mail: [email protected] Coleus amboinicis Lour., (Labiatae), es una planta aromática conocida popularmente como “Oreganón”. Está ampliamente distribuida en Venezuela, se usa en la medicina tradicional para el tratamiento de desordenes del tracto renal e infecciones del tracto urinario, así como en problemas digestivos1. De acuerdo al Jardín Botánico de Missouri, Plectranthus amboinicus es sinónimo de C. amboinicus. En un estudio fitoquímico del género reportaron monoterpenos, sesquiterpenos, diterpenos y compuestos fenólicos1. Otros investigadores aislaron ácidos triterpenicos, flavones, flavonona y flovononol de las hojas de C. amboinicus 2,3. Considerando la información etnobotánica de C.amboinicus se analizó la composición química de su aceite esencial y la actividad antibacteriana contra 27 aislados de pacientes con enfermedad diarreica aguda (EDA) y 6 cepas de referencia. Las partes aéreas de C. amboinicus, fueron colectadas en el Jardín de plantas medicinales de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Las hojas frescas (1 kg) finamente cortadas, se sometieron a hidrodestilación durante 3 horas usando una trampa de Clevenger. El aceite obtenido (0.05%), fue analizado por cromatografía de gases acoplada a espectrometría de masas (GC/MS), en un equipo HP GC-MS system, modelo 5973. Se identificaron 15 compuestos, siendo el carvacrol (65.2%) el mayoritario. La actividad antibacteriana realizada por el método de difusión en agar4, mostró actividad contra todos los patógenos entéricos de origen clínico ensayados (Salmonella sp., Shigella sp., E. coli diarreogénicas y Vibrio sp.) y contra 5 cepas de referencia (Staphylococcus aureus ATCC 6538, Enterococcus faecalis ATCC 29212, Escherichia coli ATCC 25922, Klebsiella pneumoniae ATCC 23357, Salmonella typhi CDC 57), con valores de Concentración Inhibitoria Mínima (CIM)5 de 10 µg/ml y de 10 a 30 µg/ml, respectivamente. Este es el primer estudio sobre actividad antibacteriana del aceite esencial de C. amboinicus contra patógenos entéricos. Agradecimientos: Al Fondo Nacional de Ciencia y Tecnología (FONACIT), al Ministerio de Ciencia y Tecnología, Caracas, Venezuela (Proyecto F-2000001633) y al CCDHT-ULA-Mérida (Proyecto FA-380-06-03-A), a las Licenciada en Bioanálisis Ana Aparicio, Emma Araujo y María Eugenia Nieves por donar las cepas de origen clínico. Referencias 1. Luckoba C. y col. (2006), J. Etnopharmacol., 103, 112-24. 2. Brieskorn, C. and Riedel, W. (1977), Planta Med. 31, 308-310. 3. Brieskorn, C. and Riedel, W. (1977), Archiv. Pharm 310, 910-916. 4. Rondón, M. y col. (2005), Rev. Latinoamer. Quim. 33, 55-59. 149 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 5. P 047 Performance standars for antimicrobial susceptibility testing; Eighteenth informational supplement (2008). CLSI document M100-S18 [ISBN 1-56238-653-0]. Clinical and Laboratory Standars Institute, 940 West Valley Road, Suite 1400, Wayne, Pennsylvania 19087-1898 USA. 150 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 048 Actividad antiinfluenza de un nuevo cianoglicosido de Codiaeum variegatum Jorge Eduardo Forero 1, Liliana Avila 3, Natalia Taborda1, Paula Tabares 3, Albeiro López 2, Fernando Torres 3, Winston Quiñones 3, María A. Bucio 4, Yolanda MoraPérez 4, María Teresa Rugeles1, Pedro Joseph-Nathan 4, Fernando Echeverri 3,* Grupo de Inmunovirología, Sede de Investigaciones Universitarias, Universidad de Antioquia, Medellín, Colombia, 2Grupo Biogem, Facultad de Ciencias Agropecuarias, Universidad Nacional Medellín Colombia, 3Grupo de Química Orgánica de Productos Naturales; Sede de Investigaciones Universitarias, Universidad de Antioquia, PO Box 1226 Medellín, Colombia , 4Departamento de Química, Centro de Investigación y de Estudios Avanzados del Instituto Politécnico Nacional, México, D.F., México. 1 En un estudio bioguiado para buscar sustancias antivirales de plantas de la familia Euphorbiaceae se aisló de Codiaeum variegatum un solido cristalino, cuya estructura se asigno a un nuevo cianoglicosido con base en sus espectros de RMN 1D y 2D, EM y Difracción de Rayos X y cuya biosíntesis parece involucrar valina. Este compuesto tiene efectos sobre el virus de la influenza sin afectar sus propiedades hemoaglutinantes. Es la primera vez que se reporta esta actividad en esta clase de sustancias, que además en primera instancia, no parece implicar riesgos por el impedimento para liberar cianuro, que es la parte tóxica de la molécula. H H OH OH 3 2' O 1' 4 1 OH OH O 2 N 4' 3' 6' 5' H Agradecimientos. COLCIENCIAS (Colombia) y Programa Alfa EULADIV (EU). Referencias 1. Bagalkotkar, G., Sagineedu, S.R., Saad, M.S., Stanslas, J. (2006). J. Pharm. Pharmacol. 58, 15591570. 2. Brooks, M.J., Sasadeusz, J.J., Tannock, G.A., (2004). Curr. Opin. Pulm. Med. 10, 197-203 3. Cheng, H.Y., Lin, T.C., Yang, C.M., Wang, K.C., Lin, L.T., Lin, C.C. (2004). J. Antimicrob. Chemother. 53, 577-583. 4. Cos, P., Vlietinck, A.J., Berghe, D.V., Maes, L. (2006). J Ethnopharmacol. 106, 290-302. 5. De Clercq, E. (2006). Nature Rev. Drug. Discov. 5, 1015-1025. 151 P 049 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Actividad antimicobacteriana de Virola flexuosa, V. calophylla, V. carinata y Dugandiodendron yarumalense Eduard Baquero1, Winston Quiñones1, Wellman Ribon2, Fernando Echeverri1* 1Grupo Química Orgánica de Productos Naturales, Universidad de Antioquia, Medellín-Colombia; 2 Grupo de Micobacterias, Instituto Nacional de Salud, Bogotá-Colombia La aparición de cepas resistentes y multiresistentes a los agentes antituberculosos, son una amenaza para la progresión de la tuberculosis hacia una pandemia global, la cual actualmente afecta alrededor de un tercio de la población mundial. Esta problemática hace necesaria la búsqueda de nuevas sustancias antimicobacterianas a partir de diversas fuentes, dentro de las cuales las plantas de las familias Myristicaceae y Lauraceae, son de interés por sus actividades antimicrobianas y diversidad química. Mediante el uso de técnicas cromatográficas y de RMN, y bioensayos colorimétricos con MTT (TEMA), se obtuvieron fracciones de los extractos etanólicos de hojas de V. flexuosa y D. yarumalense y corteza de V. calophylla con efecto inhibitorio ≥90% frente a M. tuberculosis H37Rv. De las seis sustancias aisladas de V. flexuosa, se encontró que el lignano etoxicubebina y la flavona titonina (CMI 27 y 33 g/ml, respectivamente) presentaron las mayores potenciales inhibitorios. Estos hallazgos permiten reafirmar a los bosques tropicales como reservorios de sustancias con uso potencial en el entendimiento de la biología del bacilo y para el tratamiento de la tuberculosis. OCH2CH3 OCH3 O O H3CO O O OH O Titonina O O etoxicubebina Agradecimientos: COLCIENCIAS (Colombia) y Programa Alfa EULADIV (EU). References 1. WHO, (2007) b. Fact sheet N°104: Tuberculosis. World Health Organization http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs104/en/index.html. 2. Clark, M., El-Feraly, F. and Li, W., (1981). Journal of Pharmaceutical sciences 70, 951-952. 3. Martinez, J.C., (2000). Phytochemistry 55, 505 – 511. 4. Porras T. B. et al. (2005).Biomédica; 25: 22-33. 152 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 050 Physical and sensory evaluation of a non gluten cake formulated with Agaricus brasiliensis mushroom Bassan J.C., Bueno M., Ferreira G.A.O., Escouto L.F.S. Faculdade de Tecnologia “Estudante Rafael Almeida Camarinha” – Curso de Tecnologia em Alimentos – Fatec – Av. Castro Alves 62, 17506-000 – Marília - SP / Brasil; [email protected] Celiac disease is defined as an inflammatory enteropathy caused by gluten hipersensibility. It is estimated that approximately 1:100 or 1:300 people around the world are affected by such disease, whose treatment is based on a correct diet in which is prohibited the consumption of products containing weath, oats, barley and rye. Many researches are being developed to substitute such cereals and to supply the lack of non gluten products in the market. Considering its high, but still little explored, nutritional and sensory characteristics, the inclusion of the mushroom A.brasiliensis as an ingredient is an excellent option for celiac cookery. This study was performed to verify the acceptability of a non gluten cake, sort of sponge cake, prepared with the mushroom Agaricus brasiliensis. The product was submitted to physical and sensory evaluation. The physical indicators were: roasted bake (g), volume (cm3), specific volume (cm3/g), density (g/cm3), cooking loss (g) and conversion index. Sensory analysis indicators were: colour, smell, flavour and texture. The acceptability index was expressed in percentage. The results were evaluated by ANOVA and the averages were compared using Tukey test. Related indicators presented a significant difference in level of 1%. 239 tasters evaluated the product and 94,97% out of these were students, 76,56% between 16 and 26 years old and 64,44% women. In hedonic scale, the sum of all 7, 8 and 9 results led to an acceptance of 82,20%. More than 79% would buy the cake. Among all the tasters, 61,50% did not know the mushroom and only 38,49% showed some knowledge about it. According to these data, the non gluten cake using the mushroom A. brasiliensis was accepted, with an acceptability index of 83,22%, in a group mainly represented by young people, students and women. 153 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 051 Habits of consumption of UHT milk after chemical frauds in Brasil: a matter of education Pardo R.B., Matioli L., Osaka D.M., Nagai L., Simoni A.G., Thomaz A.G., Rocha E.P., Meneguim G.A.O., Guimarães P.H.L.C., Murari C.S., Omura M.H., Paris A., Escouto L.F.S. Faculdade de Tecnologia (FATEC) – Curso de Tecnologia em Alimentos – Av. Castro Alves, 62. CEP: 15.006-000 – Marília/SP – Brasil; [email protected] In October - 2007, in Minas Gerais State/Brasil, a scandal involved the inclusion of peroxide, sodium hydroxide and sodium citrate to enhance the low quality of milk used to produce UHT milk. Considering that the occurrence of such chemical frauds would cause an abrupt and intense reduction of milk consumption, particularly UHT milk, the present study was performed in Marília-SP/Brasil. In order to verify modifications in habits of consumption and criteria of choice of UHT milk after the facts, 86 questionnaires were applied to consumers in eight supermarkets of the city. The results showed that 84,88% of all interviewed consumed UHT milk daily. Among these only 3 (3,49%) changed, temporarily, this for another kind (pasteurized, powdered or raw) and 76 (88,37%) continued buying it. Out of these 76 consumers, 89,47% maintained old criteria to choose UHT milk: price (33,82%), quality (30,88%), practicability (7,35%), the three at the same time (25%), habit (1,47%) or brand (1,47%). Among 37 people that included quality to select the milk: 24,32% did not know how to define it; 27,03% associated quality to good sensory characteristics; 8,11% told that brand defines quality; 13,51% answered that quality is a product of high nutritional value; and 27,03% offered no definition. Among the 8 (10,53%) consumers that adopted new criteria: 62,5% decided avoid the brand involved in the frauds and 37,5% started observing packing conditions and period of validity. Out of 86 UHT milk consumers: 6,98% condemned it as a cause of any health disturb; 80,23% denied knowing the definition of UHT; and among 19,77% that tried to define it, 100% were completely wrong. UHT milk consumers in MaríliaSP/Brasil maintain habits of consumption and criteria of choice based on misinformation and thus accept, without any reply, a product that lacks quality and/or safety. 154 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 052 Cytotoxic triterpenes from Lepechinia speciosa (A. St. Hill) (Lamiaceae) Esteves, P. F. 1,2, Menezes, F. S. 1,3 1 Laboratório de Estudo Químico de Espécies de Lamiifloreae (LAQUEL), Centro de Ciências e da Saúde Bloco A-2º andar- Sala 04, Cidade Universitária, Ilha do Fundão, Universidade Federal do Rio de Janeiro, CEP: 21941-590, Brazil. 2 Programa de Pós-graduação em Biotecnologia Vegetal, Centro de Ciências e da Saúde Bloco K-2º andar- Sala 032, Cidade Universitária, Ilha do Fundão, Universidade Federal do Rio de Janeiro, CEP: 21941-590, Brazil. 3 School of Pharmacy, Trinity College Dublin, University of Dublin-Dublin 2-Ireland. Studies indicate that extracts or substances isolated from plants have a potent cytotoxic activity and species of Lamiaceae family show this activity [1,2,3,4]. The Lepechinia genus (Lamiaceae) is source mainly of tricyclic diterpenes, flavonoids and pentacyclic triterpenes [5,6,7]. Triterpenes are potent anti-inflammatory, analgesic, antitumor and others [8], while diterpenes possess cytotoxic effect [9]. As the literature does not report study with Lepechinia speciosa, we analyzed the cytotoxic effect and investigated the chemistry composition of bioactive fraction. Cytotoxic activity was tested on rat basophilic leukemia cell using lactate dehydrogenase released method. All fractions were dissolved in DMSO at 10mg/ml and diluted to concentration of 100mcg/ml. The absorbance of the samples was measured at 490nm using an ELISA reader. The test was performed in triplicate. The results were measured in percentage and compared against a positive control, Triton X-100 2% solution, and a cytotoxic standard, Terfenadine (100mM). The bioactive fraction was dissolved in CHCl3, treated with Na2CO3 5% and filtered. The aqueous fraction was treated with concentrated HCl and extracted with CHCl3. The chloroformic fraction was treated with ethereal CH2N2. The identification of compounds was realized by gas chromatography coupled to mass spectroscopy. All the fractions tested showed cytotoxic effect and were upper than Terfenadine (66.43%). But the strong cytotoxic effect was observed in ethyl acetate and dichloromethane fractions (94.5 and 91.2%, respectively). Chemical investigation of the bioactive dichloromethane fraction led to the characterisation of a mixture of ester of fatty acids (Palmitic acid methyl ester) and acid triterpenes (Oleanolic acid methyl ester and Ursolic acid methyl ester). The presence of acid triterpenes are common in Lepechinia genus, however is the first time that the occurrence of ester of fatty acids in this genus is reported. Acknowledgements: CNPq References 1. Rasikari, H.L. et al. (2005) Phytochemistry, 66, 2844. 2. Mosaddik, M. A. et al. (2003), Phytomedicine, 10, 682. 3. Karioti, A. et al. (2007), Phytochemistry, 68, 1587. 4. Paduch, R. et al. (2007), Journal of Ethnopharmacol., 110, 69. 5. Delgado, G. et al. (1994), Phytochemistry, 37, 1119. 6. Silva, M. (1968), Journal of Pharm. Sciences, 57, 864. 155 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 7. 8. 9. P 052 Bruno, M. et al. (1991), Phytochemistry, 30, 2339. Sun, H. et al. (2006), Botanical Studies 47, 339. Jonathan, L. T. et al. (1989), Journal of Ethnopharmacol., 31, 43. 156 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 053 Analgesic activity of the Litchi chinensis seeds Fernández-Zurita R.G.1, Ortiz-Moreno A.1, Chamorro-Cevallos G.1, HernándezNavarro Ma. D.2, Vázquez-Sánchez J.1, Sánchez-Frías I.R.1 Escuela Nacional de Ciencias Biológicas, IPN. Prolongación Carpio y Plan de Ayala S/N, C. P. 11340, Cd. de México. D.F., México. Tel. Fax. (55) 57 29 60 00 ext. 62359, e-mail: [email protected], [email protected]; 2 Facultad de Química. UAEM. Paseo Colón esq. Paseo Tollocan. C.P. 50180. Toluca, Estado de México, México. Tel. Fax. (01722) 217 38 90 ext. 130 1 In the Chinese traditional medicine, seeds, leafs, pericarp and Litchi chinensis pulp have been used as a mixture or infusion. Particularly the seed has used because of the belief it possesses strong analgesic power, which turns it into an alternative. The aim of this investigation was to asses the analgesic activity of raw litchi seeds. To achieve this, male mice were randomly divided into 5 groups consisting 7 animals each, administered orally isotonic saline solution (Group 1: Control); indomethacine at 10mg/kg (Group 2); raw Litchi chinensis seed at 100, 200 and 400 mg/kg respectively (Groups 3, 4 and 5). Hot plate technique was used to determine the analgesic activity. After 30 minutes of latency, animals were placed individually in the hot plate at 55 + 0.1ºC and time of response to the stimuli in seconds was taken. The seed at 100mg/kg showed analgesic activity in a period of 1 to 5 hours compared to Indomethacine (p=0.022, p=0.022, p=0.009, respectively), and also the seed at 200mg/kg overcame the analgesia Indomethacine as well, at 3 hours of experimentation (p=0.044). The results indicate that Litchi chinensis seed exerted central analgesic activity; it is suggested to realize peripheral analgesic assessment to corroborate this results. Acknowledgments: Instituto Politécnico Nacional, Consejo Nacional de Ciencia y Tecnología. 157 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 054 Efecto hipoglucemiante de las hojas de Neem (Azadirachta indica) en un modelo de diabetes en ratón Olvera-García, O. 1, Arcos-Guerrero, B.Y. 1, Barrera, H.J.M. 2, Chanona-Pérez J.J. 3, Peralta-Cruz, J. 4, Mendoza-Pérez, J. 5, Herrera Bucio, R. 6, Morán López, G. 6, Fregoso-Aguilar, T.1 1Depto. de Fisiología.2Depto. de Ecología Vegetal. 3Depto. de Ing. Alimentos. 4Depto. de Química Orgánica. 1,2,3,4Escuela Nacional de Ciencias Biológicas-IPN. Prol. Carpio y Plan de Ayala, México, D.F. 11340. 5Instituto de Ciencias de la Salud-Universidad Autónoma del Estado de Hidalgo. 6Instituto de Investigaciones Químico Biológicas-Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo en Morelia, Michoacán. INTRODUCCIÓN. El árbol de Neem (Azadirachta indica) pertenece a la familia Meliácea y es nativo de la India. En México, se tiene reportada su presencia desde 1982 en varios estados del país. El uso terapéutico de la especie, se ha limitado a herbolaria y fitoterapias locales de conocimiento popular.1 OBJETIVO. Estudiar la actividad hipoglucémica y antioxidante de dos compuestos naturales (Nimbim y Nimbidina), en las hojas Neem en un modelo de diabetes tipo I en ratón. METODOLOGÍA. Se prepararon infusiones en agua y extractos alcohólicos de hojas de Neem siguiendo el método experimental de Chattopadhyay et al.2 Se separaron 5 fracciones del extracto alcohólico mediante CCF, las cuales se purificaron mediante HPLC. Se indujo diabetes con STZ (120mg/kg) en ratones machos cepa NIH. Se formaron 5 grupos (n = 10) experimentales a los cuales se les administró uno de los siguientes tratamientos: (1) control absoluto (normoglucémico); (2) Control diabético (3) diabéticos + tolbutamida vía oral; (4) diabéticos + infusión de Neem (12 %) y (5) diabéticos + extracto de Neem (10 %) Las mediciones de glucosa sanguínea se realizaron semanalmente. Los hígados de los animales fueron aislados para realizar estudios de morfología y conteo de núcleos mediante el procesamiento fractal de imágenes. RESULTADOS Y DISCUSIÓN. En las fracciones obtenidas se identificaron las moléculas de nimbin y nimbidine. La infusión tendió a disminuir los niveles de glucosa y el extracto (10% m/v) presentó efecto hipoglucemiante pero no llevó a los ratones a un estado normoglucemico. El estudio mediante análisis de imágenes indica que los ratones con tratamiento incrementaron en el número de núcleos con respecto a los ratones diabéticos. CONCLUSIÓN. Los resultados preliminares dejan abierta la posibilidad de utilizar el extracto de hoja del árbol Azadirachta Indica (Neem) como un coadyuvante al tratamiento farmacológico para la diabetes en México. Referencias. 1. Moreno M. I. (2004) IAAS-World, 1:4-6. 158 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. P 054 Chattopadhyay, R. R.; Bandyopadhyay, M. (2005) African Journal of Biomedical Research, 8:101– 104. 159 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 055 Attività antiproliferativa di differenti estratti di Iris pseudopumila Tineo su linee cellulari tumorali umane Filomena Conforti1, Carmen Formisano2, Daniela Rigano2, Francesco Menichini1, Felice Senatore2 Department of Pharmaceutical Sciences, University of Calabria; via Pietro Bucci, I-87036 Rende (CS), Italy; 2 Department of Chemistry of Natural Products, University of Naples “Federico II”, via D. Montesano 49-80131 Naples, Italy 1 Il genere Iris comprende più di 300 specie ed ibridi ed è il genere più vasto della famiglia delle Iridaceae. L’utilizzo delle parti sotterranee di diverse specie di Iris è da tempo noto nella medicina tradizionale europea: i rizomi di I. germanica L., I. florentina L. o I. pallida Lam., infatti, complessivamente noti come Rhizoma iridis, hanno goduto di una grossa popolarità grazie alle loro riconosciute proprietà catartiche, diuretiche, stimolanti ed espettoranti [1]. Iris pseudopumila Tineo e’ una specie endemica dell’Italia meridionale, dove cresce spontaneamente come pianta ornamentale. Può essere gialla o violetta, e si trova soprattutto nei terreni sassosi e poco profondi. Dai rizomi e dai fiori di questa specie sono stati recentemente isolati diversi flavonoidi e isoflavonoidi, alcuni dei quali hanno mostrato attività antiossidante e antibatterica [2]. Allo scopo di approfondire lo studio dell’attività biologica della specie in esame, in questa comunicazione riportiamo lo studio dell’attività citotossica di vari estratti di I. pseudopumila su tre differenti linee cellulari tumorali umane (MCF-7, ACHN e C32). L’attività citotossica è stata condotta usando il saggio SRB sviluppato dal National Cancer Institute [3]. L’estratto cloroformico dei rizomi ha dimostrato la più alta attività citotossica contro la linea cellulare C32 (melanoma melanotico) con un valore di IC50 di 57 μg/ml. References 1. Steinegger, E. et al. (1988), Lehrbuch der Pharmakognosie und Phytopharmazie 4 Ed. SpringerVerlag, p. 252. 2. Rigano, D. et al. (2007), Planta Med., 73, 93. 3. Rubinstein, L. V., et al. (1990), J. National Canc. Institute, 82, 1113. 160 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 056 Preventive administration of Opuntia ficus-indica (L.) Mill. fruit juice reduces UV radiation damage in hairless rat Galati EM1, Pergolizzi S2, Monforte MT1, Contartese G1, Lanuzza F3 , Tripodo MM4 Dipartimento Farmaco-Biologico - Università di Messina, Vill. SS Annunziata, 98168 Messina, Italy; Dip. di Scienze degli Alim. e dell’Amb. - Università di Messina, Salita Sperone 31, 98166 Messina, Italy; 3 Dip. RIAM Università di Messina, Piazza S. Pugliatti, 98122 Messina, Italy; 4 Dip. di Chimica Organica e Biologica- Università di Messina, Salita Sperone 31, 98166 Messina, Italy 1 2 Opuntia ficus indica (L.) Mill. is a native species of Central America. It is widespread also in the Mediterranean area, where is cultivated for various aims. In Sicily it is cultivated mainly for its sweet fruits, nutritionally interesting for their content of nutraceutics. For a long time, the authors studied biological activities of mucilage and pectin extracted from cladodes of Opuntia ficus-indica, cultivated in specialized areas in Sicily (1, 2). Other papers of the same authors reported the fruit juice antioxidant, antiulcer and hepatoprotective activities in rat (3, 4). In this work the authors investigate about the protective effect from UV radiation damage in hairless rats, by a preventive administration of prickly pear juice. Ten rats were treated with the fruit juice (3 ml by gavage) for 15 days. From 13th to 15th day, the whole dorsum was irradiated, for 20 min, by UVB radiation (294 nm). Another group of ten rats, treated in the same conditions, underwent UVA radiation (366 nm). Specimens were processed for histological examination. The observations were compared with control rats, treated with distilled water. The results demonstrate that the skin of treated rats shows a less thick epidermis, with a significant decrease of sunburn cells. Besides, in the derma there are less infiltrating cells, indicating a reduced inflammation. These data suggest that juice pre-treatment offers some protection from both UV radiations. Opuntia ficus-indica fruit juice contains a group of antioxidant substances (flavonoids, betalains and vitamin C) that probably are responsible of the observed effects. 1. 2. 3. References Galati EM, Pergolizzi S, Miceli N, Monforte MT, Tripodo MM. J. Ethnopharmacology, 2002; 83: 229-233. Galati EM, Monforte MT, Miceli N, Mondello MR, Taviano MF, Galluzzo M, Tripodo MM. Phytotherapy Res. 2007; 21: 344-346 Galati EM, Mondello MR, Giuffrida D, Dugo G, Miceli N, Pergolizzi S, Taviano MF. JAFCF 2003; 51: 4903-4908. 161 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. P 056 Galati EM, Mondello MR, Lauriano ER, Galluzzo M, Taviano MF, Miceli N - Phytotherapy Res. 2005; 19: 796-800. 162 P 057 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Metabolitos secundarios de las partes aéreas de Badilloa venezuelensis (Badillo) K. & R. Elier Galarraga-Montes, Alí Bahsas y Juan Manuel Amaro-Luis Laboratorio de Productos Naturales. Departamento de Química. Facultad de Ciencias. Universidad de Los Andes (ULA). Mérida. Estado Mérida. VENEZUELA -5101. La Badilloa venezuelensis (Badillo) K. & R., es una planta endémica de los páramos andinos de Venezuela1, apreciada por los campesinos andinos para el tratamiento de enfermedades infecciosas del tracto digestivo. Sobre la base de esta hipótesis se abordó su estudio fitoquímico, el cual condujo al aislamiento, a partir del extracto en CH2Cl2 de sus partes aéreas, de tres flavonoides y dos diterpenos. Estos compuestos fueron purificados por repetidos procesos cromatográficos en columna y cromatografía preparativa en placas de gel de sílice. La caracterización estructural de los mismos se realizó mediante el análisis detallado de sus espectros de IR, EM, RMN-1H, RMN-13C y 2D-RMN (1H,1H-COSY, HSQC y HMBC ), con lo cual se pudo concluir que las estructuras corresponden a los flavonoides 5-Hidróxi-6, 7, 8, 4´-tetrametóxiflavona [1] Casticina [2], Artemetina [3] y los nuevos diterpenos ent15-Monopinifolato de Metilo [4] y Ácido ent-Badillóico [5]. R OCH3 OH3C O OH3C COOCH3 OCH3 OH H COOH O ent-15-Monopinifolato de Metilo [4] [1] R=H [2] R= OH (Casticina) [3] R = OCH3 (Artemetina) O O OH H COOH Ácido ent-Badillóico [5] Referencias 1. Aristiguieta L., 1964. Compositae, Parte 1, pag. 165. En, T. LASSER (Ed.) “Flora de Venezuela”, Vol. X. Instituto Botánico (UCV). Caracas. 163 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 058 Studio preliminare sulle emissioni di MITC nell’aria a seguito della geodisinfezione di aree serricole Gambino L.1; Merulla M.1, Amato F.1, Flori P.2 E.S.A. - Laboratorio Agroalimentare e Ambientale (L.AG.AM. ESA PA) via Partanna Mondello 50/A, 90151, Palermo, Italy; Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare, Università di Bologna Viale Fanin 46, 40127 Bologna, Italy 1 2 L’esposizione dell’operatore agli agrofarmaci riveste da sempre grande importanza sanitaria, specie in condizioni di ambiente controllato, dove la presenza nell’aria dei loro residui1 può avere risvolti tossicologici. E’ noto infatti come i preparati normalmente utilizzati nella produzione vegetale volatilizzino in misura più o meno elevata determinando concentrazioni evidenti del principio attivo nell’aria. Questo fenomeno permette sia di conoscere lo stato di contaminazione dell’aria in ambiente controllato, sia di determinare i tempi di rientro e dei livelli di esposizione dell’operatore agricolo2. In riferimento a tale problematica il LAGAM-ESA-PA ha condotto uno studio preliminare avente l’obiettivo: i) di dotarsi delle strumentazioni e delle tecniche necessarie per il controllo dei residui degli agrofarmaci nell’aria; ii) di mettere a punto le metodologie analitiche necessarie per la conduzione di tale tipo di controllo; iii) di verificare la presenza nell’aria dei residui di metil-isotiocianato (MITC), quale conseguenza della pratica di disinfezione del terreno. I trattamenti ai patogeni fungini attraverso l’impiego di preparati a base di metham sodio Fig. 1 causano infatti lo sviluppo nell’aria di metil-isotiocianato3 la cui presenza necessita di essere valutata, oltre che per gli effetti di carattere tossicologico sopra ricordati, anche per gli eventuali risvolti di carattere ambientale4. Lo studio ha evidenziato come la disinfezione del terreno con metham sodio determini, già il giorno del trattamento, l’emissione nell’aria di MITC a livelli di 1000 µg/m3 (Fig.1) e come nei primi 5-6 giorni la concentrazione del fumigante decada progressivamente, per raggiungere, dopo 10 giorni, livelli di circa 10 µg/m3. Nei giorni successivi il principio attivo risulta ancora presente e rilevabile in modo regolare, pur se a livelli contenuti (0,3 µg/m3). La valutazione dei residui presenti nell’aria, in particolare, nelle produzioni di serra, da un lato esamina l’esposizione dell’operatore e dei tempi di rientro, dall’altro valuta i risvolti che le frazioni volatili degli agrofarmaci possono avere nei confronti dell’uomo e delle colture, anche nell’ottica di un più attento controllo delle produzioni a “marchio di qualità”, le quali, a seguito dei fenomeni di co-distillazione, evaporazione e ricaduta dei residui, possono risultare contaminate anche per via indiretta. References 1. Egea Gonzalez F.J., et al. (1998). J. Chromatogr. A, 829, 251–258.; Aulagniera F. et al (2008). Science of the total environment; 394, 338; Tsatsakis A.M. et al (2008). For. Sci. Inter.; 176, 67–71. 164 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. 3. 4. P 058 Barbarossa E. et al. (2004). 3° Seminario Aggiornamento dei Professionisti CONTARP; Caffarelli V. et al. (2004). Comm. Agric Applied Biol. Sci. 69, 733-742; Conte E. et al. (1992). Atti Giornate Fitopatologiche, 3, 385-394; DG Sanco 7531-rev 10 (2006). European Commission Health & Consumer Protection Directorate-General Saeed A.M. et al. (2000). Pest Management Science, 56, 813-817; Zhang Y. Et al. (2007). Chemosphere 68. 445–454. Spokas K. et al. (2005). Soil Biology & Biochemistry 37, 475–485. 165 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 059 Colección digitalizada de plantas medicinales de la región del lago de Patzcuaro García Calderón María Alfa, Chávez Garibay Luis Raúl, María de la Luz Ceja Mendoza. Facultad de QFB de la UMNSH, Tzintzuntzan Michoacán, México. No.173 Colonia Matamoros, C.P. 58240, Morelia Antecedentes: en el año 1999 realizamos colectas de plantas medicinales en diversas regiones del estado de Michoacán, los ejemplares secos se digitalizaron en un disco que contiene los nombres comunes, usos y las fotografías de 180 plantas, en el año 2006 publicamos otro disco conteniendo una colección digitalizada de plantas medicinales en su habitat de las comunidades indígenas de la región Morelia. El presente trabajo consiste en una colección de plantas medicinales de la región del lago de Pátzcuaro, zona que se caracteriza por ser la de mayor población de indígenas en el estado. El objetivo es preservar los conocimientos milenarios sobre las plantas medicinales en uso, indicando las coordenadas en las que se encuentran y utilizando fotografías para la observación del habitat. Se utilizó como metodología la investigación de campo con 5 médicos tradicionales indígenas, que nos indicaron, el nombre común de la planta, el uso, la parte de la planta que se utiliza, la forma de uso y la cantidad de hierba a utilizar. Ésta información la capturamos en formato electrónico y se grabó en un disco, junto con fotografías de las plantas correspondientes. Logramos obtener información cruzada con el apoyo de los 5 médicos tradicionales, obteniendo una colección de 250 plantas medicinales de la región. Se solicitó la colaboración del personal de la facultad de biología de la U.M.S.N.H. con la finalidad de registrar las plantas con su nombre científico, en caso de que ya estén identificadas. 166 P 060 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Actividad antifúngica de Eupatorium cardiophyllum (B. L. Rob) García-Sánchez Edgar, del Río R. E., Román L. U., Hernández J. D., Calderón M. A., Martínez Muñoz R.E., Salgado Garciglia R., Raya D., Flores A., Morales M. E. y Martínez-Pacheco M.M. Instituto de Investigaciones Químico Biológicas de la Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Edificio B-3, Cd. Universitaria, Francisco J. Mújica s/n, Col. Felicitas del Río, Morelia, Michoacán, México. C.P. 58 000. e-mail: [email protected]. Una alternativa en el uso de los antifúngicos de síntesis química son los derivados de plantas. En la búsqueda de nuevas propuestas antifúngicas se obtuvieron extractos hexánicos de diferentes órganos de E. cardiophyllum, una planta endémica en la región y de la que se reportó que ejerció un efecto sobre el crecimiento bacteriano [1]. En una continuación del estudio, el propósito de este trabajo fue determinar el efecto antifúngico en aislados silvestres de hongos patógenos de importancia económica: Colletotrichum acutatum (aislados de fresa), Fusarium oxysporum (aislados de papa) y Rhizoctonia sp. (aislados de suelo de una huerta de aguacate). Se utilizó el método de difusión en agar, cajas Petri con agar papa dextrosa, se colocaron tres discos de papel filtro en donde se aplicaron 6 mg (6 l) de los extractos totales y libre de grasas, como controles se utilizaron el tiabendazol (+) y el etanol (-). Sobre cada papel filtro se colocaron inóculos miceliales (5 mm) de cada uno de los aislados fúngicos. Se determinó el índice de crecimiento micelial. Se observó que los extractos desengrasados de hoja y flor presentaron un efecto fungicida en los tres hongos, Rhizoctonia sp. fue el mas sensible enseguida C. acutatum y F. oxysporum. Por primera vez se detectó que los extractos hexánicos de E. cardiophyllum presentaron una actividad antifúngica. 1.0 0.9 0.8 0.7 b c b IC 0.6 b c b c a 0.5 0.4 a 2 día 3 día 4 día 0.3 0.2 0.1 0.0 C. acutatum F. oxysporum Rhizoctonia sp Figura 1. Efecto fungitóxico del extracto hexánico de flor de E. cardiofillum. Agradecimientos: este trabajo fue financiado por UMSNH-CIC 2.1MMP-2007 y PROMEP NPTC-117. E.G.S., M.A.C. y D.R.G. (becarios del CONACYT). AFG, RSG y MMMP (CA154). REMM (estudiante de medicina). REdR, LUR y JDH (vinculación) Referencias 167 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 1. P 060 Edgar García-Sánchez, R.E. del Río, L.U. Román, J.D. Hernández, M.A. Calderón, D. Raya, M.M. Martínez-Pacheco, A. Flores y M.E. Morales. (2007). SILAE, La Plata, Argentina. 168 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 061 Actividad hipolipidemiante del aceite de la semilla de Persea americana en ratón Pahua-Ramos, María Elena; Ortiz-Moreno, Alicia; Chamorro-Cevallos, Germán, Mojica-Villegas, María Angélica, Garduño-Siciliano, Leticia Escuela Nacional de Ciencias Biológicas, Instituto Politécnico Nacional. Prolongación de Carpio y Plan de Ayala s/n. Col. Plutarco Elías Calles. Delegación Miguel Hidalgo. C.P. 11340. México, D. F El aguacate (Persea americana) es el fruto del árbol del mismo nombre originario de Mesoamérica, que se cultiva en las regiones de México y Guatemala. La semilla de aguacate tiene un contenido de aceite entre el 2.4 al 2.8 % aproximadamente, el cual es utilizado en la industria cosmética por su contenido de ácidos grasos, para elaborar cremas, shampoo y tratamientos capilares. En este trabajo se evaluó la posible actividad hipolipemiante del aceite de la semilla de aguacate en un modelo murino de hipercolesterolemia, para lo que se emplearon ratones macho de la cepa ICR, que se distribuyeron de manera aleatoria en 4 grupos de experimentación, administrándoles vía intragástrica: aceite mineral (AM) y aceite de semilla aguacate (AA) en dosis de 31.3 mg / kg, 62.5 mg / kg y 125 mg / kg respectivamente durante 6 días. Durante este tiempo, se les proporcionó una dieta hiperlipidémica molida ad libitum. Al término del tratamiento, se determinaron en suero las concentraciones de colesterol total, triacilglicéridos, colesterol-HDL y colesterol-LDL. Los resultados evidenciaron actividad hipolipemiante del AA, mostrando un reducción hasta del 20% en la concentración de colesterol, 45% en triacilglicéridos y 65% en colesterolLDL, además de un incremento del 110% en colesterol–HDL. Estos datos concuerdan con el efecto observado en estudios previos utilizando el aceite de la pulpa de aguacate. Trabajo apoyado por proyecto SIP-IPN, México. 169 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 062 Efecto de la Spirulina máxima en la calidad espermática en ratones hipercolesterolémicos Mojica-Villegas María Angélica1, Garduño-Siciliano Leticia1, Chamorro-Cevallos Germán1, Hernández- Ochoa María Isabel2. Laboratorio de Toxicología Preclínica. Departamento de Farmacia. Escuela Nacional de Ciencias Biológicas – Instituto Politécnico Nacional. 2Department of Veterinary Biosciences-University of Illinois, Urbana Champaign, U.S.A. 1 La hipercolesterolemia representa un factor de alto riesgo para las enfermedades coronarias y es la principal causa de muerte en hombres. Se ha reportado que concentraciones elevadas de colesterol y/o triglicéridos en plasma están asociadas con una pobre calidad de semen y detrimento en la función testicular que producen infertilidad masculina. Se ha observado que la administración conjunta de un agente antioxidante y un hipolipemiante tienen un efecto protector y mejoran la fertilidad. La Spirulina es un alga azul verde filamentosa unicelular que posee propiedades hipolipemiantes y antioxidantes, entre otras. A ratones macho CD1 se les alimentó con una dieta hiperlipidémica durante 6 días con y sin tratamiento de Spirulina máxima (dosis de 800 mg/kg) vía intragástrica, Al término de este tiempo se hizo el análisis del perfil lipídico en suero; se obtuvieron espermatozoides y se evaluó su calidad. Los resultados muestran una diferencia significativa en las concentraciones de colesterol total y colesterol LDL en los animales que recibieron la dieta hipercolesterolémica, con respecto al grupo testigo. Sin embargo, aunque no se presentó una disminución significativa en las concentraciones de colesterol total y de colesterol LDL en los ratones tratados con la dieta hiperlipidémica y Spirulina, se observó un efecto protector en los parámetros de calidad espermática en los que la movilidad espermática aumentó en un 21.2%, la viabilidad espermática en un 21.9 % y la cuenta espermática en un 17.6% con respecto al grupo hipercolesterolémico. 152 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 063 Sicilian pistachio nut extract inhibits inflammatory response in lipopolysaccharide-stimulated macrophages Gentile C, Tesoriere L, Iovino C, Angileri F, Allegra M, Livrea MA. Dipartimento Farmacochimico Tossicologico e Biologico, Università di Palermo, Via Archirafi 32, 90128 Palermo, Italy The genus Pistacia contains only 11 species among which edible Pistacia vera is by far the most important economically. In Italy, the pistachio nut is grown mainly in Sicily, and a cultivar of high quality is typical of Bronte. We have recently showed that a hydrophilic extract from Sicilian pistachio (PHE) possesses high antioxidant potential, and contains substantial amounts of bioactive components, such as vitamin C, trans-resveratrol, proanthocyanidins and isoflavones [1]. Redox-regulated transduction pathways are essential in triggering the inflammatory response [2]. In the present study, the activity of PHE has been investigated for the first time in an inflammation model constinting of lipopolysaccharide (LPS)-activated RAW 264.7 macrophages. PHE from 1 to 20 mg nut decreased the release of mediators such as NO and TNF-α, and the expression of inducible NO synthase (iNOS) and cyclooxygenase-2, in a dose-dependent manner. Pistachio nut is a remarkable source of the isoflavones daidzein and genistein, known to decrease NO production in LPS-activated macrophages by inhibiting iNOS activity, and iNOS protein and mRNA expression [3]. When compared to the activity of purified either genistein or daidzein, assayed at the same molar amounts found in the extract, PHE was a more potent inhibitor of NO production. Our data suggest that other components and/or combined effects among nut components, can play a major role in modulating the inflammatory response in macrophages. These properties of pistachio nut could be of interest in dietary programs aimed at preventing pathologies characterized by excessive NO production. References 1. Gentile C., Tesoriere L., Butera D., Fazzari M., Monastero, M., Allegra M., Livrea M.A., 2007, J. Agric. Food Chem., 55, 643 – 48. 2. Fuchs J., Zollner T.M., Kaufmann R., Podda M., 2001, Free Radic. Biol. Med., 30 (4): 337-53. 3. Sheu F., Lai H.-H., Yen G.-C., 2001, J. Agric. Food Chem., 49 (4):1767-72. 153 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 064 Application of HPLC-MS with a C-30 reversed phase column for the separation and identification of carotenoid esters in Citrus juices Daniele Giuffrida, Andrea Salvo, Francesco Salvo, and Giacomo Dugo Università di Messina, Facoltà di Scienze MM.FF.NN., Dipartimento di Scienze degli Alimenti e dell’Ambiente, Contrada Papardo, Salita Sperone 31, 98166, Messina, Italy Carotenoids represent an important class of widely distributed natural pigments. Many key roles are ascribed to carotenoids in biological processes such as photosynthesis and mammalian vision, and the potential health benefits of a diet rich in carotenoids have been indicated in recent studies. The largest number of carotenoids found in any fruit are those of citrus fruits: more than 100 different compounds and their isomers have been reported. Citrus species are therefore considered as the most complex natural source of carotenoids The study of esterified carotenoids in natural sources is rather limited, partially due to the high degree of complexity that can be found, and it has been generally focused on a certain carotenoid and its esters. In this study we report on the application of liquid chromatography-atmospheric pressure chemical ionization mass spectrometry [LC(APCI)MS] in the identification of free carotenoid and carotenoid esters in Kumquat and Clementine juices obtained from fruits cultivated in Sicily. The polymeric C-30 stationary phase has demonstrated superior resolution for carotenoid separation in comparison to traditional C-18 columns. Alkaline saponification is usually performed before carotenoid extracts analysis by HPLC, thus no information concerning carotenoid esters in natural samples can be obtained. Because carotenoid esters are known to be more stable than free carotenoids, we determined for the first time the main native carotenoid esters present in those juices, thus providing a carotenoid ester profile characteristic for this products. By using this stationary phase together with the use of PDA and APCI-MS detectors it was possible to identify in the samples several different carotenoids, both in their free and esterified forms including mono-esters and di-esters, therefore providing information on the native carotenoid esters composition present in the samples. The information concerning the natural esterified forms could help in the chemical characterization of these juices. The amount of carotenoids present was also determined, in view of the important provitamin A capacity attributed to these phytonutrients. Acknowledgements: The authors gratefully thank the “CRA” (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura), and the Italian MUIR. 154 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 065 Utilización de Kluyveromyces fragilis para producir biomasa en un fermentador de 500 litros, crecida en suero de leche González I, Lara J, Cadet Y. Departamento de Ciencia de los Alimentos de la Facultad de Farmacia de la Universidad de los Andes, Mérida-Venezuela. El hombre ha visto con mucha preocupación como en las últimas décadas se ha ido degradando progresivamente el ambiente, y por ende, se han destruido los recursos naturales y se han ido contaminando los habitas existentes en la tierra, entre ellos los ríos, mares y lagos. La levadura Kluyveromyces fragilis, es capaz de fermentar la lactosa. Se ha demostrado que es posible disminuir la carga orgánica del suero de la industria quesera. Se puede producir simultáneamente biomasa de la levadura en fermentadores de 750 litros. Esta biomasa puede ser un complemento proteico para la alimentación de animales monogastricos. Se caracterizó el suero de leche proveniente de la Planta de Lácteos Santa Rosa antes y después de la termo coagulación ácida a pH de 4.5 utilizando ácido sulfúrico a 90 º C durante 30 minutos. Con los valores óptimos de lactosa, fosfato de amonio, pH y temperatura, se estudió el comportamiento de la levadura de la colección de cultivos americanos ATCC 8554, perteneciente al cepario del Laboratorio de Fermentaciones e la Facultad de Ciencias de la Universidad de Los Andes, en un fermentador de 750 litros, LAB-U, con un volumen de trabajo de 500 litros. Se tomaron muestras de 200 ml para determinar el consumo de lactosa, proteínas, crecimiento celular y pH al final de cada fermentación, la biomasa obtenida se llevó a una desecadora en bandejas a 70 º C durante 48 horas. La biomasa seca se pulverizó, se pesó y se caracterizó. Los resultados obtenidos muestran una biomasa con un 49.5 % de proteínas; 38.46 % de carbohidratos; 2.61 % de grasa; 1.49 % de humedad y 9.44 % de cenizas. El rendimiento fue de 1.1 g/L. La fermentación del suero con Kluyveromyces fragilis, permitió una disminución de la carga orgánica hasta un 99.6 %, disminuyendo los problemas de la contaminación ambiental. 155 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 066 Actividad antimicrobiana de la Azadirachta indica frente al Propionibacterium acnes y Staphylococcus aureus Catherine Villalta1, Yulimar Sánchez1, María Gualtieri2, Soumi De Montijo1. María Carolina González3, Juan Carmona4. 1Laboratorio de Vacunas, Departamento de Microbiología. 2Laboratorio de Investigación de Medicamentos Orgánicos. 3Universidad Nacional Experimental Politécnica Antonio José de Sucre. 4Herbario MERF . Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida- Venezuela. [email protected] [email protected] Azadirachta indica A. Juss (Melaceae) es un árbol ampliamente distribuido en los estados Lara, Zulia, Sucre, Aragua y Mérida (Venezuela). Conocido popularmente como Neem, contienen varios componentes químicos, de especial interés como terpenoides (azadiractina) [1]. Es utilizado en la medicina tradicional como antidiabético, antimalárico, antimicrobiano [2]. El objetivo de este estudio es evaluar la actividad antimicrobiana de los extractos etanolicos de las hojas y el aceite de Azadirachta indica A. Juss (Neem) frente a bacterias gram positivas por el método modificado de Hayes y Markovic [3]. La especie vegetal fue recolectada en la Lagunillas (Mérida- Venezuela), a una altura de 1200 m.s.n.m. 100g de hojas secas y molidas fueron sometidas a extracción en un equipo Soxhlet a 65°C durante 6 horas, con un rendimiento de 5.79% del extracto etanólico de las hojas. 49g de las semillas secas y molidas fueron sometidas a extracción en un equipo Soxhlet a 65°C durante 6 horas, con un rendimiento de 19% del extracto hexanoico del aceite. El extracto etanólico resultó ser evidentemente inhibitorio del crecimiento bacteriano de las cepas en estudio. El extracto hexanoico resultó ser evidentemente inhibitorio del crecimiento bacteriano de las cepas en estudio [4]. References 1. SaiRam M. et al. (2000), J Ethnopharmacol, 71:377-382. 2. Jain A and Basal E. (2003),Phytomedicine,10:34-38. 3. Alzoreky N and Nazahara K. (2003), Journal F Microbiol, 80:223-230. 4. Chomnawang M. et al. (2005). J Ethnopharmacol, 101:330-333. 156 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 067 Free radicals and antioxidants in two oxidative stress cell models: unexpected results Maria Clelia Guerra1, Stefano Costa1, Rinaldo Cervellati2, Ester Speroni1 1 Department of Pharmacology, University of Bologna, Via Irnerio 48, Bologna 40126, Italy; 2Department of Chemistry G. Ciamician, University of Bologna, Via Selmi 2, Bologna 40126, Italy. Oxidative stress is reported to be strictly related to pathogenetic mechanisms and play a central role in several molecular toxicities [1,2]. It seems reasonable to hypothesize that antioxidant molecules and/or free radical scavengers can protect from oxidative stress induced damages through quenching the free radicals reactions [3]. Leontopodic acid (LA) is a full substituted hexaric acid derivative isolated from Leontopodium alpinum Cass. commonly known as “Edelweiss” (Asteraceae family). This molecule exibits significant chemical antioxidant power [4]. The aim of the present study was to evaluate LA capacity to counteract induced oxidative stress in some cell models. Two different in vitro oxidative stress models were adopted. The first through the exposure of the LLC-PK1 cell line to ochratoxin A (OTA) and the second one through the exposure of the differentiated SH-SY5Y cells to amyloid beta (Aβ). The effects of a pre-treatment (24 h) with LA on induced ROS production and cytotoxicity were evaluated in the two models. Surprisingly, the results showed that while LA decreased ROS production, it did not increase cell survival. Aknowledgements: the authors wish to thank Fondazione (Carisbo, Bologna, Italy), Fondazione Cassa di Risparmio di Imola (Bologna, Italy), for financial support and Prof Hermann Stuppner and Prof Stefan Schwaiger, Institut für Pharmazie, Abteilung Pharmakognosie, Leopold-Franzens-Universität Innsbruck, for supplying leontopodic acid. References 1. Schaaf GJ, Nijmeijer SM, Maas RFM, Roestenberg P, Groene EM, Fink-Gremmels J. 2002 Biochim Biophys Acta;1588:149-158. 2. Kamp HG, Eisenbrand G, Schlatter J, Würth K, Janzowski C. 2005 Toxicology; 206:413-425. 3. Scalbert A, Manach C, Morand C, Rémésy C, Jiménez L. 2005 Crit Rev Food Sci Nutr;45:287-306. 4. Schwaiger S, Cervellati R, Seger C et al. 2005 Tetrahedron;61:4621-4630. 157 P 068 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Dioscorea composita, fuente de diosgenina. Síntesis de dioximas esteroidales con actividad antitumoral Ma. Guadalupe Hernández Linares1, Gabriel Guerrero Luna1, Jesús Sandoval Ramírez2, Socorro Meza Reyes2, Sara Montiel Smith2, Ma. Antonieta Fernández Herrera2, R. Ricardo Morales Robledo2 1 Universidad del Istmo, Escuela de Ingeniería Química. Ciudad Universitaria, Sto. Domingo Tehuantepec, Oax. C.P.70760. [email protected]. 2 Benemérita Universidad Autónoma de Puebla, Facultad de Ciencias Químicas. Ciudad Universitaria. Puebla, Pue., C. P. 72570. Tel/fax: (01-222) 229-5500, ext. 7382 [email protected] La Dioscorea composita (barbasco) se ha utilizado durante mucho tiempo en la medicina tradicional mexicana1,2 y como componente de preparados para la menopausia. Mediante extractos alcohólicos se ha obtenido dioscina (1), glicósido que por hidrólisis ácida o enzimática provee diosgenina (2), que durante mucho tiempo se ha empleado para producir hormonas sexuales. Recientemente se ha descubierto a 2 potencial como agente anticancerígeno.3,4 El análisis estructural de compuestos con actividad biológica comprobada, permite inducir el diseño de compuestos; en nuestro trabajo se presenta la transformación de la diosgenina en compuestos potencialmente antitumorales.5,6 La extracción se realizó modificando la metodologia ya reportada en la literatura.6 El tubérculo de barbasco se secó, pulverizó y tamizó para realizar la extracción con sistema 9:1 isopropanol-diclorometano, en caliente, proporcionando a 1, como compuesto mayoritario. HO O O HO HO OH O HO HO O O O O F3B-OEt2 O HO O O O Reactivo de Jones NH2OH-HCl AcOH, 0°C O HO HO 1, dioscina EtOH / Py O 2, diosgenina 3 N 4 O OH N diosgenin-3,6-dioxima HO Esquema 1. Obtención de diosgenin-3,6-dioxima (4). La sapogenina 2 se oxidó selectivamente con el reactivo de Jones, obteniendo la diona 3 (sin afectar la cadena lateral espirocetálica), la cual se trató con hidroxilamina, generando la dioxima 4. Los compuestos se obtuvieron con altos rendimientos y fueron caracterizados espectroscópicamente: IR, UV, masas, RMN de 1H y de 13C y [α]D. Del derivado 4 se evaluará su actividad antitumoral y se proseguirá con la síntesis de otros compuestos. Referencias 1. Pérez-García, E.A.; Meave, J.; Gallardo, C. Acta Bot. Mex. 2001, 56, 19-88. 2. Espejo, O.; Campos Ll., J.; Jung, H.; Giral, F. Phytochemistry, 1982, 21, 413-416. 3. Yu, B.; Tao, H. J. Org. Chem. 2002, 67, 9099-9102. 4. Raju, J.; Bird, R. P. Cancer Lett. 2007, 235, 194-204. 5. Krstic, N. M.; Bjelakovic, M. S.; Zizac, Z.; Pavlovic, M. D.; Juranic, Z. D.; Pavlovic, V. D. Steroids 2007, 72, 406. 6. Cui, J.; Huang, L.; Fan, L.; Zhou, A. Steroids 2008, 73 252–256. 158 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 7. P 068 Rothrock, J. W.; Hammes, P. A.; McAleer, W. J. Ind. Eng. Chem. 1956, 186-188. 159 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 069 Micrografía analítica comparativa de tres tubérculos andinos: “oca”, “papa lisa” y “mashua” Gurni Alberto A1, Bassols Graciela1, Schimpf Jorge2 y Vignale Nilda Dora2 Facultad de Farmacia y Bioquimíca, Universidad de Buenos Aires, Junín 946, 4º (1113) Buenos Aires, Argentina; 2Facultad de Ciencias Agrarias, Universidad Nacional de Jujuy, Alberdi 47 (4600) S. S. de Jujuy, Argentina 1 El control de calidad botánico de los alimentos derivados de vegetales se realiza mediante su comparación con los parámetros de identificación micrográfica de la especie, previamente obtenidos aplicando el método micrográfico a la parte de la planta utilizada como materia prima. Con el propósito de aportar valor a los agroalimentos derivados de los tubérculos andinos: Oxalis tuberosa Mol., “oca”, Tropaeolum tuberosum Ruiz et Pav, “mashua” y Ullucus tuberosus Lozano, “papa lisa”, se aborda su análisis micrográfico, con el propósito de definir los caracteres de valor diagnóstico mediante los cuales se podrá establecer el origen genuino de los alimentos derivados. Las técnicas micrográficas utilizadas son la reducción a polvo de las muestras de tubérculos y la disociación leve con NaOH 5% acuoso, a 100ºC durante 5 min.; los productos obtenidos se observan al microscopio óptico. En “oca” se observa almidón elíptico, con hilio excéntrico y estrías marcadas; epidermis pavimentosa, de células poligonales, de pared delgada y con contenido. En “mashua” el almidón es esférico o ligeramente elipsoidal, con hilio excéntrico y estrías poco marcadas; la epidermis es pavimentosa, de células poligonales de borde liso y pared gruesa. En “papa lisa”, el almidón presenta formas diversas, con hilio excéntrico y estrías marcadas, mientras que la epidermis es pavimentosa, de células poligonales y de pared delgada. La morfología de los granos de almidón, que comparten la posición del hilio, constituye el elemento diferencial de mayor importancia mientras que la epidermis aporta información complementaria. 160 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 070 Polifenoles de especies argentinas del género Tripodanthus (Loranthaceae) Marcelo L. Wagner, Rafael A. Ricco, Fernando G. Ranea y Alberto A. Gurni Cátedra de Farmacobotánica, Departamento de Farmacología, Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956 (1113) Buenos Aires. República Argentina. [email protected] Tripodanthus (Eichl.) Tiegh. es uno de los géneros que conforman la familia Loranthaceae. En la Argentina crecen dos especies: T. acutifolius (R. & P.) Tiegh. y T. flagellaris (Cham. & Schlecht.) Tiegh [1] . Ambas son utilizadas en la medicina popular por su supuesta acción hipotensora atribuida a las semejanzas, en su hábito hemiparásito, con el muérdago europeo (Viscum album L. –Viscaceae-). Los polifenoles presentan un variado rango de actividades biológicas, entre las que se pueden mencionar la acción hepatoprotectora, antioxidante y antihipertensiva, entre otras. El objetivo de este trabajo fue determinar los perfiles de polifenoles de ambas especies. Se estudiaron hojas y tallos de ejemplares que crecen sobre diferentes hospedantes. El aislamiento y la caracterización de los polifenoles se efectuó por métodos estándar [2,3]. Las estructuras de los compuestos fueron determinadas mediante estudios espectroscópicos y por comparación con testigos y con datos bibliográficos. Del estudio comparativo se pudo inferir que T. flagellaris presentó una mayor complejidad en la glicosidación. En cambio, T. acutifolius no produjo triglicósidos ni proantocianidinas. Estos resultados aportan parámetros fitoquímicos que podrían ser utilizados para el control de calidad de estas especies. Compuesto Flavonoles Flavan-3-ol Flavan-3,4-diol Proantocianidina T. acutifolius Quercetina Quercetina-3-O-glucósido Quercetina-3-O-rhamnosilglucósido Quercetina-3-O-arabofuranósido (+) Catequina (-) Epicatequina T. flagellaris Quercetina Quercetina-3-O-glucósido Quercetina-3-O-rhamnosilglucósido Quercetina-3-O-Glucorhamnosilglucósido (+) Catequina (-) Epicatequina Catequina-4 -ol (leucocianidina) ND ND B6: [catequina-catequina] B8: [catequina-epicatequina] ND: no detectado Agradecimiento: A la Universidad de Buenos Aires por el subsidio otorgado en cuyo marco se realizó este estudio Proyecto UBA B083 Referencias 1. Abbiatti, D., 1946. Las Lorantáceas Argentinas. Rev. Museo de la Plata VII (sección Botánica) 18, 1-110. 161 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. 3. P 070 Mabry T.J., Markham K. R., Thomas M. B., 1970. The Systematic Identification of the Flavonoids. Springer-Verlag, Berlin and New York, pp. 1-175. Markham K.R., 1982. Techniques of Flavonoid Identification. Academic Press, London, pp. 1-113. 162 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 071 Ácido elágico, potente antioxidante obtenido de la Bursera xochipalensis Juan Diego Hernández-Hernández, R. Velázquez-Jiménez, J. C. Guzmán-Martínez, I. Tapia-Quintero, C. Armenta-Salinas y Luisa Urania Román-Marín. Instituto de Investigaciones Químico-Biológicas de la UMSNH, Ed. B-1, Cd. Universitaria, C.P. 58030, Morelia, Mich., [email protected]. En la Cuenca Superior del Río Papaloapan, la Depresión del Balsas y la Vertiente del Pacífico en la Zona Occidental de la República Mexicana, habitan cerca del 80% de la totalidad de las especies conocidas del género Bursera en América, las dos últimas regiones se caracterizan por la biodiversidad, la abundancia y el endemismo. Nuestro estudio sistemático del género Bursera (1,3), del cual forma parte el contenido químico de varias especies de Burseraceae que pertenecen a la sección Bullockia (2) y a la cual pertenece la Bursera xochipalensis, una especie arborea (hasta 10 m de altura), resinosa de olor agradable, sus relaciones más cercanas son con B. glabrifolia, B. aloexylon, B. fragantíssima y B. graveolens, las tres últimas son muy arómáticas, es considerada endémica de los Estados de Guerrero y Oaxaca, habita en los bosques tropicales caducifolios de altitudes entre 500 y 1250 m.s.n.m. De los extractos hexánicos de los tallos, se obtuvieron mayoritariamente los monoterpenos limoneno, β-felandreno y mirceno, los triterpenos, α-amirina y β-lupeol y de las fracciones de polaridad entre DCM-AcOEt se obtuvo un sólido blanco no cristalizable de p.f. > 300 ºC, insoluble, el cual se logró disolver en una solución de NaOH al 5%; dió la prueba positiva con cloruro férrico revelando la presencia de oxhidrilos fenólicos. Su espectro de RMP mostró una señal en la región de los H aromáticos en 7.46 ppm y una señal ensanchada entre 3.0 y 3.8 ppm (OH), las cuales fueron muy poco informtivas, en su espectro de RMC-13, aparecieron siete señales que ayudaron a la caracterización del mismo. La obtención del derivado tetracetilado y tetrametilado, permitió establecer la cantidad de oxhidrilos disponibles en la molécula. La purificación de este producto natural, presentó dificultad debido a su escasa solubilidad, su aspecto polvoso dio la apariencia de impurezas de naturaleza polimérica. Este compuesto se obtuvo de la B. lancifolia, bursera de corteza exfoliante rojiza, que no pertenece a la misma sección, incluída en la sección Bursera, arborea muy aromática. El ácido elágico, descrito en la literatura, del que se reporta un reconocido valor antioxidante, como pesticida natural, como promotor de la muerte celular natural en las células cancerosas sin dañar las células normales, por lo que se encuentra relacionado directamente con la prevención y tratamiento en métodos alternativos contra el cáncer, es un compuesto que hasta ahora no ha sido descrito su aislamiento de plantas que pertenecen al género Bursera. Bibliografía 1. Juan D. Hernández-Hernández, et al. J. Nat. Prod., 68, 1598-1602 (2005). 163 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. 3. P 071 Juan D. Hernández-Hernández, et al. Rev. Latinoamer. Quím., 33, 189, (2005). Supl. Carlos M. Cerda-García-Rojas, et al. J. Nat. Prod., 70, 189-193, (2007). 164 P 072 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Método rápido de ruptura del enlace glicosídico de la dioscina por tratamiento con F3B-OEt2 Ma. Guadalupe Hernández Linares1, Jesús Sandoval Ramírez2, Socorro Meza Reyes2, Sara Montiel Smith2, Ma. Antonieta Fernández Herrera2, Gabriel Guerrero Luna1 1Universidad del Istmo, Escuela de Ingeniería Química. Ciudad Universitaria s/n, Barrio Sta. Cruz Tagolaba 4a Secc., Sto. Domingo Tehuantepec, Oax. C.P.70760. [email protected] 2Benemérita Universidad Autónoma de Puebla, Facultad de Ciencias Químicas. Av. San Claudio esq. Blvd. 14 Sur. Puebla, Pue., C. P. 72570. Tel/fax: (01-222) 229-5500, ext. 7382 [email protected] Las familias dioscoreaceae y agavaceae conforman un gran número de especies útiles en medicina tradicional mexicana.1 En el estado de Oaxaca, México,2 se han encontrado especies ricas en saponinas, como el barbasco, (Dioscorea composita), que contiene el glicósido dioscina (1). El amplio espectro de actividad biológica de 1, como agente antitumoral, antiviral, antifungal y antiinflamatorio, ha sido motivo de atención.3,4 En este trabajo se reporta una nueva metodología para aislar 2 de manera rápida a partir del barbasco. El tubérculo de barbasco seco, finamente pulverizado se extrajo con una mezcla de isopropanol-diclorometano, en caliente, proporcionando un 5% (en peso) de varios glicósidos en donde 1, corresponde al compuesto mayoritario. HO O O HO HO HO OH HO Extracción alcohólica O O O F3B-OEt2 O HO HO O O O AcOH, 0°C O 1, dioscina HO 2, diosgenina Esquema 1. Obtención rápida de diosgenina (2). Se han reportado diversas metodologías de hidrólisis del enlace glicosídico de 1 empleando HCl, HClO4 y H2SO4, a reflujo durante varias horas.5 La ruptura del glicósido se llevó a cabo limpiamente, por acción de AcOH y F3B-OEt2, a baja temperatura, en corto tiempo y sin apertura del espicocetal sapogenínico.6 La aglicona 2 se caracterizó comparándola con muestras auténticas y con los datos de la literatura. Cuando la reacción se hace adicionando Ac2O, se obtiene el acetato de 2. Se presentarán evidencias espectroscópicas,7 detalles de la reacción y propuesta mecanística. Referencias 1. Pérez-García, E.A.; Meave, J.; Gallardo, C. Acta Bot. Mex. 2001, 56, 19-88. 2. Gallardo, C.; Meave, J.; Pérez-García, E.A. Bol. Soc. Bot. Mex. 2005, 76, 19-35. 3. Raju, J.; Bird, R. P. Cancer Lett. 2007, 235, 194-204. 4. Yu, B.; Tao, H. J. Org. Chem. 2002, 67, 9099-9102. 5. Rothrock, J. W.; Hammes, P. A.; McAleer, W. J. Ind. Eng. Chem. 1956, 186-188. 6. Sandoval, R. J.; Meza, R. S.; del Río, Rosa E.; Hernández, L. G.; Suárez, R. A.; Rincón S.; Farfán, N.; Santillán, R. L. Steroids 2003, 68, 199-204. 165 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 7. P 072 Agrawal, P.K.; Jain, D.C.; Gupta, R.K.; Thakur, R.S. Phytochemistry 1985, 24, 2479–2496. 166 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 073 Effect of different avocado oils on plasma lipid levels Hernández Marcela1, Ortiz Alicia1, Garduño Leticia1, Dorantes Lidia1, Chamorro Germán1 I Escuela Nacional de Ciencias Biológicas. Instituto Politécnico Nacional. Prolongación de Carpio y Plan de Ayala s/n Col. Santo Tomás Del. Miguel Hidalgo, CP. 11340 Apdo. Postal 42-186.México 1 Different dietary approaches have been recommended to lower blood cholesterol concentrations (1, 2). Many authors have suggested that monounsaturated fatty acid can be used instead of complex carbohydrates or polyunsaturated fatty acids as a substitute for saturate fatty acids (3, 4). Recently, the monounsaturated avocado oil has gained a great importance because of its oleic acid; carotenoid and phytosterol content due to all these molecules are associated with the cholesterol reduction (5). The goal of this study was to evaluate the effect of the extra virgin avocado oil obtained by a novel technique developed by Dorantes and Ortiz along with other avocado oils in mice. Three groups were fed on different diets supplemented with either refined Hass avocado oil or IPN extra virgin avocado oil or New Zeland extra virgin avocado oil containing 5% (w/w) of the mentioned oils and 5% corn oil meanwhile the control group was fed on diet containing 10% (w/w) corn oil for 4 weeks. Blood samples were taken at the beginning, after 15 days of treatment and at the end of it. Total cholesterol, HDL-cholesterol, LDL-cholesterol and triglycerides were evaluated in the serum. The consumption of diets supplemented with extra virgin avocado oils provoked a significant lowering (P< 0.05) on the triglyceride concentration and do not provoked an alteration on the total cholesterol, HDL-c and LDL-c concentrations. On the group fed on corn oil diet we observed a significant increase (P<0.05) on the total cholesterol concentration. Between the two extra virgin avocado oils proved we found that IPN oil had a better effect on lowering the total cholesterol (8.63% vs. 3.65% of reduction) and LDL-c (9.75% vs. 8.23% of reduction).The model proved in suggested that the dietary substitution with extra virgin avocado oils could help to reduce the triglyceride concentrations and to maintain the total cholesterol, HDL-c and LDL-c. Acknowledgements: IPN, CONACyT, References 1. Bethesda,M (1989),National Institute of Health, 89,2925. 2. Grundy, S. et al. (1982), Nutrition Commitee. Circulation, 65, 839A-54A. 3. Grundy, G. et al. (1984), Arteriosclerosis, 4, 445A-68A. 4. Grundy, G. (1988), Am J Clin Nutr, 47, 965-9. 5. Berger, A. et al. (2004), Lipids in Health and Disease, 3, 5. 167 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 074 Análisis fitoquímico preliminar y evaluación hepatológica de la semilla de Litchi chinensis Sonn en modelo murino Hernández-Navarro MD1, Montes de Oca-Jáuregui S1, Sánchez-Bérmudez L1, Gómez-Oliván LM1,Camarillo-Romero ES1, Ortiz-Moreno A2, Fernández-Zurita RG2, Hernández-Ortega MM2, Germán-Faz C2. Facultad de Química. UAEM. Paseo Colón esq. Paseo Tollocan. C.P. 50180. Toluca, Edo. Méx., México. TelFax +55 (722) 2173890 ext. 130. 2ENCB. IPN, Prol. Carpio y Plan de Ayala S/N, C.P. 11340, México, DF. México. TelFax +55 (55)57296300 ext. 62359. e-mail. [email protected]; [email protected] 1 El uso indiscriminado de plantas medicinales pueden ejercer daños a nivel orgánico; por lo que, es necesario realizar ensayos toxicológicos que permitan elucidar su margen de seguridad y posible mecanismo de toxicidad. El propósito del presente estudio fue determinar la presencia de componentes activos en la semilla del fruto de litchi (Litchi chinensis Sonn) empleada en la medicina tradicional china como antidiarreico y analgésico, así como su posible hepatotoxicidad en un modelo murino. Se realizó un análisis fitoquímico preliminar para identificar los principios activos presentes en la semilla de litchi. Se evaluó la toxicidad aguda en ratones ICR y en base a la DL50 obtenida, se seleccionaron las dosis para el estudio de hepatotoxicidad. La semilla de litchi fue administrada por vía intragástrica a dosis de 100, 200 y 400 mg/kg durante 30 días y al término del tratamiento, se determinaron los niveles séricos de enzimas hepáticas. Los hígados disectados fueron analizados histológicamente. Del análisis fitoquímico preliminar se identificó la presencia de taninos, flavonoides y azúcares reductores. La DL50 obtenida fue >4000 mg/kg. No se encontraron diferencias estadísticas entre las concentraciones séricas de enzimas hepáticas ni se observaron daños tisulares respecto al lote control. Se concluye que los activos fitoquímicos identificados, lejos de inducir un efecto adverso son considerados importantes antioxidantes que coadyuvan a la homeostasis hepatocelular. La administración de semilla de litchi de hasta 400 mg/kg por 30 días en el modelo utilizado, no generó alteraciones de las enzimas transaminasas ni daño en el parénquima hepático; sin embargo, son necesarios otros estudios para confirmar su inocuidad y seguridad de consumo en la medicina alternativa tradicional. Acknowledgements (italic): 1.Proyecto UAEM 2440/2007, 2.CICMED-UAEM. 3.CIESA.UAEM. 168 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 075 In vitro activity of four (2-nitropropenil)-thiophene compounds against Trypanosoma cruzi Cristina Herrera1, Gabriel Vallejos2, Randall Loaiza1, Rodrigo Zeledón3, Andrea Urbina3, Marcos Carola2, Silvia Sepúlveda-Boza2 1 Universidad de Costa Rica, San Pedro de Montes de Oca, San José, Costa Rica; 2 Universidad de Santiago de Chile; 3 Universidad Nacional, Barreal de Heredia, Costa Rica. Chagas disease is a parasitic disease caused by Trypanosoma cruzi, producing a great economic and public health impact in Latin America1. There are only two drugs available, nifurtimox and benznidazol which are more effective during the acute phase of the disease with more limited actions at the chronic phase and some side effects might appear leading to treatment interruption2,3. This indicates the need for new efficacious, selective and well tolerated drugs. In this work, we determined the in vitro activity of four semi-synthetic compounds related to (2nitropropenil)-thiophene (Figure 1) against the parasitic and culture forms of T. cruzi. Controls of citotoxicity were performed on Vero cells. The IC50 value for each compound was calculated (Figure 2). According to our results, there are important differences between toxic concentrations against Vero cells and active concentrations against all parasitic forms, which suggest some specificity of the four compounds for the parasites as compared to mammalian cells. Also, amastigotes and epimastigotes exhibited different degrees of susceptibility to the different compounds. The most remarkable differences correspond to compound N1 which could be improved by chemical modifications of the molecule in order to increase activity and decrease toxicity. References 1. Dias JPC, Silveira AC & Schofield CJ 2002. Mem. Inst. Oswaldo Cruz. 97:603-612. 169 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. 3. P 075 Urbina JA & Docampo R 2003. Trends Parasitol. 19: 495-501. Coura JR & De Castro SL 2002. Mem. Inst. Oswaldo Cruz. 97: 3-24. 170 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 076 Actividad antibacteriana de una epifita y su forofito Herrera F. María del Carmen1, Tapia A. Rafaela2, García S. Ma. del Consuelo2, Espinosa S. Inés2, Hahn Otto1, Vega A. Elisa2. Departamentos de 1Biologia y 2Ciencias de la Salud. Universidad Autónoma Metropolitana IztapalapaMexicoD.F. Apto. Postal 55-535. e-mail [email protected]. [email protected] Tillandsia recurvata es una epífita de amplia distribución en el Valle de Zapotitlán Puebla. Abunda sobre Cercidum praecox. T. recurvata se emplea en medicina tradicional mexicana para tratar diferentes padecimientos de piel, digestivos y respiratorios. C. praecox se utiliza como analgésico , en el Noreste de Argentina la emplean para tratar afecciones bronquiales, trastornos digestivos, afecciones renales y como alucinógeno. Se determinó la actividad antibacteriana in vitro de T. recurvata y C. praecox. Para T. recurvata se empleó la planta completa, se prepararon los extractos por maceración durante 48 horas a temperatura ambiente empleando hexano, acetato de etilo, metanol y agua. Para C. praecox se emplearon las hojas secas y molidas , obteniendo los extractos de la misma manera que para T. recurvata. Los extractos se filtraron, concentraron y se prepararon diluciones, que se aplicaron a discos de papel filtro en cantidades de 1.0; 10.0 y 100 g/disco. Como control negativo y positivo se usaron dimetilsulfóxido y una mezcla de penicilina-estreptomicina respectivamente. Las cepas bacterianas empleadas fueron B. subtilis, S. aureus, S. typhi, S. flexneri, E. coli, P. mirabilis y S. typhimurium en concentración de 3x108 bacterias/ml. Los cultivos y los discos se incubaron a 37°C durante 24 horas. Los resultados se evaluaron midiendo el halo de inhibición. Los extractos de T. recurvata obtenidos con hexano y metanol inhibieron el crecimiento de microorganismos gram negativos, el de Acetato de etilo inhibió el crecimiento de microorganismos gram negativos y gram positivos. En el C. praecox, el extracto metanólico inhibió a B subtilis y a todas las bacterias gram negativas. El de acetato de etilo inhibió el crecimiento de P mirabilis y S. Aureus. El hexánico inhibio el crecimiento de P.mirabilis el obtenido con acetato de etilo inhibió el crecimiento de P. mirabilis y S. Aureus. Palabras clave: tillandsia, cercidium.inhibición, extractos 171 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 077 Caracol de jardín Helix aspersa fuente de proteina Herrera F. Ma. Del Carmen1, V. Melo2, J. Rivero1, O. Hahn1. 1UAM-I Av. San Rafael Atlixco 186, Col Vicentina C.P. 09340, Iztapalapa. México D.F. 2UAM-X. Calz.del Hueso 1100. Col Villa Quietud. Coyacaán, C.P. 09460. México D.F., [email protected], [email protected], [email protected] En México, como en otros países del mundo, existe un alto grado de desnutrición debido a problemas socio-económicos. Principalmente en regiones rurales y subrurales los campesinos tienen una alimentación monótona y deficiente en proteínas, lo que da como resultado una disminución en la capacidad de trabajo así como vulnerabilidad a diversos padecimientos, principalmente respiratorios y gastrointestinales. El caracol Helix aspersa, invertebrado muy apreciado en diversos países de Europa está ampliamente distribuido en el campo y en jardines urbanos, y disponible en México principalmente en la temporada de lluvias. Se llevó a cabo un estudio de este molusco para determinar la disponibilidad, identificación y evaluación de nutrimentos en base seca de acuerdo a la metodología del AOC (1995). Los resultados obtenidos fueron: proteínas 61.05%; lípidos 5.61%; materia inorgánica 9.70%; fibra 0.81%; extracto libre de nitrógeno ó carbohidratos solubles 23.83%. Los caracoles tienen un alto contenido en proteínas y minerales, mayor que otros alimentos de consumo tradicional; son una buena fuente de energía proveniente de los carbohidratos solubles, bajos en grasas y con un contenido de fibra insignificante, por tanto se recomienda su consumo acompañado de otros alimentos ricos en fibra, están disponibles a lo largo del año con mayor abundancia en época de lluvias y son de fácil captura. Su consumo en México es básicamente como botana. Se separan de su concha golpeándola ligeramente después de congelarlos. 172 P 078 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Fatty acid composition of lipids in wild underutilized green leaves of Mexico Ma. del Carmen Herrera1, Virginia Melo2, Jorge Rivero1, Otto Hahn1, Cristina Sánchez2, Consuelo Moreno2 1UAM-I Av. San Rafael Atlixco 186, Col Vicentina C.P. 09340, Iztapalapa. México D.F. 2UAM-X. Calz.del Hueso 1100. Col Villa Quietud. Coyoacan, C.P. 09460. México D.F. [email protected], [email protected], [email protected] The health of wild underutilized green leaves of Mexico are not well recognized by nutritional and medical scientists, but intake by population in Mexico are below recommendations. There are not reports that link wild green leaves consumption with reduced risk of chronic diseases such as cardiovascular and cancer diseases. Important components of underutilized green leaves include fatty acids particularly monounsaturated (MUFA) and polyunsaturated (PUFA), like omega 3 and omega 6 that have positive impact on human health. The lipid content and fatty acid (FA), composition are affected by several factors, as environment cultivar, madurity, species, harvest, diet and preparation techniques. Although underutilized green leaves are generally acceptable by people of rural communities and urban cities as human foodstuff; most species of fresh green leaves verdolaga (Portulata oleracea L.), chaya (Cindoscolus chayamansa M.), and quelite (Chenopodium berlandieri M.), quintoniles (Amaranthus hybridus). Were studied to promote benefits among population. The results were: Plants Verdolaga, Portulaca olaracea L. Chaya, Cindoscolus chayamansa M. Quelite, Chenopodium berlandieri M. Quintoniles, Amaranthus hybridus MUFA PUFA 3 TFA SFA 0.35 0.84 0.61 1.35 0.16 0.41 0.72 0.51 1.83 0.21 0.12 0.71 0.56 1.39 0.27 0.29 068 0.65 1.31 0.35 173 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 079 Procambarus bouvieri O. an underutilized animal species source of macronutrients for human nutrition Ma. del Carmen Herrera1, Virginia Melo2, Jorge Rivero1, Otto Hahn1, Cristina Sánchez2, Consuelo Moreno2. 1UAM-I Av. San Rafael Atlixco 186, Col Vicentina C.P. 09340, Iztapalapa. México D.F. 2UAM-X. Calz.del Hueso 1100. Col Villa Quietud. Coyoacan, C.P. 09460. México D.F. [email protected], [email protected], [email protected] Procambarus bouvieri O. is a crayfish consumed in Mexico since ancient times by different social groups with high demand as a good source of macronutrients. It can be gathered in fresh water banks, rivers, streams, dams, ponds and swamps all year round, among aquatic vegetation, in clean and oxygenated water. This crustacean species is important as foodstuff by its size as well as their nutritional value. Research was carry out to assess macronutrient composition of edible tissue of this organism. Cryfish were collected with a water net at bank river of Santa Catarina dam at Michoacán State in México, during wet and dry seasons. Samples of 12 cm length were transport in plastic containers with dam water to be identified and qualitative and quantitave analyzed in dry basis by AOAC 1995 Methods. Data obtained: crude proteins 55.45%., inorganic material 11.77%., crude lipids 12.29%., crude fibre 1.89%; soluble carbohydrates 18.60%. Crayfish is a good source of macronutrients, are available all year round, but must be storage refrigerated or frozen for intake after long time. 174 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 080 Estudio de los componentes volatiles de Annona muricata L. y la Annona cherimolia Mill., que crece en el estado Mérida, Venezuela Hoyos Z, Rojas L, Carmona J, Usubillaga A. Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad De Los Andes Urb. Campo de Oro C.P. 5101 Mérida, Venezuela. Email: [email protected]. La Anonna muricata L. y la Anonna cherimolia Mill., corresponden al orden Magnoliales, familia Annonaceae. Son árboles de unos 5 a 8 metros de altura aproximadamente; Aunque ambas crecen en América Tropical, la Anonna cherimolia Mill. es propia del clima subtropical siendo cultivable en clima tropical a alturas mayores de 900 metros s.n.m.; La primera posee una fruta muy delicada de color verde oscuro cubierta de espinas suaves de cáscara muy delgada; el fruto de la Anonna cherimolia Mill. tiene forma cordiforme, cubierto de escamas, y es de color verde pálido. Ambas son utilizadas por sus propiedades anticancerígenos, antimicrobianas y antifúngicas gracias a la diversa cantidad de acetogeninas que poseen. En este trabajo se realiza un estudio comparativo de los aceites volátiles de estas dos especies de Annonáceas para lo cual se empleó 420g de partes aéreas de la Anonna muricata L., y 330g de la Anonna cherimolia Mill., que fueron sometidas a hidrodestilación empleando la trampa de Clevenger por 3 horas obteniendo 0.3 ml de un aceite de color amarillo y 0.4 ml de un aceite blanquecino respectivamente. El análisis de los aceites de las dos especies de annona, se realizo por cromatografía de gases empleando un equipo de Marca Pekín Elmer modelo Autosystem equipado con una columna AT-5 de 60m de largo y 0,25 mm de diámetro, también se uso un sistema GC/MS Hewlett Packard MSD 5973 con una columna de fenil-metil-polisiloxano de 30 m x 0,25 mm (HP-5). La identificación de los componentes se realizo con ayuda de una librería Wiley Ms Data (sexta edición, 275 K Spectra). Se obtuvo como componentes mayoritarios: para la Anonna muricata L. el beta-Cariofileno 21,27%, alfa-Bergamontene 7,89%, Germacrene D 8,83%, Valencene 14,20% y para la Anonna cherimolia Mill. el Germacrene D 46,56%, bicyclogermacrene 11,66%, beta-Cariofileno 6,08%, Germacrene B 5,51%. Referencia 1. Aristeguieta Leandro (1973), Familias y Géneros de los Árboles de Venezuela: Caracas; Venezuela. 2. Griggs Pat (1996), Plantes Aromatiques et Médicinales : Paris, Francia 3. Gill Ricardo y Carmona Juan,(2003) Herbolario Tradicional Venezolano; Mérida, Venezuela. 175 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 081 Composición química del aceite esencial de las hojas de Artemisia absinthium L. que crece en Tovar-Edo MéridaVenezuela Mora F.2, Huelvas P.2, Rojas, L.1, Usubillaga, A.1 1Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis; 2Jardín de Plantas. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Urb. Campo de Oro; Universidad de Los Andes. Mérida-Venezuela.e-mail: [email protected] El género Artemisia pertenece a la familia Compositae (Asteraceae) y está representado por cerca de 350 especies. La Artemisia absinthium (Ajenjo) es un arbusto aromático originario de Europa. Es utilizado como aperitivo, en complicaciones gastrointestinales, carminativo. El aceite esencial de esta planta ha sido estudiado en diferentes países y se han reportado diversos quimiotipos, muchos de ellos difieren según su origen1. En el presente trabajo se reporta, por primera vez, el análisis de los componentes volátiles del A. absinthium que crece en Tovar (950 m.s.n.m.), Edo Mérida-Venezuela. Hojas frescas de la planta fueron sometidas a hidrodestilación empleando la trampa de Clevenger por dos horas obteniendo de 1Kg de hojas, 1,2 mL de aceite. La identificación de los componentes se realizó mediante un sistema GC/MS Hewlett Packard MSD 5973, con una columna de fenil-metil-polisiloxano de 30m por 0,25mm (HP-5). La identificación de se realizó con ayuda de una librería Wiley MS Data (6ª Edición, 275K Spectra). Un total de 30 constituyentes fueron identificados siendo los mayoritarios: alfa-tujona (55,13%), canfeno (2,56%) y Chamazulene (10,47%). Referencias: 1. Basta, et al (2007). J.Essent. Oils Res., 19, 316-318. 2. Adams (1995). Identification of Essential Oil Components by Gas Chromatography Mass Spectroscopy. Allured Publishing.Illinois. 176 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 082 Analysis of commercial products containing proanthocyanidins: evaluation of different methods Comai S, Dall’Acqua S and Innocenti G Department of Pharmaceutical Sciences, University of Padova, Via F. Marzolo 5, I-35131 Padova, Italy. Herbal medicine and functional food markets are experiencing a fast grow and development. Proanthocyanidins (PAs) and anthocyanidins are constituents of the berry fruits known to have antioxidant and radical scavenging properties; they are used for their health promoting effects especially in the cardiovascular field, cancer and arteriosclerosis as well as for treating non complicated urinary infections. Due to the diversity of structures within these compounds, the isolation and the analysis of PAs and the choice of standard reference compounds for the quantitative analysis remain points of discussion. Nowadays, the amount of PAs is performed with several methods yielding non comparable values of active principles in different extracts. Most of the spectrophotometric methods, referred to Bate-Smith assay [1], are widely applied for the simplicity and applicability. The HPLC methods are divided in normal and reversed phase using silica or C-8 and C-18 RP columns, respectively [2,3]. For this reason, we aimed to compare previously published analytical procedures to set the proanthocyanidin contents in seven commercial products with declared titles as total PAs varying from 1% to 30% and to propose a RP-HPLC method for their determination. HPLC methods are in our opinion more suitable, compared to spectrophotometric ones, because they are more accurate and allow to obtain the fingerprint of the extract. The obtained results show that it is difficult to compare the commercial products when the PAs evaluation is performed with different analytical methods. Our data show the need of reliable and accurate methods for quali-quantitative PAs extracts analysis. References 1. Bate-Smith, E.C. (1975), Phytochemistry, 14, 1107. 2. Krenn, L. et al. (2007), Pharmazie, 62, 803. 3. Schofield, P. et al. (2001). Anim Feed Sci Tech, 91, 21. 177 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 083 Echinacea spp. microwave assisted extraction, HPLC evaluation of polysaccharide and secondary metabolites Dall’Acqua S1, Bisonni G1, Albertin V1, Aiello N2 and Innocenti G1 1 2 Department of Pharmaceutical Sciences, University of Padova, Via F. Marzolo 5, I-35131 Padova, Italy. CRA-MP, Piazza Mons. Nicolini, 6, 38100 Trento Italy Echinacea spp. are widely used in the pharmaceutical and nutraceutical marked as immunostimulating herbal ingredient [1]. Papers point out that some immunomodulating properties are related to polysaccharide fractions [2]. Recent data revealed that some echinacea alkammides potently activate CB2 cannabinoid receptors [3] suggesting a potential role in the immunostimulating mechanism. In addition, the alkyl amides are the only components of Echinacea extracts found to cross the intestinal barrier, and they have been reported to display anti-inflammatory activity. Despite this echinacoside and chicoric acid are the marker compounds that are considered for assessing quality of this herbal drug. In this paper we present the use of microwave assisted extraction of polysaccharide and secondary metabolites from Echinacea roots. Fast RP-HPLC method was used for secondary metabolite quantification. In addition quali-quantitative analysis of the water soluble polysaccharide was performed by HPLC-SEC. The three different species, E. pallida, purpurea and angustifolia, were considered and polysaccharides, polyphenols and alkammides were quantified. Microwave assisted extraction (MASE) could be applied for the quality control of Echinacea roots as an easy and fast extraction method. Fast-RP-HPLC and HPLC-SEC methods were developed for the quali-quantitative analysis of roots. Acknowledgements: The authors are grateful to Regione Veneto for the financial support (EVUA project) References 1. Barrett.B. (2003), Phytomed, 10, 66. 2. Morazzoni, P. et al. (2005), Fitoterapia, 76, 401. 3. Raduner, S. et al. (2006), J Biol Chem, 281,14192. 178 P 084 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Recursos fitoterapéuticos inflamatorias en las raquialgias mecánico- Jorge Cruz1, Juan Jiménez1, Bienvenida Rodríguez1, Carla Jiménez2, Ricardo Navarro1, Jesús Sánchez1 1 Universidad de Las Palmas de Gran Canária. Islas Canarias. España; Madrid. España 2 Universidad San Pablo-CEU. Introducción: En general las enfermedades del aparato locomotor y en particular las referidas a la columna vertebral son procesos de gran prevalencia en nuestro medio. La artritis, y su amplio espectro de patologías, y la artrosis constituyen el origen fundamental de trastornos del aparato locomotor y por extensión de las afecciones dolorosas de la columna vertebral: cervicalgias y cervicobraquialgias, dorsalgias, lumbalgias y ciatalgia,… El uso de la fitoterapia en estas enfermedades puede suponer no sólo una alternativa al tratamiento con AINEs, sobre todo en aquellos casos de pacientes polimedicados o que toleran mal este tipo de tratamientos debido a la aparición de efectos secundarios importantes y precoces, sino también la posibilidad de combinar ambos tipos de fármacos (de síntesis química y fitofármacos), con el objeto de disminuir la dosis y, por tanto, reducir la incidencia o la gravedad de esos efectos adversos. Objetivo: Seleccionar aquéllas plantas medicinales o medicamentos tradicionales de plantas de las que, según la bibliografía actualizada, exista suficiente evidencia científica y garantías de calidad, seguridad y eficacia para su utilización como opción alternativa o complementaria a la utilización de AINEs en el tratamiento sintomático del dolor mecánico-inflamatorio provocado por las afecciones de la columna vertebral. Especies: Harpagophytum procumbens D.C., Salix purpurea L., Salix daphnoides Vill., Salix fragilis L., Urtica dioica L., Urtica urens L., Filipendula ulmaria L., Betula pendula Roth., Betula pubescens Ehrh. 179 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 085 Estudio fitoquímico de la planta Munnozia senecionidis Benth. Lara J, Rojas L, Carmona J Instituto de investigaciones. Laboratorio de Productos Naturales, Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de los Andes. Mérida 5101 Venezuela. e-mail: [email protected] La planta Munnozia senecionidis Benth. pertenece a la familia Asteraceae. Esta familia se caracteriza por ser una de las que presenta un mayor numero de plantas con flor del planeta y abarca unos 1.500 géneros y unas 20.000 especies distribuidas por todo el mundo1. Gran número de estudios muestran que las plantas de esta familia han sido utilizadas por sus múltiples propiedades curativas. El género Munnozia se encuentra distribuido principalmente en países de América del sur y en menor cantidad en América central2. 600g de hojas frescas de la especie fueron recolectadas en la vía hacia los pueblos del sur en Mérida estado Mérida, Venezuela estás fueron secadas y molidas. La extracción y separación de productos se llevo a cabo utilizando inicialmente hexano, Luego etanol y finalmente agua para obtener extractos de distintas polaridades. El extracto obtenido de hexano fue fraccionado en una columna cromatográfica obteniéndose 10 fracciones, en la segunda fracción se detectó mediante TLC la presencia de dos compuestos, los cuales fueron separados por cromatografía de columna, el análisis de estos compuestos se realizó empleando técnicas espectroscópicas de RMN 1H, y RMN 13C y Espectroscopia de Masas evidenciándose que se trata de compuestos de tipo triterpenos de la serie oleanano. La identificación detallada y total de estos compuestos se esta llevando a cabo mediante técnicas de RMN bidimensionales. Referencias 1. Bremer, K., (1994) Asteraceae: Cladistics & Classification. Timber Press.: Portland, Oregon (USA). 2. Heywood, V. et al.1977. The Biology and Chemistry of the Compositae, Eds. Academic Press Inc. London, Vol. 2. 3. Fournet, A.; et al. (1993) Phytother Res, 7, 111-115. 180 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 086 Byrsonima fagifolia Niedenzu apolar compounds with antitubercular activity C.T. Higuchi1, M. Sannomiya2, F.R. Pavan1, S.R.A. Leite2, D.N. Sato3, S.G. Franzblau4, L.V.S. Sacramento1, W. Vilegas2, C.Q.F. Leite*,1 Unesp, Faculdade de Ciências Farmacêuticas, Rodovia Araraquara-Jaú km 01, Araraquara/SP, Brasil, e-mail: [email protected] ; bUnesp, Instituto de Química. Rua Francisco Degni s/n, Araraquara/SP, Brasil; cInstituto Adolfo Lutz, Rua Minas, 887, Ribeirão Preto, SP, Brasil; d Institute for Tuberculosis Research, University of Illinois at Chicago, USA 1 Mycobacterium tuberculosis, the agent of tuberculosis, is responsible for high mortality, killing worldwide roughly 1.7 million people annually. The increasing of the multidrug resistant (MDR) tuberculosis (TB) today turns urgent the search of new synthetic or natural tuberculostatic drugs. Byrsonima fagifolia Niedenzu (IK) is a native species from Brazilian Cerrado . In Brazilian folk medicine the leaves of B. fagifolia are used as an antiemetic, diuretic, febrifuge and to treat peptic ulcers. The aim of this study was to describe the isolation and identification of B. fagifolia leaves chloroform extract compounds and to determine their antimycobacterial activity. The fractionation leds to the isolation of active antitubercular compounds alkane dotriacontane (Minimal Inhibitory Concentration - MIC, 62.5 µg/mL), and triterpenoids as bassic acid (MIC 2.5 µg/mL), α-amyrin acetate (MIC of 62.5 µg/mL), a mixture of lupeol, α- and β- amyrin (MIC of 31.5 µg/mL) and a mixture of lupeol, and acetates of α- and β- amyrin (MIC 31.5 µg/mL). The antimycobacterial activity was determined by the Microplate Alamar Blue Assay (MABA) and the structures of promising compounds were determined by spectroscopic analysis. This investigation constitutes the first report of a chemical and antitubercular study of apolar compounds from B. fagifolia Niedenzu (IK). Acknowledgements: FAPESP for grants and financial support 181 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 087 Evaluation of anti-Mycobacterium tuberculosis activity of fractions from Campomanesia adamantium Berg. (Myrtaceae) F.R. Pavan1, R.G. Coelho2, C.A.L. Cardoso3, I.D. Coutinho2, N.K. Honda2, S.R.A. Leite3, D.N. Sato5, W. Vilegas4, C.Q.F. Leite1,* UNESP, Faculdade de Ciências Farmacêuticas, SP, Brazil ; 2UFMS, Departamento de Química, Campo Grande, MS, Brazil; 3UEMS, Curso de Química, Dourados, MS, Brazil; 4UNESP, Instituto de Química, SP, Brasil; 5Instituto Adolfo Lutz, SP, Brasil; e.mail: [email protected] 1 Tuberculosis (TB) remains an important public health problem worldwide and the epidemiology of TB is severely affected by the development of multi-drug resistance. Natural products and/or their semi-synthetic derivatives can lead to novel antimycobacterial drugs. Campomanesia adamantium Berg. (Myrtaceae) is a small tree and its fruits are widely used to make liqueurs, juices and sweets. The infusion of the leaves is used in popular medicine as depurative, anti-diarrhoeic, cleanser, anti-rheumatic and to decrease the blood cholesterol. This study aimed to evaluate the anti-M. tuberculosis activity of extracts and fractions of C. adamantium and also to identify and quantify the compounds present in the active fractions. Eight compounds from C. adamantium were identified as flavanones and chalcones and six compounds were quantified by HPLC-DAD. The results showed that the compounds are qualitatively and quantitatively different within of the fractions analyzed. The fractions exhibited range of 34.7-330.0 mg/g of the compounds contents analyzed. The anti-M. tuberculosis activity of fractions range from MIC of 39 to >250 μg/mL. The better results of 39 μg/mL were verified for two fractions contain bigger quantities of the compounds: 5,7-dihydroxy-6,8-dimethylflavanone and 2´,4´-dihydroxy-6´-methoxy-3´-5´-dimethylchalcone. Acknowledgements: FUNDECT, FAPESP , CNPq and Capes for grants and financial support and for Marcos Sobral for the identification of C. adamantium. 182 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 088 Antitubercular activity of metabolites isolated from Phomopsis stipata K.A. Prince1, R. Sordi2, A.C.B. Santos1, F.R. Pavan1, A.R. Araujo2, S.R.A. Leite2, C.Q.F. Leite1 1 Unesp, Faculdade de Ciências Farmacêuticas, Araraquara, SP, Brasil. 2 Unesp, Instituto de Química, Araraquara, SP, Brasil. e-mail: [email protected] In the world there is the urgent need to find out new synthetic or natural tuberculostatic drugs, due to the increasing of Mycobacterium tuberculosis multidrug resistant strains. The tuberculosis agent kills roughly 1.7 million people annually. The aim of this study was to describe the activity against Mycobacterium tuberculosis of secondary metabolites produced by the endophytic fungus Phomopsis stipata. The fungus was isolated from plant species Styrax camporum Pohl, native from Brazilian "cerrado" (savannah-like vegetation). The fungus P. stipata was cultivated in different media and the crude extracts were obtained from ethyl acetate extraction. The antimycobacterial activity of crude extracts was determined by the Microplate Alamar Blue Assay (MABA) using Mycobacterium tuberculosis H37Rv, and the toxicity was evaluated on the promising extracts using macrophage cell line culture technique. The antimycobacterial activity of the crude extracts was different according to the culture medium. According Gu et al., the crude extracts that exhibit MIC equal to or lower than 125 μg/mL are considered promising. The crude extract from mold growth on corn medium presented the best MIC of 31,25 μg/mL, followed by that originating from Potato Dextrose Broth (PDB), with MIC of 62,5 μg/mL, and from Czapek medium with MIC of 125 μg/mL. For others extracts the MIC was of 250 μg/ml. The crude extracts of fungus from corn medium and from PDB, the more assets against M. tuberculosis, showed just little toxicity on macrophages. Acknowledgements: This research was financially supported by FAPESP. 183 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 089 In vitro anti Mycobacterium tuberculosis activity of some Brazilian “Cerrado” plants F.R. Pavan1, S.R.A. Leite2, C.T. Higuchi1, D.N. Sato3, A.C.B. Santos1, W. Vilegas3, C.Q.F. Leite1 UNESP, Faculdade de Ciências Farmacêuticas, Araraquara, SP, Brasil. 2 UNESP, Instituto de Química, Araraquara, SP, Brasil. 3 Instituto Adolfo Lutz, Ribeirão Preto, SP, Brasil. e-mail: [email protected] 1 The current escalation of multidrug resistant tuberculosis today worries the sanitary authorities of the whole world, mainly in developing countries, where the situation is more severe. Thence, it is urgent the search of new synthetic or natural tuberculostatic drugs. We have screened plants of Brazilian "cerrado" region (savannah-like vegetation) with activity against Mycobacterium tuberculosis. People of the area use many native species as natural drugs to treat several illnesses, including tuberculosis (oral tradition). We tested the chloroform and methanol extracts of 37 plant species distributed among 17 families from Brazilian cerrado against Mycobacterium tuberculosis H37Rv. The fresh leaf, bark, fruits, chapter and scapes of plants were collected at Brejinho de Nazaré, Tocantins State, Brazil (11°01' S, 48°34' W, elevation 240m). The air-dried and powdered material was extracted with chloroform and methanol, and the solvents were evaporated at temperature of 60 ºC to yield the respective extracts. For each one we determined the Minimum Inhibitory Concentration (MIC) by Microplate Alamar Blue Assay (MABA). Gu et al. considered active the plant extracts that can prevent growth of M. tuberculosis at concentration (MIC value) of ≤128 μg/mL. Crude extracts from 17 plants showed MIC value of ≤ 125 μg/ml and three of 31.2 μg/mL. These results suggest that the Brazilian cerrado flora may be a source of plants with active antiM. tuberculosis constituents extractable by polar and apolar solvents. Acknowledgements: This research was financially supported by FAPESP/BIOTA and CNPq. 184 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 090 Citrus bergamia juice reduces risk of aortic wall desease Leuzzi A.1, Campolo L.1, Lauriano E.R.2, Lauricella G.1, Silvestri G.2, Mondello M.R.1 1 2 Pharmaco-Biological Department, School of Pharmacy, SS. Annunziata, 98168 Messina, Italy Department of Foods and Environmental Sciences. Sal. Papardo, 98168 Messina, Italy Citrus bergamia Risso & Poiteau is a small tree (fam. Rutaceae) that grows in the jonica cost, in Reggio Calabria, which have particular meteo conditions, and also grows in Brazil. The fruit is used mostly for the extraction of its essential oil from the peel, widely used in cosmetic, food industries and pharmaceutical [1]. Literature data show that juice hypolipidemic effect can be correlated to several components as flavonoid glycosides [2,3], pectins and ascorbic acid, which have high antioxidant potential and interfere on cholesterol metabolism [4]. Because C. bergamia juice showed hypolipidemic properties and reduces hepatic and kidney parenchyma diseases [5], our study was focused on C. bergamia juice anti -atherogenic effects. The study was performed on the aortic wall of treated rats with hypercholesterolemic diet and C. bergamia juice, from “Fantastico” and “Femminello” cultivar in Melito P.S. (RC) for 30 days. A group of control rats was feeded with hypercholesterolemic diet only. Results show that juice treatment reduces the upsetting of atherosclerosis plaque within the aortic wall, decreasing the foam cells, when compared with control rats. Probably C. bergamia juice flavonoids prevent atherosclerosis plaque formation and could be considered powerful supplement for coronary disease, due to their LDL anti-oxidation properties [6]. Infact LDL are responsible for flogistic reaction of atherogenesis [7]. These observations suggest that the positive effect of C. bergamia may reduce the risk of some cardio vascular diseases by its radical scavenging function and hypocolesterolemic action. References 1. Hertog, M.G. et al. (1993), Lancet. 342, 1007-1011 2. Calabrò, M.G. et al. (2004), J. Pharmacol. Biomed. Anal., 35, 349-363 3. Gattuso, G. et al. (2006), J. Agric. Food Chem. 54, 3929-3935 4. Miceli, N. et al. (2007), J. Agric. Food Chem. 55, 10671-10677 5. Monforte, M.T. et al. (1995), Il Farmaco 50, 595-599 6. Fuhrman, B. et al. (1995), AM J. Clin. Nutr. 61, 549-544 7. Mandalari, G. et al. (2006), J. Agric. Food Chem. 54,197-203 185 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 091 Effects of grape supplementation on acute trinitrobenzene sulphonic acid–induced colitis in rats Anderson Luiz-Ferreira1, Ana Cristina Alves de Almeida1, Jailson C. Dias2, Cibele Lima Albuquerque1, Erika Suzuki3, Eduardo Augusto Rabelo Socca1, Vinícius Camargo Penteado1, Felipe Meira de-Faria3, Lauro Tatsuo Kubota2, Alba R. M. Souza-Brito1. Universidade Estadual de Campinas, Departamento de Fisiologia e Biofísica, Campinas, CP 6109, Brazil, 2Univeridade Estadual de Campinas, Departamento de Química Analítica, Campinas, CP 6154, Brazil, 3Universidade Estadual de Campinas, Departamento de Farmacologia, Campinas, CP 6111, Brazil. 1 Background: The polyphenolic phytoalexin resveratrol is a naturally occurring stilbene found in a variety of foods, including grapes and red wines. Previous reports demonstrated that resveratrol regulates many biological activities, among them oxidation and inflammatory regulation [1, 2]. Infiltration of leukocytes into the mucosa has been suggested to contribute significantly to tissue necrosis and mucosal dysfunction associated with colitis [3]. Activated neutrophils catalyze, through the enzyme myeloperoxidase (MPO), the formation of potent cytotoxic oxidants [4]. MPO activity is widely used to detect and follow up intestinal inflammation. Its low activity indicates the anti-inflammatory property of a given compound [5]. Objectives: Investigate the effects of a mixture of grape skin, pulp and seeds (FU) on acute experimental trinitrobenzene sulphonic acid (TNBS)induced colitis in rat. Methods: FU (5 g/kg/day, p.o.) was administered during 2 weeks before TNBS colitis induction and during 1 week after. Colons were removed and lesions were blindly scored according to macroscopic scale. Inflammatory response was assessed by myeloperoxidase activity (MPO) determination assay. TNBS inflammation is characterized by an increased colonic wall thickness, oedema and necrosis. Results: FU reduced colonic damage score and significantly inhibited MPO activity (TNBS control - 0,073 ± 0.005 versus TNBS FU - 0,042 ± 0,003 units MPO/g). Conclusions: FU presented anti-inflammatory activity, estimated by the quantification of MPO activity. Acknowledgment: FAPESP References 1. Amorati, R., (2004), J. Org. Chem., 69, 7101–7107. 2. Alarcón de la lastra C., (2005), Mol. Nutr. Food Res., 49, 405–430. 3. Deniz, M. et al. (2004), Inflamm. Res., 53, 329–336. 4. Martín A.R. et al. (2006), Br. J. Pharmacol. 147, 873-85. 5. Veljaca, m. ET AL. (1995). J.Pharmacol.Exp . Ther., 272, 417–422. 186 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 092 Pharmacognostic study of Ampelozizyphus amazonicus: a medicinal plant used by the “Quilombolas” of Oriximiná, Brazil André Luiz Maiocchi Alves Costa1, Danilo Ribeiro de Oliveira2, Suzana Guimarães Leitão1, Gilda Guimarães Leitão2 Departamento de Produtos Naturais e Alimentos (DPNA), Faculdade de Farmácia, Universidade Federal do Rio de Janeiro, Centro de Ciências da Saúde (CCS) - Bloco A, 2º andar, salas 4 e 10. Ilha do Fundão, 21.941-590, Brasil; 2Núcleo de Pesquisa em Produtos Naturais (NPPN), Universidade Federal do Rio de Janeiro, Centro de Ciências da Saúde (CCS) – Bloco H, 1º andar, 21.941-590, Brasil. 1 Ampelozizyphus amazonicus (Rhamnaceae) is known in Brazilian Amazon by the common names of “saracura-mirá” or "Indian beer". Its barks and roots are widely used by the local people to prepare a drink with preventive properties against malaria, providing a stimulant and depurative effect. Previous investigations on this plant led to the identification of saponins. In an ethnobotanical survey conducted by our group among the Quilombola Communities of Oriximiná City (Pará State, Brazil) semi-structured interviews were carried out with 60 local people. Among the cited plants, “Saracura-mirá” stands out for its frequency of use to treat malaria, liver diseases, gastritis, general inflammations, anemia and diabetes, as well as a tonic for nerves. The barks of this plant were collected in January 2008 and were first weeded to remove the suber. After that the bark was slivered and two methods of extraction were used to obtain a 1%(w/v) final solution in distilled water. The fist method consisted of Simple Maceration where the slivers were mixed for 5min and the solution allowed to stand for 24h, and then filtered. The second method follows the Traditional Recipe from Quilombolas which consisted of shaking the slivers into the water until the formation of abundant foam which was slighted. This process is repeated 7 times. The resultant liquids were lyophilized resulting in 11,2±0,3% and 9,6±0,2% yield, respectively. These results show that the extract obtained according to the traditional method leads to possible reduction of saponin content present in the foam, corroborating the information about the traditional method of preparation. According to the Quilombolas, the aim of this procedure is the elimination of collateral effects from the plant. The foaming index (FI) of the barks was determined as FI=833, in order to appraise semi-quantitatively the saponin content of this plant. The result shows an elevated presence of this class of natural products in the bark of this plant. Acknowledgements: Quilombolas Communities from Oriximiná-PA, Brazil; CNPq/PIBIC. 187 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 092 188 P 093 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Antiproliferative and antioxidant activities of Tilia x viridis: contribution of monoterpenes and scopoletin Maria Gabriela Manuele1, Sebastian Turner1, Roberto Davicino1, Graciela Ferraro1,2, Claudia Anesini1 1 IQUIMEFA (UBA- CONICET), 2 Pharmacognosy Unit, Faculty of pharmacy and Biochemistry, UBA, Junin 956 2nd floor, Buenos Aires, Argentina. [email protected] 75 2.5 2.0 1.5 10 50 25 0 0.01 0.1 A 1 10 100 1000 10000100000 Compounds (µg/ml) 1.0 0.5 0 0.01 0.1 P r o life r a tio n (% o f in h ib itio n r e s p e c t to c o n tr o l) 20 100 1 10 C A T a c t iv it y ( U /m l) p in e n e s 125 C A T a c t iv it y ( U /m l) l im o n e n e A d r e n a lin e o x id a tio n (% o f in h ib itio n r e s p e c t to c o n tr o l) A dichloromethane extract (DME) from Tilia cordata presented selective antiproliferative action on a lymphoma (BW5147) [1]. H2O2 and O2- are related with the modulation of cell proliferation [2]. In this study the antiproliferative action, by tritiated thymidine uptake, cell viability, by MTT assay (on BW5147) and the catalase (CAT), superoxide dismutase (SOD) and peroxidase (PER) activities were studied by spectrophotometry assays of DME of Tilia x viridis and of the identified compounds (by HPLC and GC-MS). Results: Mean ± SEM of three experiments made by triplicate: Phytochemical composition (RT min): limonene (L): 7.37±0.5; α pinene (αP): 4.8 ±0.2; pinene ( P): 5.77±0.3; Scopoletin (SC): 9.5±0.1. Antioxidant activity (U/ml). DME: CAT: 0.1 µg/ml: 0.450±0.01; 1 µg/ml: 5.8±0.25; 10 µg/ml: 1.77±0.015; 100 µg/ml: 9.6±0.5; SOD: 0.1 µg/ml: 9±0.5; 1 µg/ml: 30±2; 10 µg/ml: 35±2; 100 µg/ml: 40±1; 1000 µg/ml: 60±1.5. PER (U/mlx10-4): 1 µg/ml: none act.; 10 µg/ml: none act.; 50 µg/ml: 1±0.1; 100 µg/ml: 1.17±0.1; 500 µg/ml: 1.50±0.15; 1000 µg/ml: 1.30±0.1. The compounds presented CAT,SOD and PER activities (FigsA,B). Antiproliferative action (EC50(µg/ml): DME: 4.70±0.2; L: 35±2; αP:1100±10; P:114.8±8; SC: 251±15(FigC) Cell viability (% of basal): DME: 5 µg/ml: 89±5; 100 µg/ml: 80±4; 1000 µg/ml: 6±0.2; L: 10 µg/ml: 98±5; 40 µg/ml: 6.6±0.4; 100 µg/ml: 1.3±0.1; αP: 10 µg/ml: 90±5; 40 µg/ml: 30±2; 100 µg/ml: 20±1; P: 10 µg/ml: 98±5; 40 µg/ml: 12±1; 100 µg/ml: 8±0.5; SC: 10 µg/ml: 99±6; 50 µg/ml: 98±4; 100 µg/ml: 99±7; 1000µg/ml: 68±5; 2000 µg/ml: 38±3. The antiproliferative activity and the decrease in cell viability of DME could be related to the presence of cumarins and monoterpenes and to the induction of antioxidant activity involved principally in the elimination of O2-. 0.0 100 1000 10000 Compounds(µg/ml) B Limonene ; α Pinene ; C 125 100 75 50 25 0 0.1 1 10 100 1000 10000 Compounds(µg/ml) Pinene References 189 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 1. 2. P 093 Maria L Barreiro Arcos, et al. 2006. Phytother. Res. 20, 34-40. Arnold R, et al. 2001. PNAS 98, 5550-5555. 190 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 094 Secondary metabolites from Crepis vesicaria L. (Asteraceae) Nicola Malafronte, Antonio Vassallo, Lorella Severino, Rosario Russo, Salvatore Florio, Francesco De Simone and Nunziatina De Tommasi Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno, Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano (SA), Italy; 2 Facoltà di Medicina Veterinaria, , Università degli Studi di Napoli Federico II. 1 La Crepis vesicaria L. è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae, comune in tutto il territorio nazionale e nelle isole, dalle regioni pianeggianti fino ad un’altitudine pari a 1200 m; è rara nella pianura padana, mentre risulta assente in gran parte delle Alpi. La C. vesicaria ha proprietà simili a quelle della cicoria e del tarassaco e comuni a molte erbe amare; in particolare presenta proprietà disintossicante, depurativa, diuretica ed ipoglicemizzante [1]. La C. vesicaria cresce rigogliosa in aree montane della regione Basilicata; gli allevatori attribuiscono a tale pianta i numerosi decessi che si verificano nei bovini al pascolo nel periodo della fioritura. Poiché non esistono evidenze scientifiche in grado di comprovare tale relazione, è stato intrapreso uno studio bio-assay oriented al fine di isolare i principi attivi e valutarne l’ eventuale tossicità in vitro mediante l’utilizzo di diversi modelli cellulari. Lo studio fitochimico è stato effettuato sulla pianta in toto che, dopo un preliminare sgrassamento con n-esano, è stata sottoposta ad estrazione con solventi a polarità crescente con CHCl3, CHCL3-MeOH (9:1) e MeOH. Lo studio di tutti gli estratti, attraverso varie tecniche cromatografiche quali Sephadex LH-20, DCCC, cromatografia Flash e RP-HPLC, ha portato all’isolamento di numerosi metaboliti secondari. Dall’ estratto metanolico sono stati isolati luteolin-7-O-α-Lramnopyranosyl-(1→6)-β-D-glucopyranoside [2], luteolin-7-O-β-D-glucopyranoside [3], acido 3,5 di caffeoylchinico, acido 3,4,5 tricaffeoylchinico, acido 5 caffeoylchinico, canferol-7-O-β-D-glucopyranoside. Dall’ estratto cloroformico, ancora in corso di studio, sono stati isolati 3-oxo-8 -(4-hydroxyphenyl)acetoxy10(14),11(13)-guaiadien-12,6-olide [4], 8-desacylcynaropicrin [5], onopordopicrin [6]. L’identificazione della struttura di tutti i composti è stata effettuata mediante l’utilizzo di tecniche NMR mono- e bidimensionali (1H, 13C, 1D-TOCSY, 1D-ROESY, DQFCOSY, HSQC, HMBC) e ESI-MS. Sono in corso test di attività antiproliferativa miranti ad individuare eventuali correlazioni struttura-attività su linee cellulari murine e umane in coltura continua. References 1. M. Kapiszewska, et al., (2005), Journal of physiology and pharmacology, Suppl 1, 56. 2. M. Lamidi, et al., (2006), Comptes Rendus Chimie, 9, 1309-1313. 3. H.B. Chu, et al. (2007), Zeitschrift fuer Naturforschung B: Chemical Sciences, 62, 1465-1470. 4. W. Chen, et al. (2006), Planta Medica, 72, 143-150. 191 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 5. 6. P 094 J. C. Ndom, et al. (2006), Natural Product Research Part A: Structure and Synthesis, 20, 435-442. Trendafilova, et al., (2007), Biochemical Systematics and Ecology, 35, 544-548. 192 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 095 Taurine prevents from diabetes-induced teratogenesis on mice Martínez-Galero E1, Lagunes-Ruiz V.E1, Silvar-Tinajero I1, Arroyo-Razo G.A2, Chamorro-Cevallos G1 1 Escuela Nacional de Ciencias Biológicas, IPN. Prol. de Carpio y Plan de Ayala s/n, CP 11340, México, D.F., México. 2 FES-Cuautitlan, UNAM, Av. 1o de mayo s/n, CP 54740, Cuautitlán-Izcalli, Edo. De México, México. Women with type 1 diabetes have at an increased risk of products with major congenital malformations, which have been associated with hyperglycemia, primary clinical manifestation of diabetes. Several hypotheses have been proposed to explain the mechanism whereby hyperglycemia induces dysmorphogenesis, including the increase of glycation. On the other hand, it has been shown that taurine (T), a sulfur-contained amino acid, improves glucose utilization and diminishes glycation and the production of advanced glycation end products. Thus, the purpose of this work was to explore the possibility of T preventing the teratogenic effect of diabetes on mice. Female ICR mice were mated and assigned to one of six groups: Control, 0.25% T, 0.5% T, 1% T, 2% T, Diabetes (STZ), STZ + 0.25% T, STZ + 0.5% T, STZ + 1% T, and STZ + 2% T. Diabetes was induced by an ip injection of 200 mg/kg bw streptozotocin on gestation day 7. Taurine was supplied ad libitum dissolved in the drinking water. Blood glucose and HbA1C levels were determined at gestation day 19 before animals were sacrificed to perform the teratogenic evaluation. Taurine treatment prevented from diabetes-induced exencephaly, hydronephrosis, lack of general ossification, fused ribs, as well as from hemoglobin glycation and placental and fetal parameters affectation. Data suggest that taurine, via its anti-glycation properties, protects from diabetic teratogenicity. 193 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 096 Composicion quimica y actividad antibacteriana del aceite esencial de Cordia verbenacea D.C. (Boraginaceae) Gina Meccia1, Luis B. Rojas1, Judith Velasco2, Tulia Diaz3, Mariana Contreras1, Sulymar Ramos1, Juan Carmona4 Instituto de Investigacione; 2Departamento de Microbiología y Parasitología; 3Departamento de Bioanálisis Clínico; 4Herbario. Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. 1 Cordia verbenaceae es un arbusto ampliamente distribuido en México, América Central, Venezuela, Brasil e islas del Caribe. Es conocido popularmente como salicina y cariaquito negro1. La decocción de sus hojas se utiliza en la medicina tradicional para tratar resfriados, fiebre, neumonía, dolores de cabeza, como expectorante y en ciertas enfermedades gastrointestinales y dermatológicas2. En el presente trabajo se analizó la composición química del aceite esencial de C. verbenaceae de los Andes venezolanos y se determinó su actividad antibacteriana. La planta fue recolectada vía los Pueblos del Sur (Estado Mérida) a 2800 m de altura. 700 g de hojas frescas fueron sometidas a hidrodestilación durante 3 horas, obteniéndose 1,5 ml (0,21% de rendimiento). El aceite fue analizado por Cromatografía de Gases - Espectrometría de Masas y los Indices de Kováts se determinaron por Cromatografía de Gases. Se identificaron 34 componentes (94,2%), siendo los mayoritarios: -terpineno (23,9%), biciclogermacreno (11,7%), germacreno-D (9,9%) y β-cariofileno (8,2%). Ensayos de la actividad antibacteriana por el método de difusión en agar con discos mostraron actividad contra Staphylococcus aureus ATCC 6538 y Enterococcus faecalis ATCC 29212, a una concentración inhibitoria mínima (CIM) de 170 g/ml y 200 g/ml, respectivamente. Referencias 1. Morton, J.F., 1981. Atlas of Medicinal Plants of Middle America. Vol 1. Charles C. Thomas: Springfield, IL. 2. De Carvalho Jr., P.M., Rodríguez, R.F.O., Sawaya, A.C.H.F., Marques, M.O.M., Shimizu, M.T., 2004. J. of Ethnopharm., 95: 297-301. 194 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 097 Comparative phytochemical analysis and antioxidant properties of two Italian rocket salads Melchini A1, Miceli N1, Taviano MF1, Traka M2, Saha S2, Mithen R2, Trovato A1, De Pasquale R1, Costa C3 Pharmaco-Biological Department, School of Pharmacy, University of Messina, Vill. SS. Annunziata Messina, 98168, Italy; 2Institute of Food Research, Norwich Research Park, Norwich NR4 7UA, UK; 3Interdepartmental Centre of Experimental, Environmental and Occupational Toxicology, School of Medicine, University of Messina, Via C. Valeria Messina, 98122, Italy. 1 Cruciferous vegetables are widely studied for their health benefits due partly to the high content of antioxidants, like vitamin E and C, carotenoids, polyphenols, as well as characteristic phytochemicals, known as glucosinolates (GLSs), previously demonstrated to have direct antioxidant effects [1]. In the present study, the GLS and polyphenol content of hydroalcoholic extracts of the leaves of Eruca sativa Mill. (salad rocket) and Diplotaxis sp. (wild rocket), grown in Italy, were evaluated. LCMS analysis led to the identification of four aliphatic compounds (glucoraphanin, sinigrin, 4-mercaptobutyl-GLS, glucoerucin), one indole GLS (4hydroxylglucobrassicin), and a structurally unique GLS containing a intermolecular disulfide linkage (4-(b-D-glucopyranosyldisulfanyl)butyl-GLS) present in both species, although the GLS content was higher in Eruca sativa Mill. compared to Diplotaxis sp. (60% and 20%, respectively). The total phenol content, evaluated by the Folin-Ciocalteau method [2], was higher in Eruca sativa than in Diplotaxis sp. extract (42.3±0.35 mgGAE/g extract and 31.0±0.84 mgGAE/g extract, respectively). The antioxidant properties of Eruca sativa and Diplotaxis sp. extracts were examined in two in vitro systems; butylhydroxytoluene (BHT) was used as standard. Free radical scavenging activity (DPPH test) [3] was higher in Eruca sativa than in Diplotaxis sp. extract (IC50=1.04±0.04 mg/mL and 1.75±0.04 mg/mL, respectively). In the reducing power assay [4], Eruca sativa extract was more active than Diplotaxis sp. (20.27 ASE/mL and 28.80 ASE/mL, respectively). These results suggest that the greater antioxidant activity of Eruca sativa leaf extract is related to the higher GLS and polyphenol content. References 1. Martìnez-Sànchez, A. et al. (2008), J. Agric. Food Chem., 56, 2330-40 2. Gao, X., et al. (2000), J. Agric. Food Chem., 48(5), 1485-1490 3. Ohinishi, M. et al. (1994), Phytochemistry, 36, 579-583 4. Oyaizu, M. (1986), Jpn. J. Nutr., 44, 307-315. 195 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 098 Production and characterization of extracts of Melissa officinalis with antioxidant and antimicrobial activity Teresa Mencherini, Patrizia Picerno, Antonia Cau, Nunziatina De Tommasi, Rita Aquino Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, University of Salerno, Via Ponte Don Melillo, 84084, Fisciano, Salerno, Italy. Melissa officinalis L. (Labiatae) is a perennial edible herb native to the Mediterranean region. The essential oil is recommended for its antimicrobial activity, and aqueous extracts exhibit antiviral and antioxidative properties. These biological activities have been attributed to the essential oil, flavonoids and phenolic acids. Studies on the essential oil have been extensive, but information on the non-volatile components is scarce. Thus, we now describe the isolation and characterization of six new triterpenes (1-6) and four known compounds isolated from an hydroalcoholic extract of the dried aerial parts of Melissa officinalis L. The structures of new compounds were established by spectroscopic data analysis. Compound 1 is an ursane-type saikosaponin characterized by the occurence of six rings, one of which is an epoxide bridge. Compounds 2-6 are disulfated ursolic (2-4) or oleanolic acid (5-6) derivatives [1]. The known compounds have been identified as quadranoside III, salvianic acid A, rosmarinic acid, and luteolin. The major component of both EtOH:H2O 1:1 extract and its n-BuOH soluble portion was rosmarinic acid (5.6% and 10.0% w/w of the dry extracts, respectively, determined by an HPLC analytical method). Both the extracts and rosmarinic showed a good free radical scavenging activity evaluated by DPPH test, (EC50 = 18.5, 15.2 and 3.1 μg/mL, respectively, in comparison to α-tocopherol, EC50 = 10.1 μg/mL). In addition, rosmarinic acid and both the extracts were tested for antibacterial and antifungal activities by a broth microdilution method against several Gram positive, Gram negative bacteria, a yeast and a mould using gentamicin and nystatin as controls. Antimicrobial activities were expressed as MIC (minimum inhibitory concentration) and as MBC (minimal bactericide concentration). Major bacteriostatic effect was exerted against S. aureus and S. epidermidis, by rosmarinic acid (MIC 0.12 mg/mL) and against B. spizizenii by both the extracts (MIC 0.5 mg/mL). Reference 1. Mencherini, T.; Picerno, P.; Scesa, C.; Aquino, R., 2007, J. Nat. Prod. 79 (12), 1889-1894. 196 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 099 Flavonoids from aerial parts in Mutisia Ledifolia Wedd., tribu Mutisieae (Asteraceae) María Elena Mendiondo and Berta Estela Juárez. Fac. Ciencias Naturales e Instituto Miguel Lillo. CONICET. Miguel Lillo 205/251. Fundación Miguel Lillo. San Miguel de Tucumán. Tucumán. Argentina. E-mail: [email protected] The aim of this work is to analyze the presence of flavonoids in Mutisia ledifolia leaves to contribute to their chemical knowledge. Its distribution in Argentina is in Jujuy, Salta and Tucumán, between the 3000-4200 m. Mutisia ledifolia, well-known vulgarly as "chinchircoma blanca", is a shrub of 0.5-2 m of height, with intricated branchs, alternating coriaceous leaves and dimorphic flowers. The techniques of preparation of samples, for the extraction, chromatographic separation and purification, hydrolysis and identification of flavonoids are based on the existing bibliography (Mabry et al., 1970, Markham, 1982 and Harborne, 1998). According to the obtained chromatographical profiles and the spectral ultraviolet/visible data, it is inferred that in addition to the aglycon rhamnazin (quercetin-3,7-dimethylether), the majority isolated compounds are mono and diglycosides derivative from quercetin and isorhamnetin such as quercetin-3,7diglucoside and isorhamnetin 3-glucoside and others which have been not yet identified. These results demonstrate that in the subtribe Mutisieae genera Mutisia exists a predominance of glycosilated flavonoids, in opposition to the established by (Emerenciano et al., 1987), who considers a chemosys-tematic glycosilation paramether of zero. References Harborne, J. B. (1998). Phytochemical methods. A guide to modern techniques of plant analysis. Third Edition. Chapman & Hall. London. New York. Mabry, T. J., Markham, K. R. & Thomas, M. B. (1970). The Systematic Identification of Flavonoids. Springer Verlag, Heidelberg, London, New York. Markham, K. R. (1982). Techniques of Flavonoid Identification. Academic Press. London. Emerenciano, V. de P., Ferreira, Z.S., Auxiliadora, M., Kaplan, C., Gottlieb, O.R. (1987). Phytochemistry 26 (12) : 3103. 197 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 100 Análisis de los aceites esenciales de las hojas y flores de la Chromolaena meridensis (B. L. Rob.) R. M. King & H. Rob., que crece en Mérida Venezuela Meza C, Saavedra A, Rojas L, Usubillaga A y Carmona J. Luis. Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida, Venezuela. Urb. Campo de Oro. E-mail: [email protected] La Chromolaena meridensis (B.L. Rob.) R.M. King & H. Rob., (Asteraceae), es una planta fructicosa erecta de tallo redondeado cortamente pubescente, tiene hojas opuestas brevemente perciolada, lanceolada, atenuada, acuminada en ambos extremos de 4-8 cm de largo y 1-2 cm de ancho. En el presente trabajo se estudia los componentes volátiles obtenidos de las hojas y flores de la C. meridensis. Esta fue recolectada en el sector la antena Mérida, Estado Mérida. El trabajo consistió en aislar los componentes volátiles por arrastre con vapor de agua utilizando una trampa de Clevenger, estos se identificaron por GC-MS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0,25 mm, 0,25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 4 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1,0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes de los aceites se realizó mediante comparación computarizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición). Se determinaron los índices de Kováts analizando conjuntamente las muestras con una mezcla de n-alcanos. Se extrajo el aceite esencial de las hojas y de las flores de la C. meridensis, el aceite esencial de las hojas presentó un rendimiento de 0,02 % y el aceite esencial de las flores tuvo un rendimiento de 0,01%. Del análisis del aceite por CG-EM se lograron identificar 13 componentes de las hojas y 44 componentes de las flores. De esto se logró deteminar que los compuestos mayoritarios resultaron ser: beta-cariofileno (13,49 %), beta-germacreno (55.62%) y alfa-humuleno (7.51%) para las hojas y betacaryophyllene (21.50%), ganma-curcumene (46.87%), alfa-humulene (3.20%) para las flores. Ambos aceites son ricos en componentes sesquiterpénicos. Referencias 1. Badillo, V.M. (2001). Lista actualizada de las especies de la familia Compuestas (Asteraceae) de Venezuela. Ernstia 11. 198 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 101 Intestinal motility effects and chemical profile of Operculina macrocarpa (L.) Urb. roots (Convolvulaceae) Michelin, D.C.1,2, Rinaldo, D.3, Sannomiya, M.3 ,Vilegas, W.3,Salgado, H.R.N. 1 Programa de Pós-Graduação em Fármacos e Medicamentos, Faculdade de Ciências Farmacêuticas, Universidade Estadual Paulista Rodovia Araraquara-Jaú, km 1, CEP.14801-902, Araraquara – SP – Brasil. e-mail: [email protected] ; 2 Curso de Farmácia, Centro Universitário Herminio Ometto – UNIARARAS - Av. Dr. Maximiliano Baruto, 500 - Jd. Universitário | CEP: 13607-339, Araras SP – Brasil; 3 Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, Universidade Estadual Paulista Rua Francisco Degni s/n, CEP.14801-902, Araraquara – SP – Brasil. Operculina macrocarpa (L.) (Urb.), Convolvulaceae, popularly known as 'batata-depurga', is used by the population as a laxative. The aim of this work was to evaluate the laxative activity of the root of this plant, by intestinal motility test and phytochemical characterization by HPLC (High Performance Liquid Chromatography of this specie. The laxative activity was evaluated by different experimental models for the hydromethanolic extract, tea and caffeic, chlorogenic and ferulic acid. The results showed that hydroethanolic extract, tea and phenolic acids had significant activity in experimental model tested. Chemical profile of ethanolic extract and tea was carried out by HPLC and this technique could identify caffeic, chlorogenic and caffeic acid dimer. The results obtained in the chemicalpharmacological study of Operculina macrocarpa are fundamental for the future development of a pharmaceutical product with standarts of safety and efficacy of use for the population. Acknowledgements: This work was supported by PADC-FCF-UNESP, CAPES-Brazil and CNPq-Brazil. References 1. Michelin DC. et. al. 2004, Revista Brasileira de Farmacognosia, 14:105. 2. Pereda-Miranda R. et.al. 2003, Current Topics Medicinal Chemistry, 3:1. 3. Truong VD. et.al. 2007, Journal Of Food Science, 72:C343. 4. Oleszek W. et.al. 2006, Journal of Chromatography A, 1112:78. 199 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 102 Estudio comparativo de los aceites esenciales de Mangifera indica recolectadas a diferentes altitudes del estado MéridaVenezuela Molina A, Rojas L, Usubillaga A Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universalidad de los Andes. Urb. Campo de oro Mérida Venezuela C.P. 5101 email: [email protected] Mangifera indica perteneciente a la familia Anacardiácea, conocida comúnmente como mango, es un árbol siempre verde de tamaño mediano a grande que típicamente crece a una altura de 25 metros con una copa redondeada y muy densa, con hojas verde oscuro y un tronco robusto con corteza gruesa y áspera. El mango, nativo del Asia tropical, ha sido plantado a través de todo el trópico, de semiárido a húmedo, y el subtrópico. Las hojas, las flores secas, las frutas verdes, las semillas, la corteza y la gomorresina se usan medicinalmente para el tratamiento de una gran variedad de enfermedades, en el tratamiento de heridas de la piel, enfermedades digestivas y del aparato respiratorio. Se reporta que los extractos foliares exhiben una actividad antibacteriana y antifungica de amplio espectro. En el presente estudio se muestra la comparación de los componentes volátiles de dos individuos de M. indica. El primero fue recolectado en Mérida a 1650 m.s.n.m, y el segundo en el Vigía a 133 m.s.n.m. Para la separación de los componentes se aplicó la hidrodestilación empleando la trampa de clevenger por 2 horas, obteniendo 0,1 y 0,06 % de rendimiento respectivamente. La identificación de los componentes se realizó utilizando un sistema GC/MS hewlett packard MSD 5973 con una columna de fenil-metil-polisiloxano de 30m por 0,25mm (HP-5). Además de utilizar una librería Wiley MS Data (Sexta edición, 275K Spectra). Los componentes identificados para la especie de Mérida fueron: Cariofileno(25,15%), -Gurjuneno(34,09%), -Humuleno(15,96%), Ledeno(10,30%) y en la muestra de el vigía: -Gurjuneno(25,47%), -Humuleno(20,46%), Cariofileno(33,40%), Bicliclobermacreno(8.97%). Los aceites obtenidos de las dos especies presentan diferencia en cuanto a la presencia de ledeno y biciclobermacreno y a su rendimiento, esta discrepancia puede ser debida a la diferencia de altitud y condiciones topográficas del terreno. Agradecimiento: Dirección de asuntos estudiantiles (DAES) Universidad de los Andes. Referencias 1. Parrotta john (1993) Mangifera Indica L. Mango: New Orleáns 2. Aristiguieta Leandro (1973), Familias y Géneros de los Árboles de Venezuela: Caracas; Venezuela. 200 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 103 Aislamiento y caracterización estructural de biflavonas del Retrophyllum rospigliosii Roger Montealegre, Ángel Amesty, Alí Bahsas y Juan Manuel Amaro-Luis Laboratorio de Productos Naturales. Departamento de Química. Facultad de Ciencias. Universidad de Los Andes (ULA). Mérida. Estado Mérida. VENEZUELA -5101. Una de las familias más representativa en el grupo de las Gymnospermas son las Podocarpaceas (Clase: Coniferas1), a la cual pertenece la especie Retrophyllum rospigliosii De Laubenfels (sin. Podocarpus rospigliosii Pilger). Esta planta se distribuye a lo largo de la región Andina de Venezuela, específicamente en los páramos de los Estados Mérida y Táchira. Muchas especies pertenecientes al género Podocarpus “sensu lato” biosintetizan biflavonoides, cuya importancia quimiotaxonómica y biológica, se encuentra bien documentada en la literatura2,3. En conexión con lo anterior, se abordó el estudio de esta especie con la finalidad de aislar y caracterizar sustancias potencialmente activas desde el punto de vista biológico y/o farmacológico. Las hojas (secas y molidas) del R. rospigliosii fueron sometidas a una extracción en EtOAc. En este extracto se detectaron cinco biflavonoides, los cuales fueron aislados y purificados mediante diversos métodos cromatográficos4 y repetidos procesos de cristalización. La caracterización estructural de los mismos se realizó mediante el análisis detallado de sus espectros de IR, EM, RMN-1H, RMN-13C y 2D-RMN (1H,1H-COSY, HMQC y HMBC), con lo cual se pudo concluir que las estructuras correspondían a las biflavonas: Amentoflavona (1), Podocarpusflavona (2), Sciadopitysina (3), 7,7’’-di-O-Amentoflavona (4) y 7, 4’, 7’’, 4’’’tetra-O-Amentoflavona (5). Es de hacer notar que los compuestos antes nombrados se reportan por primera vez para esta especie. A la luz de los resultados obtenidos, se discuten algunos aspectos sobre la quimiotaxonomía del género Retrophyllum y sobre la importancia farmacológica de los biflavonoides aislados. R1O O OH O OR2 R3O O OR4 1 2 3 4 5 R1 = R2 = R3 = R4 = H R1 = R2 = R3 = H; R4 = CH3 R1 = R3 = CH3; R2 = R4 = H R1 = R2 = R4 = CH3; R3 = H R1 = R2 = R3 = R4 = CH3 OH O Agradecimiento: Este trabajo ha sido financiado por el CDCHT-ULA y por el FONACIT (Subvención S1-97001521). Referencias 1. Page J., (1990). Podocarpaceae. En, K. U. Kramer and P. S. Green, The Families and Genera of Vascular Plants, Vol I: Pteridophytes and Gymnosperms, pag. 332-46. Springer Verlag. Berlin. 2. Edwards J. H., Raffauf R. F. Le Quesne P. W., (1979). J. Nat. Prod., 42, 85-91. 3. Harborne J. B. and Turner B. L., (1984). Plant Chemosystematic. Academic Press. New York. 201 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. P 103 Mikes O., (1979). Laboratory Handbook of Chromatographic and Allied Methods. Ellis Horwood. Chichester. 202 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 104 Chemical composition and mosquito larvicidal activity of the Eugenia triquetra (O. Berg) essential oil from Venezuelan Andes Flor D. Mora1, Jorge L. Avila2, Luis B. Rojas3, Alfredo Usubillaga3 Samuel Segnini4 Juan Carmona A1 and Bladimiro Silva1 1Departamento de Farmacognosia y Medicamentos Orgánicos, Facultad de Farmaci, 2Grupo de Química Ecológica, Facultad de Ciencias, 3Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia 4Laboratorio de Ecología de Insectos, Facultad de Ciencias. Universidad de Los Andes, Mérida, 5101, Venezuela. Eugenia is one of the largest genera of Myrtaceae family and several of its species have been reported to have ethnomedicinal properties [1]. The essential oil of several Eugenia species has been reported to have α-copaene, β-caryophyllene, α-humulene, δ-cadinene, trans-nerolidol, and torreyol as common components [24]. The present work reports the composition and mosquito larvicidal activity of Eugenia triquetra´s oil collected in Venezuela. The essential oil of fresh leaves of Eugenia triquetra was obtained by hydrodistillation using a Clevenger-type apparatus [5]. The plant was collected in February 2008 at Pueblo Hondo, Táchira State, Venezuela, yielding 0.09 % of the oil. Chemical constituents were identified by GC-MS analysis [6]. Twenty six components (which made up 88.5 % of the sample) were identified. The major constituents were linalol (17.5 %), limonene (16.9 %), -pinene (11.6 %), -pinene (8.7%), and p-cymene (3.7 %). The essential oil was tested against third-instar larvae of Aedes aegypti [7], showing a LC50 value of 64.85 ± 5.56 ppm. Acknowledgements: The authors would like to thank CDCHT–Mérida–Venezuela (Consejo de Desarrollo Científico, Humanístico y Tecnológico), and FONACIT (Fondo Nacional de Ciencia y Tecnología), Ministerio de Ciencia y Tecnología, Caracas, Venezuela (project Nº F-2000001633). References 1. Ogunwande, et al., (2005) Int J Aromather 15:147-52. 2. Apel, M.A., et al., (2002) J Essent Oil Res 14:163-66 ; 259-62 ; 290-92. 3. Apel, M.A., et al., (2004). J Essent Oil Res,16:135-38 ; 191-92 ; 437-39 ; 17:284-85. 4. Cole, R.A., et al., (2007). Biochem syst Ecol, 35:877-86. 5. Rojas L. et al., (1999). Phytochemistry 52:1483-84. 6. Adams, R.P., (1995) Identification of Essential Oil Components by Gas Chromatography/Mass Spectroscopy. Allured Publishing, Carol Stream, IL. 7. WHO 1981a. Instructions for Determining the Susceptibility or Resistance of MosquitoLarvae to Insecticides. WHO/VBC/81.807, World Health Organization, Geneva. 203 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 105 Análisis de los componentes volátiles de la Pimenta racemosa var. racemosa que crece en Mérida-Venezuela Huelvas. P, Mora. F, Rojas. L, Usubillaga. A Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanalisis, Universidad de Los Andes, Urb. Campo de oro Mérida–Venezuela. Email: [email protected] El género Pimenta está compuesto por 18 especies, pertenecientes a la familia Myrtacea. Una de estas especies es la P. racemosa var. racemosa, la cual tiene un origen tropical. De esta se extrae un aceite que comúnmente se conoce como Bay rum o Malagueta (1-2). Este es utilizado en algunos países tropicales para el tratamiento de diferentes enfermedades tales como: reumatismo, dolor de muela, dolor abdominal y enuresis (3). En el siguiente estudio se muestra la separación de los componentes volátiles de las hojas frescas de P. racemosa var. racemosa empleando la técnica de destilación por arrastre de vapor de agua y utilizando la trampa de Clevenger. El análisis del aceite se realizó por cromatografía de gases empleando un equipo de Marca Pekín Elmer modelo Austosystem equipado con una columna AT-5 de 60m de largo y 0,25 mm de diámetro, y otro equipo GC/MS Hewlett Packard MSD 5973 con una columna de fenil-metil-polisiloxano de 30 m x 0,25 mm (HP-5). La identificación de los componentes se realizo con ayuda de una librería Wiley Ms Data (sexta edición, 275 K Spectra). El rendimiento obtenido fue del 0,2 %. Los componentes mayoritarios identificados fueron: limoneno (9,88%), eucaliptol (10,93%) y eugenol (53,23%), esta composición difiere de las especies reportadas en estudios previos. Referencias 1. Hoyos J. Flora tropical ornamental. Sociedad de ciencias naturales la salle monografía num.24. Toledo; S.A. Venezuela. 2. Aurora G, Abaul J, Bourgeois P. Antibacterial and Antifugal Activities of the Essentials Oils of Pimenta racemosa var. racemosa P. Miller (J.W.Moore) (Myrtaceae).J.Essent.Oil Res.1998; 10: 161-4. 3. García M, Fernández M, Álvarez A, Sáenz M.Antinociceptive and anti- inflamatori effect of the aqueos extract from leaves of Pimenta racemosa var. ozua (Myrtaceae).J.Ethnophar.2004;91:6973 204 P 106 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Natural products from Zanthoxylum (Rutaceae) plants from the Costa Rican Flora Mora, S1; Lerch, F2 ; Castro, V.H.1; Poveda, L3; Gómez, J1 ; and Murillo, R.1*. Research Center of Natural Products, University of Costa Rica, 2060 San Pedro de Montes de Oca, Costa Rica. 2 Institute for Pharmaceutical Biology, University of Freiburg, Stefan-Meier Strasse 19, Freiburg 79104, Germany. 3 Universidad Nacional. Escuela de Ciencias Ambientales. Heredia, Costa Rica; * Author to whom correspondence should be addressed 1 As continuation of our study of the Costa Rican flora with antibacterial1, antifungal2, antiviral3 and anti-inflamatory4 activity, we studied two Zanthoxylum species. From Z. melanostinctum were isolated the compounds 1 to 6 and from Z. setulosum the lignans 7 – 9, didemethoxy dioxomethylen pinoresinol, 5,6,8-trimethoxy cinamic acid and β-sitosterol. The aerial parts of both plants were extracted with t-butyl methyl ether: methanol 8:2; the compounds isolated by chromatographic methods (Column Chromatography, Middle Pressure Chromatography, TLC and HPLC) and the structures were elucidated with 1 and 2D Nuclear Magnetic Resonance Methods (1H-NMR, 13C-NMR, H,H-COSY, gHSQC, gHMBC and NOESY) and Mass Spectrometry. All compounds are known but 4 - 6 were isolated at the first time in this genus. We reported the NMR spectroscopical data of compounds 4 to 6. R1 MeO OMe R2 RO O O N O 1 R = Me 4 R1 = H R2 = H 2 R= 5 R1 = OMe R2 = H 6 R1 = OMe R2 = OMe 3 R= O MeO O MeO O HO O O O HO MeO O O MeO O OH 7 O OH 8 9 Referencias 1. Olila, D., et al. ( 2001). African Journal Sciences, 1 (2), 66-72. 2. Soriano-Agatón, F., et al. (2005). J. Nat. Prod. 68 (11), 1581-1587. 3. Simoes, C.M.O. (1990). J. Nat. Prod. 53 (4), 989-992. 205 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. P 106 Chen, J. et al. (2007). J. Nat. Prod, 70, 1444-1448. 206 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 107 Tecniche formulative di un fango termale solfato, bicarbonato alcalino-terroso con estratti vegetali e oli volatili Silvana Morelli1, Massimo De Fina2, Luca Rastrelli1 e Francesco De Simone1 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno, Via Ponte Don Melillo, 84084, Fisciano, Salerno, Italy. 2Federfarma Vibo Valentia 1 I fanghi termali rappresentano un tipo di preparazione molto attuale nelle pratiche estetiche. Sono ottenuti da materiale terroso a grana finissima, che a contatto per un lungo periodo con le acque termali si impregna dei principi attivi in essa contenuti (zolfo, oligoelementi, vitamine). A questa importante sinergia di composti naturali, si aggiungono, a seconda dei trattamenti e delle caratteristiche cutanee (acido salicilico, vitamina B5, fitoestratti, oli essenziali, derivati marini). Si creano quindi maschere di fango altamente attive e funzionali, poiché arricchiti di composti indispensabili alle cure. I fanghi termali sono da secoli rimedi riconosciuti come rimedi indispensabili nel trattamento di ogni inestetismo del viso e del corpo. Grazie alla componente argillosa promuovono infatti l'assorbimento delle sostanze precedentemente applicate. Grazie alla componente termale apportano oligoelmenti, sali minerali, vitamine indispensabili per i processi biologici cutanei. Svolgono inoltre un'azione protettiva e rigenerante, riducono i problemi articolari, migliorano l'irrorazione sanguigna dei tessuti e stimolano il sistema immunitario. In questo lavoro si riporta uno studio formulativo di incorporazione nei fanghi termali di fitoestratti e oli essenziali di piante con accertata attività terapeutica ha rappresentato il punto di inizio del nostro lavoro. L'ipotesi da noi avanzata, e che dovrà essere valutata con futuri studi di biodisponibilità e di distribuzione transdermica, é quella che l'incorporazione nel fango termale solfato, bicarbonato alcalino-terroso prelevato presso l’Azienda termale Terme Capasso, sita in Contursi terme, di estratti glicolici (altea e bardana) e olii essenziali (menta, Cynnamomum zeilanicum) ne migliora la disponibilità e l'assorbimento cutaneo per una maggiore permanenza di questi ultimi a livello della pelle. I dati ottenuti comprovano un sicuro incremento delle caratteristiche psicoreologiche, ottiche e olfattive, valutate con parametri chimico-fisici strumentali. Ulteriori studi si rendono necessari oltre per valutare la biodisponibilità e la distribuzione transdermica di tali formulati, dati fondamentali per un loro corretto impiego in terapia, anche per approntare nuovi prodotti, costituiti da matrice argillosa e miscele di oli essenziali e di fitoestratti con attività biologiche diverse. Bibliografia 207 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 1. 2. 3. P 107 Bettero A. “Ricerche biotecnologiche applicate al termalismo.” Ed. Padova, 1990. Di Capua M., et al. Cosmesi Dermatologica, 64: 51-58, 1998. De Simone F. Il Termalismo nella Valle del Sele Ed.: Unione Regionale delle Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura della Campania. Collana di Studi e Ricerche dell’Unione Campania. 2000. 208 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 108 Componentes volatiles de las hojas del Thymus vulgaris L. Morillo M1, Visbal T2, Rojas L3, Cordero Y3 y Usubillaga A3 Programa Doctoral en Ciencias Médicas Fundamentales. Facultad de Medicina. Universidad de Los Andes. Mérida. Venezuela. 2.Programa Doctoral en Química de Medicamentos. 3.Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. 1 El Thymus vulgaris L, es una planta nativa de la región Mediterránea, familia Lamiaceae1, entre sus propiedades farmacológicas, en particular del aceite esencial se encuentra actividad antimicrobiana (contra bacterias y hongos)1,2, esta actividad ha sido atribuida al thymol y carvacol3. En el presente trabajo se muestra el estudio de sus componentes volátiles, recolectada en la población de San Vicente de La Revancha, estado Táchira, a 3329 msnm. Se utilizaron 500g de hojas que fueron homogenizadas y sometidas a extracción por arrastre con vapor de agua empleando la trampa de Clevenger. La identificación de los componentes fue realizada por GC-MS, utilizando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 705 MS (30 m, 0.25 mm, 0.25 µm), con temperatura inicial de 60°C (1 min) y se calentó a razón de 4°C/min hasta 260°C (20 min). Se inyecto una muestra de 1.0 µL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptano con reparto de 100:1, con una temperatura de inyección de 200°C. Los espectros obtenidos fueron comparados con la librería Wiley (6ta Edición). Se hallaron los índices de kováts, analizando conjuntamente la muestra con una mezcla de n-alcanos. El rendimiento resulto ser de 0.45% sobre hojas frescas. Se detectaron como componentes mayoritarios: thymol 42.21%; para-cimeno 25.03%; gamma-terpineno 7.36%; carvacrol 4.30% Referencias 1. Firas A. et. al. (2008). Journal of Ethnopharmacology, 116, 403-406 2. Nhu-Trang. Et. al. (2006). Journal of chromatography A. 1132, 219-227 3. Lucchesi. M. et. al (2004). Journal of chromatography A. 1043, 323-327 198 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 109 Anti-adhesion activitiy in liophilised extract of Bridelia grandis (Pierre ex Hutch) Enrica Capelli1,2, Luigia Favalli1,3, Enrica Lanza1,3, Tatiana Ngueyem4, Erjona Murati3 Centro di Ricerca Interdipartimentale di Etnobiofarmacia, 2Dipartimento di Genetica e Microbiologia, Dipartimento di Farmacologia Sperimentale ed Applicata, 4Dipartimento di Chimica FarmaceuticaUniversità di Pavia (Italia) ([email protected]) 1 3 Bridelia grandis is a tree of the closed high-forest from Sierra Leone to S Nigeria, and on into Gabon and Zaïre (1). The pigmies Baka of Cameroon use decoction of the bark of this plant as a mouth-wash to treat oral thrush. In Ivory Coast the bark is used either in decoctions or powdered in water as a powerful purgative, diuretic, aphrodisiac, febrifuge, and to treat urethral discharges, oedemas, dysenteric diarrhoea and as an anodyne for fever and rheumatic pains. Its activity is due to the presence of tannins and saponosides. The bark in fumigations has superstitious use in Gabon to drive away evil influences. The bark is sometimes added to palm-wine as a women’s medicine in Liberia, perhaps to promote lactation, and an infusion of bark and leaves is given to newly-delivered women ‘to cleanse’ their milk. In Ivory Coast the leaves mixed with those of Dichapetalum pallidum (Dichapetalaceae) and Cola chlamydantha (Sterculiaceae) are used in vapour-baths and in enemas to relieve rheumatism (2). In our study we investigated the effect of Bridelia grandis from Cameroon on human cells to evaluate the toxicity and to search for unknown biological activities. The water extract of the bark was tested against cells of tumorigenic lines and cells just obtained from skin and blood of healthy subjects. Mitotic and apoptotic indexes, adhesion, total cell recovery, were considered before and after treatments using different concentration and conditions (time 6-24-48 hours; dose: 1-500 µg/ml; before and after cell adhesion). MTT test was performed for a further evaluation of survival. It has been observed that doses higher than 1 x 103 µg/ml induce serious alterations of cultured human cells. Focusing our attention on subtoxic and non toxic concentrations we observed activities that interfere with cell adhesion. References 1. Burkill, HM, 1985. The useful plants of west tropical Africa, Royal Botanic Gardens, Kew. 2. Adjanohoun E et al., 1970. Plantes pharmaceutiques de Côte d’Ivoire, Rapport au Ministère de la Recherche Scientifique de Côte d’Ivoire, Abidjan. 199 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 110 Estudio de los componentes volátiles de las hojas de Ambrosia cumanensis H.B.K. que crece en el Estado Mérida. Venezuela Noriega M, Rojas L y Usubillaga A. Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida, Venezuela. Urb. Campo de Oro. Ambrosia cumanensis H.B.K. (Altamisa, artemisa) pertenece a la familia de las Asteraceae. La especie es utilizada contra la fiebre, como antiespasmódico, diurética, antirreumática, antihelmíntica y antiséptica. En el presente trabajo se estudia los componentes volátiles de las hojas frescas de esta planta. Estas fueron sometidas a extracción por arrastre con vapor de agua utilizando una trampa de Clevenger. Los componentes del aceite fueron separados e identificados por GCMS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0.25 mm, 0.25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 4 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1.0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes de los aceites se realizó mediante comparación computarizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición) y calculo de los índices de Kováts. Se identificaron 14 componentes, los mayoritarios resultaron ser: canfor (10.6 %), gamma-curcumeno (21.2 %), biciclogermacreno (21.7%), beta-selineno (31.9%). Referencias Gil Otaiza, R. 1997. Plantas Usuales en la Medicina Popular Venezolana. Consejo de Desarrollo Científico, Humanístico y Tecnológico. Universidad de Los Andes. Mérida. P. 1-209. Albornoz A. 1997. Medicina Tradicional Herbaria. Edi. Instituto Farmacoterápico Latino, S.A. Caracas-Venezuela: 1-564. Bruneton Jean (1991) Elementos de fitoquimica y farmacognosia. Editorial Acribia. 233 p. 200 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 111 Incorporation assays of natural anthraquinones in cancerous cells Fernandez I1, Comini L2, Núñez Montoya S2, Rumie Vittar B1, Cabrera J2 and Rivarola V1 1Dpto. Biol. Molec., Fac. Cs. Exs. Fco-Qca y Nat., UNRC. (5800) Río IV, Córdoba, Argentina. 2Dpto. Farmacia, Fac. Cs. Qcas., UNC, IMBIV-CONICET. Ciudad Universitaria (5000) Córdoba, Argentina. e-mail: [email protected] We have demonstrated previously that four anthraquinones (AQs): rubiadin, soranjidiol, rubiadin 1-methyl ether and soranjidiol 1-methyl ether, isolated from stems and leaves of Heterophyllaea pustulata, exhibit photosensitizing properties by generation of superoxide anion radical and/or singlet molecular oxygen under irradiation conditions. In addition, we have established that these compounds show photodynamic activity against the human breast carcinoma cell line (MCF-7c3). Since photodynamic therapy is based on the combined action of a photosensitizer, molecular oxygen and light localized inside tumor cell, we studied the ability of these compounds to enter into cancerous cells, by using the cell line before mentioned. For that, AQs were dissolved in phosphate-buffered saline (PBS). The monolayer culture (105-106 cell/mL) was incubated with each AQ during 15 minutes at 37 °C. Then, the culture medium (extracellular fraction) was removed and the intracellular fraction was obtained by treating the cells with PBS/SDS (sodium dodecyl sulfate) 2% at -20 °C during 15 min. The control samples were processed without AQ and under the same working conditions. AQs were isolated from both intra and extracellular fractions by using CHCl3 in order to determinate the quali-quantitative composition of these fractions by HPLC. Whereas, identification was carried out by using standards compounds, quantification was achieved using the external calibration method [1]. In spite of the results showed that AQ were in the culture medium (extracellular fraction), these compounds were also accumulated inside cells. We determined that the four AQs entered into the cells between 10-20 %. Hence, we could get the conclusion that these percentages of AQs are sufficient to produce a significant photodynamic activity in vitro. Acknowledgements: This work was supported by FONCYT, CONICET, SeCyT-UNC and SeCyT- UNRC. References 1. Adamson, G. et al.(1999), J. Agric. Food Chem., 47, 4184-4188. 201 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 112 Natural anthraquinones: acute toxicity evaluation in vivo Comini L1, Fernandez I2, Milla L2, Nuñez Montoya S1, Cabrera J1 and Rivarola V2 Dpto. Farmacia, Fac. Cs. Qcas., UNC, IMBIV-CONICET. Ciudad Universitaria (5000) Córdoba, Argentina. 2Dpto. Biol. Molec., Fac. Cs. Exs. Fco-Qca y Nat., UNRC. (5800) Río IV, Córdoba, Argentina. e-mail: [email protected] 1 Rubiadin (1) and soranjidiol (2), are two anthraquinones (AQs) isolated from the phototoxic shrub Heterophyllaea pustulata, popularly known in Argentina as “cegadera”, because it produces blindness and dermatitis on animals that ingest the aerial parts of this plant and are exposed simultaneously to sun light. In addition, we demonstrated that these AQs are photosensitizers, with the ability to produce both singlet oxygen and superoxide anion under radiation condition. Considering that an important research line studies photosensitizers compounds and their potential uses in photodynamic therapy, especially in antitumoral therapy, we started to evaluate the photodynamic activity of these two metabolites in vitro against a human breast carcinoma cell line (MCF-7c3), obtaining satisfactory results [1]. Therefore, the next step will be to evaluate their photodynamic activity in vivo. In this work, the objective was to study the acute toxicity of these AQs at different concentrations with the aim to establish the non toxic dose, witch is necessary for future phototherapeutic studies in vivo that evaluate the tumor rejection when AQs are administered under irradiation conditions. Acute toxicity signs were evaluated in Balb/c female mice after the intraperitoneal injection of three different concentrations of each AQ. The following physiological parameters in control and AQ-treated animals were analyzed in serum at 1, 2 and 7 days after treatment using diagnostic kits: creatinine, urea and transaminase (GPT). Not significant differences were observed in GPT, creatinine and urea values between AQs-treated mice vs. controls animals. Hence, theses results demonstrated that not exist liver and renal toxicity. Acknowledgements: This work was supported by FONCYT, CONICET, SeCyT-UNC and SeCyT- UNRC. References 1. Fernández, I. et al. (2006), Medicina, 66, 168. 202 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 113 Actividad antiviral de antraquinonas naturales in vitro Núñez Montoya SC1, Beranek M2, Konigheim BS2, Aguilar JJ2, Contigiani MS2, Cabrera JL1 1Dpto. Farmacia, Fac. Cs. Qcas., UNC, IMBIV-CONICET. Ciudad Univeristaria (5000) Córdoba, Argentina; 2Instituto de Virología, Fac. Cs. Médicas, UNC. Ciudad Univeristaria (5000) Córdoba, Arg. A pesar de la gran oferta de fármacos, aún existen enfermedades que carecen de tratamientos seguros y eficaces; siendo necesaria la búsqueda de nuevos agentes terapéuticos. En este sentido, los compuestos procedentes de la naturaleza constituyen una interesante opción que merece mayor investigación. Nosotros hemos aislados un grupo de antraquinonas (AQs) con propiedades fotosensibilizantes a partir de una especie argentina fototóxica, Heterophyllaea pustulata Hook. f. (Rubiáceas) [1-3]. Asimismo, hemos demostrado que estos derivados inactivan el virus del herpes simple tipo I (VHS-I) in vitro (actividad virucida), determinada sobre células Vero mediante el ensayo de captación de Rojo Neutro (RN) [4]. En este trabajo se evaluó la actividad antiviral de rubiadina (AQ1), 1-metil éter de rubiadina (AQ2), soranjidiol (AQ3), 1-metil éter de soranjidiol (AQ4), damnacantol (AQ5), heterofillina (AQ6) y 5,5´-bisoranjidiol (AQ7) contra el VHS-I in vitro. Para ello, se adicionó 100 ufp de VHS-I a una monocapa de células Vero crecidas en una placa de 48 pocillos y se incubó durante 1 hs a 4 °C para lograr la adsorción viral. Posteriormente, se agregaron las AQs que se ensayaron a 6 concentraciones decrecientes por triplicado y se incubaron durante 72 hs a 37 °C. Se incluyeron controles de virus, células y de cada concentración de AQ. La actividad antiviral se midió mediante el ensayo de captación de RN. Los resultados se graficaron en porcentaje de inhibición (%I) respecto de las concentraciones ensayadas, calculándose la concentración que inhibe el 50 % del virus (CI50). Todas las AQs ensayadas inhibieron en diferentes porcentajes al VHS-1 a la concentración que asegura el 80 % de viabilidad celular (CV80), destacándose 5,5´bisoranjidiol (AQ7) (85,1 %I), 1-metil éter de rubiadina (AQ2) (80,2 %I) y 1-metil éter de soranjidiol (AQ4) junto a damnacantol (AQ5) con un %I similar (77,4 %I). Agradecimientos: Este trabajo fue finaciado por SeCyT-UNC, FONCYT y Agencia Córdoba Ciencia. References 1. Núñez Montoya, S.C. et al. (2006), J. Nat. Prod., 69, 801-803. 2. Núñez Montoya, S.C. et al. (2005), J. Photochem. Photobiol. B: Biol., 78, 77-83. 3. Comini, L.R. et al. (2007), J. Photochem. Photobiol. A: Chem., 188, 185-191. 203 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. P 113 Núñez Montoya, S.C. et al. XXVI Reunión Científica Anula de la Sociedad Argentina de Virología2006. Vaquerías, 22–25/10/2006. Córdoba, Argentina. 204 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 114 Estudio comparativo de los componentes volátiles de varios individuos de la especie Eucaliptus globulos que crecen en el estado Mérida Venezuela Oriquin M., Rojas L., Usubillaga A. Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida Venezuela. e-mail:[email protected] El género Eucalyptus, familia Myrtaceae, es nativo de Australia, Es un árbol, de 20 m de altura o más, de tronco color grisáceo, es empleado para fines industriales y también ha sido usado en medicina tradicional como antiséptico y contra infecciones del tracto respiratorio, como en el caso del resfriado común y congestión nasal. Estudios previos de los aceites esenciales de las plantas de este género, demuestran que poseen propiedades terapéuticas en el tratamiento de infecciones pulmonares. El presente trabajo, pretende realizar una comparación de los componentes volátiles presentes en distintos individuos ubicados en diferentes zonas de la cuidad, con el fin de determinar si dichos individuos corresponden a diferentes razas químicas. Para la extracción de los aceites esenciales: 100g de hojas frescas, de cada individuo, se sometieron a hidrodestilación, empleando una trampa de Clevenger durante una hora. El análisis químico de los aceites se llevo a cabo empleando cromatografía de gases acoplada a espectroscopia de masas GC/MS utilizando un cromatógrafo de gases 6890 acoplado a un detector de masas Hewlett Packard 5973 sobre una columna de fenil-metil-polisiloxano de 30 m x 0,25 mm (HP-5). La identificación de los componentes se realizó con ayuda de una librería Wiley MS Data (sexta edición, 275K espectra). Los cuatro componentes mayoritarios en la muestra recolectada en el herbario de la facultad de Farmacia y Bioanálisis encontrados fueron: alfa-phellandreno (8,77 %), para-cymeno (42,97%), gama-terpeneno (16,17 %), terpineol (6,74 %) y el otro individuo recolectado en santa Juana de dicha ciudad contiene beta-pineno (16,26%), limoneno (12,59%), 1,8-cineol (13,36%),bicyclogermacreno (32,82%).la variabilidad o discrepancia observada en la proporción de los componentes en los aceites extraídos evidencia que se trata de dos razas químicas distintas de una misma especie, siendo unas de las causas la calidad del terreno y otros factores que comprenden su entorno. Agradecimiento: Dirección de asuntos estudiantiles. Universidad De los Andes Referencias 1. Hasegawa, T., et al., (2008),Phytochem. 69, 747-753 2. Bremness,L,(1994 ), Plantes aromatiques et médicinales.Dorling kindersley Limited.Londres. 205 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 115 Mechanism underlying the protective effect of Rhodiola rosea extract on oxidative stress-induced neurodegeneration in vitro Palumbo DR, Circosta C, Pino A, De Pasquale R, Occhiuto F. Pharmaco-Biological Department, University of Messina, Vill. SS. Annunziata, 98168, Messina, Italy Oxidative stress-induced cell damage has long been implicated both in the physiological process of aging and in a variety of neurodegenerative disorders such has Parkinson’s and Alzheimer’s diseases. Rhodiola rosea L. (Crassulaceae), also known as “arctic root” or “golden root”, is a medicinal plant of traditional medical systems in Eastern Europe and Asia, with a reputation of stimulating the nervous system, decreasing depression, enhancing work performance, eliminating fatigue, and preventing high-altitude sickness. At present, extracts from Rhodiola rosea are used in medical practice as a stimulating and adaptogenic agent [1]. It has also been found to be a strong antioxidant due to the presence of several phenolic compounds such as salidroside and rosavins [2]. Although our initial studies have suggested that R. rosea acts as a neuroprotective agent in oxidative stress, the underlying mechanism has not been elucidated. In the present study, we examined the effect of standardized extract from R. rosea on H2O2–induced Ca2+ accumulation using human cortical cell line HCN 1-A maintained in culture, as a model system to address the mechanism underlying its protective effect on oxidative stress-induced neurodegeneration. Exposure of the cortical neurons to H2O2 triggered a series of events including intracellular Ca2+ accumulation (via voltage-gated Ca2+ channels and ionotropic glutamate receptors), resulting in apoptotic-like cell death. In the above model, neuroprotective effects of R. rosea extract and its influence on intracellular calcium accumulation are reported. References 1. Sokolov, S.J. et al. (1985), Khim.-Farm. Zh., 19, 1367 2. Ming, D.S. et al. (2005), Phytother. Res., 19, 740. 206 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 116 Componentes mayoritarios de un extracto acuoso obtenido de madera de duramen de Enterolobium cyclocarpum (Jacq) Griseb. Pamatz Bolaños T., Raya González D., Martínez Muñoz R.E., Ron Echeverría O.A., Román L.U., Hernández J.D., Espinoza R.M., Martínez Pacheco M.M., del Río R.E. Instituto de Investigaciones Químico Biológicas de la Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Edificio B-3, Cd. Universitaria, Francisco J. Mújica s/n, Col. Felicitas del Río, Morelia, Michoacán, México. C.P. 58 000. e-mail: [email protected].. La durabilidad natural del duramen de Enterolobium cyclocarpum al biodeterioro, es una propiedad de interés para el control de plagas. Se obtuvieron extractos del duramen de cuatro plantas de E. cyclocarpum colectadas en diferentes regiones (residuos de Cuanajo provenientes de estado de Veracruz, Apatzingán, Tacámbaro, Tuzantla tres localidades del Estado de Michoacán). Mediante los análisis químicos, espectrofotométricos y espectroscópicos de estos extractos se comprobó la variabilidad natural en el contenido de extraíbles. De los extractos obtenidos por arrastre de vapor del duramen colectado en Apatzingán y Veracruz, se identificó y purificó al diterpeno manool, en maceración con hexano de la muestra del duramen colectado en Apatzingan se logró identificar una mezcla de manool y 13-epimanool. Mientras que de los métodos de extracción por decocción se identificó y purificó como componente mayoritario al D-(+)-pinitol (3-metoxi-1,2,4,5,6-penta hidroxi ciclohexano) producto natural del grupo de los ciclitoles. Se demostró que el D-(+)-pinitol no produce toxicidad aguda y que es responsable del efecto antialimentario disuasivo contra la termita de madera seca Incisitermes marginipennis. Fueron identificados por primera vez el D-(+)-pinitol y el manool de la madera de duramen de E. cyclocarpum. OH H HO H6 4 H 5 HO H3CO 3 H H H 2 1 OH OH Figura 1. Espectro de RMN 1H del pinitol en piridina-d5 a 400 MHz 207 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 116 Agradecimientos: este trabajo fue financiado por UMSNH-CIC 2.1MMP-2007, PROMEP NPTC-117 y el programa de los FOMIX (CONACYT y Gobierno del Estado de Michoacán) (Michoacán 2005-C01-009). OARE, PBT, RME y REMM (estudiantes de pregrado). DRG (becario CONACYT), LUR, JDH y REdR (vinculación) 208 P 117 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” A possible chemotherapeutic role of oxyprenylated natural compounds Panico AM1, Cardile V2, Garufi F1, Epifano F3, Genovese S4, Pelucchini C4 and Curini M4 Department of Pharmaceutical Sciences, Faculty of Pharmacy, University of Catania, V.le A. Doria, 6 95125, Catania; 2Department of Physiological Sciences, Faculty of Sciences, University of Catania, V.le A. Doria, 6 95125, Catania; 3Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università “G. D’Annunzio”, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH); 4Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Sez. Chim. Organica, Università di Perugia, Via del Liceo, 06123 Perugia, Italy. 1 In the last years oxyprenylated natural compounds have been recognized as valuable biologically active products. So the research on these secondary metabolites represents a field of current and growing interest. The use of natural chemotherapeutic agents represents one of the main practical approach to reduce the morbidity and mortality of cancer. The aim of the present study was to determine the effects of some oxyprenylated compounds, namely valencic acid 1, isolated from Citrus sinensis L. and Aegle marmelos (Fam. Rutaceae), 4-isopentenyloxy-3-methoxy benzoic acid 2, 4geranyloxy-3-methoxy benzoic acid 3, both isolated as methyl esters from the liverwort Trichocolea lanata (Ehrh.) Dumm. (Fam. Trichocolaceae) (Fig. 1) [1], at different concentrations (1-10-50 μg/ml for 72 h), on the growth (MTT assay) and production of reactive oxygen species (ROS) by fluorescent method of androgen-sensitive human prostate adenocarcinoma cells (LNCaP). R1 R1 R2 R3 1 = -COOH; = -H; = isopentenyl 2 R1 = -COOH; R2 = -OCH3; R3 = isopentenyl 3 R1 = -COOH; R2 = -OCH3; R3 = geranyl R3O R2 Fig.1 The tested molecules reduced the cell viability in dose-dependent manner. Interestingly, ROS level was increased by all compounds, particularly the isopentenyloxy vanillic acid showed the highest production compared to untreated controls. ROS, that are potentiated in transformed cells, emerge as key effectors of cell death. In contrast to their role in promoting cell growth under non-stress conditions, ROS appear to activate and modulate apoptosis when cells are under stress, condition determined also by chemiotherapeutic drugs [2]. The present findings depict a possible chemotherapeutic role of oxyprenylated natural compounds, because they probably provoke an unbalance between generation of ROS and detoxification by defence enzymes. 209 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 117 References 1. Epifano, F. et al. (2007), Phytochemistry 68: 939-953. 2. Benhar, M. et al. (2002), European Molecular Biology Organization Reviews 3: 420–425. 210 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 118 Actividad analgésica y antiinflamatoria del extracto acuoso de la Mangífera indica L. Mariella Pastorello1, Carlos Ciangherotti1, Maider Varela1, José López-Gramcko1, Giovannina Orsini2 y Anita Israel1 Laboratorio de Neuropéptidos. Facultad de Farmacia. Universidad Central de Venezuela; 2Herbario “Ovalles”. Facultad de Farmacia. Universidad Central de Venezuela.Caracas-Venezuela 1 La Mangífera indica L (Anacardiaceae), es conocida en Venezuela como mango. Sus hojas y corteza se usan en la medicina popular como antiinflamatorio. Se ha determinado que la corteza de la M. indica (MI) es rica en mangiferina, un polifenol con actividad antidiabética, antiinflamatoria, analgésica y antioxidante1. Recientemente se reportó la presencia de este compuesto en la cáscara del fruto de esta especie2, aunque los estudios farmacológicos son insipientes. En nuestro laboratorio se demostró el efecto antioxidante de la cáscara de MI. En el presente estudio evaluamos el efecto analgésico y antiinflamatorio el extracto acuoso de MI. El extracto se obtuvo por decocción de la cáscara y liofilización. La actividad analgésica se determinó por la capacidad del MI (100 mg/Kg, i.p; p.o) de disminuir el número de contorsiones inducidas por el ácido acético 0,6% i.p en ratones balb c. El resultado obtenido se comparó con el del ácido acetilsalicílico (ASA) y morfina. Los animales tratados con MI mostraron un número de contorsiones similares a los tratados con ASA. La actividad antiinflamatoria se determinó por el efecto inhibitorio del extracto sobre el desarrollo del edema agudo inducido por la carragenina tipo IV, en la pata trasera de ratas Sprague-Dawley. Los animales se dividieron en: Control (NaCl 0.9% i.p), Fenilbutazona (FBZ) (100 mg/Kg, p.o), MI (100 mg/Kg, p.o). Los tratamientos se administraron 30’ antes de la inducción del edema, y este fue medido por desplazamiento de volumen a través de un pletismómetro digital, antes, 1h y 3h después de la inyección de la carragenina. El extracto de la MI inhibió en un 41% y 32% la inflamación a la 1 y 3h, respectivamente, efecto comparable con la FBZ (AINE de referencia). Estos resultados demuestran que el extracto acuoso de la MI poseen una importante actividad analgésica y antiinflamatoria, comparable con los AINES típicos, validando su uso popular. Referencias 1. Carvalho AC, Guedes MM, de Souza AL, Trevisan MT, Lima AF, Santos FA, Rao VS. 2007. Planta Med;73(13):1372-6; Garrido G, Delgado R, Lemus Y, Rodríguez J, García D, Núñez-Sellés AJ. 2004. Pharmacol Res. 2004; 50(2):165-72; Garrido G, González D, Lemus Y, García D, Lodeiro L, Quintero G, Delporte C, Núñez-Sellés AJ, Delgado R. 2004;50(2):143-9. Leiro J, Arranz JA, Yáñez M, Ubeira FM, Sanmartín ML, Orallo F.2004;4(6):763-78; Ojewole JA. 2005. Methods Find Exp Clin Pharmacol. 2005;27(8):547-54; Muruganandan S, Srinivasan K, Gupta S, Gupta PK, Lal J. 2005. J Ethnopharmacol;97(3):497-501; Miura T, Ichiki H, Hashimoto I, Iwamoto N, Kato M, Kubo M, Ishihara E, Komatsu Y, Okada M, Ishida T, Tanigawa K. 2001. Phytomedicine;8(2):85-7. 211 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. P 118 Schieber A, Berardini N, Carle R. 2003. J Agric Food Chem ;51(17):5006-11; Berardini N, Knödler M, Schieber A, Carle R. Inn Food Sc & Emerg Techn. 2005. 6 (4); 442-452. 212 P 119 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Estudio de los componentes hypomalocophyllum Bitter. volatiles de Solanum A. Pérez, L. Rojas, A. Usubillaga Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida. Código Postal 5101.Venezuela. e-mail: [email protected] La familia Solanaceae consta de 95 géneros y alrededor de 3000 especies, se encuentra distribuida ampliamente en varias regiones del mundo1, el género Solanum esta representado en Venezuela aproximadamente por unas 150 a 200 especies2 y ha sido centro de atención en lo referente a su potencial químico farmacológico, puesto que estas plantas biosintetizan metabolitos secundarios potencialmente activos1. S. hypomalocophyllum fue recolectado en el Páramo la Culata en el Estado Mérida a 3.000 msnm e identificado en el Herbario MERF de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis de la Universidad de los Andes en MéridaVenezuela. Las hojas frescas (2500g) se sometieron a extracción utilizando la técnica de arrastre con vapor de agua, empleando la trampa de Clevenger, durante 3 horas, obteniéndose un aceite esencial de color amarillento. Para la identificación de los componentes se empleó un cromatógrafo de gases marca Hewlett Packard 6890 serie II, acoplado a un espectrofotómetro de masas HP-5973 y una columna HP-5 de 30 metros de largo y 0,25 mm de diámetro fue. Los componentes mayoritarios identificados fueron: Cis-3-hexenol (20,18%); (E)-2-hexanol, 1-hexanol (11,97%) y (Z)-5-octen-1-ol. Este es el primer reporte de los componentes volátiles de esta especie. References 1. Benítez, C. (1974). Revi. Fac. Agro 7. 25-108. 2. Benítez, C. Rodríguez, P. (1991). Anales Jard. Bot. Madrid. 49. 67-76. 213 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 120 Antiinflammatory activity of Krameria cytisoides Jonathan Delgado Peralta, Cuauhtemoc Pérez González, Miguel A. Zavala Sánchez, Rosa V. García Rodríguez, Salud Pérez Gutiérrez. Depto Sistemas Biológicos, Universidad Autónoma Metropolitana-Xochimilco. A.P. 23-181, México D.F. Objetive: To prove the antiinflammatory properties of three extracts of Krameria cytisoides. Methods: The edema was induced by the injection of 100 μL of a 1 % carrageenan solution into the sub-plantar region of the left hind paw of rats (1). A group of rats was treated orally with 400 mg/kg of one of the extracts (aqueous, methanol or chloroform extract) 1 h prior to carrageenan injection. At the same time, control group received the vehicle, while standard reference group was treated with indomethacin (8 mg/kg). The paw volume was measured by volume displacement using a plethysmometer at 1, 2, 3, 4 and 5 h. after carrageenan administration. Arthritis was induced in rats (2) by administration of 0.1 mL Freund’s adjuvant intradermally in the tail. Methanol extract was orally administrated (400 mg/kg) and indomethacin (4 mg/kg) since 6 to 10 days. At 6th day, 0.1 mL of carrageenan was injected into the sub-plantar region of left paw of the rats. The paw volume was registered with a plethysmometer at different times after the carrageenan administration. Results and discussion: The chloroform extract was inactive on carrageenan induced edema, but methanol and aqueous extracts at doses of 400 mg/kg, produced a significant effect against this model after 5 h of the administration (45.93 % and 43.03 %, respectively), minor effect than that obtained with indometthacin (62 %). The methanol extract had no effect at doses of 100 and 200 mg/kg, but at doses of 400 mg/kg showed activity at on arthritis induced with adjuvant-carrageenan only on the acute phase (5 to 48 h), after 5 h of the oral administration the inhibition was 46.87 %, similar to the effect of indomethacin (46.66 %), the effect increased after 48 h (69.2 %) and after 72 h the extract had no effect. References 1. Winter CA, Riseley EA, Nuss GW. (1962). . Procc Soc. Exper.l Biol. Med. 111: 544-547. 2. Rocha, N. et al. (2002), Acta Farm. Bonaerense, 21, 291-295 214 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 121 Antiinflammatory efect of Senna crotalarioides and Penstemon roseus on chronic inflammation models Rosa-V García Rodríguez*, Cuauhtémoc Pérez González, Miguel-A Zavala Sánchez, Salud Pérez Gutiérrez Departamento de Sistemas Biológicos, Universidad Autónoma Metropolitana-Xochimilco, A.P.23-181, México D.F. *e-mail: [email protected] Objetive: To studyd the antiinflammatory activity of chloroformic extracts of S. crotalarioides and P. roseus on the ear edema induced by multiple application of 12O-tetradecanoil phorbol-13-acetate(TPA) and the arthritis induced by complet adyuvant Freund-carrageenan(ACII). Metodology: Ear edema was induced by 2.5 μg of TPA topically applications on mice (5 times in 10 days) [1]. The administration of the extracts (2.0 mg/ear) and indomethacin (0.5 mg/ear) was 30 min after TPA. The inhibition of edema was determined as difference of the weight between the ear with TPA and the treated ear with acetone. The arthritis was induced in rats [2] by injections of 0.1mL Freund’s adjuvant intradermally at the tail. The extracts were administered orally, P. roseus (100 mg/kg), S. crotalariodes (50 mg/kg) and indometacin (4 mg/kg), at 6 to 10 days. At 6th day 0.1 mL of carrageenan was injected in the subplantar region of the paw. The paw volume was registed in diferents times after of the carrageenan with a plethysmometer. Results and discussion: The results obtained with both chloroform extracts on mouse ear edema induced by multiple topical applications of TPA showned that both extracts exhibited antiiflammatory effect. S. crotalarioides showed inhibition edema (64.9 %) similar to indomethacin (62.7 %), while P. roseus had minor effect (42.30 %). S. crotalarioides had no activity on the mode of arthitis l induced with adyuvant-carrageenan. However, P. roseus exhibited an anti-artritic effect only in the acute phase (24 and 48 h). After 24 h of the oral administration of the extract at doses of 100 mg/kg, the inhibition was 69.17 % similar to that obtained with animals treated with indometacine (4 mg/kg), but the effect decreased after 48 h (32.45 %) and after 72 h no effect was observed. References 1. Gábor, M., (2000), Akadémiai Kiadó, Budapest, pp. 31-33 2. Rocha, N. et al. (2002), Acta Farm. Bonaerense, 21, 291-295. 215 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 122 Screening of four plant species activity against Spodoptera frugiperda Smith (Lepidoptera: Noctuidae) Ramos López Miguel Angel1, Pérez Gutiérrez María Salud1, Pixley Kevin2, Pérez González Cuahutemoc1, Zavala Sánchez Miguel Angel1 Universidad Autónoma Metropolitana-Xochimilco. Calz. del Hueso 1100, Col. Villa Quietud, CP. 04960, Coyoacán, México, D.F., 2Centro Internacional del Mejoramiento del Maíz y del Trigo (CIMMyT) Km 45, Carretera México-Veracruz, El Batán, Texcoco, México, CP 56130. 1 Metabolites secondaries from plants are an alternative to control Spodoptera frugiperda (1). The insectistatic and insecticide effect of aqueous extracts from Pentesmon roseus, Senna bahuinoides and Eupatorium glabratum and CHCl3 extract of Carica papaya mixed with the artificial diet against S. frugiperda were evaluated. Methodology. Bervinson (2) system was use to the rearing of S. frugiperda, the biological essay was evaluate by Rodríguez (1) method. 100 g of dry and grind leaves, stems or seeds and 300 mL of water or CHCl3, were heater by 4 h, the water was lyophilized, and the CHCl3 was eliminate at vacuum. The concentrations were: 16000, 1600, 160, 16 and 0 ppm. Results and Discussion. C. papaya and E.glabratum had a mortal activity with 72.2, 66.7% (larvae) and 36.4, 29.3% (pupae) and increased the period 4.7, 6.5 days (d) (larvae) and 1.6, 1.6 d (pupae) and decreased 34.3, 30.1 mg the pupae weigth, were insecticide and insectistatic. E.glabratum, C.papaya (1600 ppm) and S.bahuinoides (16000ppm) were insectistatic (44.4, 16.7, 27.8%) and (11.8, 8.2, 18.5%) of larvae and pupae mortality respectively and increase (4, 1.0, 2.1 d) and (0.9, 0.3, 1 d) the larvae and pupae duration, decrease (18.7, 12.2, 11.9 mg) the pupae weigth. P. roseus had not significant. Specie Table 1. Activity of 4 plants (16000 ppm) against S. frugiperda. Time (d) Mortality (%) larvae pupae larvae pupae C. papaya 27.4±0.51 ab 13.3±0.33 a E. glabratum 29.2±0.48 a 13.3±0.48 a S.bahuinoides 24.8±0.78 c 12.7±0.30 ab P.roseus 23.0±0.64 c 12.3±0.23 ab CONTROL 22.7±0.39 c 11.7±0.25 b * Mortality was evaluated by Abbott equation (3). 72.2* 66.7 27.8 5.6 0 36.4 29.3 18.5 6.6 0 Pupae weigth (mg) 206.8±6.6 c 211.0±7.5 bc 229.2±4.5 ab 236.7±6.6 a 241.1±6.2 a References 1. Rodríguez, H. C.; Vendramim, J. D. Manejo Integrado de Plagas (Costa Rica). 1996, 42, 14-22. 216 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. 3. P 122 Bergvinson, D. J.; Kumar, H. Ann Rese. Progr. Rep. 1996, Maize Entomol., CIMMyT, México, App. 7, 1997. Abbott, W. S. J. Econ. Entomol. 1925, 18, 265-267. 217 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 123 Study of anti-inflammatory propierties of Hesperozygis marifolia y Senna villosa, used on Mexican traditional Medicine. Ana-C Susunaga Notario, Salud Pérez Gutiérrez, Miguel Ángel Zavala Sánchez, Cuauhtémoc Pérez González. Universidad Autónoma Metropolitana Unidad Xochimilco. Departamento Sistemas biológicos. Calzada del Hueso 1100. México, Distrito Federal. C.P. 04960. Objective: To study the anti-inflammatory properties of the Hesperozygis marifolia y Senna villosa on - O-tetradecanoil phorbol-13-acetate (TPA). Induced edema. Methodology: The powder leaves were extracted with chloroform under reflux for 4 h, solvent was removed under reduced pressure. Oil essential was obtained by hydrodistillation. Antiinflamatory activity was investigated on TPA – induced mouse ear edema by Young method1 using indomethacen as positive control. Results and discussion: Chloroformic extracts of both species showed antiinflammatory activity on ear edema induced by TPA. Hesperozygis marifolia and Senna villosa showed an inhibition of 50.9 ± 5.46 y 51.03 ± 2.11, respectively, whereas the essential oil of H. marifolia produced on inhibition of 41.28 ± 6.44, similar than that obtained whit indomethacin of (57.20 ± 2.17) The TPA model seems to be dependent primarily upon leukotrienes which are synthesized by lipoxygenases enzymes2.. The results obtained in this study, suggest that chloroform extracts of S. villosa and H. marifolia and the essential oil contain activity inhibitors of leukotriene and prostaglandins synthesis. References 1. Young JM, De Young LM. (1989). In: Change, J.Y. Lewis, A.J.(Eds), Pharmacological methods control of inflammation. Alan R.Liss. Inc., New York, pp.215-231. 2. Llorets., Moreno J.J. (1995) Biochem Pharmacol 50, 347-563 218 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 124 Efectos de la Clorofilina – Na/Cu sobre el desarrollo de embriones de ratón post-implantados in vitro Pérez-Pastén R., Conde Lara I., Chamorro Cevallos G. Laboratorio de Toxicología Preclínica, Escuela Nacional de Ciencias Biológicas – IPN. Prol. Carpio Esq. Plan de Ayala, Col Sto. Tomás, Delegación Miguel Hidalgo, México D.F., México. El potencial farmacológico de los alimentos de origen vegetal, se ha vinculado a la presencia de metabolitos secundarios no – nutricionales. En este sentido la Clorofila (CHL), abundante pigmento vegetal, ha demostrado poseer propiedades anticlastogénicas y anticarcinogénica. Sin embargo la CHL produce muerte fetal y reabsorciones en forma concentración dependiente, en ratones gestantes. Con el fin de conocer si el efecto fetoletal de la CHL, enmascara algún efecto teratogénico, en este trabajo se procedió a evaluar su in vitro. Se utilizaron embriones explantados a los 8 días de gestación y cultivados por 48 hrs en suero de rata adicionado con CHL a diferentes concentraciones (0, 2.5, 5, 7.5, 10, 30, 50 y 500 g/ml). Al término del cultivo se evaluó la viabilidad y desarrollo embrionario. Asimismo se registraron las malformaciones. Se demuestra que CHL (50 g/ml) produce efecto embrioletal en el 100 % de embriones e inversamente por debajo de ésta se aprecia una supervivencia del 100%. En el intervalo y a menores concentraciones los embriones presentaron desarrollo normal. Cabe resaltar que a la concentración de 30 g/ml el cono ectoplacentario y los eritrocitos (en la circulación vitelina) se observan pigmentados de color verde. Los resultados son concordantes con lo reportado por otros, que la muerte embrionaria se asocia a la pigmentación que ocurre en el sitio de implantación, aparentemente por una afinidad por el tejido trofoblástico. Para explicar la aparición de este color y los sitios donde se observan, se requieren de más estudios. 219 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 125 The hygienic-sanitary risk associated with biogenic amines formation in Sicilian wines La Torre G.L., Alfa M., Lo Turco V., Pergolizzi S., Dugo G.mo Department of Food and Environmental Science, Salita Sperone,31 – 98166 Messina, Italy Currently, the oenological search is oriented to define the wine quality in relationship to the chemical composition, the pharmacological ownerships and the safety of the product. Therefore, in recent years, great importance has been directed towards the monitoring of wine contamination for the presence of trace of biogenic amines in wine. The presence of biogenic amines in foods and more particularly in wines is of current interest due to their pharmacological properties and the physiological disorders they may provoke in the human organism (1, 2). Biogenic amines has been incriminated as having a responsibility for intolerance reaction to wines even if a study showed that the amount of histamine in wine has no clinical or biological effect in healthy subjects (3).There are three possible origins for biogenic amines in wines. They can be presented in the must, be formed by yeasts during alcoholic fermentation, or result from the action of bacteria involved in malolactic fermentation (4). A considerable amount of data on biogenic amines in wines has been published but, to the best of our knowledge, no such data have been reported for Sicilian wines. The purpose of this study was to determine the content of biogenic amines in Sicilian Controlled Denomination of Origin (DOC) and in Sicilian Protected Geographical Indication (IGP) wines produced in Messina province and belonging to the typology Passito, white and red wines. The analyzed samples include wines from biological agriculture and from traditional agriculture. The levels of biogenic amines in wines form the province of Messina were investigated for the first time. The present study allows to affirm that the analyzed wines presented moderate quantities of biogenic amines and that they do not constitute a risk for the health of the consumer. Besides, all the wines examined, elaborate according to modern wine-making technique, showed inferior amine contents. References 1. Wantke, F, et al. (1993), Clin. Exp. Allergy, 23, 982. 2. Mariné-Font, A. et al. (1995), Ann. Fals. Exp. Chim. Toxicol., 88, 119. 3. Kanny, G. et al. (1999), Allerg. Immunol., 31, 45. 4. Arce, L. Et al. (1998), J. Chrom. A, 803, 249. 220 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 126 Componentes volátiles de Eucalyptus robustus J.E. Smith que crece en el Estado Mérida. Venezuela Pernia M, Rojas L y Usubillaga A. Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida, Venezuela. Urb. Campo de Oro. e-mail: [email protected] El género Eucalyptus, perteneciente a la familia Myrtaceae, está constituido por alrededor de 750 especies, sus usos son múltiples y van desde la elaboración de papel a gran escala hasta formar parte de muchos compuestos utilizados en la industria farmacéutica. En el presente estudio se muestra la composición química de los componentes volátiles de la especie Eucalyptus robustus J.E. Smith que crece en Mérida, estado Mérida. El mismo consistió en aislar los componentes volátiles por arrastre con vapor de agua utilizando una trampa de Clevenger, estos se identificaron por GC-MS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una columna capilar HP5MS (30 m, 0.25 mm, 0.25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 4 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1.0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes de los aceites se realizó mediante comparación computarizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición). Se determinaron los índices de Kováts analizando conjuntamente las muestras con una mezcla de n-alcanos. Se identificaron 40 componentes, los mayoritarios resultaron ser: alfa-pineno (22.9 %), para-cimeno (19.8%), isopinocarveol (7.9%). Referencias: 1. Albornoz, A (1992). Medicina tradicional herbaria. Instituto Farmacoterapéutico Latino S.A. 423 p. 2. Bruneton Jean (1991) Elementos de fitoquimica y farmacognosia. Editorial Acribia. 233 p. 221 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 127 Chemical fingerprint and anti-Candida potential of Plinia cauliflora (Mart.) Kausel. Tatiana M. de Souza1; Juliana A. Severi1; Wagner Vilegas2; Rosemeire C. L. R. Pietro1. 1 Faculdade de Ciências Farmacêuticas-UNESP; 2 Instituto de Química-UNESP, Rod. Araraquara-Jaú, km 1, Araraquara, Brasil. P. cauliflora (Myrtaceae) occurs in South America. Their leaves are without chemical and biological evaluation. Biological activity of plants has been important to obtain new agents. The aim of this work was to analyze leaves extract of P. cauliflora chemical profile and to determine its antifungal activity. The leaves extract was obtained with 70% ethanol by percolation and dried. After cleaning up a sample in SEP Pak – RP18 with water:methanol (2:8, v/v), the chromatographic profile was established using a Varian, ProStar HPLC system equipped with a RP-18 column (250 mm × 4.60 mm i.d., 5 μm, Phenomenex Luna). The mobile phase used was water (A) and acetonitrile (B) with linear gradient elution of 4-25% in 20 min, 25-30% in 30 min and 40-100% of B in 40 min eluted at a flow-rate of 1.0 mL/min. The effluent was monitored using ProStar 330 photodiode-array of ultraviolet detection (PDA) system at 270 nm for general aromatics and 360 nm for flavonoids. Determination of Minimum Inhibitory Concentration (MIC) was done according NCCLS M27-A2. Final sample concentration was 1.25 mg/mL. Final inoculum of Candida albicans (ATCC 64548), Candida krusei (ATCC 6258) and Candida parapsilosis (ATCC 22019) was 2.5-5.0x103 cells/mL. After serial dilutions in the plates they were incubated for 48 h at 35 °C. Subcultures of the plates were done in agar-Sabouraud plates incubating for 48 h at 25 °C to determine Minimum Fungicidal Concentration (MFC). HPLC-PDA analyses showed that ethanolic extract contain mainly phenolic compounds. The identification of the peaks was performed by comparing the data obtained with literature suggesting the presence of ellagic acid and flavonoids derivates. The ethanolic extract showed good activity against all Candida species but better activity against C. krusei and C. parapsilosis. It was possible to verify the phenolic composition of leaves ethanolic extract of P. cauliflora suggesting the responsible metabolites for the activity against Candida spp. Support: PADC-UNESP and FAPESP. 222 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 128 Effect of Agelasina B on the intracellular calcium mobilization in breast cancer cells (MCF-7) Adriana Pimentel1,2, Iriana Zambrano1, Jais Nieves1, Felipe Sojo2, Héctor Rojas3, Alirica I Suarez4, Reinaldo Compagnone5, Francisco Arvelo2 y Gustavo Benaim1,2. 1Centro de Biociencias y Medicina Molecular, Instituto de Estudios Avanzados (IDEA); 2Laboratorio de Biofísica, Instituto de Biología Experimental, Universidad Central de Venezuela; 3Laboratorio de Permeabilidad Iónica, Instituto Venezolano de Investigaciones Científicas; 4Laboratorio de Productos Naturales, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela; 5Laboratorio de Síntesis Orgánica, Facultad de Ciencias, Universidad Central de Venezuela;Caracas, 1080, Venezuela. We have demonstrated that agelasine B, a compound purified from a sea sponge (Agelas clathrodes), shows differential cytotoxic properties. Thus, in breast cancer cells (MCF-7), the IC50 is 2.22 g/ml., significantly different with respect to the observed in fibroblasts (IC50 23.43 g/ml), rising the possibility of its use on breast cancer therapy. When assayed on a cell suspension of MCF-7 loaded with the Ca+2 indicator FURA-2, agelasine B was able to induce an increase of the intracellular Ca+2 concentration ([Ca+2]i). This was due to the liberation of Ca+2 from the endoplasmic reticulum, as could be seen by the use of confocal microscopy, as previously reported [1]. We also demonstrated that agelasine B is able to inhibits the activity of the sarco(endo)plasmic reticulum Ca+2-ATPase (SERCA) with the same efficiency to classical inhibitor of this Ca+2 pump, such as thapsigargin and cyclopiazonic acid, showing that agelasine B is able to differentially kill these cells through the inhibition of the SERCA and the subsequent disruption of [Ca+2]i homeostasis. Acknowledgments: Grants from C.D.C.H.-U.C.V. PG-03-00-6049/2005 & FONACIT G-2001000637 to G.B. References 1. Colina, C. et al. (2005), Biochem. Biophys Res. Commun., 336, 54-60. 223 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 129 Anti-proliferative effect of betalains from Sicilian cactus pear (Opuntia ficus indica, L. Mill.) on malignant HepG2, Huh-7, and HA22T human liver cell lines Pintaudi A.M1, Cocciadiferro L 2, Lannino M 1, Fazzari M 1, Livrea M.A1, Carruba G 2 1Dept. Farmacochimico Tossicologico e Biologico, Università di Palermo; 2Experimental oncology unit. Dept of Oncology. ARNAS-Civico,Palermo. Epidemiological evidence has been provided that various age-related pathologies, including cardiovascular diseases, cancer, and neurodegenerative disorders have a minor incidence among people consuming vegetable-rich diets. Antioxidant food components have been considered essential to obtain long-term positive health outcomes. Betalains are redox-active pigments occurring in the Cariophyllalae order of plants, among which the edible cactus pear and red beet. These bioactive phytochemicals can act as antioxidants in various biological models, including oxidation of membranes (1) and LDL (2), and modulators of redox-mediated cell pathways relevant to the inflammatory response (3). It has recently been documented that betanin can inhibit proliferation of a variety of human tumor cells , including breast, colon stomach, CNS, lung, and myeloid leukemia (4,5). Human hepatocellular carcinoma is the third most common cause of cancer death. We studied the effect of the betalain pigments betanin and indicaxanthin isolated from fruits of Sicilan cactus pear on the proliferation of human liver cancer cells lines (HepG2, Huh-7 and HA22T). Both betalains showed a dose-dependent antiproliferative effect (30 to 50%) in a low micromolar range (0.1 to100 μM), with the effect in Huh-7 and HA22T cells higher than in HepG2 cells. In all experiments indicaxanthin exhibited higher antiproliferative effect than betanin. Other studies aimed at investigating about the molecular mechanisms involved are in progress. Our data add further value to the nutritional characteristics of cactus pear fruits and encourage diets including this fruit to maintaining a healthy status. References 1. Tesoriere L, et al. (2007) Free Radic.Res 41, 226. 2. Tesoriere L, .et al. (2003) Free Radic. Res 37, 689. 3. Gentile C, et al. (2004) Ann.Ny.Acad Sci. 1028, 481. 4. Sreekanth D, et al. (2007) Phytomedicine, 14, 739. 5. Muntha Reddy K, et al. (2005) J.Agric.Food Chem. 53, 9268. 224 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 130 Anticancer efficacy of depside and depsidone compounds isolated from Chilean lichens against human prostate cancer cells M. Piovano1 ,V. Cardile2, G. Frasca2, J. Garbarino1 and A. Russo3 1Dept. of Chemistry, University T.F. Santa Maria, Casilla 110-V, Valparaiso, Chile; 2Dept. of Physiological Sciences, University of Catania, V.le A. Doria 6, 95125, Catania, Italy; 3Dept. of Biological Chemistry, Medical Chemistry and Molecular Biology, University of Catania, V.le A. Doria 6, 95125, Catania, Italy. Prostate cancer continues to be a major problem in the developed world. Owing to the high mortality and unsatisfactory treatment options available it remains the most common malignancy [1]. In such cases, intervention strategies using natural chemical agents are employed in cancer chemoprevention to reverse, suppress or prevent cancer progression [2]. Lichens are one of the most important sources of biologically active compounds. For centuries, a number of the 17.000 known lichen species have been utilized by humans medicinal purposes [3]. Recent pre-clinic studies have permitted to hypothesize their possible use as anticancer agents [3, 4]. This study was carried to assess the effect of lichen metabolites atranorin, divaricatic acid, difractaic acid (depsides) and vicanicin (depsidone) against androgen-insensitive (DU-145) and androgen-sensitive (LNCaP) human prostate cancer cells. The tested compounds were isolated and purified from diverse lichen species collected in different localities of Continental and Antarctic Chile. In each case, the cells were treated with these agents at 6-50 μM doses for 72 h. The natural compounds inhibited the growth of human prostate carcinoma cells and the effect was more prominent in DU-145 compared to LNCap. But the depsidone vicanicin exhibited more potent efficacy, confirming the hypothesis that the higher biological activity of the depsidones could be related, at least in part, to a larger incorporation into lipid microdomains [5]. Our data also show an induction of apoptosis in prostate cancer cells by vicanicin. In fact, a significant (p<0.001) increase of caspase-3 enzyme activity occurred in both cancer cell lines treated with this lichen metabolite at 6-12 μM concentrations, correlated to a high DNA fragmentation, but without the disruption of the plasma membrane, as evaluated by percentage of LDH release. Atranorin, divaricatic acid and difractaic acid exhibited proapoptotic effect but at higher concentrations. References 1. N. Fleshner, A.R. Zlotta, 2007, Cancer 110, 1889-99. 2. G.M. Cragg, D.J. Newman, 2005, J. Ethnopharmacol. 100, 72–9. 3. K. Muller, 2001, Appl. Microbiol. Biotechnol. 56, 9-16. 225 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. 5. P 130 Russo, M. Piovano, L. Lombardo, L. Vanella, V. Cardile, J. Garbarino, 2006, Anti-Cancer Drugs, 17, 1163-9. M.E. Hidalgo, E. Fernandez, W. Quilhot and E. Lissi, 1994, Phytochemistry 37, 1585-7. 226 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 131 Determination by SPME of volatile compounds in non edible Basidiomycetes Marisa Piovano1, Juan A. Garbarino1, Elizabeth Sánchez2, Manuel Young2. 1Universidad Técnica Federico Santa Maria, Departamento de Química. 2Universidad Técnica Federico Santa Maria, Centro de Biotecnologia “Daniel Alkalay L.”, Avenida España 1680, Valparaíso, Chile. The characteristic odor/flavor of many fresh edible fungi can be classified into nonvolatile and volatile compounds. Among the volatile substances a series of C-8 aliphatic oxygenated metabolites are the main components, 1-octen-3-ol being the most abundant [1,2]. This work represented the study of volatile fractions of eight fresh non edible fungi (Basidiomycetes): Mycena chlorinella, Rhizopogon roseolus, Pholiota spumosa, Thelephora terrestris, Hygrocybe coccinea, Geastrum triplex, Ramaria flaccida and Laccaria laccata by headspace solid phase microextraction – gas chromatography – mass spectrometry using fiber PDMS/DVB [3]. No information of volatile studies concerning the 8 analyzed species was found. Fresh specimens were collected in the Reserva Nacional Forestal Lago Peñuelas, Valparaíso (V Region) Chile in fall 2006 and 2007 and 2-3 g of each species were used. Whole specimens on the peak day of flush and maturity were harvested. Twenty-eight volatile constituents were identified using the library for the NIST chromatograph 2000. The main components were 1-octen-3-ol, 1-octene, 3octanol, 3-octanone, among others. Basically there is no great difference in the content of volatiles among edible and non edible fungi. Acknowledgment. This research was supported by a Grant # 130521) from DGIP, USM. References 1. Sophie Breheret,, Thierry Talou, Sylvie Rapior and Jean-Marie Bessieré. 1997, J. Agric. Food Chem., 45, 831-836. 2. In Hee Cho, Se Young Kim, Hyung-Kyoon Choi and Young-Suk Kim, 2006, J. Agric. Food. Chem. 54, 6332-6335. 3. J.C.R. Demyttenaere, R.M. Moriña, N. de Kimpe and P. Sandra, 2004, Journal of Chromatography A, 1027, 147-154. 227 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 132 Effect of lichen compounds on the growth of pathogens bacteria and fungi Marisa Piovano1, Juan A. Garbarino1, Soledad Ortega2, Ingrid Ramírez2, Hugo Peña-Cortés2. 1Universidad Técnica Federico Santa Maria, Departamento de Química. 2Universidad Técnica Federico Santa Maria, Centro de Biotecnologia “Daniel Alkalay L.”, Avenida España 1680, Valparaíso, Chile. The phenolic compounds depsides and depsidones are considered to be specific substances from lichens [1], and they exhibit a broad range of bioactivities, among them, are considered the inhibitory effect on some bacteria and fungi pathogens of plants and animals [2; 3]. The Goals of our study was to determine the potential antibacterial and antifungal properties of the depsides atranorin and difractaic acid and the depsidones pannarin, 1’-Cl-pannarin, lobaric acid, stictic acid and fumarprotocetraric acid. The microorganisms used in the bioassays were the phytopathogenic bacteria: Erwinia carotovora, and Pseudomonas syringae; and the animals pathogens: Staphylococcus epidermidis, Micrococcus luteus, and Vibrio angynolyticus as well as the phytopatogenic fungus Botrytis cinerea. The lichen metabolites were isolated from species collected in Continental Chile and Antarctica, and were extracted as already described [4, 5]. The results obtained by the biological tests to determine the bioactivity of these compounds, demonstrate that some of them are able to inhibit the growth of animals pathogenic bacteria, whereas others display and activity on the growth of plant pathogens (bacteria and fungus). The growth of S. epidermidis is clearly inhibited (almost a 90%) by the applications of pannarin, 1’-Cl-pannarin or lobaric acid. Pannarin and lobaric acid also affect the growth of plant pathogens. While pannarin inhibit the growth of plant pathogenic bacteria, causing a reduction of approximately 50% in the growth of E. carotovora, lobaric acid reduces the growth of B. cinerea in a 60% compared to the control ones. References 1. Emerson P. Da Silva Falcão, Nicásio H. Da Silva, Norma B. Gusmão, Sheiyla Mara Ribeiro e Eugenia C. Pereira, 2004, Acta bot. bras., 18, 911-918. 2. M. E. Hale, Jr. 1983, The Biology of Lichens, 3ed. London Edward Arnold Pub. 3. K. Ingolfsdottir K., G. A. C. Chung, V. G. Skulason, S. R. Gissurason, M. Vilhelmsdottir, 1998, European Journal of Pharmaceutical Sciences 6, 141-146. 4. M. Piovano, M. C. Chamy, J. A. Garbarino, W. Quilhot, 2000, Systematics and Ecology, 28, 589590. 5. M. Piovano, M. C. Chamy, J. A. Garbarino, W. Quilhot, 1995, Bol. Soc. Chil. Quím., 40, 163-165. 228 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 133 Antiproliferative activity of ethanol extract of Cuban propolis on human breast cancer Popolo A.1, Carratù A.1, Morello S.1, Piccinelli A.L.1, Osmany Cuesta-Rubio2, Rastrelli L.1 and Pinto A.2 Department of Pharmaceutical Sciences Via Ponte Don Melillo 84135 Fisciano Salerno; 2 Instituto de Farmacia y Alimentos (IFAL), Universidad de La Habana, Avenida 23, 21425 Lisa, La Habana, Cuba CP 13600. 1 Propolis is a resinous substance collected by honeybees from the bud and bark of certain trees and plants and stored inside their hives. It has been used in folk medicine from ancient times and recently it has been reported to possess various biological activities such as antibacterial, antiviral, anti-inflammatory and antitumoral properties. In this study we investigated the antiproliferative activity of the ethanol extract of brown Cuban propolis (BCP) on two human breast cancer cell lines, MCF7 (estrogen receptor positive ER+) and MDA-MB 231 (ER-). The MTT assay showed a significant antiproliferative activity (P<0.005) of BCP on either MCF-7 and MDA-MB 231, and this effect was concentration- (1-25 µg/ml) and time- (24-72 h) dependent. 17- estradiol (10nM) administration on MCF-7 causes a significant (P<0.001) but no total reduction of BCP antiproliferative activity at concentrations of 1, 5 and 10 µg/ml, but not at the highest concentration (25 µg/ml). On MDA-MB 231 no differences were observed in presence of 17- estradiol. The co-administration of ICI 182,780 (100nM), an antagonist of ER, on MCF-7 showed a significant (P<0.001) reduction of BCP antiproliferative activity. Furthermore, BCP administration on MCF-7 showed a significant (P>0.01) inhibition of cell growth in G1 phase of cell cycle in a concentration- and time-dependent manner. This effect was correlated with a reduction of p-53 expression after 48 h of BCP treatment. In conclusion our results indicate that BCP could exert its antiproliferative effect by dual mechanisms: the first involves the ER, as partial agonist, and the other one is not receptorial pathway mediated. 229 P 134 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Nuevos metabolitos prenilhidroxibenzoicos de Piper ssp. Edwin Correa 1, Winston Quiñones 1, Olov Sterner 2, Fernando Echeverri 1 1Universidad de Antioquia-SIU, Instituto de Química, PO Box 1226, Medellín-Colombia, 2Division of Organic Chemistry, Lund University, PO Box 124, SE-22100 Lund, Sweden Las especies del género Piper se caracterizan por la gran diversidad estructural de sus metabolitos, tales como isobutilamidas, alcaloides, flavonoides, fenilpropanos, terpenos y derivados prenilhidroxibenzoicos [1]. Sus especies han sido empleadas en medicina tradicional para el tratamiento de diversas afecciones [2] y en agricultura para el control de insectos [3]. En el presente trabajo se describe el aislamiento de varias moléculas de este tipo a partir de un extracto crudo de Piper ssp., que en estudios anteriores mostró una importante actividad contra Leishmania (V) panamensis. Tres de ellos son derivados prenilados de acido benzoico (acido 2farnesil-3-hidroxi-4-metoxibenzoico 1), (acido 2-farnesil-3,4-dihidroxibenzoico, 2), (acido 3-geranilgeranil-4-hidroxibenzoico, 3 previamente reportado [4]), y un análogo prenilado sin el grupo carboxilo (2-farnesil-6-hidroxifenol, 4) (Figura 1). Este ultimo es la primera vez que se aísla de una fuente vegetal, ya que previamente había sido sintetizado para estudiar la biosíntesis de ubiquinona en E. coli y Saccharomyces cerevisiae [5]. O 15' OH 2 4 13' 14' 3' 7' 11' 12' 1 COOH OH 4 3 1 COOH OH HO 2 COOH 1 20' 17' OH 3' 7' 3 11' 15' HO 4 Agradecimientos. COLCIENCIAS, Universidad de Antioquia (Colombia) y Programa Alfa EULADIV (EU). Referencias 1. Parmar, VS., Jain, S.C., Bisht, K.S., Jain, R., Taneja, P, J., Tyagi, O., Prasad, A. (1997) Phytochemistry. 46, 597-673 2. Braga, F., Bouzada, M., Fabri, R., Matos, M., Moreira., F., Scio, E., Coimbra, E. (2007), Journal of Ethnopharmacology. 111, 396-402 3. Dyer, L.A., and Palmer A. 2004. Piper: a model genus for studies of evolution, chemical ecology, and trophic interactions. Kluwer Academic/Plenum Publishers, New York. p. 117-139. 4. Cimino, G., De Stefano., Minale, L. (1972), Experientia, 28, 1401-1402 230 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 5. P 134 Hsu, A., Poon, W., Shepherd, J., Myles, D., Clarke, C., (1996), Biochemistry. 35, 9797-9806 231 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 135 Nuovi diterpeni neo-clerodanici da Scutellaria hastifolia L. raccolta in Lituania Rosa Angela Raccuglia1, Gabriella Bellone1, Kristina Loziene2, Franco Piozzi1, Sergio Rosselli1, Antonella Maggio1, Maurizio Bruno1 1 Dip. Chimica Organica, Viale delle Scienze, Parco d’Orleans II – I 90128 Palermo - Italia. 2 Institute of Botany, Zaliuju ezeru 47, LT-2021, Vilnius, Lithuania. Scutellaria è un genere cosmopolita della sottofamiglia delle Scutellarioidea appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Esse sono piante erbacee spesso coltivate a scopo ornamentale a causa dei loro fiori sgargianti e colorati. Sono circa 300 le specie di Scutellaria che crescono nel mondo in differenti zone climatiche. In molte di esse sono presenti composti con diverse proprietà biologiche quali quella antinfiammatoria, antibatterica, antiossidante ed antitumorale e specialmente proprietà ecologiche quali quella antifeedant ed antifungina. S. hastifolia L. è una pianta perenne che fiorisce tra giugno ed agosto, alta 10-40 cm, dalle foglie con particolare forma ad uovo e dai fiori di un gradevole colore blu-violetto. E’ una specie molto rara che cresce in Lituania, tipicamente nelle zone erbose nei pressi di corsi d’acqua (1). In questa comunicazione riportiamo lo studio dell’estratto acetonico delle parti aeree di S. hastifolia raccolte nel luglio 2006 in Lituania. Sono stati isolati e caratterizzati tre nuovi diterpeni neoclerodanici (1-3) recanti sul carbonio C-6 una funzione esterea cinnamoilica ed è da notare, inoltre, che tutti e tre i composti hanno il carbonio C-19 come metile, una caratteristica strutturale alquanto rara (2). Il composto 1 presenta il frammento C-11/C-16 come di lattone α,β insaturo, mentre nei composti 2 e 3, epimeri al C-13, esso forma un sistema spiranico coinvolgente il carbonio C-8. O O O O H O H OH O O O 1 O O O 2, 3 References 232 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 1. 2. P 135 V. Galinis (1976): Scutellaria L. - In: Natkevičaitė-Ivanauskienė, M. (ed): Flora of the Lithuanian SSR, No 5. Vilnius, pp. 610. M. Bruno, F. Piozzi, S. Rosselli, Nat. Prod. Rep. (2002), 19, 357-378. 233 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 136 Antinflammatory activity of Lantana fucata extracts and its derived phenylpropanoid glycosides Julião L. de S1, Marzocco S2, Picinelli A L2, Autore G2, Leitão S G3, Rastrelli L2 PBV, UFRJ, CCS, Bl. K. 2º andar, Rio de Janeiro, RJ, Brazil; 2 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno, Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano (SA), Italy; 3 Faculdade de Farmácia, UFRJ, CCS, Bl. A, 2º andar, Ilha do Fundão,RJ, Brazil. 1 Lantana (Verbenaceae) is a neotropical genus with approximately 150 species, many of them occurring in Brazil. Lantana fucata is a small shrub extensively distributed in Brazil, used in folk medicine as infusions and syrups for the treatment of respiratory disorders [1]. No studies have been carried out on the chemistry or pharmacology of this specie before. The present work describes the isolation of four new phenylpropanoids glycosides (PPGs) from Lantana fucata named as fucatosides A-D. Moreover we also evaluated the antinflammatory activity in vitro both of several L. fucata exctracts (ethanolic “EE” and hydro-alcholic “HE” tinctures and infuse “I” and tisane ”T”) and of their main PPGs, in a model of LPS-induced NO release, in J774.A1 murine macrophage cell line. In order to evaluate the effect of tested extract and compounds on nitric oxide (NO) release, one of the main mediators of inflammatory process, graded concentrations (1-100 mg/ml) of extracts and compounds were added to J774.A1 macrophages 1h before and simultaneously to LPS (10 g/ml). After 24 hrs nitrite concentration, indicator of NO release, was measured in the culture medium by Griess reaction [2]. Results showed that EE tincture significantly inhibits, at all concentrations, NO release (P<0.01), HE tincture exerts its inhibitory effect at the concentrations of 10 and 100 mg/ml (P<0.001) while I and T inhibited NO only at the highest concentration (P<0.001). Among L. fucata PPGs the more active was fucatoside D which significantly inhibited NO release at the concentrations of 10 and 100 mg/ml (P<0.001). Other fucatosides (A-C) exerts a significant inhibition only at the concentration of 100 mg/ml. Moreover MTT assay revealed that no cytotoxic effect was related to tested fucatosides treatments. Our results strongly validated the empirical use of L. fucata in folk medicine showing that its effect could be partly related to the reduction of NO. References 1. Lorenzi, H. (2000). Plantas Daninhas do Brasil. 3rd Edition. Instituto Plantarum de Estudos da Flora LTDA. 540 p. 2. Green L.C. et al. (1982) Analytical Biochemistry 126, 131. 234 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 137 Evaluation of the pharmacological activity of Citrus aurantifolia leaves on LPS-induced J774.A1 cultured macrophages Marzocco S.1; Piccinelli, A. L. 1; Garcia Mesa, M. 2; Rastrelli, L.1; Autore G. 1 1Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno, Italy. 2Departamento de Bioquímica, Instituto Nacional de Angiología y Cirugía Vascular, Cuba. Citrus aurantifolia Christm. (Lime) is widely distributed in Cuba and in tropical and sub-tropical regions. Lime leaves have been used for the treatment of skin diseases and as anti-inflammatory agent by folk medicine [1]. In the past few years there has been an increased interest in the study of Citrus plants because their fruits and leaves contained large amounts of flavonoids [2]. To better characterize the capability of natural products in preventing vascular diseases, in the laboratories of the National Institute of Angiology and Vascular Surgery, Cuba, a tincture of lime leaves (TLL) has been developed to be used as nutritional supplement or in phytomedicine. Qualitative and quantitative chemical characterization showed that TLL contained primarily C-glycosyl flavones and vitexin (1), isovitexin (2), vitexin-O-β-D-glucopyranoside (3) and isovitexin-O-β-Dglucopyranoside (4) are the main constituents [3]. In this study we evaluated the effects of Lime’s major constituent (25-200 μM) on iNOS expression and activity, in cultured J774.A1 macrophage cell line, added 1h before and simoultaneously with Escherichia coli lipopolysaccharide(LPS) stimulation. Twenty four hours later NO release was evaluated by Griess reaction [4]. Compounds 1-4 (100-200 μM) significantly (P<0.05) and in a concentration related manner reduced NO release. Particularly 4 reduced significantly NO release even if at the lowest concentration used (50 μM ; P<0.05). Moreover MTT viability assay revealed that all tested compounds didn’t showed any antiproliferative activity on J774.A1 macrophages. These findings further validate the empirical use of Lime as anti-inflammatory agent in folk medicine and indicated that its anti-inflammatory effect could be addressed not only to its isovitexin content, which capability to reduce NO production is well known, but although to the presence of 1, 3 and 4. References 1. Fuentes, V. et al (1988) Rev. Cub. Farm. 22, 77. 2. Bocco, A. et al. (1998) J. Food Chem. 46, 2123. 3. Piccinelli, A. L. et al. (2008) J. Agric. Food Chem. 56, 1574. 4. Green L.C. et al. (1982) Analytical Biochemistry 126, 131. 235 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 138 Magnoflorine and phenylpropanoid derivatives from the leaves of Croton xalapensis L. (Euphorbiaceae) Carolina Arevalo2, Anna Lisa Piccinelli1, Silvana Morelli1, Ines Ruiz2, Luca Rastrelli1 e Francesco De Simone1 1Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, Via Ponte don Melillo, 84084 Fisciano (SA), Italy. 2Departamento de Control Químico, Facultad de Farmacia, Universidad Nacional Autonoma de Honduras (UNAH), Bulevar Suyapa, Tegucigalpa, Honduras. Croton (Euphorbiaceae) is one of the largest genera of flowering plants, with nearly 1300 species of herbs, shrubs, and trees that are ecologically prominent and often important elements of secondary vegetation in the tropics and subtropics worldwide (Webster, 1993). C. xalapensis (Euphorbiaceae), commonly named “china native”, is a small tree that grow in the forests of southern Honduras. The leaves of C. xalapensis were collected in Lange, Valle, Honduras, in January 2004. The genus Croton is one of the richest sources of alkaloids with aporphine, proaporphine and morphinandienone skeleton (Farnsworth et al., 1969; Southon and Buckingham, 1989; Del Castillo et al., 1996), in addition flavonoids (Amaral and Barnes, 1998), lignans (Pieters et al. 1993) and diterpenes with clerodane skeleton (Tane, 2004) are also commonly found in this genus. No phytochemical studies on C. xalapensis have been reported. In the Present study from Dried and powdered leavesof C. xalapensis we isolated the aporphine alkaloid magnoflorine, and phenolic compound: 3,4-dimethoxycinnamyl alcohol, 3,4-dimethoxy-5-hydroxy-t-cinnamyl alcohol and gallic acid. The structure of all compounds were unambiguously established by comparing physical and spectroscopic properties including mass spectrometry, 1D (1H, 13C) and 2D (HSQC, HMBC and COSY) NMR spectroscopy with those reported in literature. (Barbosa-Filho et al. 1997, Bao-Ning et al. 1999, Ahmed, 1991). Quantitative HPLC analyses of magnoflorine the more abundant compound were performed. The yield of the lyophilized aqueous extract was 447 mg (29.8% of dried leaves). The concentration of magnoflorine calculated from the experimental peak areas by interpolation to standard calibration curves was 139.58 mg/g in dry leaves. References Amaral, A.C.F., Barnes, R.A., 1998. Natural Product Letters 12, 41. Bao-Ning, S., Yoshihisa, T., Hong-Quan, D., Bei, C., 1999. J. of Nat. Prod. 62, 1363. Barbosa-Filho, J.M., Da-Cunha, E.V.L., Lopes-Cornelio, M., Da Silva, C., Gray, A.I., 1997. Phytochemisty 44, 959. Del Castillo, C.H., De Simone, F., De Feo, V., 1996. Biochem. Syst. Ecol. 24, 463. Farnsworth, N.R., Blomster, N.R., Messmer, W.M., King, J.C., Persions, G.J., Wilkes, J.D., 1969. Lloydia 32, 1. Pieters, L., De Bruyne, T., Claeys, M., Vlietinck, A., Calomme, M., Vanden Berghe, D., 1993. J. Nat. Prod. 56, 899. Southon, I.W., Buckingham, J., 1989. Dictionary of Alkaloids. Chapman & Hall, London. Webster, G.L., 1993. Taxon 42, 793. 236 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 139 Phenolic derivates from methanolic extract of Mexican Propolis Cinzia Lotti1; Anna Lisa Piccinelli1; Fernandez Mercedes Campo2; Cuesta-Rubio Osmany2; Hernández Ingrid Márquez2; Francesco De Simone1, Luca Rastrelli1 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano (SA), Italy, 2 Instituto de Farmacia y Alimentos (IFAL), Universidad de La Habana, Avenida 23, 21425 Lisa, La Habana, Cuba CP. 13600 1 Propolis is considered to possess broad spectrum of biological activities: antibacterial, antinflammatory, antiviral, antifungal, antiulcer, hepatoprotective [1,2]. It is one of the few natural remedies that has maintained its popularity over a long period of time. Propolis has gained popularity as a health drink and also has been used in beverages and food, is thought to improve human health and to prevent diseases such as inflammation, heart disease, diabetes [3]. The pattern of natural products in propolis consists of a wide range of compounds qualitatively and quantitatively varying strictly on its geographical location depending on the vegetation in the collection area [4]. For example, propolis from temperate zones, especially European propolis, contains phenolic compounds, predominantly flavonoids [5] while propolis from tropical zones contains different classes of natural products, among them polyprenylated benzophenones [6]. This research work is part of a collaboration with the IFAL (Istituto de Farmacia y Alimentos, Cuba) that for years studied samples of different origins propolis botany. Literature reported only a few studies on the antibacterial free-radical scavenging activities of Sonoram (desert northwestern Mexico) propolis [7]. The methanolic extract of Mexican propolis was chromatographed (Serphadex LH-20, Silica Gel, RP-HPLC-IR, RP-HPLC-UV and HPLCMS); chemical characterization led to the isolation of known flavonoids including pterocarpans, isofavans and flavanols and also new compounds including a flavanol and aromatic substances. The structure of new compounds, including absolute stereochemistry was accomplished by spectroscopic analysis, particulary 2D-NMR and ESI-MS. The structures of know compounds were elucidated by spectral data comparison with those published in the literatures. In particular, for pterocarpans was studied also the fragmentation pathway proposed for [M+H]+ as reported for the study by electrospray ionization tandem mass (ESI-MS/MS) specrta of Cuban propolis [8]. References 1. Burdok G. A., 1998, Food Chem. Toxicol., 36, 347-363 2. Marcucci M. C., 1995, Apidol., 26,83-99 3. Banskota A. H., et al., 2001, Phytoter. Res., 15, 561-571 4. Bankova V. et al., 2000, Apidol., 31, 3-15 5. Greenaway W. et al., 1991, Naturforsch., 46c, 111-121; Bankova V. et al., 1983, J. Nat. Prod., 46, 471-474 6. Tomas-Bamberan F. A. et al., 1993, Phytochem., 34, 191-196; Cuesta-Rubio O. et al., 2002, Naturforsch., 57c, 372-378 237 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 7. 8. P 139 Velazquez C.et al., 2007,J.of Appl. Microb., 103, 1747-1756 Piccinelli A. L. et al., 2005, J. Agric. Food Chem., 53, 9010-9016. 238 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 140 Estudio de toxicidad de un extracto acuoso de madera de duramen de Enterolobium cyclocarpum (Jacq) Griseb. Raya González D1, Chávez Duran J1., Martínez Muñoz R.E1., del Río R.E1, Flores García A1, Salgado Garciglia R1, López Gómez R1., Morales López M.E1., Damián Badillo L.M2. y Martínez Pacheco M.M1. Instituto de Investigaciones Químico Biológicas de la Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Edificio B-3, Cd. Universitaria, Francisco J. Mújica s/n, Col. Felicitas del Río, Morelia, Michoacán, México. C.P. 58 000. e-mail: [email protected]. 2Universidad de la Ciénega del Estado de Michoacán de Ocampo. Sahuayo, Mich 1 Se observó que el extracto acuoso obtenido de madera de duramen de E. cyclocarpum protegió a la madera de pino (madera perecedera), severamente afectada por el insecto barrenador de madera seca Incisitermes marginipennis (Latrellie), el efecto que se observó fue de disuasión y no de insecticida [1]. Debido a la gran cantidad de residuos sólidos generados en la fabricación de muebles con esta madera, es factible su aprovechamiento en la obtención de extractos para proteger madera perecedera o de baja durabilidad, por lo que el propósito del presente trabajo fue hacer un estudio de toxicidad del extracto acuoso obtenido de madera de duramen de E. cyclocarpum. Se utilizaron organismos indicadores ampliamente aceptados en pruebas de toxicidad y se hicieron curvas de dosis respuesta para determinar las concentraciones letales e inhibitorias medias (CL50/CI50) y compararlas con los valores permisibles de toxicidad aceptados por diferentes legislaciones. Se determinaron las CL50/CI50 de un extracto acuoso obtenido del duramen de E. cyclocarpum en organismos de diferentes niveles tróficos. En el crustáceo Artemia salina la CL50 fue de 1.3 mg/ml, en la termita I. marginipennis fue de 2 mg/ml y en la rata Wistar la CL50 > 2000 mg/kgind. En ocho aislados silvestres microbianos la CI50 fue >1 mg, mientras que en Klebsiella pneumoniae la CI50 fue de 300 µg. En la línea celular MCF-7 la CI50 fue de 133 µg. Al comparar las CL50/CI50 observadas con los límites permisibles de toxicidad. Se concluye que el extracto acuoso no causa toxicidad en los organismos indicadores. Cuadro 1. Determinación de la CL50 en animales del extracto acuoso obtenido de duramen de E. cyclocarpum. Especie Tratamiento CL50 Tiempo Extracto acuoso 1.3 mg/ml 24 h A. salina Sulfato de Berberina 0.01 mg/ml 0.083 h Extracto acuoso 2 mg/ml 5 semanas I. marginipennis Sales de DTB Extracto acuoso > 2000 mg/kg > 168 h Ratas Wistar Quercitina 200 mg/kg 168 h Agradecimientos: este trabajo fue financiado por UMSNH-CIC 2.1MMP-2007 y el programa de los FOMIX (CONACYT y Gobierno del Estado de Michoacán) (Michoacán 2005-C01-009). DRG (becario CONACYT), JCD, REMM, MEML (estudiantes). LMDB y REdR (vinculación). AFG, RSG, RLG y MMMP (CA154). 239 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 140 Referencias 1. Raya González D., Rutiaga Quiñones J.G., Martínez Pacheco M.M., Flores García A. y Morales López M.E. 2007. SILAE, La Plata, Argentina. 240 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 141 Risultati preliminari sull’attività antiossidante di Salvia ssp. Giamperi L1, Bucchini A1, Fraternale D1, Ricci D1, Bisio A2, Romussi G2, Russo E2, Cafaggi S2. Istituto di Botanica e Orto Botanico “P. Scaramella”, Facoltà di Farmacia, Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, Urbino (PU) 61029 Italy; 2Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Alimentari, Università di Genova, Via Brigata Salerno 16147 Genova, Italy. 1 E’ stato condotto uno studio preliminare sull’attività antiossidante degli essudati di parti aeree di 8 specie di Salvie. Le specie selezionate sono: Salvia namaensis Schino (a) S. fallax Fernald (b) S. chamaedryoides Cav. (c), S. confertiflora Pohl (d), S. x jamensis J. Compton (e), S. buchananii Hedge (f), S. wagneriana Polak (g), S. cacaliaefolia Benth. Poiché in letteratura non esistono lavori riguardanti l’attività antiossidante di tali essudati ci è parso interessante valutarne il contenuto polifenolico e conseguentemente l’attività antiossidante. Gli essudati sono stati solubilizzati in una miscela di solventi organici ed il contenuto polifenolico è stato valutato utilizzando il test del Prussian Blue (1) opportunamente modificato. Questo test ha evidenziato che la concentrazione più elevata di polifenoli era presente in S. cacaliaefolia (74 g polifenoli/mg DW) ed in S. namaensis (20 g polifenoli/mg DW) seguite da S. chamaedryoides (15 g polifenoli/mg DW). Sulla base di questi dati abbiamo valutato l’attività antiossidante utilizzando 2 metodi di indagine: il dosaggio del “radicale libero stabile” 2,2-diphenyil-picryl-hydrazyl (DPPH) (2) e il test della lipossigenasi (3). In tali dosaggi il grado di attività antiossidante è stata espresso come IC50 e comparato all’IC50 del BHT. Nel test del DPPH gli essudati maggiormente attivi sono stati quello di S. cacaliaefolia e di S. namaensis (IC50 = 17 μg DW/mL e 21 μg DW/mL rispettivamente). Nel test della lipossigenasi la maggior attività inibente il grado di perossidazione lipidica era ascritta a S. wagneriana (IC50 = 0,11 g DW/mL), S. fallax (IC50 = 0,13 g DW/mL) e S. buchananii (IC50 = 0,19 g DW/mL). In ogni caso tutti e tre gli essudati avevano un’attività inibente maggiore dell’antiossidante di riferimento. I vari essudati sono stati messi a confronto ed analizzati statisticamente applicando l’analisi della varianza (one-way ANOVA) e il post test Bonferroni. Un p < 0,05 veniva considerato come statisticamente significativo. References 1. Price, ML and Butler, LG (1977), J. Agric. Food Chem., 25, 1268-1273. 2. Mellors A and Tappel, L (1996) J. Biol. Chem., 241, 4353-4356. 3. Sud’ina, GF, et al. (1993) Fed. Europ. Biochem. Soc., 329, 21-24. 241 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 142 Caracterización quimiotaxonómica y evaluacion de la actividad contra veneno de yarará de Nectandra megapotámica (Spreng.) Mez. Ricciardi Gabriela A.1, Torres Ana M.1, Camargo Francisco J.1, Agrelo de Nassiff Ada E.1, Dellacassa Eduardo2, Ricciardi Armando I.A.1 Cátedra de Toxicología y Química Legal, FACENA. Universidad Nacional del Nordeste. Corrientes. República Argentina. e-mail: [email protected] ; 2 Cátedra de Farmacognosia y Productos Naturales, Facultad de Química. Universidad de la República. Montevideo. Uruguay. 1 El aceite esencial de N. megapotámica (Spreng.) Mez., “laurel negro” tiene propiedades antimicrobiana, antiinflamatoria y antitumoral (1); el extracto alcohólico actividad analgésica y antiinflamatoria (2). Por otra parte, N. angustifolia (Schrad.) Nees & Mart. ex Nees, “laurel amarillo” se cita como activa contra veneno de víboras (3). Por ello, resulta interesante estudiar tal actividad en laurel negro contra veneno de Bothrops neuwiedi diporus (yarará chica). Se colectó material vegetal de N. megapotámica en Corrientes, se separó su aceite esencial (Ed) y el del agua del destilado (Ea). Sus componentes se cuantificaron por GC/FID, identificándolos por GC/EM (fases estacionarias SE 52 y Carbowax) y por índices de Kovats. La actividad alexítera se evaluó por el tiempo de coagulación normal (TC), la dosis coagulante mínima (DCM) y la Inhibición de la actividad coagulante del veneno de los extractos de hojas en agua (N1), alcohol (N2) y hexano (N3); de los aceites (Ed) y (Ea), midiendo el TC con el agregado de la mezcla previamente incubada de veneno (extracto o aceites) durante 30 minutos a 37 ºC. Se identificó el 94% de los componentes del aceite (Ed): 31% son hidrocarburos terpénicos y 58% sesquiterpénicos. Aparecen en menor proporción los compuestos oxigenados (4%), que se incrementan en el aceite de aguas 53%. Ea y N3 (concentración dependiente) presentaron actividad anticoagulante. Esta actividad valida, en principio, la posibilidad del uso de la especie frente a un accidente ofídico. Referencias 1. Apel, M.A.; Lima, M.E.; Souza, A.; Cordeiro, I.; Young, M.C.; Sobral, M.; Suffredini, I.B.; Moreno, P.R (2006) Pharmacologyonline 3, 376-383 2. Silva Filho, A.; Andrade e Silva, M.; Carvalho, J.; Bastos, J. (2004) Journal of Pharmacy and Pharmacology, 56 (9), 1179-1184. 3. González Torres, D.M. Catálogo de plantas medicinales usadas en Paraguay. 1992. 51, 258 242 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 143 Phytochemical composition and antimicrobial activity of essential oils from different parts of Ferulago campestris growing wild in the Natural Park of Madonie (Sicily) Serena Riela 1, Sergio Rosselli1, Maurizio Bruno1, Vivienne Spadaro2, Francesco Napolitano3, Daniela Rigano3, and Felice Senatore3 1 Dipartimento di Chimica Organica, Università degli Studi di Palermo, Viale delle Scienze, I-90128 Palermo, Italy (phone: +39-091-596919; fax: +39-091-596825; e-mail: [email protected]; 2 Dipartimento di Scienze Botaniche, Università degli Studi di Palermo, Via Archirafi 38, I-90123 Palermo, Italy; 3 Dipartimento di Chimica delle Sostanze Naturali, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Via Domenico Montesano 49, I-80131 Napoli - Italy. Ferulago species have been used for long in folk medicine for their sedative, tonic and digestive properties[1-3]. The phytochemical composition of the essential oil of Ferulago campestris (aerial parts, flowers, roots and seeds), harvested in the Madonie National Park (Sicily), was analyzed by GC and GC-MS. A total of 89 compounds were identified: 50 in the oil from aerial parts (94.0% of the oil), 61 in flowers (93.0%), 44 in roots (83.7%) and 39 in seeds (93.4%). The main compounds were 2,4,5-trimetylbenzaldehyde from aerial parts and seeds, whereas the isomer 2,4,6-trimetylbenzaldehyde was the major constituent in flowers and roots. The oils were tested for their antimicrobial properties against eight different bacterial strains; among the oils analyzed, only the one from seeds showed a relevant activity, and it was found to be more active against Gram (+) bacteria. References 1. F. Demirci, G. Iscan, K. Guven, N. Kirimer, B. Demirci, K. H. C. Baser, (2000), Z. Naturforsch., C: J. Biosci., 55, 886. 2. F. Khalighi-Sigaroodi, A. Hadjiakhoondi, A. Reza Shahverdi, V.-A. Mozaffarian, A. Shafiee, (2005), Daru, 13, 100. 3. K. H. C. Baser, B. Demirci, F. Demirci, T. Hashimoto, Y. Asakawa, Y. Noma, (2002), Planta Med., 68, 564. 243 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 144 Composizione dell’olio essenziale di Centaurea stenolepis A. Kerner raccolta in Bulgaria D. Rigano1, C. Formisano1, F. Senatore1, S. Bancheva2, M. Bruno3, S. Rosselli3 Dipartimento di Chimica delle Sostanze Naturali, Università degli Studi di Napoli Federico II, via D. Montesano 49, Napoli, Itali; 2Institute of Botany, Bulgarian Academy of Sciences, 1113 Sofia, Bulgaria; 3Dipartimento di Chimica Organica, Università degli Studi di Palermo, Parco d’Orleans II, I-90128 Palermo, Italia. 1 Centaurea (Asteraceae) è un genere estremamente vasto e complesso dal punto di vista tassonomico, che comprende dalle 400 alle 700 specie a seconda del tipo di classificazione usata. I centri primari di differenziazione sono l’Anatolia orientale e il Caucaso, mentre il Mediterraneo e la penisola balcanica costituiscono i centri secondari; in Bulgaria, sono state identificate circa 60 specie. [1,2]. Lo studio delle caratteristiche morfologiche e fitochimiche delle diverse specie di Centaurea e delle Centaureinae è particolarmente interessante, data la notevole complessità tassonomica del genere. Per questo motivo ci siamo interessati dello studio fitochimico di Centaurea stenolepis A. Kerner, una pianta perenne dalle foglie lanceolate e dai fiori rosso porpora che cresce prevalentemente nell’Europa Centrale. Le parti aeree di C. stenolepis sono state raccolte nel settembre 2006 in Bulgaria, sul monte Vitosha nel distretto di Sofia, a 1800 m di altitudine. I composti volatili della specie in esame, estratti per idrodistillazione, sono stati analizzati per GC e GC-MS. Complessivamente sono stati identificati 60 composti, corrispondenti al 91.4% dell’olio totale. I componenti presenti in maggiore concentrazione sono cariofillene ossido (6.9%), esaidrofarnesil acetone (6.5%), epi-cedrolo (6.0%), acido esadecanoico (5.5%) e p-vinil-guaiacolo (4.3%), ma nel complesso la frazione più abbondante è quella dei sesquiterpeni (35.6%), soprattutto quelli ossigenati (28.7%). L’abbondanza di sesquiterpeni e la bassa concentrazione di monoterpeni (2.8%9) accomuna l’olio di C. stenolepis alla maggior parte degli oli essenziali di Centaurea riportati in letteratura, che raramente sono caratterizzati dalla presenza di monoterpeni [3]. References 1. Bancheva, S. and Raimondo, F. (2003), Bocconea, 16, 507 2. Velchev, V. (ed.) (1992), Atlas of the endemic plants in Bulgaria. Sofia: Bulgarian Academy of Sciences 3. Formisano, C. et al. (2008), Nat. Prod. Comm., 6, 919. 244 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 145 Determinación de compuestos bioactivos en algas marinas Nurby Nahiely Rios Tesch1, Gerardo Medina2, Jose Manuel Jimenez2, Carlos Alberto Yánez3 Laboratorio de Investigación de Medicamentos Orgánicos. 2Instituto de investigaciones-Sección Biotecnología. 3Laboratorio de Toxicología. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de los Andes Mérida 1 En Venezuela son escasas las investigaciones sobre compuestos marinos biológicamente activos, razón por la cual en esta investigación se evaluaron propiedades bioactivas antibacterianas, antimicóticas, hemaglutinantes y/o hemolisantes, y toxicidad, de extractos (etanol, diclorometano, hexano) obtenidos de 11 especies de algas marinas colectadas en las localidades de San Juan de Los Cayos y Chichiriviche, Estado Falcón, Venezuela. La actividad antibiótica y antimicótica de los extractos se evaluó mediante la aparición de halos de inhibición contra bacterias Gram positivas (Staphylococcus aureus), Gram negativas (Pseudomona aeruginosa, Klebsiella pneumoniae, Proteus mirabilis, Escherichia coli) y el hongo Candida albicans. Actividad antibacteriana, se encontró en: Acanthophora sp., Bryothamnion triquetrum, Gracilaria sp., Gelidium sp., Caulerpa mexicana, Caulerpa sp., Caulerpa ssp., Halimeda incrassata, Ulva sp., Codium decorticatum, Sargassum sp. Diecinueve extractos presentaron actividad antibacteriana (7 con diclorometano, 6 con etanol y 6 con hexano), de los cuales 15 fueron activos frente las especies gram (-) y 4 contra la especie gram(+). La actividad hemaglutinante y/o hemolisante se determinó utilizando muestras de sangre humana (A, B, O, AB). De 11 extractos etanólicos probados, 8 exhibieron propiedades hemaglutinantes, de los cuales 4 provocaron lísis de los glóbulos rojos. La aglutinación se manifestó principalmente en los grupos sanguíneos A y O, mientras que la actividad hemolisante se observó en todos los grupos sanguíneos. Ninguno de los extractos de algas ensayados presentó actividad antimicótica sobre Cándida albicans. A partir del extracto etanólico obtenido de 50 g de Sargassum sp. se extrajeron 7,9 g de manitol, identificado mediante las técnicas de Espectroscopía Infarroja y Resonancia Magnética Nuclear, además sus extractos fueron los únicos que manifestaron toxicidad frente Artemia salina. Agradecimientos: FONACIT (Fondo Nacional de Ciencia y Tecnología), Ministerio de Ciencia y Tecnología, Caracas, Venezuela, CEP (Consejo de Estudios de Postgrado), Mérida, Venezuela. Referencias 1. 2. 3. 4. Charzeddine, L.. et. al,. (2001). Bol. Inst. Ocean. 40: 49-54. Djabayan, P., et. al,. (2000). Rev. Facul Farm. 40: 18-19. Minoru, S., et. al. (2001). Phytochemistry, 58: 517-523. Nagano, C.; et. al. (2002). Prot. Pept. Letters, 9:159-165. 245 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 5. 6. P 145 Navarro, G., et. al,. (2003). J. Ethnopharm. 87: 85–88. Vlachos,V., et. al,. (1999). Bot. Marina, 42:165. 246 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 146 Endemismos Canarios de aplicación tópica en el cuidado de heridas Jorge Cruz1, Bienvenida Rodríguez1, Juan Jiménez1, Eduardo Navarro2, Carla Jiménez3, Rodrigo Chacón1 Universidad de Las Palmas de Gran Canária. Islas Canarias. España; 2Universidad de La Laguna. Islas Canarias. España; 3Universidad San Pablo-CEU. Madrid. España 1 Introducción: Las Islas Canarias poseen una gran biodiversidad vegetal favorecida por su origen volcánico y sus condiciones climáticas; en una mínima superficie, si la comparamos con la extensión del Estado español, contiene a casi el 50% de las especies endémicas presentes en España. Desde muy antiguo, se constata que los aborígenes canarios hacían uso de plantas medicinales para su autocuidado: “…curaban así mismo las heridas con bálsamo odorífero, compuesto de hierbas y flores salutíferas”1 En la actualidad persiste en la medicina popular el recurso de aplicación externa de diversos preparados de plantas para el cuidado de las heridas. Objetivo: Elaborar un listado selectivo de plantas medicinales endémicas canarias que por su tradición de uso popular, y por su composición química o actividad farmacológica de sus principios activos, pudieran ser de utilidad para la aplicación externa sobre heridas a fin de mejorar su evolución. Especies: Aeonium ssp., Arbutus canariensis, Asparagus scoparius, Bosea yerbamora, Campylanthus salsoloides, Ceropegia ssp., Dracaena ssp., Echium pininana, Euphorbia balsamífera, Ferula linkii, Forskaolea angustifolia, Geranium canariense, Hedera helix ssp. canariensis, Hypericum ssp., Ilex canariensis. Bibliografía 1. De Viera y Clavijo J (2004). Diccionario de Historia Natural de las Islas Canarias o índice alfabético de sus tres reinos: animal, vegetal y mineral. La Laguna: Nivaria Ediciones. 247 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 147 Application of hyphenated techniques in the study of infusion from Brazilian medicinal plants Clenilson M. Rodrigues1, Miriam Sannomiya1, Marcelo A. da Silva1, Virginia Carbone2, Paola Montoro3, Sonia Piacente3, Cosimo Pizza3, Clélia A. Hiruma-Lima4, Alba R. M. Souza Brito5, Lourdes C. dos Santos1, Wagner Vilegas1 São Paulo State University, UNESP, Institute of Chemistry, Organic Chemistry Department, CP 355, CEP 14800-900, Araraquara, SP - Brazil; 2Proteomic and Biomolecular Mass Spectrometry Center, Institute of Food Science, CNR, Via Roma, 52 a/c, 83100, Avellino, Italy; 3Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano (SA) - Italy; 4São Paulo State University, UNESP, Institute of Bioscience, Physiology Department, CP 355, CEP 18618000, Botucatu, SP – Brazil; 5State University of Campinas, UNICAMP, Institute of Biology, Physiology and Biophysics Department, CP 6109, CEP 13083-970, Campinas, SP - Brazil. 1 This study involves an attempt to standardize a useful method to the rapid investigation of polar compounds from infusions, as well as to optimize conditions to accomplish the isolation of the main secondary metabolites in these species. The analytical study of infusions from the diverse Brazilian medicinal plants, including Byrsonima (Malpighiaceae) species [1,2], Hancornia speciosa (Apocynaceae) [3] and Davilla (Dilleniaceae) species [4] was performed by HPLC-PAD, direct ESI-MSn, HPLC-MSn, whereas preparative separations includes GPC, HPLC and HSCCC. The simultaneous use of different analytical techniques highlighted the diverse classes of natural compounds contained in these infusions. As result, our group has isolated and identified a number of compounds of high polarity, including B-type proanthocyanidins, mono- to triglucosilated flavonoids and a galloylquinic acid series (from mono- to pentagalloylquinic derivatives). The approach was useful not only to verify the detailed chemical composition in this type of phytopreparation, but also to provide with data that allowed to understand the origins of the biological activities observed. Acknowledgements: BIOTA/FAPESP Program and CNPq. References 1. Sannomiya, M. et al. (2007), Rapid Commun. Mass Spectrom. 21: 1393-1400. 2. Sannomiya, M. et al. (2007), Nat. Prod. Commun. 2: 829-834. 3. Rodrigues, CM. et al. (2007), Rapid Commun. Mass Spectrom. 21: 1907-1914. 4. Rodrigues, CM. et al. (2008), Phytochem. Anal. 19: 17-24. 248 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 148 Cytotoxic activity of 15-oxo–kaur-16,17 epoxi-19-oic acid in breast tumor cells Rodrigues Juan R1, Mariugenia Monsalve2, Alfredo Usubillaga2, Francisco Arvelo1. Laboratorio de Cultivo de Tejidos y Biología de Tumores, Instituto de Biología Experimental, Universidad Central de Venezuela, Caracas; 2 Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. 1 Ent-Kaurenoic acid and many natural derivatives of this terpene are known to have interesting biological properties and can be easily obtained from gradiflorolic acid which was first isolated from Espeletia grandiflora [1]. In this work we investigate the possible antitumoral activity of this kaurene derivative in MCF7 cells, a breast cancer tumor cell line. Cells were maintained in RPMI medium and grown in a humidified incubator (5%CO2; 95%O2, 37°C). Cells were exposed to the compound for 72 h at concentrations ranging from 5 to 25 ug/mL, and then evaluated for citotoxicity, which was carried out by colorimetry, following the reduction of 3-(4,5dimethylthiazol-2-yl)-2,5-diphenyltetrazolium bromide (MTT assay), measuring the production of Formazán at 570 nm [2]. Statistical analysis was performed by student t-tests and one-way ANOVA. The difference among means was considered significant when p<0.05. Results showed that MCF7 cells exposed to this kaurenoic derivative have a lower viable cells number in a dose-dependent manner, comparing with the compound in presence of fribroblast cells (non tumor cell line), reaching a percentage of cytotoxicity of 86,36 ± 0,37% and an IC50 of 9,99 ug/mL. The results show that this kaurenoic derivative could be a potential antitumoral agent due to its ability to be toxic to this breast tumor cell line. References 1. Ghisalberti, E.L. 1997. Fitoterapia. LXVIII, 303-325. 2. Denizot, F., Lang, R. 1986. Journal of Immunology Methods. 89, 271-277. 249 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 149 Cytotoxicity and DNA fragmentation of a kaurenoic analog in prostate tumor cells Ruiz Yarimar3, Rodrigues Juan R2, Alfredo Usubillaga3, Mariugenia Monsalve3, Francisco Arvelo2, Nardy Diez3, Iván Galindo-Castro3* Laboratorio de Cultivo de Tejidos y Biología de Tumores, Instituto de Biología Experimental, Universidad Central de Venezuela, Caracas; 2 Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela; 3Laboratorio de Genómica y Proteómica, Fundación IDEA, Caracas, Venezuela. 1 Of the 20,000 plant species described in Venezuela, 1,500 are used for medicinal purposes [1]. Ent-Kaurenoic acid and many natural derivatives of this diterpene obtained from Espeletia grandiflora are known to have biological properties and can be easily synthesized from gradiflorolic acid [2]. The present work describes the ability of ent-15-oxo-kaur-16-en-19-oic acid to be cytotoxic and promote DNA fragmentation in PC3 cells, a prostate tumor line. Cells were exposed to the compound (72 h , 5 to 25 ug/mL), and then evaluated by colorimetry, following the production of Formazán at 570 nm [3]. DNA fragmentation was assessed on cells treated or untreated with this compound at its IC50. DNA was separated by conventional electrophoresis on a 2.5% agarosa gel and visualized after SYBRgreen® staining. Statistical analysis was performed by student t-tests and oneway ANOVA. Results showed that this kaurenoic derivative was cytotoxic in PC3 cells with an IC50 of 3,7 ug/mL. This result could be explained by a DNA fragmentation pattern which is not observed in control cells. The results show that this compound could be a potential antitumor agent with DNA fragmentation as one mechanism of action. References 1. Taylor, P., et al. 2006. Pharmaceutical Biology. 44, 1-14. 2. Ghisalberti, E.L. 1997. Fitoterapia. LXVIII, 303-325. 3. Denizot, F., Lang, R. 1986. Journal of Immunology Methods. 89, 271-277. 250 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 150 Effect of a kaurenoic analog on prostate tumor cell growth and caspase-3 activity Ruiz Yarimar3, Rodrigues Juan R2, Alfredo Usubillaga3, Mariugenia Monsalve3, Francisco Arvelo2, Nardy Diez3, Iván Galindo-Castro3 Laboratorio de Cultivo de Tejidos y Biología de Tumores, Instituto de Biología Experimental, Universidad Central de Venezuela; 2 Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela; 3Laboratorio de Genómica y Proteómica, Fundación IDEA, Caracas, Venezuela. 1 Espeletia schultzii WEDD, a Venezuelan specie, have been found to contain ent-15oxo-kaur-16-en-19-oic acid, a derivative of kaurenoic acid [1], which have been reported active in human epithelial tumor cells [2]. In this work we investigate the properties of this compound in PC3 cells (prostate cancer line) inducing activation of caspase-3. Cells (106) were incubated with the compound (3,7 ug/mL) and the number of viable cells was counted with a hemocytometer at 24h intervals for 96h. 106 cultured cells were incubated with the compound until 96h and caspase-3 activity was measured by fluorescence in presence of the substrate Ac-DEVD-AMC. Statistical analysis was performed by student t-tests and one-way ANOVA. Results show that the kaurenoic derivative exerts an antiproliferative effect on PC3 cells which is more evident after 48 hours of drug exposure. When caspase-3 was determined in cells treated with this diterpene, the compound was able to significantly increase (1,8x) the activity of this protease compared to untreated cells. These results show that this kaurene could have a potential antitumor activity in prostate cancer, promoting apoptosis through caspase-3 activation. References 1. Usubillaga, A., et al. 2003. Acta Horticulturae. 597, 129-130. 2. Sasaki, J., et al. 2002. Molecular Cancer Therapy. 1, 1201-1209. 251 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 151 Inhibition of globinolytic proteases by kaurenoic derivatives from Espeletia schultzii Rodrigues Juan R1, Mariugenia Monsalve2, Alfredo Usubillaga2, Gamboa Neira1 Laboratorio de Bioquímica, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela, Caracas. Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. 1 2 Malaria is one of the major diseases in tropical world. It has 300-500 million cases each year and causes 1,5-3 million deaths [1]. Hemoglobin degradation in intraerythrocytic malaria parasites is a vast process which occurs in an acidic digestive vacuole by aspartic and cysteine proteases to obtain free aminoacids necessary for the parasite´s development [2]. In this research we investigated the effects of five kaurenoic acid derivatives isolated from Espeletia schultzii Wedd (15keto karurene, 15-keto-16,17-epoxi kaurene, 15-acetoxi kaurene, 16,17-epoxi kaurene and 15-acetoxi-a6,17-epoxi kaurene) on the proteolytic degradation of hemoglobin by trophozoyte extracts of Plasmodium berghei. The proteolytic effect on native mice hemoglobin was measured by SDS-PAGE 12.5% in reductive conditions. The degree of digestion was evaluated by visual comparison of globin bands (14,4 kDa) followed by densitometric analysis. Datas were statistically analysed using t-tests; assuming 95 % of confidence. Results indicate that all compounds were effective inhibiting the degradation of hemoglobin due to the presence of intact band at 14,4 kDa in different degrees of inhibition, being 15-keto16,17-epoxi kaurene the most active (>90% of inhibition of globin proteolysis). This result shows the possible antimalarial activity of kaurene derivatives. References 1. Weekly Epidemiological Record. (1997). W.H.O. 72, 269-292. 2. Rosenthal P., J. 1995. Experimental Parasitology. 80, 272-281. 252 P 152 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Terpenoides de las raíces de Stevia serrata Cav. Ciro Rodríguez-Villanueva, Elier Galarraga-Montes, Enderson Andrade, Alí Bahsas y Juan Manuel Amaro-Luis Laboratorio de Productos Naturales. Departamento de Química. Facultad de Ciencias. Universidad de Los Andes (ULA). Mérida. Estado Mérida. VENEZUELA -5101. Debido a la notable importancia que tiene el género Stevia (fam. Asteraceae) en la medicina popular de muchos países, han surgidos numerosos estudios fitoquímicos dirigidos al asilamiento y caracterización estructural de diversos metabolitos secundarios, potencialmente activos desde el punto de vista biológico y/o farmacológico. En conexión con lo anteriormente expuesto se decidió abordar el estudio fitoquímico de la Stevia serrata Cav. El extracto en acetona de las raíces, condujo al aislamiento de tres terpenoides, los cuales fueron caracterizados, mediante estudios espectrales (IR, UV, EM, RMN-1H y RMN-13C y técnicas bidimensionales de RMN), como el longipineno Rasteviona (1) y los triterpenos: 3acetil-20(S)-dammara-13(17),24-dieno (2) y epi-friedelinol (3). Estos triterpenos se reportan por primera vez para esta especie y también se describe por primera vez el estudio, mediante técnicas bidimensionales de RMN, del dammarano (2). Se discute brevemente el papel que, probablemente juegan estos triterpenos en las propiedades medicinales de esta especie(1). De igual manera se analiza la importancia química de la planta como fuente de longipinanos, puesto que son sustratos de interés para reacciones de reagrupamiento (2,3). 20 10 11 5 3 12 6 4 9 8 18 14 24 27 27 25 OAng 9 7 2 30 AcO 3 HO 1 4 28 (2) 20 10 5 22 17 13 28 14 8 21 16 15 25 7 26 6 (1) 29 19 18 12 11 26 19 OAng 13 22 23 OH 1 2 30 29 21 15 O 24 23 (3) Referencias 1. Dzubak P., Hajduch M., Vydra D., Hustova A., Kvasnica M., Biedermann D., Markova L., Urban M. and Sarek J., 2006. Pharmacological Activities of Natural Triterpenoids and their Terapeutic Implications. Nat. Prod. Rep.,23, 394-411. 2. Román L. U., Del Rio R. E., Hernandez J. D., Joseph-Nathan P., Sabel V. and Watson W. H., 1981. Structure, Chemistry and Stereochemistry of Rastevione, and Sesquiterpenoid from the Genus Stevia. Tetrahedron, 37, 2769-2778. 253 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 3. P 152 Román L. U., Loeza-Coria M., Hernández J. D., Cerdá-García-Rojas C. M. and Joseph-Nathan P., 1993. Preparation of New Longipinane Derivatives from Stevia serrata. J. Nat. Prod. 56. 11481152. 254 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 153 Composición química y actividad antibacteriana del aceite esencial de Vismia baccifera var. dealbata (Guttiferae) colectado en Venezuela Janne Rojas1, Judith Velasco2, Antonio Morales1, Tulia Díaz3, Máthé Imre4 y Katalin Veres4. Grupo Biomoléculas Orgánicas, Instituto de Investigaciones. 2Departamento de Microbiología y Parasitología. 3Departamento de Bioanálisis Clínico. Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. 4Instituto de Farmacognosia, Universidad de Szeged, Eötvös Str 6, 6720, Szeged, Hungría. 1 El género Vismia pertenece a la familia Guttiferae, representada aproximadamente por 50 géneros y 1200 especies, en su mayoría árboles y arbustos distribuidos en América Central y del Sur. En Venezuela, existen quince especies dispersas en todo el territorio [1]. Ha sido utilizado en la medicina tradicional para el tratamiento de herpes, hongos, tiña, Leishmaniasis, escabiosis y eczemas. Estudios fitoquímicos previos han reportado terpenos, lignanos, flavonoides, quinonas, santonas, benzofenonas y cumarinas [2]. La presente investigación tiene como objeto el estudio de la composición química del aceite esencial de Vismia baccifera var. dealbata L.(Triana & Planch.), recolectada en Chiguará, Mérida-Venezuela, no reportado hasta el momento. Las hojas frescas (2 kg) finamente cortadas, se sometieron a hidrodestilación por 4 horas usando una trampa de clevenger. El aceite obtenido (2 ml, 0.1 % m/v) se secó sobre sulfato de sodio anhidro y fue analizado por cromatografía de gases acoplada a espectrometría de masas en un equipo HP GC-MS system, modelo 5890. Treinta y un compuestos fueron identificados por comparación de sus espectros de masas con la base de datos Wiley 6ta ed. y datos reportados en la literatura [3]. Los componentes mayoritarios fueron: D-germacreno (15.76 %), -cadinol (14.51), epi- -cadinol (11.87 %), cariofileno (10.07 %) y -cadineno (7.45 %). Análisis de la actividad antibacteriana del aceite usando el método de difusión en agar con discos mostró actividad contra Staphylococcus aureus ATCC 6538, a una concentración inhibitoria mínima (CIM) de 30 g/ml. Referencias 1. Aristiguieta L. (1973). Familias y géneros de los árboles de Venezuela. Universidad Central de Venezuela. Edición Especial del Instituto Botánico, Caracas, Venezuela. 2. Noungoue, D. et al. (2008). Phytochemistry. 69, 1024-1028. 3. Adams R. (1995) Identification of essential oil components by GC/MS. Allured Publishing Corporation, Carol Stream IL, USA. 255 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 154 Componentes volátiles del Plectranthus coleoides Benth. (Lamiaceae) Rojas L.1, Arzola J.2, Rangel N. y Usubillaga A.1 1Instituto de Investigaciones, 2Herbario MERF de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Urb. Campo de Oro 5101, Mérida-Venezuela. El género Plectranthus (Lamiaceae) contiene cerca de 300 especies, encontrándose la mayoría en el África tropical, Asia y Australia. Muchas de estas especies poseen diversas actividades farmacológicas1. El Plectranthus coleoides es conocida como incienso y su aceite esencial ha sido estudiado previamente2. En el presente trabajo se aíslan los componentes volátiles de las hojas frescas de P. coleoides por arrastre con vapor de agua y fueron separados por GC-MS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0.25 mm, 0.25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 3 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1.0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes del aceite se realizó mediante comparación computerizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición) y por el cálculo de los índices de Kováts. Se lograron separar 25 componentes, los mayoritarios resultaron ser: carvacrol (66.24%), beta cariofileno (12.34%) y alfa-humuleno (4.53). El componente mayoritario (un fenol) daría a esta planta propiedades antisépticas. Los componentes reportados aquí difieren de los reportados previamente. Referencias 1. Lukhoba, C., et al. (2006). J. of Etnopharmacology 103. 1-24 2. Buchbauer, G., et al., (1993). J. Essent. Oil Res., %. 311-313. 256 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 155 Estudio de los componentes volátiles de dos especies de Anethum graveolens L. del estado Mérida Venezuela Rojas Y, Rojas L y Usubillaga A. Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida, Venezuela. Urb. Campo de Oro. El Anethum graveolens, (eneldo) pertenece a la familia Umbelliferae. La planta es una hierba erecta, aromática y anual que puede alcanzar el metro de altura. Es utilizada como condimentos para carnes, salsas, estofados. Como planta medicinal se utiliza como antiespasmódica, carminativa, diurética y para el insomnio. En el presente trabajo se estudia los aceites esenciales obtenidos en dos localidades del estado Mérida: San Rafael de Mucuchies (3.600 m.s.n.m.) y Las Gonzales (1.200 m.s.n.m.). El mismo consistió en aislar los componentes volátiles por arrastre con vapor de agua utilizando una trampa de Clevenger, estos se identificaron por GCMS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0,25 mm, 0,25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 4 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1,0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes de los aceites se realizó mediante comparación computarizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición). Se determinaron los índices de Kováts analizando conjuntamente las muestras con una mezcla de n-alcanos. Se extrajo el aceite esencial de las hojas frescas, las plantas de Las Gonzales dieron un rendimiento de 0,19% y las de Mucuchies 0,18%. Los componentes mayoritarios identificados fueron: alfa-felandreno (39,55%), dill-eter (31,94%) y limoneno (17,71%) para la primera y alfa-felandreno (56,70%), dill-eter (17,47%) y limoneno (14,48%) para la segunda. La especie que crece a mayor altitud forma menos dill-eter. Este compuesto tiene actividad como atrayente de insectos. Referencias Albornoz, A (1992). Medicina tradicional herbaria. Instituto Farmacoterapéutico Latino S.A. 423 p. Bruneton Jean (1991) Elementos de fitoquimica y farmacognosia. Editorial Acribia. 233 p. 257 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 156 MatCAKE, a flexible toolbox for integrating 2D NMR spectra in Matlab Romano R., Rastrelli L., Acernese F., Barone F. Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, Fisciano, Italy MatCAKE (cake.unisa.it) is a toolbox for integrating 2D NMR spectra by the CAKE (Monte CArlo peaK volume Estimation) [1] algorithm within the Matlab environment (www.mathworks.com). Quantitative information from multidimensional NMR experiments can be obtained by peak volume integration. The standard procedure (selection of a region around the chosen peak and addition of all values) is often biased by poor peak definition because of peak overlap. CAKE is a simple algorithm designed for volume integration of overlapping peaks. Assuming the axial symmetry of two-dimensional NMR peaks, as it occurs in NOESY and TOCSY when Lorentz-Gauss transformation of the signals is carried out, CAKE estimates the peak volume by multiplying a fractional peak volume by an R factor, which is a proportionality ratio between the total and the fractional peak volume, both evaluated with Monte Carlo techniques. Therefore, the peak volume can be estimated by integrating a known fraction of the peak, and the fractional volume can be chosen so as to minimize the effect of overlap in complex NMR spectra. The main advantage of CAKE is its simplicity as difficulties in its use are comparable to those presented by methods that sum all data points in a defined area. In fact, the user only has to select a peak slice not overlapping with other peaks therefore avoiding the guess of the total contour shape of the peak. Furthermore, CAKE is substantially independent on digital resolution and SNR and allows an unbiased integration of overlapping peaks, giving a better accuracy of thirty per cent respect to the traditional methods that sum all data points in a defined area. Due to the large number of software packages available for processing nuclear magnetic resonance data, MatCAKE is designed just for implementing the new CAKE algorithm. In MatCAKE, in fact, only already processed bi-dimensional spectra are imported and, at the moment, the only volume integration (by CAKE and by the most simple standard procedure) are allowed. MatCAKE is a free software at disposal for the scientific community and will be obtainable on line at the web address cake.unisa.it, which is in construction. References 1. Romano, R., et al., (2008), J. of Magn. Res., 192 258 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 157 The effect of Citrus bergamia Risso et Poiteau juice on ischemiareperfusion induced renal injury in rat Pergolizzi S. 1, Rossi C.V. 2, Montagnese V. 2, Ursino M.R. 2, Miceli N. 2, Escolar J.3 1 Department of Foods and Environmental Sciences. Sal. Papardo, Messina; 2 Pharmaco-Biological Department, School of Pharmacy, SS. Annunziata, Messina; 3 Department of Human Anatomy and Histology, University of Zaragoza Reactive oxygen species (ROS) play a key role in the pathogenesis of ischemia/riperfusion (I/R) injury in renal parenchyma [1]. Oxidative stress can promote the formation of a variety of vasoactive mediators that can directly affect renal function by causing renal vasoconstriction, tubular necrosis or loss of glomerular ultrafiltration rate, and reducing renal function [2]. Our previous studies reported the antioxidant properties and phytochemical analysis of C. bergamia juice; it contains high amounts of polyphenols, and is rich in flavonoids. The most abundant flavonoid derivatives are neoeriocitrin, narigin and neohesperidin; among them, naringin content is the highest [3]. In this study the effect of C. bergamia in a model of renal I/R injury was investigated in rat. For the experiment the animals were divided in two groups. The first group was treated with C. bergamia juice (1ml/rat) for 15 days; the second group (control) received water (1ml/rat) for 15 days. At the end of treatment both groups underwent ischemia (45 min.) and reperfusion. Histological evaluation of the ischemic kidney of both groups was performed with PAS staining; moreover, a morphometric study with StatView SE+Graphics program was carried out. In the controls renal tissue showed morphological changes such as tubular cell swelling, cellular vacuolization with pykcnotic nuclei, medullary congestion and moderate to severe necrosis. C. bergamia treatment preserved the normal histology of renal tissue; in fact normal morphology of glomeruli and slight oedema in tubular cells are evident. Morphometric studies confirm these results. The protective effect of C. bergamia treatment on is I/R renal injury could be partially attributed to the antioxidant activity of the flavonoid compounds. It is well known that naringin, as most of the flavonoids, has antioxidant, free radical scavenging and metal chelating properties; moreover it exerts a protective effect against lipid peroxidation in I/R induced renal damage [4]. So, it could be hypotized that the protective effect of C. bergamia juice on renal parenchyma is related to flavonoids ability to reduce oxidative damage in vivo. References 1. McCord, J.M. et al. (1985), J. Med. 312,159–253 2. Bomzon, A. et al. (1997), Semin. Nephrol. 17, 549-562 3. Miceli, N. et al. (2007), J. Agric. Food Chem. 55, 10671-10677 259 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. P 157 Singh, D. et al. (2004), Pharmacol. Res., 50(2), 187-193 260 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 158 Estudio fitoquímico comparativo de flavonoides entre diferentes especies de Smilax L. – Smilacaceae – Rugna Ana, Gurni Alberto, Wagner Marcelo L. Cátedra de Farmacobotánica, Departamento de Farmacología, Facultad de Farmacia y Bioquímica. Junín 956, 4°P. (1113) Buenos Aires. República Argentina. e-mail: [email protected] En la Argentina crecen 5 especies del género Smilax L. –Smilacaceae-, de las cuales S. campestris Grisebach, S. cognata Kunth y S. fluminensis Steudel están presentes en el Parque Nacional Iguazú, en la provincia de Misiones1. El género Smilax L. corresponde a enredaderas dioicas rizomatosas, que crecen en zonas cálidas y templadas. Las hojas de las 3 especies en estudio presentan diferencias anátomo-morfológicas1. El objetivo de este trabajo es determinar si existen diferencias en la producción de flavonoides entre S. campestris, S. cognata y S. fluminensis que crecen en el Parque Nacional Iguazú. Se utilizó metodología estándar de Mabry y col.2 para el aislamiento y la identificación de flavonoles y la de Waterman3 para la determinación de proantocianidinas. Se determinó que, a igualdad de condiciones, la producción de flavonoles y proantocianidinas resultó diferente. En S. campestris se observó la presencia de derivados 3-O-mono, di y triglicosidados de quercetina y canferol y polímeros de procianidina; en S. cognata se encontraron derivados 3-O-mono, di y triglicosidados de quercetina y 3-Odiglicosidados de canferol y polímeros y dímeros de procianidina y propelargonidina; mientras tanto, S. fluminensis presentó derivados 3-O-mono y diglicosidados de quercetina y derivados 3-O-diglicosidados de canferol y no se detectó la presencia de proantocianidinas. Con los resultados obtenidos se evidencia que la producción de flavonoides en las 3 especies estudiadas acompaña las diferencias anátomo-morfológicas. Por lo tanto, los flavonoides resultarían buenos caracteres para diferenciar las tres especies, S. campestris, S. cognata y S. fluminensis, que crecen en el mismo ambiente natural. De esta manera, se podría utilizar a esos compuestos para caracterizar los extractos o preparaciones fitoterápicas de S. campestris de las otras dos especies. Referencias 1. Guaglianone, R & S. Gattuso (1991) Bol. Soc. Arg. de Botánica 27 (1-2): 105-12912. 2. Mabry, T., K. Markham & M. Thomas (1970) “The Systematic Identification of the Flavonoids”. Springer-Verlag, Berlin and New York, pags. 1-175. 3. Waterman, P. & S. Mole (1994) “Analysis of Phenolic Plant Metabolites”. Blackwell Scietific Publication, Oxford, pags. 1-238. 261 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 159 Estudio comparativo de los componentes volátiles del Callistemon speciosus cultivados en Mérida Venezuela Saavedra A, Meza C, Rojas L y Usubillaga A Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanalisis. Universidad de Los Andes. Urb. Campo de oro Mérida, Venezuela. C.P. 5101 [email protected] El Callistemon speciosus o conocido también con su nombre común: Limpia tubos, Escobillón rojo, es un arbusto resistente usado como planta ornamental. Este pertenece a la familia Myrtaceae, la cual esta presente en la flora de Venezuela y de otros países. Para los análisis de laboratorio se recolectaron 200 g de 3 individuos ubicados en la ciudad de Mérida, uno en el sector la Mata a una altura de 1300 m.s.n.m. y dos individuos del Jardín de Plantas Medicinales de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis a una altura de 1400 m.s.n.m. Estas muestras fueron sometidas a hidrodestilación empleando la trampa de Clevenger por 3 horas obteniendo 0,7mL, 1,1mL y 0,8mL de aceites de color amarillo respectivamente. El análisis de estos, se realizó por cromatografía de gases empleando un equipo de Marca Pekín Elmer modelo Autosystem equipado con una columna AT-5 de 60m de largo y 0,25 mm de diámetro, también se uso un sistema GC/MS Hewlett Packard MSD 5973 con una columna de fenil-metil-polisiloxano de 30 m x 0,25 mm (HP-5) La identificación de los componentes se realizo con ayuda de una librería Wiley Ms Data (sexta edición, 275 K Spectra). El análisis de los aceites muestra que los individuos estudiados mantienen semejanza en los componentes mayoritarios, lo que permite indicar que pertenecen a una misma raza química de esta especie. Los componentes mayoritarios encontrados son: Eucaliptol de 47,28% a 53,31%, alfa pineno de 9,86% a 11,02%, p-cymeno de 7,45% a 8,70% y limoneno de 4,02% a 5,57%; los cuales mantienen pequeñas diferencias en cuanto a concentración pero que en ninguno de los casos fueron diferencias significativas. Por otra parte se encontraron componentes distintos pero en muy baja proporción (<1%), esto se debe posiblemente a las condiciones de riego y cultivo de los individuos estudiados. Agradeciemientos a la dirección de asuntos estudiantiles de la Universidad de los Andes. References 1. Adams, R. P: (1995), Identification of essential oil components by gas chromatography mass spectroscopy. ilinois (USA). Allered publishing corporation. 2. Albornoz A. 1992 medicina tradicional herbaria. Instituto farmacoterapéutico latino. División de fitoterapia y productos naturales. 3. Aristeguieta Leandro (1973), Familias y Géneros de los Árboles de Venezuela: Caracas; Venezuela. 262 P 160 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Derivados del labdano aislados de las hojas de Zanthoxylum rhoifolium Lam. Santiago-Brugnoli, Laura V. y Rosquete-Porcar, Carmelo. Laboratorio de Productos Naturales. Departamento de Química. Facultad de Ciencias. Universidad de Los Andes. Mérida 5101. Venezuela. Zanthoxylum rhoifolium Lam. (Rutaceae) está ampliamente distribuida en el territorio venezolano y otros países del Hemisferio. A la infusión preparada con sus hojas se le atribuyen actividades desinflamatorias, antitumorales, antileucémicas y antimicrobiales1; también es usada en la Medicina Tradicional en la Guayana Francesa como tratamiento preventivo contra la malaria2. Estudios recientes confieren a los aceites esenciales obtenidos de las hojas y los frutos, actividades bactericidas frente a microorganismos Gram positivos (Staphylococcus aureus) y Gram negativos (Klebsiella pneumoniae y Salmonella setubal)3, asimismo se le han determinado propiedades antitumorales.4 De la extracción con diclorometano y acetona de las hojas de Z. rhoifolium colectada en los alrededores del Estado Mérida, Venezuela, se han separado e identificado hasta el momento, además de otros compuestos, tres derivados del labdano, dos de ellos epímeros, (13S)-labdano-8 ,15-diol (I) y (13R)-labdano-8 ,15diol (II) y un tercer compuesto, el 13(S)-8 -13-epoxilabd-14-eno (III). CH3 CH3 CH3 CH3 13 13 CH3 OH 8 8 OH H3C CH3 (13 R) (I); (13 S) (II) CH2 CH3 H3C CH3 (III) Referencias 1. De Moura, NF.; et al. (1997). Phytochemistry, 46: 1443. 2. Jullian, V.; et al. J. Ethnopham., (2006)106 : 348. 3. De Abreu, W.; et al. (2003). Planta Medica, 63: 773. 4. Da Silva, S.; et al. (2007). Eur. J. Pharm., 576: 180. 263 P 161 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Ensaios de mutação gênica reversa para avaliação da atividade mutagenica de Miconia cabucu e Miconia rubiginosa Varanda EA1, Rocha DC1, Cardoso CRP1, Rodrigues J2, Vilegas W2, Santos LC2 Faculdade de Ciências Farmacêuticas de Araraquara – UNESP; São Paulo-Brasil; Química de Araraquara- UNESP; São Paulo -Brasil 1 2 Instituto de O gênero Miconia pertence à família Melastomataceae, com cerca de 1040 espécies vegetais, as quais se distribuem desde o sul do México até o norte da Argentina e Uruguai. Essas plantas possuem diferentes sinonímias populares e em geral, são utilizadas por populações locais para o tratamento de diversas enfermidades, principalmente gastrintestinais. Considerando que todo medicamento deve ser eficaz e seguro, é imprescindível avaliar os seus possíveis efeitos adversos, entre eles, o potencial mutagênico. Para tanto, realizamos uma avaliação da atividade mutagênica dos extratos metanólico e diclorometanico de M. rubiginosa e M. cabucu através do Teste de Ames, utilizando-se as linhagens de Salmonella typhimurium TA98, TA97a, TA100 e TA102 e empregando-se a metodologia de pré-incubação. Foi verificado que os extratos metanólico e DCM de M.rubiginosa e metanolico de M.cabucu apresentaram atividade mutagênica na linhagem TA98. Esses resultados indicaram que os extratos podem causar mutações pelo deslocamento do quadro de leitura do DNA. A análise fitoquimica dos extratos das folhas dessas espécies é qualitativamente similar, apresentando principalmente flavonóides glicosilados derivados da quercetina, além de ácidos fenólicos, catequinas e taninos. Destacamos a importância desses estudos onde The detection and evaluation of the mutagenic effect of plant compounds are of fundamental importance in order to minimize the possible risks of these agents to the humans health. Agradecimientos: Projeto BIOTA-FAPESP. 264 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 162 Validación farmacológica y evaluación fitoquímica de extractos de plantas medicinales de uso popular en Guatemala como anticancerígenos Amarillis Saravia1, Hans Lorenzo2, y Ruth Molina1 Fondo Nacional de Ciencia y Tecnología, 1Departamento de Farmacología, Fisiología, Laboratorio de Productos Naturales – LIPRONAT- y Bioterio. Facultad de Ciencias Químicas y Farmacia. Universidad de San Carlos de Guatemala. [email protected] y 2Instituto Nacional de la Salud e Investigación Médica – INSERM- Paris, Francia Esta investigación generó conocimiento sobre plantas medicinales contra el cáncer por medio de encuestas etnobotánicas realizadas en 7 áreas de la Republica de Guatemala especialmente en el área rural, que representa la única alternativa terapéutica. Luego se recolectaron las plantas que presentaron mayor respuesta en dichas encuestas y fueron preparadas y enviadas al Instituto Nacional de la Salud y la Investigación Médica – INSERM- , Paris, Francia(1) para ser estudiadas in vitro con procesos científicos de alta calidad. Se procedió a la evaluación de la actividad anticancerígena de las hojas de Cardosanto (Argemone mexicana), hojas de Jorobté (Cornutia pyramidata), hojas de Apacin (Petiveria alliaceae), hojas de Aguacate (Persea americana) y rizoma de Calahuala (Phlebodium pseudoaureum) por medio de la búsqueda de un efecto proápoptósico de sus infusiones en células de cáncer de riñón (RCC7). Para la observación del fenómeno pro-apoptósico se utilizaron técnicas como cultivo celular, viabilidad por MTT, cuantificación de proteínas, lisado celular, citometría de flujo, microscopía de luz, electroforesis en gel de poliacrilamida SDS-PAGE e inmunotransferencia por medio de Western Blot. Además se evaluó in vitro la Dosis Letal media (DL50) de las infusiones. Se presentó el mayor efecto proápoptósico con Apacín (P. alliacea) y Aguacate (P. americana) y en menor medida para el cardosanto (A. mexicana), Jorobté (C. pyramidata L.) y calahuala (P. pseudoaureum), el efecto fue relacionado con la dosis, requiriéndose dosis altas para lograr el efecto deseado. A través de ensayos macro y semimicro y cromatografía en capa fina se realizó la caracterización fitoquímica de las 5 plantas. Se determinó que las particiones de las especies vegetales que demostraron actividad positiva presentaron metabolitos secundarios tales como alcaloides, cumarinas, antraquinonas, saponinas, flavonoides y principios amargos.(2) Con estos resultados se concluye que las infusiones de hojas de Apacin y de Aguacate, tienen mayor efecto antiapotósico según se demuestra en todos los ensayos in vitro llevados a cabo en células de riñón RCC7, aportando así un estudio que demuestra que dichas plantas si poseen actividad anticancerígena, comparados con otros estudios en donde se reporta una actividad negativa en otras células de cáncer de mama o próstata. Las plantas no demostraron toxicidad DL50 en ratones (3). Referencias 1. Hirsch, F. y Angevin, E. (1999b). CNRS, n° 99/05942; 2. Molina, R.Y. (2005). Tesis Ad Gradum. Facultad de Ciencias Químicas y Farmacia. Univ. de San Carlos de Guatemala; 3. Saravia A. (2005). Manual de 265 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 162 ensayos toxicológicos y farmacológicos experimentales in vivo e in Vitro. Edit. Universitaria. Univ. de San Carlos de Guatemala. 266 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 163 Validacion farmacologica y evaluacion fitoquimica de extractos de tres especies vegetales comercializadas en Guatemala como sedantes-hipnoticos Amarillis Saravia, Maria Alejandra Ruiz, Claudia Roca y Cristian López Fondo Nacional de Ciencia y Tecnología y Departamento de Farmacología, Fisiología, Laboratorio de Productos Naturales – LIPRONAT- y Bioterio. Facultad de Ciencias Químicas y Farmacia. Universidad de San Carlos de Guatemala. [email protected] La investigación fue orientada a la generación de conocimientoo botánico, fitoquímico y farmacológico de tres especies usadas comercialmente como sedantes-hipnóticos en Guatemala y popularmente conocidas con nombres de especies que no se encuentran en el país. El propósito fundamental fue preparar extractos con diferentes disolventes evaluando la actividad sobre el sistema nervioso central (SNC) en ratones machos por diferentes pruebas farmacológicas.(1) Para cada especie se prepararon por extracción fraccionada, cuatro extractos de diferente polaridad (hexano, cloroformo, acetato de etilo y etanol) para establecer por las pruebas realizadas la posible composición química responsable de la actividad. Se evalúo por pruebas macro y semimicro, la presencia de metabolitos secundarios que podrían ser los responsables de la actividad farmacológica. De los resultados obtenidos se confirma la hipótesis para Pasiflora (Passiflora edulis) Sims, presentando una actividad reguladora del SNC, ya que fue la única que dio positivo para el efecto hipnótico, con el extracto etanólico a dosis de 50 y 200 mg/kg de peso corporal y con el extracto clorofórmico a dosis de 25 y 50 mg/kg de peso corporal. Al obtener el resultado positivo se trabajó la toxicidad aguda (DL50) no presentándose ninguna toxicidad de los extractos a dosis <500 mg/kg. Los extractos de Valeriana (Valeriana prionophylla) Standl. y Tilo (Ternstroemia tepezapote Schlect. & Cham.), no presentaron actividad farmacológica estadísticamente significativa comparada con el control, pero V. prionophylla fue equiparable a V. officinalis por su composición química en el contenido de valepotriatos.(2) Se evaluó la actividad citotóxica de los extractos por la prueba con nauplios de Artemia salina, resultando que ninguno posee citotoxicidad por este modelo a concentraciones > 1 mg/mL.Con estos resultados se concluye que los extractos etanólico y clorofórmico de P. edulis pueden utilizarse para el desarrollo de productos fitofarmacéuticos por sus propiedades hipnóticas y sus componentes químicos, como un aporte para el desarrollo de los recursos naturales del país. En el caso de V. prionophylla deberá evaluarse mediante otros modelos para analizar la actividad sobre el SNC y en el caso de T. tepezapote se requiere de pruebas más profundas para validar su uso popular. Referencias 1. Saravia A. (2005). Manual de Ensayos Toxicológicos y Farmacológicos Experimentales in vivo e in vitro. Edit. Universitaria. Universidad de San Carlos de Guatemala 267 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. P 163 Roca C. (2005) Evaluación comparativa de la acción sedante e hipnótica de un elixir fitoterapéutico y la combinación de las plantas originales (Tesis). Guatemala: Facultad de Ciencias Químicas y Farmacia Universidad de San Carlos de Guatemala, 78 p. 268 P 164 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Sardinia as source of endemic plants and their molecular pattern Anna Maria Serrilli1, Alessia Ramunno1, Mauro Ballero3, Mauro Serafini2, Armandodoriano Bianco1 Consorzio Interuniversitario COSMESE - Viale S. Ignazio da Laconi, 13 - 09123 Cagliari. 1Dipartimento di Chimica e 2Dipartimento di Biologia Vegetale Sapienza Università di Roma, 3Dipartimento di Scienze Botaniche Università di Cagliari. More recently particular attention is directed to the phytochemical studies of plants growing in restricted areas, characterized by narrow limits. A wide variety of climates, environmental, geological, geographical and biological conditions has led to the diversification of species. Here we report the results on the molecular composition of endemic plants of Sardinia. In the Teucrium marum L. a new neoclerodane was isolated [1]. Loganic acid and loganin were isolated for the first time in Galium corsicum Sprengel and in Galium schmidii Arrigoni respectively and they are both present in Galium glaucophyllum E. Schmid. 6-hydroxy-loganin, a rare iridoid, was isolated in G.schmidii. Stachys corsica Pers. [2] and Stachys glutinosa L. [3] showed, together with the presence of known iridoids, the occurrence of a new iridoid containig allose as glycosidic component of the molecule. Gentiana lutea L., Verbascum conocarpum Moris and Scrophularia trifoliata L. [4], present in Gennargentu area, were also examined and the content in bitter compounds was also determined. In the end, Genista cadasonensis Val., an endemic plant present in a restricted area of the North-East Sardinia, was investigated and the presence of 6-hydroxy-genistein, a rare flavonoid, was evidenced. COOH HO O H3C Oglc Loganic acid COOH COOCH3 HO HO O H3C Oglc Loganin HO HO O-Allose O Oglc 10-hydroxy-loganin O HOH2C H Oglc 5-allosiloxy-aucubin HO O HO OH O 6-hydroxy-genistein OH The anti oxidizing activity of crude extracts and pure compounds was also determined, confirming some traditional use of the described plants. In particular significative anti oxidizing activity was showed to be present in the high polar extracts of T. marum, and in the medium polar extracts of G. cadasonensis. References 1. Bianco A. et al. (2004), Nat. Prod. Res., 18, 557-564. 2. Serrilli A.M. et al. (2005), Nat. Prod. Res., 19, 561-565. 3. Serrilli A.M. et al. (2006), Nat. Prod. Res., 20, 648-652. 269 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 4. P 164 Ramunno A. et al. (2006), Nat. Prod. Res., 20, 511-516. 270 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 165 Domesticación y cultivo de plantas medicinales nativas en Santa Ana, Misiones Rivas. MC., Fernández L., Galarco S y Sharry S. Facultad de Ciencias Agrarias y Forestales, UNLP-CIC. Diag. 113 Nro. 469, La Plata (1900), Buenos Aires, Argentina. e-mail: [email protected] Las plantas medicinales y aromáticas nativas constituyen uno de los recursos genéticos más valiosos, como lo demuestra el uso cada vez más frecuente de productos herbolarios, fitofármacos y condimentarios en todo el mundo.Es de destacar que la región bajo estudio se caracteriza por la riqueza de su flora autóctona. En la actualidad este recurso está seriamente amenazado por el avance de la frontera agrícola-ganadera, de la deforestación y de la urbanización. Las plantas silvestres son recolectadas en forma indiscriminada y por personas no calificadas, con lo cual se corre serio riesgo de la pérdida irremediable del germoplasma nativo. Al mismo tiempo desaparece la tradición de uso ancestral de las plantas por parte de los lugareños, quienes transmitían sus conocimientos de generación en generación y hacían un uso racional del recurso. El Convenio de Biodiversidad (Eco Río 1992) estableció como uno de sus objetivos principales salvaguardar los derechos de los países respecto a sus recursos fitogenéticos, Por otra parte y paradojalmente el mercado actual demanda calidad y cantidad de este tipo de productos, los que para su comercialización, deben ajustarse a estrictas normativas; tornándose por lo tanto, indispensable la domesticación y cultivo de especies nativas silvestres y el mejoramiento en busca de líneas de “elite”. Es claro que con germoplasma seleccionado y un adecuado manejo del cultivo se logra calidad homogénea y sanidad controlada para la obtención de un producto de calidad diferencial. Concomitantemente se plantea necesario lograr la capacitación y formación de recursos humanos en la comunidad local, recreando el sentido de pertenencia de los bienes que le brinda la tierra y convertirlos, en consonancia, en fuente de trabajo y progreso para la región. Por tanto el objetivo del proyecto es el uso y conservación de los recursos naturales, generando sistemas de producción dentro del marco del desarrollo sustentable, e impulsar y promover alternativas que generen microemprendimientos en las comunidades locales. Se está en condiciones de intervenir, mediante un soporte científico-técnico adecuado y con el apoyo de entidades intermedias, sobre la comunidad local poniendo en marcha programas de capacitación, producción y comercialización a través de microemprendimientos. Las plantas medicinales y aromáticas nativas, representan no sólo una fuente de ingresos, sino que también proporcionan beneficios socio–culturales, estéticos y ecológicos. Avanzar en estudios sobre la domesticación y propagación a escala comercial es de alguna manera “sentar soberanía” sobre estos recursos que pueden potencialmente representar importantes divisas para la región. Actualmente, gracias a este proyecto, se comenzó con 271 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 165 la producción de algunos fitofármacos a nivel local, así como el establecimiento de viveros locales. 272 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 166 Uso de biotécnicas en la conservación, propagación y mejoramiento de plantas medicinales de Santa Ana Sandra Sharry Centro Experimental de Propagación Vegetativa, Facultad de Ciencias Agrarias y Forestales, UNLP-CIC, CC 31, La Plata (1900), Buenos Aires, Argentina. E-mail: [email protected] Este trabajo tuvo como propósito mostrar las oportunidades para el desarrollo que surgen al vincular la riqueza en diversidad biológica del Municipio de Santa Ana con las herramientas que ofrece la biotecnología moderna. Durante la última década, se han llevado a cabo esfuerzos significativos para proteger y valorizar el patrimonio biológico de las naciones. En la Provincia de Misiones, el patrimonio biológico es uno de los más importantes del mundo, tanto por su riqueza de diversidad biológica y endemismos, como por poseer un extraordinario acervo de conocimientos tradicionales vinculados a la biodiversidad. Es necesario recalcar el peligro de extinción en la que se encuentra parte de la biodiversidad vegetal del planeta, debido al extractivismo y la amenaza por sobreexplotación de las poblaciones existentes, requiriendo sistemas sostenibles, el reconocimiento de estas especies en peligro y cultivos manejados adecuadamente que permitan la conservación.La producción sostenible de plantas medicinales y aromáticas y su utilización como fuente de fitoterápicos es un campo relativamente nuevo, pero con el esfuerzo de los investigadores, las nuevas políticas de desarrollo y el interés de las compañías farmacéuticas y otras industrias de alimentos y cosméticos, se visualiza como un campo de futuro para el desarrollo de la región.A pesar del potencial estratégico de esta biodiversidad, los escasos recursos disponibles se han orientado a estudios de tipo fitoquímico y desarrollos agrotecnológicos en menor escala, lo que no ha permitido el desarrollo sustancial de estos cultivos. Sin embargo la evaluación de especies medicinales hace parte del conocimiento de esta diversidad biológica, sobre todo en áreas como colecta y caracterización de los recursos, estudios filogenéticos, biología, química, farmacología, biotecnología, bioprospección, industria, entre otros con los consiguientes beneficios económicos. El aprovechamiento y conservación, la biotecnología y bioquímica, son áreas importantes que requieren atención para el conocimiento y desarrollo integral de las plantas medicinales y aromáticas y deberán ser consideradas en la legislación y las posibilidades de mercado. De allí la necesidad de la participación de diferentes sectores para su recuperación, manejo y conservación con el propósito de ofrecer alternativas agrícolas y de salud buscando nuevos mercados para estos productos.En este contexto, la biotecnología moderna ofrece la oportunidad de convertir la biodiversidad en factor de desarrollo económico y social a través de su 256 valoración, uso sostenible y conservación. La formación de capacidades e infraestructura para la biotecnología es vista por el Gobierno Argentino como clave para el desarrollo económico del siglo XXI (Ver Plan estratégico de Biotecnologìa SAGPYA, Plan de Ciencia y Tecnica, Plan Estrategico INTA). Ello se ha traducido en un significativo apoyo del sector público, a través de varios mecanismos que incluyen el financiamiento y que abordan diversas áreas tales como: formación de recursos humanos a todos los niveles, incluyendo el área de gestión de negocios biotecnológicos; apoyo a la investigación en ciencia y tecnología; promoción del desarrollo empresarial (con especial énfasis en el fortalecimiento de los vínculos entre universidades y empresas, desarrollo de incubadoras de empresas biotecnológicas y creación de entidades de transferencia tecnológica); estructuración del marco regulatorio e institucional apropiados, incluyendo derechos de propiedad intelectual y bioseguridad; conformación de mecanismos para facilitar la participación pública e impulso a la cooperación internacional con los países que puedan ofrecer mercados, capital, tecnología y otros insumos productivos. Este trabajo sintetiza tres amplios estudios, el primero de los cuales se refiere a las estrategias de conservación de recursos medicinales, aromáticos y ornamentales nativos. El segundo ofrece un análisis consolidado de las herramientas biotecnológicas para el mejoramiento y valoración de la biodiversidad de la zona de Santa Ana.Por último, un tercer estudio analiza las posibilidades de propagación de plantas medicinales mediante el uso de biotecnología. 274 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 167 Componentes volátiles de la Persea americana Mill. que crece en Venezuela Sheen R.1, Rojas L.1, Usubillaga A.1 Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. 2 Jardín de Plantas. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Urb. Campo de Oro. Universidad de Los Andes. Mérida-Venezuela. Email: [email protected] 1 El género Persea (Lauraceae) comúnmente llamado Aguacate, es un árbol o arbusto de flores hermafroditas y fruto globoso o elipsoideo. Cerca de 60 especies se distribuyen en los países tropicales de América y del mundo. En Venezuela existen unas 15 especies en la Cordillera Andina, Cordillera de la Costa, Llanos Occidentales y Estados Orientales. Las hojas y corteza son utilizadas en medicina domestica, debido a su alto contenido en taninos. En el presente trabajo se separaron los componentes de las hojas de Persea americana, por hidrodestilación empleando la trampa de Clevenger por tres horas obteniendo de 1Kg de hojas, 1 mL de aceite. La identificación de estos se realizó mediante un sistema GC/MS Hewlett Packard MSD 5973, con una columna de fenil-metil-polisiloxano de 30m por 0,25mm (HP-5). La identificación de los componentes se realizó con ayuda de una librería Wiley MS Data (6ª Edición, 275K Spectra). Se determinaron los índices de Kováts analizando conjuntamente la muestra con una mezcla de n-alcanos obteniendo un aceite de color amarillo con un rendimiento de 0,1%. Un total de 35 constituyentes fueron identificados siendo los mayoritarios: -cariofileno (56,62%), germacrene-D (11,24%) y -humuleno (8,27%). Referencias 1. Leandro, A. (1973). Familias y géneros de los árboles de Venezuela. Edición especial del Instituto Botánico. 2. Pino, J. et al. (2004), J. Essent. Oil Res, Vol 16, p 139-140. 275 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 168 Aloin loaded matrix tablets for topical treatment of oral cancer Siragusa M.G., De Caro V., Giandalia G., Giannola L.I. Università di Palermo, Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Via Archirafi 32, 90123 Palermo, Italy Herbal medicines are still prevalent, and serve the medicinal needs of a large population around the world [1]. Aloe is one of the few medicinal plants that have maintained their popularity for a long period of time. This plants containing aloin, aloe emodin, and structurally related anthraquinones have long been used as traditional medicines and in the formulation of retail products such as laxatives, dietary supplements, and cosmetics. Aloin is one of the major anthraquinone components found in aloe plant. It has been shown that Aloin induces dosedependent apoptosis on cancer cell lines [2]. Oral cancer is a common malignancy in most of the world. The poor prognostic outcome of oral cancer is due to its resistance to current therapies [1]. Successful treatment with chemotherapeutic agents is largely dependent on their ability to inhibit cell growth and/or induce differentiation. Conventional systemic chemotherapy regimens are associated with severe toxicity and morbidity potentially relevant to the survival rate [3]. Recently, natural anthraquinones from Aloe have proved to be effective for their apoptotic effects also on oral cancer [1]. On the basis of these considerations, in this study we report the design and formulation of a new Eudragit RS100 matrix system containing Aloin (10% w/w) to be topically applied on cancerous lesions of buccal mucosa. This non conventional buccal formulation releases Aloin with a controlled release rate. Tablets were developed and prepared by direct compression of preformed drug loaded matrices. In vitro drug liberation tests were performed to evaluate the release rate of Aloin from tablets. The collected data showed that the drug is slowly discharged from buccal tablets following a typical Higuchian trend [4]. Our results support the idea that Aloin loaded matrix tablets may be useful for the prevention and/or treatment of patients with oral cancer. References 1. Xiao B. Et al., Oral Oncology (2007) 43, 905– 910 2. Buenz E.J., Toxicol. in Vitro (2008) 22, 422–429 3. Kovacs A. F., et al., J. CranioMaxillofac Surg. (1999), 27, 302-307 276 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 168 4. Giannola L.I. et al., Int.J. Immunopathol. Pharmacol. (2005), 18, 21-31 277 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 169 Enteric aloin loaded microparticles for treatment of colorectal cancer Giannola L.I., Siragusa M.G., Giandalia G., De Caro V. Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Via Archirafi 32, 90123 Palermo, Italy Aloins are the major constituents with known therapeutic activity of the dried juice of the leaves of Aloe barbadensis Miller. Aloins are a group of hydroxyanthracene derivatives mainly constituted of anthraquinones such as Aloin A , Aloin B and Aloe-emodin. Human intestinal flora is able to transform Aloin A and Aloin B in Aloe-emodin which has been intensely investigated as an antineoplastic agent since it is believed to induce apoptosis, alters cell cycle, involves reactive oxygen species and affects mitochondria [1]. Its additional inhibitory effects on angiogenic and metastasis regulatory processes make Aloe-emodin a sensible candidate as a specific blocker of tumor-associated events [2]. Aloe-emodin is produced in the large intestine and acts specifically on the colon. On the basis of these considerations, in this study we report the design and formulation of a new enteric microparticulate system able to deliver Aloins specifically in the colon for treatment of colorectal cancer. The microparticulate drug delivery system was prepared by the solvent evaporation method using Cellulose acetate butyrate, chosen as gastroresistant polymer for the entrapment of Aloin. Reproducible, discrete, non-cohesive, free-flowing microparticles were obtained. The drug release was assessed in vitro, and the kinetic of Aloin transferred in simulated gastrointestinal environment was evaluated. Drug release was followed by periodically measuring the amount released in the simulated acceptor fluid by UV spectrophotometric quantitative analysis. Kinetic behaviour was evaluated by plotting the percent amount of drug released versus time. In simulated gastric juice no Aloin was observed whereas in colonic environment Aloin is released gradually. The obtained data suggested that adequate drug concentrations in intestinal juice could be maintained for a prolonged period after administration of Aloin loaded microparticles. References 1. Buenz E.J., Toxicol in Vitro (2008) 22, 422–429 2. Srinivas G., Med. Res. Rev. (2007) 27, 591-608 278 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 170 Antimicrobial and cytotoxicity of Lapachol and Lapachol methylated Soares, V. C. G1,2, Paula, V. I2, Bonacorsi, C1, Raddi, M. S. G1 Faculdade de Ciências Farmacêuticas, Rua Expedicionários do Brasil,1621, 14801-360, Brasil; Faculdade de Tecnologia,UNANCHIETA, Rua Bom Jesus de Pirapora,100, 13270-270, Brasil. 1 2 The search for new antimicrobial agents is an important line of research because of the resistance acquired by several pathogenic microorganisms [1]. The prevalence of antimicrobial drug resistance is now so high that all patients infected with Helicobacter pylori should be considered as having resistant infections [2]. The purpose of this study was to compare the basal cytotoxicity and antimicrobial in vitro activity of Lapachol and Lapachol methylated. Lapachol was extracted from the peel of the wood of yellow ipê, Tabebuia avellanedae, through a basic solution. The obtained product was recristalized in dichlorometane/hexane. The methylation of lapachol was performed of reaction of 2 equivalent of methyl iodide and 0,1 M of potassium hydroxide in solution of dimethyl sulfoxide at temperature room for 24 hours. The lapachol and methyl-lapachol were characterized for 1H, 13C NMR. The strains for antimibacterial activity were ATCC 25925. To assess the minimal inhibitory concentration (MIC) microplates were filled with 0,1mL of serial two-fold dilutions (500 to 0,12 g/mL) of the substance test. A standardized number of bacteria (106 CFU/mL) were inoculated into each well. After 24h, the MIC was determined as the last dilution at wich no increase in visual turbidity was observed [3]. The viability was assayed with the neutral red uptake assay in Mac Coy cells after 24h of exposition [4]. Studies on MIC for Helicobacter pylori showed that lapachol metiled has an activity twofold greather than lapachol, and vancomycin (control). On the other hand, this work makes evident that change hydroxyl groups for methyl on position enolic carbon increase the cytotoxicity of lapachol. These work suggested that cytotoxicity and antibacterial may be mediated in part to changes in the structural of lapachol. References 1. Oliveira, C. G. T. et al. (2001), J.Braz. Chem. Soc.,12, 339-45. 2. Riffel, A. Et al. (2002), Braz. J. of Medic. and Biol. Reser., 35, 811-818. 3. National Committee for Clinical Laboratory Standards (1993), Methods for Dilution Antimicrobial susceptibility. 3rd edn. Approved Standarts NCCLS Document M7-AE, NCCLS, Villanova, PA, USA. 4. Borenfreund, E et al. (1985), Toxicol. Lett., 24, 119-124. 279 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 171 Pharmacological modification of BTHTX-I induced by Lapachol Soares, V.C.1; de Santis, L.H1; Fagundes, F.H1,2.; Paula, V.I.1; Marangoni, S.2; Toyama, M.H.3 1 Unianchieta, Jundiaí, SP, Brasil. 2 Departamento de Bioquímica, Instituto de Biologia (IB), UNICAMP, Campinas, SP, Brasil; 3 UNESP, Campus do Litoral Paulista, São Vicente, SP, Brasil. Lapachol (naphthoquinone) is a compound naturally encountered as constituent of many Bignoniaceae family plants. It has been the subject of much interest for a number of the years due its various biological activities [1, 2, 3]. The present study investigated the activity of lapachol in B. jararacussu venom and in the K49 PLA2 isoform (BthTx-I) in edematogenic, hemorrhagic and myotoxic activity. Edema was induced by intradermal injection, in the foot pad of mice, of B. jararacussu venom and purified BthTx-I. Myotoxicity was measured by the increase in plasma creatine kinase activity at 3 hours after intramuscle injection. The histological changes were observed into the muscle at 3 hours after injection of the test solutions. Hemorrhagic activity was assayed according to the method of Nikai et al. (1984). Inhibition studies were performed by incubating venom and BthTx-I with Lapachol at different ratios (1:1 and 1:2). This study showed that the hemorrhagic activity caused by intradermal injection of B. jararacussu venom were significantly neutralized by the Lapachol at a ratio of 1:2 (w/w venom:extract). The Lapachol induced significant decrease to myotoxic effect, this was shown by decrease the creatine kinase levels induced by native BthTx-I. The histopathological alterations seen in skeletal muscle, treated with BthTx-I, involve many degenerative events, including hypercontraction and myofibril disorganization. However these histopathological alterations seen in the muscle showed a reduction when the BthTx-I was treated with the Lapachol. Lapachol was capable of induced significant decrease in the hemorrhagic activity and inflammatory activity in paw edema induced by crude venom, and the BthTx-I. These results indicate that the Lapachol change the myotoxic, edematogenic and hemorrhagic activity of BthTx-I. Recent studies suggest that the Lapachol can modify the structure of amino acids. Although, more studies are demanded to elucidate its mechanism of action. Acknowledgements: UNIAnchieta, FAPESP, CNPq and CAPES. References 1. Ferreira, V. F. et al. (2001), J. Braz. Chem. Soc., 12, 339-345. 2. Braz-Filho, R. et al. ( 2002), An. Acad. Bras. Cienc., 74, 2. 3. Vargas, M. D. et al. (2006), J. Braz. Chem. Soc., 17, 439-442. 4. Nikai, T. et al (1984), Arch. Biochem. Biophys., 231, 309-311. 280 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 172 Composición y actividad antibacteriana in vitro del aceite esencial de la Oyedaea verbesinoides DC. de Venezuela Solórzano M.1, Villarreal S.1, Velasco J.2, Díaz T3, Rojas LB1, Usubillaga A.1, Ramírez-González I.1 1Instituto de Investigaciones, 2Departamento de Microbiología y Parasitología, 3Departamento de Bioanálisis Clínico, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. CP 5101. E-mail: [email protected] En el presente trabajo se expone el estudio de la actividad antibacteriana del aceite esencial de la especie Oyedaea verbesinoides, perteneciente a la familia Asteraceae. Ésta, tiene gran importancia, ya que a la misma se le han atribuido diversas propiedades. Desde el punto de vista fitoquímico, la familia Asteraceae se caracteriza por biosintetizar una gran variedad de metabolitos secundarios tales como: flavonoides, fitomelanos, poliacetilenos, lactonas sesquiterpénicas, terpenoides, como diterpenos de las series del labdano y kaurano, esteroides y en menor proporción, cumarinas y alcaloides1. Por otro lado, un número considerable de estos productos resultan interesantes por la variada gama de actividades biológicas y farmacológicas que poseen. El material vegetal fue recolectado al pie de la montaña Lomas de los Ángeles, a las afueras de la ciudad Mérida en el estado Mérida–Venezuela. La Muestra (2 kg de hojas frescas), fue sometida a una extracción por arrastre con vapor de agua, empleando la trampa de Clevenger2, durante 3 horas, obteniéndose 0.5 ml de aceite. La actividad antibacteriana se determinó por el método de difusión en agar con disco3, contra: Staphylococcus aureus (ATCC 6538), Enterococcus faecalis (ATCC 29212), Escherichia coli (ATCC 25922), Pseudomonas aeruginosa (ATCC 27853) y Klebsiella pneumoniae (ATCC 23357). Se utilizó como control positivo para cada uno de los microorganismos los siguientes antibióticos: ampicilina-sulbactam® (10 g/10 g), vancomicina® (30 g), gentamicina® (10 g), ceftazidima® (30 g) y aztreonam® (30 g). El aceite mostró actividad contra S. aureus con un valor de Concentración Inhibitoria Mínima (CIM) de 180 g/mL. Este es el primer reporte sobre actividad antibacteriana del aceite esencial de la O. verbesinoides. Referencias 1. 2. 3. Emerenciano V. P., Ferreira Z., Kaplan M. A. and Gottlieb O. R., 1987. Chemosystematic Analysis of Tribes of Asteraceae Involving Sesquiterpene Lactones and Flavonoids. Phytochemistry, 26, 3103-15. Rojas, L. B., Usubillaga, A., and Galarraga, F. (1999). Essential oil of Coespeletia Timotensis. Phytochemistry, 52: 1483-1484. Rondón, M., Velasco, J., Morales, A., Rojas, J., Carmona, J., Gualtieri, M. and Hernández, V. (2005). Composition and antibacterial activity of the essential oil of Salvia leucantha Cav. cultivated 281 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 172 in Venezuela Andes. Rev. Latinoamer. Quím., 33, 40-44. 282 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 173 Cytotoxicity of essential oils from flowers and leaves of Croton caracasana Alirica I. Suàrez1, Katiuska Chavez2, Elsa Mateu1, Luís Vasquez1, Giovannina Orsini1, Reinaldo S Compagnone2, Francisco Arvelo3 Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela, 2Escuela de Química, Facultad de Ciencias, Universidad Central de Venezuela, 3Instituto de Biología Experimental (IBE), Facultad de Ciencias, Universidad Central de Venezuela 1 Within a systematic study on the chemical composition of the essential oils from some Croton (Euphorbiaceae) species from Venezuela, we have already published the results of three of them [1-2]. Many Croton species are used in traditional American medicine for their anti-inflammatory, antinociceptive, anticancer, and, hypoglycaemic properties and its essential oils are of common use to treat health disorders [3]. Continuing our investigation on the composition and pharmacologycal evaluation of the essential oil of the species endemic in our country from this genus, we present here the chemical composition and the screening against: human colon adenocarcinoma cell line LoVo, human colon carcinoma cell line X-17, human uterus cell line HeLa and normal fibroblast of the volatile oils of flowers and leaves of Croton caracasana. The essential oil of this specie, have not been investigated previously, the isolation of two 3,4-seco-entkaurenes was recently reported by us [4]. Aerial parts of the plant were collected during the period of full flowering. The isolation of the essential oil was carried out by hydrodistillation using a Clevenger type apparatus. The compositions of the essential oils were elucidated by a combination of GC and GC-MS. The main components identified from the flowers oil were fenchyl acetate, α-cubebene, caryophyllene oxide, calamene, spathulenol, selinene, and α-caryophyllene. The oil from the leaves gave fenchyl acetate, α-selinene, humolene oxide, β-bourbene as major constituents. The cytoxicity of these oils was evaluated by the MTT method. The essential oils from flowers and leaves showed moderate cytotoxicity against the cancer cell lines and the normal cell line used in the current investigation. The results are interesting due that the IC50 values obtained with the normal fibroblasts indicated that the tumor cells are more sensitive to the oils components, due that the IC50 is practically the half of the values obtained with the normal fibroblast. Some of the components in high concentration such as terpinen-4-ol, D-limonene, spathulenol, cadinol, -elemene-have been reported with activity against breast cancer, colon cancer, gastric cancer cells] and lung, ovarian and laryngeal cancer cell lines. Referencias 1. Suàrez AI, Manzano M, Vasquez L, Compagnone RS. (2005). J. Flav. Frag., 20, 611-614 2. Suárez AI, Tomassi A, Vasquez L, Compagnone RS. (2006) J. Essent. Oil Bearing Plants, 100, 75-81 283 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 3. 4. P 173 Salatino A, Faria-Salatino ML, Negri G. (2007). J. Braz. Chem. Soc., 18, 11-33. Suàrez AI, Chavez K, Delle Monache F, Vasquez L, Delannoy D, Orsini G, Compagnone RS. (2008), 319-322. 284 P 174 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Physiochemical and microbiological analysis of pasteurized Human Milk from Marília, Brazil Mendonça C.C.T.N1, Domingues S.M.O.2, Marinelli P.S1, Bassan J.C, Silva J.C.P1, Tanaka A. Y1 1 FATEC-university of Ciència and Technology of Marília, Marília/SP, Brazil; Marília/SP, Brazil. E-mail: [email protected] 2 Human Milk Banc, The human milk is a rich food in nutrients and protection factors, mainly for the babies in the first six months of life, as well as to the premature new borne. The human milk bank of Marilia, assists the nurseries of all municipal district and of mothers that don't have milk for some physiologic or emotional problem. Thus, is necessary to maintain program of quality control mainly of the microbiological (total coliforms, fecal and E. coli) and of the physiochemical (acidity in Dornic-ºD) of those human milk. Due the relevance of the theme, we aimed to evaluate the quality of the pasteurized human milk (PHM) through the microbiological and physiochemical analyses. 865 samples of PHM were analyzed during July to October of 2007. The analyses were done following the Standard Methods for Dairy Products. According of the Health Ministry Resolution, among 865 samples analyzed, a total of 129 (15%) samples were considered inappropriate for the consumption, including 80 (9,4%) of the total coliforms, 27 (3,1%) of fecal coliforms and 22 (2,5%) of E. coli .For acidity, 236 (27,3%) samples showed value up to recommended by specific legislation. The results showed the necessity of more rigidities control of PHM, and urgent implantation of Good Practices of Manipulation to guarantee a safe food for the newly born. Acknowledgement: Human Milk Banc and Secretary Health Marília 285 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 175 Search of aflatoxins present in peanut distributed by a national dealer of Marilia, Brazil Silva A.R1, Mendonça C.C.T.N1, Oshiiwa M1, Marinelli P.S1, Leite S.R.A.2, Tanaka A. Y1 FATEC - Faculty of Food Technology – Marília /SP, Brazil; Araraquara /SP, Brasil. E-mail: [email protected] 1 2 Instituto de Química – UNESP – The peanut (Arachis hupogaea L.) is a species in the legume family Fabaceae native to America. Their seeds are oleaginous and have a great nutritional value. It is broadly used in the food industry and also consumed "in natura" and in homemade goodies. The sanitary control of the peanuts is obligatory, once the seed is an excellent substratum for some toxigenic fungi development. Due the prevalence of tropical and subtropical climate, Brazil offers ideal conditions for the development of such fungi, mainly Aspergillus flavus and Aspergillus parasiticus, producing of aflatoxins with potent carcinogenic, mutagenic and teratogenic activities. Marília city, SP, is an important peanut agribusiness center and for that we considered relevant to evaluate the occurrence of aflatoxins in this area. The material was obtained from a local wholesale dealer. From January 2005 to January 2008, 1627 samples of three peanut varieties were analyzed, namely: Runner (873), Tatu (600) and Caiapó (154), by the fluorimetric method "AFLATEST - VICAM" (AOAC validated). According to ANVISA (Brazilian National Sanitary Surveillance Agency), the concentration of aflatoxins in the peanut cannot exceed 20 μg/kg. Among the analyzed samples, 10,9% (57/873) of the Runner variety, 14,1% (38/ 600) of the Tatu variety and 2,6% (3/154) of Caiapó variety, showed value of aflatoxins above 20 μg/kg. Concluding, the prevalence of contamination is expressive and this represents a risk to the consumer's health. 286 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 176 Propiedades curativas/nutricionales de macromicetos silvestres del bosque pino-encino de Agostitlan, Michoacan. México Maria Judith Tello Suarez, Ma. Teresa Alvarez Ramírez Lab.Parasitología y Nutrición. Fac. Biología.UMSNH Edf. B4.CU. CP. 58060 .Morelia. Mich. México. Los macromicetos en asociación con los micromicetos y otros microorganismos, son componentes vitales en el ecosistema del bosque, interviniendo directamente en los ciclos biologicos, transferencia de nutrientes, calidad de suelos etc. Por tal motivo es necesario la conservación de estos ecosistemas como reservas ecologica (2,3). Así tambien en la diferentes estaciones de año su poblaciones aumentan principamente en epoca de lluvia, bridando alimento y principios activos que se utilizan para regular el sistema inmune en padecimiennto como el cancer, diabetes,ulceras gastrica y de piel etc. Sin enbargo algunos son tóxicos. Por lo que es importante el conocimientos de las propiedades de estos hongos presentes en esta comunidad (1,3). El objetivo de este trabajo fué realizar un registro de los hongos presentes en este bosque y determinar sus propiedades. La metodología fué de campo, identificación taxonomica. Los resultados muestran un registro de 30 familias, 250 especies, 90 macromicetes comestibles, 25 hongos venenosos, 12 de uso medicinal (5 inmunorreguladores, 3 anticancerigenos, 4 antiulcerativos) 9 hongos con propiedades alucinogenas y 115 con asociaciones simbióticas mutualista con otras especies del bosque. Los hongos comestible de mayor comercialización son; Amanita caesarea, Hypomyces lactifluorum principalmente este último donde su producción silvestre es de 10 Ton/has, es rico en proteínas y minerales adémas de sus metabolitos secundarios presentan propiedades inmunorreguladoras. Consideramos que es importante el conocimiento de estos recursos naturales para su conservación y buen uso. Referencias 1. 2. 3. Hobbs, C. 1986. Medicinal Mushrooms. An Exploration of Tradition, Healing & Culture. Interweave Press, Inc. Loveland, CO. Pp. 167 – 170 Mata, H. M. 2003. Macrohongos de Costa Rica. Vol. I. II Ed.. Instituto Nacional de Biodiversidad (INBio) Costa Rica. P 300 Gomez P. M. Gomez R. VM. 2005. Hongos y Líquenes. La Biodiversidad en Michoacán. Estudio de Estudio de Estado. ISBN: 970 900 0284. P.265 287 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 177 Almond (Amygdalus communis L.) skins: phenolic profile and protective effect on protein oxidation Tomaino A.1, Mandalari G.1,2, Arcoraci T.1, Martorana M.1, Monteleone D.1, Trombetta D.1, Bisignano G.1, Wickham M.S.J.2, Saija A1. 1 2 Dept. Farmaco-Biologico, Facoltà di Farmacia, Università di Messina, Vill. Annunziata, 98168 Messina Model Gut Platform, Institute of Food Research, Colney Lane, NR4 7UA, Norwich (U.K.) Different studies indicate that reactive oxygen species (ROS) can inactivate proteins by modification of amino acid residues and this process could be implicated in the pathophysiology of different diseases. Almond (Amygdalus communis L.) seeds are traditionally associated with Mediterranean diet. Blanched seed coats (or skins) (BS), removed by industrial blanching, constitute ∼7% of the total almond weight and are generally considered as by-product. The aims of this study were: 1) to determine, by HPLC–DAD, the phenolic profile of BS; 2) to estimate its phenolic content, 3) to investigate its radical scavenger activity; 4) to evaluate its protective activity on protein oxidation. The total phenolic content was 219.44±15.47 mg gallic acid equivalents (GAE) per 100 g BS. The high total phenolic content explains its excellent radical scavenger activity (SC50=124.81±12.15 µg/ml and 7.03±0.49 µg/ml, expressed as µg of extract/ml or as µg of phenols/ml, respectively). Furthermore, BS was shown to protect BSA from carbonyl groups formation, during HClO-induced oxidation, (SC50=25.21±1.85 µg of phenols/ml) and to prevent albumin AAPH-oxidative modification (determined by the loss of tryptophan- and tyrosine-associated fluorescence and by the increase of bityrosine-associated fluorescence [SC50=4.58±0.3 µg/ml, 4.27±0.35 µg and 2.24±1.35 µg/ml, expressed as µg of phenols/ml, respectively]). BS was found to contain mainly hydroxybenzoic acids (0.71 mg/100 g), flavan-3-ols (2.14 mg/100 g), flavonols (4.44 mg/100 g) and flavanones (0.88 mg/100 g). The antioxidant capacity of the above mentioned phenolic compounds is largely reported in the literature [1,2]; therefore the high phenolic content of BS could be responsible for the observed antioxidant activity. These results indicate that BS could be utilised further to produce high value compounds for cosmetic applications and functional food industries. Acknowledgements: This work has been funded by the Almond Board of California. References 1. Harrison and Were, (2007), Food Chem., 102: 932-937. 288 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 2. P 177 Brahmachari and Gorai,(2006), Curr. Org. Chem., 10:873-898. 289 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 178 Inhibición de la actividad procoagulante del veneno de yarará chica (Bothrops neuwiedi diporus), por extractos de plantas del NE argentino Torres, Ana M. 1; Camargo, Francisco J. 1; Ricciardi, Gabriela A. 1; Dellacassa, Eduardo 2; Ricciardi, Armando I.A.1 Cátedra de Toxicología y Química Legal, FACENA. Universidad Nacional del Nordeste. Corrientes. República Argentina. e-mail: [email protected]; 2 Cátedra de Farmacognosia y Productos Naturales, Facultad de Química. Universidad de la República. Montevideo. Uruguay. 1 Existe amplia información sobre el uso de plantas como antiveneno en accidentes ofídicos (alexíteras), que recibiéramos a través de crónicas de misioneros jesuitas. Para examinar la capacidad inhibitoria de estas especies sobre la acción coagulante del veneno de Bothrops neuwiedi diporus (Cope), se recogieron partes aéreas (PA) y raíces (R), en Corrientes. Se midió el tiempo de coagulación normal (TC) con la técnica del plasma recalcificado y la dosis coagulante mínima (DCM: dosis del veneno que lleva a 1 minuto el TC). Luego se analizó la inhibición de la actividad coagulante del veneno para cada uno de los extractos vegetales preparados por maceración con agua, alcohol o hexano, midiendo el TC con el agregado de la mezcla previamente incubada de veneno-extracto (30 minutos a 37 ºC). Se consideraron activos aquellos extractos que recuperaron el 30% del TC. De los 58 extractos estudiados, resultaron activos: Aristolochia elegans: PA (1:24) y R alcohólico (veneno-extracto, 1:36); A. gibertii: PA acuoso (1:7); Asclepias curassavica: PA hexano (1:33); Dorstenia brasiliensis: R alcohólica (1:10); Eclipta prostrata: PA hexánico (1:14); Iresine diffusa: PA alcohólico (1:11); Mikania coridifolia: PA acuoso (1:23) y hexánico (1:23), R alcohólico (1:18) y hexánico (1:20); M. micrantha: PA hexano (1:7), R acuoso y alcohólico (1:5); M. periplocifolia: PA acuoso (1:6); alcohólico (1:4) y hexánico (1:7); Nectandra angustifolia: PA alcohólico (1:39) y hexánico (1:45); N. megapotamica: PA hexánico (1:80); Sapium haematospermum: Tallos y hojas alcohólico (1:30); Trixis divaricata: PA hexano (1:14). Los resultados expuestos avalan la tradición de uso de las especies estudiadas como terapia alternativa frente a accidentes ofídicos, sugiriendo profundizar su estudio a fin de correlacionar los compuestos activos con las propiedades atribuidas. 290 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 179 Actividad antiviral del latex de varias plantas y estructura de los metabolitos de algunas especies de la familia Euphorbiaceae Liliana Avila1, Winston Quiñones 1, Fernando Torres 1, M. Teresa Rugeles 2, Jorge Forero 2, Fabio Cabezas 3, Luis Gonzales 3, Eduardo Muñoz 4, Fernando Echeverri1 1Grupo de Química Orgánica de Productos Naturales, 2Grupo de Inmunovirología; Universidad de Antioquia-SIU , PO Box 1226 Medellín (Colombia); 3Universidad del Cauca, Departamento de Química, Popayán (Colombia); 4Universidad de Córdoba, Departamento de Biología Celular, Fisiología e Inmunología, Córdoba (España) Los látex representan mecanismos de defensa de las plantas, especialmente contra herbívoros e insectos y su composición química está relacionada con estas funciones, ya que poseen enzimas proteolíticas y metabolitos secundarios que interfieren la bioquímica de sus agresores. Las especies de la familia Euphorbiaceae constituyen una rica fuente de látex y son importantes como fuente de alimentos (aceites y harinas), de metabolitos secundarios que tiene diferentes actividades biológicas y también como plantas ornamentales. En un estudio biodirigido tendiente a buscar sustancias contra el virus del SIDA se determinó la actividad de los látex de varias plantas entre las que están el banano, el mango y la papaya, así como las especies de la familia Euphorbiaceae, Euphorbia laurifolia, E. lactea y Manihot esculenta, que muestran tanto la acción antiviral como reactivadora de su latencia. De estas últimas especies se aislaron cuatro compuestos que se caracterizan como esqueletos de jatrophano/ingenano multiesterificados con residuos de acetato, isobutirato y nicotinato. Agradecimientos. COLCIENCIAS, Universidad de Antioquia (Colombia) y Programa Alfa EULADIV (EU). Referencias 1. Murillo, J. (2004) Biota Colombiana 5: 183-200. 2. Rajiv, R. U., Hecker, E. (1976) .Phytochemistry 14: 2514-2516. 3. Dos Santos, A., et al. (2007). Bioresurce Technology 98: 135-139. 4. DaoubiI, M. et al. (2007), Bioorg. & Med. Chem. 15: 4577–4584. 5. Rullas, J. et al. (2004), Antiviral Therapy 9: 545-554. 291 P 180 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Antinociceptive activity of aqueous leaf extract of almerindae Leal Amanoa Torrico Fátima1, Cedeño Perla1, Espinoza Rosfrancis1, Suárez Alirica I2 Cátedra de Farmacología, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela; 2Unidad de: Productos Naturales, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela. Caracas, Venezuela 1 Under an ongoing research project in which have been evaluated the phytochemical and pharmacological properties of plants belonging to the Euphorbiacea present in Venezuela, we choose Amanoa almerindae Leal (Aa). The aqueous extract of leaves of Amanoa almerindae was evaluated for its antinociceptive effects using the tail flick test to thermal stimulus (Davies 1946). Pain threshold was assessed by oral administration. Previously to this study we determine by intraperitoneal and oral administration the TD50 with values of . 376 mg/kg and 23 mg/kg, respectively.The results with doses of 188 mg/kg (1/2 TD50) using the tail flick test showed that the aqueous extract of Aa. exerted antinociception significantly different of the control group at the different observation times (p<0.001) being the effect similar to the results obtained with morphine and noteworthy different to the effects obtained with ASA (p<0.05). The possible participation of the opiode system in the antinociceptive effect was analyzed with the extract. The animals were pre-treated with naloxone. The results indicate that naloxone markedly reversed the antinociceptive effect of the aqueous extract (p<0.001) which suggest that the analgesia effect may involve opiod receptors. On the basis of the present study, we may state that the aqueous extract of Amanoa almerinade Leal has antinociceptive effect. Phytochemical study of this plant revealed the presence of: triterpenes, lignans and biflavonoids.(Leong et al 2008). References 1. Davies OL. British Journal of Pharmacology, 1946, 1, 255-264 2. Camaripano-Venero B, Castillo A. (2003) Acta Bot. Venez., 2003, 26, 125-230. 3. Leon KI, Alviarez P, Compagnone RS, Suarez AI. (2008) Pharmaceutical Biology, 2008, In press 292 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 181 Chacterization of essential oil of Chinotto (Citrus myrtifolia Raf.) cultivated in Sicily Lanuzza F1, Mondello F1, Tripodo MM2, Cappellano G1, Galati EM3, Micali G1 Dip. RIAM Università di Messina, Piazza S. Pugliatti, 98122 Messina, Italy; 2 Dip. Chim. Org. Biol., Università di Messina, Salita Sperone 31, 98166 Messina, Italy; 3 Dip. Farmaco Biologico, Università di Messina, Vill. SS Annunziata, 98168 Messina, Italy 1 Chinotto is a citrus with little dark green leaves, similar of myrtle, from which scientific name. The fruit is spherical, like to a small orange, with a bitter pulp. In Italy it is cultivated in Liguria (near Savona) and in Sicily (near Taormina). The fruits are utilized to obtain candied fruits, liquors, marmalade and mustard. Flowers and peels are utilized in phytotherapy for insomnia, digestion, and appetite. Chinotto extract is contained in the drink of the same name, in an unknown percentage. Instead, according to the Italian law, the other fruit beverages have to contain 12 % of juice at least. In the ingredient label, some Chinotto drinks have the word aroma, probably a synthetic aroma, instead of citrus extract. Chinotto covers 5% of the Italian market of drinks, equal to € 60 millions, referred to a total value of € 1.2 thousand millions. In this work essential oil is studied, to characterize fruit and its derivatives. Oil is obtained from fresh fruits at different level of ripening. Fruits were collected near Taormina, during the months of November-April, in the same period of industrial processing, in a firm near Messina. Essential oil was extracted in laboratory, according to the old method of sponge. The oil composition was studied by gas chromatography, utilizing a Chrompack CP Sil 8 CB, 25 m x 0,25 mm (0,4 µm) column. The GC analysis showed a characteristic composition, different from other citrus analyzed in the same conditions. The comparison with literature data (1) about Chinotto shows in all samples analyzed some differences: the most relevant is a higher linalyl-acetate content. References 1. ML. Lota, D. de Rocca Serra, C. Jeacquemond, F. Tomi, J. Casanova.. Flavour Fragr. J. 2001; 16: 89-96. 293 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 182 Chemical profile and antioxidant activity of cherry tomato (Lycopersicon esculentum) from two different areas of Sicily. Trombetta D., Cristani M., Ferreri A., Ginestra G., Morabito G., Arcoraci T. and Tomaino A. Dept. Farmaco Biologico, School of Pharmacy, University of Messina, Vill. Annunziata - C. da Citola 98168 Messina, Italy Tomato is a widespread vegetable extensively present in the Mediterranean diet. Evidences suggest that regular tomato consumption decreases the incidence of chronic degenerative diseases such as certain types of cancer and cardiovascular diseases. The beneficial effects of tomato consumption are generally attributed to vitamin C, carotenoids, flavonoids and hydroxycinnamic acids. There is a large number of tomato cultivars but a variety today much appreciated is the cherry tomato (Lycopesicon esculentum), growing in several Italy regions. Our study focused on evaluation of chemical profile and antioxidant activity of extracts obtained from cherry tomatoes, coming from two Sicily areas (Messina: Type I; Ragusa: Type II). The freeze dried juice from fresh tomato was processed according to Le Gall et al. (2003) and chemically characterized by HPLC/DAD. The concentration of hydroxycinnamic acids is similar in both the extracts (Type I 4.20mg/100 g ww and Type II 4.26mg/100 g ww), while Type 1 contains a flavonoid amount higher than Type II (0.84/100 g ww vs 0.66 mg/100 g ww). The radical scavenger/antioxidant activity of these two extracts, evaluated through chemical and biomimetic assays, seems to be related to their different chemical profile. Type I extract shows an higher activity than Type II in DPPH (SC50 136.2 vs 182.9 µg/ml) and FRAP tests (1.74 vs 1.28 gFe2+/ml), although the two extracts have a similar activity (0.92 vs 0.88 g Trolox/ml) in TEAC assay. Furthermore, Type I showed an antioxidant activity against UVC-induced liposome damage higher than that of Type II (IC50 502.9 vs 1451.7 µg/ml). Finally, both the extracts exhibit a good antigenotoxic activity, as studied in the SOS-chromotest on Escherichia coli PQ37 strain. Further studies could clarify how peculiar climatic conditions can influence cherry tomato chemical profile. 294 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 183 Antiproliferative and antioxidant activities of a Cystoseira foeniculacea extract on HepG2 cells Ursino M.R.1, Catalano G.2, Messina C.2, Santulli A.2 1 2 Dipartimento Farmaco-Biologico, Università di Messina, Vill. SS. Annunziata, 98168, Messina, Italia; Istituto di Biologia Marina, Lungo mare Dante Alighieri, 91016, Trapani, Italia; Seaweeds are an important source of many compounds with different demonstrated biological properties [1]. Among them, Cystoseira intertidal brown algae, contain meroditerpenes that are diterpenes originated by oxidation and cyclization of geranylgeranyltoluquinols [2]. These substances exert antioxidant [3] and antibacterial activities [4], however no data are present regarding their possible antiproliferative activity. In the present study, we focused our attention on Cystoseira foeniculacea f. foeniculacea ((L.) Grev. Emend. Sauvageau), a species that grows all over the year in the Western Sicily (Italy), to evaluate antiproliferative and antioxidant activity of an extract obtained by supercritical fluid extraction (SFE). Algae were collected on the rocky shores near Trapani (Italy), dried and grinded to obtain a fine brown powder, that was extracted by a SFE apparatus at a temperature ranging from 31 to 34°C and a pressure ranging from 250 to 260 bar. The extract was re-suspended in dimethylsulfoxide (DMSO). Polyphenols content and antioxidant activity of the SFE extract were evaluated according to Kuda et al. [5]. The SFE extract was tested on an human hepatoma cell line, HepG2, to verify its capacity to protect against oxidative stress induced by free radical promoters and its eventual effects on cell proliferation. Results show that SFE extract concentrations ranging from 2 to 16 g/ml, exert a significant protection against oxidative stress, as demonstrated by the increase of vitality in cells, pre-treated with C. foeniculacea SFE extract, and then exposed to free radical promoters (P<0.05). Cells treated with higher concentrations of C. foeniculacea SFE extract (from 20 to 50 g/ml) showed a significant reduction of proliferation (P<0.05). Studies about the action mechanisms of these biological effects are in progress. References 1. Aneiros, A. et al. (2004), J. Chromat. B, Analyt. Technol. Biomed. Life Sci., 1, 41. 2. Amico, V. et al. (1995), Phytochem., 39, 1257. 3. Ruberto, G. et al. (2001), J. Appl. Phycol., 13, 402. 4. Caccamese, S. et al. (1981), Botanica Marina, 24, 365. 5. Kuda, T. et al. (2005), Food Comp. Anal., 18, 625. 295 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 184 Fermentación de proteínas bovinas para la producción de proteasas por Serratia marcescens Francisco J Ustáriz 2, Adriana Laca 1, Luis A García 1, Mario Díaz 1* 1 Departamento de Ingeniería Química y Tecnología del Medio Ambiente. Universidad de Oviedo, Julián Clavería 8. 33006 Oviedo. Asturias. España; 2 Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes, Campo de Oro. 5101 Mérida. Edo. Mérida. Venezuela. Actualmente una gran variedad y cantidad de enzimas son empleadas a nivel industrial, pero las enzimas proteolíticas ocupan una posición preponderante debido a sus múltiples aplicaciones industriales, biotecnológicas, así como en el campo de la medicina y de la investigación básica [1-2].Las proteínas mayoritarias presentes en el lactosuero: -lactoglobulina, -lactoalbúmina, albúmina de suero bovino (BSA) e inmunoglobulinas fueron estudiadas como únicas fuentes de carbono y nitrógeno para la producción de proteasas por Serratia marcescens mediante fermentación discontinua. Durante las fermentaciones se analizó la evolución del crecimiento celular, consumo de proteína y producción de proteasas. El máximo nivel de actividad proteolítica fue alcanzado cuando la BSA fue empleada como único sustrato. Diversas sustancias relacionadas directamente con la síntesis microbiana de proteasas fueron empleadas individualmente como suplemento del medio de cultivo formulado a partir de la BSA, con la finalidad de conocer su influencia sobre la producción de proteasas. Igualmente, fermentaciones empleando una mezcla de proteínas fueron realizadas simulando la composición proteica mayoritaria de lactosuero, con la finalidad de determinar un posible efecto sinérgico de las proteínas sobre la producción de proteasas. Sin embargo, los niveles alcanzados de actividad enzimática fueron bajos, similares a los obtenidos con -lactoglobulina. Estos resultados también se compararon con los obtenidos cuando se empleaba lactosuero dulce fresco. Las comparaciones realizadas permitieron establecer importantes diferencias, tanto en lo que respecta a los niveles de proteasas alcanzados en cada caso como al tipo de proteasa producido. En todos los casos en los que el medio de cultivo se formuló en base a principalmente en proteínas bovinas, tanto individuales como con la mezcla de las mismas, se determinó un cambio total en la tendencia del tipo de proteasa mayoritariamente producida por S. marcescens. Referencias 1. Wiseman A. (1993),J. Chem. Tech. Biotechnol. 56 3-13. 2. Rao, M.B y col. (1998), Microbiol. Mol. Biol. R. 62 597- 635. 3. Romero, F y col. (1998), Res. Environ. Biotechnol. 2 93-115. 4. Romero, F y col. (2001), Process Biochem. 36 501-515. 296 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 5. P 184 Ustáriz, F y col. (2004), Biochem. Eng . J., Vol 19 147-153. 297 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 185 Cytotoxicity in MCF-7 cells and mutagenic activity in bacterial mutation of Serjania glutinosa and Serjania fucsifolia Vanessa Regina Maciel Uzan1; Márcia Kazumi Nagamine2; Cássia Regina Primila Cardoso1; Mariana Carina Frigieri1; Cláudia Joseph Nehme3; Maria Lúcia Zaidan Dagli2; Wagner Vilegas3; Eliana Aparecida Varanda1 Faculdade de Ciências Farmacêuticas de Araraquara-UNESP - Rodovia Araraquara-Jaú Km 1, 14801902, Araraquara, SP, Brazil; 2Faculdade de Medicina Veterinária e Zootecnia-USP - Avenida Prof. Dr. Orlando Marques de Paiva, 87, 05508-900 São Paulo, SP, Brazil; 3Instituto de Química de AraraquaraUNESP - Rua Professor Francisco Degni, s/n, 14801-970, Araraquara, SP, Brazil. e-mail: [email protected] 1 In Brazil, in some situations, the medicinal plants are the only therapeutic resource of some communities and ethnic groups, however, in spite of their indiscriminate use, until today studies of their chemical constitutions and biologically activity are scarce. In spite of the many beneficial actions of plants, it is important emphasize that some of their constituents can be poisonous to the organism. In addition, the interest in research on natural has increased resulting in the discovery of more efficient drugs for cancer treatments. In light of these plant species in medicinal treatment in this study we assessed the mutagenic and cytotoxic potential of MeOH 70% extracts of two species of the genus Serjania, family Sapindaceae. The cytotoxicity assays were appraised in human cells line MCF-7 (breast adenocarcinoma) and mutagenicity in Salmonella typhimurium using the strains TA100, TA98, TA102 and TA97a. Serjania glutinosa Radlk, popularly known as “timbó-branco”, is used as ictiotoxic in the North and Center West. Serjania fucsifolia Radlk doesn't present any data in the literature. The cell proliferation was determined by the sulforhodamine B and cristal violet assays and the results demonstrated that the extracts exhibited citotoxic activity (40% cellular viability) in the treatments for 48 and 72 h at 1 mg/mL. Additionally, it was possible to observe that the extract of S. glutinosa presented positive mutagenic activity for the strains TA97a, TA98 and TA100, in the absence and in the presence of metabolic activation. On the other hand, the extract of S. fucsifolia presented mutagenic activity in all of the tested strains (TA98, TA97a, TA100 and TA102) in the absence of metabolic activation, and just in the strains TA98 and TA100, in the presence of metabolic activity. These results are very interesting and they reveal the mutagenic potential and antiproliferative activity of those extracts in tumor cells lines. Acknowledgementes: financial support FAPESP, CNPq. 298 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 186 La corteza de “Espino Cerval” (Rhamnus cathartica L.) como posible adulterante de “Frángula” (Rhamnus frangula L.) Borri, Karina A., Gurni Alberto A. y Varela Beatriz G. Cátedra de Farmacobotánica, Facultad de Farmacia y Bioquímica (UBA), Junín 956 4° Piso, 1113, Buenos Aires, Argentina. E-mail: [email protected] Se comparó la anatomía de la corteza de “espino cerval” (Rhamnus cathartica L. – Rhamnaceae-) con la corteza de “frángula” (Rhamnus frangula L.)1, esta última de reconocidas propiedades laxo-purgantes debido al contenido en antraquinonas2. Del “espino cerval” se utilizan, con las mismas propiedades, los frutos drupáceos. Es una planta muy invasora que crece junto con otras especies de Rhamnus. Se demostró también la presencia de compuestos antracénicos en la corteza del tallo de “espino cerval”3. En la República Argentina, crece asilvestrado en Buenos Aires y Entre Ríos4 y se ha mencionado como posible sustituto o adulterante de la corteza de “frángula”5,6,7. Para el estudio botánico se analizaron muestras desecadas y trozadas, materiales frescos y ejemplares de herbario. Se obtuvieron disociados leves y cortes longitudinales de las cortezas. Además, se realizó un perfil fitoquímico de las mismas y una reacción para detectar antraquinonas. R. cathartica y R. frangula presentaron caracteres anatómicos bastante similares. Si bien, se encontraron diferencias en la forma de las células suberosas y en el tamaño y distribución de las drusas, estos elementos son insuficientes para realizar una buena caracterización de las especies. En cuanto al perfil fitoquímico, presentaron una composición distinta y dieron positivo el ensayo para antraquinonas8. Si se tiene en cuenta la similitud anatómica y exomorfológica de las drogas trozadas, sería posible hallar “espino cerval” como adulterante o sustituto de “frángula”. Se sugiere, por lo tanto, que el análisis botánico morfológico y micrográfico se complemente con el fitoquímico para realizar una correcta identificación, un control de calidad o detectar posibles adulteraciones. Referencias 1. Tortosa, R.D. (1999). Catálogo de las Plantas Vasculares de la Argentina II. Ed. Missouri Bot. Gard. Press, St. Louis, Missouri 74: 974-981. 2. Claus, E. P.; Tyler, V. E. (1968). Farmacognosia, El Ateneo, Buenos Aires, pp. 99-103. 3. Rauwald, Hans-Willi; Just, Hans-Dieter (1981). Planta Medica 42: 244-249. 4. Tortosa, R. D. (1995). Flora Fanerogámica Argentina 9, 18 pp. 5. Youngken, H. W. (1958). Tratado de Farmacognosia. Atlante, México: 707-718 6. Wallis, T. E. (1966). Manual de Farmacognosia. Compañía Continental, México: 108-115. 299 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” 7. 8. P 186 Evans, W. C. (1989). Farmacognosia. Interamericana Mc Graw-Hill, México: 431-436. Wagner, H. et al. (1984). Plant Drug Analysis. Springer- Verlag Berlin Heidelberg: 93-107. 300 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 187 Spirulina maxima protects against hydroxyurea-induced cytotoxic on mouse primary-embryos cultures J. Vázquez-Sánchez1,2, E. Ramón-Gallegos1, G. Chamorro-Cevallos1 Escuela Nacional de Ciencias Biológicas, Instituto Politécnico Nacional, Prolongación de Carpio y Plan de Ayala S/N, Colonia Plutarco Elías Calles, 11340, México D.F., México. 2Área Académica de Farmacia, Instituto de Ciencias de la Salud, Universidad Autónoma del Estado de Hidalgo, Ex-Hacienda Concepción, Tilcuautla,C.P. 42160, Hidalgo, México 1 Since congenital malformations are one of the major causes of child mortality all over the world, it is necessary to find substances that may be used to prevent them. Hydroxyurea is a potent mammalian teratogen. Within 2-4 hours after maternal injection, it causes fast cellular death. It was suggested that hydroxyurea reacted within embryos to give hydrogen peroxide and free radicals, such as the extremely reactive hydroxyl, and they could be involved in early cellular death. Spirulina sp., a blue-green filamentous alga or cyanobacterium has been used as food and nutritional supplements for a long time, has many pharmacological effects, most of that have been attributed to its antioxidant properties. In this work the effect of Spirulina maxima on hydroxyurea (HU)-induced cytotoxicity on different cellular cultures from eleven-day embryos of mice was tested. It was observed that Spirulina did not provoked cytototoxic effects at any concentration tested and even increased cell viability. HU affects in a different rate the cells showing a high toxicity on cultures from encephalon and complete embryos than in cells from fore limbs. On the other hand Spirulina protected against HU cytotoxicity in a concentrationdependent way until 48h after the drug exposition. This effect could be attributed to the antioxidant properties of the extract. References 1. Bhat, V. B., Madyastha, K. M. (2001). Biochemical and Biophysical Research Comunications, 2858 (2): 262-266. 2. Pardhasaradhi, V. V. B., Ali, A. M., Kumari, A. L., Reddana, P., Khar, A. (2003). Molecular Cancer Therapeutics, 1165-1170. 3. Romay, S., Armesto, J., Ramírez, D., González, R., Ledon, N., García, I. (1998b). Inflammation Research, 47: 36-41. 4. DeSesso, J. M. (1981). Teratology, 23: 197-215. 5. DeSesso, J. M., Goeringer, G. C. (1990). Reproductive Toxicology, 4 (4): 267-275. 6. DeSesso, J. M., Goeringer, G. C. (1990b). Reproductive Toxicology, 4 (2): 145-152. 7. Brown, N. A., Fabro, S. (1981). Teratology, 24: 65-78. 301 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 188 Antidiarrhoeal activity of the methanolic extract leaves of Salvia connivens Velázquez G. Claudia, Pérez G. Salud, Pérez G. Cuauhtémoc, Zavala S. Miguel Departamento de Sistemas biológicos, Universidad Autónoma Metropolitana-Xochimilco, Calzada del Hueso 1100 Col. Villa Quietud, Coyoacan México D. F., México. Salvia connivens is used in Mexican traditional medicine for the treatment of diarrhoea, but there is no data references available in the literature regarding the antidiarrhoeal activity. The dried and powdered leaves were extracted with methanol at room temperature for a week, the filtrate was evaporated to dryness under reduced pressure to afford the crude extract. Methanol extract (300 mg/Kg) was tested on several models; castor oil and magnesium sulphate induced diarrhoea in mice1,2, and intestinal transit in rats3. Loperamide (2.5 mg/Kg) was used as a reference antidiarrhoeal compound. Methanol extract showed 41.3 % of inhibition of wet stools whereas loperamide was 86.16 % of inhibition on castor oil induced diarrhoea, and 92.43 % of inhibition of wet stools on magnesium sulphate induced diarrhoea, the effect was similar to that showed by loperamide (92.4 % of inhibition). The activity of the extract on intestinal transit was evaluated at 30, 60 and 90 minutes after the oral administration of charcoal meal, agar and castor oil, the results showed that the methanol extract inhibited the intestinal transit in 18.08, 19 and 25.6 % percent, respectively to loperamide was 24.5, 22.79 and 33.3 % percent, respectively. The results showed that the methanol extract posses an antidiarrhoeal activity, these lend a support to continue the phytochemical study to obtain the active compounds, finally this work is a contribution of the pharmacological study of the Mexican traditional plants. References 1. Rouf, R., Uddin, S., Shilpi, J., Alamgir, M. 2007. Journal of Ethnopharmacology, 109, 539-542. 2. M.A. Zavala, S. Pérez, C, Pérez, R, Vargas, R.M. Pérez 1998. Journal of Ethnopharmacology, 64, 41-47. 3. Salud Pérez, Cuautémoc Pérez, M. A. Zavala, 2005, Phytomedicine, 12, 670-674. 302 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 189 A new flavonol triglycoside obtained from Indigofera truxillensis inhibits NO and TNF- production Lopes, F.C.M.1, Calvo, T.R.2, Vilegas, W.3, Carlos, I.Z.4 1 Department of Clinical Analysis, Faculdade de Ciências Farmacêuticas, UNESP, R. Expedicionários do Brasil, 1601, 14801-902, Araraquara, SP, Brazil; 2 Department of Organic Chemistry, Instituto de Química, UNESP, R. Francisco Degni, s/n, 14800-900, Araraquara, SP, Brazil. Nowadays, the immune effects of medicinal plants are being studied. Macrophages play an important role in the immune system because they are cells capable to secrete many biological active products such as nitric oxide (NO) and tumor necrosis factor- (TNF- ). The biological activities of these molecules are numerous and they play a relevant role in the pathogenesis of inflammation. Plant flavonoids have already shown anti-inflammatory activity in different kinds of studies. Kaempferol 3-O-[β-D-apiofuranosyl-(1→2)-α-L-arabinopyranoside]-7-O-α-Lrhamnopyranoside is a new flavonoid obtained from I. truxillensis [1]. The inhibition of NO and TNF- production in LPS-activated macrophages by this new flavonol was the aim of this research. Three different concentrations of the flavonol were tested: 25, 50 and 100µg/mL. NO was determined through Griess reaction and TNFby ELISA assay. The flavonol strongly inhibited NO and TNF- production in a dose-dependent manner ranging from 33,33±10,29% to 59,09±5,07% and from 35,86±10,21% to 46,67±5,59%, respectively. It is now well understood that damaging mechanisms at the basis of very common human pathologies, such as atherosclerosis, neurodegenerative diseases, and cancer are driven by the inflammatory process. This research is very important since inhibitory agents that can decrease NO and TNF- production are potentially useful in the treatment of several situations associated with the overproduction of these mediators, including septic shock and inflammation [2]. Acknowledgements: Biota-Fapesp Program and CNPq. References 1. Calvo et al. (2006), Silae. 2. Hobbs et al. (1999), Annu. Rev. Pharmacol. Toxicol., v.39, p.191-220. 303 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 190 In vitro antitumoral and mutagenic activities of natural substances Juliana Pizarro Martins Gomes1, Iracilda Zeppone Carlos2, Eliana Aparecida Varanda3, Wagner Vilegas1 Department of Organic Chemistry, Instituto de Química de Araraquara, São Paulo State University (UNESP. 2 Department of Clinical Analysis, Faculdade de Ciências Farmacêuticas de Araraquara, (UNESP) São Paulo,, Brazil. 3 Department of Biology, Faculdade de Ciências Farmacêuticas de Araraquara,(UNESP),Araraquara, São Paulo, Brazil. 1 This study evaluated the in vitro cytotoxicity of natural products such as terpenes, iridoids, and phenolic derivatives in the cell lines of adenocarcinoma murine of the breast (LM3) and lung (LP07), by MTT assay. The study attempted to identify possible correlations between the molecular structure of these natural products and anticancer activity. Results of the cytotoxicity activity in LM3 and LP07 cell lines are displayed in Table 1. The quinone-methide triterpene tingenone and pristimerin showed the highest cytotoxicity in these cell lines. The structure-activity relationship suggests that rings A and B containing an ,ß-unsaturated carbonyl group are essential for the observed cytotoxic activity. Pristimerin and were evaluated using in vitro Ames test, and they did not show mutagenic potential (RM<2). Tab. 1 : Citotoxicity activity expressed as the average and standard derivation of the IC50. Substances E C A D B Pristimerin (1) E C A IC50 (µmol/mL) LM3 LP07 0.063±0.010 0.134±0.009 cromene p-coumaric acid 0.506±0.010 3.075±0.275 clorogenic acid 0.942±0.119 0.864±0.351 scandenin 0.127±0.010 0.152±0.013 plumericine 0.032±0.010 0.025±0.009 Pristimerin 0.005±0.000 0.005±0.000 Tingenone 0.003±0.001 0.002±0.001 bauerenyl acetate 0.170±0.047 0.852±0.192 paclitaxel 0.074±0.000 0.191±0.061 D B Tingenone (2) 304 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 190 Acknowledgements: CNPq, FAPESP. 305 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 191 Estudio comparativo de los componentes volátiles de dos especies de Psidium guajava L., que crecen en la región de los Andes de Venezuela Villalobos C, Villarreal S, Rojas L, Usubillaga A. Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad De Los Andes. Urb. Campo de Oro C.P. 5101. Mérida; Venezuela C.P. 5101. Email: [email protected]. Psidium guajava, es considerada una planta nativa de México, luego extendida alrededor de sur América, Europa, África y Asia. Esta crece en todas las regiones tropicales y subtropicales del mundo, teniendo preferencia por las zonas con climas secos. Sus principales usos son como antidiarreico, en gastroenteritis, disentería y antibacteriano en gérmenes patógenas del intestino. Es un árbol pequeño de 10m de altura aproximadamente, con hojas opuestas, frutos comestibles amarillos el cual contiene numerosas semillas blancas, duras y pequeñas. Para el presente estudio se utilizaron dos individuos de Psidium guajava, una recolectada en la ciudad de Valera (570m.s.n.m) y otra en Mérida (1650m.s.n.m). Se empleó para la separación 720 g y 1800 g de partes aérea de P. guajava respectivamente, estas fueron sometidas a hidrodestilación empleando la trampa de Clevenger por 3 horas obteniendo 0,5ml y 0,8ml de aceites de color amarillo respectivamente. El análisis de estos, se realizo por cromatografía de gases empleando un equipo de Marca Pekín Elmer modelo Austosystem equipado con una columna AT-5 de 60m de largo y 0,25 mm de diámetro, también se uso un sistema GC/MS Hewlett Packard MSD 5973 con una columna de fenil-metil-polisiloxano de 30 m x 0,25 mm (HP-5) La identificación de los componentes se realizo con ayuda de una librería Wiley Ms Data (sexta edición, 275 K Spectra). Se obtuvo como componentes mayoritarios: para la recolectada en Valera: beta -Carofileno (23,63%), 5-epi-neointermedeol (15,77%), beta-selineno (10,09%), alfa-selineno (10,34%), y para la recolectada en Mérida: limoneno (33,40%), beta-Carofileno (9,24%), beta-selineno (9,18%), alfa selineno (8,48%). Según este resultado se puede deducir que se tratan de 2 variedades diferentes o que la variación es debida a la altitud de las zonas. Referencias 1. Gutierrez, M. et al (2008), J. Ethnofarm, vol 1, pag 01-27. 2. Aristeguieta Leandro (1973), Familias y Géneros de los Árboles de Venezuela: Caracas; Venezuela. 3. Griggs Pat (1996), Plantes Aromatiques et Médicinales: Paris, Francia 4. Gill Ricardo y Carmona Juan,(2003) Herbolario Tradicional Venezolano; Mérida, Venezuela. 306 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 192 Estudio antibacteriano del extracto metanólico del Phyllanthus salviaefolius de los andes venezolanos Villarreal S1, Velasco J2, Díaz T2, Ramírez-Gonzaléz I1. 1Instituto de Investigaciones, 2Departamento de Microbiología y Parasitología, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, ZP-5101-A, Mérida, Venezuela. E-mail: [email protected] El Phyllanthus salviaefolius (Euphorbiaceae), es una planta que pertenece a la flora de los páramos de Venezuela, encontrándose en matorrales de los Estados Táchira, Mérida y Trujillo1. El material vegetal fue recolectado en las cercanías de la población Mucurubá, Mérida – Venezuela. Un Voucher specimen fue depositado en el Herbario MERF de la Universidad de Los Andes, bajo el Nº SV01. Con base a los resultados obtenidos en un estudio preliminar, sobre la actividad antibacteriana del extracto metanólico de las hojas de P. salviaefolius, el cual mostró actividad contra bacterias Gram positivas (S. aureus ATCC 25923, E. faecalis ATCC 29212) a 1000 mg/mL; se procedió a realizar un estudio antibacteriano contra estos microorganismos del extracto mencionado, para ello se preparó un percolado del mismo, utilizando mezclas de solventes de diferente polaridad creciente (acetato de etilo:hexano 25:75, acetato de etilo:hexano 50:50, acetato de etilo:hexano 75:25, metanol:acetato de etilo 25:75, metanol:acetato de etilo 50:50, metanol:acetato de etilo 75:25 y metanol) obteniéndose 7 muestras. La evaluación de la actividad antibacteriana realizada por el método de difusión en agar con discos3, reveló que las muestras E1 (CIM 400 mg/mL), E2 (CIM 150 mg/mL), E5 (CIM 100 mg/mL) presentaron actividad contra E. faecalis y todas las fracciones ensayadas mostraron actividad contra S. aureus con un rango de concentración de 200-2050 mg/mL, observándose mayor actividad en E5 con un halo de inhibición de 24 mm y CIM 20 mg/mL. Los resultados obtenidos en esta investigación se correlacionan con estudios anteriores realizados en otras especies pertenecientes al género Phyllanthus. La actividad antibacteriana exhibida por el extracto metanólico contra estos microorganismos, apoya futuras investigaciones orientadas a aislar y caracterizar el o los compuestos responsable(s) de dicha actividad. Referencias 1. Vareschi, V. (1970), Flora de los Páramos de Venezuela. Ediciones del Rectorado. Universidad de Los Andes. Mérida – Venezuela. 2. Villarreal S. et al. (2006), XV Congreso Italo-Latinoamericano Di Etnomedicina “Ivano Morelli”, ATTI-Resumenes, Università degli Studi di Perugia, Italia. 3. Rondón, M. et al. (2005), Rev. Latinoamer. Quím., 33, 40-44. 307 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 193 Componentes volátiles de las partes aereas de Tagetes lucida Cav. (Asteraceae) Visbal T1, Morillo M4, Rojas L2, Cordero Y2, Carmona J3 y Usubillaga A2 Programa Doctoral en Química de Medicamentos. 2.Instituto de Investigaciones, 3 Jardin de Plantas Medicinales, Facultad de Farmacia. Universidad de Los Andes (ULA), Mérida Venezuela. 4Programa Doctoral en Ciencias Médicas Fundamentales. Facultad de Medicina. ULA. Mérida. Venezuela. 1. El Tagetes lucida Cav., es una hierba con flores amarillas perteneciente a la familia asteraceae. Es una especie aromática que presenta actividad bactericida y fungicida1, fue previamente estudiada en Costa Rica, de donde se aisló Metil chavicol (95-97%)2. En el presente trabajo se muestra el estudio de sus componentes volátiles, cultivada en la localidad de Cordero (1149 msnm) estado Táchira. En este estudio se utilizaron 500g de hojas frescas y 100g de flores, las cuales fueron homogeneizadas y sometidas a extracción por arrastre con vapor de agua usando una trampa de Clevenger. La identificación de los componentes fue realizada por GC-MS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, con una columna capilar HP-5MS (30 m, 0,25 mm, 0,25 µm). Con temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 4 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1,0 µL de solución al 2% del aceite esencial en n-heptano con reparto de 100:1. Temperatura del inyector 200ºC. Los espectros obtenidos fueron comparados con la Librería Wiley (6ta Edición). Se hallaron los índices de Kováts, analizando conjuntamente la muestra con una mezcla de n-alcanos. El rendimiento resultó ser de 1% en hojas y 0,2% en flores. En ambas partes se detectó como componente mayoritario, el Metil chavicol (99,5 % en hojas y 95,5% en flores). Referencias 1. Cespedes et. al. (2006), Rev. Journal of Agricultural and food chemistry, 54, 3521-3527 2. Ciccio J. F. (2004), Revista de Biología Tropical, 52, 853-857 308 P 194 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Characterization of stingless bee honey from Peru Vit P1, Rasmussen C2, Gutiérrez MG1, Rodríguez-Malaver AJ3 1Apiterapia y Bioactividad, Departamento Ciencia de los Alimentos, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, 5101, Venezuela; 2Department of Entomology, University of Illinois, Urbana, IL 61801, USA; 3Laboratorio de Bioquímica Adaptativa, Departamento de Bioquímica, Facultad de Medicina, Universidad de Los Andes, Mérida 5101, Venezuela. Stingless bee (Meliponini) honey has been used in traditional medicine for centuries or more1. Honey from ten stingless bee species from Perú was characterized according to their colour, moisture2, flavonoids3, polyphenols4, nitrites5 content, and total antioxidant activity6. Table 1. Entomological origin, colour C (mm Pfund), moisture M (g water/100 g), flavonoids F (mg EQ/100 g), polyphenols P (mg EGA/100 g), nitrites N (μM nitrites/ 100 g) content and total antioxidant activity TAA (μM E Trolox/ 100 g) of stingless bee honey samples. Nr. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Stingless bee species Melipona crinita Melipona eburnea Melipona grandis Melipona illota Nannotrigona melanocera Partamona epiphytophila Ptilotrigona lurida Scaptotrigona polystica Scaura latitarsis Tetragonisca angustula n 2 1 5 1 1 1 1 1 1 1 C 88 103 38 26 150 78 120 128 130 150 M 28.8 23.8 27.5 28.0 33.4 45.8 35.2 33.0 20.8 28.9 F 7.3 8.9 3.1 2.6 31.0 5.9 23.4 17.6 17.7 18.8 P 155.1 179.6 105.5 99.7 464.9 151.3 240.3 337.0 282.6 260.9 N 0.37 0.65 0.35 0.30 1.46 1.26 2.88 1.15 1.13 1.07 TAA 131.2 93.2 -25.2 -41.8 532.1 -15.5 93.1 242.9 152.4 240.2 Classes of TAA suggested for Czech A. mellifera honey7 would position stingless bee honey from Peru between extreme ranges, from negative to very high (>300). Acknowledgements: Prof. JMF Camargo from Universidade de São Paulo, Brasil, kindly identified the stingless bees. References 1. Rasmussen, C., Castillo, P.S. (2003). Rev. Per. Ent. 43,159-164. 2. Bogdanov, S. et al.(1997) Apidologie 28,1-59. 3. Woisky, R.G. et al. (1998) J Apic Res 37,99-105. 4. Singleton, V.L. et al. (1999) Meth. Enzimol. 299,152-78. 5. Al-Waily, N.S. (2003) J. Med.Food 6,359-64. 6. Re, R. et al. (1999) Free Radic. Biol. Med. 26,1231-37. 7. Vit, P. et al. (2008) Acta Bioquim. Clin. Latinoam. 41(2) (in press). 309 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 195 Antioxidant capacity and sensory attributes of Trigona carbonaria honey from Australia Vit P1, Rodríguez-Malaver AJ2, Heard TA3, Villas-Boas JK4, González I1 1Apiterapia y Bioactividad, Departamento Ciencia de los Alimentos, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Universidad de Los Andes, Mérida, 5101, Venezuela; 2 Laboratorio de Bioquímica Adaptativa, Departamento de Bioquímica, Facultad de Medicina, Universidad de Los Andes, Mérida 5101, Venezuela 3 CSIRO Entomology, Long Pocket Lab, Indooroopilly, Qld 4068, Australia; 4 Programa Regional de PósGraduação em Desenvolvimento e Meio Ambiente (PRODEMA) Universidade Federal da Paraíba - João Pessoa, PB, CEP - 58059-900 Brasil. Trigona carbonaria Smith 1854 is a stingless bee (Meliponini) of the east coast of Australia1 and is the most commonly domesticated species in Australia.2 Compared to A. mellifera, physicochemical properties of T. carbonaria showed higher moisture, water activity, electrical conductivity, and free acidity, and a different sugar spectrum.3 Medicinal uses of stingless bee honey have been reported for Guatemala, México and Venezuela4 and recently was tested a model for putative anticataract properties.5 A medicinal approach for both nutritional and pharmaceutical applications, antioxidant components6,7 (ABTS + and nitrite, the stable Nitric oxide metabolite), and sensory atributes of aroma, odour8 and flavour were studied in eight samples of T. carbonaria honey collected in suburban areas of Brisbane, Queensland, Australia. The antioxidant activity expressed as percentage of ABTS + decolourization, was 233.96 ± 50.95 μM Trolox equivalents, and nitrites content was 0.63 ± 0.23 μM. The reference aroma and odour wheel8 needed modifications to add distinctive attributes in a sensory primitive family, smog and marine subfamilies. Mellow flavour was characteristic for this dark honey. Both the antioxidant and the sensory properties increase the knowledge of T. carbonaria honey, to initiate pharmaceutical applications and to secure its quality. References 1. Michener, C.D. (2000) The bees of the world. John Hopkins University Press. Baltimore, MD, USA. 2. Heard, T.A.; Dollin, A. (2000) Bee World 82,116-125. 3. Persano Oddo, L. et al. (2008) J.Med.Food (in press). 4. Vit, P. et al. (2004) Bee World 85,2-5. 5. Vit, P.; Jacob, T.J. (2008) JHS 54,196-202. 6. Re, R. et al. (1999) Free Radic. Biol. Med. 26,1231-37. 7. Al-Waily, N.S. (2003) J. Med.Food 6,359-64. 8. Piana, M.L. et al. (2004) Apidologie 35,s26-s37. 310 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 196 Analisi chimica e sensoriale dell’olio essenziale di Ocotea wrightii (Meisn) Mez. Vita Finzi Paola1, Ngueyem Tatiana A.D.2, Gilardoni Gianluca3, Benzo Maurizio3 e Abdo Susana4 1 Università degli studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Organica, via Taramelli 10, 27100 Pavia, ITALIA. 2 Università degli studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Farmaceutica,via Taramelli 12, 27100 Pavia, ITALIA. 3 OSMOTECH s.r.l., Dipartimento di Chimica Farmaceutica, via Taramelli 12, 27100 Pavia, ITALIA. 4 Escuela Superior Politécnica de Chimborazo, Facultad de Ciencias Quimicas, Riobamba, Ecuador. [email protected] Le piante del genere Ocotea, appartenenti alla famiglia delle Laureaceae, costituiscono un insieme di oltre 800 specie note(1), caratterizzate dalla frequente presenza di sostanze volatili profumate. Diversi oli essenziali sono prodotti e commercializzati a partire da piante del genere Ocotea: Peruvean Rosewood da Ocotea cemua, Brazilian Sassafras da Ocotea odorifera, East African Camphrowood da Ocotea usambarensis. In questa sede è descritta per la prima volta la composizione chimica dell’olio essenziale ottenuto dalla pianta Ocotea wrightii (Meisn.) Mez., detta Canelòn, raccolta e idrodistillata in Ecuador. L’analisi chimica è stata condotta tramite gascromatografia-spettrometria di massa (GC-MS), confrontando gli spettri di frammentazione EIMS e gli indici di ritenzione degli analiti, calcolati secondo Van den Dool, con quelli di una pubblicazione di riferimento (2). Sono state identificate 48 sostanze, prevalentemente di natura terpenica; tra i composti più abbondanti, presenti in quantità superiore a 1% del totale, vi sono: αpinene (9.9%), β-pinene (5.4%), limonene (5.2%), 1,8-cineolo (14,9%), (E)cinnamaldeide (2.6%), (E)-metilcinnamato (10.5%), Cariofillene ossido (10.3%), spatulenolo (2.8%), umulene ossido (7.9%). E’ stata inoltre condotta sull’olio essenziale un’analisi sensoriale qualitativa tramite gascromatografia-olfattometria (GC-O). References 1. Wood C.E. Jr, 1958, The genera of the woody ranales in the southern united states, J. Arnold Arbor. , 39: 296-346. 2. Adams R., 2001, Identification of essential oil components by gas chromatography/quadrupole mass spectroscopy. 311 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 197 Analisi chimica e sensoriale dell’olio essenziale di Clinopodium nubigenum (Kunth) Kuntze Paola Vita Finzi1, Cristina Massolino2, Maurizio Benzo 3, Gianluca Gilardoni3, Omar Malagòn4, Vladimir Morocho4 e Claudio Baiocchi2 1 Università degli studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Organica, via Taramelli 10, 27100 Pavia, ITALIA; 2 Università degli studi di Torino, Dipartimento di Chimica Analitica, Via Giuria 5, 10125 Torino, ITALIA; 3OSMOTECH s.r.l., Dipartimento di Chimica Farmaceutica, via Taramelli 12, 27100 Pavia, ITALIA; 4 Universidad Técnica Particular de Loja, Loja, ECUADOR. [email protected] Clinopodium nubigenum (Kunth) Kuntze è una pianta aromatica appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, conosciuta anche come Thymus nubigenus, Micromeria nubigena e Satureja nubigena e diffusa in America latina tra i 3000 e 4000 metri di altitudine. Presso le popolazioni indigene è conosciuta con il nome di “tipo de cerro” ed è utilizzata dalla medicina tradizionale nel trattamento del mal di stomaco, del raffreddore e dei dolori mestruali. L’olio essenziale, oggetto della presente comunicazione, è stato ottenuto per idrodistillazione a partire da un campione raccolto in Ecuador presso Aguarongo, nella parrocchia di San Lucas, alla quota di 3242 metri. L’analisi chimica è stata effettuata tramite gascromatografia-spettrometria di massa (GC-MS) e l’identificazione dei costituenti è stata ottenuta confrontando i relativi indici di ritenzione e gli spettri di frammentazione EIMS con i dati riportati nella letteratura di riferimento (1). Tra i costituenti principali si ritrovano: acetato di 3-ottenile, epossido di cis-piperitone, α-copaene, biciclogermacrene, δ-cadinene. L’olio essenziale è stato inoltre sottoposto ad analisi sensoriale qualitativa tramite gascromatografiaolfattometria (GC-O). References 1. Adams R., Identification of essential oil components by gas chromatography/quadrupole mass spectroscopy, 2001. 312 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 198 In vitro hepatoprotective and antioxidant activities isoflavonoids from Erythrina senegalensis DC (Fabaceae) of Donfack J. H.1, Njayou F. N.1, Ngameni B.2, Tchana A.1, Chuissea P. D.1, Vita Finzi Paola3, Ngadjui B. T.2 and Moundipa P. F.1 Laboratory of Pharmacology and Toxicology, Department of Biochemistry, 2Laboratory of Organic Chemistry, Department of Organic Chemistry, Faculty of Science, University of Yaounde I, P.O. Box . 812 Yaounde, Cameroon, 3Dipartimento di Chimica Organica, Universita’degli Studi di Pavia, Via Taramelli 10, 27100 Pavia, Italy, [email protected] 1 Erythrina senegalensis is a thorny shrub or small tree with bright red flowers found in Sudanese Savannah regions [1]. The stem bark of this tree is traditionally used by the Bamun population (Western Cameroon tribe) against liver disorders as a decoction [2]. Previous studies had reported the identification of three diprenylated isoflavonoids: 2,3-dihydro-2’-hydroxyosajin (1), osajin (2) and 6,8-diprenylgenistein (3) [3]. These compounds were tested for hepatoprotective activities against in vitro CCl4-induced hepatitis in rat liver slices. The following four model systems were used to measure the antioxidant activity of these three isoflavones: 2,4dinitrophenyl-1-picrylhydrazyl (DPPH) radical scavenging activities, ß-CaroteneLinoleic Acid Model System (ß-CLAMS), Ferric-Reducing Antioxidant Power (FRAP) assay and microsomal lipid peroxidation. The obtained hepatoprotective percentages of activity for compounds (1) (2) (3) will be reported and discussed. By comparison to compound (2) and (3), compound (1) showed significant antioxidant effect in the different antioxidant assays. The results obtained provide promising baseline information for the potential use of this crude extract as well as some of the isolated compounds for their hepatoprotective and antioxidant activities. These results validate, by in vitro tests, the therapeutic use of the plant in traditional medicine. References 1. Malgras D. (1992) Arbres et arbustes guérisseurs des savanes Maliennes. Publié avec le concours du comité catholique contre la faim et pour le développement. ACCT-KARTHALA, 285 2. Moundipa PF.n et altri, (2002) Cameroon Journal of Biological and Biochemical Sciences, 12, 3946. 3. Wandji, J, (1994) Two isoflavones from Erythrina senegalensis. Phytochemistry, 35, 245-248. 313 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” Actividades antifúngica y antibacteriana peploides, P. stratiotes y P. microphylla P 199 de L. Vivot Eduardo, Sánchez Cecilia, Sequin Christian y Cacik Francisco Cátedra Química General – Fac. de Cs. Agropecuarias – UNER Ruta 11, Km 10,5 (3100) –Entre RíosArgentina- e-mail: [email protected] El uso de plantas en medicina popular ocupa un importante lugar en el tratamiento de dolencias como las afecciones microbianas. La revalorización de los vegetales como fuente de fármacos ha propiciado los estudios para validar las referencias etnobotánicos. Entre Ríos (Argentina) posee una vasta flora con antecedentes en usos antimicrobianos. Las hojas de Ludwigia peploides y Pistia stratiotes son usadas para curar heridas, como emolientes, antisifiliticas, y diureticas. Los leños de Porlieria microphylla poseen actividad antisifilítica y antirreumática. Ludwigia Sp. ha mostrado actividad antidiarreica y se han aislado triterpenos con actividad anticancerígena. La evaluación de la actividad antibacteriana y antifúngica se realizó utilizando la prueba de sensibilidad de difusión en medio sólido, impregnando discos de papel con extractos de los vegetales y observando la inhibición a cepas tipificadas de Candida krusei, Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Bacillus spizizenii, y una cepa clínica de Staphylococcus aureus metileno resistente (Metil R). Se ensayaron extractos etanólicos, metanólicos y acuosos. Los extractos etanólicos y metanólicos de P. stratiotes presentaron actividad contra P. aeruginosa. Los mismos extractos de L. peploides mostraron actividad contra P. aeruginosa, S. aureus, B. spizizenii, y S. aureus (Metil R). El extracto etanólico de P. microphylla exhibió actividad contra B. spizizenii, P. aeruginosa y S. aureus (Metil R). El extracto metanólico presentó inhibición en P. aeruginosa. Los extractos acuosos de las tres especies no revelaron actividad. En los ensayos antifúngicos los extractos metanólicos y etanólicos de L. peploides presentaron actividad contra C. krusei. Se profundizarán los estudios para detectar los compuestos bioactivos. Agradecimientos: Secretaría de Investigaciones UNER y PID-UNER 2110 314 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 200 Estudio de la composición química del aceite esencial de hojas de Euphorbia cotinifolia L. (Euphorbiaceae) colectado en MéridaVenezuela. Marietta Vizcaya, Janne Rojas, Shirely Baldovino, Luis Rojas, Antonio Morales Grupo Biomoléculas orgánicas, Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis, Mérida, Venezuela Dentro de la familia Euphorbiaceae, que comprende cerca de 5000 especies se encuentra el género Euphorbia, el cual se caracteriza por contener un latex blanquecino frecuentemente cáustico y tóxico [1]. Las especies del género Euphorbia han sido objeto de numerosas investigaciones por sus compuestos biológicamente activos, entre las que se pueden mencionar irritantes de la piel, promotores de tumores y propiedades inflamatorias que son atribuidas a la presencia de diterpenos particularmente macro y policíclicos. Algunas de estas especies son usadas para el tratamiento de enfermedades de la piel, gonorrea, migraña y como antiparasitarias [2]. Este estudio tiene como finalidad determinar la composición química del aceite esencial de hojas de Euphorbia cotinifolia recolectada en el sector Manzano Alto-Ejido, Municipio Campo Elias, MéridaVenezuela, no reportada hasta el momento. Las hojas frescas (5 Kg) finamente cortadas y trituradas se sometieron a hidrodestilación por 5 horas, utilizando una trampa de Clevenger. El aceite obtenido, hojas (0,2 ml; 0,004 % m/v) se secó sobre sulfato de sodio anhidro y fue analizado por cromatografía de gases acoplada a espectrometría de masas en un equipo GC-MS system, modelo 5890. Se identificaron veintisiete (27) compuestos de los cuales -cariofileno (39,32 %), Dgermacreno (21.51 %), α-copaeno (9,27%) y α-humuleno (5,20 %) se observaron como mayoritarios. Estos compuestos fueron identificados por comparación de sus espectros de masas con la base de datos Wiley 6th ed. y datos reportados en la literatura [3]. Referencias 1. Webster, G. (1994). Systematic of the Euphorbiaceae: Introduction. Annal Miss Bot Gard. 81, 33144. 2. Uddin, V.; Reza, A. 1998. Three tricyclic diterpenoids from Euphorbia decipiens. Planta Med. 64, 732-735. 3. Adams R. (1995). Identification of the essential oil components by GC/MS. Allured Publishing Corporation, Carol Stream IL, USA. 315 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 201 Volatile components of Periploca angustifolia Sajeva M1, Zito P1, Maggio A2, Rosselli S2, Bruno M2, Senatore F3 1 Dip. Scienze Botaniche, Università di Palermo, via Archirafi 38, 90123 Palermo, Italy; 2 Dip. Chimica Organica, Università di Palermo, viale delle Scienze – parco d’Orlens II – 90128 Palermo, Italy, 3 Dip. Chimica delle Sostanze Naturali, Università Federico II via Montesano 49, 80131 Naples, Italy Periploca angustifolia (Apocynaceae) is a perennial deciduous plant, leaves appear few weeks after the first outcome of rain, and last till the end of Spring. Stems are branched and quickly become lignified and woody. Leaves are simple, sessile and flowers arise from leaf axils. Flowers have a light green calyx formed by 5 very small semi-circular overlapping sepals and are pollinated by flies. P. angustifolia is a typical sapromyophilous species which grows in Lampedusa Island (Italy, 35°29’28” and 35°21’39” N - 12°30’54” and 12°37’55” E). Sapromyophilous flowers show a high functional specialization toward flies, both from a morphological and a chemical point of view. The chemical analysis carried out on the esssential oil from the aerial parts of P. angustifolia showed the remarkable presence of fatty acids (C18:0, C18:2, C18:3), alkanes (C27, C29) and terpens ( -Cadinene, α-Copaene, (E)-Caryophyllene, Germacrene D), Octadecanol acetate, (Z)-Octadec-9-en-1-ol, Carvacrol. In the stems and the leaves these compounds may have defensive functions against herbivores and insects. On the other hand the presence of such compounds in the flowers play a strong role in actracting pollinators, thus making possible pollination by flies. The compounds found in P. angustifolia are also present in other sapromyophilous taxa within the family Apocynaceae. Field observations confirm that some functionally similar groups of flies that breed or feed on dung and decaying organic matter, such as flesh flies, houseflies and blowflies, regularly visit the flowers and act as pollinators. 316 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 202 Antimicrobial and cytotoxic activity of some Brazilian medicinal plants Maria Lúcia M. Bouzada1, Rodrigo Luiz Fabri 1, Gizele Duarte Garcia2, Elita Scio1. 1Department of Biochemistry, 2Department of Parasitology, Microbiology and Imunology, Institute of Biological Sciences - Federal University of Juiz de Fora, MG, 36036-330, Brazil. Infectious diseases are the world’s leading cause of premature deaths, killing almost 50,000 people every day. In recent years, drug resistence to human pathogenic bacteria has been commonly reported from all over the world. In this scenario there is a need of search for new antimicrobial substances from other sources including plants. In this study, methanol extracts of the leaves of Solanum nigrum, Vernonia polyanthes, Piper aduncum, Stachytarpheta cayennensis, Alternanthera brasiliana, Plantago lanceolata, Pothomorphe umbelatta and Polygonum hidropiperoides, plants commonly used in Brazil for treating conditions likely to be associated with microorganisms, were evaluated for their toxicity to the brine shrimp [1] and antimicrobial activity [2]. The agar diffusion method was used against Staphylococus aureus, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella thyphi and Klebsiella pneumoniae. Phytochemical analysis of the plant extracts for their major groups of phytoconstituents is also reported [3]. All extracts showed antimicrobial activity against at least S. aureus and Salmonella sp; extracts of Polygonum hidropiperoides, Stachytarpheta cayennensis and Alternanthera brasiliana were active against all microorganisms tested and the highest inibitory zones were observed for the latest. The extracts of Solanum nigrum, Piper aduncum and Alternanthera brasiliana showed significant toxicity against brine shrimp with 100% of lethality at 1000 µg/ml, after 24 h exposure. Phytochemical analysis of the extracts demonstrated the presence of common phytoconstituents like phenols, coumarins, flavonoids, saponins and alkaloids. The results were encouraging, as all the selected plants appeared to contain antimicrobial substances. Further attempts are being made to isolate the active constituents of the extracts. This reinforces the concept that the investigation of ethnobotanically used plants will reveal a substantial number of positive responses to in vitro screens. Acknowledgements: FAPEMIG and UFJF for the financial support. References 1. Meyer, BN. et al. (1982), Planta Medica, 45, 31. 2. Ahmad , I. & Beg, AC. (2001), J Ethnopharmacol 74, 113. 3. Matos, FJA. (1997), Introdução à Fitoquímica Experimental. EUFC. Fortaleza-Brasil. 317 XVII Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Bernardino d’Ucria” P 203 Hypoglycemic effects of Cecropia pachystachya in normal and alloxan-induced diabetic rats Danielle Maria de Oliveira Araújo1, Lyvia Guarize Nogueira1, Juliana Lanini1, Raúl Marcel Gonzalez Garcia2, Elita Scio1 Department of Biochemistry, 2Department of Biology, Institute of Biological Sciences - Federal University of Juiz de Fora, MG, 36036-330, Brazil. 1 Diabetes mellitus (DM) is a metabolic disorder characterized by hyperglycemia. Alternative strategies to the current modern pharmacotherapies of DM are urgently needed because the inability of existing actual therapies to control all the pathological aspects of the disorder. The objective of this work was to study the hypoglycemic effect of Cecropia pachystachya on normal and diabetic rats. Leaves of C. pachystachya were powdered and macerated with methanol to obtain the methanolic extract. For evaluation of hypoglycemic activity, were used male Wistar rats of 60 days in age. Diabetes was induced by a single intravenous injection of 120mg/kg b.w. of alloxan. Animals with plasma glucose levels > 200 mg/dL were considered diabetics [1]. The rats were divided into 4 groups: Group 1: 7 diabetic rats treated with vegetal extract; Group 2: 6 diabetic rats untreated with extract; Group 3: 9 non-diabetic rats treated with extract; Group 4: 8 non-diabetic rats untreated with vegetal extract. After an overnight fast, the plant extract was administered orally at a single dose of 80 mg/kg b.w. Group 2 and group 4 received vehicle. Blood samples were taken before the administration of extract or vehicle (time 0) and 30, 60, 90, 120 min there after. Blood glucose was measured by using glucose oxidase method. The methanolic extract showed a significant hypoglycemic effect in normal and diabetic rats. The hypoglycemic activity appeared 30 min after oral administration of the extract and lasted till 90 min. The most significant hypoglycaemic effect occurred after 90 min of the treatment with reduction of 49% and 20% in blood glucose levels for diabetic and normal rats, respectively. The results clearly showed that the extract of C. pachystachya exerts significant hypoglycemic and anti-hyperglycemic effects in normal and alloxan-induced diabetic rats. Further experiments are required to elucidate the exact mechanism of action. Acknowledgements: FAPEMIG and UFJF for the financial support and Reproduction Biology Center (CBR-UFJF) for the animals. References 1. Alarcón-Aguilar, FJ. et al. (2005), J Ethnopharmacol, 97, 447. 318 Laxative and intestinal motility effects of extracts of Senna macranthera leaves on rats Lyvia Guarize Nogueira and Elita Scio Departamento de Bioquímica – ICB – Universidade Federal de Juiz de Fora (UFJF), Campus Universitário, Martelos, CEP 36036 900, Juiz de Fora, MG, Brazil Species of Senna are widely distributed in tropical and subtropical regions throughout the world and are known to be a rich source of phenolic derivatives, most of them with important biological and pharmacological properties. Some species are used as a laxative, purgative, antimicrobial, antipyretic, antiviral and anti-inflammatory agent [1]. So, the aim of this study was to evaluate the laxative activity and the effects on intestinal motility of the methanol and hexane extracts of the leaves of Senna macranthera. Wistar male rats, weighing 200-230 g, were used. The animals were housed in a room kept under controlled conditions with free access to water and complete commercial chow (NuvitalTM). Rats were fasted for 8h before the laxative test and 24h prior the experiment for intestinal motility evaluation. For both tests animals were divided into 4 groups (n = 7): Group 1- received saline (1 ml - vehicle control); group 2- received bisacodyl (0.25 mg/kg – positive control); group 3- received hexane extract (400 mg/kg); group 4- received methanol extract (400 mg/kg). All administrations were by gavage. To evaluate the laxative activity [2], the faeces production (total number) in all groups was monitored for 8 h after administration of the extracts. Thereafter, food and water were given to all rats and faecal outputs were again counted after a period of 16 h. For the intestinal motility effect [3], at 40 min after drug administration, 1 ml of a 5% charcoal suspension in 10% aqueous solution of tragacanth powder was administered to each animal. The animals were killed 20 min later and the abdomen opened. The distance traveled by the charcoal from the pylorus to the caecum was measured and expressed as the percent of the total length of the distance. The methanol extract exhibited laxative activity as reflected by the increase in the number faeces 8 h after its administration (4) when comparable to the vehicle control (1.6). No effect on intestinal motility was observed for methanol extract. On the other hand, the hexane extract not only showed laxative activity (number of faeces = 4.4) but also caused a significant increase in the intestinal motility (89%), greater than the positive control, bisacodyl (61%). This is the first relate on the laxative activity and on the effects of the intestinal motility of the leaves of S. macranthera. Acknowledgements: FAPEMIG and UFJF for the financial support and Reproduction Biology Center (CBR-UFJF) for the animals. References 1. Júnior, CV. et al. (2006), Quim Nova, 6, 1286. 319 2. 3. Haruna. (1997), Phytother Res, 11, 307. Croci, T. et al. (1997), Brit J Pharmacol, 121, 375. 320 3 Authors Index Indice degli autori Listado de autores 4 Abdo S. Acernese F. Adrian-Romero M. Agrelo de Nassiff A.E. Aguiar J.S. Aguilar J.J. Aiello N. Albarracin Valdivia B. Albertin V. Alexandre-Moreira M.S. Alfa M. Allegra M. Almeida A.C.A. Alonzo G. Alvarez Ramírez M.T. Alvarez Reyes A. Alves de Almeida A.C. Amaro-Luis J.M. Amato F. Amesty A. Andrade E. Andrade J.M. Anesini C. Angileri F. Anjos R.M. Aparicio R. Aquino P.G.V. Aquino R. Araque M. P 196 P 156 P 001 P 002 P 024 P 142 P 005 P 113 P 083 P 022 P 083 P 005 P 125 P 063 P 043 O 15 O 01 O 05 O 10 O 08 P 176 O 25 P 091 P 057 P 103 P 152 P 058 P 036 P 037 P 103 P 152 O 20 P 003 P 093 P 063 P 006 O 27 O 37 P 004 P 005 P 098 O 03 3 Araque M.C. Araujo A.R. Araújo-Júnior J.X. Arcoraci T. Arcos-Guerrero B.Y. Arevalo C. Arias E. Armenta-Salinas C. Armijos C. Arroyo-Razo G.A. Arvelo F. Arzola J. Ascolillo V. Autore G. Avila J.L. Avila L. Badilla B. Bahsas A. Baiocchi C. Baldovino S. Ballero M. Bancheva S. Baquero E. Barbastefano V. Barbosa C.V. O 29 P 088 P 005 P 006 P 177 P 182 P 054 P 138 P 007 P 071 O 20 P 095 O 07 P 128 P 148 P 149 P 150 P 173 P 038 P 154 P 031 P 032 P 136 P 137 P 046 P 104 P 048 P 179 P 008 P 057 P 103 P 152 P 197 P 009 P 200 P 164 P 144 P 049 P 010 P 035 P 043 P 005 4 Barone F. Barrera H.J.M. Barreto S. Bartolomé C.C. Basile A. Bassan J.C. Bassarello C. Bassols G. Bastida J. Battista S.M. Bello-Gonzales M.A. Bellone G. Benaim G. Benavides A. Benzo M. Beranek M. Berkov I. Betancourt N. Bianco A. Bisignano G. Bisio A. Bisonni G. Blunden G. Bonacorsi C. Bontempo R. Bontempo R. Borri K.A. Botta B. Bouzada M.L.M. Braca A. Bruno M. P 156 P 054 O 29 P 034 P 011 P 012 P 050 P 174 O 34 P 069 O 21 O 35 P 020 P 013 O 05 P 135 O 07 P 128 O 34 P 196 P 197 P 113 O 35 P 014 P 015 P 164 P 177 P 016 P 026 P 141 P 083 P 001 P 170 P 030 P 031 P 032 P 186 PL 10 P 202 P 017 O 28 O 36 5 Bruzual De A.M.C. Bucchini A. Bucio M.A. Bueno M. Buitrago D. Burgos E. Cabezas F. Cabrera J.L. Cáceres Huamani F. Cáceres Huambo A. Cacik F. Cadet Y. Cafaggi S. Calderón M.A. Calvo T.R. Camargo E.E.S. Camargo F.J. Camargo Penteado V. Camarillo-Romero E.S. Campaner dos Santos L. Campo F.M. Campodonico E. Campodonico P.G. Campolo L. Campos Navarro R. Canzoneri M. P 011 P 135 P 143 P 144 P 201 P 017 P 141 P 048 P 050 P 018 P 019 P 029 O 21 P 020 P 179 P 111 P 112 P 113 P 021 P 022 P 022 P 199 P 065 P 016 P 141 P 060 P 035 P 189 P 023 P 024 P 142 P 178 P 091 P 074 P 025 P 139 P 026 P 026 P 027 P 090 O 24 P 028 6 Capelli E. Cappellano G. Capputto A. Carbone V. Cardile V. Cardoso C.A.L. Cardoso C.R.P. Carina Frigieri M. Carlos I.Z. Carmona J. Carmona J. Carmona J. Carmona J.A. Carnevali M. Carola M. Carpano S.M. Carpio E. Carratù A. Carruba G. Carrubba A. Cartuche J. Castaldo Cobianchi R. Castro V.H. Catalano C. Catalano G. Cau A. Cazar A. Cazar M.E. Cedeño P. Cegarra J. Ceja Mendoza M.L. P 109 P 181 P 036 O 34 P 147 P 117 P 130 P 087 P 161 P 185 P 189 P 014 P 080 P 085 P 100 P 066 P 096 P 193 P 104 P 029 P 038 P 075 O 16 O 12 P 133 P 129 P 030 P 031 P 032 O 20 P 012 P 106 P 030 P 031 P 032 P 183 P 098 P 033 P 033 P 180 O 02 P 059 7 Cervellati R. Chacon R. Chamorro-Cevallos G. Chanona-Pérez J.J. Chataing B. Chaves F. Chávez Duran J. Chavez G.L.R. Chavez K. Chuissea P.D. Ciampi E. Ciangherotti C. Circosta C. Cobar Pinto O.M. Cocciadiferro L. Codina C. Codina C. Coelho Kaplan M.A. Coelho R.G. Cola M. Colman-Saizarbitoria T. Comai S. Comini L. Compagnone R.S. Conde L.I. Conforti F. P 067 P 146 P 053 P 061 P 062 P 073 P 095 P 124 P 187 P 054 O 04 P 008 P 140 P 034 P 059 P 173 P 198 O 15 O 02 P 037 P 044 P 118 P 115 PL 08 P 129 O 21 O 35 P 020 P 045 P 087 P 010 P 035 P 036 P 037 P 082 P 111 P 112 O 07 P 128 P 173 P 124 P 055 8 Contartese G. Conte B. Contigiani M.S. Contreras M. Cordero de Rojas Y. Correa E. Cortés P.C.J. Cortès-Rodrìguez M.A. Costa C. Costa C.D.F. Costa R.C. Costa S. Coutinho I.D. Cristani M. Crivos M.A. Crosta L. Cruz J. Cuellar Cuellar A. Cuesta Rubio O. Curini M. Curione A. D’Angelo V. Da Silva M.A. Da Silva V.C. Dall’Acqua S. Damián Badillo L.M. P 056 P 012 P 113 P 029 P 038 P 096 O 27 O 37 P 039 P 108 P 193 P 134 P 034 O 08 P 097 P 006 O 17 O 19 P 067 P 087 P 182 PL 04 P 040 P 084 P 146 O 06 O 32 P 133 P 139 O 22 O 30 P 117 P 040 P 027 P 041 P 025 P 043 P 147 P 042 P 082 P 083 P 140 9 Davicino R. De Caro V. De Fina M. De Jesus S. de Oliviera Araujo D.M. De Montijo S. De Pasquale R. de Rosso V.V. de Santis L.H. De Simone F. de Sousa Menezes F. de Souza T.M. De Tommasi N. Decandio L.F. De-Faria F.M. Del Río R.E. Delgado Peralta J. Dellacassa E. Di Bernardi T. Di Bernardo M.L. Dias J.C. Dìaz L.E. Díaz M. Díaz T P 093 P 168 P 169 P 107 P 044 P 203 P 066 P 097 P 115 P 042 P 171 O 32 P 094 P 107 P 138 P 139 O 23 P 045 P 052 P 127 P 016 P 017 P 094 P 098 P 023 P 010 P 043 P 060 P 116 P 140 P 120 P 024 P 142 P 178 O 16 O 29 P 091 O 11 P 184 P 172 P 046 P 096 10 Diez N. Domingues S.M.O. Donfack J.H. Dorantes L. Dos Santos L.C. Duarte Garcia G. Dugo G. Dugo G.mo Dunder R.J. Echeverri F. Epifano F. Escolar J. Escouto L.F.S. Espinosa S.I. Espinoza R. Espinoza R.M. Esteves P.F. Fabri R.L. Fagundes F.H. Faraone N. Farias-Silva E. Favalli L. Fazzari M. Ferlete G.S. Fermin G. Fernández Herrera M.A. Fernandez I. Fernandez L. P 192 P 047 P 153 P 149 P 150 P 174 P 198 P 073 P 147 P 042 P 202 PL 03 P 064 P 125 P 043 P 048 P 049 P 134 P 179 O 22 P 117 P 157 O 14 P 050 P 051 P 076 P 180 P 116 P 052 P 202 P 171 O 28 P 035 P 109 P 129 P 023 O 12 P 068 P 072 P 111 P 112 P 165 11 Fernandez-Zurita L.G. Ferraro G. Ferreira G.A.O. Ferreira J.R.O. Ferreri A. Fidalgo O. Filip R. Flores A. Flores Alvarez L.J. Flores García A. Flori P. Florio S. Forero J. Forero J.E. Formisano C. Franzblau S.G. Frasca G. Fraternale D. Fregoso-Aguilar T. Fuertes C. Fung Y. Furtado F.F. Galarco S. Galarraga-Montes E. Galati E.M. Galindo-Castro I. Gambino L. Gamboa N. Garbarino J.A. García Calderón M.A. Garcìa Chàvez A. P 074 P 053 P 003 P 093 P 050 P 005 P 182 O 25 P 003 P 060 O 01 O 10 P 140 P 058 P 094 P 179 P 048 P 055 P 144 P 086 P 130 P 016 P 141 P 054 O 34 O 29 P 006 P 165 P 057 P 152 P 056 P 181 P 149 P 150 P 058 P 151 P 130 P 131 P 132 P 059 O 05 O 08 12 Garcia G.F. Garcia Gonzalez N. García L.A. García M.Y. Garcia Mesa M. García Rodríguez R.V. García S.M.C. Garcìa Sànchez E. Garcia Torres M. Garciglia R.S. Garduño L. Garduño-Siciliano L. Garufi F. Garza-Juárez A. Gebbia N. Genovese S. Gentile C. German-Faz C. Germanò M.P. Giamperi L. Giandalia G. Giannola L.I. Gilardoni G. Gilberto Morillo G. Ginestra G. Giuffrida D. Gómez Aiza A. Gómez Aiza L. Gómez J. Gomez Olivàn L.M. Gonzàles F. Gonzales L. Gonzales M.C. Gonzales Mosquera D. Ma Gonzalez Garcia K. Gonzalez Garcia R.M. González I. P 013 O 25 P 184 O 29 P 137 P 120 P 121 P 076 P 060 O 25 O 01 P 073 P 061 P 062 P 117 O 13 P 040 P 117 P 063 P 074 P 041 P 141 P 168 P 169 P 168 P 169 P 196 P 197 P 039 P 182 P 064 O 18 O 18 P 106 P 074 O 03 P 179 P 066 O 06 O 25 P 203 P 065 13 Gonzalez Lavaut J. A. Gordo Alvarez O. Grandi M. Grippi F. Gualtieri M. Guarize Noguiera L. Guerra M.C. Guerrero Luna G. Guerrero T. Guimarães Leitão G. Guimarães Leitão S. Guimaraes P.H.L.C. Gurni A.A. Gutiérrez M.G. Guzmán-Martínez J.C. Hahn O. Heard T.A. Herculano E.A. Hernàndez F. Hernàndez Garcìa A. Hernández Hernández J.D Hernández Linares M.G. Hernández M. Hernandez Marquez I. Hernandez Navarro M.D. P 195 O 25 O 25 PL 06 P 040 O 29 P 066 P 203 P 204 P 067 P 068 P 072 O 09 P 092 P 092 P 136 O 14 P051 P 013 P 069 P 070 P 158 P 186 P 194 P 071 P 076 P 077 P 078 P 079 P 195 P 006 O 03 O 05 O 08 P 060 P 071 P 116 P 068 P 072 P 073 P 139 P 053 14 Hernàndez Ochoa M.I. Hernandez Ortega M.M. Hernandez Ortega Y Herrera Bucio R. Herrera C. Herrera F.M.C. Higuchi C.T. Hiruma-Lima C.A. Honda N.K. Hoyos Z. Huelvas P. Ibarra S. Idrovo A. Imre M. Innocenti G. Iovino C. Isdrael A. Jaramillo X. Jimenez C. Jimenez J. Jimenez J.M. Joseph-Nathan P. Joseph-Nehme C. Juárez B.E. Juliao L.S. Kazumi Nagamine M. Konigheim B.S. La Torre G.L. Laca A. Ladio A. Lagunes-Ruiz V.E. P 074 P 062 P 074 O 06 P 054 P 075 P 076 P 077 P 078 P 079 P 086 P 089 P 010 P 035 P 147 P 087 P 080 P 081 P 105 P 036 P 033 P 153 P 082 P 083 P 063 P 118 O 09 P 084 P 146 P 084 P 146 P 145 P 048 P 185 P 099 P 136 P 185 P 113 P 125 P 184 PL 05 P 095 15 Lanini J. Lannino M. Lanuzza F. Lanza E. Lara J. Lauriano E.R. Lauricella G. Leão A.M.S. Leitão S.G. Leite C.Q.F. Leite S.R.A. Leporini L. Lerch F. Leuzzi A. Lima Albuquerque C. Livrea M.A. Lo Cascio P. Lo Turco V. Loaiza R. Lopes F.C.M. López A. López C. López Gómez R. López-Albarrán P. Lopez-Gramcko J. Lorenzo H. Lotti C. Lotufo L.V. Loziene K. Lucero H. Luiz-Ferreira A. P 203 P 129 P 056 P 181 P 109 P 065 P 085 P 090 P 090 P 006 PL 02 P 086 P 087 P 088 P 089 P 086 P 087 P 088 P 089 P 175 O 22 P 106 P 090 P 091 P 063 P 129 P 027 P 125 P 075 P 189 P 048 P 163 P 140 O 38 P 118 P 162 O 32 P 139 P 005 P 135 O 20 P 010 16 Luparia M. Luzzi R. Machado Kuster R. Macìas-Rodrìguez L.I. Maciel Uzan V.R. Maggio A. Maiocchi Alves Costa A.L. Malafronte N. Malagón O. Mandalari G. Manuele M.G. Marangoni S. Marcotullio M.C. Marinelli P.S. Mariño Herrera L. Marti-Mestres G. Martìnez Galero E. Martínez Muñoz R.E. Martinez Pacheco M.M. Martínez S. Martínez Sotres M.C. Martorana M. Marzocco S. Massolino C. P 035 P 043 P 091 PL 07 O 22 O 23 O 08 P 185 O 28 O 36 P 011 P 135 P 201 P 092 P 094 O 20 P 197 P 177 P 093 P 171 O 30 P 175 P 174 P 021 P 022 O 11 P 095 P 060 P 116 P 140 O 05 O 08 P 060 P 116 P 140 O 21 P 020 O 38 P 177 P 136 P 137 P 197 17 Mateu E. Matioli L. Mecchio A. Meccia G. Medeiros I.A. Medina A.L. Medina G. Meira de-Faria F. Melchini A. Meléndez P. Melo V. Mencherini T. Méndez Corao G. Mendiondo M.E. Mendonça C.C.T.N. Mendoza Pérez J. Meneguim G.A.O. Menezes C.P. Menghini L. Menichini F. Mercadante A.Z. Merlini V. Merulla M. Messina C. Meza C. Meza Reyes S. Miano T.C. Micali G. Miceli N. Michelin D.C. Milla L. Mithen R. Mojica Villegas M.A. P 173 O 14 P 051 P 041 P 096 P 006 O 11 P 145 P 091 P 097 P 002 P 077 P 078 P 079 P 098 O 12 P 099 P 174 P 175 P 054 O 14 P 051 P 006 O 22 P 055 P 042 PL 07 P 058 P 183 P 100 P 159 P 068 P 072 P 041 P 181 P 097 P 157 P 101 P 112 P 097 P 061 P 062 18 Molares S. Molina A. Molina R. Molina Torres J. Mondello F. Mondello M.R. Monforte M.T. Monsalve M. PL 05 P 102 P 162 O 05 P 181 P 090 P 056 P 148 P 149 P 150 P 151 Montagnese V. P 157 Monteagudo R. O 25 P 103 Monteleone D. P 177 Montes de Oca-Jauregui S. P 074 Montiel Smith S. P 068 P 072 Montoro P. P 147 Mora F. P 081 P 105 Mora F.D. P 046 P 104 Mora Pérez Y. P 048 Mora S. P 106 Morabito G. P 182 Moraes M.O. P 005 Morales A. P 009 P 153 P 200 Morales Lopez M.E. P 060 P 140 Morales Robledo R.R. P 068 Morán Lòpez G. P 054 Morelli S. P 107 P 138 Morello S. P 133 Moreno C. P 078 P 079 Moreno J. P 004 Morillo M. P 108 P 193 19 Morocho V. Moundipa P.F. Moura F.B.P. Muñoz E. Murari C.S. Murati E. Murillo R. Nagai L. Napolitano A. Napolitano F. Navarro E. Nesso B.A. Ngadjui B.T. Ngameni B. Ngueyem T. A.D Nielloud F. Nieves J. Njayou F.N. Noriega M. Nunez C.V. Núñez Montoya S.C. Núñez Sellés A.J. Oball-Mond Mwankie G.N. Occhiuto F. Ojeda S. Oliveira A.G. Oliveira C.F. Oliveri F. Olvera García O. Omura M.H. Oriquin M. O 20 P 197 P 198 P 005 P 179 O 14 P 051 P 109 P 106 O 14 P 051 O 34 P 143 P 146 P 084 P 023 P 198 P 198 P 109 P 196 O 23 O 07 P 128 P 198 O 33 P 110 O 17 O 19 P 111 P 112 P 113 PL 11 O 30 P 115 O 09 P 023 P 023 P 040 P 054 O 14 P 051 P 114 20 Orsini G. Ortega S. Ortiz A. Ortiz Moreno A. Osaka D.M. Oshiiwa M. Osorio M. Pacifico S. Padula G. Pahua Ramos M.E. Palumbo D.R. Pamatz Bolaños T. Panico A.M. Pannelli G. Pardo R.B. Paris A. Pastorello M. Patel A.V. Paula V.I. Pavan F.R. Pellizon C.H. Pelucchini C. Peña Cortés H. Peralta Cruz J. Pérez A. Pérez E. Pérez G.C. O 02 P 044 P 118 P 173 P 132 P 073 P 053 P 061 P 074 O 14 P 051 P 175 P 037 O 36 P 015 P 061 P 115 P 116 P 117 P 015 O 14 P 051 O 14 P 051 P 036 P 118 P 001 P 170 P 171 P 086 P 087 P 088 P 089 P 010 P 035 P 117 P 132 P 054 P 007 P 119 O 12 P 188 21 Pérez G.S. Pérez González C. Pérez Gutiérrez M.S. Pérez-Messeger J. Pérez Pastén R. Pergolizzi S. Perna V. Pernia M. Pessoa C. Petrosino L. Piacente S. Piccinelli A.L. Picerno P. Pietro R.C.L.R. Pimentel A. Pino A. Pintaudi A.M. Pinto A. Piovano M. Piozzi F. Pixley K. Pizarro Martins Gomes J. Pizza C. P 188 P 120 P 121 P 122 P 123 P 120 P 121 P 122 P 123 O 13 P 124 P 027 P 056 P 125 P 157 P 041 P 126 P 005 P 015 O 34 P 147 O 32 P 133 P 136 P 137 P 138 P 139 P 098 P 127 O 02 O 07 P 128 P 115 P 129 P 133 P 130 P 131 P 132 P 135 P 122 P 190 O 34 22 Popolo A. Poveda L. Poveda L.J. Prieto Gonzalez S. Primila Cardoso C.R. Prince K.A. Profumo P. Purcell A. Quiñones W. Quintanilha Falcao D. Rabelo Socca E.A. Raccuglia R.A. Raddatz M. Raddi M.S.G. Radomski M. Raimondo F.M. Ramírez I. Ramirez-Gonzalez I. Ramon-Gallegos E. Ramos López M.A. Ramos S. Ramos S.R. Ramunno A. Ranea F.G. Rangel N. Rasmussen C. Rastrelli L. Raya D. Raya González D. P 147 P 133 P 106 P 008 O 25 P 185 P 088 P 026 P 045 P 048 P 049 P 134 P 179 O 23 P 091 P 135 P 044 P 170 P 045 P 011 P 132 P 172 P 192 P 187 P 122 P 096 P 005 P 164 P 070 P 154 P 194 O 32 P 107 P 133 P 136 P 137 P 138 P 139 P 156 P 060 P 116 P 140 23 Reverchon E. Ribeiro de Oliveira D. Ribeiro E.A.N. Ribeiro Júnior K.A.L. Ribon W. Ricci D. . Ricciardi A.I.A. Ricciardi G.A. Ricco R.A. Riela S. Rigano D. Rijo Costa E. Rinaldo D. Ríos N. Rios Tesch N.N. Ripa V. Rivarola V. Rivas M.C. Rivero J. Roca C. Rocha D.C. Rocha E.P. Rodrigues C.M. Rodrigues J. Rodrigues J.R. Rodriguez B. PL 09 P 092 P 006 P 005 P 049 P 016 P 141 P 024 P 142 P 178 P 024 P 142 P 178 P 070 P 143 P 055 P 143 P 144 O 23 P 010 P 101 O 29 P 145 P 015 P 111 P 112 P 165 P 077 P 078 P 079 P 163 P 161 O 14 P 051 P 147 P 042 P 161 P 148 P 149 P 150 P 151 P 084 24 Rodríguez Malaver A.J. Rodriguez Villanueva C. Rojas H. Rojas J. Rojas L.B. P 146 P 194 P 195 P 152 O 07 P 128 P 009 P 153 P 200 O 03 O 33 P 004 P 007 P 009 P 014 P 018 P 019 P 029 P 038 P 039 P 046 P 047 P 080 P 081 P 085 P 096 P 100 P 102 P 104 P 105 P 108 P 110 P 114 P 119 P 126 P 154 P 155 P 159 P 167 P 172 P 191 P 193 25 Rojas Y. Román Marín L.U. Romano R. Romero I. Romussi G. Ron Echeverría O.A. Rosquete-Porcar C. Rosselli S. Rossi C.V. Ruffoni B. Rugeles M.T. Rugna A.Z. Ruiz I. Ruiz M.A. Ruiz Y. Rumie Vittar B. Russo A. Russo E. Russo R. Saavedra A. Sacramento L.V.S. Saha S. Saija A. Sajeva M. P 200 P 155 P 060 P 071 P 116 P 156 O 16 P 016 P 026 P 141 P 116 O 31 P 160 O 28 P 011 P 135 P 143 P 144 P 201 P 157 P 026 P 048 P 179 P 013 P 158 P 138 P 163 P 149 P 150 P 111 P 130 P 016 P 141 P 094 O 27 O 37 P 100 P 159 P 086 P 097 P 177 P 201 26 Salazar-Aranda R. Salazar-Bookaman M. Salazar-Cavazos M.L. Salgado Garciglia R. Salgado H.R.N. Salvo A. Salvo F. Sanchez Bermudez L. Sánchez C. Sánchez E. Sánchez Frías I.R. Sanchez J. Sánchez Vázquez S. Sanchez Y. Sandoval Ramírez J. Sannomiya M. Sanogo R. Sant’Ana A.E.G. Santi C. Santiago-Brugnoli L.V. Santos A.C.B. Santos L.C. Santulli A. Saravia A. Sato D.N. Schimpf J. Scio E. O 13 O 02 O 13 O 05 O 08 O 10 P 060 P 140 P 101 P 064 P 064 P 074 P 078 P 079 P 199 P 131 P 053 P 084 O 18 P 066 P 068 P 072 P 086 P 101 P 147 P 041 P 005 P 006 O 30 P 160 P 088 P 089 P 161 P 183 P 163 P 162 P 086 P 087 P 089 P 069 P 202 P 203 27 Segnini S. Senatore F. Sepúlveda-Boza S. Sequin C. Serafini M. Serrilli A.M. Severi J.A. Severino L. Sharry S. Sheen R. Silva A.R. Silva B. Silva J.C.P. Silva M.S. Silva T.G. Silvar Tinajero I. Silveira C.S. Silvestri G. Simoni A.G. Sinacori A. Siragusa M.G Soares V.C.G. Sojo F. Solórzano M. Sorbo S. Sordi R. Sosa F. Sosa Moreno A. Souza Brito A.R.M. P 204 P 046 P 104 P 055 P 143 P 144 P 201 P 075 P 199 P 164 P 015 P 164 P 127 P 094 P 165 P 166 P 167 P 175 P 104 P 174 P 043 P 005 P 095 P 045 P 090 O 14 P 051 O 15 P 169 P 168 P 170 P 171 O 07 P 128 P 172 P 011 P 012 P 088 O 29 O 31 P 010 P 035 28 Spadaro V. Spegazzini E.D. Speroni E. Sterm A. Sterner O. Stuppner H. Suarez A.I. Susunaga Notario A.C. Suzuki E. Tabares P. Taborda N. Takayama C. Tammaro F. Tanaka A.Y. Tapia A.R. Tapia Quintero I. Tapia Rodrìguez A. Tatsuo Kubota L. Taviano M.F. Tchana A. Tello Suarez M.J. Tesoriere L. Thi Thanh H. N. Thomaz A.G. Tolomeo M. Tomaino A. Torras L. Torres A.M. P 042 P 043 P 091 P 147 O 28 P 011 P 143 O 16 P 067 P 036 P 134 PL 01 O 07 P 128 P 173 P 180 P 123 P 091 P 048 P 048 P 010 P 043 O 22 O 26 P 174 P 175 P 076 P 071 O 08 P 091 P 097 P 198 P 176 P 063 O 06 O 14 P 051 P 040 P 177 P 182 O 35 P 024 29 Torres F. Toyama M.H. Traka M. Tripodo M.M. Trombetta D. Trovato A. Turner S. Urbina A. Ursino M.R. Uscátegui N. Ustáriz F.J. Usubillaga A. P 142 P 178 P 048 P 179 P 180 P 171 P 097 P 056 P 181 P 177 P 182 P 027 P 097 P 003 P 093 P 075 P 183 P 157 O 29 P 184 O 02 O 04 O 27 O 33 O 37 P 004 P 007 P 014 P 019 P 029 P 038 P 039 P 046 P 047 P 080 P 081 P 100 P 102 P 104 P 105 P 108 P 110 30 Valentin A. Vallejos G. Varanda E.A. Varela B.G. Varela M. Vasquez L. Vassallo A. Vazquez Sanchez J. Vega A.E. Velasco J. Velàzquez G.C. Velázquez Jiménez R. Veres K. Vian L. Vicet Muro L. Vidari G. Vignale N.D. Viladomat F. P 114 P 119 P 126 P 148 P 149 P 150 P 151 P 154 P 155 P 159 P 167 P 172 P 191 P 193 O 04 P 075 P 161 P 185 P 190 P 186 P 118 P 173 P 094 P 187 P 053 P 076 P 004 P 047 P 096 P 153 P 172 P 192 P 188 P 071 P 153 O 11 O 23 O 06 O 20 PL 07 P 069 O 21 31 Vilegas W. Villalobos C. Villalta C. Villarreal S. Villas-Boas J.K. Vinagre A.M. Visbal T. Vit P. Vita Finzi P. Vivot E. Vizcaya M. Wagner M.L. Waksman N. Weng N.T. Wickham M.S.J. O 35 P 020 P 010 P 025 P 035 P 042 P 043 P 086 P 087 P 089 P 101 P 127 P 147 P 161 P 185 P 189 P 190 O 29 P 191 P 066 P 004 P 172 P 191 P 192 P 195 P 035 P 108 P 193 P 194 P 195 O 20 P 196 P 197 P 198 P 199 P 200 P 013 P 070 P 158 O 13 P 008 P 177 32 Wright D. Yahuaca J.B. Yánez C.A. Yanza A. Young M. Zabala C.P.A. Zaidan Dagli M.L. Zambrano I. Zanoni G. Zavala Sánchez M.A. Zeledón R. Zeppone Carlos I. Zichittella L. Zito P. Zuñiga C.J. Zurita-Valencia W. P 001 P 034 P 145 O 21 P 020 P 131 P 005 P 185 O 07 P 128 PL 07 P 120 P 121 P 122 P 123 P 188 P 075 P 190 P 027 P 201 P 021 O 05 33
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